Il 1° maggio del 1960 i sovietici riuscirono a catturare un aereo-spia americano che stava sorvolando il loro territorio. Il pilota, Gary Powell, si salvò, e finì prigioniero dei sovietici (sarebbe stato liberato 2 anni dopo). Nacque così il caso internazionale fra Unione Sovietica e Stati Uniti passato alla storia come il “caso dell’U-2”.
Non è chiaro come sia avvenuta la cattura, visto che gli U-2 erano aerei speciali, progettati per volare ad oltre 10.000 metri di quota, fuori dalla portata dei missili e dei caccia sovietici. Alcune voci dicono che l’aereo si sia abbassato troppo di quota, venendo speronato in volo da un MIG sovietico, altre dicono che il pilota sia stato obbligato ad atterrare volontariamente.
In ogni caso l’eposodio scatenò una grave crisi internazionale, che avrebbe fortemente condizionato i rapporti futuri fra le due superpotenze. La settimana seguente infatti era previsto un delicatissimo summit a Parigi fra le 4 potenze occidentali (USA, Francia, Inghilterra e Unione Sovietica), nel quale si dovevano anche stabilire delle regole di comportamento comuni rispetto al sorvolo delle nazioni straniere.
Prima di iniziare il summit Kruschev pretese da Eisenhower delle scuse ufficiali per la violazione del proprio spazio aereo, ma il presidente americano – sotto la pressione dei generali - si rifiutò di presentarle, sottolineando anzi che tali azioni di spionaggio fossero necessarie per garantire la sicurezza degli Stati Uniti. A quel punto i sovietici abbandonarono clamorosamente il summit, dando inizio ad una periodo di tensione e di diffidenza fra le due nazioni che sarebbe culminato due anni dopo con la crisi dei missili di Cuba. (A quel punto però il presidente era Kennedy, il quale seppe mandare al diavolo i generali e scelse una via più diplomatica con Kruschev, grazie anche all’apporto fornito dal fratello Robert nelle trattative segrete).
Nei giorni scorsi è accaduto un incidente simile fra Stati Uniti e Iran. Gli iraniani hanno catturato un drone americano ...
di Gianluca Freda
Alfin giugnemmo, per ritorta via,
ove l’oscura insegna si dispiega
della bolgia c’ha nom “Democrazìa”.
Lo buon Maestro disse: “Spera e priega,
qui ronfa e russa il popolo sovrano
con sinistro fragor di motosega.
Sta sulla porta Giò Napolitano,
la cui loquela induce al viaggiatore
un sì profondo sonno da divano
che nol risveglian più dal suo torpore
nemmanco la divina potestate,
la somma sapïenza e ‘l primo amore.
La giù tra l’ombre triste smozzicate
s’ode la mesta nenia del vegliardo.
Qui si parrà la tua nobilitate!”.
Io scorsi in quel budello, al primo sguardo,
un omicciuol da’tratti famigliari,
ch’in bolsi motti, di cui avea un migliardo, …
di Francesco Carbone
Poniamo che di questi tempi vi venga in testa un'idea del tutto balorda: decidete di andare in banca a ritirare gran parte dei soldi che riposano sul vostro conto corrente. Non so, forse, stupidamente, siete convinti che essi possano stare più al sicuro da qualche altra parte. Forse, spaventati da trasmissioni demenziali che propongono il divieto di usare il contante, avete pensato che sarebbe meglio darsi una mossa e prelevarne una parte finchè si è in tempo.
In fondo non importa la ragione, voi semplicemente avete avuto questa balzana idea di andare in banca a prelevare parte dei vostri soldi in contante.
Entrate dopo aver svuotato almeno due volte le tasche nel portaoggetti, vi presentate allo sportello e reclamate il vostro ammontare costituito da almeno quattro cifre. Per ammontari più modesti non perdete neanche tempo, ricordatevi che c'è sempre a disposizione il bancomat, meraviglia del progresso e frutto dell'ingegno imprenditoriale, il quale vi offre il vantaggio di non costringervi a svuotare le tasche prima di unirvi agli altri clienti con il numerino in mano e in attesa di essere serviti.
Lo sportellista di banca, piuttosto allarmato soprattutto nel caso in cui l'ammontare richiesto sia non di quattro, ma addirittura di cinque cifre, chiama subito il direttore ...
L’articolo precedente (Israele-Iran) si inserisce nel più ampio quadro della tensione fra Russia e Stati Uniti, relativa alle nuove istallazioni missilistiche della NATO. La situazione attuale è ben descritta da questo articolo di Global Research, scritto da William Engdahl e tradotto da Alessandro Lattanzio per il sito Aurora. Non è possibile valutare correttamente l’ipotesi di un attacco all’Iran da parte di Israele senza mettere sulla bilancia anche l’eventuale reazione della Russia, che va vista alla luce di quanto descritto in questo articolo. (M.M.)
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La maggior parte del mondo civilizzato è beatamente inconsapevole che stiamo marciando inesorabilmente verso una sempre più probabile guerra nucleare preventiva. No, non è affatto tra Iran e Israele. Riguarda la decisione di Washington e del Pentagono di spingere Mosca contro il muro con quello che è, eufemisticamente chiamato, Difesa Anti-missili Balistici (BMD).
Il 23 novembre, un generalmente schivo presidente russo Dmitrij Medvedev, ha detto al mondo, in termini chiari, che la Russia è pronta a dispiegare i suoi missili al confine con l’Unione europea, tra Polonia e Lituania, e possibilmente a sud, vicino a Georgia e Turchia, membro della NATO, per contrastare l’avanzato processo di costruzione dello scudo di difesa missilistica statunitense: “La Federazione russa implementerà a ovest e a sud del paese, moderni sistemi d’arma che potrebbero essere utilizzate per distruggere la componente europea della difesa missilistica degli Stati Uniti”, ha annunciato alla televisione russa. “Uno di questi passi potrebbe essere il dispiegamento di sistemi missilistici Iskander a Kaliningrad” (1). Questi sono sistemi missilistici balistici di teatro. L’ultima versione dell’Iskander, l’Iskander-K, i cui dettagli rimangono top secret, avrebbe una gittata di 2000 km e trasporterebbe missili da crociera con una precisione sul bersaglio di 7 metri o meno.
Medvedev ha dichiarato di aver ordinato al ministero della difesa russo di avviare “immediatamente” il sistema radar di Kaliningrad, ...
Un recente articolo su Yedioth Ahronot (uno dei tre più importanti quotidiani israeliani, insieme a Haaretz e Maariv) ha scatenato il putiferio in Israele, poichè rivelava che Netaniahu e BaraK stessero segretamente programmando di attaccare militarmente l’Iran senza preavvisare nessuno, nemmeno il proprio parlamento.[1] (Attualmente Netaniahu è primo ministro, Ehud Barak è il ministro della difesa).
Come è noto, la ”voglia di guerra” contro l’Iran risale ad oltre dieci anni fa, e fa parte del piano complessivo di “stabilizzazione” del Medio Oriente sognato dalla nuova alleanza fra sionisti e neocons, nata con la presidenza Bush e “lanciata” ufficialmente nel mondo grazie all’11 settembre.
Attualmente l’ipotesi di un attacco unilaterale, da parte di Israele, sembra molto azzardata, e ci sono molti analisti di calibro internazionale che sostengono che la cosa sia semplicemente impossibile.
Michel Chossudosky, titolare di Global Research, ha detto che "la struttura militare della NATO prevede che Israele debba necessariamente ottenere l’autorizzazione ...
Da ieri anche Anders Breivik, il killer dell’isola norvegese, è entrato a far parte di quel ristretto gruppo di “pazzoidi” ritenuti responsabili, dalla storiografia ufficiale, di importanti crimini saliti alla ribalta delle cronache internazionali.
A uccidere John Kennedy, naturalmente, è stato Lee Harvey Oswald, un folle solitario talmente alienato e confuso da aver sparato all’unico presidente che avesse mai fatto una reale apertura politica verso il paese che lui amava e rispettava più di ogni altro, cioè l’Unione Sovietica. Solo per venir messo a tacere, due giorni dopo, da un mafioso che sarebbe stato colpito a sua volta da un cancro fulminante, una volta entrato in prigione.
Nel frattempo Cosa Nostra ha tirato un sospiro di sollievo, la CIA ha ripreso il potere che stava perdendo, il dollaro d’argento governativo è finito nel dimenticatoio, l’escalation militare in Vietnam ha potuto avere inizio, Hoover ha potuto restare all’FBI, Israele ha avuto il via libera per costruire la bomba atomica, Johnson ha scampato la galera, e Nixon ha potuto rientrare con discrezione sulla scena politica.
Guarda a volte i pazzi che regali ti fanno.
A uccidere Martin Luther King, naturalmente, è stato James Earl Ray, un folle solitario talmente alienato e confuso da aver immediatamente denunciato una sofisticata cospirazione politica, ai massimi livelli del potere, per uccidere il leader dei neri americani. Solo per venire colpito dall’epatite C, a causa di una “errata trasfusione di sangue” fattagli in prigione, e morire anni dopo nel silenzio della sua cella.
Nel frattempo il movimento per i diritti civili ha subito una violenta battuta d’arresto, ...
C'è una nuova mania nell'aria. Ogni stagione si ripete, ed ogni tanto qualche film al cinema ci ricorda che il pericolo potrebbe essere dietro l'angolo. Ma nonostante l'OMS si sia data da fare per riscrivere le regole1 durante la "pandemia" scorsa, nella nazione (dove si presume fosse partito il tutto) più popolosa del mondo nessuno2 c'ha rimesso le penne. E la devastazione? Boh?! Ma tutti in preda al panico avrebbero venduto la propria madre per ficcarsi in vena qualche intruglio "magico". Le malattie infettive vanno e vengono. Fanno parte della vita, così come le malattie infantili, come la varicella e il morbillo, sono state una parte normale della crescita di una generazione fa. Con un sistema immunitario supportato da acqua pulita, un sonno adeguato, condizioni di vita decenti, cibo abbastanza buono, e una dose giornaliera di Vitamina D, pochi saranno a rischio di morire per un'infezione. In realtà, molti non si infetteranno neanche.
di Dr. Sherri Tenpenny3
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