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Meditazione, Tai Chi, Yoga. Le pratiche spirituali
- invisibile
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TheNecrons ha scritto: Grazie mille, preciso e chiaro.
Domanda: esistono dei danni "irreversibili" che un Essere può subire? Esistono dei danni che non gli permetteranno mai più di raggiungere un'Armonia?
In questi termini per me è difficile rispondere. Puoi fare un esempio pratico?
Se devo rispondere a come l'hai messa, in termini assoluti, posso solo dire che quando questo succede quell'essere muore, perché senza Armonia non c'è esistenza (a prescindere dalla consapevolezza di questa realtà che ha quel dato essere ).
Il punto è che c'è una certa tolleranza, ma ci sono anche dei limiti rispetto alla disarmonia che un dato essere può sopportare senza morire.
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- TheNecrons
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In questi termini per me è difficile rispondere. Puoi fare un esempio pratico?
Se devo rispondere a come l'hai messa, in termini assoluti, posso solo dire che quando questo succede quell'essere muore, perché senza Armonia non c'è esistenza (a prescindere dalla consapevolezza di questa realtà che ha quel dato essere ).
Il punto è che c'è una certa tolleranza, ma ci sono anche dei limiti rispetto alla disarmonia che un dato essere può sopportare senza morire.
Mi stai dicendo quindi che finché i danni sono reversibili allora l'Essere non muore? Questo quindi significa, che finchè non muoio ho la possibilità di ritrovare la mia Armonia? Quindi se per anni uno ha subito o ha causato a se stesso danni alla sua integrità, per esempio è un diventato un cocco del professore, è diventato un razzista, a iniziato a drogarsi e non riesce più a smettere, è diventato come Attivissimo ecc....finchè non è ancora morto, significa che ha la possibilità (seppur molto difficile), di riparare i suoi danni?
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- invisibile
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Diciamo di si. Ma non c'è una "formula" precisa valida per tutti gli esseri.
Ogni essere è "basato su un disegno" che è uguale per tutti quelli della sua specie, ma ogni essere è unico e in ogni istante del suo divenire è unico ed irripetibile.
Quindi l'unica cosa che fa si che si possa recuperare, è il "grado" di disarmonia a cui quel dato essere in quel dato momento è rispetto al suo disegno ed alle sue peculiarità individuali.
Come dicevo ci sono dei limiti oltre i quali non è possibile recuperare, o oltre i quali è molto difficile che ciò avvenga e i motivi di questo possono essere vari.
Una persona è molto grassa, diciamo obesa, perché è pigra e gli piace mangiare cose che fanno ingrassare.
Si trova quindi in uno stato di forte disarmonia rispetto al suo disegno e rispetto alla "variante" del disegno dell'uomo che è (sappiamo che noi possiamo manifestarci in molti "tipi".
Se questa persona non accetta di pagare il prezzo per tornare in equilibrio, cosa che per lui significa mangiare meno cose che fanno ingrassare ed alzare il culo dalla poltrona (cose che lo fanno effettivamente soffrire), arriverà un punto in cui sarà troppo tardi per recuperare, perché ci sono dei limiti oltre i quali non si può andare senza generare conseguenze irreversibili.
Perché l'Armonia è una legge universale, e nessun essere può infrangerla senza pagarne le conseguenze.
Se fosse possibile farlo, quel signore obeso ingrasserebbe fino ad occupare l'intero spazio dell'universo.
Sembra una battuta (in effetti è divertente e orrificante l'immagine ), non lo è.
Perché all'ego di quella persona non importa nulla del Mondo, perché per lui il mondo è solo una tavola imbandita funzionale al suo personale piacere, e che nessuno osi disturbarlo nella sua ricerca del piacere e della comodità.
Quindi c'è un limite oltre il quale quel signore non riuscirà a tornare indietro, e questo limite è dato sia dalla sopportazione che il suo povero corpo può gestire, sia dalla capacità di decidere di cambiare comportamento, ma per fare questo quel signore deve usare la sua volontà in contrasto con i desideri del suo ego. Se non sarà in grado di farlo non potrà recuperare.
Quello che il nostro ciccione non ha capito, è che la Vita non è comoda. La Vita è "scomoda" per definizione, perché è una reazione del "seme" agli stimoli esterni.
Nella Vita c'è posto anche per la comodità, ma basando la propria Vita sul piacere e sull'evitare i fastidi, che sono proprio gli stimoli che permettono di crescere, quell'essere sta rifiutando la Vita e per cui è normale che muoia.
Lo ha deciso lui di non-vivere e siccome nulla è fermo e tutto è in divenire, lui diviene verso la sua fine.
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- TheNecrons
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Ok, ho capito il discorso. Interessante e importante.
Voglio condividere qui un'esperienza avvenuta ieri.
Come detto, la Meditazione in me crea alcuni effetti anche dopo che la pratica finiva, e questi svanivano gradualmente man mano che mi lasciavo nuovamente prendere dalla pazzia e dalla passività di questo mondo, soprattutto quella in casa mia (è difficile mantenere una certa Armonia continuando a fare le stesse cose che i tuoi ti dicono di fare...quindi o vivo "da solo" per un po', che purtroppo non mi è possibile, oppure devo accettare di non riuscire a rimanere* in quello stato). Tentavo quindi di non "forzare" la permanenza di quegli effetti (e questo andava contro il mio ego). Non posso dire di "riuscirci", sinceramente non lo so, ma so che rispetto a mesi fa, riesco a controllare un po' di più il mio ego.
Ieri però dopo un forte litigio, non riuscivo più a controllarmi, e avevo una voglia pazza (o meglio dire un desiderio) di tornare in quello stato. Ho cercato quindi per più di un'ora di forzarne l' "ingresso", ed era la prima volta che lo facevo per così tanto tempo.
Risultato: mi sentivo consumato, debole e vulnerabile. La mia soglia di sopportazione era scesa al minimo. Se dopo il litigio ero comunque in grado di controllare in parte le mie emozioni, ora mi facevo prendere da rabbia e disperazione con molta facilità. Il PC rallenta per 3 secondi, mi deprimo e mi viene quasi voglia di suicidarmi per esempio. Ero molto vulnerabile alle emozioni negative. E non avevo più le forze di svuotare, almeno in parte, la Mente. Provavo a chiudere gli occhi e rilassare la Mente, ma sentivo che proprio sono consumato per farlo. Non avevo proprio le forze. Sono rimasto in stato di depressione per ore.
Insomma, aver giocato e forzato troppo me stesso, mi ha quasi distrutto.
A risollevarmi un po' sono state proprio le cose che di solito mi fanno sentire stressato. Spiego: se dopo 20 minuti su fb mi sento spento e annoiato e solo dopo la Meditazione ritorno a sentirmi euforico e ricaricato, ora è l'inverso. La Meditazione mi consuma, fb mi rilassa un attimo, anche se già dopo i 20 minuti, iniziavo a sentirmi spento (infatti ho smesso, e ho tentato di Meditare, nonostante mi sentissi leggermente più pronto a farlo, era comunque difficile e non ho voluto continuare). Ho provato cioè su me stesso, il significato di "misura" (provarlo è diverso da "capirlo con la Mente"): gli attimi di distrazione e di non-serietà (videogiochi, fb...) sono fatti nel modo e nella misura giusta quando invece da farti sentire consumato ti fanno sentire carico. Stessa cosa nella Meditazione. Questa è una cosa che ho sempre letto, ma di cui non ho mai avuto un'esperienza concreta.
Stamattina, stavo meglio ed ero più forte emotivamente, ma sono ancora un pochettino debole.
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- FrancescaR
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La mia opinione di assoluta principiante, ma dettata dal buon senso, è che la spiacevole
esperienza che hai appena vissuto ti/ci insegni quanto sia fuorviante, infruttuoso e addirittura
nocivo ricorrere alla meditazione nelle situazioni estreme, assegnandole una funzione
soccorritrice, di riparo d'emergenza. Un requisito fondamentale per poter meditare, come
ben sai, è la calma interiore. Tu hai praticamente cercato di accedere con la forza, per rifugiarti,
ma *Quella* porta è rimasta chiusa malgrado abbia tentato di buttarla giù a spallate.
E ne sei uscito stremato. Evidentemente, la via per ottenere la necessaria quiete di base va ricercata
altrove. Forse nel ragionamento, forse nell'ambiente (un amico, qualcosa che distragga...), o forse
ancora confidando nell'efficacia del tempo che, trascorrendo, lenisce un po' il malessere; che equivale
a dire "non fare nulla".
Come sempre, attendiamo il parere di Invisibile.
Immagino che affettuosamente ti tirerà un po' le orecchie.
Spero che ora tu stia meglio. Ciao.
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- invisibile
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Si, quello che ha scritto FrancescaR è giusto:
FrancescaR ha scritto: La mia opinione di assoluta principiante, ma dettata dal buon senso, è che la spiacevole
esperienza che hai appena vissuto ti/ci insegni quanto sia fuorviante, infruttuoso e addirittura
nocivo ricorrere alla meditazione nelle situazioni estreme, assegnandole una funzione
soccorritrice, di riparo d'emergenza. Un requisito fondamentale per poter meditare, come
ben sai, è la calma interiore. Tu hai praticamente cercato di accedere con la forza, per rifugiarti,
ma *Quella* porta è rimasta chiusa malgrado abbia tentato di buttarla giù a spallate.
Hai dimenticato una delle regole di base delle pratiche spirituali, non usare la forza, di nessun tipo.
Come ho già detto, per meditare serve energia, ne serve molta di più di quello che sembra, ma anche usando la forza se ne usa moltissima.
Ti sei esaurito nel tentativo di accedere ad uno stato che desideravi ottenere, dimenticando un altra regola di base: non desiderare.
Le pratiche spirituali non vanno "usate" per riparare a "danni" come si usano le medicine per esempio, e non vanno usate per accedere a stati dell'essere che si desidera ottenere.
Il loro effetto sulla persona è di tutt'altra natura, è magia e quindi non è tua, non è mia ed è di tutti.
La Meditazione porta la persona a riequilibrarsi, in tutti i sensi, ma il suo effetto è nel tempo e non è sotto il nostro controllo "diretto" (della mente).
Quando hai raccontato che ti capita di provare gioia in modo inaspettato, senza sapere da dove e perché arrivi, hai descritto il modo naturale in cui uno degli effetti della Meditazione si manifesta e lo dico con assoluta sicurezza perché a chiunque pratichi nel modo giusto succede la stessa identica magia.
Con il tempo il praticante serio diventa sempre più equilibrato e impara ad accedere all'equilibrio sempre più facilmente. Ma questo accade perché si fa amicizia con l'equilibrio, diventa familiare e per cui per la persona diventa più facile ritrovarlo anche in situazioni dove si è manifestata emotività e turbamento.
Ma non è "la Meditazione che calma".
E' la Meditazione mi ha aiutato a ritrovare la calma ---> nella Vita.
"Io" sono diventato più calmo.
Ma ci vuole tempo, lavoro e serietà (non dico che non sei serio e per spiegare bene).
Dopo tanti anni di pratica ormai la calma è mia amica, ma se mi capita qualcosa che mi mette in disequilibrio, magari anche emotivamente, non ricorro mai alla Meditazione o al Tai Chi per ritrovare l'equilibrio e soprattutto non forzo mai il rimettermi in equilibrio.
Essendo in stato di disequilibrio è giusto e normale cercare di riequilibrarsi, ma le pratiche non vanno "usate" per questo.
Cerca la calma senza forzare (non meditando, proprio nello stato in cui ti trovi), impara a controllare le emozioni, osserva cosa è successo e perché ti è successo ma puoi usare quello che la Meditazione ti ha insegnato e quindi è consigliabile non giudicare
Non giudicare il tuo turbamento e le tue emozioni, magari una tua debolezza su cui altre persone hanno fatto leva per turbarti.
Usa gli insegnamenti della Meditazione ---> per la tua vita, non usare la Meditazione per risolvere i problemi.
Le pratiche spirituali non risolvono i nostri problemi, ci danno degli strumenti che ci aiutano a risolverli.
Ma l'atto è sempre nostro.
A proposito dei problemi, io credo che la visione orientale sia quella giusta.
I problemi non si risolvono, si superano.
Un albero cresce con un ramo malato, debole e che da problemi all'Armonia di quell'albero.
L'albero un giorno diventa consapevole di questo suo problema, lo ha identificato con quel ramo.
Meditando l'albero ha capito che non è bene farselo tagliare, perché per quanto fastidio gli possa dare, fa comunque parte di sé e anche del suo equilibrio. Quindi accetta che per il momento deve sopportare quel fastidio, quel problema ma decide di superare quella condizione (e decide anche di fare attenzione che quel problema non rovini la sua vita, lo tiene a bada).
Quindi inizia, progressivamente, a "smettere di alimentare" quel ramo.
Con il tempo quel ramo, eventualmente, si seccherà e cadrà, ma nel frattempo l'albero (che è un signore saggio), non sta con le mani in mano, fa crescere un altro ramo in una posizione e con una forma tale, che in futuro possa sostituire quel ramo di modo che quando cadrà lui non riceverà uno shock forte.
Armonia in divenire significa, per noi, anche usare l'intelligenza.
Le pratiche spirituali fanno crescere molti "rami", perché sono anche una "guida alla Vita" e per cui alla crescita in Armonia.
Se vuoi chiarimenti su qualcosa non esitare a chiedere. Il "come" vanno "trattate" le pratiche rispetto alla propria vita è un aspetto molto importante.
*****************
Domanda (per tutti se volete):
perché non bisogna usare la forza per cercare l'equilibrio, per meditare, per fare Tai Chi?
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- TheNecrons
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La mia opinione di assoluta principiante, ma dettata dal buon senso, è che la spiacevole
esperienza che hai appena vissuto ti/ci insegni quanto sia fuorviante, infruttuoso e addirittura
nocivo ricorrere alla meditazione nelle situazioni estreme, assegnandole una funzione
soccorritrice, di riparo d'emergenza. Un requisito fondamentale per poter meditare, come
ben sai, è la calma interiore. Tu hai praticamente cercato di accedere con la forza, per rifugiarti,
ma *Quella* porta è rimasta chiusa malgrado abbia tentato di buttarla giù a spallate.
E ne sei uscito stremato.
Hai dimenticato una delle regole di base delle pratiche spirituali, non usare la forza, di nessun tipo.
Come ho già detto, per meditare serve energia, ne serve molta di più di quello che sembra, ma anche usando la forza se ne usa moltissima.
Ti sei esaurito nel tentativo di accedere ad uno stato che desideravi ottenere, dimenticando un altra regola di base: non desiderare.
Eh sì, purtroppo queste regole non sono riuscito ad applicarle. Azzardo a dire: ho imparato (anche se non vorrei concludere) che non bisogna forzare l'applicazione di quelle regole. Io ero arrabbiatissimo e triste, sapevo che non sarei stato in grado di non giudicare e non desiderare (o forse credevo di non poterlo fare? Ottimo quesito).
Le pratiche spirituali non vanno "usate" per riparare a "danni" come si usano le medicine per esempio, e non vanno usate per accedere a stati dell'essere che si desidera ottenere.
Il loro effetto sulla persona è di tutt'altra natura, è magia e quindi non è tua, non è mia ed è di tutti.
La Meditazione porta la persona a riequilibrarsi, in tutti i sensi, ma il suo effetto è nel tempo e non è sotto il nostro controllo "diretto" (della mente).
Quando hai raccontato che ti capita di provare gioia in modo inaspettato, senza sapere da dove e perché arrivi, hai descritto il modo naturale in cui uno degli effetti della Meditazione si manifesta e lo dico con assoluta sicurezza perché a chiunque pratichi nel modo giusto succede la stessa identica magia.
Con il tempo il praticante serio diventa sempre più equilibrato e impara ad accedere all'equilibrio sempre più facilmente. Ma questo accade perché si fa amicizia con l'equilibrio, diventa familiare e per cui per la persona diventa più facile ritrovarlo anche in situazioni dove si è manifestata emotività e turbamento.
Ma non è "la Meditazione che calma".
E' la Meditazione mi ha aiutato a ritrovare la calma ---> nella Vita.
"Io" sono diventato più calmo.
Bella lettura. E' stato importantissimo precisarmi che la Meditazione non è la soluzione diretta dei problemi. E' una cosa che avevo provato ma a cui non dato tanto ascolto.
****************************************************************************************************************************************************[
perché non bisogna usare la forza per cercare l'equilibrio, per meditare, per fare Tai Chi?
Perchè l'obbiettivo di quelle pratiche è aiutarti a raggiungere la purezza (ossia la tua Natura), e usare la forza signfica piegare e alterare la Natura.
Ma non è che dovremmo precisare che "non forzare la Natura" non significa che la tigre non debba usare la forza per catturare il bufalo? Per lei è naturale no?
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- invisibile
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Eh sì, purtroppo queste regole non sono riuscito ad applicarle. Azzardo a dire: ho imparato (anche se non vorrei concludere) che non bisogna forzare l'applicazione di quelle regole.
Si, ma se è necessario si possono "imporre".
Abbiamo la volontà che per essere applicata non necessita l'uso della forza, ed anche questo è un aspetto interessante, perché spesso associamo la volontà alla forza, mentre non è affatto così, sono due cose molto diverse.
Io ero arrabbiatissimo e triste, sapevo che non sarei stato in grado di non giudicare e non desiderare (o forse credevo di non poterlo fare? Ottimo quesito).
Ottimo davvero, perché tu non puoi sapere se non sarai in grado di fare o non fare una cosa.
Solo facendo puoi conoscere la realtà, e questo evidenzia una realtà esistenziale molto importante che comprende l'incapacità della mente a fare determinate cose, cose che ci hanno educato erroneamente a considerare possibili.
E' stato importantissimo precisarmi che la Meditazione non è la soluzione diretta dei problemi. E' una cosa che avevo provato ma a cui non dato tanto ascolto.
E' fondamentale avere questa consapevolezza per praticare nel modo giusto e per avere un rapporto sano verso le pratiche spirituali.
perché non bisogna usare la forza per cercare l'equilibrio, per meditare, per fare Tai Chi?
Perchè l'obbiettivo di quelle pratiche è aiutarti a raggiungere la purezza (ossia la tua Natura), e usare la forza signfica piegare e alterare la Natura.
Si. Ma perché?
Ma non è che dovremmo precisare che "non forzare la Natura" non significa che la tigre non debba usare la forza per catturare il bufalo? Per lei è naturale no?
Tu sei una tigre che sta cacciando un bufalo, o sei un essere umano che sta meditando?
Inoltre; tu sai quanta forza usa una tigre per cacciare un bufalo?
Ti svelo un grande segreto: ne usa pochissima, molto meno di quello che generalmente crediamo, e la usa solo in certi tempi ben precisi dell'azione.
Una tigre che caccia un bufalo sta facendo "Tai Chi", così come lo sta facendo un fiore che sboccia.
Armonia e quindi perfezione.
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Si, ma se è necessario si possono "imporre".
Abbiamo la volontà che per essere applicata non necessita l'uso della forza, ed anche questo è un aspetto interessante, perché spesso associamo la volontà alla forza, mentre non è affatto così, sono due cose molto diverse.
Questo devo ancora comprenderlo.
Solo facendo puoi conoscere la realtà, e questo evidenzia una realtà esistenziale molto importante che comprende l'incapacità della mente a fare determinate cose, cose che ci hanno educato erroneamente a considerare possibili.
La frase "Solo facendo puoi conoscere la Realtà" m'insenga anche che non è possibile comprendere la Realtà "guardandola in modo indiretto", ossia vedendola attraverso il filtro della Mente, ma solo vedendola e basta, e cioè senza giudicare. Fondamentale ma ci sfugge sempre.
perché non bisogna usare la forza per cercare l'equilibrio, per meditare, per fare Tai Chi?
Perchè l'obbiettivo di quelle pratiche è aiutarti a raggiungere la purezza (ossia la tua Natura), e usare la forza signfica piegare e alterare la Natura.
Si. Ma perché?
Rispondo soprattutto per nozioni, e non tanto per esperienza diretta. La Natura permette a tutto di "esistere in divenire" senza l'uso di alcuna forza, perchè essa "sorregge" il tutto senza che qualcosa di quel tutto abbia bisogno della sua stessa forza per sorreggersi da sè.
Quindi usare la forza significa staccarsi della "strada" disegnata dalla Natura e dal Tao.
Tu sei una tigre che sta cacciando un bufalo, o sei un essere umano che sta meditando?
Il mio ragionamento era: se la Tigre usa molta forza fisica, questo per lei non è contro-natura (per me invece lo sarebbe, perchè posso vivere usandone anche pochissima).
Ma se
Ti svelo un grande segreto: ne usa pochissima, molto meno di quello che generalmente crediamo, e la usa solo in certi tempi ben precisi dell'azione.
Una tigre che caccia un bufalo sta facendo "Tai Chi", così come lo sta facendo un fiore che sboccia.
Armonia e quindi perfezione.
ecco che cambia tutto, e la forza fisica è sempre contro-natura.
Permettimi una domanda: anche il bufalo che sta combattendo per la sua vita sta facendo Tai Chi? Ma è Naturale che egli usi la forza per salvarsi? E' Naturale che la Natura metta in emmergenza gli Esseri?
Lo so che le parole in questa domanda contano tantissimo....spero che tu abbia compreso il mio dubbio.
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Il mio ragionamento era: se la Tigre usa molta forza fisica, questo per lei non è contro-natura (per me invece lo sarebbe, perchè posso vivere usandone anche pochissima).
Ma tu stai supponendo di sapere che la tigre usa molta forza fisica. Ne sei sicuro?
Ma se
Ti svelo un grande segreto: ne usa pochissima, molto meno di quello che generalmente crediamo, e la usa solo in certi tempi ben precisi dell'azione.
Una tigre che caccia un bufalo sta facendo "Tai Chi", così come lo sta facendo un fiore che sboccia.
Armonia e quindi perfezione.
ecco che cambia tutto, e la forza fisica è sempre contro-natura.
La forza fisica esiste in natura e quindi non può essere contro-natura.
Ma come ho detto, il Tai Chi mi ha insegnato che per vivere normalmente ne serve pochissima, praticamente non serve quasi mai, e mi ha insegnato anche che è prevista solo per le situazioni di emergenza.
Poi, osservando le tigri per esempio, ho "visto" che anche loro in realtà ne usano pochissima, molto meno di quello che credevo e la usano solo nei momenti (brevissimi) in cui effettivamente serve.
Noi che siamo molto più abili di una tigre (lo so che questo sorprenderà) non ne avremmo praticamente mai bisogno, ma abbiamo creato un mondo innaturale che ci obbliga ad usarla molto più spesso di quanto la nostra natura ha previsto.
Permettimi una domanda: anche il bufalo che sta combattendo per la sua vita sta facendo Tai Chi?
Si, ma "Tai Chi" tra virgolette, perché non ha la nostra consapevolezza.
Anche lui, come tutto ciò che esiste, usa il minimo possibile di forza, perché l'uso della forza comporta una grande dispendio di energia e se si perde troppa energia ci si trova in serio pericolo.
Ma è Naturale che egli usi la forza per salvarsi? E' Naturale che la Natura metta in emmergenza gli Esseri?
Anche gli stati di emergenza sono naturali, ma normalmente, cioè secondo il "disegno naturale", questo accade ogni tanto ad un essere, ma anche qui dipende dalla sua specifica natura, dal suo "disegno" che, ti ricordo, comprende il suo divenire.
Ricordi la storia del seme?
Il Sole attacca il seme che sta dormendo sotto terra e con il suo calore lo stimola a reagire mettendolo in stato di emergenza. Ma appena il seme reagisce germogliando e così facendo ristabilendo una nuova Armonia, l'emergenza è passata. Ma dopo qualche giorno questa sua nuova armonia non basta più, perché il Sole torna tutti i giorni e continua ad attaccarlo e quindi si troverà in una nuova fase di emergenza, obbligando il seme a creare le prime timide foglie. Ma il Sole torna tutti i giorni e....
Vita.
Lo so che le parole in questa domanda contano tantissimo....spero che tu abbia compreso il mio dubbio.
L'ho compreso?
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- TheNecrons
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Quindi non è che, in generale, "usare la forza fisica è contronatura", ma lo è solo quando non è stato privista, per quella situazione, dal disegno universale?
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Lo Dzogchen (rDzogs chen o Atiyoga), secondo alcune scuole del buddhismo tibetano e della tradizione religiosa Bön, è lo stato naturale e primordiale, ovvero una condizione spontanea della mente, e, allo stesso tempo il corpus di insegnamenti volti a realizzare tale condizione. Lo Dzogchen, o Grande Perfezione, è un insegnamento centrale della scuola Nyingmapa, e pratiche tese al suo riconoscimento interiore sono praticate anche da seguaci di altre scuole del buddhismo tibetano. Secondo la letteratura che lo riguarda, lo Dzogchen è il più alto e definitivo percorso verso l'illuminazione.[1]
La nostra natura ultima viene definita come pura e omnicomprensiva, come consapevolezza primordiale e sempre naturalmente presente come sfondo di ogni evento psichico. Questa "consapevolezza intrinseca" non ha forma propria e tuttavia rende possibile la percezione oltre che permettere a ogni essere senziente di sperimentare, riflettere o esprimersi in tutte le forme.
L'analogia data dai maestri della tradizione Dzogchen è che la natura di un essere vivente è come uno specchio che rifletta in modo totale e comprensivo gli oggetti ma che in nessun caso è mai influenzato dagli stessi riflessi in esso, oppure come una sfera di cristallo perfettamente trasparente, capace di assumere in sé il colore della luce alla quale venga esposta senza per questo cambiare nella sua natura originaria neutra e priva di propria colorazione.
Nella pratica dello Dzogchen il meditante permette il libero manifestarsi della propria attività psichica in tutta la sua complessità lasciando che pensieri, emozioni, sentimenti o stati di coscienza generali rallentino la loro "vorticosità" e poi arrivino spontaneamente ad autoliberarsi, senza lasciare traccia della propria passata presenza nel campo della consapevolezza eccetto questa stessa consapevolezza intrinseca che emana senza sforzo dal proprio essere. Questa consapevolezza è ciò a cui i tibetani si riferiscono usando il termine Rigpa.
Anteater
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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TheNecrons ha scritto: @Invisibile:
Quindi non è che, in generale, "usare la forza fisica è contronatura", ma lo è solo quando non è stato privista, per quella situazione, dal disegno universale?
Esatto.
Quando serve la si deve usare, ma ricorda che noi abbiamo creato un mondo fortemente squilibrato e in cui viviamo in stato di emergenza quasi costantemente, anche se non ce ne rendiamo conto perché ci hanno insegnato che è "normale" fin dalla culla.
Per esempio; per vivere "bene" ovvero in equilibrio, la mente non serve quasi a niente (la mente razionale-ego intendo), serve veramente pochissimo.
Per vivere "bene" non è assolutamente necessario PENSARE.
E' l'esatto opposto, usare la mente nel modo in cui normalmente la usiamo, ti porta fuori equilibrio e questo semplicemente perché non è fatta per essere usata in quel modo ed in modo così intensivo.
La Meditazione ed il Tai Chi, per esempio, insegnano che è proprio così, perché il praticante serio e dedicato riesce a raggiungere stati dell'essere dove non ha più nessun bisogno di usare la mente in quel modo, e progressivamente questo "entra" nella sua vita, arrivando al punto di poter fare le cose "normali" senza l'ombra di un pensiero.
Ovviamente se deve guidare la macchina deve usare la mente, perché (guardacaso) la macchina e tutto quello che è ad essa collegato (strade, semafori, regole eccetera), richiedono l'obbligo dell'uso della mente in quel modo.
Il "sintomo" più forte che possiamo osservare, di questo "abuso" della mente razionale, è proprio il flusso incontrollato dei pensieri, che è praticamente costante e presente in tutti quelli che sono stati educati nel mondo moderno.
E' una vera e propria patologia, secondo la visione spirituale e io concordo in pieno, perché ho sperimentato in prima persona cosa significa guarire da questa patologia mentale e quelo che succede nelle persone che arrivano a guarire da questo stato è un qualcosa di incredibile, straordinario e per molti inimmaginabile, perché se la mente è "a posto", lo Spirito può manifestarsi e da li inizia il cammino per la vera conoscenza, di sé e del Mondo.
Uno si mette li, segue quelle poche regole, sembra che non sta facendo nulla o solo qualche movimento in modo rilassato...
Mai sottovalutare i Maestri
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Grazie per il contributo.
Quello che hai postato mi torna tutto e la cosa non mi sorprende visto che il buddismo tibetano nelle sue basi è derivato da quello originale.
I concetti e principi basilari di tutte le maggiori filosofie e scuole spirituali orientali (e non solo), sono praticamente identici. Per esempio leggendo quanto hai riportato e cambiando solo qualche termine, che in fondo sono solo parole, quello potrebbe in parte essere un testo assolutamente taoista.
Solo un esempio:
"La nostra natura ultima viene definita come pura e omnicomprensiva, come consapevolezza primordiale e sempre naturalmente presente come sfondo di ogni evento psichico. Questa "consapevolezza intrinseca" non ha forma propria e tuttavia rende possibile la percezione oltre che permettere a ogni essere senziente di sperimentare, riflettere o esprimersi in tutte le forme."
I Taoisti dicono che bisogna essere come l'acqua, che non ha forma ma si adatta ad ogni forma, eppure è sempre se stessa e non si allontana mai dalla sua Natura.
I concetti sono identici.
Personalmente non ho mai approfondito il buddismo tibetatno, perché non ne ho mai sentito il bisogno ma ad ognuno il suo percorso, ed è giusto e bene che sia così a mio avviso.
Ma ho sempre un po' diffidato di quella "versione" del buddismo, a causa dell'applicazione sociale e politica che in Tibet è stata fatta a partire da quella filosofia meravigliosa che è il buddismo, instaurando una "teocrazia buddista" che a mio avviso significa tradire le stesse basi del buddismo.
Quindi non ho mai provato fiducia in quel percorso ma, come ho detto, non l'ha mai approfondito e per cui nello specifico non saprei valutare, se non comparandolo con l'origine e con altre filosofie orientali.
Secondo me è sempre bene risalire alle origini, alla sorgente di ogni filosofia e conoscere bene la sorgente, prima di (eventualmente) seguire varianti e sviluppi successivi.
Per me fare questo lavoro è stato molto utile soprattutto per imparare a distinguere le eventuali falsificazioni e manipolazioni di cui ho parlato nel post introduttivo, cosa a mio avviso fondamentale anche perché in questa società dove tutto è consumo e l'ignoranza su questi temi è molto grande, è molto facile cadere in "vicoli ciechi" e di pratiche spirituali manipolate con intenti malvagi ce ne sono non poche.
Ma la manipolazione delle pratiche a volte è frutto di semplice ignoranza ed in questi casi non si tratta di intenti malvagi, ma di arroganza di chi le ha create.
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Per me è molto chiaro, anche perchè ho esperimentato cosa succede e si prova quando la Mente lavora meno del solito.
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Volevo farti una domanda, sperando sia possibile rispondere: è possibile che a volte, le fonti di luci mi trasmettano energia? Spesso sento lo stimolo di chiudere gli occhi e respirare profondamente (ma non tanto), e dopo un po' sento che la mia testa viene attirata verso l'alto (dove c'è la lampada) o verso il balcone (di giorno), e attraverso ogni insipirazione sembra che riceva un piacevole flusso di energia generato da quella fonte di luce, e successivamente mi sento ricaricato. Questo è successo più volte.
Esperienze simili (questa volte sono gli ambienti che emanano tipi di energia diversi a seconda dell'ambiente) mi son successo più di una volta.
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TheNecrons ha scritto:
Volevo farti una domanda, sperando sia possibile rispondere: è possibile che a volte, le fonti di luci mi trasmettano energia? Spesso sento lo stimolo di chiudere gli occhi e respirare profondamente (ma non tanto), e dopo un po' sento che la mia testa viene attirata verso l'alto (dove c'è la lampada) o verso il balcone (di giorno), e attraverso ogni insipirazione sembra che riceva un piacevole flusso di energia generato da quella fonte di luce, e successivamente mi sento ricaricato. Questo è successo più volte.
Esperienze simili (questa volte sono gli ambienti che emanano tipi di energia diversi a seconda dell'ambiente) mi son successo più di una volta.
Non è che è possibile, la luce è energia e quindi la trasmette sempre.
Evidentemente (se non è una illusione della mente, ricorda la cautela nel concludere) sei diventato sensibile a quel tipo di energia e ora ne sei più consapevole.
Ma chiudi la finestra se sei attratto verso il terrazzo... non si sa mai
Secondo la più antica visione taoista, "Tutto è energia" nel senso di "tutto ciò che è manifesto", come ho già spiegato, e per cui anche la luce. Inoltre ogni entità vive nel mondo e grazie ad esso. E' in perenne interazione con il mondo e l'energia è sempre in movimento e trasformazione, anche tra le entità.
Ma sento di dover, ancora una volta, dire una parola di cautela.
Un altra indicazione importante delle pratiche spirituali, è quella di "non andare verso la meraviglia", non cercare le cose meravigliose, non desiderarle.
Il modo giusto e rispettoso verso queste realtà-entità, che ricordo sono intelligenti e ci conoscono, è lo stesso che si deve avere con un amico se si tiene a quella amicizia, e un amico viene quando vuole lui o al limite se c'è bisogno di aiuto per una emergenza, non quando lo si desidera.
Se si mette il desiderio davanti ai nostri atti, ogni amicizia non può che finire in breve tempo.
Bellissimo vivere queste meraviglie! Ma è saggio (e giusto a mio avviso) aspettare che siano disponibili a farci "visita" .
Non sto dicendo che lo fai, questo non lo so, ma questa attitudine secondo me è fondamentale.
Molte persone hanno avuto esperienze spirituali per un periodo, per poi ad un certo punto perderle, a volte per sempre e senza capire il perché.
Spesso il motivo è quello, che la persona non ha trattato con rispetto ed amicizia queste manifestazioni dello Spirito e per cui non vengono più.
E' lo stesso problema con l'Amore.
Ci si innamora di una persona e si vive la magia dell'Amore, la perfezione, dove anche la scoreggia dell'amato diventa profumata
Poi piano piano tutto questo svanisce ed a volte non torna mai più.
Nessuno pensa che è a causa sua, che la causa è l'aver offeso l'Amore stesso, cercando di possederlo e controllarlo, nel tentativo di mantenere per sempre quella perfezione, quella meraviglia.
A nessuno piace essere posseduto e controllato per soddisfare il desiderio di un altro.
Non piace nemmeno all'Amore e nemmeno all'energia.
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Ma c'è un ma...filosofico: L'idrolisi!
L'ossigeno&L'idrogeno hanno un altro comportamento ...
Ecco perché è saggio non dar tutto per scontato...il giallo che incontra il blu si metaformizza in verde...l'arancio abbandonato dal rosso, diventa giallo...e così a tentar di stabilire punti fermi, ci si accorge che invece tutto è in moto...e quello che pareva in ombra col tempo viene illuminato...col ciclo del sole...col ciclo della luna...con la luce artificiale...
Anteater
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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Grazie, mille. Per me sei stato chiaro e preciso. Se qualcun altro ha bisogno di spiegazioni, non esiti a chiedere, questo forum non è "per me". Mi fermerò con le domande appena qualcun altro le farà, e vi assicuo, non mi farebbe male, dato che ho bisogno di sentire altri punti di vista.
Nel frattempo, una domanda per Invisibile: nel Taoismo, cosa s'intende con "Cielo"? Che rapporto ha col Tao?
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Anteater ha scritto: Bello l'esempio dell'acqua.... I Taoisti dicono che bisogna essere come l'acqua, che non ha forma ma si adatta ad ogni forma, eppure è sempre se stessa e non si allontana mai dalla sua Natura.
Ma c'è un ma...filosofico: L'idrolisi!
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Scusa non ho capito. Puoi chiarire o approfondire?
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TheNecrons ha scritto:
Nel frattempo, una domanda per Invisibile: nel Taoismo, cosa s'intende con "Cielo"? Che rapporto ha col Tao?
Qui entriamo nello specifico della filosofia taoista e direi che approfondire non è adatto al thread, anche perché la risposta deve toccare vari aspetti e "livelli di lettura", in quanto altro concetto che sta alla base della filosofia taoista.
Quindi per spiegare bene cosa gli antichi taoisti intendevano per "Cielo" dovrei scrivere un lungo articolo e non mi sembra la sede adatta.
Ti consiglio di cercare letture ma anche di non prendere per buono tutto quello che puoi leggere in internet, perché non sempre è corretto.
Ma se vuoi puoi dirmi cosa hai capito tu finora, visto che so che hai già letto varie cose sul taoismo dove si parla del Cielo, e puoi chiedere anche se c'è qualcosa in particolare che non ti è chiaro di quello che hai letto o leggerai.
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invisibile ha scritto:
Anteater ha scritto: Bello l'esempio dell'acqua.... I Taoisti dicono che bisogna essere come l'acqua, che non ha forma ma si adatta ad ogni forma, eppure è sempre se stessa e non si allontana mai dalla sua Natura.
Ma c'è un ma...filosofico: L'idrolisi!
L'ossigeno&L'idrogeno hanno un altro comportamento ...
Scusa non ho capito. Puoi chiarire o approfondire?
Non hai ancora capito chi è Antear? :hammer:
L'anima dai mille volti, che anche se sembrano tutti diversi non possono affatto nascondere la sua interiorità....palese....:pint:
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Scusa non ho capito. Puoi chiarire o approfondire?
L'acqua entra ed esce dagli esseri viventi, penetra, avvolge, come se fosse parte di te...
L'ossigeno pure entra nelle cellule, ma ha un comportamento simile ma diverso. Se poi si considera che l'acqua è fatta di ossigeno, la possiamo considerare una transazione chimica. Un fulmine che colpisce una pozza, genera una reazione fisico/chimico che fa scindere l'acqua...
La vita è un tutt'uno composto da componenti "semisordi" e pseudoindipendenti, anzi, coll'illusione di esserlo....
Anteater
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Anteater ha scritto:
L'acqua entra ed esce dagli esseri viventi, penetra, avvolge, come se fosse parte di te...
L'ossigeno pure entra nelle cellule, ma ha un comportamento simile ma diverso. Se poi si considera che l'acqua è fatta di ossigeno, la possiamo considerare una transazione chimica. Un fulmine che colpisce una pozza, genera una reazione fisico/chimico che fa scindere l'acqua...
La vita è un tutt'uno composto da componenti "semisordi" e pseudoindipendenti, anzi, coll'illusione di esserlo....
Perdonami ma continuo a non capire cosa c'entri questo con l'idrolisi e con la metafora taoista sull'acqua...
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@incredulo
Sarò rimbambito io questi giorni... ma non è mi è chiaro cosa hai detto...
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Per ora, sinceramente, credo di non aver nessuna idea compiuta e chiara sul Cielo.
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TheNecrons ha scritto: @Invisibile:
Per ora, sinceramente, credo di non aver nessuna idea compiuta e chiara sul Cielo.
Lo so. Per quello ti ho detto di studiare prima... vuoi far fare tutto il lavoro a me? :cool:
Per esempio puoi leggere del Cielo nel Tao Te Ching e nello Chuang Tzu in cui viene citato più volte, fare delle ricerche in internet (ma ricorda che non tutto è corretto), e poi cercare di fare una tua sintesi di cosa hai capito.
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