Articolo tratto dal II volume di Visione TV, intitolato “Il moderno prometeo artificiale”
di Roberto Quaglia
Quando si profila una tempesta mai vista all'orizzonte, hai voglia a chiuderti in casa e nasconderti sotto le coperte: la tempesta arriverà comunque perché la natura ha deciso così. Abbiamo messo in moto quel vortice di algoritmi che chiamiamo intelligenza artificiale e il turbine ora sta rapidamente montando alle dimensioni di uragano, ed è una tempesta che ci travolgerà inevitabilmente perché ormai così è nella natura delle cose. Buona fortuna a tutti!
Bene, dopo questa umile premessa, in effetti una promessa, proviamo ad affrontare uno degli argomenti più ostici di questo tempo ossia la creazione da parte nostra di una intelligenza artificiale in grado di risolvere tutti i nostri problemi, oppure - chi lo sa - di distruggerci e magari anche estinguerci.
Purtroppo, in gran parte delle discussioni a riguardo si dicono un sacco di scemenze, frutto del fatto che nessuno sa di che cosa si stia parlando. Probabilmente, nemmeno io lo so bene. E ad ascoltare gli stessi progettisti di queste intelligenze artificiali scopriamo con sconcerto che neppure loro lo sanno con esattezza. Ma il problema vero non consiste tanto in ciò che non sappiamo, quanto piuttosto in ciò che non sappiamo di non sapere. È riguardo a questo che ovunque si esagera.
A beneficio degli ultimi arrivati sull'argomento, facciamo quindi un breve riassunto delle puntate precedenti. Già nel 1950 Church e Turing formularono l'ipotesi che una macchina calcolatrice relativamente semplice sarebbe in grado di emulare un cervello umano, a patto di disporre di tempo e memoria infiniti. Ovviamente, questi non sono infiniti, per lo meno dalle nostre parti, quindi, è ovvio che dobbiamo scordarci la semplicità.
Un gruppo di accademici e di potenti dirigenti dell’industria tecnologica hanno firmato una lettera per chiedere una moratoria sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Fra i quasi 2.000 firmatari troviamo il CEO di SpaceX e Tesla Elon Musk, il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, il capo scienziato di IBM Grady Booch, l'etico per la tecnologia Tristan Harris. Fra gli accademici compaiono anche Stuart Russell, direttore del Center for Human-Compatible Artificial Intelligence dell'Università di Berkeley, Yuval Noah Harari, storico dell'Università Ebraica di Gerusalemme, e Sean O'Heigeartaigh, direttore esecutivo del Center for the Study of Existential Risks dell'Università di Cambridge. La lista completa di nomi (in fondo alla lettera) è impressionante.
La lettera apre “chiedendo a tutti i laboratori di intelligenza artificiale di sospendere immediatamente per almeno 6 mesi l'addestramento di sistemi di intelligenza artificiale più potenti di GPT-4”.
NOTA: Abbiamo già pubblicato un articolo su questo argomento nel 2019. Oggi come allora, vale lo stesso avviso: si tratta di tesi non dimostrabili, e l’articolo viene quindi pubblicato per quello che è: uno sfogo da parte di una persona che vive queste problematiche, e vorrebbe che l’argomento fosse più conosciuto sulla rete. (Io stesso conosco da vicino una persona che soffre di questi problemi, e vi posso garantire che la sua vita è di tutto meno che piacevole). M.M.
I targeted individuals, ovvero gli individui mirati, sono persone prese di mira da tecnologie ad onde elettromagnetiche chiamate “neuro weapons”, “psychotronic weapons”, “armi ad energia diretta”, “V2K” e “MKUltra”. Questi individui subiscono maltrattamenti invisibili, quindi non dimostrabili, per cui alcuni di loro scrivono le proprie testimonianze sui social quali Facebook, Twitter e Instagram alla ricerca di altre vittime e per chiedere aiuto.
Sentono voci che li perseguitano, li insultano, li deridono, li tormentano; subiscono dolori fisici, perdita di memoria, annullamento del pensiero, molestie, difficoltà a ragionare, pensieri forzati, fantasie forzate e altri maltrattamenti. Centinaia di persone da ogni parte del mondo affermano l'esistenza e l'utilizzo di queste tecnologie; persone che non si conoscevano prima, che vivono in città e nazioni diverse e lontane, con situazioni familiari e lavorative differenti, di età differente eppure con una cosa in comune: tutti affermano che qualcuno li sta torturando con armi insolite, che arrivano nel cervello, che colpiscono il fisico.
di Elia Dallabrida
Nel giugno del 2021 è stata rilasciata versione non classificata del rapporto rilasciato dall’Ufficio del Direttore della National Intelligence (link: https://www.dni.gov/files/ODNI/documents/assessments/Prelimary-Assessment-UAP-20210625.pdf?fbclid=IwAR3jC4K5MIcKSnLUTJWK2BFnN8HqcOeYSf5dRl7f_Ymiq1sT29ssgCF0-ww) che ha cambiato completamente il paradigma sull'ufologia: se in precedenza si veniva considerati pazzi nel parlare di avvistamenti UFO, dopo quel report è stato chiarito che la prima superpotenza mondiale li sta attivamente studiando anche ai più alti livelli della catena di comando. Ovviamente i giornali nostrani hanno subito messo le mani avanti: quelli che riportarono la notizia qui in Italia nel titolo si sono subito preoccupati di aggiungere che "non c’è prova della presenza di alieni", come scriveva ad esempio il Sole 24 ore (link: https://www.ilsole24ore.com/art/ufo-rapporto-pentagono-presentato-congresso-contatto-alieni-non-puo-essere-escluso-AEj3L2S?refresh_ce=1). Ed è effettivamente vero...
Chiacchierata con Enzo Pennetta sui problemi più vistosi della teoria evoluzionistica. Con la speranza che un evoluzionista serio e preparato si renda disponibile per un sano confronto su questi argomenti. (Contattare redazione-chiocciola-luogocomune.net. No perditempo).
Io trovo questa testimonianza altamente credibile. Voi?
Sembrava di essere tornati a 60 anni fa, quando Alan Shepard venne sparato in cielo dentro un tappo di champagne chiamato “Mercury”.
La stessa eccitazione del telecronista, lo stesso tono epico, la stessa aspettativa fremente, lo stesso applauso liberatorio al momento dell’atterraggio, tutto è stato rivissuto come uno strano deja-vu da coloro che assistettero, nel 1961, al lancio del primo americano nello spazio.
Perché appunto di questo si è trattato ieri. Un semplice volo sub-orbitale, durato una decina di minuti, nel quale una capsula viene sparata fuori dall’atmosfera per poi rientrarvi subito, appesa a dei paracadute. Esattamente come sessant’anni fa. L’unica differenza è che questa volta il razzo di lancio viene recuperato, e che nella capsula, invece di un astronauta addestrato, c’erano quattro civili sbruffoni in cerca di gloria mondana.
In un articolo intitolato “Nel cuore del mantello terrestre: vaste pianure e monti altissimi”, Focus riferisce che una recente ricerca scientifica avrebbe individuato uno “spazio vuoto” sotto la superficie terrestre, a circa 660 Km. di profondità, “con vette che si alternano a grandi pianure in un ambiente che farebbe impallidire le regioni dell'Himalaya e del Karakorum.” Sembra di leggere la descrizione della teoria di Agharti, secondo la quale la terra sarebbe addirittura abitata al suo interno. (* Vedi nota in fondo)
Ecco l’articolo integrale:
Sotto alla crosta terrestre - che si spinge fino a qualche decina di chilometri di profondità - vi è il mantello, che arriva fino al nucleo esterno del pianeta, che inizia a circa 2.900 chilometri di profondità. Il mantello è diviso in due ampie regioni: la prima termina a circa 660 chilometri sotto la superficie, la seconda arriva fino al nucleo esterno. La diversità tra il mantello superiore e il mantello inferiore non è chimica, ma fisica: gli stessi elementi che compongono il mantello superiore si trovano anche nel mantello inferiore, strutturati però in modo differente.
E' cominciata la guerra della antenne. E a quanto pare non sarà facile vincerla.
Torniamo a parlare del caso di un maxi palo porta antenne installato nei pressi di una scuola di Frossasco, in Piemonte. Il Comitato Stefano Rodotà, presieduto dal giurista Ugo Mattei, si è assunto il compito di difendere in Tribunale le generazioni future. La causa è stata intentata da alcuni genitori nel Comitato Val Noce per salvaguardare l’interesse dei loro figli sulla base del principio di precauzione: l’onere di provare che un’innovazione tecnologica è innocua spetta a chi la produce. Oggi, però, il giudice Ludovico Sburlati con un’ordinanza ha respinto il ricorso del Comitati Rodotà contro il palo porta antenne di Frossasco. Non solo, il giudice ha anche emesso una condanna a 15.000 euro di spese. È stato, quello dell’arma delle spese legali, un modo per scoraggiare la cittadinanza attiva? Ne parliamo su #Byoblu24 con il giurista e presidente del Comitato Rodotà Ugo Mattei che chiede a gran voce che almeno le scuole siano: “Zone franche, un’oasi libera dai pericoli delle onde elettromagnetiche”.
Intervista al prof. Francesco Celani, che racconta gli ultimi successi raggiunti nella sperimentazione sulla fusione fredda.
Leggi tutto: La falsa singolarità tecnocratica contro la vera singolarità tecnologica