Di fronte alla presa di coscienza di certe problematiche particolarmente ampie, capita spesso di sentirsi perduti e impotenti, in balia di forze miliardi di volte più grandi di noi.
Quando ci si rende conto, ad esempio, che noi magari rischiamo la vita per salvare i sopravvissuti di un uragano, mentre altri boicottano i soccorsi perchè ritengono che la popolazione mondiale debba essere diminuita con ogni mezzo disponibile, molte sicurezze traballano.
Quando ci si rende conto che tutte le più importanti vicende internazionali ruotano intorno ad una questione di risorse energetiche che potrebbe essere risolta in un istante, con l’implementazione di tecnologie a costo zero, molte sicurezze traballano.
Quando ci si rende conto che l’intero impianto mondiale della sanità non è affatto inteso a migliorare le condizioni di vita dei malati, ma a migliorare quelle di chi gli vende le medicine, molte sicurezze traballano.
Quando ci si rende conto che il prete che era per noi il punto di riferimento di una dimensione spirituale è in realtà un essere umano che fatica ad essere degno di quel nome, molte sicurezze traballano.
Quando ci si rende conto che dei poveracci di una nazione qualunque vengono armati di tutto punto, catechizzati e spediti a combattere i poveracci di un’altra nazione, solo per arricchire chi vende armi ad ambedue le nazioni, molte sicurezze traballano.
Quando ci si rende conto di passare tutto il mese lottando quotidianamente per portare a casa il nostro stipendio, …
E’ chiaro che se votiamo secondo i criteri della fantapolitica (quella che esiste solo nelle nostre menti), poi ci becchiamo dei fantaministri della difesa che sanno solo parlare di fantastrategie militari.
Se poi si mettono a raccontarcele i nostri “fantagiornalisti” (quelli che sono giornalisti solo nella loro testa), vengono fuori dei veri e propri capolavori del nonsense, come questo breve articolo dell’ANSA di ieri.
ROMA - Aumenta l'impegno dei militari italiani in Afghanistan in vista delle elezioni del 20 agosto, …
Sembra di capire che la democrazia agli afghani non sia piaciuta affatto: se bisogna addirittura mandare truppe aggiuntive per farli votare...
… ma contestualmente il contingente italiano potrebbe lasciare la zona calda di Farah, ai confini del turbolento Sud.
Lasciando ai posteri di capire il senso profondo di quel “ma”, prendiamo atto che esiste una ”zona calda” che sta “ai confini del turbolento sud”. La quale zona dovrebbe quindi trovarsi nella parte meridionale di un “tranquillo nord”, giusto? Niente affatto:
La Regione Ovest dell'Afghanistan, sotto il comando italiano, comprende anche la provincia di Farah, zona che confina con la Regione Sud del Paese …
Come vedete, in Afghanistan l’ovest confina direttamente con il sud.
… - a rotazione guidata da Olanda, Inghilterra e Canada - un territorio dove è intensa l'attività degli insorgenti. In prospettiva, ha spiegato La Russa, ...
“Distruzione creativa è il nostro soprannome, sia nella nostra società che nelle altre nazioni. Noi distruggiamo quotidianamente l'ordine esistente, dagli affari alla scienza alla letteratura all'arte all'architettura al cinema alla politica e alla legge.”
Questo scriveva 10 anni fa il neoconservatore Michael Ledeen, in un libro in cui propugnava i principi di conquista e i predominio sul mondo che Cheney i Rumsfeld avrebbero cercato di mettere in atto, dal 2001 in poi, con le loro guerre di invasione in Afghanistan e Iraq.
“Da sempre i nostri nemici detestano questo vortice di energia e creatività, che minaccia le loro tradizioni, qualunque esse siano, e che li umilia per la loro incapacità di tenere il passo. Vedendo l'America che smantella le società tradizionali, essi ci temono perché non vogliono essere smantellati. Essi devono attaccarci per sopravvivere, esattamente come noi dobbiamo distruggere loro, per portare avanti la nostra storica missione”.
Se queste erano le intenzioni, bisogna riconoscere che la guerra in Iraq è stata un successo totale.
(Se il filmato "zoppica" lasciatelo in "pausa" per 30 secondi, poi ripartite - Scarica la copia in alta risoluzione su ARCOIRIS TV ).
La frammentazione dell’Iraq in tre parti, secondo le linee di demarcazione etnico-religiose (kurdi, sciiti e sunniti), è sempre stato il sogno nascosto dei neoconservatori, …
In senso stretto, “democrazia” significa “potere del popolo”, ed è riferito alle forme di governo in cui si cerca – almeno nelle intenzioni - di mettere in pratica questo principio altamente idealistico di distribuzione equanime del potere.
In senso lato il termine “democrazia” viene usato per indicare una generica “parità di diritti” fra gli individui – in qualunque situazione - dove non esistano privilegiati nè sfavoriti in partenza.
Si dice, ad esempio, che “internet è democratico” perchè tutti possono parlare, mentre “la TV è oligarchica”, perchè solo alcuni possono farlo. Nel cogliere questo aspetto dei mezzi di comunicazione di massa, Pasolini è sempre stato all’avanguardia (meglio di lui lo avrebbe detto forse soltanto McLuhan, con il suo folgorante “Il mezzo è il messaggio”):
La “democrazia di internet” pone però una nuova serie di problemi, poichè troppe persone confondono “democrazia” con libertà, e “libertà” con assenza di responsabilità.
Una volta stabilito che usiamo il termine “democrazia” in senso lato, per indicare i “pari diritti” di cui ciascun cittadino gode nella rete, …
Da un pò di tempo a questa parte ha iniziato a ronzare attorno a questo sito una nuova genìa di personaggi, che magari non si conoscono nemmeno fra loro, ma condividono tutti il desiderio – conscio o inconscio - di gettare in qualunque modo discredito su di me.
Lo fanno in modo molto più subdolo e raffinato dei grezzi debunkers del 9/11. Sono molto più educati, colti e raffinati, e stanno nascosti nell’ombra, dove fingono di partecipare con interesse alle più svariate discussioni, pronti a cogliere la minima occasione per uscire allo scoperto e gettare discredito su di me.
Purtroppo per loro, come avevo già indicato nel mio manuale anti-debunker, costoro finiscono regolarmente per tradirsi, poichè non sanno assolutamente resistere alla tentazione di generalizzare la loro critica: iniziano con l’insinuare fra le righe il dubbio su un singolo argomento, per domandarsi poi apertamente “dove cavolo vada mazzucco a prendere certe notizie”, e finiscono sistematicamente per domandarsi se questo “sia il modo giusto di fare informazione”. Curiosi interrogativi, per uno che in realtà dovrebbe aver sollevato una singola obiezione, non trovate?
Anche perchè normalmente io a questa obiezione rispondo con chiarezza. Ma è proprio in quel caso che loro si tradiscono, perchè a quel punto si dimenticano di ringraziarmi per il chiarimento – se convinti - o di contestarlo se insoddisfatti. Invece scompaiono regolarmente nel nulla, ...
Se non sapete chi è Susan Boyle non c’è niente di male: fino a ieri nessuno al mondo la conosceva. Oggi le grandi case discografiche fanno a gara per assicurarsi il suo primo album, che è destinato certamente a raggiungere in poco tempo le hit parade di tutto il mondo.
Susan Boyle è una donna “qualunque” di 47 anni, disoccupata, che sbarcava il lunario cantando la domenica in chiesa per i suoi compaesani di Blackburn, una delle mille cittadine dimenticate della Scozia dei minatori.
Susan non ha mai avuto un fidanzato, e vive da sola con il suo gatto. Poco tempo fa ha deciso di tentare la fortuna, per cercare di coronare il sogno della sua vita: diventare una cantante famosa. Quando è comparsa sul palcoscenico del concorso “Britain’s got talent”, con al collo il numero 14.321 dei “dilettanti allo sbaraglio”, la sua figura tarchiata e il suo look decisamente demodè hanno suscitato ondate di risolini e di commenti divertiti da parte del pubblico, che aveva davanti la quintessenza di questo tipo di concorso: la più grande illusione umana di fronte ad un sogno chiaramente irrealizzabile.
Da parte loro i giurati hanno aggiunto una nota di cinismo di dubbio gusto, roteando vistosamente gli occhi all’annuncio dell’età di Susan, e scambiandosi sguardi compassionevoli quando la medesima ha dichiarato, con assoluta serenità, di voler diventare una cantante “famosa come Elaine Paige”.
Ma non appena Susan ha iniziato a cantare è cambiato tutto.
In due semplici strofe Susan ha saputo mostrare delle qualità canore assolutamente eccezionali, che nell’arco di pochi minuti hanno trasformato la platea deridente …
Chiudiamo questo ciclo di articoli sul cancro con la descrizione del meccanismo che nel secolo scorso permise ai grossi capitali finanziari di impadronirsi dell’intero sistema medico americano, attraverso il controllo dell’insegnamento universitario. I Rockefeller amavano chiamarla “filantropia efficiente”.
Purtroppo li medico che volesse domandarsi oggi da dove nascano tante di quelle “certezze” che gli vengono contestate ...
di Marco Cedolin
Non sono mai stato un grande estimatore di Michele Santoro, né ho mai considerato le trasmissioni da lui condotte nel corso della sua carriera un esempio da seguire in termini di analisi critica ed obiettiva. Santoro ha sempre fatto giornalismo partendo da un’appartenenza politica ben definita, così come altri in Italia lo hanno fatto e continuano a farlo ispirandosi a posizioni politiche molto differenti, penso a Bruno Vespa, quando non diametralmente opposte, come Emilio Fede.
A prescindere dal livello qualitativo dell’informazione esperita da parte dei vari soggetti, la pluralità di pensiero (che in Italia è sempre stata molto scarsa) dovrebbe stare alla base di qualunque sistema mediatico abbia l’ambizione di considerarsi “libero” e di qualunque formazione politica consideri la “libertà” un valore fondante della propria identità.
Proprio per questa ragione si fatica a comprendere la veemenza con la quale ministri e uomini politici del “popolo delle libertà” si ostinano ad accanirsi contro la trasmissione “Anno Zero” di Santoro, domandandone la chiusura ogni qualvolta all’interno di essa vengono trattati argomenti scottanti, partendo da un’angolazione di lettura differente dalla loro.
Anno Zero non rappresenta sicuramente il punto di arrivo della “buona informazione”, però bisogna riconoscere alla trasmissione di Santoro il merito di avere ricoperto negli ultimi anni il ruolo dell’unica voce dissonante (in comproprietà con Report della Gabanelli che però ha un format totalmente differente) all’interno di un panorama di giornalismo televisivo assolutamente appiattito sulla logica del totale servilismo nei confronti del PDL e del PD. Non è infatti un caso che unicamente nell’ambito di Anno Zero si siano potuti apprezzare servizi e dibattiti sull'argomento rifiuti, sul massacro di Gaza e sulla tragedia del terremoto in Abruzzo, che andassero oltre la cortina di disinformazione portata avanti da tutti coloro che fanno “giornalismo” in televisione.
L’ostinazione a voler cantare fuori dal coro sembra essere costata cara tanto a Santoro quanto al vignettista Vauro, ...
Il dibattito sul cancro ha raggiunto un livello, sul nostro sito, a cui è necessario stabilire alcuni punti fissi.
Prima di tutto bisognerebbe ricordare che noi (cittadini) dovremmo essere tutti uniti, nel comune interesse di un sistema sanitario che funzioni al meglio per tutti, mentre la resistenza aprioristica di certi personaggi a qualunque tipo di critica non fa che ritardare quel miglioramento. Costoro avrebbero tutto il diritto di opporsi alle critiche, sia chiaro, se solo difendessero un’oncologia relativamente efficace. Ma è molto difficile oggi sostenere che non siamo di fronte ad un disastro di portata storica, e ci si domanda quali possano essere i veri motivi che li portano a difenderla in ogni caso, spesso pure con arroganza e aggressività. Teniamo infatti presente quanto segue:
L’ONCOLOGIA UFFICIALE NON SA NEMMENO DIRCI COSA SIA IL CANCRO. In 100 anni di progresso tecnologico i velivoli di legno dei fratelli Wright sono diventati dei caccia in leghe leggere che volano a tre volte la velocità del suono; il tremolante telegrafo che collegava le prime città dell’era industriale è diventato una rete di fibre ottiche che collega istantaneamente ogni più remoto angolo del mondo; l’osservazione passiva del firmamento è stata sostituita da tecnologie che permettono di valutare l’età delle stelle e delle galassie con precisione stupefacente. Solo l’oncologia è rimasta inspiegabilmente al palo, e dopo oltre 100 anni di ricerca è in grado di dirci soltanto che “si tratta di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari”.
Il che equivale a dire tutto e niente. Anche la laringite e l’artrosi sono “diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari”. Ma per quelle almeno conosciamo con precisione la causa, e i relativi rimedi da applicare. Mentre se si chiede all’oncologia di nominare la causa precisa di un solo “tipo di cancro”, nessuno saprà darla con sicurezza, mentre indicherà le stesse cure generiche per tutti (chirurgia, radio e chemio).
Due di queste “cure” sono a loro volta cancerogene, mentre la terza - la chirurgia - equivale a negare il problema invece di risolverlo: uno dei casi di “vittoria sul cancro” vantati dal sito dall’AIRC è quello di un ciclista che ha sconfitto la malattia ed è tornato regolarmente alle competizioni... con una gamba sola. L’altra è stata gettata nella spazzatura, insieme al cancro che nessuno riusciva a guarire.
Sarebbe quindi suggeribile, prima di tutto, un atteggiamento molto più umile e disponibile al dialogo ...
In questi giorni di duro dibattito sul cancro, è anche giusto cercare di definire meglio le posizioni della medicina ufficiale.
Che cos’è, esattamente il cancro? Esistono cure valide, almeno per una parte dei tumori? Che cosa deve fare una persona che si ritrovi da un giorno all’altro con questa terribile Spada di Damocle sulla testa, e giustamente non se la senta di affidarsi alle terapie improvvisate o poco collaudate degli alternativi?
Per avere queste risposte siamo andati su un sito “doc” della moderna oncologia, quello della AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), che vanta addirittura articoli “conformi ai principi HONcode”.
Che sarebbe come leggere la Bibbia in una versione autorizzata direttamente dal Rabbino di Gerusalemme.
Abbiamo scelto una pagina a caso, “il tumore alla prostata”, ma tutto il sito sembra impostato sullo stesso tenore di serietà e di accuratezza scientifica, per cui torneremo al più presto a visitarne anche altre. (In corsivo gli estratti della pagina visitata).
Cos'è il tumore alla prostata
La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini che, in condizioni normali, ha le dimensioni di una noce. È situata dietro l'intestino e avvolge il canale deputato al trasporto di urina (l'uretra).
Avvolge? Avete mai visto una noce che “avvolge” qualcosa? Boh. Però in compenso sappiamo con precisione dove localizzarla, poichè si trova “dietro all’intestino”.
Tra i suoi compiti c'è quello di produrre e immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l'eiaculazione.
Immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione? Ecco perchè non ho mai avuto figli, ora capisco! Io ho sempre pensato che durante l’eiaculazione il seme finisse nel corpo della donna, e invece scopro ora che ce l’ho tutto nella prostata! Oh ragazzi, vent’ anni di scopate non sono pochi, compressi nello spazio di una noce… Dopo è chiaro che ogni tanto sono nervoso.
Il tumore della prostata è provocato dalla crescita incontrollata di alcune cellule all'interno della ghiandola stessa.
Vabbè, fin qui non ci piove. Che il tumore sia provocato dalla crescita incontrollata della cellula ...
Leggi tutto: Mille problemi, un’unica soluzione?