Fra le verità soppresse della storia quella dell’orgone di Wilhelm Reich rischia di essere una fra le più importanti in assoluto, con implicazioni che sarebbero andate ben oltre la “semplice” cura per il cancro.
di Gianni Elvezia
Il 10 di giugno c'è stata una riunione tra un comitato di abitanti di alcuni villaggi del Suffolk, sulla costa orientale inglese che dà sul Mare del Nord, ed un rappresentante del British Nuclear Group che gestisce i tre reattori presenti nella zona, rispettivamente Sizewell A, B e C. Tutto nasce dalla chiusura improvvisa, avvenuta circa 3 anni fa, del reattore A, il più vecchio dei tre, un reattore Magnox che era entrato in funzione nel 1966, dopo quasi 5 anni di lavori.
Doveva essere il solito monologo di quello “studiato” che arriva dalla capitale e spiega con spocchia a pescatori e bottegai cose che loro non sarebbero in grado di capire, non fosse stato per l’incomodissima presenza della troupe di John Snow, l’unico direttore di telegiornale europeo che si possa ancora definire un giornalista, con le telecamere di Channel 4 News. Le cose andarono quindi molto diversamente, perchè era stata fatta una domanda formale, secondo la prassi prescritta dal Freedom of Information Act, e quindi giornalisti e pubblico avevano avuto accesso ai documenti sul caso.
Correva l'anno 2006, e Tony Blair - uno dei politici più corrotti nella storia della Gran Bretagna - si apprestava a lasciare l’incarico in quanto non più presentabile al pubblico di casa.
Era infatti evidente per tutti che avesse mentito sapendo di mentire, ...
Vorrei provare a tirare le somme sulla prima discussione del “nuovo corso” Simoncini, che era iniziata abbastanza male, ma poi fortunatamente si è ripresa.
Come sappiamo, abbiamo un video in cui un paziente ci racconta che aveva il cancro alla vescica, e che dopo 7 operazioni inutili stavano per togliergliela. C’è una diagnosi che lo conferma, e c'è la conferma del medico curante. C’è infine una diagnosi di guarigione, anch’essa confermata dal medico curante. Fra le due diagnosi c’è stata la cura di bicarbonato. A meno quindi di supporre che gli intervistati mentano, resta da decidere, sostanzialmente, se la guarigione sia da attribuire al bicarbonato oppure no. (E' difficile pensare, in questo caso, che non fosse un cancro in primo luogo).
Le reazioni dei lettori si sono divise su tre fronti:
1 – L’intervista conferma la credibilità della teoria Simoncini.
2 – L’intervista sembra supportare la sua teoria, parliamone ma con cautela.
3 - Gli elementi documentali non bastano, ci vogliono altre informazioni per poterne discutere.
Sul primo gruppo non commento, poichè vi appartengo a livello personale, e non voglio che questo torni ad inquinare il mio ruolo di webmaster, che vorrei riuscire a mantenere distaccato.
Intorno al secondo gruppo è nata una discussione abbastanza interessante, che ha affrontato sia il tema tecnico (candida, PH, funghi, eziologia, rapporti causa-effetto, ecc.) che quello morale, prendendo spunto da una frase del medico intervistato (“Mi sono sentito in dovere di…”).
Direi che la discussione si è conclusa in modo cautamente positivo, nel senso che nulla è dimostrato, ma si rimane aperti ad ogni possibilità. Resta da definire la posizione del medico, ...
Da Beppe Grillo a Punto Informatico, corre sulla rete l’ “allarme censura”, scatenato da una proposta di legge che metterebbe in pericolo, secondo alcuni, “l’intera blogosfera”.
Ecco cosa scrive in proposito Punto Informatico: “[…] per effetto dell'approvazione del maxi-emendamento presentato dal Governo sta per diventare legge l'idea di obbligare tutti "i gestori di siti informatici" a procedere, entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato. Non dar corso tempestivamente all'eventuale richiesta di rettifica potrà costare molto caro a blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di condivisione di contenuti e a chiunque possa rientrare nella vaga, generica e assai poco significativa definizione di "gestore di sito informatico": la disposizione di legge, infatti, prevede, in tal caso, una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire. Tanto per esser chiari e sicuri di evitare fraintendimenti quello che accadrà all'indomani dell'entrata in vigore della nuova legge è che chiunque potrà inviare una mail a un blogger, a Google in relazione ai video pubblicati su YouTube, a Facebook o MySpace o, piuttosto al gestore di qualsiasi newsgroup o bacheca elettronica amatoriale o professionale che sia, chiedendo di pubblicare una rettifica in testo, video o podcast a seconda della modalità di diffusione della notizia da rettificare.”
Ancora più catastrofico il blog di Beppegrillo: “Il disegno di legge sulle intercettazioni può far chiudere la Rete. [..] La Rete è lo strumento, lo spazio, il media che ha permesso a milioni di italiani di credere a un cambiamento democratico. Di illudersi di essere cittadini e non sudditi. Senza la Rete, con le televisioni e gran parte dei giornali in mano allo psiconano e ai suoi amici piduisti e mafiosi questo Paese si avvia verso una dittattura senza controllo e dagli esiti sociali imprevedibili. […] Se passa [la legge], sarà la morte della blogosfera italiana.”
La prima cosa che viene da dire è che forse sarebbe il caso di diventare adulti, e di smetterla di gridare al lupo in questo modo generico e infantile, che non può certo produrre nulla di utile.
A chi lo gridiamo infatti questo pericolo? A noi stessi? Cosa facciamo, io urlo “bastardi”, tu urli “governo ladro”, e la cosa finisce lì?
Perchè a qualcuno questo piacerebbe molto, non dimentichiamolo: ammesso e non concesso che il pericolo sia reale, ....
Ahmadinejad piace a pochi, e nel giorno della sua rielezione ne abbiamo avuto la piena conferma: tutti i media occidentali riportano a piena voce le parole di Hossein Mousavi, il candidato “moderato” sconfitto da Ahmadinejad, che ha definito le elezioni “una farsa”. Insieme al suo commento, passano all’infinito le immagini dei dimostranti, sostenitori di Mousavi, picchiati e presi a bastonate dalla polizia di Tehran. Il Times di Londra descrive “poliziotti in motocicletta lanciare granate contro la folla di dimostranti che cantava ‘abbasso il dittatore’, e denunciava l’elezione rubata”.
Tutto sicuramente vero, almeno in parte, come sempre accade in situazioni del genere. Finchè il cittadino non avrà la possibilità di verificare direttamente i risultati elettorali, qualunque “votazione democratica”, dal Polo Nord al Madagascar, resterà comunque una farsa per definizione.
É però curioso notare come i media occidentali si accorgano di queste cose solo in certe occasioni molto particolari. Quando ad esempio Bush vinse, nel 2004, grazie al voto palesemente truccato dell’Ohio, nessuno lo fece notare. Ora che invece serve dare contro ad Ahmadinejad, i nostri giornalisti si strappano i capelli per l’orrore, mentre lo “scandalo” della frode elettorale viene denunciato a nove colonne in tutto l’occidente.
Parimenti, vi è una profonda mistificazione, da parte della stampa occidentale, sul vero conflitto in corso in Iran: mentre si cerca di presentare il tutto come un semplice scontro fra l’ ”estremista” Ahmadinejad (nemico dell’occidente filo-israeliano) e il “moderato” Mousavi (probabile amico del “nuovo” occidente di Obama), …
Chemo-brain, o chemio-cervello, è il nuovo termine usato per definire una condizione sempre più diffusa fra le donne che hanno affrontato la chemioterapia per il cancro al seno: perdita di memoria, incapacità di ragionare, difficoltà a svolgere la mansioni più semplici ed abituali.
Se il filmato "zoppica", lasciatelo caricare per 30 secondi prima di riprendere la visione. Su Arcoiris.tv la copia in HD.
La cosa interessante è che nessuno venga sfiorato dal dubbio, all’interno della medicina ufficiale, se valga davvero la pena di continuare ad avvelenare i pazienti in questo modo, …
Qualcuno ha detto che chi non impara dalla storia è destinato a ripeterla.
A destra la famosa foto dei “liberatori” americani di Iwo Jima, contro i cattivi giapponesi. A sinistra un fotogramma (capovolto, per l’occasione) dei “liberatori” italiani di Dal Molin, contro i cattivi americani.
Su Arcoiris.tv potete scaricare la copia in HD del filmato.
I NoDalMolin tornano dentro l’area dell’aeroporto vicentino, là dove gli statunitensi vorrebbero realizzare la loro nuova base di guerra; ...
Il triplice accostamento del titolo farà forse aggrottare le ciglia a qualcuno, ma l’analogia esiste, ed è anche abbastanza corposa.
Trattasi, per mancanza di un termine migliore, di “relativizzazione del problema”, ovvero di indurre l’ascoltatore ad affrontare il problema da una premessa valida, ma solo in termini relativi.
Che cosa dice Israele, essenzialmente, nel dibattito sulla questione palestinese? “Loro ci attaccano, e quindi noi abbiamo diritto di difenderci”. E la gente – chi per convenienza, chi per pigrizia mentale, chi per cecità congenita – normalmente gli dà ragione, o comunque lo accetta e non ci pensa più.
Che cosa dice, essenzialmente, la versione ufficiale del’11 settembre? “Loro ci hanno distrutto le Torri Gemelle, e quindi noi abbiamo diritto di andare a bastonarli”. E la gente – chi per convenienza, chi per pigrizia mentale, chi per cecità congenita – normalmente gli dà ragione, o comunque lo accetta e non ci pensa più.
Che cosa dice la medicina ufficiale, essenzialmente, rispetto alle cure naturali? “Non sono provate scientificamente, e quindi noi non possiamo fidarci a metterle sul mercato, perchè abbiamo prima di tutto il dovere di proteggere il cittadino”. Qui la gente magari ci crede un pò meno, ma normalmente lo scetticismo finisce lì, e alla fine corrono tutti dal medico a farsi proteggere con la chemio.
Dove sta il trucco, nel caso di Israele? Nel partire da una premessa che sta “dentro” un problema più grande, che viene convenientemente dimenticato ogni volta che si affronta l’argomento: è vero che il palestinese ti ha aggredito, …
di Marco Cedolin
Solamente il 43% dei cittadini europei si è recato alle urne per eleggere i parlamentari che prenderanno la via di Bruxelles per trascorrervi 5 anni di vacanza lautamente remunerata a spese dei contribuenti. Si tratta del gradino più basso sul percorso di un’Europa che dalle prime elezioni del 1979, quando a votare furono il 62% degli aventi diritto, ha continuato a percorrere una drammatica parabola discendente lunga 30 anni, perdendo progressivamente la considerazione ed il consenso dei propri cittadini.
Se il 57% degli europei ha ritenuto giusto bocciare l’Europa del trattato di Lisbona e della Bolkenstein, del succo di arancia senza arance e delle quote latte, dominata dalla BCE e dalla burocrazia, semplicemente disertando le urne, anche fra coloro che si sono recati a votare non è mancato lo scetticismo. Una parte cospicua dei 736 parlamentari che si recheranno a Bruxelles appartiene infatti a formazioni politiche euroscettiche, o comunque fortemente critiche nei confronti del percorso fino ad oggi intrapreso dalla UE. Formazioni politiche che in molti paesi hanno incrementato il proprio peso ottenendo successi anche considerevoli.
Da segnalare anche gli ottimi risultati ottenuti in alcuni paesi (Francia e Danimarca su tutti) dai partiti ambientalisti, ...
(Articolo originale dell'8 giugno 2009)
Secondo la Costituzione il voto è un “dovere civico”. Ma questo poteva andare bene nel 1948. Oggi è il non-voto a essere un dovere. Morale. Oggi di italiani contenti se ne trovano pochi.
Che siano di destra, di sinistra o indecisi, ormai quasi tutti sentono il fiato della crisi economica sul collo, e si lamentano sistematicamente ai quattro venti.“Paese di merda!” “Io me ne vado, qui non si può vivere”. “Siamo governati da una banda di delinquenti”.
Naturalmente lo sappiamo tutti che quella “banda di delinquenti” la votiamo noi, ma se qualcuno prova solo a suggerire di smettere di votarli, si sente rispondere con disdegno che "tanto non cambia nulla".
Il problema è tutto qui.
Cinismo, pigrizia mentale e pochezza morale concorrono ad una situazione paradossale che si potrebbe sintetizzare in questo modo: mi faccio del male da solo, ma non ho alternative, e quindi continuo a farmelo. Apparentemente, la cosa può sembrare vera: anche se uno non vota lo fanno tutti gli altri, e quindi il problema rimane. Un pò come agli incroci cittadini, che nell’ora di punta tutti occupano disordinatamente, pur di arrivare a casa “prima dell’altro”, invece di rispettare il semaforo. Se lo facessero tutti – dice ciascuno – io sarei il primo a rispettare il semaforo. Se invece lo fai da solo, non solo non serve a niente, ma ti prendi anche del cretino da quello dietro, che ti suona per farti passare a tutti i costi, nonostante il rosso. Dall’alto del suo palazzo il potente osserva soddisfatto i suoi popolani, ...