La disperazione della classe medica per inventarsi nuove malattie ha abbattuto l'ultima barriera: ora persino chi scopa troppo sarà da considerarsi "malato". Il termine è "sex addict", che dovrebbe tradursi con un "assuefatto al sesso".
Secondo il servizio sanitario inglese (solo da loro poteva arrivare una notizia del genere) "i malati di sesso potranno ricevere un trattamento sanitario non appena i capi della salute mondiale avranno riconosciuto formalmente l'assuefazione al sesso come una malattia mentale".
"Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità - prosegue l'articolo - il comportamento sessuale compulsivo viene definito come l'incapacità di controllare i propri intensi desideri sessuali, che portano le persone a trascurare la propria salute, nonostante spesso non traggano alcun piacere dai rapporti intimi".
di Marcello Pamio
I vaccini si sa contengono sostanze note e altre meno note perché coperte dall’inviolabile segreto industriale, quasi a livello militare. Ma dietro a sigle e acronimi si celano materiali che potrebbero giocare un ruolo prioritario nell’eziologia di gravissime e incurabili patologie neonatali e non solo.
Da oggi il quadro generale sta prendendo forma….decisamente una forma molto inquietante.
Ad accendere il lumino e portare luce nella tenebra più oscura ci ha pensato il Corvelva, il Comitato veneto che da oltre vent’anni si occupa di fare corretta informazione nell’ambito delle libertà vaccinali. A proprie spese hanno infatti commissionato l’analisi delle contaminazioni biologiche e le verifiche delle sequenze genomiche.
Le motivazioni di tali analisi ce le spiega Nassim Langrudi, una responsabile del Corvelva: «siamo stati costretti a farlo, dal momento che si sente ripetere da tutti che i vaccini sono i farmaci più sicuri ed efficaci al mondo; che non presentano effetti collaterali, senza però averne mai avuto una dimostrazione tecnico-scientifica. Abbiamo voluto verificare empiricamente se queste affermazioni fossero fondate o meno».
Il Corvelva ha quindi portato in un laboratorio, non certo il primo scelto a caso, visto che «i laboratori appena sentono la parola ‘analisi’ associata a ‘vaccini’, tendono a tirarsi indietro».
di Federico Giovannini
Da quanto diciamo che il settore salute è corrotto? Eppure ogni volta che si cerca di porre all’attenzione pubblica questo argomento sembra quasi che questo pensiero sia frutto di complottismi vari. Le persone solitamente non fanno troppa fatica a concepire che l’industria farmaceutica possa essere un mostro senz’anima disposto a calpestare ogni moralità pur di ottenere lauti guadagni. Si riesce a spiegare al pubblico, anche in un documentario mainstream, che un determinato farmaco non serve a niente, oppure faccia addirittura male o crei dipendenza senza risolvere nulla.
Quando però viene spiegato che tra l’industria farmaceutica e il paziente c’è il medico che fa da tramite e che anch’esso deve essere corrotto in qualche modo per far funzionare tutto il carrozzone di bigpharma, allora il pubblico non ci sta. Hanno buono gioco i vari imbonitori mainstream che dipingono come complottisti chi denuncia che la classe medica è corrotta anch’essa fino al midollo sia dal punto di vista squisitamente monetario, sia dal punto di vista formativo, ovvero dell’istruzione della classe medica, che è pesantemente influenzata dall’industria del farmaco e dalle sue logiche di mercato.
Se un articolo qualunque dicesse al pubblico che il 62% dei medici oncologi italiani riceve soldi direttamente dall’industria del farmaco cosa succederebbe? Se lo stesso articolo dicesse che il 68% degli oncologi ritiene che la maggioranza di loro stessi abbiano un conflitto di interesse con l’industria? Se addirittura (ed è la cosa peggiore di tutte probabilmente) l’82% dei medici oncologi italiani dichiarasse che la maggior parte della loro formazione è supportata dall’industria, cosa succederebbe?
Nemmeno i democristiani sarebbero riusciti a trovare una soluzione perfidamente geniale come quella scovata dal ministro della salute Giulia Grillo sulla questione dei vaccini.
Aggirare l'obbligo vaccinale, senza abolirlo ufficialmente.
In altre parole, i 5 Stelle hanno fatto questo ragionamento: abbiamo una base di elettori con una quota notevole di persone contrarie all'obbligo. Come facciamo ad accontenterle, senza tirarci adosso una bufera politica incontenibile? Ed ecco il lampo di genio: basterà una autocertificazione.
Che sarebbe come mettere l'obbligo di avere le catene da neve, per chi va in alta montagna, ma poi accontentarsi della dichiarazione del conducente di averle a bordo.
"Ma certo che le ho, brigadiere. Sono nel bagagliaio, lo giuro". "Va bene, vada pure" dice soddisfatto il brigadiere.
di Fabio Angiolini (fabiomln)
Dico subito che l’articolo non incontrerà il favore di molti. Rivedere le proprie posizioni è sempre molto difficile. In ogni caso mi propongo almeno di offrire una visione alternativa sul tema dei cosiddetti ‘Acidi Grassi Essenziali’.
Nel 1929 G. e M. Burr pubblicarono uno studio, secondo cui, una dieta povera di grassi (in seguito poi ‘identificati’ come grassi acidi essenziali, in particolare, più di recente, Omega-3 e Omega-6 – grassi polinsaturi) determinava negli animali gravi carenze, tra cui dermatiti, sterilità, rallentamento della crescita e altro.
Va precisato che in quegli anni molte vitamine non erano conosciute come ad esempio alcune delle vitamine del gruppo B. Oggi è invece risaputo che carenze di vitamine e minerali sono in grado di determinare quegli stessi effetti nei soggetti su cui si crea una carenza.
La Federazione dei Pediatri vince un premio per la migliore campagna di comunicazione sui vaccini. Chi mette in palio il premio? La Sanofi, che i vaccini li produce.
di Marcello Pamio
Inizio prendendo a prestito la memorabile frase tratta dalla scena finale del film di fantascienza “Blade Runner”, dove l’androide Roy Batty prima di spegnersi fa il monologo divenuto famoso, al poliziotto Deckard, interpretato da un giovane Harrison Ford.
“Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.
Sono passati 36 anni da quel capolavoro cinematografico, ma se in un ipotetico futuro Roy venisse ricostruito in laboratorio, la sua memoria cibernetica del periodo odierno esprimerebbe cose molto diverse: “Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Individui senza diploma gestire ministeri dell’Istruzione. Famelici avvoltoi, nascondersi dietro gli aiuti umanitari e speculare sulla pelle di milioni di disperati. Squallide marionette senza arte imporre per legge 10 vaccini. Ho visto infine balenare nel buio della notte il luccichio del premio vinto dalla Federazione dei pediatri messo in palio dalla società che produce vaccini. È tempo di svegliarsi”.
La visione di questo video è consigliata SOLO a chi abbia una forte capacità di metabolizzare in fretta la bile generata.
di Federico Giovannini
Come tante volte ripetuto sappiamo che la vitamina D modula il sistema immunitario modificando il microbiota intestinale (1), quello che è ancora poco chiaro sono i meccanismi con i quali agisce la vitamina D in questo contesto.
Dall’articolo citato: “Secondo alcuni studi, una sua carenza sarebbe in grado di deteriorare la parete intestinale, favorendo la traslocazione di endotossine nel torrente circolatorio e lo sviluppo di uno stato infiammatorio sistemico”.
Detto in altro modo ancora, la vitamina D sarebbe in grado di ripristinare quello stato di permeabilità intestinale eccessiva che consente il transito di tutta una serie di componenti più o meno tossici che vanno a interagire con il sistema immunitario (2) certamente sovra-stimolandolo e indebolendolo.
Un sistema immunitario più efficiente, ovviamente, avrà più risorse, energia e tempo per occuparsi dei microorganismi patogeni lasciando al loro lavoro i microorganismi utili (probiotici) che potranno più facilmente prosperare.
GRAMICCIOLI: PREMIO TEATRO ELSA MORANTE, IN SCENA A ROMA CON L’OPERA SUI VACCINI. Arriva il prossimo lunedì 4 Giugno al teatro San Raffaele di Roma “Il Decreto”, l’opera realizzata dalla Compagnia del Teatro Artistico d’Inchiesta, presentata da Colors Radio e patrocinata dal municipio XI del comune di Roma che promette di svelare tutti i retroscena della legge sull’obbligatorietà di 10 vaccini.
Colors Radio e il Teatro Artistico d’Inchiesta presentano, a Roma, l’opera sociale più discussa e affollata della stagione, “Il Decreto” interpretata da David Gramiccioli, attuale vincitore del premio per il teatro "Elsa Morante". Oltre 20 le tappe del tour che si sono susseguite dal nord al sud della penisola, più di 10000 spettatori, contro ogni ostacolo -e previsione-. Un tour che sembra essere inarrestabile.
Non solo una pièce teatrale, che consacra l’alto livello artistico della Compagnia, già insignita del Premio Diritti Umani nel 2012, ma una coerente e puntuale inchiesta giornalistica sulla legge del super obbligo vaccinale, promulgata in Italia la scorsa estate.
“Per ogni farmaco che altera la biochimica del cervello al fine di dare beneficio ad un paziente psichiatrico, esiste una combinazione di micronutrienti per raggiungere il medesimo risultato, ma senza effetti collaterali” - Dott. Carl C. Pfiffer (1908-1988)
di Marco Pallotti - Naturopata
Depressione, ansietà, iperattività, deficit di attenzione, disturbo bipolare, schizofrenia, sono solo alcuni dei tanti disturbi mentali che affliggono sempre più persone che vivono nella civiltà moderna. La psichiatria ufficiale attribuisce la colpa praticamente ad ogni cosa, eccetto che a carenze di micronutrienti.
La scoperta di un'associazione tra deficit nutrizionali e disturbi psichiatrici risale al 1958, quando i medici canadesi A. N. Payza e D. G. Irvine, del gruppo di ricerca diretto dal dott. Abram Hoffer, trovarono una sostanza sconosciuta di colore violaceo, sia nelle urine di pazienti volontari sani a cui era stata somministrata la droga psichedelica LSD, sia nelle urine di pazienti psichiatrici a cui non era stata somministrata la medesima droga. Questa sostanza sconosciuta venne chiamata “fattore malva”.
Come trasformare un rifiuto tossico in un toccasana indispensabile per l’uomo.
Di Federico Povoleri
Parecchi anni fa un pediatra mi allungò due tavolette di fluoro per il “bene” di mio figlio; non soltanto erano indispensabili per prevenire la carie, disse (il fatto che non avesse ancora i denti e che avrebbe dovuto cambiare completamente i primi che sarebbero spuntati non intaccò minimamente la sua logica), ma aggiunse che erano vitali anche per le ossa.
Lo guardai in faccia con attenzione e il suo sguardo rispose a qualsiasi tentazione potesse venirmi di intavolare una discussione. Lo ringraziai, uscii e le pasticche volarono nel primo cestino di rifiuti che mi capitò a tiro. Ero certo della sua buona fede ma lo ero altrettanto della sua ignoranza.
Oggi il fluoro si trova nell’acqua potabile, in quella minerale, in tutti i dentifrici più comunemente utilizzati, nelle gomme americane e continua ad essere raccomandato dai pediatri (solo per fare alcuni esempi); è tutt’ora considerato un importante aiuto per la salute di ossa e denti e questa leggenda metropolitana (o fake news, fate voi) persiste nonostante non sia certo un mistero il fatto che fin dalla sua scoperta è stato catalogato come: rifiuto tossico estremamente pericoloso.
Leggi tutto: E' il sesso la nuova malattia