di Riccardo Pizzirani
L’altra sera la BBC ha annunciato con un articolo il programma “9/11 conspiracy theories”. Leggendo l’articolo si notano numerosi errori ed omissioni, che fanno ben intendere quale sarà il tono della trasmissione:
“il trasponder, che fornisce l’esatta posizione dell’aereo, era stato spento o cambiato”
Come sappiamo il trasponder degli aerei è un macchinario che spedisce a terra un segnale (secondario) che comunica altitudine, nome, rotta, e altri dati. Una volta spento il trasponder l’aereo non svanisce, ma rimane visibile sul radar (primario), che ha origine a terra. Quindi l’affermazione è errata e fuorviante.
“le demolizioni controllate sono sempre eseguite dai piani inferiori verso l’alto”
Questa frase lapidaria e assolutista è smentita dalla demolizione controllata delle torri 12-14 rue parent – glacis, a Belfort .
“nessuna prova è mai stata trovata di cariche esplosive nonostante le estese ricerche manuali”
Come chiaramente affermato dal NIST nelle loro FAQ ufficiali (punto 12), il NIST ammette di non aver cercato tracce di esplosivi/incendiari nelle sue investigazioni ufficiali.
“i militari non hanno mai dato ordini alle forze aeree di abbattere voli commerciali di linea”
Come mostrato nel 9/11 Commission Report alle pagine 40-41 nel capitolo intitolato “United 93 e l’ordine di abbattimento” tale ordine è stato dato per ben due volte, dal Vicepresidente Cheney, ...
Lo sviluppo ed il successo di Linux nel mondo dell'informatica è una di quelle vicende che dovrebbe dare molto da riflettere. Ecco un breve video che in occasione del suo ventesimo anniversario ripercorre alcune tappe importanti:
MINOLI DIVENTA INTERNAZIONALE
Minoli anche in FRANCESE
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2a parte: http://www.youtube.com/watch?v=rLqk9Cu4CZY
3a parte: http://www.youtube.com/watch?v=ecgK4j4UPYQ
4a parte: http://www.youtube.com/watch?v=LAGhSGY_DZY
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Come molti sanno, l’altra sera Giovanni Minoli ha dedicato una puntata della trasmissione “La storia siamo noi” all’11 settembre. Lo ha fatto riassumendo per grandi linee i dubbi e le critiche che sono stati portati in tutti questi anni alla versione ufficiale dal Movimento per la Verità sull’11 settembre.
In particolare, Minoli si è basato sull’ultima edizione di Loose Change, il film di Dylan Avery, uscito nel 2009 in forma riveduta e corretta (la prima versione di Loose Change, che spopolò in rete, risale al 2005). Pur senza sbilanciarsi in modo definitivo, con la sua impostazione Minoli ha voluto chiaramente validare i principali dubbi espressi dal Movimento in tutti questi anni.
Apriti cielo! Giusto il tempo di scriverlo, e compariva sul blog di Attivissimo un articolo intitolato “11/9 alla Rai: un'ora di teorie di complotto sconclusionate. E il contraddittorio degli esperti dov'è?” L’articolo, che grondava indignazione da tutti i pori, ...
PARTE SECONDA: gli inganni“Ho la più alta ammirazione per la vostra propaganda. La propaganda in occidente viene portata avanti da esperti che hanno avuto la migliore istruzione del mondo -- in campo pubblicitario -- ed hanno imparato a padroneggiare le sue tecniche con eccezionale maestria e profitto... Le vostre sono sottili e persuasive, le nostre sono crude ed ovvie... Penso che la differenza fondamentale tra i nostri due mondi, rispetto alla propaganda, sia molto semplice.. Voi tendete a credere alla vostra... e noi tendiamo a rifiutare di credere alla nostra.” (Un corrispondente sovietico che ha vissuto cinque anni negli Stati Uniti)
I fatti dell'11 settembre 2001 e le sue conseguenze sono stati sviscerati sotto ogni aspetto; ci sono state analisi politiche, tecniche e scientifiche intraprese da professionisti e da semplici cittadini che in questi anni hanno tentato di portare alla luce la verità su quegli eventi.
Un aspetto forse poco trattato del 911 risulta però essere quello propagandistico. Generalmente si tende a pensare ai fatti che ci hanno raccontato semplicemente in termini di menzogna; solo per fare un esempio, chi non crede alla versione ufficiale dei fatti reputa una bugia (e pure grossolana) il ritrovamento del passaporto quasi intatto di uno dei terroristi che sarebbe scampato a esplosioni, incendi e crolli, per atterrare quasi direttamente nelle mani del poliziotto che lo ha trovato.
Ma perchè crediamo si tratti di una balla? Perchè ovviamente ci sono mille altre cose che non tornano nei fatti del 911: i crolli delle torri, l'enigma del Pentagono e via dicendo. Il passaporto è solo l'ennesima coincidenza fortuita in un impianto che per quanto palesemente assurdo e traballante, continua a dividere o addirittura a disinteressare gli animi.
C'è un motivo per questo; che non può essere ascritto esclusivamente all'assordante silenzio mediatico che sicuramente è stato decisivo nell'opera di insabbiamento e di sottrazione delle informazioni per il pubblico. Abbiamo visto crescere nel tempo schiere di fedelissimi pro e contro la versione ufficiale dei fatti, abbiamo visto nascere etichette che hanno portato a distinzioni sociali, pregiudizi e posizioni fideistiche; viene quindi il sospetto che altre cause, anche di natura psicologica, abbiano contribuito a formare quelle opinioni e quegli atteggiamenti che hanno creato la situazione attuale.
Pochi probabilmente si sono resi conto dell'importanza che ha avuto la propaganda di guerra (Irak/Afghanistan) nell'omologare i pensieri della gente se non nella vera e propria costruzione delle opinioni e delle idee; e non potrebbe essere altrimenti, perchè la caratteristica più importante della moderna propaganda è quella di essere invisibile; poco importa se oggi, tutte le maggiori operazioni propagandistiche sono state scoperte e rivelate perchè uno dei motti dell'esperto in PR è:
“Qualsiasi smentita successiva non conta, l'importante è arrivare primi”.
La maggioranza dell'opinione pubblica infatti non si è indignata, molti nemmeno le conoscono le smentite, ma a tutti sono rimaste impresse le immagini della guerra, la paura, i simboli... Tutte cose che nel tempo hanno creato convinzioni, opinioni, idee.
Questa mattina ho aperto l’e-mail e ho trovato tre persone diverse che mi segnalavano con grande eccitazione questa pagina del sito Stopwarcrimes. L’articolo si intitola “La falsa Piazza Verde di Al-Jazeera”, e sostiene che le immagini dei libici festanti nella Piazza Verde di Tripoli, trasmesse anche da SkyNews, in realtà siano state girate su un set costruito appositamente nel Qatar.
Immediatamente la pressione mi è salita a mille, e ho pensato “I soliti bastardi! Ormai la guerra mediatica è totale”.
A supporto della sua tesi, l’articolo mostra le immagini della (presunta) Piazza Verde trasmesse l’altra sera da Al-Jazeera (foto 1), e le confronta con diverse immagini della vera Piazza Verde (2, 3 e 4), scattate in epoche diverse. (Vedi immagini all’interno).
di Federico Povoleri
Tutti, in modo consapevole o meno, facciamo propaganda, siamo veicoli di propaganda, e viviamo circondati dalla propaganda. Quando sosteniamo una certa tesi al bar, facciamo propaganda. Quando un critico cinematografico scrive bene o male di un film fa propaganda. Quando Adriano Celentano canta “Chi non lavora non fa l’amore” fa propaganda.
Ovviamente il significato di questo termine è molto ampio, e bisogna distinguere fra messaggi veicolati in modo più o meno inconsapevole dagli individui, e quelli concepiti appositamente per modificare la percezione della masse rispetto a certi argomenti di primaria importanza.
La propaganda infatti è ormai diventata una scienza sofisticata che ha trovato la sua massiccia applicazione nelle società democratiche odierne, ed agisce in modo del tutto invisibile.
Ad esempio, il critico o il cantante di cui parlavamo prima, potrebbero essere stati bersaglio di un'operazione di propaganda tesa a influenzare le loro opinioni, ed essendo loro stessi degli Opinion Leader, si tramuteranno automaticamente in veicoli inconsapevoli del messaggio originale, che viene ora trasmesso ad un pubblico più vasto.
Questi aspetti della propaganda che rientrano nelle categorie della propaganda nera o grigia sono inquietanti …
Muhammar Gheddafi non è ancora stato catturato, è già gli avvoltoi delle compagnie petrolifere stanno scendendo sui giacimenti di petrolio della Libia.
In un articolo della Reuters intitolato “L’ENI guida la corsa al petrolio in Libia” leggiamo che “la caduta di Gheddafi riaprirà le porte al paese africano con maggiori riserve di petrolio.”
“Il ministro degli esteri italiano Franco Frattini – prosegue l’articolo – ha detto che il personale dell’ENI, il produttore numero uno prima della guerra, è già arrivato in Libia per far ripartire la produzione nell’est del paese.”
La CNN ha appena fatto sapere che i titoli dell’ENI sono saliti del 6% nella giornata di ieri.
“Questi impianti sono stati fatti da italiani, dalla SAIPEM – dice ancora l’articolo, citando Frattini - ed è quindi chiaro che l’Italia giocherà il ruolo di N° 1 nel futuro.”
Sempre nell’articolo leggiamo che “secondo gli analisti dell’industria petrolifera l’ENI e la TOTAL potrebbero emergere come i due grandi vincitori della Libia del dopoguerra, grazie al pesante supporto dato dai loro paesi ai ribelli”.
Alla CNN, la Repsol spagnola ha dichiarato ...
Molti di voi avranno seguito l’acceso dibattito che è scaturito dall’articolo intitolato “Documenti falsi nella buca di Shanksville”.
Non c’è infatti come affermare di aver trovato una “prova inconfutabile” della falsità della versione ufficiale, per vedersi scatenare una corsa disperata al tentativo di smentire in qualunque modo quella prova. Finchè esiste la possibilità di aggrapparsi ad un dubbio qualunque, per quanto esile, certe persone riescono ancora a sopravvivere (“D’accordo, la manovra del Pentagono è decisamente difficile, ma magari quel giorno Hanjour ha avuto un culo mostruoso…”). Ma metterle seccamente in angolo, senza lasciare loro nessuna via di uscita, spesso rischia di farle impazzire (E io confesso di non essere stato del tutto privo di malizia, nel provocare una reazione che avevo previsto fin dall’inizio).
La discussione infatti è andata avanti per un bel pò, ondeggiando fra nuovi elementi che sembravano validare quel documento e informazioni che sembravano invece negarlo.
Alla fine ho deciso di tagliare la testa al toro e ho chiamato la Motorizzazione della Florida, dove mi è stato confermato quanto già indicato sulle pagine del loro sito: in base ai dati contenuti – mi fu detto - il documento in questione non poteva esistere. Non restava quindi che concludere che fosse un falso. Ho anche aggiunto che in ogni caso per me la cosa non aveva un’importanza suprema, visto che sono ben altri, al punto in cui ci troviamo, gli elementi di accusa contro la versione ufficiale.
Ma qualcuno evidentemente non riusciva più a dormire sonni sereni. Si tratta di un utente di antica data, che si firma “Trystero”, ...
Rinchiuso in un albergo di Tripoli, Thierry Meyssan ha mandato questo messaggio alle 0.35 di oggi (notte fra domenica e lunedì).Massacro NATO a Tripoli - di Thierry Meyssan
Sabato 20 agosto 2011 alle ore 20, e cioè subito dopo l’Iftar, la fine del digiuno di Ramadan, la NATO ha lanciato l’”Operazione Sirenetta”.
Le “sirenette” sono gli altoparlanti delle moschee che AlQuaeda ha usato per mandare il segnale della rivolta. Immediatamente “cellule dormienti” dei ribelli sono entrate in azione. Piccoli gruppi, altamente mobili, hanno continuato a moltiplicare gli attacchi. Gli scontri della notte hanno lasciato 350 morti e 3.500 feriti.
La situazione si è stabilizzata durante la giornata di domenica.
Una nave della NATO è approdata a Tripoli, ha scaricato armi pesanti e jihadisti di Al Quaeda, sotto la supervisione di ufficiali dell’Alleanza.
Gli scontri hanno ripreso ad infuriare domenica sera, raggiungendo un livello di violenza altissimo. Aerei e droni della NATO bombardano in ogni direzione. Gli elicotteri colpiscono le persone in strada per aprire la via ai jihadisti.
In serata un convoglio di auto ufficiali che trasportava personaggi importanti ...
Nei giorni scorsi, due attentati terroristici hanno riportato l’attenzione su Israele. Giovedì è stato colpito un autobus che trasportava cittadini israeliani, mentre il giorno seguente una ventina di razzi ha colpito una cittadina nel sud del paese, danneggiando una sinagoga. In totale, i due attentati hanno causato la morte di otto persone e il ferimento di altre 40.
Il governo israeliano ha risposto immediatamente, bombardando diverse zone nella striscia di Gaza.
Netaniahu ha poi dichiarato in televisione che “i mandanti degli attentati, che si nascondevano a Gaza, sono stati uccisi”. Netaniahu si riferiva ad un gruppo palestinese chiamato “Comitato di resistenza popolare”, i cui leader sarebbero stati uccisi durante il bombardamento.
Ma nessuno da parte israeliana ha saputo fornire spiegazioni su come sia stato stabilito il collegamento fra gli attentati dei giorni scorsi e i presunti mandanti di Gaza. Va inoltre ricordato che i razzi che hanno colpito Israele sono partiti dal sud del Sinai, in territorio egiziano, e non da Gaza.
Intervistata al telefono da RealNews, il tenente colonnello dell’esercito israeliano Avital Liebovitz ha detto: “Noi non abbiamo mai affermato che questo gruppo sia stato il responsabile degli attentati”, contraddicendo in questo modo la dichiarazione del primo ministro. Per giustificare l’azione, la Liebovitz ha spiegato …
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