Nuova Cronologia

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5 Anni 1 Mese fa #31448 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31476 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
@ gio65
Ho corretto la datazione, mi risulta 700 a.c.
In realtà mi riferivo erroneamente solo al crollo improvviso del parametro D ma certamente non era un errore da niente.
Purtroppo le mie conoscenze bibliche non sono all'altezza e ho qualche difficoltà a cogliere al volo tutti i riferimenti che sono stati fatti anche nei post precedenti. Se fosse possibile in futuro spiegare i passaggi dei ragionamenti per i "diversamente esperti" sarebbe indubbiamente più semplice per me seguire l'evolversi della discussione.
Già faccio fatica a non affogare con Fomenko...
Giuda-Iskar...
Il bacio romano non l'avevo mai sentito...:wink:
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5 Anni 1 Mese fa #31479 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia
Se hai compresa l'origine, ancora oscura, di Giuda che con un bacio rivela sì Gesù, ma ancor più se stesso, non è difficile spiegare.
Infatti, come i protetti (clientes) omaggiavano i patrones (protettori), così Giuda (discepolo) omaggia il maestro (Gesù) con un gesto tipicamente romano: il bacio.
Questo significa che Iscariota non fa riferimento a qualche ancora ignoto villaggio, ma a Roma di cui Giuda o aveva la cittadinanza o ne era proprio originario.
Ora devi seguirmi con semplicità: non tutti sanno che nel 35 d.C., l'esatto anno in cui io sostengo sia avvenuta la crocefissione, l'impero volle una relazione sui fatti Gerosolomitani (A, Torresani, Storia della chiesa) e quella relazione è ciò che diverrà il Vangelo di Luca, che non a caso è indirizzato all'Illustre Teofilo che è Tiberio in persona, il quale, è ovvio, pretese una relazione: c'era stata una condanna a morte di colui che diceva di essere non solo la Verità, ma il figlio di Dio (Mt 27,54) e questa sua affermazione, unita al Re dei Giudei, come si legge nel Titulus Crucis (il celebre INRI), l'aveva fatta di fronte a Pilato che non a caso, si legge nei Vangeli, ha paura, anzi, "ancora più paura" (Gv 19,8) a crocefiggerlo.
Per cui, quando alla Sua morte, si scatena un terremoto e avviene un eclissi improvvisa, Pilato è terrorizzato e non può non informare l'impero, cioè Tiberio, che qualcosa di colossale è avvenuto a Gerusalemme e testimoni oculari di un terremoto e d un eclissi non sono le voci di popolo, ma lui stesso e i soldati romani (il centurione), per cui Tiberio vuole occuparsi personalmente della questione e chiede una relazione dettagliata che è appunto quella che giunge l'anno stesso della crocefissione, cioè il 35 d.C.: il Vangelo di Luca che s'indirizza, infatti all'Illustrissimo Teofilo
Ecco allora che si avvia il processo di conversione dell'impero che infatti ha, nella conversione delle classi alte, il suo paradosso evidente e non ancora spiegato: il Vangelo dei poveri e degli ultimi, converte, a Roma, per prima le classi alte, cioè colte. Questo perché l'imperatore in persona fu il primo a essere colpito dal germe del cristianesimo che da lì si propagò a tutto l'establishment.
Adesso ricordati di Giuda detto l'Iscariota, cioè di Iskar , ergo di Roma che dunque convertendosi assunse il leitmotiv di quella relazione che giunse nelle mani di Tiberio:: l'amore e si battezzò, in suo nome, Amor per poi divenire, pervertendosi, Roma, cioè il suo palindromo perfetto che per primo un poeta, Pascoli, ha colto non adducendolo a un caso.
Quello che devi capire è che con Gesù, l'impero non si trovò di fronte a una delle migliaia di crocefissioni, ma con il centurione gridò: "Costui era era veramente il figlio di Dio!" (Mt 27,54) e questo scosse nel profondo l'impero che subito volle essere informato dei fatti avviando lui stesso un processo di conversione che da Iskar lo portò ad Amor e poi a Roma.
Se capisci questo, capirai che la mod ha commesso un grosso errore a chiudere la discussione su "Che cosa è la verità?" di Pilato, perché è lì la chiave di tutto: un impero che aveva raggiunto l'apice di un'umanità che non poteva e mai andò oltre per cui solo una teofania poteva infrangere il limite raggiunto. E' una storia bellissima, così, Secondo me.

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5 Anni 1 Mese fa #31500 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
:ok:

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5 Anni 1 Mese fa #31507 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
2 elementi interessanti al volo:
1) Il drago sembra essere stato il simbolo della Tartaria:
www.stolenhistory.org/data/attachments/1...b9f9d13b2f6c9224.jpg
ma S. Giorgio = Gengis Khan uccide il drago. Mi manca il nesso che, però, probabilmente c'è.

2) Il grido di guerra dei Cosacchi era "Urà",
da lì dovrebbe essere passato nel resto d'Europa. L'Oxford Dictionary lo dichiara senza problemi ma finisce lì.
Il fiume Volga veniva anche chiamato Ra. Magari è solo una coincidenza o magari no.

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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31508 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia

Italo ha scritto: 2 elementi interessanti al volo:
1) Il drago sembra essere stato il simbolo della Tartaria:
www.stolenhistory.org/data/attachments/1...b9f9d13b2f6c9224.jpg
ma S. Giorgio = Gengis Khan uccide il drago. Mi manca il nesso che, però, probabilmente c'è.

2) Il grido di guerra dei Cosacchi era "Urà",
da lì dovrebbe essere passato nel resto d'Europa. L'Oxford Dictionary lo dichiara senza problemi ma finisce lì.
Il fiume Volga veniva anche chiamato Ra. Magari è solo una coincidenza o magari no.

Non so, Italo, se il drago a cui allude il tuo post sia quello descritto in Apocalisse, mentre sono certo che il limite di Fomenko sta nell'approccio al problema che è esclusivamente scientifico, quando è sapienziale.
Questo significa che la tattica si sviluppa in terra, ma la strategia in cielo; che la scienza prova, ma la sapienza spiega.
La battaglia, allora, si sposta, dalla terra, nei cieli e quando comprendi questo tutto ilo teatro di guerra, cioè la sua strategia e i suoi obbiettivi divengono chiari.
Non è solo retaggio del passato la locuzione figli della luce e figli delle tenebre; non è retaggio Cristo e l'ante-Cristo (ho volutamente scritto ante e ci sarebbe molto da dire) e non è retaggio Dio e Satana: sono tutti aspetti del problema, quello che ha prodotto il Grande falso nella cronologia biblica, non a caso biblica.
Compreso questo, Fomenko stringerà in pugno il bandolo della matassa e potrà iniziare a dipanarla, altrimenti si perderà in un dedalo d'ipotesi che fanno capo a un potere scopo della falsificazione, senza sapere mai, però, quale potere e di chi.
No, Giosuè, Fomenko non ha tirato acqua al suo mulino, perché se molte delle vicende lui le ha ricondotte e collocate in Russia, lo ha fatto per dare un senso al Grande inganno, senza comprendere, però, che se anche è vero che c'è un'altra storia russa, è altrettanto vero che essa è stata attaccata perchè forse depositaria di un verità storica e di fede che trascendeva essa stessa e dunque non è la protagonista, ma solo un obbiettivo della Grande guerra che si combatte lassù nei cieli
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5 Anni 1 Mese fa #31509 da Temesvar
Risposta da Temesvar al topic Nuova Cronologia
Che il 25 dicembre non sia la “data di nascita di Gesù” lo sa qualunque studioso di storia delle religioni da secoli, e più di 30 anni fa lo disse perfino il papa!

ricerca.repubblica.it/repubblica/archivi...testa-il-natale.html

www.flickr.com/photos/sardosono/5224522432

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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31510 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia
Non essere al corrente che la data del 25 dicembre è discussa significa non conoscere i TdG.
Il problema è che fino ad ora non c'erano alternative che fosse possibile provare.
E' dai martirologi giuliani scampati al certo rastrellamento, quelli magari conservati in biblioteche e collezioni private, che emergerebbe la verità del Natale agostano
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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31511 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia

gio65 ha scritto:

FZappa ha scritto:

gio65 ha scritto: @Zappa prima di fornire le sue davvero interessanti fonti, penso abbia letto il contesto che ho cercato di illustrare che rivela, credo, un'impossibilità logica e storica del Natale dicembrino. Capirà che, a fronte di quella che io ritengo un'evidenza, è perfettamente inutile che lei mi fornisca M. ufficiali perché assolutamente non attendibili, poiché qualora si fosse realmente fatto "scivolare" il Natale, chi lo ha fatto si sarà certamente premunito da ricerche tese a scoprire la verità che avrebbe poi chiesto impossibili ragioni del fatto, sia pure simboliche, mettendo in imbarazzo l'intera cristianità.
Questa discussione, forse le sfugge, è in Nuova cronologia, cioè nel grande falso e dunque non meravigli se crediamo che le fonti debbano essere valutate cum grano salis.
Ps: sto dicendo, in soldoni, che chi cerca lo deve fare oltre l'ovvia censura


Forse ti sfugge quello che TU hai scritto ed io ho copiato nel post precedente…
Tu hai scritto: “…<em>.la Chiesa stessa aveva un altro Natale fermo al 10 agosto……La prova dunque della truffa è nel calendario liturgico o martirologio cattolico precedente il 1587 per cui è sufficiente una ricerca negli archivi e biblioteche diocesane….”</em>

A fronte di queste TUE ipotesi, io ti ho solo DIMOSTRATO, con qualche prova, che:
- NON c’è stata nessuna “truffa” perché la Chiesa, a partire dal IV secolo, aveva stabilito che Natale fosse il 25 dicembre
- tutti i M. cattolici, anteriori al 1587, riportano il 25 dicembre come data di nascita di Gesù
- è INUTILE, oltre che (quasi) impossibile, cercare documenti negli “archivi diocesani”, visto che per libri e documenti antichi non c’è più il diritto d’autore, per cui, in molti casi, sono stati digitalizzati e sono sul web GRATIS a disposizione di tutti

ALTRA e DIVERSA questione è se il 25 dicembre sia la “vera” data di nascita di Gesù; come già avevo scritto, se trovo il tempo (e la voglia) qualcosa posso dire anche su questo……

Ti allego i link da cui ho tratto gli estratti del post precedente che fanno parte di quei documenti che lamenti di non poter consultare perché disponibili solo per gli “accademici” mentre invece sono liberamente a disposizione di tutti coloro che abbiano la volontà di documentarsi e studiare.

M. di Beda (VIII secolo) nell’edizione stampata nel 1564
books.google.it/books?id=GRg8AAAAcAAJ&pr...#v=onepage&q&f=false

M. di Usuard (VIII secolo) nell’edizione Lovaniense del 1568 integrata con altri M.; è solo una delle tante edizione del M. d’Usuard che fu quello di maggior successo ed ebbe decine di ri-edizioni, annotate e studiate, anche recenti.
books.google.it/books?id=Fb36fSBlfwYC&pr...ium%20usuard&f=false

M. Romano, in una edizione del 1662; anche per questo, ovviamente, le ri-edizioni furono innumerevoli a partire dal 1587
books.google.it/books?id=_SVSAAAAcAAJ&pr...artyrologium&f=false

PS. Forse ti sfugge che non è sufficiente scrivere un post su “Nuova Cronologia” perché tutte le ipotesi, anche le più strambe, diventino automaticamente corrette e condivise. Il Forum serve appunto a discutere e verificare le ipotesi, portando PROVE , in un senso o in un altro: è ciò che io ho fatto.

1 Sono personalmente convinto che non sia vero quanto si dice circa l'adeguamento del giuliano al gregoriano, cioè che slittò soltanto in avanti di 11 giorni. Penso, in realtà, che sia entrata in vigore la truffa denunciata da Robert Newton relativa all'intera cronologia tolemaica, che sostituì la cronologia biblica e con essa quella del Vicino Oriente.
2 Permettimi, ma è la presenza dei miei post in Nuova cronologia che consiglia, ipotetici collaboratori, a seguire non le vie di ricerca mappate, ma i sentieri d'archivio. Infatti, se quella truffa c'è stata, e dico se, certamente avrà coinvolto non solo le edizioni principali e conosciute, ma avrà cercato di sviare qualsiasi tentativo di ricerca della verità, perché davvero la faccenda è troppo grossa
3 Sei intervenuto a discussione già avviata tra me e Giosuè, per cui davvero stavolta ti è sfuggito che LUI ha scritto che io non avrei avuto accesso agli archivi, trovando la cosa persino giusta in nome di una tutela del patrimonio archvistico.
4 Concordo pienamente sul fatto che la questione è, in fondo, se il 25 dicembre sia e possa essere la vera data del Natale, perché tutto, o quasi, suggerisce davvero un'altra data, altrimenti non impazzisce solo la costante D Newtoniana, ma tutti, dall'impero a Carlo Magno, passando da Giuseppe e i pastori.
6 Sapessi quante "ipotesi strambe" ho incontrato in 25 anni di ricerca, in primis quella relativa ed accettata dall'ecumene degli studiosi circa la ricostruzione delle mura di Gerusalemme che ha messo tutti di fronte all'assurdo, ma hanno chiuso gli occhi.

Ciao Zappa, spero vivamente che tu legga questa mia tardiva risposta perché debbo ringraziarti e molto.
Tua hai provvidenzialmente linkato il Martirologio di Beda del 1564 ed io, che stamattina ho tempo, l'ho sfogliato senza trovare, è vero, la prova cercata relativa al Natale fermo al 10 agosto, ma solo (è l'unico o ben guardare c'è altro?) un indizio fondamentale che ti illustrerò.
Come sai, Santo Stefano, protomartire, è celebrato il 26 dicembre, cioè il giorno dopo Natale.
E' opportuno, allora, conoscere se sia sempre stato così, cioè al 26 dicembre per dedurre una costante che smonterebbe la mia ipotesi.
Invece, con mia sorpresa, leggo dal Beda che a Gerusalemme (proprio a Gerusalemme direi, cioè laddove era stato lapidato e la memoria era più viva) cadeva alle calende di agosto, per cui, se la logica di questa festività è stata fatta salva dal M. del 1584, essa è stata trasferita a dicembre, quando si è deciso che fosse Natale, ma in realtà, alla luce di questa scoperta dovuta alla tua collaborazione, anche il Natale si celebrava ad agosto e per questo in quel mese cadeva Santo Stefano primo martire a nascere al cielo, per poi scivolare, seguendo il Natale, a dicembre, ma facendo salvo l'impianto cronologico originale che vuole S. Stefano dopo Natale.
Grazie, grazie mille!
Ultima Modifica 5 Anni 1 Mese fa da gio65.

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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31517 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
@gio65

Non so, Italo, se il drago a cui allude il tuo post sia quello descritto in Apocalisse, mentre sono certo che il limite di Fomenko sta nell'approccio al problema che è esclusivamente scientifico, quando è sapienziale.


Certamente un approccio esclusivamente scientifico non può essere sufficiente a schiarire un orizzonte così buio come quello che ha rivelato Fomenko. Qualsiasi altra branca del sapere che contribuisca a dare un senso al perché di tutto questo è utile. Fomenko ha dato un ossatura impressionante. Manca ancora la carne, il perché di tutto questo. Certo è il potere ma è ancora troppo generico.

A proposito del mio post precedente ho dimenticato il più e il meglio, Ra era anche il Dio Sole Egiziano e andare all'attacco invocando il nome di Dio è un'usanza militare ampiamente sfruttata. Se in Egitto stava la necropoli degli Zar la cosa avrebbe un senso chiarissimo. Mi sorprende che Fomenko non accenni a questo collegamento. Ci vorrebbe, a riprova di quanto detto in apertura, un filologo.
Ultima Modifica 5 Anni 1 Mese fa da Italo.

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5 Anni 1 Mese fa #31518 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Questo mio primo intervento vuole rifarsi a delle affermazioni del Sig. Pyter, utente di questo forum, riguardante una sua risposta "numismatica" del 2016, dove diceva
che prima dei XVI secolo non erano presenti coniazioni di monete in larga scala. Niente di più errato naturalmente. Queste affermazioni non possono venire da seri studiosi ( mi dica a quali studiosi faceva riferimento. Per tali faccio riferimento a studiosi numismatici, riconosciuti, con pubblicazioni scientifiche di ampio respiro, e non ciarlatani o complottisti -visto che qua si fa incetta di tali personaggi-. Non ce n'è uno, ed essendo un ricercatore numismatico, con accesso ai documenti di archivio -importanti archivi- posso confermare ciò che dico- ) poiché la stampa è una idea / scoperta a sé riguardante un altro emisfero. La stampa è arte, la moneta è un "oggetto" finanziario di diverse tipologie di metallo volto allo scambio commerciale. Nello studio numismatico ovviamente ci si rivolge anche all'arte riguardante l'incisione, ma specialmente allo studio del tempo circolante la moneta che si va a studiare.
Nello specifico del discorso posto anni fa: il conio esisteva già da prima del XVI e non è vero che la moneta venne coniata in larga scala solo a partire dalla nascita della stampa (XV secolo). Innanzi tutto in passato vi erano in uno Stato più zecche e non solo una; ognuna delle quali approntava sulla moneta il proprio simbolo: R per Roma ecc. , alle volte scrivendo il nome intero della città. Durante il Medioevo , causa anche in alcune zone la perdita della centralità della Corona, i feudatari coniavano monete proprie. In Italia, con i Comuni, ogni città coniava una propria moneta, ed anche in larga scala. Certo Lucca coniava sicuramente meno monete di Milano, come Milano o Siena ne coniavano meno di Roma che aveva in sé lo Stato Pontificio. I bizantini coniavano ad esempio maggiormente in Sicilia che a Roma e a Napoli (dove esisteva anche una propria produzione). I Normanni adottavano il sistema bimetallico basato su rame ed oro e coniavano in larga scala, mancanti però dell'argento, che prendevano da Pavia e da Lucca. La coniazione su larga scala in quel periodo va inquadrata nel nascente Regno di Sicilia: più il regno è vasto, più vi saranno coniazioni, più il potere centrale è forte più le zecche produrranno.
Se, tornando a ritroso di secoli, guardiamo all'Impero Romano, la coniazione era su larga scala senza ombra di dubbio, avendo Roma almeno 7 zecche all'interno della città stessa. Anche se dipendeva dagli imperatori. Oggi i collezionisti riusciranno a trovare monete da Augusto a Claudio con più difficoltà, o pagando di più, giacché monete più rare rispetto agli anni di Nerone e Domiziano; ma questo vuole essere un altro discorso e rimando ai particolari di coniazione antica a chi si occupa del settore delle antichità numismatiche, visto che il mio campo di ricerca riguarda la monetazione prevalentemente dal XVIII secolo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, degli Stati Preunitari italiani, compreso lo Stato Pontificio, per poi passare al Regno. Tutte le monete erano coniate tramite dei decreti ovviamente, quindi con approvazione di un Re.
Dal XVI secolo la coniazione su larga scala di monete aumenta, ma ovviamente, pur aumentando, ci saranno sempre monete più rare e meno rare; così come possono esserci delle lattine di Coca Cola rare e comuni (per chi le colleziona).
Faccio ora un piccolo esempio di tirature di monete, non del XVI secolo, ma più vicino a noi:
sotto papa Leone XII (1823-1829) c'era una fiorente coniazione di Quattrini anziché di Scudi Romani. I Quattrini ad esempio, coniati dal 1824 al 1826 furono 300.000, gli Scudi, dagli 1825 al 1826 furono 9.672. Entrambi coniati in larga scala (ovviamente bisogna sempre vedere di che Stato si parla; sé grande, piccolo, importante o meno importante, e quindi l'epoca) ma con tirature diverse. Sicuramente in giro vi erano meno monete d'oro che d'argento o rame. Se poi vediamo il Grosso (Mezzo Paolo) di Pio VII, in due anni (1815-1817) ne vennero coniati 47.580, ma ovviamente non era l'unica moneta, giacché venivano coniati Quattrini (sino al 5° tipo), Baiocchi, Mezzo Baiocco, Scudi ecc). Se andiamo da Gregorio XVI a Pio IX assistiamo sempre ad una monetazione in larga scala (ovviamente l'ottocento fu un epoca dove si coniava molto -forte di questa grande monetazione fu anche l'epoca che vide l'affermarsi della locomotiva ecc-, ma anche prima). Anche le monete d'oro, ad esempio, furono coniate in misura maggiore. Prendiamo ad esempio lo Scudo d'oro fatto dal 1858 al 1864; ne furono coniati 987.821 pezzi, e parliamo di oro, quindi una moneta non ad appannaggio del popolo, ma bensì di ambasciatori, nobiltà ecc, ed anche da collezione (visto che, come per le medaglie papali, nell'ottocento esisteva il collezionismo numismatico così come oggi -c'è chi colleziona Euro circolanti e chi Euro commemorativi argentei e aurei, in modo da essere tesaurizzato-).
Passiamo ora ai Savoia. Con il Regno d'Italia, che ricopriva milioni e milioni di persone, a differenza dello Stato Pontificio che ne raggruppava un numero di molto inferiore, la coniazione su larga scala raggiunge vertici molto alti(ma anche qua vi sono monete rare e monete comuni, come appunto per ogni cosa). Porto ad esempio le 2 Lire Impero, coniate fra il 1936 ed il 1943, raggiungendo i 18.550.070 esemplari. Nella numismatica non serve la sola tiratura per stabilire la rarità della moneta. Di questa moneta, per esempio, nel '41 vennero coniate 1:865.000 esemplari, mentre l'anno dopo 2.450.000 ma ed è questo l'anno più raro, anche se con coniazione maggiore. Se prendiamo invece, tornando a retro ma sempre stando nel Regno, per l'anno 1863, troviamo le 2 Lire, coniate solamente quell'anno, che raggiunsero i 4.000 di esemplari (naturalmente dobbiamo paragonare il tutto alle persone presenti in Italia, e tenendo conto che,assieme alla moneta metallica, sia essa aurea, bronzea, argentea o di rame ed altri metalli, esisteva anche la cartamoneta) ; dei quali rari sono quelli coniati non nella zecca di Napoli, ma di Torino. Nel XIX secolo un esemplare che raggiunge importati vertici di tiratura,fu la Lira coniata fra il 1883 ed il 1900 (si possono leggere per le tirature, le Leggi, i Regi Decreti) da 835 millesimi, che sostituiva la precedente , sempre in argento, di 900 millesimi (Legge del 24 agosto 1862, 788 - che autorizzava importanti emissioni fino a tirature esorbitanti. Le leggi erano valide fino ad altre leggi che le invalidavano; come è sempre stato). Tale moneta raggiunse la tiratura di 26.487.582 esemplari.
Come vede Sig. Pyter, certo dopo il XVI secolo si coniò in larga scala, però (anche se mi sono concentrato maggiormente sugli ultimi due secoli per gli esempi) anche nel Medioevo , come in età antica, si coniava in larga scala a seconda del Governo di uno Stato, a seconda se a coniare fossero re o signori feudali. Nel Rinascimento poi, con l'avvento delle banche, ed in modo particolare quelle toscane, le coniazioni iniziarono ad essere più "importanti". Non dimentichiamo che i Medici di Firenze erano i banchieri dei papi, dove gli stessi depositavano le fortune, anche personali, in moneta.
PS esaustivo fu l'intervento di un utente (Tizio.8020) che Le rispose in merito alla coniazione di monete nel Medioevo, sempre in quel 2016

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5 Anni 1 Mese fa #31519 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Lei cosa pensa dell'aumento della coniazione di monete nei XVI secolo? Secolo nel quale vede anche affermarsi l'arte della medaglia

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5 Anni 1 Mese fa #31520 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Premetto che sono entrato, mi sono registrato a questo forum non per polemizzare. Mi sono registrato per curiosità, avendo un collega che mesi fa si iscrisse. Incuriosito, eccomi qua, anche se il tempo è quello che è. Spero comunque di essere celere nel rispondere

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5 Anni 1 Mese fa #31521 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia

Marcipus ha scritto: Questo mio primo intervento vuole rifarsi a delle affermazioni del Sig. Pyter, utente di questo forum, riguardante una sua risposta "numismatica" del 2016, dove diceva
che prima dei XVI secolo non erano presenti coniazioni di monete in larga scala. Niente di più errato naturalmente. Queste affermazioni non possono venire da seri studiosi ( mi dica a quali studiosi faceva riferimento. Per tali faccio riferimento a studiosi numismatici, riconosciuti, con pubblicazioni scientifiche di ampio respiro, e non ciarlatani o complottisti -visto che qua si fa incetta di tali personaggi-. Non ce n'è uno, ed essendo un ricercatore numismatico, con accesso ai documenti di archivio -importanti archivi- posso confermare ciò che dico- ) poiché la stampa è una idea / scoperta a sé riguardante un altro emisfero. La stampa è arte, la moneta è un "oggetto" finanziario di diverse tipologie di metallo volto allo scambio commerciale. Nello studio numismatico ovviamente ci si rivolge anche all'arte riguardante l'incisione, ma specialmente allo studio del tempo circolante la moneta che si va a studiare.
Nello specifico del discorso posto anni fa: il conio esisteva già da prima del XVI e non è vero che la moneta venne coniata in larga scala solo a partire dalla nascita della stampa (XV secolo). Innanzi tutto in passato vi erano in uno Stato più zecche e non solo una; ognuna delle quali approntava sulla moneta il proprio simbolo: R per Roma ecc. , alle volte scrivendo il nome intero della città. Durante il Medioevo , causa anche in alcune zone la perdita della centralità della Corona, i feudatari coniavano monete proprie. In Italia, con i Comuni, ogni città coniava una propria moneta, ed anche in larga scala. Certo Lucca coniava sicuramente meno monete di Milano, come Milano o Siena ne coniavano meno di Roma che aveva in sé lo Stato Pontificio. I bizantini coniavano ad esempio maggiormente in Sicilia che a Roma e a Napoli (dove esisteva anche una propria produzione). I Normanni adottavano il sistema bimetallico basato su rame ed oro e coniavano in larga scala, mancanti però dell'argento, che prendevano da Pavia e da Lucca. La coniazione su larga scala in quel periodo va inquadrata nel nascente Regno di Sicilia: più il regno è vasto, più vi saranno coniazioni, più il potere centrale è forte più le zecche produrranno.
Se, tornando a ritroso di secoli, guardiamo all'Impero Romano, la coniazione era su larga scala senza ombra di dubbio, avendo Roma almeno 7 zecche all'interno della città stessa. Anche se dipendeva dagli imperatori. Oggi i collezionisti riusciranno a trovare monete da Augusto a Claudio con più difficoltà, o pagando di più, giacché monete più rare rispetto agli anni di Nerone e Domiziano; ma questo vuole essere un altro discorso e rimando ai particolari di coniazione antica a chi si occupa del settore delle antichità numismatiche, visto che il mio campo di ricerca riguarda la monetazione prevalentemente dal XVIII secolo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, degli Stati Preunitari italiani, compreso lo Stato Pontificio, per poi passare al Regno. Tutte le monete erano coniate tramite dei decreti ovviamente, quindi con approvazione di un Re.
Dal XVI secolo la coniazione su larga scala di monete aumenta, ma ovviamente, pur aumentando, ci saranno sempre monete più rare e meno rare; così come possono esserci delle lattine di Coca Cola rare e comuni (per chi le colleziona).
Faccio ora un piccolo esempio di tirature di monete, non del XVI secolo, ma più vicino a noi:
sotto papa Leone XII (1823-1829) c'era una fiorente coniazione di Quattrini anziché di Scudi Romani. I Quattrini ad esempio, coniati dal 1824 al 1826 furono 300.000, gli Scudi, dagli 1825 al 1826 furono 9.672. Entrambi coniati in larga scala (ovviamente bisogna sempre vedere di che Stato si parla; sé grande, piccolo, importante o meno importante, e quindi l'epoca) ma con tirature diverse. Sicuramente in giro vi erano meno monete d'oro che d'argento o rame. Se poi vediamo il Grosso (Mezzo Paolo) di Pio VII, in due anni (1815-1817) ne vennero coniati 47.580, ma ovviamente non era l'unica moneta, giacché venivano coniati Quattrini (sino al 5° tipo), Baiocchi, Mezzo Baiocco, Scudi ecc). Se andiamo da Gregorio XVI a Pio IX assistiamo sempre ad una monetazione in larga scala (ovviamente l'ottocento fu un epoca dove si coniava molto -forte di questa grande monetazione fu anche l'epoca che vide l'affermarsi della locomotiva ecc-, ma anche prima). Anche le monete d'oro, ad esempio, furono coniate in misura maggiore. Prendiamo ad esempio lo Scudo d'oro fatto dal 1858 al 1864; ne furono coniati 987.821 pezzi, e parliamo di oro, quindi una moneta non ad appannaggio del popolo, ma bensì di ambasciatori, nobiltà ecc, ed anche da collezione (visto che, come per le medaglie papali, nell'ottocento esisteva il collezionismo numismatico così come oggi -c'è chi colleziona Euro circolanti e chi Euro commemorativi argentei e aurei, in modo da essere tesaurizzato-).
Passiamo ora ai Savoia. Con il Regno d'Italia, che ricopriva milioni e milioni di persone, a differenza dello Stato Pontificio che ne raggruppava un numero di molto inferiore, la coniazione su larga scala raggiunge vertici molto alti(ma anche qua vi sono monete rare e monete comuni, come appunto per ogni cosa). Porto ad esempio le 2 Lire Impero, coniate fra il 1936 ed il 1943, raggiungendo i 18.550.070 esemplari. Nella numismatica non serve la sola tiratura per stabilire la rarità della moneta. Di questa moneta, per esempio, nel '41 vennero coniate 1:865.000 esemplari, mentre l'anno dopo 2.450.000 ma ed è questo l'anno più raro, anche se con coniazione maggiore. Se prendiamo invece, tornando a retro ma sempre stando nel Regno, per l'anno 1863, troviamo le 2 Lire, coniate solamente quell'anno, che raggiunsero i 4.000 di esemplari (naturalmente dobbiamo paragonare il tutto alle persone presenti in Italia, e tenendo conto che,assieme alla moneta metallica, sia essa aurea, bronzea, argentea o di rame ed altri metalli, esisteva anche la cartamoneta) ; dei quali rari sono quelli coniati non nella zecca di Napoli, ma di Torino. Nel XIX secolo un esemplare che raggiunge importati vertici di tiratura,fu la Lira coniata fra il 1883 ed il 1900 (si possono leggere per le tirature, le Leggi, i Regi Decreti) da 835 millesimi, che sostituiva la precedente , sempre in argento, di 900 millesimi (Legge del 24 agosto 1862, 788 - che autorizzava importanti emissioni fino a tirature esorbitanti. Le leggi erano valide fino ad altre leggi che le invalidavano; come è sempre stato). Tale moneta raggiunse la tiratura di 26.487.582 esemplari.
Come vede Sig. Pyter, certo dopo il XVI secolo si coniò in larga scala, però (anche se mi sono concentrato maggiormente sugli ultimi due secoli per gli esempi) anche nel Medioevo , come in età antica, si coniava in larga scala a seconda del Governo di uno Stato, a seconda se a coniare fossero re o signori feudali. Nel Rinascimento poi, con l'avvento delle banche, ed in modo particolare quelle toscane, le coniazioni iniziarono ad essere più "importanti". Non dimentichiamo che i Medici di Firenze erano i banchieri dei papi, dove gli stessi depositavano le fortune, anche personali, in moneta.
PS esaustivo fu l'intervento di un utente (Tizio.8020) che Le rispose in merito alla coniazione di monete nel Medioevo, sempre in quel 2016

Non ho tempo per leggere il suo certamente interessante intervento, anche se sono certo non contenga la risposta a una domanda in fondo bizzarra: esiste un conio che celebra un Natale importante, penso all'incoronazione di Carlo Magno nell'800 o a un anno altamente evocativo come potrebbe essere l'888 ghematria di Gesù, o a quello che inaugurò il favolistico millennio sabbatico che noi riteniamo leggendario, ma che era auspicato nel Medioevo? Insomma, monete che celebrano il Natale precedente il 1584 esistono?

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5 Anni 1 Mese fa #31522 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Buongiorno Gio65. Mi spiace deluderla ma monete circolanti che celebrano il Natale durante lo Stato Pontificio non vennero fatte. Mi spiego meglio: le monete non erano celebrative, come lo erano e sono le medaglie; celebrano e commemorano un avvenimento annuo. Le monete tendevano a mostrare il volto del papa (nel Medioevo , ma anche Rinascimento al posto del volto si trovava spesso lo stemma del papa o della sua famiglia) e nel rovescio specialmente i santi della Chiesa. Porto ad esempio queste monete, tanto per citare: Un Testone di Pio V , 1566-1572. Nel dritto vi è lo stemma ovale, chiavi ed impugnatura. Nel rovescio in questa moneta troviamo il papa in ginocchio innanzi alla croce. La Zecca è quella di Roma. Sempre prima del 1584, Le posso fare l'esempio di un Giulio di Paolo IV, 1555-1559, con le dritto lo stemma del papa con chiavi decussate, e nel Rovescio si nota l'Apostolo Paolo con la spada. Zecca di Roma.
Per quel che concerne le medaglie, che nel XV e XVI presero molto piede, specialmente nella Chiesa, ma anche in famiglie italiane importanti (Malatesta ad esempio), è raro trovare dei riferimenti al Natale. Come ho detto, le medaglie venivano e vengono coniate per un avvenimento importanto e magari , specialmente fino al 1870, per opere del papa; come conquiste, ampliamento di porti ecc. Dopo il 1870 solo , o quasi, con avvenimenti annui importanti ma senza un chiaro sentore politico (pace, migranti, famiglia ecc).
Diverso però il discorso monete e medaglie. Le ultime sono in quantità minore. Le prime in quantità maggiore poiché adibite anche al popolo per le spese; banche, attività di commercio ecc.

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5 Anni 1 Mese fa #31523 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Per Carlo Magno esistono le tremisse. Sono monete molto belle ma anche rare. Vi è il monogramma dell'Imperatore, come C oppure una semplice K, o CARLVS REX FR.
In tutta onestà e sincerità, non è però il mio periodo.
In numismatica (prima si prende una laurea in Archeologia, poi si seguono studi numismatici) ci si specializza su dei secoli specifici. C'è anche chi è solo specializzato nella monetazione di una sola città e dedica tutta la vita a tali studi raggiungendo livelli talmente elevati da insegnare anche presso le più importanti accademie mondiali

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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31524 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia

Marcipus ha scritto: Per Carlo Magno esistono le tremisse. Sono monete molto belle ma anche rare. Vi è il monogramma dell'Imperatore, come C oppure una semplice K, o CARLVS REX FR.
In tutta onestà e sincerità, non è però il mio periodo.
In numismatica (prima si prende una laurea in Archeologia, poi si seguono studi numismatici) ci si specializza su dei secoli specifici. C'è anche chi è solo specializzato nella monetazione di una sola città e dedica tutta la vita a tali studi raggiungendo livelli talmente elevati da insegnare anche presso le più importanti accademie mondiali

Saprebbe indicarmi un numismatico a cui rivolgere alcune domande sui conii alto medioevali?
Ultima Modifica 5 Anni 1 Mese fa da gio65.

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5 Anni 1 Mese fa #31525 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia

gio65 ha scritto:

Marcipus ha scritto: Per Carlo Magno esistono le tremisse. Sono monete molto belle ma anche rare. Vi è il monogramma dell'Imperatore, come C oppure una semplice K, o CARLVS REX FR.
In tutta onestà e sincerità, non è però il mio periodo.
In numismatica (prima si prende una laurea in Archeologia, poi si seguono studi numismatici) ci si specializza su dei secoli specifici. C'è anche chi è solo specializzato nella monetazione di una sola città e dedica tutta la vita a tali studi raggiungendo livelli talmente elevati da insegnare anche presso le più importanti accademie mondiali

Saprebbe indicarmi un numismatico a cui rivolgere alcune domande sui conii alto medioevali?


Non è mio costume far nomi in un forum pubblico, omettendo così altri seri professionisti. Vi sono indicazioni utili nella rete. Può fare una ricerca alla voce N.I.P

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5 Anni 1 Mese fa #31526 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Sig. Pyter io attendo nel mentre una Sua cortese risposta

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5 Anni 1 Mese fa #31528 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia
La ringrazio per l'informazione, molto utile.
Colgo l'occasione per chiederle se le risulta un conio dedicato al millennio sabbatico, quello che l'Alto medioevo credeva alle porte sulla scorta di περιστερά, (colomba) simbolo dello Spirito Santo, quella che indicò Gesù al Giordano posandosi sulla sua testa e segnando l'inizio del ministero pubblico.
La ghematria greca del lemma greco è, infatti, 801 e l'801 d.C. per questo Carlo Magno si fece incoronare imperatore.
Già di per sè interessante, il conio potrebbe riportare il mese o attraverso il calendario o i simboli tipici, magari, della stagione. In questo caso l'informazione mi sarebbe estremamente utile.

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5 Anni 1 Mese fa #31529 da Marcipus
Risposta da Marcipus al topic Nuova Cronologia
Monete dell'anno 1000, o giù di lì vene sono ma sono estremamente rare, e costose da collezionare. Sono in R5 come grado di rarità. Vanno ricercate nelle città dell'epoca, come ad esempio il Denaro di Lucca di Ugo Duca di Toscana e Giuditta, databile 990-1001; il Follero di Gaeta di Giovanni IV ed il Bolognino, però quello del Regno di Napoli, ma qua siamo oltre l'anno 1000 di tre secoli.
Per Carlo Magno sono interessanti le tremisse e i denari, come quelli della Zecca di Tolosa. Le monete di Carlo Magno, ma come tutte diciamo, non rievocavano un evento specifico il più delle volte; esse avevano maggiormente, nel Medioevo, raffigurate nel dritto la croce cristiana con il nome del regnante nel giro della moneta, e nel rovescio immagini della cristianità, od altre croci.
La moneta, ripeto, non serviva a rievocare, ma a stabilire comunque un potere: "io emetto il conio, io posso emetterlo, io comando".
L'ho messa in chiave un poco giullaresca, però è per rendere meglio l'idea. Chi stabiliva la quantità delle monete era ovviamente la Corona. La medaglia, intesa come la intendiamo oggi, ergo evocativa di un evento annuale, viene nel XV - XVI secolo.
Buona serata

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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31530 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia
Grazie ancora, aggiungo solo un mio modesto commento che forse potrebbe essere utile ai numismatici.
Quel millennio sabbatico di cui parlavo ha come simbolo una colomba perché fu la ghematria a ispirarlo, quindi la presenza di monete di difficile collocazione cronologica che raffigurano una colomba ha buone probabilità di collocarsi negli anni di Carlo Magno.
Sappia che di quel millennio si è parlato e scritto, tanto che è presente un volume dal titolo The lost millennium, un millennio che io non considero perduto cronologicamente, ma nei suoi significati, nei suoi simboli e nella sua storia, tutte cose che potrebbero riaffiorare con una scoperta o riscoperta numismatica che ha come simbolo una colomba.
Magari lei può saperne di più.
Buona serata anche a lei
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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31537 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
La Mongolia e Giovanni Da Pian del Carpine
estratto da da "History: Fiction or science?"

Giovanni Da Pian del Carpine andò in Mongolia come inviato papale; il suo libro si presume sia una delle fonti primarie originali di informazione sull’Impero Mongolo nel presunto XIII secolo. In realtà,secondo la Nuova Cronologia, il libro in questione si riferisce XIV-XV secolo. Giovanni viaggiò lungo i seguenti paesi al ritorno dalla “Mongolia”: Polonia, Boemia, Teutonia, Leodia. La Leodia medievale potrebbe essere identificata come l’”antica” Lidia, cioè Lituania o Italia = Latinia? Dopo tutto Giovanni raggiunge la Campania in Italia.

Giovanni non menziona un singolo paese che stia all’Ovest della Polonia come parte del suo itinerario del ritorno dalla capitale del Gran Khan, nella zona di Caracorum. Sembra che lasci Caracorum, che i moderni storici situano da qualche parte del Deserto del Gobi, mille miglia lontano dai confini della Polonia, e arrivi in Polonia immediatamente.

Ci viene detto che Giovanni andò all’Est dal Volga - comunque non c’è nulla nel testo a suggerirlo. Possiamo invece pensare che sia andato al Nord, risalendo il Volga e abbia raggiunto Yaroslav sul Volga, o Grande Novgorod – cioè Caracorum o semplicemente “tsarskiye khoromy ” - “La residenza dello Zar”, Che è la più probabile origine del nome. Bisogna ricordare che nulla di simile a una città è stato mai trovato qui nel deserto del Gobi. Gli archeologi non riescono a trovare l’equivalente di una città medievale di medie dimensioni.

“La terra di cui parliamo si stende a Est in quella parte dove si presume che l’Est si connetta con il Nord. A Est [dei “Mongoli” - Aut.] si trova la terra di Cina. Se adottiamo il punto di vista Scaligeriano, Caracorum si trova nel Deserto del Gobi o da qualche parte in quella zona, La Cina si troverà al Sud e non all’Est; questo contraddice le informazioni fornite da Giovanni. Tuttavia se l’Abitazione dello Zar, o Caracorum può essere identificata come Yaroslav, o Grande Novgorod, ogni cosa diventa chiara – Abbiamo la Siberia a Est di Yaroslav e la Scythia o Cina. La moderna Cina si trova ancora oltre, all’Est. Comunque in Chron5 dimostriamo che la Cina o Scythia era il nome medievale della Russia dell’Est - probabilmente le terre oltre il Volga e gli Urali.

Secondo Giovanni, “la terra dei Saraceni sta a Sud”. Se presumiamo che Caracorum si trovi nel Deserto del Gobi, troveremo al Sud la Cina, a cui non ci si può in nessun modo riferire come alla “terra dei Saraceni” che è il nome medievale del Medio Oriente, Arabia e parte dell’Africa ma non della Cina moderna. Ancora una volta una mancanza. Ma se assumiamo che Caracorum, o L’abitazione dello Zar si identifichi con Yaroslav, o Grande Novgordod , ogni cosa torna a posto. A Sud di Yaroslav abbiamo il Mar Nero, l’Arabia, il Medio Oriente e altre regioni reali del Grande Impero “Mongolo” del IV-XVI secolo.

Più avanti Giovanni riporta che “le terre dei Naiman stanno a Ovest”. Se accettiamo che Caracorum sia davvero situata da qualche parte nell’ambiente polveroso del deserto del Gobi, siamo forzati a fare un’altra assunzione insieme ai moderni commentatori e cioè identificare i Naiman come “una delle più grandi tribù nomadi Mongole che conducono una esistenza nomadica sui vasti territori… adiacenti alla Valle dell’Irtysh Nero”. Comunque questa grande tribù Mongola misteriosamente sparisce senza lasciare alcuna traccia nella storia.

Comunque, identificato Caracorum, o La Casa dello Zar, come Yaroslav o Grande Novgorod, immediatamente riconosciamo i Naiman come i famosi Normanni Europei. Si presume che i Normanni fossero residenti in Scandinavia, Germania, Francia e nel Sud d’Italia. Bisogna anche ricordare la Normandia di Francia. Come avrebbe potuto un viaggiatore medievale descrivere la posizione comparativa dei Normanni e della Russia, o Orda? I primi sarebbero stati residenti a Ovest rispetto ai secondi, che è precisamente ciò che ricaviamo da Giovanni.

“La terra dei Tartari è bagnata a Nord dall’oceano”. C’è qualche oceano che bagna il Nord della Cina? Il solo concetto è insensato. A Nord della Mongolia troviamo le grandi distese della Siberia – l’Oceano Artico dista migliaia di miglia.

Il racconto di Giovanni comincia ad avere senso una volta che assumiamo la Russia, o Orda, come la vera Mongolia che descriviamo. Infatti, la Russia è bagnata dall’Oceano Artico al Nord. Le terre Russe sono state abitate fino all’Oceano Artico, e l’Orda ha sempre avuto dei porti là (Arkhangelsk, per esempio). Perciò Giovanni ha pieno diritto a dire che la Russia, o Orda, conosciuta all’Ovest come “la Terra dei Tartari” sia bagnata a Nord da un oceano.

“Avvengono spesso pesanti grandinate… Quando siamo stati a visitare la corte ci fu una tempesta di grandine così feroce che la grandine sciolta fece annegare 160 persone proprio qui, alla corte , come apprendemmo da fonti degne di fede e molte case e proprietà vennero spazzate via”. Qualcuno può immaginare tempeste di grandine che causassero alluvioni con persone affogate dallo scioglimento della grandine e che distruggesse quindi case e proprietà nel pietroso e secco Deserto del Gobi? Il frammento diventa invece realistico una volta che togliamo il velo dell’informazione distorta dagli editori dei secoli XVII e XVIII. Si può capire che il testo riferiva di un’alluvione causata dallo straripamento di un fiume . Infatti, simili catastrofi spesso spazzano via intere città e villaggi comportando numerosi morti. Ogni cosa diventa chiara.

“La loro terra ha due cimiteri. Uno di questi è quello degli imperatori, i principi e la nobiltà; sono portati là dovunque muoiano… e seppelliti vicino a grandi quantità di oro e argento.”. Ci piacerebbe molto chiedere agli archeologi sulla posizione di questo cimitero “Mongolo”. Potrebbe trovarsi in Mongolia o nel Deserto del Gobi forse? Purtroppo gli archeologi non ce lo dicono. Non c’è nulla che ricordi lontanamente un cimitero imperiale con cumuli di oro e argento da nessuna parte nel Deserto del Gobi... La nostra ricostruzione invece ci permette di indicare immediatamente la posizione del cimitero. È piuttosto famoso – la Valle dei Morti e Luxor in Egitto. È qui che troviamo gigantesche piramidi e centinaia di tombe regali, alcune delle quali sono realmente riempite di oro, argento e gemme preziose. Ricordiamo la lussuosa tomba del Faraone Tutankhamen, per esempio e l’enorme quantità di oro usato nella sua costruzione – nessun pezzo d’argento da nessuna parte, solo oro e pietre preziose. Secondo la nostra ricostruzione, è qui che il Grande Impero “Mongolo” ha seppellito i suoi re, alcuni degli ufficiali di grado più alto e probabilmente alcuni dei parenti. I cadaveri venivano mummificati prima del loro ultimo viaggio verso l’Egitto.

“Il secondo cimitero è l’ultimo riposo delle moltitudini uccise in Ungheria.”. Quindi ci viene detto che le vaste steppe della Mongolia nascondono un gigantesco cimitero dove moltitudini di guerrieri Mongoli sono stati seppelliti dopo la morte in Ungheria. C’è un bel po’ di strada – oltre cinquemila chilometri in linea d’aria, e molti di più viaggiando sulle strade reali. Perciò ci viene fatto credere che i corpi di migliaia di soldati Mongoli morti in Ungheria erano stati caricati su carretti e spediti nelle distanti steppe della Mongolia attraverso fiumi, foreste e colline. Quanti mesi ci sono voluti? Perché trasportare i corpi così lontano e cosa era rimasto di questi corpi dopo un simile trasporto?

Crediamo che questo quadro Scaligeriano sia completamente implausibile. I corpi dei morti possono solo aver viaggiato per un breve percorso, che significa che la Terra dei Padri dei “Mongoli” o la terra dei Tartari, confinava con l’Ungheria il che è assolutamente strano nella storia Scaligeriana. Comunque questo corrisponde alla nostra ricostruzione perfettamente. Poiché il Grande impero “Mongolo” si identifica con la Russia, o Orda e confina con l’Ungheria. È vero anche che ci sono migliaia di tumuli cimiteriali in Ukraina, per esempio, e circa tremila nella regione di Smolensk. Sono i cosiddetti “Tumuli cimiteriali di Gnezdovo”, che si trovano a Sud di Smolensk e sono concentrati intorno al villaggio di Gnezdovo. I tumuli cimiteriali di Gnezdovo costituiscono “il più grande gruppo di tumuli cimiteriali nelle terre Slave. Se ne contano fino a tremila oggi”. Questi tumuli sono molto probabilmente le tombe dei guerrieri del Grande Impero “Mongolo” uccisi in Ungheria.

Giovanni racconta che quando ha consegnato un’epistola papale all’imperatore dei “Mongoli”, il documento andasse tradotto. In che lingua fu tradotto? Secondo Giovanni, “portammo l’epistola allo Zar e chiedemmo qualcuno per tradurla… insieme a loro traducemmo parola per parola in Russo, Saraceno, Tartaro; questa traduzione fu presentata a Batu che la lesse con molta attenzione prendendo nota”.

In un’altra occasione, già alla corte dell’imperatore Mongolo, a Giovanni e ai suoi compagni fu fatta la seguente domanda: “Ha Sua Santità il Papa traduttori che comprendano il linguaggio scritto dei Russi, dei Saraceni, dei Tartari?”. Giovanni rispose negativamente e così la risposta dei Mongoli fu tradotta in una lingua che il Papa potesse capire. Da questo si capisce che la missiva originale al Papa era nel “linguaggio scritto dei Russi, dei Saraceni, dei Tartari”. Questo potrebbe implicare che i tre linguaggi erano realmente un solo linguaggio? Ricordiamo l’affermazione iniziale di Giovanni per cui i Tartari erano il nome Europeo Occidentale dei Mongoli, o i “Grandi”. Questo spiega perché lui si riferisca qui specificatamente alla lingua Tartara. Dobbiamo sottolineare come Giovanni non dica una solo parola sulla lingua “Mongola”; tutti i Khan Mongoli sono alfabetizzati e capaci di leggere il Russo; in più non sanno nulla di un presunto linguaggio “Mongolo” - e comunque Giovanni non lo menziona mai durante il suo viaggio in mongolia.

Giovanni usa spesso la parola “chierici” nel suo racconto. È curioso che in quasi tutti i casi vengano citati come “chierici Russi” o “Chierici Cristiani”.

Vediamo quindi l’Imperatore “Mongolo” circondato da chierici Cristiani. Questo contraddice totalmente la storia Scaligeriana ed è assolutamente normale nella nostra narrazione. Il Grande Zar o Zar “Mongolo” (conosciuto anche come Khan) della Russia (o Orda) era di fatto circondato naturalmente da preti Ortodossi Russi.

Quando Giovanni e i suoi compagni stavano lasciando la corte “Mongola”, la madre dell’Imperatore donò a ognuno di loro un cappotto di pelliccia di volpe. Giovanni fa l’affermazione soddisfatta che la pelliccia “stava all’esterno”. Ancora una volta è facile riconoscere i costumi della corte Russa. Persino nel XVI secolo gli inviati stranieri erano molto orgogliosi delle pellicce e di altri indumenti cerimoniali che ricevevano come regali dallo Zar. Questi regali erano considerati segni speciali della simpatia regale. Per esempio, l’ambasciatore Austriaco, il Barone Sigismund Von Herberstein, aveva un ritratto di sé stesso vestito con abiti Russi ricevuti in regalo dallo Zar. Evidentemente di questo si sentiva onorato.

Giovanni racconta che i “Mongoli” adoravano un effige di Genghis-Khan. Questo corrisponde alla nostra ricostruzione, che suggerisce che Gengis Khan fosse conosciuto anche come San Giorgio. I Russi sono conosciuti come adoratori dell’icona di San Giorgio (conosciuto come “Il Vittorioso”). Ci sono molte versioni di monete con questa effige. Sia dell’icona che delle immagini di Gengis-Khan non esiste una singola traccia nella versione Scaligeriana della Mongolia – così come non ce n’è di lussuosi troni d’avorio, tende di feltro, pali dorati ecc. Siamo dell’opinione che molte di queste cose esistano oggi - è la posizione della capitale imperiale “Mongola” che che è sbagliata. Sta sul fiume Volga, molto lontano dal Deserto del Gobi, ed è conosciuta come Yaroslav o Grande Novgorod e si è trasferita poi a Mosca.
Ultima Modifica 5 Anni 1 Mese fa da Italo.

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5 Anni 1 Mese fa - 5 Anni 1 Mese fa #31542 da gio65
Risposta da gio65 al topic Nuova Cronologia

Italo ha scritto: 2) Il grido di guerra dei Cosacchi era "Urà",
da lì dovrebbe essere passato nel resto d'Europa. L'Oxford Dictionary lo dichiara senza problemi ma finisce lì.
Il fiume Volga veniva anche chiamato Ra. Magari è solo una coincidenza o magari no.

Non credere che non ti segua, Italo, ma l'approccio genera un'infinità di ipotesi. Ad esempio "Urrà", potrebbe essere letto come Ur Ra, cioè Ur, città natale di Abramo, dedicata al dio egizio Ra.
Appare, è vero, un grido di guerra, ma a che in realtà suona come una bestemmia, alla luce del seme, della stirpe e del seno di Abramo evangelici.
Capisci quanto sia possibile dire con questo approccio? Mentre quello sapienziale affonda il bisturi nelle loro stesse ammissioni e parole, come la morte di Teresa D'Avila, santa e dottore della chiesa, una chiesa, cattolica, che per prima la riconosce e la celebra come l'intima amica di Dio, eleggendola, in tal senso, a simbolo.
Ecco allora che se santa, se amica e se dottore della chiesa, appare paradossale la sua morte, a meno che non sia davvero ella un simbolo, perché il suo trapasso avvenne la notte tra il 4 e il 15 ottobre 1582, quando entrò in vigore il gregoriano sostituendo il giuliano, quando cioè si falso la storia che, accomiatatasi con Teresa, non può che essere quella di Dio, sostituita dalla truffa denunciata poi, non a caso da Robert Newton che bollò l'intera cronologia tolemaica, quella che uniforma la cronologia biblica, come truffa.
Teresa, allora, con la sua morte per prima denunciò non tanto lo scandalo, ma la follia della sua stessa chiesa che aveva dichiarato guerra a Dio al grido forse ma ironicamente, di UR RA!, cioè di un'aperta bestemmia, per un paganesimo divenuto infatti e di lì a poco scientifico..
Ultima Modifica 5 Anni 1 Mese fa da gio65.

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5 Anni 1 Mese fa #31544 da claudiordali
Risposta da claudiordali al topic Nuova Cronologia
Ciao, ho appena finito di tradurre Chronology 1 in italiano (lo puoi vedere sul sito di fomenko). Prima di iniziare Chronology 2 avrei intenzione di tradurre Lo Zar degli Slavi (a dire il vero ho già iniziato). Siccome la traduzione inglese del libro sul sito di fomenko è parziale, non conosci nessuno che abbia il pdf in inglese?

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