Nuova Cronologia

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4 Anni 7 Mesi fa #33233 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Sì, la mia è una semplificazione.

Quello che avevo in mente era farmi un'idea di quanta storia possa essere conosciuta in una comunità priva di una storia scritta. Ma anche in presenza di una storia scritta, come facciamo a verificare che questa sia veritiera? Per esempio, per verificare l'esistenza della Divina Commedia nei secoli passati, possiamo procedere in questo modo:

1) chiediamo a nostro nonno che ha 85 anni: lui ci confermerà che quando andava al liceo 70 anni fa già esisteva;
2) gli chiediamo se ci fosse anche al tempo dei suoi nonni: lui potrà confermare che i suoi nonni 130 anni fa la conoscevano, perché ne parlarono con lui ai tempi del liceo;
3) il nonno potrebbe aver chiesto lo stesso ai trisnonni e quindi confermarci l'esistenza della divina commedia 190 anni fa, quando la studiava il nostro quintavolo;

4) ma il nonno non potrà affermare di conoscere qualcuno che ha accertato l'esistenza della Divina Commedia in un'epoca anteriore: se anche il settavolo l'avesse descritta al quintavolo e il quintavolo lo avesse riferito al trisnonno, dal bisnonno in poi nessuno conosce più il quintavolo e quindi nessuno può ottenere una conferma dell'esistenza dell'opera all'epoca del settavolo, solo 250 fa!

Oppure, quando ha avuto luogo la caduta di Troia? Se fosse avvenuta nel 1200 d.C (ottocento anni fa) e se le successive generazioni avessero generato a quarant'anni di età e fossero vissute fino a centoventi, nel 1310 sarebbero morti gli ultimi testimoni dell'epoca, nel 1420 sarebbero morti gli ultimi che lo avrebbero sentito raccontare dai testimoni e nel 1530 sarebbero morti gli ultimi che potevano confermarlo. Da allora in poi, nessuno avrebbe più potuto essere sicuro della data esatta della caduta di Troia.

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4 Anni 7 Mesi fa #33250 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
In un libro sul medioevo letto un po’ di tempo fa ero stato colpito tra l’altro da una definizione che l’autore dava della storia vista da un villico a cui fosse stato chiesto qualcosa sul passato. Avrebbe risposto che prima di lui c’era suo padre, prima di suo padre suo nonno e poi adamo ed Eva.
Mentre la nostra idea di storia è figlia di una cultura che ha bisogno di inanellare eventi in modo ordinato, al villico questo non fa ne’ caldo ne’ freddo avendo un altro problema, quello di sopravvivere. Ovviamente la storia è scritta da chi detiene il potere e il problema della memoria è un meccanismo per rimanere in sella piuttosto che per ricordare qualcosa.
L’idea che mi son fatto è che l’enorme buco nero scoperto da Fomenko possa contenere tutto, dalle lattine di fagioli ai viaggiatori dello spazio-tempo, un Dio con la barba e uno senza barba ecc. ecc.
È passare da un mondo apparentemente ordinato al caos. In fondo l’idea di un disegno intelligente non mi convince. Il nostro piccolo cervellino capisce solo quello che può capire, il resto sta al buio. Fomenko anche involontariamente spalanca una finestra enorme su altre possibilità. Per questo mi affascina.

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4 Anni 6 Mesi fa #33472 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
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pagg. 670-672

2 . CRISTO DA ANTIOCHIA
Ecco un frammento da un moderno manuale di storia: “Cristoforo, Patriarca di Antiochia, che battezzò Isa alla nascita, fu ucciso ad Antiochia. Durante una rivolta anti-Bizantina, il 22 Maggio 967 d.c.” ( [465], pag. 196). Fu trafitto da una lancia, come Cristo, il che viene enfatizzato in un certo numero di cronache. Ricordiamo che la lancia che ferì il corpo di Cristo sulla croce si credeva fosse conservata in Antiochia dai crociati della Prima Crociata.

Isa Cristoforo è molto chiaramente una versione del nome Gesù Cristo. Non troveremo naturalmente alcun resoconto Evangelico della crocifissione e resurrezione nella biografia di Isa Cristoforo, altrimenti editori più recenti e cronologisti lo riconoscerebbero immediatamente come Cristo e daterebbero gli eventi in questione al I secolo d.c. Tuttavia, molti dettagli del racconto Evangelico sono comunque presenti anche qui – per esempio, l'eclissi solare, che si presume abbia accompagnato la crocifissione di Cristo, secondo i Vangeli e un certo numero di altri testi ecclesiastici. Un'eclissi totale corrispondente del sole viene ricordata della cronaca Bizantina nel 968 – molto vicino all’uccisione di Cristoforo ([465], pag. 187, Commento 72). Dobbiamo sottolineare che l'eclissi totale del sole osservabile da un unico luogo abitato è un evento molto raro.

Inoltre, come nel caso di Cristo, l’ “eclissi di Cristoforo” fu accompagnata da un violento terremoto e pioggia che molti pensarono fosse l’annuncio di un nuovo diluvio: “Una strana pioggia, che spaventò i Bizantini i quali la videro come l’annuncio di un nuovo diluvio, cadde il 5 giugno del 968” ([465], pag. 186, Commento 57; anche pag. 39). L’uccisione di Cristoforo fu seguita da un assedio di tre anni di Antiochia da parte delle truppe Romeane, o Bizantine, dell’Imperatore Niceforo (Vittorioso) Focas. Dopo la conquista della città, un gran numero di oggetti sacri furono trovati, tutti associati a Cristo ([465], pagg. 41 e 46). Leo Diacono, lo storico Bizantino, ci dice esplicitamente che l’Imperatore Niceforo iniziò una campagna militare in Palestina ([465], pag. 40). È difficile non riconoscere in questa campagna quella lanciata dall’Imperatore Tiberio appena dopo la Crocifissione, che viene riportata in molte cronache medievali ecclesiastiche considerate oggi apocrife (vedi la “Lettera a di Pilato a Tiberio” nella “Passione di Cristo”, per esempio).

Citiamo il commento di uno storico moderno che riguarda la data della campagna Palestiniana di Niceforo: “Le truppe di Niceforo non raggiunsero mai la Palestina; dev’essere citato per fare corrispondere la campagna a qualche simbolismo religioso…. Sebbene le idee delle crociate non fossero così popolari a Bisanzio, Niceforo, da parte sua, ne era invece molto coinvolto molto prima dei crociati Occidentali” ([465], pag. 186, Commento 63).

C’è anche uno strano resoconto riportato da Leo Diacono nella sua descrizione della campagna di Niceforo – dovrebbe riflettere la vera crocifissione. Cioè, ci dice che un certo Giudaista di Antiochia teneva nella sua casa un’icona che rappresentava Cristo crocifisso. Un giorno, infiammato d’odio contro l’icona la colpì con un oggetto affilato (cf. “La lancia di Antiochia”). Seguì un miracolo che fece fuggire terrorizzati lui e i Giudaisti che lo circondavano ([465], pagg. 39-41).

Questo racconto è facile da riconoscere come una versione della storia della Crocifissione Evangelica. La trama è virtualmente la stessa – i Giudei odiano Cristo, lo crocifiggono e lo feriscono in un fianco con una lancia, ma la successiva eclissi solare e terremoto li fanno disperdere terrorizzati, come descritto nei Vangeli. Questo è un esempio eccellente di come gli eventi Evangelici sono stati corretti quando sono emersi nei posti cronologicamente sbagliati. Il testo originale è arrivato nelle mani di qualche storico del XVI-XVII secolo, abbastanza diligente da tenere intatta la storia “dislocata” di Cristo, alterandone semplicemente il testo nel modo più semplice che poteva, rimpiazzando Cristo con un’icona di Cristo e i sacerdoti Giudei con imprecisati Giudaisti ecc.

La versione Scaligeriana della cronologia erroneamente data il racconto di Cristoforo al X secolo.

Alla fine dell’XI secolo, che è l’epoca della Prima Crociata, la Lancia di Antiochia riemerge di nuovo. I Crociati lottavano per mettere le mani sulla sacra reliquia durante il lungo assedio di Antiochia nel 1098 ([287], pagg. 83-95). Gli storici moderni sono dubbiosi sulle credenze condivise dai crociati e cioè che la lancia che aveva trafitto il fianco di Gesù fosse nell’Antiochia assediata. E se avessero ragione i crociati?

Si presume che Antiochia sia stata conquistata solo dai crociati, senza la partecipazione delle truppe Romeane (o “Bizantine”). Comunque si sono registrazioni storiche della città di Tiro, che è proprio vicino ad Antiochia, conquistata dalle truppe Egiziane nel 1094, anch’essa dopo un assedio di tre anni: “Nel 1094, l’esercito Fatimide [Fatimide è il termine che gli storici utilizzano per la dinastia che presumibilmente governò Alessandria durante quell’epoca; in realtà l’esercito in questione apparteneva ai Romeani, o imperatori Romani, anche conosciuti come Faraoni - Aut.] marciò verso il Nord, stringendo d’assedio questo porto di mare [Tiro - Aut.] e prendendolo d’assalto 3 anni dopo, saccheggiando completamente la città” ([287], pag. 34). Ricordiamo anche il fatto che “Tyre/Tiro” si traduce come “Zar”, o “Zar-Grad”; perciò, Tiro era una capitale, così come Antiochia. Molto probabilmente, Antiochia e Tiro non sono altro che due differenti nomi della stessa città – per esempio, Costantinopoli era anche conosciuta come Zar-Grad. Molto probabilmente, la conquista di Costantinopoli del 1098 e la conquista di Tiro da parte degli Egiziani nel 1094 sono lo stesso evento datato all’epoca della Quarta Crociata (che era anche la Prima) del 1203-1204 d.c.

3 . RAPPORTI DEGLI EVENTI DEL XI SECOLO COME VENGONO RIPORTATI NELLE CRONACHE RUSSE
La datazione Scaligeriana del Battesimo della Russia, o 989 d.c., secondo le cronache Russe, è molto vicina alla datazione Scaligeriana degli eventi Evangelici Antiochiani, la differenza è solo di 20 anni.

Le cronache Russe citano un tremendo terremoto a Zar-Grad – così potente che viene ricordato nel Menaion (vedi sotto 26 Ottobre [Antico Stile], ricordi di Dmitriy di Solun). Questo terremoto fu anche descritto nelle cronache Bizantine – gli storici lo datano al 989 d.c. ( [465] , pagg. 91 e 222).

Riportiamo il resoconto di questo terremoto dato dallo storico Bizantino Leo Diacono:

“Gli osservatori di comete erano pieni di meraviglia… quello che si aspettava la gente, accadde... La sera del giorno in cui noi ricordiamo S. Dimitriy Martire, un grande terremoto come non si era mai visto rase al suolo le guglie di Bisanzio , distrusse molte case, che divennero tombe per i loro abitanti e spazzò via completamente i villaggi vicini avendo anche scosso e distrutto la cupola e il muro occidentale della grande chiesa… fu seguito da un orribile carestia, malattie, siccità, alluvioni e uragani... È lo stesso periodo in cui le colonne vicine a Eutropio furono distrutte dalle onde, e il monaco che stava lì incontrò un destino spaventoso nel mare infuriato. L'infertilità del suolo e tutte le altre piaghe ebbero luogo dopo la cauta della stella. Comunque, i futuri storici potranno spiegare tutto questo” ([465], pag. 91).

Leggendo questo resoconto, troviamo difficile scacciare il pensiero che l’edizione iniziale della “Storia” di Leo Diacono, quella che non è sopravvissuta, contenesse il ben familiare racconto Evangelico di tutti i disastri che accompagnarono la crocifissione di Cristo. È solo l’edizione che ha raggiunto i nostri giorni, la quale, come possiamo comprendere, fu compilata nell’Europa Occidentale nel XVI-XVII secolo, che ha la responsabilità di trasformare il testo di Leo Diacono in qualcos’altro, più in linea con la cronologia Scaligeriana. Nonostante ciò, vediamo ancora un riferimento diretto a Gesù Cristo!

Il monaco che morì sulla cima della sua colonna come citato in [465], pag. 91, rimpiazza probabilmente Gesù Cristo crocifisso, e identifica la stella citata da Diacono come la Stella di Betlemme. Ancora, i Vangeli Greci non si riferiscono a una “crocifissione”, ma piuttosto alla morte sulla cima di un palo”, o colonna (vedi [123], colonna 1151). Se ci procuriamo una traduzione letterale dai Vangeli Greci, troveremo il resoconto di Cristo che muore sulla cima di una colonna, che è proprio ciò che vediamo nel testo di Diacono.

I commentatori moderni non hanno idea dell’identità del “monaco” citato da Leo Diacono. Viene citato in ogni agiografia ( [465] , pag. 223, Commento 75). E che senso ha il misterioso riferimento ai “futuri storici” che pare completamente fuori contesto? vedi [465], pag. 223, Commento 76).

Comunque, Diacono si riferisce a Gesù Cristo, è facile capire cosa intende Diacono – si riferisce alla Seconda Venuta nel consueto stile medievale.

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4 Anni 6 Mesi fa #33484 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
"ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani" - Atti 11,26

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4 Anni 6 Mesi fa #33618 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
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pagg. 672-675

4 . VERSIONI ORIENTALI DELLA CRISTIANITÀ
Secondo la nostra ricostruzione, la Cristianità arrivò in India, Cina e Giappone durante La Grande Conquista “Mongola” del XIV-XV secolo. A proposito, abbiamo qui delle similarità fonetiche - Krishna e Cristo, Delhi e Delfi etc.

Molti esperti di storia delle religioni hanno notato i parallelismi tra la Cristianità e il Buddismo, a cominciare dal XIX secolo (vedi [918] e [919]).

Il tempo della vita del primo Buddha, o il principe Indiano Sakyamuni, è datato a tempi immemorabili dagli storici di oggi. Comunque, ci era noto dal XIX secolo che la sua biografia sia quasi parola per parola un resoconto della Agiografia di S. Iosafat, il Principe della Grande India (vedi il Menaion al 19 Novembre, Stile Antico).

Questa sorprendente similarità è stata discussa da molti studiosi, ma non è mai stata citata al di là della letteratura specialista ( [665] ). Tuttavia, l’agiografia di Iosafat, Principe della Grande India, oggi quasi dimenticata, è stata parte di un lavoro letterario ecclesiastico molto popolare del XV-XVI secolo, cioè, “Il Racconto di Barlaam e Iosafat”. È sufficiente dire che i manoscritti di questa opera ci hanno raggiunto “ in più di 30 lingue Europee, Asiatiche e Africane: una in Pahlavi, cinque in Arabo, una in Persiano e una in Uigu; due versione Georgiane… una versione Greca… due versioni Latine… traduzione in Slavonico Ecclesiastico, Armeno, Etiopico, nove manoscritti Italiani, altri otto in Francese Antico, cinque in Spagnolo, altre in Provenzale, Retoromanzo, Portoghese, Tedesco, Ceco, Polacco, Inglese, Irlandese, Ungherese e Olandese” ([665], pag. 3).

Gli storici sono dell’opinione che l’agiografia di S. Iosafat fosse inizialmente scritta in Greco nel XI secolo d.c. In più, “Le Reliquie di S. Principe Iosafat divennero conosciute al pubblico nel XVI secolo. Inizialmente erano conservate a Venezia; comunque, nel 1571 Luigi Mocenigo, il Doge Veneziano, le diede a Sebastiano, Re del Portogallo, in regalo” ([665], pag. 11).

Il corpo di Cristo potrebbe essere stato portato via da Costantinopoli nel 1204?

La pagina del titolo di molti manoscritti Greci del “Racconto di Barlaam e Iosafat” (ce ne sono almeno 50 conosciuti oggi) dicono che la storia “è arrivata dall’India, un paese in Etiopia, alla città Santa di Gerusalemme col Frate Giovanni” ([665], pag. 7).

Citiamo alcune prove, a questo proposito, di uno strano evento del presunto anno 1122.

“C’è un resoconto anonimo di un cero Patriarca Indiano Giovanni che visitò Roma quell’anno… Il Patriarca era inizialmente arrivato in Occidente per ricevere il pallio dell’Arcivescovo in Bisanzio per confermare il suo rango, il quale gli fu conferito dopo la morte del suo predecessore. Comunque, i Bizantini gli dissero che la capitale del mondo era a Roma” ([722], pag. 249).

Quello che vediamo è una traccia delle dispute sulla localizzazione di Roma, ovvero la capitale del mondo. Evidentemente la cosa non era ovvia per la gente dell’epoca e richiedeva argomentazioni.

La teoria mistica della metempsicosi, che normalmente viene considerata assolutamente Orientale e inerente alla tradizione Buddista, è stata tuttavia piuttosto comune per la tradizione Ecclesiastica Cristiana del XIV-XVII secolo, parecchio prima del XIX secolo, che è quando gli Europei fecero la prima conoscenza delle religioni Orientali.

La teoria della metempsicosi veniva considerata eretica; si presumeva fosse originata in Grecia e ascritta a Pitagora. Per esempio, l’opera intitolata ‘Una Breve Revisione di Tutte le Eresie’ di S. Epifanio, Vescovo di Creta”, che è stata inclusa perfino in molti almanacchi ecclesiastici, cita la metempsicosi proprio all’inizio:

“I Pitagorici, conosciuti anche come Peripatetici, rigettano l’unità e la volontà del Signore, e vietano anche sacrifici alle divinità. Pitagora ha predicato che nessun essere vivente doveva essere mangiato e che bisognasse anche astenersi dal... [posto sconosciuto]… Pitagora aveva insegnato anche che le anime si incarnavano nei corpi di altri esseri viventi dopo aver lasciato i corpi morenti...” ([430]).

Questa descrizione può anche essere applicata alla tradizione Buddista. Questo rende plausibile che il Buddismo sia stato anche di origine Bizantina.

Citiamo le “quattro principali eresie” elencate da Epifanio:
1) Barbarismo, o nessuna tradizione religiosa.
2) Eresia Scita – adorazione di ancestrali spiriti animistici.
3) Eresia Ellenistica - politeismo.
4) Giudaismo – negazione del Nuovo Testamento.

La cosa strana della lista è che Epifanio usa dei termini per riferirsi alle confessioni religiose come ad opposti gruppi etnici, che come siamo abituati a trattarle Il contesto di questo lavoro rende palese che egli stesse descrivendo religioni contemporanee, il che rende i Barbari, gli Elleni e gli Sciti gruppi religiosi medievali.

5. LA CREAZIONE DEL CANONE BIBLICO E LA SUA CRONOLOGIA
5.1. La storia esoterica dei canoni Biblici
La Bibbia è di regola divisa cronologicamente in due parti - l’Antico Testamento, o i libri scritti prima di Cristo, e il Nuovo Testamento, o i libri scritti dopo Cristo. Da qui l’opinione che Cristo non può essere menzionato da nessuna parte nell’Antico Testamento, poiché il concetto stesso di Cristianità non poteva esistere all’epoca. Molti esempi Biblici provano questa opinione assolutamente sbagliata, come segnaleremo più avanti.

Uno dei principali risultati della cronologia statistica (spiegata da A. T. Fomenko in Chron1 e Chron2) afferma che l’Antico Testamento e il nuovo Testamento si riferiscono cronologicamente nella Bibbia alla stessa epoca. I due testamenti riflettono le due tradizioni che coesistevano e si sono sviluppate fianco a fianco. Inoltre sono rimaste la stessa tradizione per un certo periodo prima di dividersi in due.

In Chron1 e Chron2 dimostriamo che i libri storici dell’Antico Testamento, come i Libri dei Giudici, Samuele, Re e Cronache si riferiscano alla storia Europea del XI-XVI secolo d.c.

È conoscenza comune che la Bibbia consista di due parti, l’Antico e il Nuovo Testamento. L’Antico Testamento si presume sia stato creato dalla tradizione Giudaica, parecchio prima della nuova era, mentre il Nuovo Testamento era stato presumibilmente scritto dai Cristiani dopo l’avvento di Cristo. Queste due parti della Bibbia sono perciò separate da diversi secoli nella cronologia consensuale.

Questa piuttosto comune concezione della storia Biblica è per la maggior parte corretta; comunque, è erronea cronologicamente. È vero che i libri disponibili inclusi nell’Antico Testamento erano scritti all’interno della tradizione Giudaica, mentre il Nuovo Testamento era stato scritto dai Cristiani – comunque, entrambe le tradizioni sono successive al XII secolo, o il tempo della vita di Gesù Cristo.

Non si può sfuggire alla seguente domanda. Se l’Antico Testamento è stato scritto dopo Cristo, e quindi corretto dai rappresentanti della tradizione Giudaica, considerata ostile ai Cristiani, come può essere diventato parte della moderna Bibbia Cristiana? La risposta è semplice – non era parte della Bibbia fino alla fine del XVI secolo.

Il moderno canone della Bibbia fu compilato da libri individuali e canonizzati come tali al Concilio di Trento della Chiesa Cattolica Romana nella seconda metà del XVI secolo come minimo. Questo era il tempo in cui la tradizione cronologica di Scaligero era già divenuta consensuale in Occidente; questa tradizione considerava la Tradizione Biblica Giudaica e la Cristianità separate da un intervallo di diverse centinaia d’anni. Perciò, nessuno poteva credere che questa tradizione fosse ostile alla Cristianità o domandarsi se fosse il caso di includere il canone Giudaico nella Bibbia Cristiana.

Infatti, non c’è una singola Bibbia Cristiana completa nel significato moderno del termine che sia stata pubblicata prima del Concilio di Trento. Questo riguarda sia le Bibbia Greche e Slavonico Ecclesiastiche come anche le controparti Latine.

Il famoso specialista in storia ecclesiastica, A. V. Kartashov, ci dice quanto segue: “La Bibbia di Ostrog del 1580-1581 è la prima Bibbia stampata nell’intero mondo Ortodosso Orientale, come anche la prima Bibbia scritta a mano in Russia è quella… compilata nel 1490 da Gennadiy, l’Arcivescovo di Novgorod” ([372], Volume 1, pag. 600).

In più, si scopre che “la prima Bibbia Greca stampata in folio fu pubblicata a Mosca nel 1821 per iniziativa del Sacro Sinodo; questa pubblicazione fu appoggiata da due ricchi patrioti Greci – i fratelli Zosimadas… dopo questa iniziativa, il Sinodo della Chiesa Greca, riemerso dopo la ribellione del 1821, decise di “copiare” questa Bibbia Moscovita in Greco, il che fu fatto prontamente dalla ricca casa di stampa Inglese SPCK ... nel 1843-1850” ([372], Volume 1, pag. 600).

I pochi manoscritti della Bibbia datati all’epoca che precede il Concilio di Trento furono trovati solo nel XIX-XX secolo. La loro datazione è pura propaganda e non ha nulla a che vedere con la realtà (vedi Chron6 per maggiori dettagli).

La correzione dell’Antico Testamento per renderlo più vicino alla interpretazione Ebraica nel senso moderno della parola, continuò nel XIX secolo (vedi altro su questo nei commenti a [845] ). Un confronto dei testi Biblici del XVI-XVII secolo con la Bibbia moderna rivela l’enfasi degli editori: Nel Libro dei Salmi “Cristo” viene rimpiazzato da “L’Unto”, un “vescovo” diventa un “uomo di potere”, un “altare”, un “davir” e così via. Gli editori stavano ovviamente rimuovendo i simbolismi Cristiani e la terminologia dall’Antico Testamento.

Per esempio, confrontiamo i frammenti rispettivi che si riferiscono alle decorazioni del Tempio di Salomone in Gerusalemme secondo il testo della Bibbia di Ostrog, pubblicato da Ivan Fyodorov proprio alla fine del XVI secolo ([621]) e la moderna traduzione Sinodale. Vediamo che la descrizione data dalla Bibbia di Ostrog si potrebbe riferire anche alle decorazioni di una chiesa Cristiano Ortodossa. Si fa riferimento a un altare , separato dal resto del tempio da una parete, conosciuta anche come iconostasi, il testo descrive un “kiot”, o il posto dove le icone più adorate sono tenute nei templi Ortodossi. Il tempio stesso è chiamato chiesa. Gli autori della traduzione Sinodale hanno fatto del loro meglio per far assomigliare cosi’ poco la descrizione del Tempio di Salomone ad una chiesa Cristiana quant’era umanamente possibile. In generale, i testi di entrambe le Bibbie contengono significative discrepanze. Il fatto che l’edizione più recente sia anche la più tendenziosa è assolutamente ovvio. Ulteriori dati sulle correzioni alla Bibbia nel XVI-XVII secolo in Chron6.

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4 Anni 6 Mesi fa #33623 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Il tempio stesso è chiamato chiesa. Gli autori della traduzione Sinodale hanno fatto del loro meglio per far assomigliare cosi’ poco la descrizione del Tempio di Salomone ad una chiesa Cristiana quant’era umanamente possibile

In un presunto libro antico digitalizzato su Google, una biografia dell'erudita Elena Cornaro, in almeno un passaggio la chiesa viene chiamata "tempio". Non sono sicuro se fosse lo stesso libro che mi esce dalla ricerca adesso, magari domani cerco l'immagine che ho salvato anni fa e la posto.

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