Il 1° maggio del 1960 i sovietici riuscirono a catturare un aereo-spia americano che stava sorvolando il loro territorio. Il pilota, Gary Powell, si salvò, e finì prigioniero dei sovietici (sarebbe stato liberato 2 anni dopo). Nacque così il caso internazionale fra Unione Sovietica e Stati Uniti passato alla storia come il “caso dell’U-2”.
Non è chiaro come sia avvenuta la cattura, visto che gli U-2 erano aerei speciali, progettati per volare ad oltre 10.000 metri di quota, fuori dalla portata dei missili e dei caccia sovietici. Alcune voci dicono che l’aereo si sia abbassato troppo di quota, venendo speronato in volo da un MIG sovietico, altre dicono che il pilota sia stato obbligato ad atterrare volontariamente.
In ogni caso l’eposodio scatenò una grave crisi internazionale, che avrebbe fortemente condizionato i rapporti futuri fra le due superpotenze. La settimana seguente infatti era previsto un delicatissimo summit a Parigi fra le 4 potenze occidentali (USA, Francia, Inghilterra e Unione Sovietica), nel quale si dovevano anche stabilire delle regole di comportamento comuni rispetto al sorvolo delle nazioni straniere.
Prima di iniziare il summit Kruschev pretese da Eisenhower delle scuse ufficiali per la violazione del proprio spazio aereo, ma il presidente americano – sotto la pressione dei generali - si rifiutò di presentarle, sottolineando anzi che tali azioni di spionaggio fossero necessarie per garantire la sicurezza degli Stati Uniti. A quel punto i sovietici abbandonarono clamorosamente il summit, dando inizio ad una periodo di tensione e di diffidenza fra le due nazioni che sarebbe culminato due anni dopo con la crisi dei missili di Cuba. (A quel punto però il presidente era Kennedy, il quale seppe mandare al diavolo i generali e scelse una via più diplomatica con Kruschev, grazie anche all’apporto fornito dal fratello Robert nelle trattative segrete).
Nei giorni scorsi è accaduto un incidente simile fra Stati Uniti e Iran. Gli iraniani hanno catturato un drone americano ... ... che stava sorvolando di nascosto il territorio iraniano. Anche in questo caso non è chiaro come sia avvenuta la cattura. la CIA dice semplicemente che il drone “ha malfunzionato”, mentre gli iraniani sostengono di averlo intercettato e guidato elettronicamente fino a terra.
Il fatto che il drone sia stato presentato al pubblico apparentemente intatto fa pensare che gli iraniani abbiano detto la verità. In ogni caso, questo episodio rappresenta un grave problema per due motivi. Da una parte, sembra che russi e cinesi – grandi amici dell’Iran - siano molto interessati a esaminare da vicino le apparecchiature elettroniche di cui è dotato il drone, e dall’altra Obama rischia di trovarsi di fronte ad una richiesta di scuse ufficali, da parte di Ahmadinejad, che ben difficilmente potrà offire.
Obama infatti non è Kennedy, ed ha fatto già capire chiaramente di essere da tempo ostaggio dei generali. Finchè gli Stati Uniti non si libereranno una volta per tutte di questa razza maledetta, mantenuta e fomentata dalle industrie belliche dei guerrafondai, il mondo non potrà mai permettersi di tirare un sospiro di sollievo.
E pensare che lo stesso Eisenhower ci aveva già messo in guardia da questo pericolo, più di 50 anni fa.
Massimo Mazzucco