di Decalagon
Qualche giorno fa, sul sito di Architets and Engineer for 9/11 Truth, è uscito un articolo molto interessante che ha discusso alcuni precedenti storici riguardanti l'applicazione della thermite commerciale nelle demolizioni, e di come James Meigs, editor-in-chief di Popular Mechanics (una rivista tecnica che si è confermata ormai da anni come appassionata sostenitrice della Versione Ufficiale), abbia deliberatamente ignorato questo fatto arrivando a contraddirsi platealmente nel tentativo di mettere a tacere chiunque contesti la ricostruzione ufficiale dei tre crolli dell'undici settembre (già in passato Popular Mechanics venne colta nel presentare false prove per sostenere la propria teoria, come venne mostrato qui tempo fa).
L'articolo di AE911 dice infatti: "una recente revisione degli archivi della popolare rivista ha rivelato che per far cadere strutture in acciaio, oltre 75 anni fa, è stata usata della semplice thermite (ossido di ferro più alluminio) associata agli esplosivi convenzionali." Tuttavia quando Niels Harrit e altri scienziati trovarono tracce di un composto energetico classificato come nano-thermite o super-thermite in seguito ad un'approfondita analisi delle polveri del WTC, Meigs affermò: "In alcune applicazioni [la thermite] può attualmente bruciare attraverso il metallo" ma si è poi dissociato dalla scoperta dei residui thermitici scoperti nella polvere del WTC, dicendo "la sola idea che si possa abbattere un edificio con la thermite... ogni esperto di esplosivi con cui abbiamo parlato ride al solo pensiero". (LINK)
Chiunque siano questi esperti non si capisce perché debbano ridere, ...
Quando si parla dei “grandi complotti” (caso Kennedy, missioni lunari, 11 settembre, ecc.), capita spesso di sentire i difensori delle versioni ufficiali che propongono questo argomento: “Per fare una cospirazione del genere dovrebbero venire coinvolte migliaia di persone, per cui è impossibile che prima o poi qualcuno di loro non parli”.
Questa argomentazione ovviamente è fallace, e per più di un motivo: prima di tutto, l’idea che sia necessario coinvolgere “migliaia di persone” nel complotto sta solo nella testa di chi propone questo ragionamento. In realtà è vero l’opposto, poichè grazie alla rigida compartimentazione che contraddistingue da tempo la CIA ed altri servizi segreti nel mondo, basta un numero minimo di persone, collocate nei punti-chiave della struttura gerarchica, per tenere sotto controllo la preparazione, l’esecuzione e soprattutto l’esito delle indagini, che naturalmente dovranno giungere alla conclusione già decisa in partenza. In secondo luogo, le persone che usano questa argomentazione si dimenticano regolarmente di spiegare perchè mai una qualunque delle persone coinvolte nel complotto dovrebbe sentire ad un certo punto un irrefrenabile desiderio di confessare tutto e di finire al più presto sulla sedia elettrica.
Casomai, se proprio uno vuole levarsi un peso dalla coscienza, lo fa quando è in fin di vita, o quando comunque non ha più niente da perdere. Ma la cosa più curiosa è che anche quando questo accade, i difensori della versione ufficiale preferiscono ignorarli.
Pensate, l’uomo che ha ucciso Kennedy ha un nome e un cognome (si trova attualmente in prigione, per fatti non correlati), ed ha confessato il suo gesto davanti alle telecamere oltre dieci anni fa. Ma il mondo non vuole saperlo.
Nel suo racconto James Files ha fornito un tale numero di particolari, che vengono pienamente corroborati da altri testimoni, ...
Negli ultimi giorni il movimento “Occupy Wall Street”, detto anche movimento del 99%, ha decisamente cambiato marcia.
Dopo lo sgombero di Zuccotti Park, eseguito la scorsa settimana dalla polizia di New York, il noto commentatore della Fox Bill O’Reilly, che rappresenta la voce dell’estrema destra americana, aveva annunciato con soddisfazione: “Il movimento è morto e sepolto”. Dal suo volto emanava un tale senso di sollievo che sembrava quasi avesse detto “L’incubo è finito”.
Ma era solo wishful thinking (noi diciamo “ti piacerebbe”).
Purtroppo per lui – e per il restante 1% degli americani - l’incubo continua, e sembra anzi peggiorare di giorno in giorno. Dopo aver rimosso le tende, i manifestanti di Zuccotti Park si sono ripresentati compatti e determinati, tornando subito ad occupare il ponte di Brooklyn e le zone circostanti. La polizia ha dovuto compiere più di trecento arresti nell’arco di 24 ore per liberare la zona, mentre le televisioni mandavano spezzoni che ritraevano episodi di violenza ben poco edificanti contro i cittadini disarmati.
Nel frattempo il movimento ha già invaso più di trecento città americane. Oltre alle grandi metropoli come Washington, Los Angeles, Chicago o San Francisco, si aggiungono alla lista dozzine e dozzine di piccoli centri abitati da tutti gli stati dell’Unione. Cittadine pressochè sconosciute come Amarillo nel Texas o Eugene nell’Oregon, …
Puntata di Radio IES dedicata alle scie chimiche. Hanno partecipato Corrado Penna, Paolo Attivissimo, Rosario Marcianò, Massimo Mazzucco.
Prima parte: Penna + Attivissimo
Seconda parte: Marcianò + Mazzucco
di Marco Cedolin
Sta insediandosi proprio in queste ore il nuovo governo di occupazione, presieduto da Mario Monti, novello Presidente del Consiglio con delega al ministero dell'Economia e composto da 16 ministri, rigorosamente tecnici.
Tutti, Monti compreso, mai eletti dagli italiani e deputati a portare avanti un programma di governo imposto nei dettagli dalla BCE e mai sottoposto al vaglio degli elettori, che a suo tempo votarono i programmi di Berlusconi e Veltroni, di natura profondamente diversa, se non antitetica, rispetto a quello che verrà realizzato nei prossimi mesi.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che non si tratta di un ribaltone, bensì di un'azione estremamente più grave, consistente nell'esautorare completamente il popolo dal diritto di scegliere chi lo governerà e sulla base di quale programma espliciterà il proprio mandato.
In tutta evidenza chiaro non lo è dal momento che i cittadini e le cosidette parti sociali, anzichè trovarsi in strada con il forcone, sono comodamente seduti a guardare la TV o impegnati a tentare di conquistare la benevolenza del nuovo padrone, ragione per cui ci sembra giusto constatare la morte cerebrale intervenuta per asfissia del mito della democrazia.
La lista dei ministri scelti da Monti, che in queste ore sta tenendo banco su giornali e TV, risulta molto oculata ...
di Ashoka
Milena Gabanelli, conduttrice della trasmissione Report su Raitre, propone, dalle pagine del Corriere della Sera, la sua ricetta per risanare i conti dello Stato. Pur apprezzando spesso le inchieste del suo programma, devo dire che in questo articolo la giornalista cade vittima di tutta una serie di fallacie economiche che purtroppo hanno messo radici nel pensiero main stream. A partire da queste considerazioni sviluppa poi una soluzione che a prima vista pare la panacea a tutti i mali del paese mentre in realtà la “cura” è di gran lunga peggiore del “male”. Leggiamo insieme.
[quote]Non sono un economista, non sono un’esperta di finanza, ma una giornalista generica che ogni tanto prova a capire temi complessi, per poi spiegarli agli utenti. Oggi, come tutti, mi pongo questa domanda: “Come se ne esce?” Il debito italiano conta 1.843 miliardi, il PIL 1.548. I mercati non si fidano del fatto che l'Italia possa ripagare i propri debiti.[/quote]
Perchè non si fidano?
[quote]Perché gli investitori pensano che tale avanzo (avanzo primario) sparirà in presenza di una recessione (italiana, europea, mondiale). Il nodo è il rapporto debito/PIL, che per l’Italia è troppo elevato. Tant’è vero che la Gran Bretagna, con un deficit più che doppio rispetto al nostro, riesce a farsi prestare soldi ad un tasso di interesse che è meno di un terzo di quello che paghiamo noi, proprio perché la Gran Bretagna ha un rapporto debito/PIL che è circa la metà del nostro[/quote]
In realtà la questione è un po’ più complicata ma in sostanza è vero: abbiamo il terzo debito pubblico al mondo.
[ continua all'interno ]
Nella recente puntata di “Servizio Pubblico” Michele Santoro ha dimostrato di avere più o meno il coraggio di una cipolla. Nella trasmissione dedicata all’attuale crisi di governo, Santoro ha invitato Claudio Messora, giornalista e ricercatore indipendente, il quale con grande serenità ha spiattellato la “parte nascosta” del curriculum vitae di Mario Monti: Commissione Trilaterale, Goldman Sachs e Bilderberg. E scusate se è poco. Ma a quel punto, invece di approfittarne per portare finalmente in luce il vero problema, e cioè che la politica mondiale è ormai tutta in mano dei banchieri, Santoro ha fatto una penosa retromarcia, fingendosi scandalizzato per l’apparente assurdità della tesi proposta da Messora, mentre arrivava addirittura a dargli del “complottista”.
Anzi, “un pò complottista”, ha detto Santoro, come se stesse dicendo che il ragazzo è simpatico e intelligente, ma anche “un pò birichino”.
Altrettanto interessante il “linguaggio subliminale” con cui Messora è stato presentato al pubblico televisivo: appollaiato su una specie di scaffalatura provvisoria, come se fosse un “imbucato” che guardava lo spettacolo da fuori, mentre i giornalisti mainstream stavano seduti al centro della piazza, insieme a Santoro, “legittimati” già in partenza dalla stessa posizione in campo. E, come se non bastasse, …
Al giorno d'oggi, in una rara quanto inaspettata apparizione televisiva, Lew Rockwell espone una serie di considerazioni che lasciano di stucco la conduttrice che lo intervista, evidentemente non abituata a persone con un punto di vista così poco politically correct.
TRADUZIONE DEL VIDEO:
RT : [...] la crisi e la Grecia avranno un effetto domino sull'economia globale, facendo finire i vari paesi in una spirale recessiva. In collegamento per avere maggiori delucidazioni su questo argomento, Lew Rockwell Presidente del Ludwig von Mises Institute. Quanto è in pericolo l'Europa al momento?
L.R.: Spero molto in pericolo. Intendo dire, spero che l'Europa cessi di esistere. L'Europa è stato un errore, un errore nato dalla pianificazione centrale, la stessa Unione Europea è stata un errore.
Credo che sia molto importante chiarire quale sia il vero problema della Grecia, dell'Europa, e degli altri paesi. Non sta venendo salvata la Grecia, o meglio, non è che vorrebbero salvare la Grecia, sono le banche che vengono salvate. [continua]
Hear ye! Hear ye! Lettori ed utenti, passanti e rimanenti, sto per fare una rivelazione che per molti risulterà sconvolgente:
Luogocomune non è un sito di propaganda ideologica, è un sito di discussione e di confronto.
Quale è la differenza? Nei siti di propaganda escono articoli a senso unico, che utilizzano sempre la stessa chiave di lettura degli eventi storici e rafforzano ogni volta le stesse conclusioni di tipo politico – di “destra”, “centro” o “sinistra” che siano.
Luogocomune invece è un sito “aperto a tutti, dove tutte le idee godono dello stesso diritto di asilo, indipendentemente dalla posizione politica o da pregiudizi altrui. Lo spazio di espressione è garantito a tutti: sta poi all'utente difendere e far valere di volta in volta le proprie idee, all'interno delle noste regole e nel pieno rispetto delle idee altrui”. Sta scritto qui.
Quindi, quali sono i criteri con cui il vostro umile servitore [feroce dittatore, N.d.T.] sceglie gli articoli da pubblicare?
I criteri sono due, e sono sempre rimasti gli stessi fin dall'inizio: 1) gli argomenti devono ricadere nella gamma di interessi complessivi dei nostri lettori (qui di migrazione dei coleotteri si parla raramente), e 2) ogni articolo deve rappresentare un’idea/posizione ben definita, da qualunque parte stia, che permetta una discussione utile e costruttiva su quell’argomento.
In altre parole, ogni articolo viene valutato in base alle possibilità che offre di sviluppare una discussione utile e costruttiva su un argomento che ci interessa in modo particolare. Dove per “utile” si intende una discussione in grado di offrire nuovi punti di vista e nuove informazioni a chi ancora non li conoscesse, …
di Paolo Barnard
Presidente,
perdoni l'approccio informale. Sono il giornalista e autore Paolo Barnard, lavoro da due anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisi dell'Eurozona. Siamo guidati dal Prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani.
Presidente, è incomprensibile che Lei non scelga di salvare la nazione, e il Suo governo, rendendo pubblico che:
a) l'Euro fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia.
b) esistono responsabili italiani ed europei di questo "colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche". (Una definizione del tutto ragionata offerta dell'economista americano Michael Hudson).
Presidente, dalle pagine del Financial Times, del Wall Street Journal e persino del New York Times, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini, Marshall Auerback, Le stanno suggerendo la via d'uscita. A Parigi, l’eccellente Prof. Alain Parguez dell’Università di Besancon ne ha trattato esaustivamente. Wray e i suoi colleghi Mosler, Tcherneva e Hudson pure. Nel dettaglio, essi hanno scritto che:
L'Italia è stata condannata a un’aggressione senza precedenti da parte dei mercati dall'operato dei governi di centrosinistra che La hanno preceduta, poiché essi hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell'Eurozona. Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro. Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma.
L'Euro fu pensato nel 1943 dal francese Francois Perroux con il dichiarato intento di "Togliere agli Stati la loro ragion d'essere". La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico …
PUBBLICATA LA SECONDA PARTE
Intervista di Massimo Mazzucco sulle scie chimiche a Radio Ies - 7/11/11 (sintesi - 24 min.):
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Negli ultimi anni avevo abbandonato la ricerca sulle scie chimiche, un pò perchè impegnato nella realizzazione dei vari documentari (cancro, marijuana, ecc..), un pò perchè avevo la sensazione che il muro di gomma contro cui ci si andava a scontrare, per cercare di capire il fenomeno delle scie chimiche, fosse comunque imperforabile.
In altre parole mi ero detto: le scie chimiche ci sono, probabilmente ci buttano dentro di tutto, ma nessuno ci dirà mai con chiarezza a cosa servono.
Negli ultimi giorni però, coinvolto anche da Gramiccioli che continuava a stuzzicarmi [1], sono tornato a fare ricerca sull’argomento: ho fatto una specie di “total immersion”, necessariamente breve e incompleta, ma comunque già sconvolgente: mentre posso confermare la assoluta impenetrabilità del muro di gomma di cui parlavo, mi sembra di capire che ormai la faccenda della cosiddetta “modificazione climatica”, con tutti gli annessi e connessi, sia diventata lo scacchiere su cui si gioca la vera partita del potere a livello globale.
Roba da far rimpiangere l’antica “paura atomica” della Guerra Fredda, tanto per capirci.
Cerchiamo di andare per ordine. Innanzitutto, diciamo che sul fatto che le “scie chimiche” esistano nessuno oggi può avere dei dubbi. L’antico dibattito “contrail vs. chemtrail” è superato da anni, ...
Leggi tutto: Popular Mechanics si smentisce da solo