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Nuova Cronologia
Ma DC significa 600, quindi potremmo pensare che la data in realtà fosse il 664! Molto simile al 1666 del Grande Incendio di Londra.
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+1550: i profughi bizantini fuggono da Costantinopoli, conquistata dall'imperatore degli OTTOMANI (1453).
Anno -58: Cesare inizia la conquista della Gallia.
+1550: Cristoforo Colombo comincia la conquista dell’America (1492).
Anno -44: Cesare muore trafitto da 23 pugnalate
+1550: muore Cristoforo Colombo (1506).
+1551: muore Cesare Borgia, trafitto da 23 colpi di picca (1507)
Anno -32: Ottaviano Augusto dà il via alla guerra con Marco Antonio pubblicando illegalmente il suo testamento.
+1549: Lutero avvia il conflitto con la chiesa pubblicando le 95 tesi (1517).
Anno -31: Battaglia di Azio.
+1550: Cortes entra nella capitale dell’Impero Azteco (1519) e due anni dopo la rade al suolo.
Anno -27: Augusto diventa imperatore.
+1547: Carlo V e Solimano il Magnifico diventano imperatori (1520)
Anno -19: è il nono anno del regno di Augusto, Augusto è un doppione di Costantino, nell’ottavo anno del regno di Costantino l’imperatore si converte al cristianesimo.
+1550: Enrico Ottavo divenne il capo supremo della Chiesa Anglicana (1531).
Enrico venne dichiarato difensore della fede e uccise sua moglie Anna Bolena, Costantino venne dichiarato santo dalla chiesa ortodossa e fece uccidere sua moglie Fausta. Inoltre il numerale di Enrico corrisponde al nome di Augusto, OTTAVIANO.
Anno 14: Tiberio diventa imperatore e quattro anni dopo il suo vice Germanico conclude un trattato di pace col re persiano Artabano.
+1550: Massimiliano II diventa imperatore (1564) e quattro anni dopo ratifica la Pace di Adrianopoli con gli ottomani.
Anno 15: viene fondata la città di Augusta
+1550: Viene fondato l’insediamento di St. Augustine in Florida (1565)
Anno 21: rivolta degli Edui in Gallia, guidati da Giulio Sacroviro e Giulio Floro, subito repressa dal generale romano Gaio Silio.
+1551: Notte di San Bartolomeo in Francia (1572)
Anno 32: è il diciannovesimo del regno di Tiberio, il doppione di Tiberio è Costanzo II, nel diciottesimo anno del regno di Costanzo (354) papa Liberio fissa la data del Natale.
+1550: viene adottato il nuovo calendario gregoriano (1582).
Anno 37: sale al potere Caligola, che verrà ucciso dai pretoriani e sostituito da suo zio Claudio.
+1550: Sigismondo III diventa re di Polonia (1587), in seguito diverrà anche re di Svezia ma verrà deposto e sostituito da suo zio Carlo IX.
Anno 39: Caligola fa costruire un ponte di barche lungo due miglia per collegare Baia e Pozzuoli (??), l’anno successivo Caligola avvia una campagna militare fallimentare di Britannia.
+1548: viene costruita l’Invincibile Armada (1587), l’anno successivo viene annientata dagli inglesi
Anno 41: sale al potere Claudio e due anni dopo inizia la conquista della Britannia
Anno 54: sale al potere Nerone
+1549: sale al potere Giacomo Stuart, il primo re a governare su tutta la Gran Bretagna avendo unificato le corone di Inghilterra, Scozia e Galles (1603).
Qui deve esserci stata una confusione tra gli imperatori Claudio e Nerone.
Anno 55: Nerone fa uccidere il pretendente al trono Britannico.
+1550: congiura delle polveri in Britannia ai danni di re Giacomo (1605).
Anno 64: in luglio ha luogo il Grande incendio di Roma
+1550: in luglio inizia la più lunga eruzione dell'Etna della storia (1614).
Anno 70: Tito assedia Gerusalemme.
+1550: le truppe cattoliche sconfiggono i protestanti boemi durante la Battaglia della Montagna Bianca (1620).
Anno 71: in Britannia viene costruita la fortezza di Eboracum (York)
+1553: fondazione di New York (1624)
Anno 79: l’eruzione del Vesuvio travolge Pompei.
+1552: eruzione del Vesuvio, Fomenko ritiene essere proprio quella narrata da Plinio (1631).
Anno 83: è il secondo anno del regno di Domiziano, durante il quale vennero perseguitati i filosofi.
+ 1550: Galileo viene costretto all’abiura (1613).
Anno 96: Domiziano viene ucciso da una congiura di senatori.
+1550: i rivoluzionari di Cromwell prendono il potere, tre anni dopo uccidono il re (1646).
Anno 116: l’Impero raggiunge la sua massima espansione.
+1550: è il 1666, MDCLXVI è l'elenco delle cifre romane e 666 è il numero della bestia.
Anno 125: Eletto papa Telesforo; “telesforo” significa “portare lontano”.
+1550: viene inaugurato l’Osservatorio di Greenwich (1675).
Anno 160: a quest’anno viene datata l’iscrizione dell’altare taurobolico di Lione.
+1544: viene rinvenuto l’altare taurobolico di Lione (1704).
Anno 161: sale al potere Marco Aurelio, famoso per aver lasciato un testo filosofico di riflessioni sulla propria vita intitolata “A me stesso”.
+1550: sale al potere Carlo VI D’Asburgo (1711), che lascerà una sua autobiografia intitolata “Commenti sulla propria vita”, pubblicata per la prima volta a Bruxelles nel 1862.
Anno 238: dopo tre anni di regno, l'imperatore Massimino il Trace viene ucciso e successivamente gli viene tagliata la testa.
+1551: i rivoluzionari francesi prendono il potere (1789), tre anni dopo tagliano la testa al re.
#CRONOVIRUS
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“Il Sole, prima delle stelle, sembra aver perso la propria luce abituale, e appare di un colore bluastro. Ci meravigliamo di non vedere l’ombra del nostro corpo a mezzogiorno, e di sentire il possente vigore del calore solare sprecato in debolezza, e di cogliere fenomeni che accompagnano un’eclissi transitoria prolungarsi per un anno intero. Inoltre la Luna, anche quando è piena, è priva del proprio naturale splendore”
Se Teodato corrisponde ad Eliogabalo, l’ossessione per il Sole che la storia ascrive a questo imperatore troverebbe una collocazione perfetta.
www.climatemonitor.it/?p=38698
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Nomit ha scritto: Secondo Fomenko, l’imperatore Caracalla corrisponde al re Teodorico il Grande. Seguendo la successione, Macrino corrisponde a Atalarico ed Eliogabalo a Teodato. Il secondo anno del regno di Teodato (536) viene definito il peggior anno della storia a causa delle sue pessime condizioni climatiche. Scrive lo storico Cassiodoro:
“Il Sole, prima delle stelle, sembra aver perso la propria luce abituale, e appare di un colore bluastro. Ci meravigliamo di non vedere l’ombra del nostro corpo a mezzogiorno, e di sentire il possente vigore del calore solare sprecato in debolezza, e di cogliere fenomeni che accompagnano un’eclissi transitoria prolungarsi per un anno intero. Inoltre la Luna, anche quando è piena, è priva del proprio naturale splendore”
Se Teodato corrisponde ad Eliogabalo, l’ossessione per il Sole che la storia ascrive a questo imperatore troverebbe una collocazione perfetta.
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Fomenko è uno che nemmeno risponde alle domande che gli vengono poste. 492 per l'esattezza
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Basato sulla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy
chronologia.org/en/articles/marfull/2010...remembrance_day.html
Questa ricostruzione sulla carta cronologica, perciò, permette alla vitalità del popolo Ebraico medievale di collegarsi agli eventi del diciannovesimo e ventesimo secolo, essendo il diciottesimo quello della dissoluzione storica. Per questa ragione, il moderno Sionismo e la Croce Rossa con la Mezzaluna nascono nel diciannovesimo secolo, essendo progetti che riguardavano lo spirito messianico dell’Arca che si frantuma tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo. Il progetto frantumato dell’Arca viene ricostruito, in copie in competizione l’una con l’altra.
La Massoneria, nata agli inizi del diciottesimo secolo, è uno spazio modificato del Tempio di Salomone, e in esso il grado di perfezione è associato con la cerimonia dell’Arca Reale, che si riferisce al Tempio e all’arcobaleno che, secondo la narrativa dell’Arca di Noè simboleggia il patto tra Dio e l’umanità dopo il grande diluvio. Quest’Arca presenta due colonne, che si riferiscono all’accesso al Tempio di Salomone (e ai due poteri dell’Impero, dell’Est e dell’Ovest), e la leggenda della cerimonia viene situata nell’episodio biblico del ritorno dell’esodo da Babilonia. Esso indica che tre re o uomini saggi ritornano a Gerusalemme a cercare le rovine del Tempio (Domènech Gómez, 2017; Wilmshurst, 2013), essendo di fatti una metafora per i ,Tre Saggi dall’Est, che simboleggiano anche il culto di un tempio, in questo caso quello di Gesù bambino. Si tratta di un rito di iniziazione, che ricorda il progetto della ricostruzione del Tempio perduto, e dialoga con le tradizioni Cristiane e Cabalistiche.
D’altro canto, il progetto di un Papa universale basato in Vaticano appare a Roma, il quale privilegia le sue radici Egiziane e rende Roma un nuovo ideale, rimpiazzando l’autorità di Giovanni il Presbitero dell’Etiopia e appropriandosi dei suoi simboli. Lo spazio trasformato del Tempio di Salomone nel nome del Messia, e questo blocco finisce per creare, da Barcellona, Parigi e Roma la Compagnia di Gesù, col motto IHS, che significa “Iesus Humilis Societas” (Umile Compagnia di Gesù); “Iesus Hominum Salvator” Gesù, Salvatore dell’Uomo); e “In hoc signo [vinces]” (Sotto questo segno [vincerai]), tra gli anni 1719 e 1725 reali (i 1534 e 1540 ufficiali), coincidenti con i negoziati di pace attraverso l’Europa che terminarono con il Trattato di Vienna del 1725. Dopo decadi di lotte tra le alleanze imperiali Cristiane, che diedero l’impulso al controllo dell’Ordine del Tempio, e tra Maomettani e Cristiani, per il controllo della Terra Santa o il suo impero originale, un nuovo ordine mondiale viene stabilito, nel quale l’ideale di un tempio sacro per la pace messianica universale ha un altro significato.
Come viene documentato da Isaac Newton (1733) e confermato dalla Cronologia X-185, quest’ultimo episodio ha il suo resoconto sacro del libro della Rivelazione o la profezia di Giovanni. Trascrive, si letteralmente e nello stesso tempo come parabola, l’intera reale, sacra storia di un epopea di appena quattro secoli profetici, dal reale tredicesimo al diciassettesimo. È allora e non prima che la storia e i suoi simboli vengono ricostruiti, includendo genealogie, documenti e cronache che oggi vengono considerate reali e occupano spazi preferenziali nelle librerie e nelle menti degli intellettuali.
La storia rivelata: i tre templi della sacra pace
L’evoluzione della civilizzazione umana intorno alla genesi che ha avuto luogo nell’impero originale d’Egitto, la cui storia viene trasformata in una vasta cronaca dilatata, è strutturata in tre distinte fasi, che rappresentano gli eventi dei reali secoli dal dodicesimo al ventunesimo secolo. Ogni fase corrisponde a un Tempio della Sacra Pace, nel quale il primo è quello di Atlantide (o Troia), il secondo quello di Salomone, e il terzo quello della Nuova Gerusalemme profetizzato nella Rivelazione Biblica di Giovanni.
1°. Tempio: Il primo tempio è, nell’immaginario storico ufficiale, Atlantide, prima del “diluvio”, cioè, scomparendo come tempio, col “diluvio universale” di Noé. D’altro canto, la città principale è rappresentata da Troia, prima di essere distrutta. Tutte queste leggende ci parlano della medesima storia. Troia rappresenta la capitale dell’antico impero, e a quel tempo (quando è stata distrutta) si intende situata nel luogo dove sta la moderna Istanbul, o Costantinopoli. Ma in realtà è il tempio del grande Egitto, il quale ha disseminato da lì un impero con una grande visione del mondo con multiple divinità. Lì è il suo reale potere, che inizia tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo e rimane fino a quando è costretto a dividere la sua autorità con quello che è stato eretto intorno a lui, il risultato di una lotta che ha luogo tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo reali. Nella tradizione Egiziana, quest’episodio è quello del mito di Osiride, il cui figlio Horus viene resuscitato dopo essere stato sconfitto dal fratello Seth, nella forma di Dio unico. Sotto il suo giogo, attraverso questo secolo fruttifero, si diffonde l’imperialismo di una civilizzazione monumentale, dal quale grandi colonie e compagnie di esplorazione vengono costruite, che distribuiscono e condividono i simboli e il culto dei templi piramidali. Il firmamento, con le sue 12 costellazioni, è la sua massima rappresentazione simbolica. È la fase in cui la storiografia ufficiale, in un eccesso idolatrico, ha trasformato in tre o quattrocento anni, dal tempo della Mesopotamia fino all’ufficialità dell’impero Cristiano nella grande Roma Italiana. D’altro canto, nell’immaginario apocalittico, la grande battaglia di Horus viene riflessa nell’iniziativa dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, che rappresentano l’espansione dell’impero verso i quattro punti cardinali, e la croce Cristiana. Dopo questo combattimento un singolo Dio, sovrano, si impone ed inizia il viaggio dell’esodo biblico Egiziano, e quello di Troia, secondo la storia antica mitizzata.
2°. Tempio: Dopo l’inondazione di Atlantide, il grande diluvio di Noé e la distruzione di Troia comincia una nuova era. Il Regno di un Dio inizia e con lui viene imposta una nuova legge, dopo il diversificato culto politeistico precedente. È il Regno che viene annunciato dai sette angeli secondo la Rivelazione (cap. 11), subito prima dell’apparizione del Tempio di Dio, il risultato dell’Arca dell’Alleanza. È sempre la solita storia, che è anche quella della resurrezione del dio Horus, e quella di Cristo, Budda e Krishna. L’Arca, come viene segnalato dalla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy, ha luogo nel quindicesimo secolo, e indica l’anno 1486. Secondo la linea X-185, che si riferisce al libro della Rivelazione e al corrispondente libro di Isaac Newton (1733), ha luogo nel corrispondente immaginario dell’anno ufficiale 1260, ma in realtà si deve intendere come quindicesimo secolo. Lo scontro è quello tra i Mongoli (i Turchi) e il potere della Grecia, insieme a quello dei Mamelucchi, che invadono l’Egitto. In questo scenario, la città di Dio diventa Babilonia, in Egitto, ma (secondo la storia della Torre di Babele) Dio costringe l’umanità a rinunciare a creare un singolo impero con una sola lingua, e a riconoscere gli altri popoli, nazioni e re. Il popolo Ebreo originale, del lignaggio del Re Davide (Gengis Khan), occupa l’Egitto insieme ad altri popoli e gli zingari (i soldati Indiani arrivati con Khan Mongolo che conquistano la Terra Santa, per conto dei Mamelucchi). Sono nomadi, popoli Ebrei, che vivono lì come 12 tribù, che sostituiscono le 12 costellazioni. Una di loro è il popolo Ebreo, che, lasciato l’Egitto rafforzato, diviene la branca del nuovo impero, col suo progetto di ricostruire l’Europa. Come risultato di questa lotta, nella quale tre re dell’Est sottomettono l’Egitto, viene creato un regno Salomonico nell’Alto Egitto (Nubia e Abissinia, o Etiopia), risultato dell’alleanza tra l’Est e l’Ovest (Greci e Mongoli) dove adorare quest’Alleanza e impiantare un nuovo lignaggio,che simbolicamente sembra governare il nuovo Tempio di Dio. È la Casa di Salomone: Giovanni il Presbitero dell’India. In questa grande transizione, la prima grande manipolazione cronologica viene portata avanti, con l’intento di costruire una visione universale ed eterna di questa nuova realtà. Troia diviene Costantinopoli (in onore della sua lealtà) e il Santo Sepolcro appare in Gerusalemme, in Palestina, in onore di Genghis Khan (la genesi di Gesù e Maometto) insieme alla Mecca e Medina. In questi luoghi l’imperatore che ha formato l’impero e l’Arca vengono adorati. La pietra sacra di Monte Moriah (a Gerusalemme) onora la fondazione del nuovo Tempio, dove (secondo il libro della Genesi) Dio ordinò ad Abramo di sacrificare suo figlio. D’altro canto, in Avignone, viene onorata la figura della Regina Maria Maddalena, rendendola un’icona assimilabile della Madre di Dio e di Isis (la madre di Horus). Ma il tempio si evolve e resiste comunque fino a che la pace finisce nel cuore dell’impero, attraverso il diciassettesimo e diciottesimo secolo, risultato della competizione politica, economica e simbolica. Come risultato, viene suggerito dall’Europa un’unificazione dei poteri simbolici che si scoprono più potenti per il controllo delle coscienze, intorno a un profeta messianico principale da utilizzare come guida. Appaiono Gesù e Maometto. Roma prende l’iniziativa di Babilonia. L’Italia sostituisce l’Egitto, e il Papa di Roma sostituisce Giovanni il Presbitero dell’India. Gesù diventa il Messia, rimpiazza il Tempio di Salomone con un altro patto simbolico: il sacramento e il patto di Cristo con i 12 apostoli, che rimpiazza le 12 tribù di Israele. L’apocalisse biblica è esplicita: Babilonia è stata distrutta, e la lotta di Dio continuerà finché non arriverà una Nuova Gerusalemme, che significa “pace sacra” nel nome dell’angelo di Gesù. Giovanni ci testimonia questo, in questo libro, di fatto essendo l’eco nascosta di Giovanni il Presbitero, che ha perduto la sua autorità, ma d’altro canto, lascia scritta questa “rivelazione”, così che possa essere decodificata. Benedice Cristo come il Messia e il Nuovo Testamento era per lui la figura di Giovanni il Battista, che è appena stato decapitato, come l’agnello macellato dell’Apocalisse, che apre i sette sigilli del libro apocalittico.
3°. Tempio: Come risultato della crisi del Tempio Salomonico, un altro grande patto tra Dio e l’umanità viene disegnato, che questa volta viene così redenta. É un progetto, come il precedente, che non termina come inizialmente desiderato. Per prima cosa è un progetto papale chiamato Nuova Gerusalemme ma viene rappresentato in Roma (e a Mosca, nel Kremlino, la nuova Roma) e ora è il progetto delle Nazioni Unite, con lo Stato di Israele nella Terra Promessa. Nasce e si evolve grandemente nella terra Occitana (che raggiunge Ginevra, Svizzera), risultato di una simbolica epurazione che riguarda i Catari, gli Ebrei e i Templari, tutti eredi del Tempio di Salomone, e quindi mette i Cristiani contro i Maomettani in Iberia e nel Nord Africa,mentre un conflitto equivalente si sviluppa nell’Europa dell’Est. Il progetto di una Grande Israele barcolla. Per questo viene creato un nuovo Tempio, che fallisce la sua missione universale, ma getta le fondamenta della colonizzazione della mappa storica e cronologica corrente, che finisce per assorbire tutti i calendari mistici (con passati simbolici). Il suo autore principale è la Società di Gesù, impiantata in ogni impero e, sotto la suprema autorità del nuovo Gran Khan spirituale, il Papa di Roma, impone la nuova legge della parola di Dio attraverso suo figlio Gesù. Sotto il loro giogo le genti e le tradizioni mutano, per quelli che non sono distrutti e/o stigmatizzati, evidenziando l’impatto che ha sugli Ebrei e sugli Zingari, fuori posto e costretti a migrare. Ma il progetto si interrompe poco dopo il suo inizio. Il Vaticano e i Gesuiti vengono delegittimati, nel cuore dell’Europa e nel resto degli imperi, sebbene il progetto sia imperiale, e abbia il supporto di eserciti potenti, cosicché resistono in Europa, notoriamente indeboliti. Davanti a questa disfatta, comunque, la compagnia di Napoleone si focalizza sulla ricostruzione del Tempio perduto, il Salomonico, ma anch’esso fallisce e riscrive di nuovo la storia, in modo simile al progetto fascista della Seconda Guerra Mondiale, che intende ricostruire.
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Sopra ho ipotizzato che Luigi XIII e l'imperatore Caracalla fossero la stessa persona.
Il caracal-caracal è un felino caratterizzato da due ciuffi neri sopra le orecchie.
Quindi Caracalla potrebbe aver ricevuto questo soprannome in seguito ad una vicenda che riguardava i gatti.
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Mmmmh, ci devo riflettere...
:laugh:
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Nomit ha scritto: Nel 1630 il re di Francia Luigi XIII avrebbe posto fine ai roghi di gatti neri, che all'epoca, dicono, sarebbero stati considerati streghe.
Sopra ho ipotizzato che Luigi XIII e l'imperatore Caracalla fossero la stessa persona.
Il caracal-caracal è un felino caratterizzato da due ciuffi neri sopra le orecchie.
Quindi Caracalla potrebbe aver ricevuto questo soprannome in seguito ad una vicenda che riguardava i gatti.
Noto con immenso "piacere" di come la gente continua a crogiolarsi con la sola terza media
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4a e ultima parte dell'articolo: "Yom HaShoah, o il Giorno del Ricordo dell’Olocausto, secondo la Cronologia X-185"
Basato sulla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy
chronologia.org/en/articles/marfull/2010...remembrance_day.html
Il Tempio Atlantico e Messianico. Come risultato di questa grande instabilità, l’Impero Spagnolo appena creato, il Sacro Romano Impero Tedesco e la Repubblica di Genova (il cui potere originale si appoggia a quello dell’Ordine del Tempio di Salomone) vengono velocemente smantellati, e l’Italia si disgrega insieme all’autorità del Cattolicesimo, che viene costretto a rinunciare a parte dei privilegi e delle proprietà. La Svizzera e la Massoneria cominciano a funzionare.
Attraverso il diciannovesimo secolo i poteri vengono ricomposti, lo Stato del Papa scompare e il Papa si indebolisce, mentre la Casa Imperiale d’Etiopia e il Sionismo politico Ebraico si rianimano. La Croce Rossa e la Mezzaluna appaiono a Ginevra, la Nuova Genova. A sua volta, il regime capitalistico coloniale crea una società ineguale, ed emergono il comunismo e le grandi rivoluzioni sociali. La Prima Guerra Mondiale è un avvertimento ai poteri imperiali ereditati dal secondo Tempio, che sono tutti indeboliti, specialmente quelli Russi, Cinesi, Ottomani e Tedeschi. La Turchia e la Grecia si separano con una tragica frattura, che porta al genocidio Armeno e a un’equivalente ostilità verso il popolo Curdo, mentre la Russia e la Cina abbracciano il comunismo dopo le aggressioni e il collasso del progetto coloniale. La Germania viene condannata dalla vittoriosa Lega delle Nazioni (il germe delle Nazioni Unite) a una grande condanna economica e a un’umiliazione politica, la radice della nuova Israele viene stabilita, sotto il protettorato Inglese.
IL Sacro Romano Impero e il Papa, comunque, desiderando risollevarsi, spinti da una storia gloriosa, in realtà adulterata. Il Fascismo, il Nazismo e il Cattolicesimo prendono il potere in Germania, Italia e Spagna e insieme al Giappone formano un contro-potere. La Seconda Guerra Mondiale è un tentativo di restaurare un potere sul modello imperiale, nello stile del primo Tempio e sotto l’ideale del progetto Cattolico del terzo, a spese dei popoli e delle nazioni che rappresentano il secondo Tempio e ancora sopravvivono, e a spese della libertà di coscienza. Per questa ragione, il Giappone invade la Manciuria e l’Italia invade l’Etiopia distruggendo la Casa Imperiale del re Salomone e della Regina di Saba, mentre in Grecia e in Spagna il fascismo prende il potere sui repubblicani. In Germania, il Nazismo assoggetta Ebrei e Zingari e quindi altre nazioni sorelle, finché scoppia la “grande guerra”. Ma il progetto di un nuovo ordine imperiale fallisce nuovamente, e al suo posto appare Israele come nazione strategica che non smette di ricostruire il Tempio della saggezza e della pace, nel nome del terzo Tempio alternativo con una nuova visione messianica, per mano delle Nazioni Unite. A sua volta, diventa il rifugio del popolo Ebraico, che desidera una nazione, per uscire dalla condizione di stigmatizzazione.
Ma la Guerra Fredda incomincia e l’Est non lo vede di buon occhio. Il sacrificio Russo, Cinese, Arabo e Ottomano, dopo le incursioni Inglesi e Francesi degli ultimi due secoli, e una lunga lista di oltraggi accumulati dal blocco Cristiano Europeo, specialmente quello Cattolico, fa sì che la pace post-guerra si trovi in crisi e priva di unità. Il Popolo Ebrraico (e in parte minore gli Zingari), si riprendono dalle ferite del genocidio, da differenti posizioni di potere. IL Papa riconsidera e accetta le diversità religiose, nel Concilio Vaticano II tra il 1959 e il 1965. Molte ferite si accumulano e il nuovo scenario nasce ostile e rimane instabile fino ad oggi, come risultato dell’imperfetto sistema politico, economico e simbolico che abbiamo creato attraverso molte generazioni. La costruzione della storia ufficiale, ritagliata su un progetto Cristiano che rompe il valore della comunione imperiale Egiziana (a differenza della tradizione Ebraica), non facilita questa riconciliazione. Ma, sopratutto, non viene facilitata dalla costruzione di poteri simbolici e dalla loro costante mutazione, che manipolano la realtà storica, fino al punto di diventare strumenti di un potere che ne ha abusato, mettendo in contrasto i popoli.
Le conseguenze della manipolazione della storia biblica
Come risultato della creazione artificiale di un passato remoto, molteplici anacronismi e contraddizioni appaiono, creando misteri nella coscienza storica e dando spazio all’immaginazione. Ma data la scelta tra la manipolazione (e l’esplorazione delle sue basi logiche) e la narrazione ufficiale, sia il pubblico che la comunità accademica preferiscono appoggiare la storia e i suoi calendari.
Sebbene non ci sia dibattito su questo, la prova delle disonestà tra i poteri del Papa di Roma e Giovanni il Presbitero d’India sono chiare. Entrambi sono pastori Cristiani la cui autorità è superiore a quella di monarchi e imperatori, e sembra che essi coesistano esercitando le loro funzioni sulla scena che va dall’Impero Romano a tutto il Medio Evo. Millecinquecento anni. Il primo ha le sue radici dell’Apostolo Pietro, e il secondo in Giovanni, che si suppone sia l’apostolo San Giovanni. Il primo è situato nella Roma Italiana, e il secondo in Etiopia, dove stanno la prima chiesa organizzata Cristiana, quella Copta, cioè quella Egiziana, e l’Arca dell’Alleanza di Salomone. Ma l’assenza di collegamenti documentati tra i due, o, piuttosto, accettati dalla storiografia (a dispetto di molteplici prove tra i suoi simboli e il suo ruolo Cristiano), impedisce di chiedersi se si tratti dello stesso personaggio. Invece, la storia moderna ha costruito un capitolo più piccolo per il Presbitero, nel quale viene relegato a fantasia medievale, e tutti gli accademici hanno questa idea. In questo modo, il mistero di quindici secoli di esistenza dell’autorità sull’Eurasia e sul Nord Africa di Giovanni il Presbitero viene tollerata. Nessuno si sorprende che egli scompaia esattamente quando il Papa di Roma dichiara sé stesso “Pastore Universale dell’intera Chiesa” nell’anno ufficiale 1563 (come risultato del Concilio di Trento). Cioè, nessuno è curioso della prova logica che esiste tra la coincidenza dell’esaltazione del Papa e della fine dell’autorità, esistenza e persino traccia del Presbitero. Ma questo non è tutto. Di fatto, intorno a questo personaggio viene articolata l’idea dell’espansione della Cristianità attraverso l’Asia, attraverso l’apostolo Tommaso, che i vangeli descrivono come il gemello di Gesù, e i Tre Saggi. Comunque, per quanto riguarda i fatti biblici, non c’è alcun fatto archeologico o documentale per corroborare questo, che è diventato parte di libri di antiche leggende. Ma, d’altra parte, se si sposta l’attenzione a più di mille anni fa, c’è una cronaca che la storiografia ha accettato e che ci parla di questo in modo innegabile. Sono gli atti di Genghis Khan, considerato il primo grande sovrano d’Asia, che si dice abbia lasciato i suoi discendenti nella Casa Imperiale Cinese, figlio del nipote di Giovanni il Presbitero d’India, discendente dei Magi, assimilato al re dei Ebrei di nome David. Gli eventi sono del tredicesimo secolo ufficiale, e coincidono con le compagnie dei crociati dei cosiddetti templari (dell’Ordine del Tempio di Salomone), col quale si sono alleati. Cioè, gli eserciti Mongoli e Cristiani hanno combattuto insieme, contro lo stesso nemico, nel Medio Oriente, e il nome di Salomone li collega all’Etiopia, dove il Presbitero e la sua Alleanza si incontrano. E, in più, è nell’anno 1270, nel mezzo dell’epopea Mongola, quando il lignaggio della Casa Imperiale d’Etiopia appare ufficialmente come discendente del re Salomone e della regina di Saba, dopo l’occupazione dell’Egitto da parte dei Mamelucchi (che diventeranno i sultani di Babilonia) e quando nasce l’Impero Ottomano. Per quelli che non sono informati di questo segnaliamo che Babilonia significa “La porta di Dio” e le carte medievali la situano nella città del Cairo (il cui significato è il soprannome con cui era conosciuta in Arabo, Al-Qāhira, che significa “la forte”, “la vittoriosa”) (Pujades e Bataller, 2007). Dall’altra parte, l’origine ufficiale dell’Impero Ottomano è dell’Impero Mongolo, lo stesso che si dice portò Genghis Khan a diventare re dei Ebrei. Ma questo intero episodio, a dispetto del gergo pubblico che lo accompagna (I Magi, l’Apostolo Pietro, Giovanni e Tommaso, il re David, il Tempio di Salomone, Babilonia...), è considerato poco o per niente importante. La Bibbia rimane ferma nella concezione storica e temporale attribuitagli dalla chiesa Cristiana, dall’Islam e dall’Ebraismo e corrisponde in tutti i calendari del mondo. E a nessuno viene in mente l’idea che a un certo punto avrebbero potuto essersi accordati a trasferire ogni cosa nel passato. La semplice idea che dietro a queste proprietà religiose ci sia la mano della manipolazione collettiva del passato è, secondo come, offensiva, tanto che nessuno può pensare (o osare) di collegare la fine del potere biblico della misteriosa città di Babilonia, che il libro dell'Apocalisse di Giovanni profetizza, con la fine di Giovanni il Presbitero.
Questo tema è capitale nella ricostruzione della storia secondo la Cronologia X-185. Per quelli che ancora hanno dubbi sulla solidità delle prove appena menzionate, bisogna sottolineare che Giovanni il Presbitero coesiste con un elemento essenziale della tradizione Giudeo-Cristiana, l’Arca di Salomone, e mostra, nelle carte medievali, i simboli attribuiti al Papa: Il bastone, la tiara con le tre corone e la triplice croce papale. Cioè, è indicato come tale, a dispetto della solida storia Cristiana medievale che assegna tutti i poteri al Papa di Roma. Ma nessuno ricorda il Papa di Roma sulle carte. Non appare in nessuna di esse.
Queste eccezionali coincidenze dovrebbero sollevare l’attenzione della coscienza collettiva, ma gli storici, ai quali diamo autorità, le scartano come illogiche semplicemente perché la costruzione storica consensuale non le permette. L’idea di trovare nel tredicesimo secolo ufficiale ("dopo Cristo") la chiave della storia dell’Alleanza tra Dio e l’umanità, come l’Arca dell’Alleanza, sembra inverosimile, come se quest’episodio fosse collegato all’autorità del Presbitero, prima che si spostasse a Roma in un certo momento, e con essa i suoi simboli. Nessuno investiga su questo, perché c’è una spiegazione che permette allo scetticismo accademico di non tenerla in conto: "il Presbitero è stato un frutto dell’immaginazione Cristiana del tempo". L’immaginazione è la causa dei misteri medievali, i quali “non hanno importanza” sembra, perché si ha la certezza della storia ufficiale e della Bibbia. In questo modo i dubbi vengono cancellati, la curiosità che potrebbe dargli significato viene limitata e non c’è progresso nelle sue fondamenta logiche.
Ma le singolarità bibliche medievali non finiscono qui. Da una parte, viene evidenziato il misterioso episodio dell’Ordine del Tempio di Salomone e dei suoi collegamenti con la straordinaria espansione della Repubblica di Genova fino al cuore dell’Impero Romano d’Oriente, col quale viene stabilita una fruttuosa alleanza dal tredicesimo secolo ufficiale e che dura fino al quindicesimo secolo, precisamente quando il lignaggio Salomonico appare in Etiopia. Cioè, l’apparizione di quest’ordine ha qualcosa a che vedere con Genova e con l’appena creata Casa di Salomone Etiopica? In questo senso, è logico, ancor più perché Genova e i Templari si dividono potere ed emblemi, la croce rossa, ma la storia ufficiale ci separa dai fatti. Ci dice che i Templari scompaiono proprio quando emergono i genovesi, e assolutamente nulla li collega al Presbitero. Ancora, l’opzione di una manipolazione temporale e documentale viene esclusa.
Dall’altra parte, si evidenzia la prova dell’esistenza di due Babilonie, una antica di cui non si sa bene la localizzazione ma che si trova in Mesopotamia e un altra col nome medievale del Cairo, la capitale dell’Egitto, che viene identificata in molte carte Medievali come una grande città, come fosse la Torre di Babele (Pujades e Bataller, 2007). Potrebbe essere che Babilonia indicasse la Persia ma la cui più grande città si potrebbe pensare in Egitto, e tutto questo è collegato con l’invasione dell’Egitto da parte dei Persiani, da tempi precedenti gli eventi del grande Alessandro il Grande? Ovviamente, collegando questo al tredicesimo secolo ufficiale questa non è un’opzione ragionevole; i fatti sono separati da quasi duemila anni. Per le ragioni descritte, tutte queste relazioni logiche vengono velocemente scartate davanti all’implacabile calendario, annullando ogni possibilità di iniziare qualsiasi linea di investigazione a questo proposito.
A questo punto, il popolo di Israele entra in scena. Da dove viene la tua autorità? C’è un ovvio anacronismo. Da una parte, c’è il biblico regno i cui resti archeologici coerenti non vengono preservati, secondo quasi mille anni d’esistenza. Dall’altra c’è un’innegabile autorità medievale del popolo Ebreo in alcune monarchie Cristiane, tra le quali spicca il re d’Aragona, e le radici stabilite nelle cosiddette corone di Castiglia e Aragona, sotto le quali la comunità conosciuta come Sefardita si sviluppa (il cui nome viene da Sefarad, la denominazione Ebraica della Penisola Iberica), che costituiscono la più documentata presenza degli Ebrei nella storia, insieme all’altra radice medievale, la comunità chiamata Ashkenazita, stabilitasi nell’Europa centrale e orientale. In questo senso, si può affermare che ci sono due realtà Ebraiche, una secondo la Bibbia e una secondo la documentazione storica medievale, che evidenzia un inesorabile vuoto storico di approssimativamente mille anni tra di loro. Ma su questo, come su ogni cosa dubbia, viene data l’assicurazione storica che non manca nulla, eccetto forse, per alcuni Ebrei incuriositi nella ricostruzione delle proprie radici.
Comunque, come qui viene enfatizzato e documentato, i vuoti che circondano la misteriosa autorità simbolica del popolo Ebraico (da cui viene il popolo Giudeo) sono il risultato di una storia corrotta scritta a posteriori, in cui le tracce di questa comunità, collegata con l’ordine di un impero precedente, che aveva a che fare con l’Egitto e Babilonia, ma non nel senso dato dalla narrativa ufficiale. Ha a che vedere con la storia recente, che deve essere compresa nello spazio temporale dell’immaginario medievale, che è stato spedito nel passato senza che si sia riuscito a cancellare il cammino documentale medievale Ebraico, a causa della perseveranza della sua identità. Per questa ragione, intorno ad esso ci sono molti anacronismi e notevoli domande. La storia del “popolo di Dio”, associata agli Ebrei della Canaan Biblica e ai loro discendenti Giudei, ha lasciato manifestazioni di incongruenze sorprendentemente evidenti. Dopo essere stato un popolo “benedetto”, secondo i sacri testi, sarebbero stati soggetti all’autorità politica degli Egiziani, dei Babilonesi, dei Greci e dei Romani, e a volte dei Cristiani e avvolte dei Maomettani nel nome stesso di Dio. Ci sarebbero state ulteriori purghe religiose tra Cristiani, tra Maomettani e tra Cristiani e Maomettani, senza riconoscere le autorità simboliche di Gesù e di Maometto nel grado e nel significato che le rispettive corti sacerdotali gli hanno concesso. E questo costa parecchio accettarlo. Non ha senso che nel corso del tempo così tanti imperi siano scomparsi, con i loro simboli e icone, per la difesa di opposti credi, e la gente dell’estinto Regno di Israele perseveri nell'ordine politico e sacerdotale dominante, che a lei è estraneo. E ancora meno senso ha che in risposta all’autorità acquisita nel Medio Evo, secondo la Bibbia Cristiana siano loro che hanno mandato Cristo al martirio, dopo (sembra) averlo disprezzato. D’altro canto vengono riconosciuti come leader nei campi della astronomia, cartografia, medicina, legge, filosofia, misticismo ecc., come se in questo fosse coinvolto il popolo Greco, ma nel Medio Evo. E d’altra parte si identificano assumendo funzioni strutturali per il buon governo e il funzionamento della società come la finanza, il commercio o l'amministrazione di documenti, traduzioni di opere in diverse lingue, raggiungendo posizioni elevate nella gestione patrimoniale dei re, come è successo nella cosiddetta Corona di Aragona, fino alla scoperta dell'America. E tutto questo senza - ufficialmente - avere una nazione propria e mantenendo una religione diversa da quella difesa da papi, re, conti e imperatori, califfi e sultani del mondo. E' evidente, quindi, che si tratta di una storia senza una logica sufficiente, né interna né coerente, a meno che non si prenda seriamente in considerazione la ricostruzione effettuata dalla linea X-185 della nuova Cronologia.
A questo spazio concettuale anacronistico, a sua volta, si aggiunge il caso dei Radaniti, i commercianti ebrei che, secondo la storia ufficiale, hanno mantenuto le rotte commerciali iniziate durante l'Impero Romano durante tutto il secolo 600 e 1000 dopo Cristo. The Book of Routes and Kingdoms, di Ibn Khordadbeh (Bareket, 2002), che si stima sia scritto nell'anno ufficiale 870, descrive dettagliatamente le principali rotte commerciali e il modo in cui si sono estese all'intero Mediterraneo, al centro dell'Europa e dell'Asia, giungendo alle porte del Giappone via terra e via mare, con una particolare intensità nell'area di Roine nella Provenza medievale e in Terra Santa. Il libro non si adatta alla logica degli imperi cristiani sotto la guida del Papa di Roma, che comprendono Cristo come ultimo re di Israele e il Cristianesimo come il superamento dell'Ebraismo per ordine e volontà di Dio. Ma, invece, si adatterebbe alla nota Via della Seta, che appare nel tredicesimo secolo ufficiale, dopo l'espansione della Mongolia e l'alleanza dei Genovesi con i Bizantini, sebbene per questo sia stato creato il mito di Marco Polo. In questo contesto c’è un senso, soprattutto quando si dice che Gengis Khan era il re degli ebrei, ma è impossibile seguire questo filo se i fatti, ufficialmente, non sono contemporanei. Dov'è allora la logica? La manipolazione della mappa cronologica ha la risposta.
Il libro del Radianiti ci racconta di uno scenario reale, mal riposto nel tempo ma la storia ufficiale lo tollera, perché non ha altra scelta. In questo modo, essa riempie il cassetto delle domande che accompagnano il dubbio sulle radici di un'autorità ebraica che ha persistito in molteplici mutamenti di potere e persecuzioni.
Bibliography cited
Bareket, E. (2002). "Rādhānites." In Medieval Jewish Civilization: An Encyclopedia, pp. 558-561. London: Routledge.
Brown D. (2010). Da Vinci Code. Original edition of the year 2003. Barcelona: Planeta.
Domènech Gómez, J. L. (2017). Logia de Perfección: Grados inefables del Rito Escocés Antiguo y Aceptado. Oviedo (Spain): Editorial Masonica.es.
Escudero y Díaz-Madroñero, A. et Montells Galán, J.M. (2007). Catálogo de órdenes extranjeras en España. Madrid: Academia de genealogía, nobleza y armas Alfonso XIII.
Newton, E. (1733). Observations upon the prophecies of Daniel, and the Apocalypse of St. John. London: J. Darby and T. Browns in Bartholomew-Close.
Prawdin, M. (1968). Gengis Kan. Barcelona: Juventud.
Pujades i Bataller, R. J. (2007). Les Cartes Portolanes. La representació medieval d'una mar solcada. Barcelona: Institut Cartogràfic de Catalunya, Institut d'Estudis Catalans, Institut Europeu de la Mediterrània.
Wilmshurst, W. L. (2013). El Santo Arco Real de Jerusalén. Oviedo (Spain): Editorial Masonica.es.
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1) alla difesa di Costantinopoli partecipò un comandante chiamato "il nuovo Achille",
2) Mehmet disse che non avrebbe creduto alle imprese dei romani neanche se gliele avessero previste "37 mila profeti".
Perché 37? Che numero è? Di solito quando ricorriamo ad un numero grande per esagerare usiamo un numero tondo!
37 in cifre romane è XXXVII. Letto in base otto diventa 8+8+8+4+2, cioè 30. Se qualcuno capita qui per caso, mi riferisco all'ipotesi di Andrei Stepanenko di cui ho parlato diversi post fa.
Quindi Mehmet disse che non avrebbe creduto alle imprese dei cristiani neanche se gliele avessero annunciate TRENTAmila profeti.
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Di Luigi Martorelli
books.google.it/books?id=ebNbAAAAQAAJ&pr...#v=onepage&q&f=false
Pagine 14 e 15, nota I : perché tutti quei riferimenti alla letteratura per confermare la storia di re Ezechia? non era presente nella bibbia?
Pagina 16: il valore delle carte da gioco era fino al 7 per i numeri e 10 per tutte le figure
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IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko
Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”
1.
Il misterioso Rinascimento dell’ “Età Classica” nella Roma medievale.
1.1. I tristi “Secoli Bui” dell’Europa che si presumono seguiti dallo splendore dell' ”Età Classica”
Come si può vedere dalla carta cronologica globale ordinata con la somma dei tre slittamenti, praticamente tutti i documenti considerati “antichi” che si riferiscono a eventi che si presume precedenti al 900 D.C. della cronologia Scaligeriana sono molto probabilmente duplicati fantasma di originali che si riferiscono a eventi del X-XVII secolo D.C. Si potrebbe dubitare della disponibilità di “spazio” per l’ “Età Classica” nella storia medievale – in altre parole ci potrebbero essere dubbi sul fatto che i nostri tentativi di trasferire gli eventi “antichi” nel Medio Evo possano fallire a causa del fatto che questi ultimi sono già “riempiti” di eventi storici conosciuti. Non sembra però essere così, secondo i risultati della nostra approfondita analisi. Per prima cosa, le epoche considerate differenti vanno identificate come la stessa epoca. Consideriamo, per esempio, la sovrapposizione di dinastie reali la cui similarità non era ancora stata notata. Secondariamente, molti periodi medievali nella storia Scaligeriana si pensa siano “celati nell’oscurità”. Ora si comincia a capire perché. I rispettivi documenti medievali che descrivono queste epoche sono stati deliberatamente “spostati indietro nel tempo” dai cronologisti Scaligeriani. La mancanza di questi documenti ha immerso un gran numero di periodi medievali in un buio artificiale. Gli storici del XVIII-XIX secolo hanno dato origine al concetto particolare che ha identificato il periodo medievale come “Secoli Bui”. Le grandi conquiste dell’ “Età Classica” si dice siano andate incontro a un totale declino e siano scomparse. Il pensiero scientifico è presumibilmente “tornato completamente all’Età della Pietra”. I grandi lavori letterari dell’ “antichità” si suppone siano tutti messi da parte come un peso morto fino al periodo Rinascimentale, quando miracolosamente sono riemersi ([333], pag. 161). Inoltre, questi “antichi” testi si suppone fossero conservati da monaci ignoranti il cui principale compito era, da quanto ci dicono oggi, la distruzione della “letteratura pagana”. L’assoluta maggioranza dei vertici del clero era presumibilmente analfabeta ([333], pag. 166). Le grandi conquiste dell’ “antica” astronomia – la teoria delle eclissi, il calcolo delle effemeridi planetarie, ecc – ci viene detto che erano stati completamente dimenticati. Il famoso Cosma Indicopleuste, che si suppone vissuto nel VI secolo D.C. e che studiava il movimento del Sole e delle stelle, credeva davvero che l’Universo fosse una scatola al cui centro stesse una terra piatta, bagnata dall’Oceano. Inoltre, sul coperchio della scatola venivano inchiodate le stelle. C’erano quattro angeli negli angoli della scatola che producevano il vento. Questo è il livello della cosmografia scientifica del Medio Evo (vedi Chron3, Capitolo 11:6.3). Il conio di monete si suppone dimenticato, l’arte dell’architettura resa inutile, e un “complessivo degrado culturale” si diffonde dappertutto. ([333], pag. 167). E così via. Ovviamente, la storia Scaligeriana del Medio Evo menziona alcune conquiste del periodo, ma sempre con giustificazioni del tipo: “Persino questi improvvisi lampi del lavoro intellettuale erano episodi singoli e casuali” ([333], pag. 169). Siamo stati convinti che l’ “antico” Latino dalla sua brillantezza si sia degradato in una maniera strana e si sia trasformato in un goffo e squallido gergo, che cerca di riconquistare splendore solo nel Rinascimento – in un breve periodo di tempo, per guadagnare nuovamente fama in tutto il mondo come il linguaggio della scienza ([333]). Senza dubbio, si ha ragione di dipingere un quadro così brillante se ci affidiamo alla cronologia Scaligeriana. Ma noi vogliamo dare un’altra spiegazione a questo ipotetico “alluvione di barbarie” che si presume abbia investito l’Europa, l’Asia e l’Africa nei primi anni del Medio Evo. Siamo dell’opinione che quello che vediamo non sia stato un degrado della “grande tradizione del passato” ma, piuttosto, la nascita di una civilizzazione e la graduale creazione di valori culturali e storici, spostati nel lontano passato per errori cronologici che hanno gettato una luce spettrale sull’ “Età Classica” lasciando molti periodi medievali vuoti. La versione contemporanea della storia Romana medievale contiene una moltitudine di fatti controversi e ovvi paralleli con l’ “Età Classica” che, se indagati approfonditamente, possono essere ben spiegati col concetto distorto del ruolo storico giocato dal Medio Evo. Gettiamo uno sguardo rapido alla storia di Roma. Perché Roma in particolare? La ragione è che la storia Scaligeriana considera la cronologia Romana di importanza fondamentale (vedi Chron1, Capitolo 1). Cominceremo con un dettaglio intrigante. Le famose Cronache di Orosio ci informano del fatto che “Enea partì da Troia e arrivò a Roma” (!). Inoltre, l’ “antico” Orosio ci dice che questo gli era stato insegnato a scuola. Spieghiamo. Un simile itinerario di Enea, che prese parte alla guerra di Troia, rende la storia Scaligeriana di 400-500 anni più corta (vedi anche Chron1, Capitolo 1). La storia frammentaria dell’ “antica” Grecia ha avuto un certo impatto nella formazione della cronologia Romana a quei tempi. Lo storico N. Radzig segnala che “le imprese eroiche di Enea in Italia e il destino dei suoi discendenti includevano la preistoria Romana di Roma… Inizialmente questa preistoria non era molto lunga: chiamava Romolo nipote di Enea [questa è l’origine della discrepanza di 500 anni con la storia Scaligeriana, come ricordato in Chron1, Capitolo 1 – A. F.]; comunque, più tardi, quando gli annalisti Romani presero dimestichezza con la cronologia Greca, inventarono una intera sequenza di sovrani Albanesi… Clan di patrizi orgogliosi presero l’abitudine di tracciare i loro antenati indietro fino ai compagni di Enea, e direttamente al clan di Iulo, il figlio di Enea, il cui nome venne alterato per qualche arbitraria ragione.” ([719], pag. N. Radzig è francamente perplesso da un simile “comportamento ignorante da parte dei cronisti Romani”. Comunque, più avanti dimostreremo i paralleli sorprendenti tra gli eventi come anche le statistiche che identificano l’ antica Guerra di Troia del presunto XIII secolo A.C. come la guerra Gotica del presunto VI secolo D.C. che si combatté in Italia e nella Nuova Roma e anche la guerra Italiana del presunto XIII secolo D.C. Gli annalisti Romani erano perciò nel giusto nell' ’’affermare che la Guerra di Troia segna il vero inizio della storia medievale Romana nel XIII secolo D.C. Daremo un breve resoconto della storia medievale di Roma che è basata, in particolare, sul lavoro fondamentale in sei volumi dello storico Tedesco F. Gregorovius ([196]). Il significato di questo lavoro è spiegato dal fatto che contiene realmente una grande quantità di documenti medievali compilati meticolosamente da Gregorovius, insieme ai suoi scrupolosi e accurati commenti sulla materia. Gregorovius scrive che “fin dal declino dello stato Gotico [che si presume sia avvenuto nel VI secolo DC. – A. F.], l’antico dominio Gotico si dissolse completamente. Leggi, monumenti, e perfino le memorie furono completamente dimenticate” ([196], Volume 2, pagg. 3-4). L’assoluto oblio cronologico di cronache secolari della storia medievale Romana – La Storia di Tito Livio, per esempio, che fu dichiarata “storia antica” – rese Roma una città estremamente ecclesiastica dal punto di vista della moderna cronologia Scaligeriana. F. Gregorovius scrive che “Roma si è miracolosamente trasformata in un monastero”. Questa misteriosa trasformazione dell’ “antica Roma secolare” (ricordiamo al lettore le legioni di ferro e gli inflessibili eroi dei tempi andati) nella “Roma medievale ecclesiastica” è stata dichiarata “una delle più grandi e sorprendenti metamorfosi nella storia dell’umanità.” ([196], Volume 2, pagg. 3-6). È significativo che quasi tutte le istituzioni civili e politiche che compongono “la quintessenza dell'antica Roma” secondo la storia Scaligeriana erano intatte all’ “alba della Roma medievale”. Riferimenti medievali alla città di Roma sono estremamente scarsi nella cronologia Scaligeriana. Gregorovius ci dice che “gli eventi degli anni a seguire ci rimangono sconosciuti, poiché le cronache del periodo sono monosillabiche e appannate come l’epoca stessa e riportano solo disastri e sofferenze” ([196], Volume 2, pag. 21) – tutto ciò ci arriva dall’autore di un trattato storico fondamentale ([196]). Viene affermato quanto segue della metà del presunto IX secolo A.D.: “gli storici che si specializzavano nella storia Romana dovevano fare i conti con gli annali dei cronologisti Franchi per quanto concerneva questo periodo, poco informativi, come le biografie Papali che contengono solo indicazioni di quali costruzioni erano state erette e quali donazioni erano state fatte. Non c’è speranza per uno storico di presentare un immagine della vita civile della città durante quel periodo”. ([196], Volume 3, pag. 58) Più avanti, apprendiamo che: “una gran quantità di atti ecclesiastici e i registri degli eventi erano tenuti nell’archivio Papale… La perdita di questi tesori [o il loro arbitrario trasferimento nell’’ “antichità” – A. F.], che si estinguono senza lasciare traccia nel XII o nel XIII secolo, lasciano paurosi spazi vuoti nella nostra conoscenza dell’epoca). ” ([196], Volume 3, pag. 121) Tutto questo sembra significare che la maggior parte dei documenti sopravvissuti che si riferiscono alla storia della Roma medievale in Italia dati dal XI secolo o addirittura più tardi. F. Gregorovius scrive che “se tutti questi registri di eventi fossero in nostro possesso… non vi è dubbio che la storia di Roma tra l’ VIII e il X secolo [trecento anni, nientemeno – A. F.] verrebbero istantaneamente illuminati d una differente e molto più potente luce” ([196], Volume 3, pag. 131, commento 30). Scrive più avanti: “Non si può trovare un singolo scrivano che abbia cercato di immortalare la drammatica storia della città. Germania, Francia, e perfino il Sud d’Italia… ci hanno fornito molte grandi cronache; comunque, i monaci Romani devono essere stati del tutto indifferenti al destino della loro città perché gli eventi di quell’epoca rimangono assolutamente nebulosi”. ([196], Volume 3, pagg. 125-126) Si immagina che “allo stesso tempo, il papato continuasse con impeto a compilare le sue antiche cronache” ([196], Volume 3, pagg. 125-126). Comunque, questa è solo un ipotesi della storia Scaligeriana. Questa cronaca Papale – o, piuttosto, la tarda versione che ci viene offerta oggi – non è per nulla continua. Mostra enormi spazi vuoti. “La biografia di Nicola I (che si suppone vissuto nel IX secolo D.C. – A. F) segna il punto in cui i libri Papali smettono di essere conservati, e avremo molte opportunità di dispiacerci per la mancanza di queste fonti nella rappresentazione della storia della città” ([196], Volume 3, pag. 127)
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IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko
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1.2. Paralleli tra ”antichità” e Medio Evo noti agli storici ma interpretati in modo scorretto.
I frammenti sopravvissuti delle cronache Romane medievali ci dicono cose che testimoniano chiaramente la natura “Classica” di certi eventi nella loro interpretazione moderna. In simili casi gli storici uniscono le loro voci ed iniziano a decantare la riscoperta di antiche memorie, reminiscenze Classiche, imitazioni dell’antichità, etc. F. Gregorovius, per citarne uno, dice che “alcuni Romani che incontriamo nel X secolo hanno nomi che suonano molto strani. Attirano la nostra attenzione e suscitano nella nostra immaginazione antiche realtà” ([196], Volume 3, pag. 316) . Per dirla in modo diverso e in maniera più semplice, si scopre che i Romani medievali portavano nomi considerati oggi “antichi”. Questo rende l’ “Età Classica” semplicemente un altro riflesso del Medio Evo.
La storia Scaligeriana spesso ha trattato l’esistenza del Senato e del Consolato nella Roma medievale. Da una parte, queste famose istituzioni politiche si pensa siano esistite esclusivamente nell’ “antica” Roma, che si presume sia stata distrutta nel presunto V-VI secolo D.C. con il declino del Terzo Impero Romano d’Occidente; dall’altra, alcune cronache medievali che hanno raggiunto i nostri giorni fanno talvolta riferimento all’esistenza di senato, senatori, consoli, tribuni e pretori nella Roma medievale. Questi titoli, gradi e uffici sono chiaramente “antichi”. C’è persino uno “scisma” di qualche tipo nei ranghi degli Scaligeriani, poiché una parte si considera che queste “antiche” istituzioni esistessero anche nel Medio Evo. Altri – la maggioranza a cui aderiva anche F. Gregorovius, era certa che i Romani medievali utilizzassero questi “antichi” termini per semplice forza dell’abitudine, senza attribuirgli alcun “significato originale”, e solo per tenerli come un “ricordo piacevole” della grandezza dell’ “ antica Roma”. F. Gregorovius riflette su questo, dicendoci che “Loro [i Romani medievali – A. F.] si rivolgono alle antiche tombe per aiuto, a coloroi che erano divenuti leggende, e invocano gli spiriti dei consoli, tribuni e senatori che continuano a infestare la città eterna attraverso il Medio Evo come fossero veri [sic! – A. F.]” ([196], Volume 3, pag. 349. Ancora: “Il rango di console viene menzionato di frequente nei documenti del X secolo” ([196], Volume 3, pag. 409, commento 20). Nel presunto X secolo “l’Imperatore [Ottone – A. F.] cercò di far rivivere i costumi Romani dimenticati da tanto tempo” ([196], Volume 3, pag. 388). In particolare, Ottone III “portava titoli concepiti a imitazione dei titoli portati dagli antichi trionfatori Romani” ([196], Volume 3, pagg. 395-396). Gregorovius dice quanto segue sulla descrizione della Roma medievale contenuta in un ben noto trattato medievale intitolato Graphia: “In Graphia il futuro e il passato sono mescolati” ([196], Volume 3, pag. 458, commento 7).
Più sotto troviamo che “questo è esattamente quelle che vediamo in Ottone III, che appassionatamente introduceva i resti sopravvissuti dell’Impero Romano, come i ranghi, gli indumenti e le idee dell’età imperiale nel suo stato medievale dove tutto ciò deve essere sembrato [dal punto di vista degli storici moderni – A. F.] come un rattoppo... il desiderio di sterilizzare l’epoca barbarica con simili reminiscenze era un fenomeno diffuso [sic! – A. F.]... Il mantenimento del prezioso libro Papale, interrotto con la biografia di Stefano V, fu riesumato nella Roma del X secolo [secondo noi era stato molto probabilmente iniziato e non ripreso, e questo evento accadde parecchio tempo dopo il X secolo – A. F.] – come brevi tabelle a cui ci si riferiva come a “cataloghi”... I cataloghi contengono solo i nomi dei papi, informazioni sulle loro origini, tempo di regno, e occasionali elenchi di eventi individuali. Niente fornisce una prova migliore della barbarie della Roma nel X secolo del famoso Liber Pontificalis ripreso nella sua forma primaria ed estremamente imperfetta”. ([196], Volume 3, pagg. 458, 427, 431)
Le cronache medievali contengono un gran numero di fatti che contraddicono la cronologia Scaligeriana e provano l’esistenza dei tre slittamenti della carta cronologica da noi scoperta. Inoltre, Ferdinand Gregorovius, in possesso di una grande e dettagliata conoscenza sia della storia “antica” che medievale dell’Europa (dopo tutto viene considerato uno dei più grandi specialisti della storia Scaligeriana dell’Europa), continua a elencare paralleli tra gli eventi “antichi e quelli medievali, alcuni dei quali sono così ovvi da sembrargli estremamente bizzarri. Gregorovius li segnala ad ogni passaggio, probabilmente avvertendo vaghi dubbi nel tentativo di dargli una spiegazione. Comunque, tali “spiegazioni” il più delle volte prendono la forma di nebulose elucubrazioni sulla profondità della “legge dei ricorsi storici”. I lettori non dovrebbero sorprendersi e, soprattutto, gli si chiede di non prestare attenzione alla cosa.
É comunque molto significativo che praticamente tutti questi paralleli scoperti da F. Gregorovius corrispondano perfettamente al nostro schema dei tre slittamenti cronologici di 330, 1050, e 1800 anni, rispettivamente. In altre parole, lo storico Gregorovius, cresciuto nella tradizione Scaligeriana, “scopre” i paralleli tra l’ “Età Classica” e il Medio Evo, esattamente dove si suppone che siano secondo il quadro generale dei duplicati cronologici descritti in Chron1, Capitolo 6. Citeremo più avanti alcuni di questi “parallelismi Gregoroviani”.
Così impariamo che “Noé [il patriarca Biblico! – A. F.] fondò una città vicino a Roma, e la chiamò col suo nome; i figli di Noé, Janus, Japhet, e Camesus costruirono una città chiamata Janiculus sulla Palatina... Janus visse vicino alla Palatina, e più tardi costruì la città di Saturnia vicino a Capitolia insieme a Nimrod [sic! – A. F.]” ([196], Volume 3, pag. 437). “Nel Medio Evo c’era persino un monumento nel foro di Nerva [a Roma – A. F.] chiamato l’Arca di Noè” ([196], Volume 3, pag. 461, commento 26).
Tutte queste presunte “assurdità” (solo all’interno del tunnel della realtà della cronologia Scaligeriana) si adattano perfettamente alla sovrapposizione che abbiamo scoperto, laddove i regni di Israele e Giudea si identificano col Sacro Romano Impero nel X-XIII secolo così come l’impero degli Asburgo (il cui nome potrebbe derivare da “Nuova Città” o “Nov_Gorod” in Russo?) del XIV-XVI secolo. Vedi altro sulla vita del Biblico Noé e sulla sua probabile identità in Chron6.
Un altro esempio di una simile “stupidaggine” (secondo Scaligero e compagnia) e che “è ben noto che i Franchi si consideravano discendenti dei Troiani” ([196], Volume 3, pag. 361, commento 28).
In generale, Gregorovius segnala che “solo questo spirito Classico che prevalse in città in tutto il Medio Evo può spiegare un gran numero di eventi storici” ([196], Volume 3, pag. 443). Sembra che le prime liste di monumenti Romani – compilate come minimo nel XII secolo D.C. come ci dicono oggi – siano “una sorprendente accozzaglia di nomi di monumenti corretti e sbagliati” ([196], Volume 3, pag. 447). Un esempio tipico di come nei fatti l’’ “antichità” potesse essere identificata col Medio Evo è il seguente: “La Chiesa di San Sergio fu consacrata a S. Bacco e a S. Sergio; il nome di questo santo suona strano in questa antica area pagana; comunque, a Roma non era un’eccezione, perché tra i santi Romani [i santi Cristiani medievali, cioè – A. F.] troviamo anche i nomi di altri antichi dei e eroi, come S. Achille, S. Quirino, S. Dioniso, S. Ippolito e S. Ermes”. ([196], Volume 3, pag. 447) Tutti questi santi Cristiani medievali – Achille, Quirino, Ermes e altri – furono più tardi arbitrariamente esiliati in un tempo immemorabile, dove furono trasformati nei presunti “antichi” dei e semidei: Achille, Quirino, Ermes, etc.
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Dalla voce "Vasco De Gama" sulla Wikipedia inglese.Non sarai mica tra quelli che pensano che si sono inventati mille anni? :nono:
Da dove arriva il foglio?
Ma io non sono neanche sicuro che quello sia 502. A me sembra S02. Secondo Fomenko, nel corso del diciasettesimo secolo le cifre 5 e 6 vennero scambiate. Ma non sono neanche sicuro che quella S fosse un numero o che ci sia scritto "anno".
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di Anatoly Fomenko
Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”
1.3. Legislatori Romani medievali si riuniscono nel presumibilmente distrutto “antico” Campidoglio
F. Gregorovius ci racconta che la storia dei famosi monumenti dell’architettura della Roma Italiana non si può tracciare temporalmente oltre il XI-XII D.C. Citiamo un esempio: “Per un lungo periodo di tempo (dopo che l’età “Classica” si presume fosse finita), non pare si incontri il nome del Campidoglio; semplicemente scompare dagli annali della storia [evidentemente, questo è dovuto al fatto che il Campidoglio sarebbe stato costruito solo molto tempo dopo – A. F.]; a dispetto del fatto che il Graphia ci racconti che le mura del Campidoglio erano adornate con vetro e oro [questa è un’informazione successiva al X secolo – A. F.], non c’è descrizione del tempio… i fori imperiali, un tempo pieni di eleganza, sono caduti nell’oblio… [che significa che non erano ancora stati costruiti – A. F.], a parte il foro di Traiano; il foro di Augusto era completamente ingombro di rovine e vi crescevano gli alberi all’interno, tanto che la gente usava chiamarlo il giardino incantato” . ([196], Volume 3, pagg. 447-448). Evidentemente, il foro di Augusto, é anch’esso stato costruito molto più tardi e il posto era pienodi vegetazione vergine. Il caos completo regna coi nomi medievali dei monumenti della Roma Italiana – un miscuglio perfetto di nomi “antichi” e medievali. Per esempio, “il tempio di Vesta era stato un tempo considerato il tempo di Ercole il Vittorioso ed è considerato il tempio di Cibele da parte dei moderni archeologi; comunque questa divinità, ovviamente [? – A. F.] deve aver fatto posto a qualche altra divinità, che, a sua volta, verrà detronizzata dopo qualche altra rivoluzione archeologica”. ([196], Volume 3, pagg. 469-470) Tutte queste confuse re-identificazioni e il generale caos assomiglia a un inutile gioco piuttosto che a una affermazione scientifica su una base. Questo ci mostra quanto fragili siano le fondamenta delle “identificazioni archeologiche” che ci vengono offerte oggi. F. Gregorovius continua raccontando che “per oltre 500 anni quest’area era rimasta assolutamente nascosta [il Campidoglio e le sue vicinanze – A. F.]… Solo la tradizione orale ha permesso che riguadagnasse un significato storico [sic! – A. F.] e l’ha fatta ritornare il centro dell’attività politica cittadina, quando lo spirito dell’indipendenza civile si era risvegliato. Nel XI secolo il Campidoglio era già ridiventato il centro di tutte le questioni civili”. ([196], Volume 4, pag. 391) Non possiamo fare a meno di chiederci se veramente questo possa essere successo tra le rovine. Dopo tutto, la storia Scaligeriana ci assicura che il Campidoglio era stato distrutto parecchio tempo prima e che era rimasto senza alterazioni in tutti questi anni “semi-dimenticato” ([196], Volume 4). E più avanti leggiamo anche che “la sacralità dell’Impero Romano risorse nelle memorie dei Romani, in riunioni animate della nobiltà e del popolo che avvenivano sulle rovine del Campidoglio [sic! – A. F.]… Più tardi, nell’epoca di Benzo, Gregorio VII e Gelasio II, i Romani si raccoglievano nello stesso Campidoglio durante ben organizzate elezioni del prefetto, quando il consenso della popolazione era richiesto per l’elezione di Callisto II, o quando i Romani venivano chiamati alle armi. È possibile che il prefetto di città avesse anche gli alloggi nel Campidoglio [dormiva sotto le stelle? – A. F.], poiché il prefetto indicato da Enrico IV aveva vissuto lì. Inoltre, le dispute spesso avvenivano in un palazzo situato nel Campidoglio [sempre tra le rovine, o cosa? – A. F.]”. ([196], Volume 4, pag. 391). E avanti così. L’insieme di stranezze e assurdità diventa anche più grande. Comunque, l’unica ragione per la loro esistenza è la certezza degli storici moderni che tutte le cose “Classiche” siano andate in polvere diversi secoli fa. È possibile immaginare – solo ipoteticamente – che tutti questi incontri, convegni, consigli, elezioni, dibattiti discussioni creazione di documenti e loro archiviazione, pronunciamenti ufficiali di stato, la firma di carte ufficiali e così via, avvenisse tra le rovine su cui erano cresciuti canne e erbacce, e non in un edificio costruito a questo scopo e precisamente in quest’epoca – il Medio Evo? La distruzione arrivò parecchio tempo dopo – ci furono “ondate di distruzioni” a sufficienza nella Roma Italiana del XIV-XVI secolo. La tradizione Scaligera offusca la storia che viene presentata a F. Gregorovius a un tale livello che Gregorovius – uno dei più seri e “documentati” esperti della storia di Roma nel Medio Evo in generale – prosegua la sua narrazione evidentemente inconsapevole di quanto ridicolo si il quadro che lui ci offre, e a qual punto contraddica il senso comune. Scrive che “sedendo sulle colonne rovesciate di Giove o sotto la volta dell’archivio di Stato, tra statue sparse e targhe memoriali, il monaco del Campidoglio, il console predatore e il senatore ignorante nutrissero meraviglia e meditassero sulle vicende della vita” ([196], Volume 4, pagg. 391-392). Assolutamente dimenticando la comica impossibilità di simili assemblee legislative, Gregorovius prosegue raccontandoci che “i senatori con mitra nei loro mantelli di broccato arrivavano alle rovine del Campidoglio con solo una vaga idea del fatto che nei tempi andati gli statisti ratificassero le leggi qui, e gli oratori facessero i loro discorsi… nessuna beffa più atroce di quella sofferta da Roma!… tra i blocchi di marmo [e i senatori che si riunivano in mezzo a questi, possiamo aggiungere – A. F.] pascolavano greggi di capre, e così una parte del Campidoglio prese il nome di Collina delle Capre… come il foro Romano soprannominato La Corsia del Bestiame [forse senatoriale? – A. F.].” ([196], Volume 4, pagg. 393-39). Gregorovius cita una descrizione medievale del Campidoglio per provare il triste quadro Scaligeriano del declino di Roma, che è rimasto l’unica fonte originale fino al XII secolo D.C. e oltre ([196], Volume 4, pag. 394). Il fatto più sorprendente è che questo antico testo che occupa un’intera pagina di un libro moderno di grande formato non dice una singola parola di distruzioni di alcun genere, descrivendo invece il Campidoglio medievale come un centro politico funzionante della Roma medievale. La narrazione cita lussuose costruzioni, templi ecc. Non c’è un singolo riferimento ai greggi caprini che insozzassero con le loro deiezioni questo dorato splendore. Gregorovius, avendo scrupolosamente citato questo testo medievale nella sua interezza – non si può negare che fosse uno scienziato coscienzioso – non può fare a meno di fare un altro tentativo di proselitismo, nel dire al lettore che “ nella descrizione del Campidoglio dato dai Mirabilia lo vediamo come illuminato con l’ultima luce di una alba morente; non abbiamo altre informazioni su questa epoca” ([196], Volume 4, pag. 394). E anche: “persino per questi libri leggendari, ogni cosa rimane un enigma e una faccenda dei tempi andati” ([196], Volume 4, pag. 428, commento 16). È molto utile rivolgersi alle fonti originali e leggerle con mente aperta, senza pregiudizi e opinioni a priori. Troviamo parecchie cose interessanti, quelle che gli storici Scaligeriani preferiscono occultare. In riferimento alla Roma medievale del presunto X-XI secolo, Gregorovius segnala (per l’ennesima volta) che “Roma sembra essere ritornata ai tempi andati: aveva di nuovo un Senato ed era in guerra con le città Latine e Toscane, che si erano unite contro Roma ancora una volta” ([196], Volume 4, pag. 412). Nel presunto XII secolo un “revival Classico” si osserva di nuovo. Gregorovius ci racconta che “Arnoldo [da Brescia – A. F.] era stato eccessivamente veemente nell’aderire alle antiche tradizioni” ([196], Volume 4, pag. 415). Evidentemente, aveva fatto “resuscitare” lo stato dei cavalieri considerato oggi “antico” ([196], Volume 4, pag. 415). Più tardi, nel presunto XII secolo, Papa Alessandro III “resuscita il trionfo pagano degli antichi imperatori” ([196], Volume 4, pag. 503). F. Gregorovius ci informa che “il leggendario nome di Annibale riapparve come nome medievale di una famiglia di senatori, signori della guerra e cardinali per diversi secoli” ([196], Volume 5, pag. 122). Annibale è tuttavia considerato oggi un personaggio “estremamente antico”. Un altro “revival d’antichità” si presume sia accaduto nel presunto XIII Secolo: “Il popolo Romano sviluppa un nuovo spirito in questo periodo; marcia alla conquista della Toscana e del Lazio come aveva fatto nei tempi antichi, all’epoca di Camillo e Coriolano [oggi considerati “distanti antichità” – A. F.] I vessilli Romani con sopra le antiche iniziali S.P.Q.R. apparvero di nuovo sui campi di battaglia” . ([196], Volume 5, pagg. 126-127). Una lista dettagliata delle presunte “rinate” e “risorte” tradizioni, nomi e riti giudicati “antichi” può continuare per dozzine di pagine, poiché praticamente tutte le istituzioni primarie del’ ”antica” Roma sembrano “rinascere” nel Medio Evo. Noi ci limitiamo solo a un certo numero di esempi. L’interpretazione di questo sorprendente fenomeno come un “revival” e non come un inizio, ha radici esclusivamente negli errori della cronologia Scaligeriana. Oggi l’unica sorgente originale sull’archeologia e sui monumenti della Roma Medievale Italiana assomma a solo due libri compilati come minimo nel XII-XIII secolo ([196], Volume 4, pagg. 544-545). Improvvisamente scopriamo che secondo la cronologia Scaligeriana, i nomi dei monumenti Romani di questi libri medievali sono spesso considerati erronei e caotici. Cominciamo a comprendere che questo semplicemente significa che contraddicono la storia Scaligeriana. Potrebbe essere, invece, che questi libri siano corretti al contrario della versione Scaligeriana? Per esempio, questi testi si riferiscono alla Basilica di Costantino come al “Tempio di Romolo” (sic!). Questo appare assurdo a uno storico moderno; comunque, questa indicazione medievale corrisponde perfettamente con l’identificazione dell’Imperatore Costantino come Re Romolo che noi abbiamo scoperto in quanto risultato di un parallelismo dinastico (vedi figa. 6.52 in Chron1, Capitolo 6). A parte simili “bizzarre” identificazioni, le cronache medievali contraddicono la cronologia consensuale di Scaligero e Petavio ad ogni passo.
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Viene costruito un castello. Attorno al castello sorge un piccolo villaggio con le case dei vari servitori. Col progresso materiale, i villaggi antichi di legno e paglia vengono sostituiti da cittadine di pietra e il castello si ingrandisce e ne diventa il centro amministrativo. Dopo qualche secolo, il castello è caduto in rovina ed è pericolante. Le autorità decidono quindi di abbatterlo. Al suo posto resta una piazza.il foro
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Pyter ha scritto:
A me quello più a destra mi sembra un uomo con due bei baffoni.
Sei un collezionista di stampe antiche?
Prima avevo commentato sull'argomento "L'onta" , ma forse non lo hai visto. Avevi messo dei versi. Tuoi? Preferisci i poeti rinascimentali come Bembo od i poeti nostrani ottocenteschi? Quale poesia più ti piace? Parlo ovviamente di poesie in versi, dove vi è una costruzione metrica
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di Anatoly Fomenko
Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”
1.4. La vera data in cui la famosa “antica” statua di Marco Aurelio fu fabbricata.
Ricobaldo, ad esempio, ritiene che la famosa “antica” statua di Marco Aurelio sia stata forgiata e eretta per ordine di Papa Clemente III. Comunque, in questo caso l’evento accadde nel XI secolo e non durante l’ “Età Classica” ([196], Volume 4, pag. 568, commento 74). Ricordiamo al lettore che gli storici datano questa statua ai presunti anni 166-180 D.C. ([930], pag. 91). Comunque, secondo il parallelismo da noi scoperto (vedi fig. 6.45 in Chron1, Capitolo 6), l’ “antico” Marco Aurelio dei presunti anni 161-180 non è altro che un duplicato fantasma del medievale Ottone IV dei presunti anni 1198-1218 D.C. L’affermazione che Ricobaldo fa rispetto alla statua di Marco Aurelio (che sia stata eretta solo sotto Papa Clemente III) provoca in Gregorovius la seguente nota imbarazzata: “questa è una dichiarazione errata da parte di Ricobaldo…” ([196], Volume 4, pag. 568, commento 74). Qual’è l’argomentazione di Gregorovius? Davvero piuttosto buffa: “come poteva essere stato forgiato quel bronzo considerato il livello barbarico delle arti in quell’epoca a Roma?” ([196], Volume 4, pag. 573). In altre parole, i Romani medievali “non potevano produrre niente di valore.” Gli “antichi” Romani che li avevano preceduto secoli prima erano stati, al contrario, ottimi artigiani, potevano agevolmente realizzare simili capolavori in bronzo. Le stranezze cronologiche che investono questa famosa statua sono così plateali che occasionalmente vengono citate dalla stampa mainstream. Questo è ciò che i nostri contemporanei scrivono: “La storia della statua equestre è davvero curiosa. Contiene molti enigmi, e sono cresciute le leggende su di lei. Per esempio, il suo autore e la precedente localizzazione nell’antica Roma sono sconosciuti… È stata scoperta casualmente nel Medio Evo in una delle piazze Romane… La statua era stata scambiata per una rappresentazione di Costantino [?! – A. F.]” (vedi la questione sul giornale Izvestiya datato 16 Febbraio 1980). Secondo Gregorovius, questa spiegazione fu proposta dallo storico Theo (Fea), che “segnala che la statua equestre di Marco Aurelio è stata confusa con quella di Costantino, e perciò è riuscita a sopravvivere al Medio Evo. Questo errore è possibile in tempi Barbarici” – protesta Gregorovius – “ma come è possibile che la figura di Costantino possa essere stata confusa con quella di Marco Aurelio al tempo in cui fu scritta la “Notitia”?” ([196], Volume 1, pag. 49, commento 32) La storia Scaligeriana ha anche una qualche “spiegazione” del fatto che “antichi” Capolavori” siano sopravvissuti al crepuscolo del Medio Evo a dispetto della chiesa militante che presumibilmente stava distruggendo la tradizione pagana. Ci viene detto che durante il giorno i monaci ignoranti distruggevano statue pagane e “antichi” libri, per ricomporli segretamente di notte, copiando meticolosamente la “tradizione dei padri” per fargli attraversare le tenebre del medio evo per arrivare ai picchi luminosi del Rinascimento. Nel presunto XIII secolo vediamo un periodo di fioritura delle arti che presumibilmente rappresenta il saccheggio spietato delle “antiche” costruzioni e la loro trasformazione in quelle medievali. Per esempio, ci viene oggi detto che i Romani medievali usassero “antichi sarcofagi” per le loro proprie tumulazioni. Evidentemente, non ne avevano di propri, poiché non sapevano come costruirli; la conoscenza era stata persa, e c’erano pochi soldi. Secondo l’interpretazione Gregoroviana, nuovi e originali mausolei – cioè che non assomigliavano affatto alle “antiche” costruzioni (come Gegorovius le immaginava) – iniziarono a emergere verso la fine del XIII secolo, e vennero immediatamente definite “medievali”. Comunque, Gregorovius continua a manifestare sorpresa per il fatto che “non un singolo monumento di alcuna celebrità Romana della prima parte del XIII secolo sia sopravvissuta a Roma” ([196], Volume 5, pag. 510). Questo non dovrebbe sorprenderci. Secondo la nostra ricostruzione, la fondazione della Roma Italiana come capitale ebbe luogo al massimo nel XIV secolo D.C. (vedi Chron5). A proposito, il cardinale medievale Guglielmo Fieschi, morto presumibilmente nel 1256, “giace in un “antico” [sic! – A. F.] sarcofago di marmo, il cui bassorilievo rappresenta un matrimonio Romano – un simbolo peculiare per un cardinale!” ([196], Volume 5, pag. 510). La sorpresa di Gregorovius è perfettamente giustificata. Avrebbero potuto i cardinali medievali essere così poveri da essere costretti a utilizzare “antichi” sarcofagi, sbrigativamente buttando via i resti dei loro antenati? Questo è, dopo tutto, considerato sacrilegio. Il senso comune ci dice che c’è una contraddizione tra le teorie Scaligeriane che ci sono state instillate e i reali reperti dell’arte medievale che abbiamo più tardi dichiarato “antichi” (cioè “davvero molto antichi”). Il mausoleo senatoriale in Arceli è un artefatto estremamente curioso. Questo “monumento sembra associare moduli medievali e dell’antichità; un’urna di marmo con incise rappresentazioni Bacchiche… viene utilizzata come fondamenta di un sarcofago abbellito con intarsi e una sovrastruttura Gotica” ([196], Volume 5, pag. 511). La sorpresa di Gregorovius non finisce mai. Formuliamo una domanda: dove risiedevano i potenti clan dell’aristocrazia dei Guelfi e dei Ghibellini nella Roma medievale? È difficile da comprendere. Ci viene raccontato che vivessero tra le rovine delle antiche terme. Questo è precisamente quello che gli storici moderni sono costretti a pensare nei loro tentativi di coprire le stranezze della cronologia Scaligeriana. Questo è ciò che F. Gregorovius ci dice: “Potenti clan possedevano il pendio del Quirinale, e costruirono le loro fortificazioni vicino al foro dei tempi Imperiali... tra loro… i Capocci, che trovarono una sistemazione nelle terme di Traiano, come anche i Conti, laddove le vicine terme di Costantino [di nuovo bagni! – A. F.] ospitavano il quarto castello dei Colonna… le enorme rovine dei fori costruiti da Augusto, Nerva e Cesare erano stati facilmente trasformate [? – A. F.] in una fortezza, eretta dai Conti come cittadella per regnare sull’intera città”. ([196], Volume 5, pagg. 526-527) Gregorovius, sebbene obbligato a seguire la cronologia Scaligeriana, non può fare a meno di ammettere che non c’è una prova reale di questa presunta gigantesca “antica” fortezza prima dei Conti medievali – semplicemente essa non esisteva! Scrive che “non c’è prova che esistesse da secoli e che sia stata semplicemente ampliata dai Conti” ([196], Volume 5, pag. 527). Non implica, questo, semplicemente che Conti abbia probabilmente costruito il suo castello e la fortezza nel Medi Evo, e la sua “estrema antichità” sia stata dichiarata solo parecchio tempo dopo? Questo sarebbe stato responsabilità degli storici e degli archeologi del XVII-XVIII secolo quando la cronologia incominciò a far scivolare costruzioni medievali autentiche nel lontano passato.
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horselover ha scritto: prendevano in giro anche schliemann
Fomenko non ha nemmeno la triennale in archeologia, forse le sfugge questo passo. Non passano le sue opere la revisione paritaria -strano da parte di uno scienziato-, i suoi "libri" vendono una miriade di copie ed è divenuto un uomo abbastanza...colmo di denaro, mettiamola così
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horselover ha scritto: non mi interessa, io sono per il cazzeggio libero. l'importante è che mi diverta, non le chiedo che titolo di studio a lei che parla su tutti gli argomenti (laurea in tuttologia?) l' importante è non annoiare
Egregio Horselover (e lì siamo d'accordo) , non sono un tuttologo. Solamente che quando sento delle corbellerie belle e buone -come lo sparare a cazzo sulla Massoneria e sulla Kabbalah (della quale vi sono solo 36 cabalisti al mondo, uno dei quali -Arie Ben Nun (morto di recente)- era un amico di famiglia)- sulla storia e l'archeologia ; discipline scientifiche delle quali la mia famiglia si fregia da 210 anni in studi in Francia e Germania, penso sia giusto dover intervenire.
Inutile dire altro poiché chi ha un sistema fideistico rimane tale nella sua forma mentis. Un po' come dire ad un matto che si crede Rommel che in realtà Rommel non è
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