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COVID: Il numero dei morti
Senza considerare l'aggravante del non sapere quanti siano i casi reali (10 volte i casi diagnosticati? 20 volte? Di più, di meno??), riporto 3 frasi.
Il tasso di letalità ricavato da un limitato numero di casi o con dati provvisori o incerti può essere chiamato: tasso di letalità apparente per distinguerlo da un tasso di letalità effettivo.
Quando, come spesso accade nelle epidemie, il tasso di letalità non viene calcolato all'interno di una precisa finestra temporale ma dal primo caso diagnosticato fino all'esaurimento dell'epidemia, si parla di tasso di letalità cumulativo.
Nelle epidemie il tasso di letalità effettivo può essere calcolato solo al termine dell'epidemia.
Com'è ovvio che sia.
@Nomit credo invece che la stima fatta e il calcolo siano sicuramente più corretti e vicini alla realtà di qualsiasi altro numero sparato a caso da tantissimi altri.
p.s. "strano" (...) che nessuno abbia tirato fuori accuse di "primadonnismo" e/o di monopolizzazione della pagina.......
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Ti ho già linkato più volte il sito di statistica www.worldometers.info/coronavirus/ , sito di riferimento a livello mondiale, che calcola la letalità esattamente come dico io:
Innanzitutto dividono i casi rilevati in due catogorie: casi aperti e casi chiusi. La prima categoria è suddivisa in casi lievi e casi gravi, la seconda in guariti e deceduti. Ovviamente per i casi attivi non si può ancora sapere quanti saranno i guariti e quanti i deceduti (questa è la cosa talmente banale che non ti entra nella testa).
Poi se volessimo fare ragionamenti statistici un po' più seri dovremmo considerare le letalità rispetto ai diversi periodi, perchè evidentemente la letalità dell'ultimo mese è molto diversa da quella di marzo. Il valore della letalità rilevata al quale converge la curva:
perciò non sarà molto significativo per valutare la reale pericolosità del virus nei diversi periodi. Questo perchè il virus ha mostrato di mutare rapidamente, per cui non si può trattare come se avesse una letalità (ma lo stesso vale per la contagiosità) costante.
E' chiaro a tutti, tranne che a te personalmente, che la letalità è relativa a un dato intervallo: di default l'intervallo è da inizio malattia al giorno di rilevamento. Altrimenti se fosse come dici tu e si dovesse aspettare che tutti i malati o guariscano o finiscano nei deceduti, non potresti mai parlare di letalità fino al giorno in cui fossi certo che la pandemia è completamente finita. Una sciocchezza sesquipedale.
Ah, e invece inserendo nel calcolo anche i casi attivi ottieni un valore sempre costante? L'hai detto, una sciocchezza sesquipedale, perchè è l'esatto contrario: facendo il calcolo con i casi chiusi hai la letalità (rilevata) relativa a un dato periodo, e questa è fissata per sempre. I valori nel caso italiano sono quelli della curva sopra, dove i periodi ovviamente sono quelli che vanno da inizio epidemia alla data riportata in ascissa. Considerando anche i casi attivi la letalità di ogni dato periodo è invece in continua variazione e non si fermerà fino a che non sarà guarito o deceduto l'ultimo dei casi attivi relativi a quel periodo. Solo alla statistica fatta con i casi chiusi puoi attribuire il significato di probabilità di decesso data la rilevazione dell'infezione (in un certo periodo).
E con questo la chiudo perchè è una questione davvero insignificante, ti ci stai aggrappando con le unghie solo per cercare di far vedere che almeno una cosa corretta l'avevi scritta (che incidentalmente va pure nella direzione contraria a quanto sostieni), purtroppo non posso lasciarti neanche questa magra consolazione.
FranZη
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Il video: Nessuno è morto a causa del Suriva-Noroc
Cosa ha detto il direttore del Covid-Hospital di Messina Antonio Versace:
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www.repubblica.it/esteri/2020/07/20/news...ituazione-262422734/
L' uomo lo riconosci quando sbaglia. Se chiede scusa ha le palle. Se cerca scuse è un fessacchiotto.
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Professor Carl Heneghan is Director of the Centre for Evidence Based Medicine at Oxford University, and has been paying close attention to the Covid-19 statistics. In a post yesterday evening he revealed an extraordinary detail: the Public Health England daily death totals announced to the media include anyone who has ever tested positive for Covid-19 — even if they recovered completely.
Earlier this week we completed a wide-ranging interview with Professor Heneghan and his CEBM colleague Tom Jefferson on the current state of the Covid-19 pandemic, which we’ll be publishing shortly.
But I caught up with Prof Heneghan this morning just to hear more about this latest development. Have a watch.
Key quotes:
There was “massive confusion” about different Covid data between England’s health bodies. “Public Health England figures are about double the ONS figures because PHE are reporting anybody who has had a positive Covid death in the past… This will get increasingly confusing as we go into the next Winter because there could be a new outbreak and new deaths while also still reporting on historical deaths… This is a problem for epidemiologists and media… ”
Even a “28 period cut-off is still not ideal for accurate death numbers because there is “immediate cause and underlying cause… Immediate cause means you’ve had Covid within 21 days but outside of that, it becomes the underlying cause — something that contributed to your death but wasn’t a direct cause. A 21 day cut-off would be helpful because it gives a clearer understanding of that distinction”
“We follow excess deaths which is the most accurate information about what’s going on at that moment, but it can’t tell you what those deaths are caused by” (i.e. people not coming forward with heart attacks etc)
“There’s an important distinction between lives lost and life years lost. One of the things we’ll be watching very closely over the next six months is how many people would have actually died in the next six months… That’s where the excess deaths really matter. If we start to see it trend significantly under for the next few months, we’ll start to come forward with information that suggests there was a group of vulnerable people that any respiratory infection would have shortened their life.”
“In the media you’ll always hear about catastrophe and the consequences of that. One of the things we notice is that when you don’t hear anything that usually means there’s good news happening. So when Sweden looks worse you hear about it but when it’s not so bad, like now, you never see it in the media.”
fonte
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