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Analisi crollo Ponte Morandi
non erano fatti per reggere l'impalcato
Scusa, ma su questo proprio non sono d'accordo.
Salvo calcoli contrari a quelli da me postati prima (che non avrò nessun problema ad accettare qualora vengano fatti) erano in grado di reggere eccome l'impalcato
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Aigor ha scritto: @FZappa
non erano fatti per reggere l'impalcato
Scusa, ma su questo proprio non sono d'accordo.
Salvo calcoli contrari a quelli da me postati prima (che non avrò nessun problema ad accettare qualora vengano fatti) erano in grado di reggere eccome l'impalcato
Con tutto il rispetto, voi avete fatto una verifica a compressione e, con questo tipo di sollecitazione, i puntoni reggono un grattacielo.....qui invece si sta dicendo che appena insorge la flessione si rompono inesorabilmente. Nessuna speranza. Il carico non è più coassiale al puntone (compressione) ma è centrato a parecchi metri di distanza e nasce l'effetto grissino perché si sviluppano su metà della sezione delle tensioni di trazione che il materiale non regge minimamente. Come una colonna di biscotti uno sull'altro. Se sono duri abbastanza, li puoi comprimere anche molto. Appena provi a flettere la colonna..........non regge un tubo. I puntoni erano più o meno così, se vogliamo romanzare un poco
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Dove si può liberamente scaricare articolo Morandi che citi? Nella versione spagnola non trovo quella tabella ma solo disegni che lasciano intendere 2,5 m x 0,30 m altezza e spessore
Per quel poco che vale anche Stret View fa capire che 16 cm per quelle travature imponenti sono pochi. Ma è una difficoltà che tutti coloro che cercano di valutare i pesi hanno.
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Non riesco a capire… per flessione cosa intendi? Una forza che agisce in direzione ovest?
Gli stralli oltre ad avere una azione verso l'alto comprimevano l'impalcato, e questo l'ho capito.
Nel momento che cede uno strallo (siamo d'accordo o ritenete che hanno ceduto tutti e due insieme?) cessa l'azione di compressione di quello strallo, ma l'altro, almeno finché non cede, continua a comprimere.
Inoltre: siamo sicuri che cessare una compressione implichi una trazione in senso opposto e non, semplicemente, un peso improvviso verso il basso? in questo caso la forza dovrebbe essere verticale e, nel punto dei puntoni (perdonate il gioco di parole) dovrebbe essere sostenuta, mentre più avanti no e l'impalcato si dovrebbe rompere
Mitakuye Oyasin
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Finché fatti lavorare nel modo dovuto, ne reggevano anche due di impalcati (e forse perfino quattro), scherziamo?!...Aigor ha scritto: @FZappa
non erano fatti per reggere l'impalcato
Scusa, ma su questo proprio non sono d'accordo.
Salvo calcoli contrari a quelli da me postati prima (che non avrò nessun problema ad accettare qualora vengano fatti) erano in grado di reggere eccome l'impalcato
Naturalmente se fai, per esempio, saltare il tratto centrale di ponte, salta tutto, stralli o non stralli; se invece fai saltare via *metà* impalcato per parte (levante e ponente), no, regge ancora tutto (com'era in fase di costruzione); se infine elimini 1/4 d'impalcato per parte, alle due estremità, i puntoni reggono ancora, ma l'impalcato comincerà a flettersi nel tratto compreso tra i puntoni e le estremità e magari poi si spezza pure (però quasi certamente oltre i pilastri e quindi anche in questo caso il "trapezio" centrale - cavalletto + puntoni + implacato centrale - rimane in piedi)...
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E' proprio quello che intendo
Mitakuye Oyasin
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Allora vediamo di capirci. Questo è quello che penso io senza pretesa che sia verità. Normalmente i puntoni sono soggetti a compressione pura. Vuol dire che la risultante dei carichi che gli trasmette il ponte è semplicemente una forza che forma un asse di 25 ° con la verticale ed agisce secondo l'asse dei puntoni. Fin tanto che le cose vanno così i puntoni reggono il mondo. Non appena comincia a rompersi l'impalcato (perchè viene a mancare in toto o in parte la compressione degli stralli) l'equilibrio delle forze cambia totalmente e il pezzo di ponte attaccato ai puntoni (parliamo di IP3) agisce come una mensola appoggiata sopra la capoccia dei puntoni che restano i soli a reggere un carico che adesso agisce nel baricentro di IP3, quindi spostato verso Savona. Sui puntoni si trasmette quindi un carico che oltre ad esercitare una compressione, esercita un momento flettente (come farebbe una mensola che, ad una estremità, avesse 4 fori in cui si infilano 4 puntoni, con l'altra estremità non più in connessione col resto e libera di abbassarsi). Le sezioni dei puntoni non vedono più solo forze comprimenti ma anche delle trazioni (sul lato che guarda verso Genova) e da lì partono le cricche di rottura. Magari FZappa riesce a dare una migliore spiegazione.
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3aaa ha scritto: @ Aigor
Fin tanto che le cose vanno così i puntoni reggono il mondo. Non appena comincia a rompersi l'impalcato (perchè viene a mancare in toto o in parte la compressione degli stralli) l'equilibrio delle forze cambia totalmente e il pezzo di ponte attaccato ai puntoni (parliamo di IP3) agisce come una mensola appoggiata sopra la capoccia dei puntoni che restano i soli a reggere un carico che adesso agisce nel baricentro di IP3, quindi spostato verso Savona.
Il discorso è giusto, ma va preso con le pinze, tutto dipende da quanto impalcato si rompe e dove: se una fila di puntoni si trova col proprio tratto d'impalcato isolato da tutto il resto e per di più asimmetrico, già si è detto e ripetuto quello che succederà (comportamento alla IL2, il tratto crolla, o lateralmente ribaltandosi, oppure rovinando sugli stessi puntoni, dipende da come questi cedono in relazione alla direzione delle forze applicate), altrimenti, nel caso di IP3, bisogna presumere anche la rottura di IC e/o dell'altra porzione di ponte coi rispettivi puntoni...
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ItalHik ha scritto: La (ormai) mitica compressione... Prendiamo una trentina ................................................, che cosa manca alla nostra fila di mattoncini per far sì che tirando i due manici si possano tirar su tutti insieme come l'ipotetico impalcato di ponte?...:goof:
Che ti devo rispondere secondo te? Manca un poco di colla. Ora immagina di suddividere la fila di mattoncini in 7 blocchi consecutivi (più o meno di eguale lunghezza) e per i blocchi (contando da sinistra) 1, 3 , 5, 7 usiamo l'Attack, mentre per i blocchi 2, 4, 6 usiamo la colla Pritt.
Fuori di metafora, ci saranno delle forze di coesione, particolarmente forti nelle zone precompresse di loro natura e meno forti nelle zone la cui compressione è affidata non all'armatura dedicata (che non c'é) ma al tiro dei "fili".
Il tutto starà benissimo su, senza lasciare nulla a terra per effetto del peso proprio. Poi se succede l'incidente, magari le zone con la colla Pritt sono le prime a staccarsi. O no??
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Venendo a mancare uno strallo, e mi scuso se sono ripetitivo, ma viene indicato questo come inizio del crollo, abbiamo un movimento verticale e rotatorio verso il basso dovuto al peso del gerber e alla parte terminale dell'impalcato aggravato dalla perdita di compressione dovuta allo strallo.
Ma IP1 e IP2 si staccano da IP3 altrimenti IP3 avrebbe ruotato con loro… e si staccano prima di trasmettere la flessione a IP3 sennò avrebbero comunicato anche la rotazione.
come farebbe una mensola che, ad una estremità, avesse 4 fori in cui si infilano 4 puntoni, con l'altra estremità non più in connessione col resto e libera di abbassarsi
E' qui che non torna: IP3 non ha più nulla oltre lui perché IP1 e IP2 si sono già staccati… la mensola finisce poco dopo l'attacco dei puntoni ed è sempre attaccata al resto del ponte a est…
Inoltre, se IP3 avesse subito una flessione a ovest tale da spezzare i puntoni (un movimento a mo' di martello), IP3 sarebbe caduto più in avanti e non rasente il pilone come ha fatto (era quasi in verticale)
Mitakuye Oyasin
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- italofranc
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Ho trovato dei nuovi documenti interessantissimi a proposito delle onde sismiche generate da esplosioni.
Nel mio prossimo post mi rivolgero' direttamente a Massimo. Penso che potrò dimostragli seriamente che sono stati usati degli esplosivi per far crollare il ponte Morandi.
Penso che sarà interessato dato che userò dei documenti del 11/9 che parlono delle onde sismiche ad alta frequenza registrate quel giorno.
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Appunto, fuor di parabola... possiamo senz'altro concludere che non c'è modo di tenere insieme i mattoncini/conci con la sola compressione fornita dagli stralli, i quali possono unicamente aggiungere "compattamento" a quello che la fila deve già avere di per sé, il che è come dire che l'impalcato del ponte una sua armatura deve avercela eccome, checché ne dica lo stesso Morandi (se è lui che lo ha progettato) e difatti ce l'ha, costituita da un insieme di tiranti interni ma anche dalla rete di ferri che si può vedere sia nelle immagini delle macerie che nello stesso disegno dell'impalcato visibile a pag. 10 del noto pdf, una rete ovviamente non robusta come quella che avrebbe un impalcato autoportante, ma comunque sufficiente per tenere tutto insieme con la collaborazione dei quattro tiranti...3aaa ha scritto:
ItalHik ha scritto: La (ormai) mitica compressione... Prendiamo una trentina ................................................, che cosa manca alla nostra fila di mattoncini per far sì che tirando i due manici si possano tirar su tutti insieme come l'ipotetico impalcato di ponte?...:goof:
Che ti devo rispondere secondo te? Manca un poco di colla. Ora immagina di suddividere la fila di mattoncini in 7 blocchi consecutivi (più o meno di eguale lunghezza) e per i blocchi (contando da sinistra) 1, 3 , 5, 7 usiamo l'Attack, mentre per i blocchi 2, 4, 6 usiamo la colla Pritt.
Non solo: la compressione degli stralli agisce soltanto all'interno dei punti di vincolo, all'estremità dell'impalcato è poi la resistenza dei suoi "ferri" a dover sostenere le mensole con sopra appoggiati i tratti Gerber, e per poter resistere alle forze impresse dagli stralli è inoltre necessario prevedere anche un'adeguata serie di tiranti interni lungo il corso più in basso del ponte, altrimenti l'impalcato si inarcherebbe verso il basso, perché con questo tipo di struttura ci troviamo di fatto nella condizione d'un arco teso da quella "corda" che sono le due coppie di tiranti...
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ItalHik ha scritto:
3aaa ha scritto: @ Aigor
Fin tanto che le cose vanno così i puntoni reggono il mondo. Non appena comincia a rompersi l'impalcato (perchè viene a mancare in toto o in parte la compressione degli stralli) l'equilibrio delle forze cambia totalmente e il pezzo di ponte attaccato ai puntoni (parliamo di IP3) agisce come una mensola appoggiata sopra la capoccia dei puntoni che restano i soli a reggere un carico che adesso agisce nel baricentro di IP3, quindi spostato verso Savona.
Il discorso è giusto, ma va preso con le pinze, tutto dipende da quanto impalcato si rompe e dove: se una fila di puntoni si trova col proprio tratto d'impalcato isolato da tutto il resto e per di più asimmetrico, già si è detto e ripetuto quello che succederà (comportamento alla IL2, il tratto crolla, o lateralmente ribaltandosi, oppure rovinando sugli stessi puntoni, dipende da come questi cedono in relazione alla direzione delle forze applicate), altrimenti, nel caso di IP3, bisogna presumere anche la rottura di IC e/o dell'altra porzione di ponte coi rispettivi puntoni...
Per IP3 (sempre col consueto avvertimento di mancanza di presunzione di verità) secondo me prima del suo crollo è avvenuto il distacco dal resto del tratto di Ponente. Persa la compressione, si rompe la giunzione col resto ed IP3 si trova come una mensola sui puntoni. Il seguito della storia è ovvio secondo me: crollo disastroso e frantumazione "progressiva" dei puntoni di ponente.
Per IL2, dopo avere fatto ipotesi "fantasiose" mi sento vincolato a sana e tenace prudenza. Osservo solo che il meccanismo di rottura dei puntoni non è "progressivo e frantumante" ma "di botto", come se fossero stati recisi alla radice. Debbo capire se, il passaggio dallo stato normale pre-disastro, allo stato incidentale nel quale la controreazione esercitata prima da ponente si trasferisce istantaneamente sui puntoni, possa spiegare o meno questo "taglio". Si sollecitano idee sul tema che è chiave per capire.
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- Michele Pirola
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Le conclusioni degli ispettori del ministero sono durissime nei confronti di Autostrade che "non si è avvalsa (...) dei poteri limitativi e/o interdittivi regolatori del traffico sul viadotto (...) e non ha eseguito conseguentemente tutti gli interventi necessari per evitare il crollo verificatosi". E, secondo gli ispettori del ministero delle Infrastrutture, Autostrade "minimizzò e celò" allo Stato "gli elementi conoscitivi" che avrebbero permesso agli organi di vigilanza di dare "compiutezza sostanziale" ai suoi compiti. E ancora: "Lavori in costanza di traffico? Utenza utilizzata come strumento di monitoraggio".
www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/25/pont...er-profitto/4648711/
Mazza, che bella manutenzione :laugh:
La proprietà di Atlantia spa, la società quotata in borsa che controlla il 100% di Autostrade per l’Italia concessionaria della rete autostradale italiana, è composta per il 30,25% da Sintonia spa, finanziaria creata dal gruppo nel 2009 in Lussemburgo per fare investimenti esteri e dal 2012 riportata in Italia, controllata a sua volta da Edizione srl della famiglia Benetton, Gic Pte. limited (fondo di Singapore) per l‘8,14% , Blackrock Inc. (società di investimento americana) per il 5,12%, Fondazione Cassa di risparmio di Torino per il 5,06%, Hsbc Holdings (primo gruppo bancario europeo) per il 5,01% e azioni proprie, cioè possedute dalla società stessa, per lo 0,96%.
www.varesenews.it/2018/08/controlla-autostrade-litalia/743006/
L'ingegnere scriveva che il viadotto resisteva bene alle sollecitazioni del traffico automobilistico, tanto che alcune crepe che erano sorte erano da considerarsi fisiologiche e non tanto grandi da rappresentare un rischio strutturale. Invece, "L'aggressività atmosferica - così Morandi - è ciò che rappresenta una condizione ambientale sicuramente negativa per questa struttura". Si riferiva "all'atmosfera salina" e agli agenti chimici industriali prodotti dalle ciminiere dell'acciaieria.
Alcuni supporti, soltanto 5 anni dopo la costruzione, ricorda Morandi, erano stati sostituiti con materiale di acciaio inossidabile proprio a causa di fenomeni di corrosione. In particolare, per Morandi, le superfici più esposte ai venti e ai fumi acidi erano quelle più attaccate. Questo "rischio chimico" si rifletteva sulle superfici in cemento. "Penso che in pochi anni", scriveva ancora, si dovranno effettuare interventi di rimozione "delle tracce di ruggine" sui rinforzi, per procedere a iniezioni di resine epossidiche dove necessario e coprire tutto con "elastomeri" ad alta resistenza chimica.
it.notizie.yahoo.com/riccardo-morandi-sc...ti-da-183518890.html
Per il resto, per tutto ciò che hai scritto, hai qualche fonte qualificata o parli così per sentito dire dal primo che passa per la strada?
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@ItalHik @Aigor
FZappa,
provaci tu a spiegare con parole tue perché i puntoni di ponente fanno la fine che fanno (sbriciolati durante la caduta di IP3). Per me le giunzioni di IP3 (armato)a destra e sinistra con IC e IP2 (non armati) saltano come birilli appena viene meno la precompressione degli stralli ed IP3 si trova in equilibrio precario sui puntoni e li tira giù perché li sollecita non più solo a compressione ma anche a flessione.
Se tu hai o parole o un modello esplicativo più giusti e convincenti (su questo specifico tema) , andiamo passettino passettino, saresti benvenuto.
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Entrambi i semi-impalcati devono essersi per qualche ragione indeboliti e poi rotti *in aria* (ma poi anche separati al centro), altrimenti il collasso totale non ci sarebbe stato...3aaa ha scritto:
ItalHik ha scritto:
3aaa ha scritto: @ Aigor
Fin tanto che le cose vanno così i puntoni reggono il mondo. Non appena comincia a rompersi l'impalcato (perchè viene a mancare in toto o in parte la compressione degli stralli) l'equilibrio delle forze cambia totalmente e il pezzo di ponte attaccato ai puntoni (parliamo di IP3) agisce come una mensola appoggiata sopra la capoccia dei puntoni che restano i soli a reggere un carico che adesso agisce nel baricentro di IP3, quindi spostato verso Savona.
Il discorso è giusto, ma va preso con le pinze, tutto dipende da quanto impalcato si rompe e dove: se una fila di puntoni si trova col proprio tratto d'impalcato isolato da tutto il resto e per di più asimmetrico, già si è detto e ripetuto quello che succederà (comportamento alla IL2, il tratto crolla, o lateralmente ribaltandosi, oppure rovinando sugli stessi puntoni, dipende da come questi cedono in relazione alla direzione delle forze applicate), altrimenti, nel caso di IP3, bisogna presumere anche la rottura di IC e/o dell'altra porzione di ponte coi rispettivi puntoni...
Per IP3 (sempre col consueto avvertimento di mancanza di presunzione di verità) secondo me prima del suo crollo è avvenuto il distacco dal resto del tratto di Ponente. Persa la compressione, si rompe la giunzione col resto ed IP3 si trova come una mensola sui puntoni. Il seguito della storia è ovvio secondo me: crollo disastroso e frantumazione "progressiva" dei puntoni di ponente.
Per quanto riguarda il tratto a ponente, lo si intuisce pure, guardando attentamente il video cd CAM1: prima di veder scivolar giù IP3, si nota distintamente calare dall'alto un "pulviscolo" scurastro che fa supporre lo spezzarsi del ponte da qualche parte, ma per rovinare giù sopra i suoi stessi puntoni quel tratto di ponte deve aver perso continuità anche a levante del traverso sul quale erano attestati i quattro pilastri...
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A questo link trovi il documenti in italiano:3aaa ha scritto: Dove si può liberamente scaricare articolo Morandi che citi? Nella versione spagnola non trovo quella tabella ma solo disegni che lasciano intendere 2,5 m x 0,30 m altezza e spessore
Per quel poco che vale anche Stret View fa capire che 16 cm per quelle travature imponenti sono pochi. Ma è una difficoltà che tutti coloro che cercano di valutare i pesi hanno.
webapi.ingenio-web.it/immagini/file/byna...nova-savona-prot.pdf
[vedo ora che ci sono ben tre diversi link a quell'articolo nel primo commento di questo forum, vabbè, con questo sopra fanno quattro, melius abundare]
A pag. 11 trovi la TAVOLA VI (non tabella) con due sezioni della nervatura, ha una forma ad H con spessore di 60 e 48 cm alle estremità, mentre la parte verticale sembra proprio essere di 16 cm!
Notare che con questo spessore la singola trave prefabbricata da 36 metri peserebbe una quarantina di tonnellate, quindi con uno spessore maggiore sarebbe diventata difficile da gestire nel trasporto sul cantiere. Comunque non intendo discutere le stime del peso totale della gerber che hai trovato sul forum degli ingegneri, saranno sicuramente più accurate della mia.
FranZη
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Nessuno è riuscito a "sgraffignare" i documenti sul Morandi ora offerti da Ingenio-web.it ai lettori iscritti al sito?... :ok:FranZeta ha scritto:
A questo link trovi il documenti in italiano...3aaa ha scritto: Dove si può liberamente scaricare articolo Morandi che citi? Nella versione spagnola non trovo quella tabella ma solo disegni che lasciano intendere 2,5 m x 0,30 m altezza e spessore
Per quel poco che vale anche Stret View fa capire che 16 cm per quelle travature imponenti sono pochi. Ma è una difficoltà che tutti coloro che cercano di valutare i pesi hanno.
Crolla il ponte Morandi...
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Confesso, sono in crisi e le mie certezze sono ex certezze. Sono sempre stato convinto dell'inizio del collasso da Ovest ma oggi, riflettendo sulla superficie di rottura alla base dei puntoni EST (che qui sotto allego) mi vengono serissimi dubbi e sto andando, come si dice a Genova, verso il "caruggio" di FZappa che vede l'inizio a Sud Est.
Provo a sintetizzare:
1) La superficie di rottura mi sembra compatibile solo col momento flettente esercitato da una forza che, agendo da Savona verso Genova, spinga sulla testa dei puntoni e li tranci alla base. Non vedo proprio come una forza proveniente da Est possa tranciarli in quel modo. Questo perché la rottura deve iniziare perpendicolarmente all'asse, proseguire, e poi quando la sezione diventa troppo piccola, cambiare direzione (almeno a sensazione mi parrebbe così)
2) Se quanto sopra è vero, l'unica forza che può fare questo è quella che arriva dall'impalcato Ovest
3) Se quanto sopra è vero, se ne deduce che gli stralli Est sono defunti prima di quelli Ovest lasciando la parte Est in balia della spinta proveniente da Ovest
4) La spinta, non bilanciata dagli stralli Est si è scaricata sui puntoni Est e li ha sradicati alla base
5) A questo punto la caduta di IP3 prosegue secondo lo schema Ish Bor
Ora, prima di andare avanti con le fasi successive e rivedere di conseguenza tutto il cinematismo, vorrei un conforto (FZappa??) sul primo punto perchè se fosse vero quello il resto poi consegue di suo
Nella foto troverete: la foto delle macerie e uno schema dei puntoni Est immaginati visti da Nord. La superficie di rottura è schematizzata in rosso. Le 4 suferfici abrase che si vedono in verticale sulle macerie, non sono particolarmente significative (si è pelato il copriferro e basta, non c'era niente che partisse da lì)
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Ultimo tentativo, poi rinuncio.
Io dico che i puntoni sono PROGETTATI per sostenere la parte centrale del ponte e sono indispensabili SOLO in fase di costruzione (non di funzionamento).
Visto che la parte centrale è costruita in modo tradizionale, dopo averla disarmata, non può che reggersi sui puntoni, anzi i puntoni sono stati aggiunti da Morandi proprio e solo per questo motivo perché nei progetti iniziali NON c’erano (vedi campata di oltre 400 m del primo Maracaibo, SENZA puntoni)
Qui però c’è una stranezza: Morandi dice che sono “appoggi elastici” quando invece l’attacco puntoni-impalcato, dalle immagini e dallo schema, sembrerebbe un incastro, con un traverso che tiene uniti i puntoni fra loro e all’impalcato mentre per l’attacco dei puntoni al cavalletto dice che sono incastrati
Comunque, da sempre, io sono convinto che Morandi non scriva tanto per scrivere ma che quello che scrive abbia un preciso fondamento (anche se non sempre lo comprendiamo – almeno io).
Da questo termine “appoggi”, nasceva la mia ipotesi fantascientifica che l’impalcato, nella zona centrale, si sia preso una tremenda spinta, proveniente dalla componente orizzontale del tiro degli stralli ovest (dopo il crollo di quelli est) e che questa spinta abbia provocato la rotazione di 180° ad est.
Ma, se è un incastro, questa ipotesi fantascientifica non regge.
Dallo schema costruttivo di Morandi si vedono benissimo i successivi conci di 5 metri, numerati e retti da cavi provvisori che si bilanciano; si costruisce contemporaneamente (ad es.) il concio 6 di destra e di sinistra e poi li si fa reggere dallo stesso cavo provvisorio in modo che i 2 conci si reggano l’un l’altro. DOPO che i tiranti sono stati messi in tensione, è la componente orizzontale del tiro che regge tutti i conci e i cavi provvisori vengono tolti.
A me, sembra chiarissimo che i puntoni NON sono in grado di reggere nulla a flessione ma reggono a compressione solo la parte centrale e quindi circa 25 metri su 88 (+ mezza Gerber) per lato.
Figurarsi se arriva una flessione oppure un taglio.
Altrimenti perché fare tutto questo casino in fase di costruzione ??
Sarebbero andati avanti a tratti di 5 metri per volta, facendoli reggere dai puntoni ma così non è stato.
I calcoli non servono a nulla in mancanza di dati certi; ad es. il cemento usato nei puntoni non è certamente un Portland ad alta resistenza (grigio chiaro)., visto che è decisamente scuro ma è più probabilmente un pozzolanico oppure un cemento d’altoforno (l’acciaieria era a un chilometro… )
Le norme tecniche degli anni ’60 erano le stesse d’anteguerra, per non disturbare il boom economico e ora la paghiamo …….
Il cls veniva realizzato TUTTO in cantiere e non credo fosse facile mantenere una qualità costante su dimensioni così grandi.
Quindi, chissà qual’era la resistenza di quel cls degli anni ’60 !!
Le analisi di Zurigo, spero, lo diranno…….
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Ma la mia domanda prescindeva dalla funzione più o meno significativa dei puntoni. A me preme stabilire "come" si siano rotti i puntoni Est. Guardando la superficie di rottura a me sembra una flessione originata da una forza da Ovest. Questo è il punto. Se fosse così allora il cinematismo deve essere da Est verso Ovest e non viceversa. Cosa te ne pare della superficie di rottura? Poi se reggono più o meno carico, a me non interessa molto, sia quel che sia
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Cioè, che intendi dire? Che a ponte finito l'impalcato poteva anche essere sostenuto dai soli stralli? Oppure?...FZappa ha scritto: Sono 2 giorni che cerco di spiegare che Morandi i puntoni li considera proprio poco o nulla, partendo dal Maracaibo, per arrivare al Polcevera e l’unica motivazione possibile è che, per il progettista, la loro funzione, nella statica del ponte, sia decisamente marginale.
Ultimo tentativo, poi rinuncio.
Io dico che i puntoni sono PROGETTATI per sostenere la parte centrale del ponte e sono indispensabili SOLO in fase di costruzione (non di funzionamento).
Con campate tanto lunghe i puntoni non si potevano certo fare, sarebbero a loro volta stati così lunghi da flettersi sotto il proprio peso!!... Di fatto ponti come quelli inizialmente pensati non se ne fecero, perché senza puntoni ma con i soli stralli alle estremità avrebbero richiesto un impalcato ugualmente robusto e quindi pesantissimo...FZappa ha scritto: Visto che la parte centrale è costruita in modo tradizionale, dopo averla disarmata, non può che reggersi sui puntoni, anzi i puntoni sono stati aggiunti da Morandi proprio e solo per questo motivo perché nei progetti iniziali NON c’erano (vedi campata di oltre 400 m del primo Maracaibo, SENZA puntoni)
Al riguardo, non intendendomi di costruzioni, non saprei proprio cosa elucubrare (nella mia ignoranza, li vedrei piuttosto rigidi!)...FZappa ha scritto: Qui però c’è una stranezza: Morandi dice che sono “appoggi elastici” quando invece l’attacco puntoni-impalcato, dalle immagini e dallo schema, sembrerebbe un incastro, con un traverso che tiene uniti i puntoni fra loro e all’impalcato mentre per l’attacco dei puntoni al cavalletto dice che sono incastrati
Per la caduta in avanti e il ribaltamento di IL2 - una volta privato della continuità sia a ponente che a levante, mi sembra che bastino gravità e altezza...FZappa ha scritto: Comunque, da sempre, io sono convinto che Morandi non scriva tanto per scrivere ma che quello che scrive abbia un preciso fondamento (anche se non sempre lo comprendiamo – almeno io).
Da questo termine “appoggi”, nasceva la mia ipotesi fantascientifica che l’impalcato, nella zona centrale, si sia preso una tremenda spinta, proveniente dalla componente orizzontale del tiro degli stralli ovest (dopo il crollo di quelli est) e che questa spinta abbia provocato la rotazione di 180° ad est.
Ma, se è un incastro, questa ipotesi fantascientifica non regge.
Che valore dai a quei "reggere"?... Finché non sono in opera gli stralli, sono sempre i puntoni a "reggere" tutto, i tiranti provvisori servono semmai a non far pendere sempre più verso il basso (e quindi fessurare) l'impalcato man mano che si allunga...FZappa ha scritto: Dallo schema costruttivo di Morandi si vedono benissimo i successivi conci di 5 metri, numerati e retti da cavi provvisori che si bilanciano; si costruisce contemporaneamente (ad es.) il concio 6 di destra e di sinistra e poi li si fa reggere dallo stesso cavo provvisorio in modo che i 2 conci si reggano l’un l’altro. DOPO che i tiranti sono stati messi in tensione, è la componente orizzontale del tiro che regge tutti i conci e i cavi provvisori vengono tolti.
A me, sembra chiarissimo che i puntoni NON sono in grado di reggere nulla a flessione ma reggono a compressione solo la parte centrale e quindi circa 25 metri su 88 (+ mezza Gerber) per lato.
Figurarsi se arriva una flessione oppure un taglio.
Altrimenti perché fare tutto questo casino in fase di costruzione ??
Sarebbero andati avanti a tratti di 5 metri per volta, facendoli reggere dai puntoni ma così non è stato.
Il Morandi fornisce qualche dato sui materiali impiegati, "calcestruzzi" compresi...FZappa ha scritto: I calcoli non servono a nulla in mancanza di dati certi; ad es. il cemento usato nei puntoni non è certamente un Portland ad alta resistenza (grigio chiaro)., visto che è decisamente scuro ma è più probabilmente un pozzolanico oppure un cemento d’altoforno (l’acciaieria era a un chilometro… )
Le norme tecniche degli anni ’60 erano le stesse d’anteguerra, per non disturbare il boom economico e ora la paghiamo …….
Il cls veniva realizzato TUTTO in cantiere e non credo fosse facile mantenere una qualità costante su dimensioni così grandi.
Quindi, chissà qual’era la resistenza di quel cls degli anni ’60 !!
Le analisi di Zurigo, spero, lo diranno…….
Materiali adottati
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3aaa ha scritto: @FZappa
Ma la mia domanda prescindeva dalla funzione più o meno significativa dei puntoni. A me preme stabilire "come" si siano rotti i puntoni Est. Guardando la superficie di rottura a me sembra una flessione originata da una forza da Ovest. Questo è il punto. Se fosse così allora il cinematismo deve essere da Est verso Ovest e non viceversa. Cosa te ne pare della superficie di rottura? Poi se reggono più o meno carico, a me non interessa molto, sia quel che sia
Il post di prima l'avevo scritto senza leggere la tua domanda per cui non era una risposta a te ma agli "innamorati" dei puntoni :ok:
Se sapessi risponderti con minima certezza, saprei anche perché l'impalcato ha fatto la capriola
Anche ad ovest i puntoni si sono rotti per flessione a causa del peso della mensola (è quella che chiamate IP3 ?) che non erano in grado di contrastare, ma è stata una rottura "normale", è venuta giù la parte a sbalzo e ha schiacciato i puntoni ovest, rompendoli circa a metà. A me sembra piuttosto chiaro.
A est invece è tutto diverso, sono tranciati alla base praticamente nello stesso punto quindi NON dovrebbe essere una forza trasversale all'asse della strada derivante dallo strallo di monte ancora sano che tira a monte mentre l'altro è rotto; sono anche tutti allineati verso GE il chè esclude ulteriormente un taglio verso monte..
Anche a me sembra una forza (parallela all'asse della strada) che spinge FORTE da ovest a est per cui non è solo la flessione dovuta al peso a sbalzo (come ad ovest) ma è ben di più tanto che provoca la capriola.
Questa ipotesi fantascientifica avrebbe qualche chance se si fossero rotti prima entrambi gli stralli est mentre entrambi quelli ovest erano sani e spingevano e se l'attacco puntone-impalcato fosse davvero un appoggio come dice Morandi.
Ma sappiamo bene che così proprio non è perché non quadra con tutto il resto.
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