L'ultimo documentario di John Pilger è non solo schoccante (per quel che riguarda la storia di Bikini) ma altamente istruttivo per quel che riguarda i rapporti fra USA e Cina, passati e presenti. Ci sono moltissime cose che non sappiamo, dal punto di vista storico, compreso il fatto che nel 62 è stato sfiorato un attacco nucleare alla Cina, in partenza proprio dalle basi americane in Giappone. E la situazione oggi non è certo più rosea di allora.
Ricordatevi di attivare i sottotitoli in italiano (CC)
Fonte: Pandora TV
Segmento molto interessante de "La gabbia" di mercoledì sera, con un ottimo intervento di Giulietto Chiesa.
Giulietto Chiesa:"Il problema non sono gli immigrati ma i padroni del mondo".
L'unione Europea ha approvato la creazione di un quartier generale militare per le operazioni al di fuori dell'Europa. Lo ha annunciato oggi il ministro della difesa tedesco, Ursula von der Leyen, definendolo "un passo dovuto ormai da molto tempo".
"Oggi abbiamo compiuto un passo molto importante verso la sicurezza e la difesa dell'Unione, perchè stiamo diventando molto concreti" ha detto la von der Leyen.
Le ha fatto eco la nostra Mogherini, che ha commentato: "il nuovo centro operativo ci permetterà un approccio più efficace alle attuali missioni di addestramento militare".
Non è chiaro se questo nuovo quartier generale si porrà come un semplice duplicato del sistema NATO, oppure come vero e proprio concorrente della stessa. Infatti, la von der Leyen ha anche dichiarato: “Abbiamo assistito ad una enorme spinta verso la modernizzazione da parte della NATO, negli ultimi 3 anni, dovuta al comportamento [aggressivo] del Cremlino. Questo è stato giusto e importante, ma io credo che dovremmo investire almeno la stessa energia nella modernizzazione della sicurezza e della difesa dell'unione Europea".
Quanto Trump fu eletto, ci domandavamo quanto tempo ci avrebbe messo l'establishment di Washington a fargli fare marcia indietro sulle sue buone intenzioni di trovare un accordo con la Russia. A quanto pare, dopo un solo mese di presidenza ci sono già riusciti [M.M.].
Putin non scherza piu’. Persa la speranza in Trump - di Maurizio Blondet
Il 18 febbraio, Putin ha emanato un decreto (ukase) che riconosce la validità dei passaporti rilasciati dalle “repubbliche” di Donetsk e Lugansk, le due regioni secessioniste dell’Ucraina. I cittadini di queste possono andare in Russia liberamente. Un passo in più, e sarebbe da parte di Mosca il riconoscimento ufficiale delle due repubbliche. E Putin lo ha fatto in coincidenza col vertice internazionale della sicurezza di Monaco, con presenti Poroshenko (che l’ha saputo lì), Merkel, generali americani e politici della nuova amministrazione Trump. Per dare più rilievo al messaggio.
E’ la risposta al traccheggiare ambiguo di Berlino, UE e Washington sulla questione ucraina; alle lezioncine su “Mosca rispetti Minsk” di Merkel e Stoltenberg, o a “Mosca restituisca la Crimea” di Trump e dei suoi tirapiedi ministeriali e gallonati. Secondo il giornalista Alexander Mercouris, l’iniziativa è venuta dopo “una telefonata di Putin a Merkel una settimana prima”, sul non-rispetto da parte di Kiev degli accordi di Minsk – che prevedono che Donetsk e Lugansk restino sì in Ucraina, ma in una Ucraina confederale, dove le due regioni mantengano una vasta autonomia.
Interessante intervista di Claudio Messora a Pierluigi Fagan sulla complessità del mondo nei prossimi 30 anni. (In particolare, nei primi 20 minuti parla dei nuovi equilibri geopolitici mondiali, intorno al min. 21 parla dell'Italia, al min. 25 dell'Europa e dell'impossibilità di unificare 27 stati, al min. 35 dell'Africa e del peso che avrà il suo sviluppo sul futuro dell'Europa, dal min. 40 del problema della sovrappopolazione).
“Verso un mondo multipolare: il gioco dei giochi nell’era Trump” è il libro in cui Pierluigi Fagan, studioso della complessità, prende in analisi i mutamenti geopolitici, militari, energetici, ambientali, demografici, culturali, religiosi, economici e finanziari della nostra era e il mutato grado di interdipendenza tra i paesi. Un mondo che è passato in poco più di un secolo dall’ospitare un miliardo e mezzo di persone ad ospitarne sette miliardi. Tra venti o trent’anni saremo 10 miliardi. Veniamo da un sistema bipolare (Usa – Russia, nell’epoca della guerra fredda), cui è seguito un periodo monopolare, dominato esclusivamente dagli Stati Uniti d’America.
Oggi a mezzogiorno, ora di Washington, un magnate dell'edilizia che non ha mai ricevuto un incarico governativo si insedierà alla Casa Bianca. Un uomo grezzo e volgare, tanto imprevedibile quanto ignorante, andrà a sedersi alla stessa scrivania che è stata di Roosevelt, di Eisenhower e di John Kennedy.
E da quella scrivania cercherà di guidare un mondo che sta rapidamente cambiando sotto i nostri occhi.
Nell'arco di soli 12 mesi infatti sono cambiati molti dei parametri internazionali che sembravano, fino ad un anno fa, assolutamente irremovibili. Primo fra tutti, l'instabilità dell'unione europea, intesa come istituzione. Non solo la Brexit, ma un diffuso malessere fra molti dei suoi Stati più importanti ci fanno capire che il grande "sogno europeo" è ormai miseramente fallito. Sarà questione di mesi oppure di anni, questo non lo sappiamo, ma in ogni caso il destino dell'Europa ormai sembra segnato.
E lo ha capito lo stesso Trump, che mostra un palese disinteresse per questa nostra entità sovranazionale. Ma, insieme all'Europa, è lo stesso concetto di NATO a traballare in maniera fino a ieri impensabile: è sempre Trump ad aver definito l'alleanza atlantica "un'organizzazione obsoleta", e nel momento stesso in cui qualcuno pronuncia queste parole ci si rende conto che siamo di fronte ad un residuato del secolo scorso, assolutamente incapace di rappresentare quelli che sono i nuovi equilibri "liquidi" del mondo moderno. [...]
Ambasciatore russo ucciso in Turchia. Il killer, un "noto estremista islamico", gridava: "Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui" e "Questo è il conto per la Siria". Devono essere veramente cattivi questi russi, per meritarsi una fine del genere.
(Chissà ci avrà interesse a spezzare il nuovo equilibrio che si era creato fra Russia e Turchia? Forse il Mozambico?)
Gentile Formigli,
l’attenzione alle fonti e alle “prove” delle notizie è fondamentale, soprattutto nelle guerre, dove la prima vittima è la verità. Menzogne e notizie non verificate hanno provocato o alimentato tragici conflitti. Ma mi focalizzo su Aleppo, v. Piazza Pulita del 15 dicembre 2016.
Sulle immagini da voi mostrate: le immagini mostrano esponenti del corpo dei “White Helmets” mentre soccorrono persone estratte dalle macerie. Quali le fonti? Fonti di parte: “attivisti” locali dell’opposizione. Dove sono state girate? Quando? Non si sa. Qual è stata la causa del crollo, erano forse scudi umani (come denunciato da più parti e dagli stessi abitanti una volta usciti da Aleppo Est) che l’opposizione armata tratteneva, nelle migliori tradizioni dei terroristi di tutto il mondo? Chi ha bombardato? In quali circostanze?
Con Trump che vuole tagliare i costi del progetto, si torna a parlare di F-35. Nel frattempo ci si domanda: perchè mai noi dovremmo acquistare ben 90 (n-o-v-a-n-t-a) esemplari di questo bidone megagalattico? Davvero non c'è nessuno fra i nostri politici che abbia il coraggio di sollevare questo problema?
F-35 non vola (causa pioggia). Ma Trump lo cancellerà davvero?
di Maurizio Blondet
“Il programma F-35 e il suo costo sono fuori controllo – ha twittato The Donald il 12 dicembre. – “Si potranno risparmiare miliardi di dollari in acquisti militari (ed altri) dopo il 20 gennaio”. Pochi giorni prima aveva criticato il costo del nuovo Air Force One, ossia la Boeing; adesso la Lockheed Martin. Non manca di coraggio, a sfidare le vacche sacre del sistema militare-industriale, che danno lavoro a migliaia di dipendenti e al Pentagono. [...]
Sembra che a Bruxelles qualcuno abbia fretta di accelerare l'escalation di tensione fra l'Europa e la Russia, prima che la nuova presidenza Trump abbia la possibilità di operare una reale distensione fra le due grandi superpotenze.
Oggi infatti i membri del Parlamento europeo hanno votato con una forte maggioranza (304 a favore, 179 contrari, 208 astenuti) una risoluzione che invita a "combattere la propaganda mediatica russa" che, secondo la parlamentare polacca Anna Fotyga, "cerca di distorcere la verità, insinuare dei dubbi, allontanare l'Europa dai suoi partner nordamericani, paralizzare il processo decisionale, gettare discredito sulle istituzioni europee, instillare paura e incertezza fra i cittadini europei".
La cosa interessante è stato il tentativo da parte del Parlamento europeo di unire in un unico tema la propaganda russa e quella islamica. Il titolo della risoluzione infatti era (v. immagine): "Propaganda russa e islamica. L'unione europea deve rispondere alla guerra d'informazione portata avanti dalla Russia e dai terroristi islamici."
Uno dei parlamentari a favore della risoluzione ha dichiarato: "Ai russi e agli estremisti non piace la libertà". Un altro ha detto: "La Russia e l'ISIS sono velenosi."
Con questo articolo, Blondet fa una panoramica su quelli che sembrano essere gli imminenti cambi di programma nella politica estera americana. Siamo davvero di fronte ad una svolta storica?
di Maurizio Blondet
Le esecuzioni sono già in corso. “Chi assassina gli ufficiali di Al Qaeda dopo il 9 novembre?” domanda il benissimo informato Meyssan. “Per il momento non è chiaro se siano regolamenti di contri tra bande rivali o l’amministrazione Obama stia cancellando le tracce dei suoi delitti”.
Non occorre disporre di profonde fonti d’intelligence per sapere che la risposta esatta è la seconda. L’ha scritto il Washington Post il 10 novembre: “Alti funzionari del Dipartimento di Stato” hanno informato il giornale che Obama non poteva più permettersi di “trattare col diavolo” per esercitare una pressione militare sul presidente Bachar al-Assad”. Obama avrebbe ordinato di localizzare ed uccidere tutti i dirigenti di Al Qaeda attivi in Siria, anche con droni.
E anche il WP non aveva bisogno di chissà quali fonti anonime: bastava che andasse sul sito del Dipartimento Usa del Tesoro per vedere che il detto Ministero comunicava: “Abbiamo smesso di pagare i qaedisti”. Beninteso, il linguaggio non è così esplicito, ma lo è abbastanza: “L’ufficio per il Controllo degli Attivi Esteri” (il Tesoro ha appunto un ufficio con questo nome) ha agito oggi per interrompere le operazioni militari, di reclutamento e finanziamento del Fronte Al Nusra. Specificamente il detto ufficio ha indicato quattro leader di Al Nusra – Abdallah Muhammad Bin-Sulayman al-Muhaysini, Jamal Husayn Zayniyah, Abdul Jashari, and Ashraf Ahmad Fari al-Allak – in coordinamento col Dipartimeno di Stato, come individui responsabili di fornire al Al Nusra sostanziale sostegno finanziario e logistico, dal reclutamento di combattenti alla raccolta di fondi”. Si può leggere qui.
Leggi tutto: "La guerra che incombe sulla Cina" - di John Pilger