Nuova Cronologia

Di più
4 Anni 11 Mesi fa #32512 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Nuova Cronologia
Anche il napoletano può aiutare.
'ncuoppa significa in alto, in cima.
Il segno lamed, come dice la stessa wiki, rimanda a lomed, principiante.
L'omed, curiosamente, letta al contrario, è il demo, che è il principio di un lavoro ancora grezzo.
Fuocherello... ancora un passaggio e c'è il legame tra demo, il lamed e la Q.

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 11 Mesi fa #32513 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
specchio - speglio
vecchio - veglio
pericolo - periglio

scambio tra quoppa e lamed

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32524 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Torno sul discorso delle labiodentali.

La storia convenzionale racconta che nell'antichità i latini dicevano habere, caballus e seminaba, e che nel corso del medioevo le B all'interno della parola si sia evoluta in V.
Nello stesso periodo, gli anglosassoni avrebbero introdotto la lettera W, per differenziarne il suono da V.
Ma solo nel rinascimento sarebbe stata proposta la distinzione tra V e U, insieme ad altre proposte che non attecchirono.
Questi passaggi testimoniano il processo di aumento dell'uso delle labiodentali evidenziato da alcuni ricercatori.

Cosa c'era prima di questo processo al posto di V ed F?
La risposta più facile è B e P. Ma io penso che in molti casi potesse esserci la M.
Ecco perché:
fakere (facere) - to make : m al posto di f
father, frate (membro maschio della famiglia) - marito ( FTR/FRT - MRT)
fuoco - smoke, smog, magma ("mog" avrebbe potuto essere "fuoco" e s-mog "generato dal fuoco")
afrodite: sostituendo la F, diventa amrodite, simile ad "amore"
ed altri che adesso non ricordo

Se questo processo fosse avvenuto nel basso medioevo, potrebbero aver lasciato delle tracce. Subito avevo pensato a "natura morta". E' un tipo di dipinto che raffigura di solito della frutta. frutta = FRT, MRT = morta.
Oggi forse ne ho trovata un'altra: L'INCORONAZIONE MARINGHI it.wikipedia.org/wiki/Incoronazione_Maringhi
"Maringhi" sarebbe il nome del committente, Francesco Maringhi. Tuttavia, se non ci fidiamo della storia, possiamo anche dubitare di questa informazione e notare che "Maringhi" è MRNG. L'Incoronazione Maringhi è intitolata anche "Incoronazione della vergine". VRGN - MRNG

Dove ci può condurre questa pista?

"Africa" diventa "Amrica". Quindi la scoperta dell'America del 1492 potrebbe essere stata in realtà la scoperta dell'Africa, e questo potrebbe risolvere alcune incongruenze nella storia delle esplorazioni geografiche notate da Stepanenko ed altri, nelle pagine scorse ho linkato i loro blog.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa - 4 Anni 10 Mesi fa #32533 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia
Guarda che non c'è bisogno di grande fantasia per capire che tutto è inventato o che ancora non siamo in grado di comprendere fino a che punto si è spinta la falsificazione sistematica della storia. Leggi l'anonimo del deserto j 758 (pag 167-169 di Detti editi e inediti dei Padri del deserto della Cremaschi). Lì avrai la prova, cioè una profezia, su quello che vado dicendo riguardo alla Scrittura: la prima ad essere stata falsata e Pambo lo dice apertamente, lasciando così a noi il dubbio, ogni volta che l'apriamo, cosa in realtà stiamo leggendo.
Sorrido davvero, alla luce di Pambo, all'idea che gli studiosi, consacrati per di più, si siano posti il dubbio circa la non corrispondenza tra la citazione biblica dei Padri, frutto di un apprendimento mnemonico, e lo stesso versetto delle edizioni attuali, perchè a nessuno, chissà perché, è venuto il dubbio che la Bibbia, in fondo, non esiste più e infatti...
Ti preannuncio, figlio mio, che verrà un tempo in cui i cristiani corromperanno i libri dei santi apostoli e dei divini profeti, in cui gratteranno dalle pergamene le Sante Scritture per scrivere tropari e discorsi in stile ellenizzante; il loro spirito andrà in visibilio per questi ultimi e proverà disgusto per le prime. Per questo i nostri padri ci hanno detto che gli abitanti di questo deserto non dovevano scrivere le Vite dei padri su pergamene, ma su papiri, perché la prossima generazione si appresta a grattare le Vite dei padri per scrivere altro, secondo il loro capriccio.
Ultima Modifica 4 Anni 10 Mesi fa da gio65.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa - 4 Anni 10 Mesi fa #32549 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Nella puntata di Contro.tv di ieri sera, 7 novembre, Massimo Mazzucco gira a Giulietto Chiesa una domanda su Fomenko al minuto 24. Giulietto Chiesa dice che l'ha sfogliato e che trova che l'idea che la storia sia stata prevista mille anni fa è un'idea peregrina. Mazzucco conferma che la storia ha mille rivoli e che non si può prevedere e così anche Fomenko è archiviato rapidamente per passare a qualcosa di più serio.
Attivissimo sarà per una volta d'accordo con Chiesa e Mazzucco.
Forse più che sfogliare i libri si tratterebbe di leggerli.
Ultima Modifica 4 Anni 10 Mesi fa da Italo. Motivo: Prevista al posto di decisa

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32557 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Da “History: Fiction or Science?” pagg 526-529
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n549/mode/2up

SORPRENDENTI SCENE BIBLICHE RUSSE IN AFFRESCHI DEL XVI SECOLO MIRACOLOSAMENTE SOPRAVVISSUTE NELLA CHIESA POKROVSKAYA DELL’ALEXANDROVSKAYA SLOBODA

Considereremo ora la sorprendente opera d’arte della Chiesa Pokrovskaya. La cupola nelle sue moderne condizioni può essere vista in figg. 14.150, 14.151 e 14.152. In fig. 14.164 si vede la ricostruzione fatta dagli storici moderni della cupola com’era nel XVI secolo. Ci riferiremo alla pubblicazione scientifica che contiene l’articolo dal titolo “Il programma dell’opera d’arte della Chiesa Pokrovskaya nell’Alexandrovskaya Sloboda” di V. D. Sarabyanov, come anche a “Lo Stile dell’Opera d’Arte della Chiesa Pokrovskaya (Inizialmente Troitskaya) dell’Alexandrovskaya Sloboda” di V. M. Sorokatiy ( [ 12] ) nella nostra analisi dell’opera.

Secondo V. D. Sarabyanov, “l’opera sulla cupola della Chiesa Pokrovskaya (inizialmente Troitskaya) dell'Alexandrovksaya Sloboda, che data all’epoca di Ivan il Terribile, è del massimo interesse per noi – non solo perché data al periodo che ci ha lasciato ben pochi preziosi lavori di arte monumentale ma anche per l’unicità del programma iconografico” ( [ 12], pag. 39). Inoltre scopriamo che “è l’unico esempio di una chiesa Russa del XVI secolo con un opera a tema” ([11], pag. 21). Segnaliamo come questa davvero sorprendente opera d’arte sia sopravvissuta per puro caso, invisibile sotto strati successivi. Per questo motivo è stata così fortunata da sfuggire agli editori storici Romanoviani del XVII-XVIII secolo. Se fosse stata scoperta allora sarebbe stata o distrutta o falsificata – lo abbiamo visto succedere diverse volte. L’opera fu scoperta solo nel XX secolo - nel 1925 (vedi [12], pag. 55). Le sue condizioni sono piuttosto precarie. Gli storici moderni sottolineano “le cattive condizioni dell’opera, come anche il fatto che le pareti sono a grande distanza da chi guarda... Comunque bisogna sottolineare la grande rarità dell’opera e del ruolo che gioca nella stima corretta dell’arte del XVI secolo” ([12], pag. 54).

Gli storici datano quest’opera intorno al 1570 circa ([12], pag. 55). L’opera si deteriora piuttosto rapidamente.

V. M. Sorokatiy segnala che “per fortuna abbiamo un’unica fonte a nostra disposizione, una che riflette la condizione originale dell’opera appena scoperta – incompleta e con numerosi difetti ma in molto maggior dettaglio di quello che possiamo vedere oggi. Mi riferisco alle fotografie del 1926, senza le quali alcuna completa valutazione sarebbe possibile” (ibid).

Non si può fare a meno di farsi domande sull’insensata maniera in cui gli storici istruiti trattano quest’opera del XVI secolo che miracolosamente ha raggiunto i nostri giorni. Secondo V. D. Sarabyanov, “l’opera della Chiesa Pokrovskay scoperta all’inizio degli anni ‘20 , sfortunatamente non è stata preservata nella maniera migliore; il deterioramento sostanziale dei livelli di intonaco e pittura negli anni passati dalla scoperta rendono la ricostruzione dei dettagli e l’identificazione dei santi estremamente difficile – quasi impossibile” ([12], pag. 41).

Non siamo riusciti a studiare gli affreschi nel luglio 1998, poiché la chiesa resta chiusa ai visitatori del museo.

In fig. 14.165 si vedono le condizioni attuali dell’opera. Frammenti di affresco sono riprodotti in figg. 14.166 e 14.167. L’idea generale dell’opera è la seguente. Il dio Sabaoth è al centro, circondato dagli arcangeli seguiti dagli evangelisti e personaggi Biblici insieme a principi Russi. Per esempio “a destra di S. Vladimir vediamo la legenda ‘Vladimir il Grande’ vediamo anche le parole ‘Gleb il Principe Giusto’ vicino a S. Gleb” ([12], pag. 53).

È importante che l’opera non sia una mera ed eclettica collezione di personaggi ma piuttosto un resoconto del cosiddetto “Albero di Gesù” ovvero l’albero genealogico di Gesù Cristo. Sarabyanov segnala che la decorazione in questione “è un’interpretazione del motivo simbolico e decorativo dell’albero molto comune nell’arte medievale. Nell’arte Bizantina del XIII-XIV secolo questo motivo era fondamentalmente usato nelle composizioni intitolate “L’Albero di Gesù” , che serviva a rappresentare e glorificare la genealogia di Gesù Cristo….l Questa composizione trionfale… era servita come base per collocare un tema locale conosciuto ‘La Vite di Nemanich’, che deificava la dinastia reale Serba e proclamava le origini divine del potere reale… Questa iconografia fu introdotta nell’opera dell’altare laterale Pokhvalskiy della Cattedrale Ouspenskiy nel Kremlino di Mosca, del 1482 [la data è evidentemente sbagliata - Aut.] e divenne largamente popolare nella seconda metà del XVI secolo. Il vero ‘Albero di Gesù’ era tra le composizioni incluse nella decorazione della Cattedrale Blagoveshchenskiy nel 1405 [anche questa data risulta sbagliata - Aut.] da Teofano il Greco ed è ripetuta nel lavoro del 1547-1551, occupando tutte le cupole e una parte sostanziale delle pareti della galleria. . . Nel contesto dell’intero lavoro che riguarda apertamente la glorificazione della dinastia regnante Russa, l’ ‘Albero di Gesù’ è senza dubbio sullo stesso tema, servendo a veicolare lo stesso concetto del potere reale come di origini divine ma in modo più sottile de ‘La Vite di Nemanich’ e riferendosi al primo Zar Russo che venne incoronato poco dopo la creazione di quest’opera.” ([12], pag. 46).

Perciò l’opera della Chiesa Pokrovskaya dipinge diverse generazioni di personaggi Biblici e Zar Russi come un’ininterrotta sequenza – un albero genealogico. Al centro della composizione vediamo il dio Sabaoth e non Gesù Cristo ([12], pag. 52). Per i personaggi Biblici – vediamo Adamo ed Eva, un personaggio che si potrebbe identificare come Cyph, il terzo figlio di Abramo, Abele, Noè “che si può identificare inequivocabilmente dall’arca che tiene nelle mani” ([12], pag. 42). Vicino ci sono Abramo, Isacco, Giacobbe e i “dodici figli ovvero i dodici patriarchi delle tribù di Israele. Sono tutti vestiti con abiti principeschi con lussuosi scialli decorati, decorazioni nelle maniche e sui bordi” ([12], pagg. 42-43). Lì “Albero” include anche dodici profeti Biblici, probabilmente Aronne, Isaia, Daniele, Samuele e Zaccaria come anche il Re Davide e il Re Salomone. Alcune delle figure non possono essere identificate facilmente con nessun personaggio famoso ([12], pagg. 42-43).

Infine, “il sesto cerchio dell’opera . . . dipinge i santi del Nuovo Testamento, principalmente martiri e principi Russi” ([12], pag. 43). In particolare vediamo S. Jacob Perskiy, S. Mina, il principe Russo Vladimir, Boris e Gleb, e così via. Gli artisti del XVI secolo dipinsero i personaggi Biblici e i principi Russi come contemporanei, o rappresentativi della stessa epoca. Gli storici scrivono quanto segue sul Principe Vladimir, per esempio: “La sua figura si trova al di sopra… della linea principale della gerarchia che corrisponde evidentemente ai ritratti dei patriarchi del Vecchio Testamento - Cyph e Davide il Profeta... La concezione del Regno Moscovita come la nazione scelta e benedetta su cui vigila il Signore stesso, è illustrata in una maniera evidente – la grazia divina che scende dai cieli e viene distribuita equamente… tra lo Zar patriarca, Davide… e il Principe Vladimir che vediamo nello stesso ramo… il Principe Vladimir è paragonato ai re santi del Vecchio Testamento mentre vengono omesse intere generazioni di re cristiani” ([12], pag. 49).

Gli storici moderni ci dicono che la cronologia globale rappresentata nell’opera sulla cupola della Chiesa Pokrovskaya è molto strana secondo la versione Scaligeriana Personaggi separati fra loro da centinaia di anni e persino millenni nella cornice della storia Scaligeriana venivano dipinti dagli artisti del XVI secolo o come contemporanei o comunque rappresentativi della stessa epoca. Analogamente, la cronologia riflessa nell’opera è in perfetta corrispondenza con la nostra ricostruzione secondo la quale i personaggi Biblici e i principi Moscoviti del XIV-XVI secolo non sono semplicemente contemporanei ma anche spesso come alias diversi di una stessa personalità storica. In altre parole, le cronache Russe li descrivono come principi Moscoviti laddove la Bibbia ne parla come di Mosè, Nabucodonosor, il Re d’Assiria e così via.

La Cattedrale Blagoveshchenskiy del Kremlino Moscovita ci si presenta con un’immagine altrettanto sorprendente. Anche qui abbiamo l’ “Albero genealogico di Gesù’ dipinto sulle cupole delle gallerie” ([107], pag. 147). Gli storici fanno il commento perfettamente giustificato che l’analisi degli affreschi della Chiesa Pokrovskaya verrà aiutato dalla “comparazione dell’opera in questione con le più importanti opere d’arte Moscovite del XVI secolo, cioè, i murali della Cattedrale Blagoveshchenskiy del Kremlino Moscovita” ([12], pag. 60).

Il disegno di una copia dei famosi murali della Cattedrale Blagoveshchenskiy fatto ai primi del XX secolo è riprodotto in fig. 14.168. Qui vediamo anche i Principi Russi vicino ai personaggi Biblici del Vecchio Testamento. Inoltre sono dipinti nella stessa sequenza cronologica come “Virgilio, il poeta Romano che indossa un cappello a falda, Anassagora, il filosofo Greco e Omero, il famoso poeta ceco... È piuttosto insolito che si possano vedere diversi Principi Russi vicino ai caratteri suddetti - Daniil Aleksandrovich, Dmitriy Donskoi e Vassily I. Questo sembra essere l’albero genealogico dei sovrani Moscoviti intrecciati nell’albero di Cristo… Il tema dinastico è rappresentato nel contesto della storia mondiale” ([107], pagg. 148-149).

Oggi una simile opera medievale è vista come puramente simbolica. Gli storici cercano di convincerci che gli artisti medievali confondevano le epoche ed erano ignoranti della cronologia. È più che naturale che gli storici moderni, cresciuti nella cronologia sbagliata di Scaligero e Petavio riterranno assurda l’attribuzione di Virgilio, Anassagora, Omero, Dmitriy Donskoi e gli altri Grandi Principi della Russia alla stessa epoca storica. Comunque, la nostra ricostruzione fornisce una eccellente spiegazione alla cronologia medievale, che palesemente dimostrata nell'opera della Cattedrale Blagoveshchenskiy poiché, secondo i risultati della nostra ricerca, tutti questi “antichi” personaggi sono davvero vissuti nell’epoca del XIII-XVI secolo. Gli artisti medievali che dipinsero gli affreschi della Chiesa Pokrovskaya nell’Alexandrovskaya Sloboda erano ben consapevoli di questo fatto, come gli autori del più recente affresco della Cattedrale Blagoveshchenskiy del Kremlino Moscovita.

Inoltre, gli affreschi sopravvissuti del XVI secolo disegnano un’immagine del mondo medievale che è completamente in contrasto con quella riflessa nei manuali di storia moderni. Gli affreschi del XVI secolo riflettono la posizione suprema del Grande Impero "Mongolo" nel mondo medievale.

V. D. Sarabyanov riferendosi agli affreschi della Chiesa Pokrovskaya scrive così: “L’idea teocratica che lo Zar Moscoviti fossero scelti da Dio viene è presentata come qualcosa che non richiede nessun tipo di prova – un assioma ideologico accettato da tutti come la verità… È perfettamente ovvio che l’opera sia pensata in primo luogo con l'idea che i sovrano Russi e la Russia stessa siano stati scelti dal Signore; nel contesto del processo storico globale, il paese era visto come l’ultimo stato veramente Cristiano… Quello che vediamo nell’opera è il famoso complesso di idee che divenne la teoria di “Mosca come Terza Roma” e la dottrina ufficiale” ([12], pag. 49).

Siamo dell’opinione che questa dottrina divenne una “teoria“ solo nei lavori degli storici Scaligeriani e Romanoviani, a cominciare dal XVII-XVIII secolo. Nel XIV-XVI secolo era stata la realtà – non una teoria. Il Grande Impero "Mongolo", anche conosciuto come Assiria, o Russia, coprì enormi territori – dall’America alla Cina attraverso l’Europa, sotto il potere dello Zar o Khan Assiro (Russo), qv in Chron6.

La Bibbia descrive il suo potere in modo piuttosto magniloquente: «Punirà il frutto orgoglioso del cuore del re d'Assiria e ciò di cui si gloria l'alterigia dei suoi occhi. Poiché ha detto: «Con la forza della mia mano ho agito e con la mia sapienza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli e ho saccheggiato i loro tesori, ho abbattuto come un eroe coloro che sedevano sul trono. La mia mano ha scovato, come in un nido, la ricchezza dei popoli. Come si raccolgono le uova abbandonate, così ho raccolto tutta la terra. Non vi fu battito d'ala, e neppure becco aperto o pigolìo».” (Isaiah 10:13-14).

Perciò, gli autori degli affreschi nell’Alexandrovskaya Sloboda e nel Kremlino Moscovita erano perfettamente nel giusto nel sottolineare il ruolo di Mosca e il posto nella storia del mondo del XIV-XVI secolo come quello della Terza Roma.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32560 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Su Chronologia.org, forum e sito, stanno affrontando il tema delle strane iscrizioni visibili su molte opere rinascimentali, ne ho parlato sul forum "la storia nascosta".
I seguenti utenti hanno detto grazie : Italo

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32567 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32589 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
:laugh: :laugh: :laugh:

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32595 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
La prima cronologia del mondo conosciuta è il Chronicon di Eusebio di Cesarea, che inizialmente avrebbe riportato gli eventi storici fino all’anno 303 d.C. . San Girolamo avrebbe ampliato la cronaca aggiungendo gli anni fino al 378; in seguito Prospero di Acquitania la avrebbe allungata fino al 448. Mille anni dopo, sarebbe stata aggiornata da Matthaeus Palmerius di Firenze fino al 1448 e poi da Mattia Palmerio di Pisa fino al 1481.

Già a prima vista si capisce dove voglio andare a parare:

1448 – 448
Matthaeus Palmerius – Matteo Palmieri

Ma poi: il lavoro di Eusebio di CESAREA venne continuato da Prospero di Aquitania. Giuseppe Scaligero era originario dell’Aquitania (Agen) e suo padre era Giulio CESARE Scaligero.
Su Scaliger.ru, Vyacheslav Lopatin riporta l’immagine da un catalogo di libri pubblicato a Parigi nel 1824: i due Palmierius autori della cronaca vengono chiamati uno Matthias e l’altro PROSPER, come Prospero di Aquitania.



Quindi potrebbe essere che Giuseppe Scaligero, Prospero D'Aquitania e Mattia Palmerio di Pisa fossero la stessa persona, figlia di un altro personaggio noto come Giulio Cesare Scaligero, Eusebio di Cesarea e Matteo Palmieri di Firenze.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32622 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Giulio Cesare Scaligero sosteneva di essere imparentato con la dinastia dei signori di Verona. Questa casata è famosa per aver avuto a che fare con Dante Alighieri: Bartolomeo I Della Scala lo ospitò durante l'esilio e Cangrande I ricevette da lui diverse lodi, anche nella Divina Commedia. Dante Alighieri è passato alla storia come "il padre della lingua italiana" e "il sommo poeta". Confrontate il cognome "alighieri" con "sc-aligero". Alcuni esponenti scaligeri avevano nomi come Cangrande, Cansignorio e Mastino e una leggenda narrava che si chiamassero così per via di una parentela con i Kahn avari, e questo nello stesso periodo storico in cui Marco Polo avrebbe servito alla corte del Gran Cane.

Sembra di capire che questa famiglia di Grandi Kahn sia implicata nella creazione sia della cronologia, sia la lingua italiana.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa - 4 Anni 10 Mesi fa #32645 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Fantastico Scaligero/Alighieri/Gran Khan della Scala. Scacco matto direi :wink:
Insomma potrebbero essere i Khan ribelli che si sono sganciati negando le proprie origini proprio come farebbe un figlio con l'odiato padre.

Da “History: Fiction or Science?” pagg 568-572
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n589/mode/2up

1. LE PIÙ ANTICHE CRONACHE INGLESI
1.1. La CRONACA ANGLO-SASSONE
Crediamo che i lettori siano più o meno a conoscenza della versione Scaligeriana della storia Romana e Bizantina – almeno entro i confini medi del corso universitario. D'altra parte, siamo consapevoli del fatto che la versione Scaligeriana dell “antica” storia Inglese non sia così ben conosciuta ad alcuni dei lettori. Perciò, nel presente paragrafo forniremo una breve descrizione strutturale del manuale di testo Scaligeriano sull’ “antica” storia dell'Inghilterra.

Potremmo naturalmente riferirci a qualche libro di testo del XX secolo; comunque, tutti questi sono testi di natura secondaria, cioè, resoconti di precedenti libri di storia Inglese – spesso di qualità scarsa. Perciò siamo maggiormente interessati ai documenti medievali del XVI-XVII secolo, sui quali sono basati questi libri di testo. Queste cronache sono cronologicamente più vicine al periodo in cui la versione Scaligeriana della cronologia globale fu creata e solidificata - il XVI-XVII secolo. Questo le rende molto più preziose per quanto riguarda la storia reale riferita, nonostante il fatto che questi testi siano stati pesantemente ritoccati dagli storici Scaligeriani.

Le principali cronache che abbiamo scelto come base per la nostra analisi sono le seguenti: la famosa Cronaca Anglo-Sassone ([1442] ), come anche la Storia dei Britanni di Nennius ([577]) e il libro con lo stesso titolo scritto da Galfridus Monmutensis ([155] ). In fig. 15.1 riproduciamo una fotografia di una pagina dal manoscritto del libro di Nennius’. Crediamo che questo manoscritto dati al XVII secolo d.c. al massimo.

Il lavoro sopra menzionato serve di fatto come fondazione che supporta l’intera concezione moderna della storia Inglese “antica” e medievale. Ripetiamo che questa concezione dipende strettamente dalla cronologia Scaligeriana. Una cronologia alterata altererà radicalmente la nostra percezione delle cronache.

Infine, abbiamo anche utilizzato le famose Tabelle Cronologiche di J. Blair ([76]), compilate nel tardo XVIII – primi del XIX secolo, e che comprendono tutte le principali epoche storiche come venivano percepite dai cronisti Europei alla fine del VIII secolo.

Si presume che la cosiddetta leggendaria storia d’Inghilterra cominci con la Guerra Troiana, o il presunto XII-XIII secolo a.c. Comunque, il millennio che si presume sia intercorso tra la Guerra di Troia e l’epoca di Giulio Cesare, o il supposto I secolo d.c., viene normalmente conosciuto come “epoca buia”. Nella versione cronologica di Scaligero e Petavio, creata nel XVI-XVII secolo e viene utilizzata come base per ogni libro di testo moderno sulla storia “antica” e medievale, la storia documentata dell’Inghilterra incomincia con l’anno 60 a.c., che si presume sia l’anno in cui le Isole Britanniche furono conquistate da Giulio Cesare. Gli storici stessi riconoscono il fatto che la prima prova scritta data circa al 1 d.c., o il regno di Ottaviano Augusto. La cronaca Anglo-Sassone inizia nello stesso anno – il presunto primo anno della nuova era ([1442], pag. 4).

Infatti la Cronaca Anglo-Sassone è una collazione di diversi manoscritti separati, cioè:

Manoscritto A – La Cronaca Parker, che copre l’epoca tra il presunto 60 a.c. e il 1070 d.c.

Manoscritto B - La Cronaca di Abigdon I, che copre l’epoca dei presunti anni 1-977 d.c.

Manoscritto C - La Cronaca di Abigdon II, che copre l’epoca dei presunti anni 60 a.c. e 1066 d.c.

Manoscritto D – La Cronaca Worcester, che copre l’epoca dei presunti anni 1-1079 d.c. È seguita da un addendum che si presume datare al XII secolo; copre i presunti anni 1080-1130 d.c.

Manoscritto E – La Cronaca Laud (Peterborough), che copre i presunti anni 1-1153 d.c.

Manoscritto F – L’Epitome Bilingue di Canterbury, che copre i presunti anni 1-1058 d.c.

Gli storici credono che tutte queste cronache siano duplicati di un singolo originale. In altre parole, si presume che esse coprano la stessa sequenza di eventi, differendo solo per la quantità di dettagli contenuta. Questo è il motivo per cui venivano sistemate parallelamente l’una alle altre in [1442], il che è molto utile, e dà l’opportunità di comparare differenti rapporti su eventi che datano allo stesso anno, È anche possibile che tutti i manoscritti sopra riportati siano solo delle versioni delle stesse cronache – differenti copie.

Perciò, la Cronaca Anglo-Sassone copre l’epoca tra il presunto anno 60 a.c. e il XII secolo d.c. Il Manoscritto E termina all’improvviso con la descrizione di eventi che si presume siano avvenuti nel 1153 d.c. La storia Scaligeriana ci assicura che tutte queste cronache sono state scritte intorno al XI-XII secolo d.c. Comunque, uno studio critico dimostra che questa è solo un’ipotesi, basata sulla cronologia Scaligeriana, presumibilmente conosciuta a priori. Per esempio il Manoscritto A esiste solo in due “copie”, entrambe create nel XVI secolo d.c. ([1442], pag. xxxiii). Una copia precedente del manoscritto (l’originale di entrambe) si dice sia stato distrutto in un incendio. La storia di tutti gli altri manoscritti compresi nella Cronaca Anglo-Sassone è riportata in [ 1442] – e anche in modo piuttosto vago. Per esempio, apprendiamo che non c’è una ragione particolare perché venissero datate come sono.

Si ha l’impressione che gli storici abbiano impiegato il seguente metodo per datare le cronache in questione: se le cronache terminano con la narrazione di eventi del presunto XI-XII secolo, le copie esistenti di queste copie devono risalire alla stessa epoca. Comunque, questa “semplice considerazione” implica che gli eventi descritti nelle cronache siano datati correttamente. Altrimenti la datazione delle cronache cambia automaticamente.

Dobbiamo segnalare che i problemi nella ricostruzione delle origini reali delle Antiche cronache Inglesi sono ben conosciuti, e gli storici Inglesi ne parlano apertamente. Per esempio, lo storico Dom David Knowles è stato obbligato a fare la seguente affermazione: “Il problema dell’origine e delle rispettive dipendenze tra le differenti versioni [della Cronaca] è così complesso che ogni tipo di discussione sul tema implica l’uso di matematica avanzata” ( [ 1442] , pag. xxxi; vedi anche Commento 1 alla fine di Parte 2). Dobbiamo aggiungere che lo storico ha segnalato una considerazione valida – forse involontariamente. La ricerca scientifica moderna nel campo della cronologia è impossibile senza l’uso della matematica.

G. N. Garmonsway riporta più avanti che ogni analisi moderna della Cronaca Anglo-Sassone è invariabilmente basata sulla revisione della sua pubblicazione iniziale (John Earle, 1865) fatta da Charles Plummer nel 1892-1899. Secondo la cauta osservazione di Garmonsway, i manoscritti A e E sono “associati” ai nomi di figure del XVI secolo, cioè, l'Arcivescovo Parker (1504-1575) e l’Arcivescovo Laud (1573-1645). Risulta che gli altri manoscritti della Cronaca “erano appartenuti a Sir Robert Cotton ( 1571-1631), e sono attualmente parte della collezione di manoscritti Cotton conservata nel British Museum” ([1442], pag. xxxi; vedi Commento 2).

Perciò, arriviamo all’ipotesi che i manoscritti della Cronaca Anglo-Sassone che abbiamo a nostra disposizione oggi siano stati scritti davvero nel XV-XVI secolo come minimo. Perché oggi sono datati al XI-XII secolo? Come ricordato precedentemente, la risposta può essere molto semplice. La Cronaca termina la sua narrazione con gli eventi del XI-XII secolo secondo la datazione Scaligeriana, da qui la presunzione che gli autori della Cronaca siano vissuti nel XI-XII secolo. Comunque, in primo luogo, gli eventi del XI-XII secolo possono benissimo essere stati descritti da un autore più tardo, vissuto nel XV, XVI o anche nel XVII secolo. Secondariamente, la datazione Scaligeriana della Cronaca dipende dalle date degli eventi di cui tratta. Se risultasse che questi eventi sono in realtà avvenuti in un’epoca diversa, la datazione del testo che abbiamo oggi dovrebbe anch’essa essere modificata.

Il fatto che queste cronache usino datazioni a.c. / d.c. dice già molto sulla loro origine più tarda. È conoscenza comune, persino tra gli Scaligeriani, che la cronologia fu introdotta nel tardo Medio Evo ([76]). Più avanti citeremo un certo numero di fatti che provano che gli autori della Cronaca Anglo-Sassone erano già familiari con la versione Scaligeriana della cronologia globale dell’antichità. Questa versione fu creata nel XV-XVII secolo d.c., il che è un’ulteriore prova del fatto che la versione della Cronaca da noi conosciuta oggi sia di origine piuttosto tarda.

Perché i ricercatori fanno così tanta attenzione alla Cronaca Anglo-Sassone per la ricostruzione della storia Inglese? La spiegazione è molto semplice – la cronaca in questione si presume sia il primo testo storico scritto in Inglese e che utilizzi la cronologia degli “Anni di Grazia” (vedi [1442], pag. xxiv; anche Commento 3). Dobbiamo fare il seguente commento per quanto riguarda la trascrizione delle date utilizzate nella Cronaca Anglo-Sassone. Si presume che la datazione Anno Domini fosse conosciuta come “Anni dall’Incarnazione di Nostro Signore” nell’Inghilterra medievale; Un’altra presunzione è che questo fosse equivalente a “Anni di Grazia”. Questa supposta equivalenza delle due antiche ere richiede un’analisi speciale e noi ce ne occuperemo più avanti. Per il momento segnaliamo la similarità fonetica tra le parole “Grazia” e Grecia.

È possibile che gli “Anni di Grazia” si traducesse realmente come gli “Anni di Grecia”, implicando una cronologia che è in qualche modo collegata alla Grecia o alla fede Greca. È anche possibile che la parola “Grazia”. “Grecia” e “Cristo” siano tutte in qualche modo collegate. L’associazione oggi potrebbe essersi persa. Se questo si provasse vero, la fede Greca sarebbe un altro alias per la religione Cristiana. Ricordiamo al lettore che, secondo la nostra ricostruzione, Cristo è vissuto a Zar-Grad sul Bosforo, o capitale Bizantina; questo è il posto dove fu anche crocifisso, qv nella tabella qua sotto ([517]).

Facciamo subito una liberatoria: non consideriamo paralleli linguistici e fonetici come prove di nulla fuori dal contesto. Possono solo servire come considerazioni ausiliarie, diventano significativi dentro un parallelismo, o una sovrapposizione che copra un periodo di diversi secoli. Quando simili nomi si manifestano simultaneamente in entrambe le correnti che vengono rigidamente confrontate, si può considerare credibile anche il parallelo.

La Cronaca Anglo-Sassone è scritta in un linguaggio piuttosto arido. È separata in capitoli che corrispondono a anni individuali. Va da sé che ci sono vuoti e omissioni. Si presume che la Cronaca Anglo-Sassone descriva gli eventi che ebbero luogo tra il I secolo d.c. e il XI-XII secolo d.c. (vedi figg. 15.2 e 15.3). L’asciuttezza del testo e la mancanza di abbellimenti letterari potrebbe indicare che il documento in questione sia davvero importante – probabilmente edito nel XVII secolo, ma basato tuttavia su antiche prove. La correttezza delle datazioni riferite agli eventi di cui parla la Cronaca “Anni di Grazia”dai cronisti più tardi del XVII-XVIII secolo è un problema completamente differente.
Ultima Modifica 4 Anni 10 Mesi fa da Italo.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32650 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

LE PIÙ ANTICHE CRONACHE INGLESI

I genetisti dicono che le isole britanniche sarebbero state popolate da una popolazione originaria della Spagna 16 mila anni fa. Ma anche la mitologia irlandese racconta che l'isola fu invasa dagli spagnoli di Milesio. Inoltre, la leggenda vuole che gli irlandesi di carnagione e capelli scuri (chiamati "neri irlandesi") siano i discendenti degli spagnoli sopravvissuti al naufragio della Terribile Armada, avvenuto nel 1588. Cioè ci sono due leggende che riportano l'origine iberica degli irlandesi, oggi i genetisti danno loro ragione, ma una delle due leggende data l'evento al XVI secolo. Qualcuno dice "ma nooo, sarà che hanno conservato il ricordo dalla preistoria", ma come facevano nella preistoria a distinguere la Spagna dagli altri territori? Quindi la domanda è: quando gli spagnoli hanno invaso l'Irlanda?

A proposito, molto interessante il Lebor Gabála Érenn www.bifrost.it/CELTI/Fonti/Leborgabala-1.html
I seguenti utenti hanno detto grazie : Italo

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 10 Mesi fa #32652 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
C'è un'interessante tabella che Fomenko e soci compilano in base al libro di V. I. Matouzova "Le Fonti Medievali Inglesi" in cui vengono riportati i nomi medievali di alcuni luoghi.
L'Irlanda suona così: Hibernia o Hybernia, che è molto simile a Iberia.
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n595/mode/2up

THE TABLE OF NAMES AND THEIR MEDIAEVAL EQUIVALENCE (In accordance with the ancient English chronicles)

The Azov Sea = Maeotian Lakes, Meotedisc fen, Maeotidi lacus, Maeotidi paludes, palus Maeotis, paludes Maeotis, paludes Maeotidae and Paluz Meotidienes.

Alania = Valana, Alania, Valves, Polovtsy [sic! - vedi below] and Albania.

Albanians = Liubene, Albani, Alania, Albion = Britain and Albania on the shores of the Caspian Sea (modern Iran?); anche Albania as a province of the Great Asia, washed by the Caspian Sea in the East [sic!] and the Arctic Ocean in the North.

Amazonia = Maegda Land, Maegda londe and Amazonia.

Bulgarians = Wlgari, Bulgari, Bougreis and the Volga Bulgars.

River Bug = Armilla.

The Vandals = Wandali, Baltic Slavs.

Hungary = Hungaria, Hunia, Ungaria and Minor Ungaria.

Byzantium = Greece or Graecia; Constantinople = Constantinopolis.

The Valachians = Coralli, Blachi, Ilac, Blac, and the Turks [sic! - vedi below].

Valachia = Balchia.

Volga = Ethilia, or Ithil.

The Gauls = Galichi.

The Galitsk and Volynsk Russia - Galacia, Gallacia and Galicia.

Germania = Gothia, Mesia, Theutonia, Germania, Allemania and Jermaine.

The Hibernian Ocean = The English Channel and Hibernicum occeanum.

Hibernia = Ireland [sic!]

Gothia = Germania, Gotland Isle, Scandinavia and Tauris.

The Dacians = Danes, Dani, Daneis, Dacians, Deni [denizens of the Danube region?].

Denmark = Denemearc, Dacia, Dania and Desemone.

The Danish = Daci, Dani, Norddene and Denen.

The Dardanelles Strait = Strait of St. George (branchium Sancti Georgii).

The Derbent Strait = Alexander’s Gate, Alexandres herga, Porta ferrea Alexandri and claustra Alexandri.

Dnepr = Aper.

The Dogi = the Russians, qv below.

Don = Danai, Thanais and Tanais.

The ancient Russia = Susie, Russie, Ruissie, Rusia, Russia, Ruthenia, Rutenia, Ruthia, Ruthena, Ruscia, Russcia, Russya and Rosie.

Danube - Danubius, Hister, Danuvius, Damaius, Deinphirus, Don, Danai and Thanais.

The Iron Gate (vedi Derbent).

Ireland = Hibernia or Hybernia.

Iceland = Ysolandia.

Caucasus = Tauris, beorg Taurus and Caucasus.

Caspian Sea = Caspia garsecge and mare Caspium.

Cassaria = Khazaria [sic! - vedi below].

Kiev = Chyo [sic!], Cleva [sic!] and Riona [sic!].

The Chinese = Cathaii.

The Coralli = Valachians, qv above, and Turks, qv below.

Red Sea = mare Rubrum.

The English Channel = Hibernicum occeanum.

Marburg = Merseburg.

Moesia = Germania, qv above.

Narva = Armilla.

The Germans = Germanici, Germani, Teutonici, Theutonici and Allemanni.

The Netherlands = Friesia, Frisia and Frise.

The Normans = Nordmenn.

Ocean = garsecg, Oceano, Oceanus, Occeanus and Ocean.

The Pechenegi = Getae.

The Polovtsy = Planeti, Captac, Cumani, Comanii, Alani, Values and Valani.

Prussia = Prutenia [sic! - P-Ruthenia = PRussia].

The Prussians = Prateni, Pruteni, Pructeni, Prusceni, Praceni and Pruceni.

Riona = Kiev, qv above.

The Rugi = Russians and Baltic Slavs, qv below.

The Ruhr Mountains = Rithean, or Ural (Hyperborean) Mountains.

The Russians = Russii, Dogi [sic!], Rugi [sic!], Rutheni [sic!] and Rusceni.

The Ruteni = Russians, qv above.

Arctic Ocean = Scizian Ocean, Sciffia garsecg, Occeanus Septentrionalis and mare Scythium.

Sithia = Scizia, qv below.

The Scandinavians = the Goths (Gothi).

Scizia = Sithia.

The Scizians = Scithes, Scythae, Cit [sic!], Scithia, Scizia, Sice [sic!] and Barbaria (barbarians).

The Baltic Slavs, or Sclavi = Winedas, Wandali and Roge.

Taurus = Caucasus, qv above.

Tauris = Gothia [sic!].

Tanais = Don, qv above.

The Tartars (and the Mongols) = Tartareori, gens Tartarins, Tartari, Tartariti, Tartarii, Tattari, Tatari, Tartarei and Thartarei.

Tyrrenian Sea = mare Tyrene.

The Turks = Coralli, Thurki, Turci, Blachi, Ilac and Blac [sic!].

The Ural Mountains = Riffeng beorgum, Hyberborei montes, montes Riph(a)eis, Hyperborei montes.

France = Gallia and Francia.

Friesia = The Netherlands, qv above.

Khazaria = Cassaria and Cessaria [sic!].

The Khazars = Chazari.

Chyo = Kiev, qv above.

The Black Sea - Euxinus, Pontius, mare Ponticum, the Great Sea, or mare, and Majus.

Scotland = Scotia and Gutlonde.

Genghis-Khan = Cingis, Churchitan, Zingiton, Chirkam, Cliyram, Gurgatan, Cecarcarus, Inghischam,Tharsis [sic!], David [sic!] and Presbyter Johannes [sic!].

Yaroslav Vladimirvich the Wise, Great Prince of Kiev = Malesclodus, Malescoldus, Julius Clodius and Jurius Georgius.



Abbiamo qualcosa da dire sull’identità di Yaroslav the Wise. Come possiamo vedere, le cronache medievali Inglesi si riferiscono a lui come Malescoldus. Comunque, M. P. Alexeyev cita altri nomi di questo onarca utilizzati nella tradizione storiografica dell’Europa occidentale in [14]. Uno di questi nomi è Jurisdoht; contiene ovviamente il nome Youri (Juris, o Jurius). Un altro nome di Yaroslav è Julius Claudius, o Juliusclodius, nientemeno. Questo è il nome che Guglielmo di Jumieges, un cronista della Normandia del presunto XII secolo, utlizza per riferirsi a Yaroslav il Saggio. L’autore Inglese Orderico Vitale utilizza lo stesso nome per Yaroslav - Julius Claudius ([14]).

Questo è ciò che troviamo scritto in alcuni antichi testi Inglesi: “Fuggì nel Regno dei Dogi, che noi preferiamo chiamare Russia. Quando Malescoldus, il re di questo paese, scoprì chi era, lo ricevette con tutti gli onori” ([1068] and [1010]). L’originale Latino dice: “Aufugit ad regnum Dogorum, quod nos melius vocamus Russiam. Quern rex terrae Malescoldus nomine, ut cognovit quis esset, honeste retinuit” ([1068]).

Ora immaginiamo lo stesso testo senza il commento del cronista che il Regno dei Dogi fosse di fatto la Russia. Si leggerebbe così: “Fuggì nel Regno dei Dogi. Quando Malescoldus, il re di questo paese, scoprì chi era, lo ricevette con tutti gli onori”

Poiché siamo abituati alla versione Scaligeriana della storia, interpreteremo probabilmente questo passggio come una descrizione di eventi Inglesi, pensando i Dogi come qualche nazione in Inglilterra e Scozia e Malescoldus – il re di Scozia e Inghilterra. Questa interpretazione inizialmente ci potrebe apparire perfettamente logica. In realtà, la cronaca Inglese usa il nome Dogi per riferirsi ai Russi.

Ci si confronta con un altro problema di grande interesse. Chi erano i famosi re Scozzesi che portavano il nome di Malcolm? Abbiamo Malcolm I (presunti anni 943-958), Malcolm II (presunti anni 10041034), e Malcolm III (presunti anni 1057-1093). Potrebbero questi nomi nascondere l’identità degli Zar Sciti (Khan) o dei loro rappresentanti nell’epoca dell’Impero “Mongolo”?

Il glossario di sinonimi, o duplicati, presentato qui, si dimostrerà estremamente utile nella nostra analisi della storia Inglese.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #32877 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
La caduta dell'Impero Romano sarebbe avvenuta nel 476 a Occidente e nel 1453 ad Oriente.
Gli antichi avrebbero avuto due modi di contare gli anni: dalla fondazione di Roma (753 a.C) o dalla prima olimpiade (776 a.C).
In ambo i casi, vediamo una corrispondenza tra i numeri 76 e 53. Che legame c'è tra questi due numeri?
Esistono delle teorie per cui in origine gli indoeuropei contassero in base otto. Se leggiamo LXXVI (76) in questa base, otteniamo 32+8+8+4+1 = 53
Quindi possiamo supporre che i due calendari di cui parlano gli storici fossero in realtà lo stesso e che la caduta dei due imperi romani siano state in realtà il medesimo evento.

Convertendo l'intero numero romano DCCLXXVI in base otto, otteniamo 437 (256+64+64+32+8+8+4+1). Sottraendolo al 1182 (regno di Andronico) otteniamo 745. Questa data cade proprio nel periodo in cui la storia colloca la fondazione dello Stato Pontificio. La data precisa è il 754: può essere che questo numero sia stato scelto per la somiglianza con la data della fondazione di Roma.

In conclusione, può essere che sia successo qualcosa di fondamentale a metà dell'ottavo secolo: da quell'evento, gli uomini cominciarono a contare gli anni.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33195 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n635/mode/2up
pagg. 612-615


LA LOCALIZZAZIONE DI LONDRA NEL X-XII SECOLO. LA FONDAZIONE DI LONDRA REGISTRATA CRONOLOGICAMENTE NELLE ISOLE INGLESI
Molti moderni lettori credono che la città di Londra sia stata sempre dove si trova oggi. Comunque, vediamo cosa ci dicono le antiche cronache Inglesi su questa faccenda.

Per esempio, Goffredo ci dice quanto segue: “Avendo terminato la divisione del suo regno, Bruto ebbe il bruciante desiderio di fondare una città… Ne trovò una, chiamandola subito Nuova Troia [sic! - Aut.] . La città appena fondata ha portato questo nome per centinaia di anni, poi il nome fu modificato in Tronovant. Comunque, più tardi Lud… che aveva combattuto contro Giulio Cesare… diede ordine di chiamare la città Caer Lud da lui [la parola Caer si traduce come ‘città’, cf. Cairo; altre informazioni sul questo soggetto più avanti - Aut. ] . Questo a poi portato a una gran lotta tra lui e suo fratello Nennio, che era aspramente risentito per il fatto che Lud volesse cancellare il nome stesso di Troia dalla memoria dei loro discendenti” ([155], pag. 18).

Questo è ciò che ci racconta la cronaca più avanti: “Il nome venne trasformato in Caerludane, e quindi, dopo che una lingua successe all’altra, in Lundene, e infine Lundres” ([155], pag. 37). Il Commento moderno è il seguente: “Trinovant – l’antico nome di Londra” ([ l 55], page 232). Il nome Londres esiste ancora oggi – è come i Francesi e gli Spagnoli trascrivono il nome London.

Perciò, le antiche cronache Inglesi affermano che Lud, o Londra sia la precedente Trinovant, o Nuova Troia. Che significa Nuova Troia? Molto probabilmente, la Nuova Roma, o Costantinopoli, ossia Zar-Grad. Questo corollario corrisponde perfettamente con ciò che abbiamo scoperto sopra, e suggerisce anche una localizzazione Bizantina e “Mongola” degli eventi dell’antica storia Inglese. Goffredo sembra dirci di qualche antica campagna militare di Bruto (Brother/Fratello) che data al XI-XII century. Questa campagna ha portato alla fondazione di Nuova Troia, che più tardi è stata chiamata Costantinopoli. Oppure descrive la conquista “Mongola” delle Isole Britanniche nel XIV secolo dal fratello di Genghis-Khan, che ha portato alla fondazione della città che è stata conosciuta come Nuova Troia, o Zar-Grad. Più tardi questa città verrà conosciuta come Londra.

Citiamo un altro fatto tipico e ricordiamo la famosa città di Tyrnovo in Bulgaria, Il nome ricorda quello di Trinovant e si traduce come “Nuova Troia” essendo una collazione tra “Troia” e “Nova” (Tyr + Novn). Il nome Trinovant può dunque essere di origine Bizantina e arrivare dai Balcani. La parola Russa per “nuovo” è “noviy” cf, anche il Latino “nevus”. Nuova Troia può essere stata perciò utilizzata un tempo come nome di Londra. Questo è esattamente quello che impariamo dalla cronaca di Goffredo, il quale riporta la trasformazione del nome Nuova Troia in Trinovant. La “trasformazione” è causata dall'inversione dell’ordine delle due parti che formano la parola.

La Città di Lud deve semplicemente significare “Città di DL”, o “Città di L” la città dei Latini, o la città della “gente” (ludi) in Russo. Una capitale con questo nome può ben essere stata riflessa nelle cronache Inglesi. Ricordate la fondazione dell’Impero in Bisanzio intorno al 1204 nella cronologia Scaligeri. La sua capitale potrebbe essere stata conosciuta come Care Lu, o “Città Latina”. Secondo Nenni, la parola “care” ha un tempo significato “città” nel linguaggio dei Brit ([577], pag. 190).

Il nome Caer (Cair) Lud ci fornisce anche un altra ragione per identificare Nuova Troia come Costantinopoli e perciò anche la Londra del XII-XIII secolo. La prima consonante della parola “Caer” avrebbe potuto stare per “TS” in alternativa a “K” - le due venivano spesso confuse tra loro. In questo caso CR significa “Czar”, e Czar-Grad è un altro nome per Costantinopoli.

Perciò, Caer Lud, o Londra come descritta nelle antiche cronache Inglesi, è molto probabilmente la città degli Zar Latini (CR LT, Czar-Grad o Costantinopoli). Potrebbe essere stata anche conosciuta come “Zar della Gente”, o “Sovrana delle Nazioni”, tenendo conto la somiglianza tra le parole “Lud” e”lyudi” (gente).

A proposito, la città Egiziana del Cairo e l’ “antica” Babilonia, che gli storici Scaligeriani localizzano tra il Tigri e l’Eufrate, datandola a un tempo immemorabile, erano disegnate come due città vicine su alcune antiche carte – un frammento di una simile carta è riprodotto in fig. 18.6. Il Commento moderno dice che “Cairo e Babilonia vengono disegnate come città vicine” ([1268], pag. 145).

L’ “antica” città di Babilonia è anche disegnata come se stesse proprio sopra le piramidi Egiziane su un’antica carta riprodotta in fig. 18.7 (vedi [1177], Volume 1, pag. 245). Possiamo vedere il Nilo, grandi piramidi, e la città di Babilonia lì vicino – in alto a destra. Il fatto più interessante risulta essere che i compilatori di questa antica carta evidentemente credevano che Babilonia fosse una città Cristiana. Infatti, proprio al centro vediamo un’alta torre con sulla punta una croce (vedi fig. 18.8). La stessa torre ricorda un minareto Mussulmano – sulla cima vediamo qualcosa che ricorda una balconata utilizzata dai muezzin per richiamare i Mussulmani a raccolta per le preghiere.

Se questa è la verità, troviamo un’altra prova che la Cristianità e l’Islam erano due differenti rami di una religione un tempo unica. Naturalmente non troveremo croci Cristiane sui moderni minareti; comunque, crediamo che lo scisma tra le due religioni dati a un’epoca relativamente recente, cioè il XVI-XVII secolo.

Torniamo al nome “Caer”, o “Cair”, che un tempo significava “città”. Come abbiamo visto più sopra, praticamente ogni antica città fondata dai Brit ha questa parola come parte del nome, il che riflette un ricordo delle sue origini – la parola Czar. Per esempio, la cronaca di Nennio ci dice quanto segue: “Questi sono i nomi di tutte le città Britanniche che esistono oggi, 28 in tutto: Caer Gwartigirn, Caer Gwyntgwick, Caer Myncip...” ([155], pag. 190). E così via. Il nome di ogni città Inglese inizia con la parola Caer.

Ce n’è abbastanza per capire che l’intera narrazione di Goffredo riguardo la toponimia del nome Londra venga sbrigativamente dichiarata sbagliata dai rappresentanti della moderna scienza storica. Secondo gli storici istruiti, “La toponimia del nome Londra suggerita dall’autore (cioè la sua derivazione dal nome Lud, è del tutto illogica. Antichi Autori (come Tacito e Ammiano Marcellino) chiamano la città Londinium o Lundinium. La reale toponimia è discutibile” ([155], pag. 237).

Perciò, dopo le crociate del XI-XIII secolo alcuni cronisti incominciarono ad utilizzare il nome Nuova Troia per riferirsi a Czar-Grad, o Nuova Roma. Dopo la fondazione dell’Impero Bizantino intorno al 1204, la capitale di Bisanzio venne chiamata la Città Latina o Caer Lud (Czar della Gente), e infine Londra. Questo nome venne trasferito alla Britannia insulare quando l’antica cronaca Bizantina e “Mongola”finì lì.

Nennio elenca 28 città Britanniche nella sua cronaca, sostenendo che la lista sia esaustiva ([577], pag. 190). Caer era la parola che i Brit utilizzavano per “città” ( [ 577] , pag. 283). Comunque, l’antica capitale d’Egitto in Africa è chiamata Cairo. La stessa parola può essere derivata da “Zar”. Perciò la parola “caer” potrebbe essere di origine orientale, come l’antica storia della Britannia.

Goffredo continua dicendoci che la città di Nuova Troia, o Londra, è stata fondata sul Fiume Thames (Tamigi)) ( [ 155], pag. 18). Crediamo che il nome fosse inizialmente un riferimento al Bosforo, dove troviamo Costantinopoli. Questo stretto è molto lungo e relativamente angusto; sulle carte sembrerebbe un fiume e connette il Mar Nero col Mar di Marmara.

Diamo un’occhiata più da vicino alla parola Thames (Tamigi). Tenendo a mente la maniera Orientale di legger le parole da destra verso sinistra e la parola “sound”, sinonimo della parola “strait” (stretto) ( [23], pag. 941). Rovesciato e senza le vocali diventa “DNS” - potrebbe essere una versione di TMS (Thames/Tamigi). La parola potrebbe essere stata usata per riferirsi a uno stretto in generale prima di diventare il vero nome di un fiume in Inghilterra.

Ci sono anche alcune importanti prove del fatto che molti nomi di fiumi inglesi moderni sono stati importati da Bisanzio nella carta navale Russa del 1750 riprodotta nell’atlante intitolato ‘Carte Navali Russe. Copie dagli Originali’ ([73]). Crediamo che Zar-Grad, o Costantinopoli sia il prototipo storico di Londra; questa città è situata vicino allo Stretto di San Giorgio – un nome utilizzato sia per riferirsi sia al Bosforo che ai Dardanelli nel Medio Evo, qv. sopra. C’è qualcosa del genere nelle vicinanze delle Isole Inglesi? Difatti c’è – il lungo e angusto stretto tra Irlanda e Gran Bretagna a cui ci si riferisce come “Stretto di San Giorgio” nella carta del 1750, qv in fig. 18.9.

Il nome è molto probabilmente migrato alle Isole Inglesi come risultato dell’ “importazione” delle cronache Bizantine e “Mongole”. In alternativa, c’è ancora una traccia della Grande Conquista “Mongola”, quando le Isole Inglesi furono conquistate e popolate dall’esercito della Russia, precedentemente conosciuto come Orda. Questo esercito era riuscito a conquistare l’intero mondo sotto le bandiere del suo Grande Zar, o Khan, Youri, conosciuto anche come Giulio Cesare, Gyurgiy, Re Giorgio, Genghis-Khan e S. Giorgio il Vittorioso. È naturale che si trovi il suo nome sulle carte delle terre scoperte e conquistate dal suo esercito.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33207 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Italo ha scritto:

Per esempio, Goffredo ci dice quanto segue: “Avendo terminato la divisione del suo regno, Bruto ebbe il bruciante desiderio di fondare una città… Ne trovò una, chiamandola subito Nuova Troia [sic! - Aut.] . La città appena fondata ha portato questo nome per centinaia di anni, poi il nome fu modificato in Tronovant. Comunque, più tardi Lud… che aveva combattuto contro Giulio Cesare… diede ordine di chiamare la città Caer Lud da lui [la parola Caer si traduce come ‘città’, cf. Cairo; altre informazioni sul questo soggetto più avanti - Aut. ] . Questo a poi portato a una gran lotta tra lui e suo fratello Nennio, che era aspramente risentito per il fatto che Lud volesse cancellare il nome stesso di Troia dalla memoria dei loro discendenti” ([155], pag. 18)

Per 300 anni Londra e l'Inghilterra furono governati dalla dinastia dei Plantageneti. Lo stemma di questa dinastia è descritto su Wikipedia in questo modo:

"Di rosso, a tre leoni passanti d'oro in palo, armati e lampassati d'azzurro"




Può essere che il nome Londra derivi in qualche modo dalla parola LION?
E allora forse i tre leoni sono citati anche nel nome "Trinovantum"...

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa - 4 Anni 9 Mesi fa #33212 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Fomenko, relativamente allo stemma di Londra parla di una contraffazione:

archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n639/mode/2up
pag615-617

Vicino a Londra e alla legenda “East Sassoni King Dome” vediamo un grande stemma, che è per noi di estremo interesse (vedi fig. 18. 11 ). Quello che vediamo è uno scudo militare con tre scimitarre disegnate sopra un campo rosso – sono chiaramente Ottomane, armi professionali con larghe e pesanti parti frontali della lama. Inoltre, il modo in cui sono ritratte le scimitarre le fanno assomigliare a tre mezzelune Ottomane. Bisogna ricordare che la carta è dei primi del XVII secolo, quando la Riforma era già incominciata, come anche la falsificazione della storia antica. È possibile che l’antico stemma di Londra e del Regno dell'Essex portassero scimitarre anche più esplicite o mezzelune. Chiediamoci delle loro possibili origini, dato che i Sassoni medievali non hanno mai utilizzato niente che assomigli anche lontanamente queste armi Turche (o almeno la storia Scaligeriana non riporta nulla del genere).

Evidentemente quello che vediamo è una traccia vivida della conquista Ottomana o “Mongola”. La presenza delle scimitarre Ottomane, o mezzelune, sullo stemma dell’Essex si spiega bene con la nostra ricostruzione, la quale afferma che il nome Londra è stato trasferito sulle rive del Thames (Tamigi) dall’Orda e dagli Ottomani, o Ataman, in ricordo dell’antica London - Czar-Grad o Troia sul Bosforo. La mezzaluna è l’antico simbolo di Zar-Grad, come spiegato in Chron6. Più tardi, dopo la conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani nel 1453, la mezzaluna divenne il simbolo imperiale dell’Impero Ottomano = Ataman, che significa che non c’è nulla di sorprendente sul fatto che la capitale delle Isole Britanniche fondata dai “Mongoli” e dagli Ottomani portasse un tempo il simbolo di Costantinopoli sullo stemma – la mezzaluna, o scimitarra Ottomana.

La natura militare di questo stemma viene enfatizzato dal fatto che le tre scimitarre, o mezzelune, siano disegnate su uno scudo, qv in fig. 18.11. Si tratta di uno stemma militare. Vediamo lo stesso stemma sulla carta compilata da Giovanni Speede – nel simbolo dell’East Sassone Kingdom (fig. 18.12), con un guerriero con uno scudo decorato da tre scimitarre, o mezzelune.

Bisogna segnalare che la pianta di Londra compilata da Johannes de Ram un secolo più tardi, nel 1700, contiene anch’essa uno stemma di Londra ([1160], pag. 271). È significativo he non ci siano più né scimitarre né mezzelune da nessuna parte; rimane tuttavia il campo rosso, qv in fig. 18.13. Invece delle mezzelune vediamo diverse triadi di leoni, nella stessa disposizione delle mezzelune e scimitarre degli East Sassoni. Persino la forma dei corpi leonini ricordano in qualche modo le scimitarre. Questo potrebbe essere il risultato della campagna di correzione che ha colpito la storia Inglese. I simboli Ottomani o Ataman non erano i benvisti nell’antica storia della nuova Britannia post-Riformista. Le mezzelune sono state rimpiazzate da leoni o cancellate del tutto. Il campo rosso è stato mantenuto – ovviamente, non disturbava i riformisti. Ci riferiamo a simili “attività progressive” condotte nel corso della Riforma Romanoviana che ha riguardato gli antiuchi stemmi Russi (XVII-XVIII secolo; vedi Parte I di questo volume). Appena arrivati al potere i Romanov incominciarono a cancellare gli antichi simboli dell’Orda e Ottomani o dagli stemmi Russi, opere d’arte e così via – diligentemente e sistematicamente. In particolare, gli artisti Romanoviani erano conosciuti per trasformare le mezzelune degli stemmi in barche e altre figure curve, con lo scopo di purgare l’antico simbolismo dell’Impero “Mongolo” dal ricordo di tutti. Come risultato, gran parte della storia Autentica del XIV-XVI secolo fu dimenticata ai primi del XVIII secolo, o sfigurata oltre ogni possibilità di riconoscimento.
Ultima Modifica 4 Anni 9 Mesi fa da Italo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Nomit

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33229 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
figli
genitori
nonni
bisnonni
trisnonni
quartavoli
quintavoli

Supponiamo che in un qualsiasi periodo di tempo siano presenti tre generazioni. Un qualunque evento a cui ha assistito un membro di una di queste generazioni gode pressapoco dello stesso grado di affidabilità: che sia avvenuto lo stesso giorno o cinquant'anni prima, viene sempre raccontato da qualcuno ancora in vita che l'ha vissuto in prima persona.
Chiamiamo, per comodità, la storia vissuta dalle tre generazioni esistenti "storia recente".

Gli eventi avvenuti all'epoca dei bisnonni e dei trisnonni non possono più essere narrati da testimoni ancora in vita, quindi non costituiscono la storia recente. Fanno parte però della storia recente di genitori e nonni e queste persone sono ancora vive e conosciute. Possiamo dire quindi che questo pezzo di storia è ancora conosciuto, perché può essere confermato dai nonni, per i quali costituiva la storia recente di cui conoscevano i protagonisti.
Chiamiamola, per comodità, "storia conosciuta".

Gli eventi dell'epoca dei quartavoli e dei quintavoli non sono recenti né per i figli né per i nonni: sono morti sia i loro testimoni, sia coloro che li videro in vita. Ma, visto che possiamo considerare come conosciuta la storia fino ai trisnonni, i nonni possono considerare conosciuta l'epoca dei quintavoli. In altre parole, in ogni epoca sono ancora vive le persone che possono ritenere conosciuta la storia fino ai quintavoli dell'ultima generazione.
Più indietro non possiamo andare.

Quando vissero i quintavoli?
Coi ritmi biologici attuali, cioè figliando a 30 anni, i nostri quintavoli cominciarono a rendersi conto degli eventi della loro epoca circa 170 anni prima della nostra nascita.
Se una persona di 20 anni indagasse la storia intervistando i nonni e morisse a 90 anni, alla sua morte potrebbe lasciare una cronaca che copre 240 anni, dall'epoca dei suoi quintavoli fino a quella dei suoi nipoti, (sempre che i ritmi biologici siano quelli attuali). I nipoti, però, non potrebbero verificare il suo lavoro.

Può essere che in passato le persone fossero più longeve e generassero i figli ad età superiori. Una popolazione che avesse i figli a cent'anni e vivesse fino a trecento, dovrebbe considerare affidabile la storia fino a 600 anni prima dell'ultima generazione.
Il problema è che noi vivendo 80 anni consideriamo conosciuta la storia fino a 2500 anni!!

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33232 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Temo che il ragionamento sia però troppo lineare. Oggi possiamo sentire versioni diverse o addirittura opposte da parte di persone diverse dello stesso evento e questo facendo salva la loro buona fede. Eppure abbiamo un’enorme varietà di mezzi di informazione. Nel momento in cui i mezzi di comunicazione erano più scarsi temo sia stato più facile far passare una versione ufficiale o anche semblicemente erronea o arricchita.
E poi c’è il problema del telefono senza fili. Una famiglia che ricorda degli eventi ne ricorderà solo la parte utile lasciando tutto il resto che si perderà nelle generazioni successive o verrà travisato.
Un mio conoscente sostiene che sono poche in definitiva le generazioni che ci hanno preceduto per cui la memoria del tutto si dovrebbe essere conservata. Mi pare molto ottimista.
Non so se potrei raccontare nulla di più di un aneddoto su mio bisnonno.
Questo credo renda più facile il controllo della memoria.
(senza parlare dei Benedettini ;-))

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33233 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Sì, la mia è una semplificazione.

Quello che avevo in mente era farmi un'idea di quanta storia possa essere conosciuta in una comunità priva di una storia scritta. Ma anche in presenza di una storia scritta, come facciamo a verificare che questa sia veritiera? Per esempio, per verificare l'esistenza della Divina Commedia nei secoli passati, possiamo procedere in questo modo:

1) chiediamo a nostro nonno che ha 85 anni: lui ci confermerà che quando andava al liceo 70 anni fa già esisteva;
2) gli chiediamo se ci fosse anche al tempo dei suoi nonni: lui potrà confermare che i suoi nonni 130 anni fa la conoscevano, perché ne parlarono con lui ai tempi del liceo;
3) il nonno potrebbe aver chiesto lo stesso ai trisnonni e quindi confermarci l'esistenza della divina commedia 190 anni fa, quando la studiava il nostro quintavolo;

4) ma il nonno non potrà affermare di conoscere qualcuno che ha accertato l'esistenza della Divina Commedia in un'epoca anteriore: se anche il settavolo l'avesse descritta al quintavolo e il quintavolo lo avesse riferito al trisnonno, dal bisnonno in poi nessuno conosce più il quintavolo e quindi nessuno può ottenere una conferma dell'esistenza dell'opera all'epoca del settavolo, solo 250 fa!

Oppure, quando ha avuto luogo la caduta di Troia? Se fosse avvenuta nel 1200 d.C (ottocento anni fa) e se le successive generazioni avessero generato a quarant'anni di età e fossero vissute fino a centoventi, nel 1310 sarebbero morti gli ultimi testimoni dell'epoca, nel 1420 sarebbero morti gli ultimi che lo avrebbero sentito raccontare dai testimoni e nel 1530 sarebbero morti gli ultimi che potevano confermarlo. Da allora in poi, nessuno avrebbe più potuto essere sicuro della data esatta della caduta di Troia.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33250 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
In un libro sul medioevo letto un po’ di tempo fa ero stato colpito tra l’altro da una definizione che l’autore dava della storia vista da un villico a cui fosse stato chiesto qualcosa sul passato. Avrebbe risposto che prima di lui c’era suo padre, prima di suo padre suo nonno e poi adamo ed Eva.
Mentre la nostra idea di storia è figlia di una cultura che ha bisogno di inanellare eventi in modo ordinato, al villico questo non fa ne’ caldo ne’ freddo avendo un altro problema, quello di sopravvivere. Ovviamente la storia è scritta da chi detiene il potere e il problema della memoria è un meccanismo per rimanere in sella piuttosto che per ricordare qualcosa.
L’idea che mi son fatto è che l’enorme buco nero scoperto da Fomenko possa contenere tutto, dalle lattine di fagioli ai viaggiatori dello spazio-tempo, un Dio con la barba e uno senza barba ecc. ecc.
È passare da un mondo apparentemente ordinato al caos. In fondo l’idea di un disegno intelligente non mi convince. Il nostro piccolo cervellino capisce solo quello che può capire, il resto sta al buio. Fomenko anche involontariamente spalanca una finestra enorme su altre possibilità. Per questo mi affascina.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33472 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n691/mode/2up
pagg. 670-672

2 . CRISTO DA ANTIOCHIA
Ecco un frammento da un moderno manuale di storia: “Cristoforo, Patriarca di Antiochia, che battezzò Isa alla nascita, fu ucciso ad Antiochia. Durante una rivolta anti-Bizantina, il 22 Maggio 967 d.c.” ( [465], pag. 196). Fu trafitto da una lancia, come Cristo, il che viene enfatizzato in un certo numero di cronache. Ricordiamo che la lancia che ferì il corpo di Cristo sulla croce si credeva fosse conservata in Antiochia dai crociati della Prima Crociata.

Isa Cristoforo è molto chiaramente una versione del nome Gesù Cristo. Non troveremo naturalmente alcun resoconto Evangelico della crocifissione e resurrezione nella biografia di Isa Cristoforo, altrimenti editori più recenti e cronologisti lo riconoscerebbero immediatamente come Cristo e daterebbero gli eventi in questione al I secolo d.c. Tuttavia, molti dettagli del racconto Evangelico sono comunque presenti anche qui – per esempio, l'eclissi solare, che si presume abbia accompagnato la crocifissione di Cristo, secondo i Vangeli e un certo numero di altri testi ecclesiastici. Un'eclissi totale corrispondente del sole viene ricordata della cronaca Bizantina nel 968 – molto vicino all’uccisione di Cristoforo ([465], pag. 187, Commento 72). Dobbiamo sottolineare che l'eclissi totale del sole osservabile da un unico luogo abitato è un evento molto raro.

Inoltre, come nel caso di Cristo, l’ “eclissi di Cristoforo” fu accompagnata da un violento terremoto e pioggia che molti pensarono fosse l’annuncio di un nuovo diluvio: “Una strana pioggia, che spaventò i Bizantini i quali la videro come l’annuncio di un nuovo diluvio, cadde il 5 giugno del 968” ([465], pag. 186, Commento 57; anche pag. 39). L’uccisione di Cristoforo fu seguita da un assedio di tre anni di Antiochia da parte delle truppe Romeane, o Bizantine, dell’Imperatore Niceforo (Vittorioso) Focas. Dopo la conquista della città, un gran numero di oggetti sacri furono trovati, tutti associati a Cristo ([465], pagg. 41 e 46). Leo Diacono, lo storico Bizantino, ci dice esplicitamente che l’Imperatore Niceforo iniziò una campagna militare in Palestina ([465], pag. 40). È difficile non riconoscere in questa campagna quella lanciata dall’Imperatore Tiberio appena dopo la Crocifissione, che viene riportata in molte cronache medievali ecclesiastiche considerate oggi apocrife (vedi la “Lettera a di Pilato a Tiberio” nella “Passione di Cristo”, per esempio).

Citiamo il commento di uno storico moderno che riguarda la data della campagna Palestiniana di Niceforo: “Le truppe di Niceforo non raggiunsero mai la Palestina; dev’essere citato per fare corrispondere la campagna a qualche simbolismo religioso…. Sebbene le idee delle crociate non fossero così popolari a Bisanzio, Niceforo, da parte sua, ne era invece molto coinvolto molto prima dei crociati Occidentali” ([465], pag. 186, Commento 63).

C’è anche uno strano resoconto riportato da Leo Diacono nella sua descrizione della campagna di Niceforo – dovrebbe riflettere la vera crocifissione. Cioè, ci dice che un certo Giudaista di Antiochia teneva nella sua casa un’icona che rappresentava Cristo crocifisso. Un giorno, infiammato d’odio contro l’icona la colpì con un oggetto affilato (cf. “La lancia di Antiochia”). Seguì un miracolo che fece fuggire terrorizzati lui e i Giudaisti che lo circondavano ([465], pagg. 39-41).

Questo racconto è facile da riconoscere come una versione della storia della Crocifissione Evangelica. La trama è virtualmente la stessa – i Giudei odiano Cristo, lo crocifiggono e lo feriscono in un fianco con una lancia, ma la successiva eclissi solare e terremoto li fanno disperdere terrorizzati, come descritto nei Vangeli. Questo è un esempio eccellente di come gli eventi Evangelici sono stati corretti quando sono emersi nei posti cronologicamente sbagliati. Il testo originale è arrivato nelle mani di qualche storico del XVI-XVII secolo, abbastanza diligente da tenere intatta la storia “dislocata” di Cristo, alterandone semplicemente il testo nel modo più semplice che poteva, rimpiazzando Cristo con un’icona di Cristo e i sacerdoti Giudei con imprecisati Giudaisti ecc.

La versione Scaligeriana della cronologia erroneamente data il racconto di Cristoforo al X secolo.

Alla fine dell’XI secolo, che è l’epoca della Prima Crociata, la Lancia di Antiochia riemerge di nuovo. I Crociati lottavano per mettere le mani sulla sacra reliquia durante il lungo assedio di Antiochia nel 1098 ([287], pagg. 83-95). Gli storici moderni sono dubbiosi sulle credenze condivise dai crociati e cioè che la lancia che aveva trafitto il fianco di Gesù fosse nell’Antiochia assediata. E se avessero ragione i crociati?

Si presume che Antiochia sia stata conquistata solo dai crociati, senza la partecipazione delle truppe Romeane (o “Bizantine”). Comunque si sono registrazioni storiche della città di Tiro, che è proprio vicino ad Antiochia, conquistata dalle truppe Egiziane nel 1094, anch’essa dopo un assedio di tre anni: “Nel 1094, l’esercito Fatimide [Fatimide è il termine che gli storici utilizzano per la dinastia che presumibilmente governò Alessandria durante quell’epoca; in realtà l’esercito in questione apparteneva ai Romeani, o imperatori Romani, anche conosciuti come Faraoni - Aut.] marciò verso il Nord, stringendo d’assedio questo porto di mare [Tiro - Aut.] e prendendolo d’assalto 3 anni dopo, saccheggiando completamente la città” ([287], pag. 34). Ricordiamo anche il fatto che “Tyre/Tiro” si traduce come “Zar”, o “Zar-Grad”; perciò, Tiro era una capitale, così come Antiochia. Molto probabilmente, Antiochia e Tiro non sono altro che due differenti nomi della stessa città – per esempio, Costantinopoli era anche conosciuta come Zar-Grad. Molto probabilmente, la conquista di Costantinopoli del 1098 e la conquista di Tiro da parte degli Egiziani nel 1094 sono lo stesso evento datato all’epoca della Quarta Crociata (che era anche la Prima) del 1203-1204 d.c.

3 . RAPPORTI DEGLI EVENTI DEL XI SECOLO COME VENGONO RIPORTATI NELLE CRONACHE RUSSE
La datazione Scaligeriana del Battesimo della Russia, o 989 d.c., secondo le cronache Russe, è molto vicina alla datazione Scaligeriana degli eventi Evangelici Antiochiani, la differenza è solo di 20 anni.

Le cronache Russe citano un tremendo terremoto a Zar-Grad – così potente che viene ricordato nel Menaion (vedi sotto 26 Ottobre [Antico Stile], ricordi di Dmitriy di Solun). Questo terremoto fu anche descritto nelle cronache Bizantine – gli storici lo datano al 989 d.c. ( [465] , pagg. 91 e 222).

Riportiamo il resoconto di questo terremoto dato dallo storico Bizantino Leo Diacono:

“Gli osservatori di comete erano pieni di meraviglia… quello che si aspettava la gente, accadde... La sera del giorno in cui noi ricordiamo S. Dimitriy Martire, un grande terremoto come non si era mai visto rase al suolo le guglie di Bisanzio , distrusse molte case, che divennero tombe per i loro abitanti e spazzò via completamente i villaggi vicini avendo anche scosso e distrutto la cupola e il muro occidentale della grande chiesa… fu seguito da un orribile carestia, malattie, siccità, alluvioni e uragani... È lo stesso periodo in cui le colonne vicine a Eutropio furono distrutte dalle onde, e il monaco che stava lì incontrò un destino spaventoso nel mare infuriato. L'infertilità del suolo e tutte le altre piaghe ebbero luogo dopo la cauta della stella. Comunque, i futuri storici potranno spiegare tutto questo” ([465], pag. 91).

Leggendo questo resoconto, troviamo difficile scacciare il pensiero che l’edizione iniziale della “Storia” di Leo Diacono, quella che non è sopravvissuta, contenesse il ben familiare racconto Evangelico di tutti i disastri che accompagnarono la crocifissione di Cristo. È solo l’edizione che ha raggiunto i nostri giorni, la quale, come possiamo comprendere, fu compilata nell’Europa Occidentale nel XVI-XVII secolo, che ha la responsabilità di trasformare il testo di Leo Diacono in qualcos’altro, più in linea con la cronologia Scaligeriana. Nonostante ciò, vediamo ancora un riferimento diretto a Gesù Cristo!

Il monaco che morì sulla cima della sua colonna come citato in [465], pag. 91, rimpiazza probabilmente Gesù Cristo crocifisso, e identifica la stella citata da Diacono come la Stella di Betlemme. Ancora, i Vangeli Greci non si riferiscono a una “crocifissione”, ma piuttosto alla morte sulla cima di un palo”, o colonna (vedi [123], colonna 1151). Se ci procuriamo una traduzione letterale dai Vangeli Greci, troveremo il resoconto di Cristo che muore sulla cima di una colonna, che è proprio ciò che vediamo nel testo di Diacono.

I commentatori moderni non hanno idea dell’identità del “monaco” citato da Leo Diacono. Viene citato in ogni agiografia ( [465] , pag. 223, Commento 75). E che senso ha il misterioso riferimento ai “futuri storici” che pare completamente fuori contesto? vedi [465], pag. 223, Commento 76).

Comunque, Diacono si riferisce a Gesù Cristo, è facile capire cosa intende Diacono – si riferisce alla Seconda Venuta nel consueto stile medievale.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 9 Mesi fa #33484 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
"ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani" - Atti 11,26

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
4 Anni 8 Mesi fa #33618 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n693/mode/2up
pagg. 672-675

4 . VERSIONI ORIENTALI DELLA CRISTIANITÀ
Secondo la nostra ricostruzione, la Cristianità arrivò in India, Cina e Giappone durante La Grande Conquista “Mongola” del XIV-XV secolo. A proposito, abbiamo qui delle similarità fonetiche - Krishna e Cristo, Delhi e Delfi etc.

Molti esperti di storia delle religioni hanno notato i parallelismi tra la Cristianità e il Buddismo, a cominciare dal XIX secolo (vedi [918] e [919]).

Il tempo della vita del primo Buddha, o il principe Indiano Sakyamuni, è datato a tempi immemorabili dagli storici di oggi. Comunque, ci era noto dal XIX secolo che la sua biografia sia quasi parola per parola un resoconto della Agiografia di S. Iosafat, il Principe della Grande India (vedi il Menaion al 19 Novembre, Stile Antico).

Questa sorprendente similarità è stata discussa da molti studiosi, ma non è mai stata citata al di là della letteratura specialista ( [665] ). Tuttavia, l’agiografia di Iosafat, Principe della Grande India, oggi quasi dimenticata, è stata parte di un lavoro letterario ecclesiastico molto popolare del XV-XVI secolo, cioè, “Il Racconto di Barlaam e Iosafat”. È sufficiente dire che i manoscritti di questa opera ci hanno raggiunto “ in più di 30 lingue Europee, Asiatiche e Africane: una in Pahlavi, cinque in Arabo, una in Persiano e una in Uigu; due versione Georgiane… una versione Greca… due versioni Latine… traduzione in Slavonico Ecclesiastico, Armeno, Etiopico, nove manoscritti Italiani, altri otto in Francese Antico, cinque in Spagnolo, altre in Provenzale, Retoromanzo, Portoghese, Tedesco, Ceco, Polacco, Inglese, Irlandese, Ungherese e Olandese” ([665], pag. 3).

Gli storici sono dell’opinione che l’agiografia di S. Iosafat fosse inizialmente scritta in Greco nel XI secolo d.c. In più, “Le Reliquie di S. Principe Iosafat divennero conosciute al pubblico nel XVI secolo. Inizialmente erano conservate a Venezia; comunque, nel 1571 Luigi Mocenigo, il Doge Veneziano, le diede a Sebastiano, Re del Portogallo, in regalo” ([665], pag. 11).

Il corpo di Cristo potrebbe essere stato portato via da Costantinopoli nel 1204?

La pagina del titolo di molti manoscritti Greci del “Racconto di Barlaam e Iosafat” (ce ne sono almeno 50 conosciuti oggi) dicono che la storia “è arrivata dall’India, un paese in Etiopia, alla città Santa di Gerusalemme col Frate Giovanni” ([665], pag. 7).

Citiamo alcune prove, a questo proposito, di uno strano evento del presunto anno 1122.

“C’è un resoconto anonimo di un cero Patriarca Indiano Giovanni che visitò Roma quell’anno… Il Patriarca era inizialmente arrivato in Occidente per ricevere il pallio dell’Arcivescovo in Bisanzio per confermare il suo rango, il quale gli fu conferito dopo la morte del suo predecessore. Comunque, i Bizantini gli dissero che la capitale del mondo era a Roma” ([722], pag. 249).

Quello che vediamo è una traccia delle dispute sulla localizzazione di Roma, ovvero la capitale del mondo. Evidentemente la cosa non era ovvia per la gente dell’epoca e richiedeva argomentazioni.

La teoria mistica della metempsicosi, che normalmente viene considerata assolutamente Orientale e inerente alla tradizione Buddista, è stata tuttavia piuttosto comune per la tradizione Ecclesiastica Cristiana del XIV-XVII secolo, parecchio prima del XIX secolo, che è quando gli Europei fecero la prima conoscenza delle religioni Orientali.

La teoria della metempsicosi veniva considerata eretica; si presumeva fosse originata in Grecia e ascritta a Pitagora. Per esempio, l’opera intitolata ‘Una Breve Revisione di Tutte le Eresie’ di S. Epifanio, Vescovo di Creta”, che è stata inclusa perfino in molti almanacchi ecclesiastici, cita la metempsicosi proprio all’inizio:

“I Pitagorici, conosciuti anche come Peripatetici, rigettano l’unità e la volontà del Signore, e vietano anche sacrifici alle divinità. Pitagora ha predicato che nessun essere vivente doveva essere mangiato e che bisognasse anche astenersi dal... [posto sconosciuto]… Pitagora aveva insegnato anche che le anime si incarnavano nei corpi di altri esseri viventi dopo aver lasciato i corpi morenti...” ([430]).

Questa descrizione può anche essere applicata alla tradizione Buddista. Questo rende plausibile che il Buddismo sia stato anche di origine Bizantina.

Citiamo le “quattro principali eresie” elencate da Epifanio:
1) Barbarismo, o nessuna tradizione religiosa.
2) Eresia Scita – adorazione di ancestrali spiriti animistici.
3) Eresia Ellenistica - politeismo.
4) Giudaismo – negazione del Nuovo Testamento.

La cosa strana della lista è che Epifanio usa dei termini per riferirsi alle confessioni religiose come ad opposti gruppi etnici, che come siamo abituati a trattarle Il contesto di questo lavoro rende palese che egli stesse descrivendo religioni contemporanee, il che rende i Barbari, gli Elleni e gli Sciti gruppi religiosi medievali.

5. LA CREAZIONE DEL CANONE BIBLICO E LA SUA CRONOLOGIA
5.1. La storia esoterica dei canoni Biblici
La Bibbia è di regola divisa cronologicamente in due parti - l’Antico Testamento, o i libri scritti prima di Cristo, e il Nuovo Testamento, o i libri scritti dopo Cristo. Da qui l’opinione che Cristo non può essere menzionato da nessuna parte nell’Antico Testamento, poiché il concetto stesso di Cristianità non poteva esistere all’epoca. Molti esempi Biblici provano questa opinione assolutamente sbagliata, come segnaleremo più avanti.

Uno dei principali risultati della cronologia statistica (spiegata da A. T. Fomenko in Chron1 e Chron2) afferma che l’Antico Testamento e il nuovo Testamento si riferiscono cronologicamente nella Bibbia alla stessa epoca. I due testamenti riflettono le due tradizioni che coesistevano e si sono sviluppate fianco a fianco. Inoltre sono rimaste la stessa tradizione per un certo periodo prima di dividersi in due.

In Chron1 e Chron2 dimostriamo che i libri storici dell’Antico Testamento, come i Libri dei Giudici, Samuele, Re e Cronache si riferiscano alla storia Europea del XI-XVI secolo d.c.

È conoscenza comune che la Bibbia consista di due parti, l’Antico e il Nuovo Testamento. L’Antico Testamento si presume sia stato creato dalla tradizione Giudaica, parecchio prima della nuova era, mentre il Nuovo Testamento era stato presumibilmente scritto dai Cristiani dopo l’avvento di Cristo. Queste due parti della Bibbia sono perciò separate da diversi secoli nella cronologia consensuale.

Questa piuttosto comune concezione della storia Biblica è per la maggior parte corretta; comunque, è erronea cronologicamente. È vero che i libri disponibili inclusi nell’Antico Testamento erano scritti all’interno della tradizione Giudaica, mentre il Nuovo Testamento era stato scritto dai Cristiani – comunque, entrambe le tradizioni sono successive al XII secolo, o il tempo della vita di Gesù Cristo.

Non si può sfuggire alla seguente domanda. Se l’Antico Testamento è stato scritto dopo Cristo, e quindi corretto dai rappresentanti della tradizione Giudaica, considerata ostile ai Cristiani, come può essere diventato parte della moderna Bibbia Cristiana? La risposta è semplice – non era parte della Bibbia fino alla fine del XVI secolo.

Il moderno canone della Bibbia fu compilato da libri individuali e canonizzati come tali al Concilio di Trento della Chiesa Cattolica Romana nella seconda metà del XVI secolo come minimo. Questo era il tempo in cui la tradizione cronologica di Scaligero era già divenuta consensuale in Occidente; questa tradizione considerava la Tradizione Biblica Giudaica e la Cristianità separate da un intervallo di diverse centinaia d’anni. Perciò, nessuno poteva credere che questa tradizione fosse ostile alla Cristianità o domandarsi se fosse il caso di includere il canone Giudaico nella Bibbia Cristiana.

Infatti, non c’è una singola Bibbia Cristiana completa nel significato moderno del termine che sia stata pubblicata prima del Concilio di Trento. Questo riguarda sia le Bibbia Greche e Slavonico Ecclesiastiche come anche le controparti Latine.

Il famoso specialista in storia ecclesiastica, A. V. Kartashov, ci dice quanto segue: “La Bibbia di Ostrog del 1580-1581 è la prima Bibbia stampata nell’intero mondo Ortodosso Orientale, come anche la prima Bibbia scritta a mano in Russia è quella… compilata nel 1490 da Gennadiy, l’Arcivescovo di Novgorod” ([372], Volume 1, pag. 600).

In più, si scopre che “la prima Bibbia Greca stampata in folio fu pubblicata a Mosca nel 1821 per iniziativa del Sacro Sinodo; questa pubblicazione fu appoggiata da due ricchi patrioti Greci – i fratelli Zosimadas… dopo questa iniziativa, il Sinodo della Chiesa Greca, riemerso dopo la ribellione del 1821, decise di “copiare” questa Bibbia Moscovita in Greco, il che fu fatto prontamente dalla ricca casa di stampa Inglese SPCK ... nel 1843-1850” ([372], Volume 1, pag. 600).

I pochi manoscritti della Bibbia datati all’epoca che precede il Concilio di Trento furono trovati solo nel XIX-XX secolo. La loro datazione è pura propaganda e non ha nulla a che vedere con la realtà (vedi Chron6 per maggiori dettagli).

La correzione dell’Antico Testamento per renderlo più vicino alla interpretazione Ebraica nel senso moderno della parola, continuò nel XIX secolo (vedi altro su questo nei commenti a [845] ). Un confronto dei testi Biblici del XVI-XVII secolo con la Bibbia moderna rivela l’enfasi degli editori: Nel Libro dei Salmi “Cristo” viene rimpiazzato da “L’Unto”, un “vescovo” diventa un “uomo di potere”, un “altare”, un “davir” e così via. Gli editori stavano ovviamente rimuovendo i simbolismi Cristiani e la terminologia dall’Antico Testamento.

Per esempio, confrontiamo i frammenti rispettivi che si riferiscono alle decorazioni del Tempio di Salomone in Gerusalemme secondo il testo della Bibbia di Ostrog, pubblicato da Ivan Fyodorov proprio alla fine del XVI secolo ([621]) e la moderna traduzione Sinodale. Vediamo che la descrizione data dalla Bibbia di Ostrog si potrebbe riferire anche alle decorazioni di una chiesa Cristiano Ortodossa. Si fa riferimento a un altare , separato dal resto del tempio da una parete, conosciuta anche come iconostasi, il testo descrive un “kiot”, o il posto dove le icone più adorate sono tenute nei templi Ortodossi. Il tempio stesso è chiamato chiesa. Gli autori della traduzione Sinodale hanno fatto del loro meglio per far assomigliare cosi’ poco la descrizione del Tempio di Salomone ad una chiesa Cristiana quant’era umanamente possibile. In generale, i testi di entrambe le Bibbie contengono significative discrepanze. Il fatto che l’edizione più recente sia anche la più tendenziosa è assolutamente ovvio. Ulteriori dati sulle correzioni alla Bibbia nel XVI-XVII secolo in Chron6.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Tempo creazione pagina: 0.403 secondi
Powered by Forum Kunena