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Nuova Cronologia
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www.scaliger.ru/texts/alberti.html
Per verificare: archive.org/details/idiecilibridelar00albe/page/n5
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Evidentemente se una bugia ripetuta diverse volte può diventare una verità è altrettanto vero che appena vengono fuori argomentazioni contrarie si sgretola molto facilmente. E irrimediabilmente.
Capisco che gli storici fingano di non sapere chi sia Fomenko invece di confrontarsi onestamente. Vite buttate...
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Se noi accettiamo di Jung, per esempio, cioè sugli archetipi, miti e simboli, ricordi ancestrali e collettivi, allora in una comunità che non ha una tradizione scritta, ma orale, come quelle antiche, è impossibile che le tradizioni i costumi e le usanze si perdano, considerando che queste comunità vivevano abbastanza distanti una dall'altra e non erano sicuramente smodatamente accoglienti come oggi.
Per perdere questo patrimonio avrebbero dovuto crepare tutti.
Viceversa è proprio con la scrittura che certe tradizioni si perdono, così come alcune conoscenze.
E' per questo che hanno dilatato nel tempo l'invenzione della scrittura, al tempo stesso distruggendo la memoria collettiva della storia.
In questo modo uno scritto sparito nel primo secolo può essere ritrovato 1200 anni dopo, non solo si comporta come se quegli anni non fossero passati, ma addirittura stravolge la vita della società, cambiandola radicalmente.
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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Ho deciso di fare il bravo e quindi non più un riassuntino. Purtroppo ci sono delle immagini che se ho ben capito bisogna lasciare in qualche posto su internet a cui fare il link.. Ma io non ho alcun posto dove metterle. Se qualcuno mi dà un'indicazione per superare il problema le aggiungo volentieri.
16. A strange lapse in the scaligerian chronology near "the beginning of the new era"
Ci riferiamo a un curioso effetto che abbiamo scoperto dopo un’accurata analisi delle tabelle Cronologiche di J. Blair ( [76] ), compilate alla fine del XVIII secolo, inizio del XIX. Queste tabelle sono estremamente importanti per noi poiché furono scritte al tempo in cui la storia Scaligeriana era stata appena formulata. Le Tabelle di Blair ci consegnano una versione cronologica abbastanza vicina a quella offerta da Scaligero e dalla sua scuola della fine del XVI secolo – inizio del XVII. Perciò queste tabelle mostrano in modo vivido i principi iniziali su cui si basava la storia Scaligeriana. Da questo punto di vista le tabelle più recenti sono “peggiori” di quelle di Blair e altre simili del XVII–XVIII secolo nel senso che quelle più recenti sono “troppo smussate”. Storici del XIX-XX secolo le hanno “raffinate”, riempiendo gli enormi vuoti e fratture con l’aiuto di dettagli minori, mantenendo la rozza struttura della cronologia Scaligera intatta. Il risultato è stato che molte tracce delle Tabelle di Blair estensioni artificiali della cronologia che si possono vedere nelle Tabelle di Blair, per esempio, furono verniciate e coperte di dettagli insignificanti nelle tabelle successive. Come risultato i punti di frattura della cronologia Scaligeriana furono coperti con uno spesso strato di “cemento storico” del XIX-XX secolo.
Perciò tracciamo una conclusione pratica: se vogliamo ricreare il meccanismo originale della cronologia Scaligeriana del XVI-XVII secolo dobbiamo analizzare le tabelle originarie del XVII-XVIII secolo come le Tabelle di Blair ( [76] ) - un materiale molto più primordiale di quello con cui abbiamo a che fare oggi nelle tabelle più tarde, e più livellate.
Perciò cominciamo l’analisi delle Tabelle di Blair ( [76] ). Il titolo completo di questo lavoro pubblicato a Mosca nel 1808 è “The Tables Chronological, Embracing All Parts of the World History Year to Year from the Creation to the XIX Century, Published in English by John Blair, a Member of Royal Society of London”. Abbracciano la storia dell’umanità dal presunto anno 4004 a.c. fino al XIX secolo. Le Tabelle di Blair dividono tutti i regni della lista in due tipi – quelli che hanno annali anno-per-anno propri e quelli le cui cronache non sono sopravvissute fino a noi, conosciuti solo per essere stati menzionati in documenti di qualche altro “regno presente negli annali”.
Presteremo la massima attenzione ai “regni presenti negli annali” come anche a i differenti modi di tener conto degli anni nei tempi antichi, per es. differenti ere, ecc. Di fatto è questo “sistema delle ere “ordinato” da Scaligero e dai suoi discepoli che costituisce la struttura della versione contemporanea della cronologia. La lista completa dei “regni presenti negli annali” con le correnti dinastiche per le quali almeno sono presenti dati parziali può essere vista fig. 6.101 e 6.102. Facendo questo abbiamo conservato la terminologia delle Tabelle di Blair ( [76] ). Come per il presunto VI-VIII secolo, abbiamo mostrato solo la lista dei principali Regni che ci sono [76]. Regni minori datati da Blair a dopo il VI-VIII secolo d.c. non sono stati segnalati per evitare di appesantire la struttura. Comunque la lista dei “Regni di Blair” presuntamente datati a prima del V secolo d.c. è presente al completo.
Torniamo ora al sistema di cronologia “basico” come viene presentato da Blair e descritto nei commenti contemporanei sulla cronologia. Nella cronologia Scaligeriana queste ere sono spesso “dimenticate”, a volte per centinaia di anni e quindi “riprese” nel loro presunto precedente stato. Quelle di base sono:
1) L’”antico” conteggio dalle Olimpiadi si suppone iniziato nel 776 a.c. ([76], table 1).
I Giochi Olimpici che dettero inizio a questo sistema cronologico, furono introdotti dai Dattili nel presunto 1453 a.c.
Poi i Giochi furono dimenticati.
Quindi ripresi da Ercole nel 1222 a.c.
E quindi dimenticati di nuovo.
Ripresi da Ifito e Licurgo nel presunto 884 a.c.
Comunque diventa subito chiaro che l’uso dei Giochi per il conteggio del tempo iniziò solo nel supposto anno 776 a.c. A proposito, certi altri Giochi – es. gli Istmici, i Nemei, i Pitici – furono comunque dimenticati e ripresi diverse volte nella cronologia Scaligeriana. Secondo le Tabelle di Blair il conto degli anni dalle Olimpiadi si interruppe nel 1 d.c. (!), perciò è andato avanti per circa 776 anni: si presume dal 776 a.c. allo 0 d.c. e poi dimenticato successivamente. In generale le discrepanze tra i cronologisti riguardo gli anni in cui la cronologia dalle Olimpiadi fu introdotta (vedi sotto) ammonta a circa 500 anni.
Alcuni esempi per dimostrare questo caos cronologico. Secondo Blair ([76]), il conteggio dalle Olimpiadi e il conto “ab urbe condita” cominciarono approssimativamente allo stesso tempo. Roma in Italia si pensa fosse considerata come “La Città” il che è probabilmente sbagliato (vedi Chrons). Perciò il conteggio dal tempo dalle Olimpiadi si suppone incominci a metà del VIII a.c. secondo Blair. Il nostro storico contemporaneo S. Lourier afferma che “all’epoca di Senofonte (cioè si suppone nel V-IV secolo a.c. - A. F.) il conto dalle Olimpiadi non esisteva ancora; Timeo, storico Siciliano, lo introdusse per la prima volta intorno al 264 a.c." ([447], p. 224). Secondo Lourier, l’”antico” Timeo introdusse la prima volta il conto dalle Olimpiadi 512 anni dopo la prima Olimpiade, si presume datata al 776 a.c. Risulta una discrepanza tra gli storici di circa 500 anni.
Perciò, quando un documento antico cita il conto del tempo dalle Olimpiadi, uno dovrebbe avere ben chiaro quale data assoluta considera il cronologista di riferimento. A seconda di cosa sceglie la data può fluttuare di 500 anni!
Comunque N. A. Morozov ebbe l’idea in [544] che i conto dalle Olimpiadi, o periodo di quattro anni, semplicemente coincidesse con il ben conosciuto modo Giuliano di contare gli anni nel quale un periodo di quattro anni è marcato da un sistema di bisestili, cioè che il calendario Giuliano considera ogni quattro anni un ciclo completo. Questa ipotesi indica che il conto dalle Olimpiadi non esistesse prima di Giulio Cesare che introdusse il calendario Giuliano. Per cui anche nella cronologia Scaligeriana il conto degli anni Olimpiadi/Giuliano apparve non prima che nel I secolo d.c. e in nessun modo nell’epoca mostruosamente antica di Ercole, l’”antico” eroe. Secondo la nostra ricostruzione secondo la quale Giulio Cesare non appare prima del XI secolo d.c. il conto dalle Olimpiadi non può essere stato introdotto prima del XI secolo d.c. e più probabilmente coincide con il conto Cristiano degli anni dalla Natività di Gesù Cristo che, nella nostra ricostruzione, comincia intorno al 1000 d.c. o 1053 d.c. o nell’anno della natività di Gesù Cristo nel XII secolo.
Perciò le ragioni di disaccordo tra i differenti storici riguardo il punto di inizio del conteggio degli anni dalle Olimpiadi diventa chiaro. Il conto dalle Olimpiadi deve essere iniziato con la Natività di Gesù Cristo nel XII secolo e continuata per molte centinaia di anni senza nessuno dei numerosi "oblii e riprese" che erano una conseguenza del ”fare copie delle cronache” nella storia Scaligeriana in cui lo stesso evento – l’inizio delle Olimpiadi – era stato “copiato” (su carta!) e “spostato” nel profondo passato. Come risultato gli ultimi storici vedendo le reiterate duplicazioni nel testo Scaligeriano, dimenticando le ragioni del loro apparire e considerandole di estrema importanza cominciarono a dibattere gli "oblii" e i "riprese" delle Olimpiadi, cercando ragioni e proponendo complicate teorie. Ercole o i Dattili, Ifito o Licurgo. In generale un’ enorme “sfera di attività” era stata scoperta.
2) L’”antico” conto degli anni “ab urbe condita”. Questa cronologia presumibilmente origina attorno al 753 b.c. ([76], tabella 5). Ma poi ci viene detto che questa data è stata stabilita da Varrone, un Romano, solo nel I secolo che significa 700 anni (!) dopo la fondazione di Roma in Italia, secondo la cronologia Scaligeriana. Il conto degli anni “ab urbe condita" finisce nel presunto III secolo d.c., - precisamente nella decade 250-260 d.c. ([76]), il tempo delle presunte guerre civili in Roma della presunta metà del III secolo d.c. Blair ci dice che "La maggior parte delle cronache inizia [in quel momento - A. R] contando gli anni dalla fondazione di Roma" ([76], tabella 5). Ricordiamo che l’identificazione Scaligeriana della “Città” come l’Italiana Roma fondata nel presunto 753 a.c. è solo un’ipotesi. In Chron5 giustifichiamo l’idea che la Nuova Roma sul Bosforo ossia Costantinopoli fosse chiamata “La Città”. Costantinopoli è ampiamente noto sia stata fondata nel 300 d.c. e consacrata nel 330 d.c. perciò, anche nella cronologia Scaligeriana la sostituzione di Roma sul Bosforo con la Roma Italiana porta a uno slittamento di date di mille anni contati “ab urbe condita” in alcune cronache. La famosa “Storia” di Tito Livio ne è un esempio.
Bisogna notare che il conto degli anni “ab urbe condita” nella Cronologia Scaligera arriva al termine proprio all’incontro di due imperi duplicati - e precisamente il Secondo Impero Romano e il Terzo Impero Romano. Vedi [76] e figs. 6.101, 6.102.
3) Il conteggio degli anni dalla Natività di Gesù Cristo. Nella cronologia Scaligeriana questo conteggio viene presumibilmente utilizzato per la prima volta nel 747 d.c. ossia settecento anni dopo la morte di Gesù Cristo nel I secolo secondo Scaligero ([76]), e duecento anni dopo i calcoli di Dionigi il Piccolo che presumibilmente visse nel supposto VI secolo d.c. e fu il primo a calcolare la data della Crocifissione di Cristo. Quindi incontriamo i familiari "oblii e riprese" delle ere. Ci viene detto che dopo la prima menzione dell’era dalla Natività di Gesù Cristo "in un documento ufficiale del 742 d.c., questa era smette di essere utilizzata di nuovo e viene riutilizzata nel X secolo d.c. Comunque è solo dal 1431 (XV secolo addirittura!) – A.F.) che viene registrata nelle epistole papali con il parallelo conto degli anni dalla genesi.” ([744], p. 52). È egualmente curioso che cronache secolari abbiano acquisito l’era dalla Natività di Gesù Cristo persino più tardi. Gli storici riportano che c’è stato l’aggiustamento in Francia e in Germania solo nel XVI secolo, in Russia solo nel 1700, in Inghilterra ancora più tardi nel 1752 ([744], p. 52). Quindi anche dopo l’introduzione della cronologia Scaligeriana, un più o meno regolare uso dell’era dalla Natività di Gesù Cristo si può certificare solo nel XV secolo.
Precedentemente piuttosto infrequenti “menzioni” di questa era nei documenti che si presumono precedenti al X-XI secolo d.c. sono probabilmente il risultato di una duplicazione Scaligeriana di cronache e loro slittamento verso il passato. Come risultato le effettive menzioni medievali di quest’era in documenti del presunto XI-XVII secolo “appaiono come fantasmi” nei presunti VI secolo e nel VIII secolo. Guardando a questi fantasmi, gli storici più recenti cominciano a costruire teorie – per esempio su Dionigi il Piccolo del presunto VI secolo d.c. Risponderemo nel seguente modo. Come detto sopra “Dionigi il Piccolo del VI secolo” è nient’altro che un riflesso medievale del reale Dionigi Petavius (Piccolo = Petit). Dal XVI-XVII secolo d.c. Perciò Dionigi Petavius = Dionigi il Piccolo diventa evidentemente il primo ad avere calcolato correttamente la data della Crocifissione di Gesù Cristo approssimativamente 600 anni prima del suo tempo. Come possiamo comprendere, era assolutamente corretto poiché conteggiando cinquecentocinquanta anni indietro dalla metà del XVII secolo (Petavius morì nel 1650) arriviamo al XII secolo d.c. che é quando Andronico, o Cristo, visse e fu crocifisso, secondo la nostra ricostruzione (la seconda metà del XII secolo, per esser più precisi).
Così, tornando alle fig. 6.101 and fig. 6.102, possiamo vedere che nella storia Scaligeriana, due “antichi” conteggi degli anni basici – dai Giochi Olimpici e “ab urbe condita” - uscirono dall’uso almeno 500 anni prima dell’unica e sola menzione ufficiale dell’era dalla Natività di Gesù Cristo in documenti presumibilmente del anno 742 la data dei quali, come abbiamo detto, è piuttosto dubbia.
4) L’”antico” conteggio degli anni dalla Genesi. Quest’era si pensa sia strettamente connessa con la Bibbia, perciò dipendente interamente dalle date degli eventi Biblici. Poiché queste date sono trasferite in avanti nel Medioevo, come risultato del nuovo metodo empirico-statistico di datazione questo conteggio degli anni è probabilmente di origine Medievale o anche tardo Medievale ed inizia, secondo la nostra ricostruzione, non prima del X-XI secolo d.c. Per la datazione degli eventi Biblici vedi Chron6.
5) Il conteggio degli anni dall’era dell’Egira. Questa cronologia Arabica si pensa abbia avuto inizio nel 622 d.c. ([76], tabella 19), e sia collegata strettamente alla datazione del Corano e descritta al suo interno perciò ha probabilmente un’origine più recente anch’essa, il X-XI secolo o anche pi tardi.
Il seguente importante fatto è ovvio nelle fig. 6.1011 e fig. 6.102. Nella cronologia Scaligeriana tutti i regni tranne due sono divisi in due classi - quelli esistenti interamente prima della nuova era e quelli che esistettero interamente dopo la nuova era. Solo due regni – l’Impero Romano e il Regno dei Parti – superano il periodo di tempo che va dallo 0 al al 260 d.c. L’inizio della nuova era rivela strane proprietà distruttive – per molti regni “antichi”. Solo due sono riusciti a superare il “pericoloso intervallo” tra lo 0 e il 260 d.c.
Comunque non ci sono informazioni continuate delle dinastie dei Parti ([76]). Perciò quel regno non può essere utilizzato come possibile collegamento cronologico tra le varie ere.
Per l’altro regno – l’Impero Romano – possiamo dire quello che segue. È il secondo Impero Romano che si incastra nel “pericoloso intervallo” tra lo 0 e il 260 d.c. perfettamente. In più è evidente dalle fig. 6.101 e fig. 6.102 che la decade 260-270 d.c., il punto di collazione del Secondo e Terzo Impero Romano, non è coperta da nessun conteggio dalle Olimpiadi, né da quello “ab urbe condita”, né dal conteggio dalla Natività di Gesù Cristo che, a quanto ci dicono gli storici “non esisteva ancora”. Secondo la cronologia Scaligeriana il conto degli anni “ab urbe condita” è finito, il conto dalle Olimpiadi è finito 250 anni prima, il metodo Cristiano di conteggio degli anni non è ancora iniziato, nemmeno inventato e ci sono qualche centinaio di anni da far passare ancora.
Quindi, secondo i risultati ottenuti con metodi statistici, il Secondo Impero Romano è un duplicato del Terzo Impero Romano. In questa relazione entrambi sono riflessi fantasma del Sacro Romano Impero del X-XIII secolo e l’Impero degli Asburgo (Nov-Gorod?) del XIV-XVI secolo; fig. 6.1 1, fig. 6.12, fig. 6.12a, fig. 6.19, fig. 6.20, fig. 6.2 1 , fig. 6.22, fig. 6.23, fig. 6.24. Perciò la storia Romana del presunto I-III century d.c. non è un originale ma piuttosto un “fantasma”. Dovrebbe essere portato su e identificato con almeno il Terzo Impero Romano, ma più precisamente con più tardi regni del XXIII secolo, e del XIV-XVI secolo.
Inoltre l’episcopato Romano in parte cade dentro questo “pericoloso intervallo” del 0-260 d.c. Ma la storia Papale del 68-141 d.c. è considerata una leggenda assoluta della storia Scaligeriana ([492] , p. 3 12). Blair scrive, "Fino alla fine di questo secolo [cioè l’inizio del II secolo d.c. - A. F.] . . . questa colonna [cioè la lista dei Papi Romani - A. F.] è completamente oscura" ([76], tabella 13). Il successivo periodo Papale del 68-141 d.c. non è indipendente ma solo un riflesso fantasma del periodo Papale dei presunti anni 314-536 a.d., fig. 6.16; in più entrambi sono riflessi di una storia Papale più tarda. Perciò il primo periodo dell’episcopato Romano va spostato in avanti identificandosi col secondo periodo. Conseguentemente scopriamo che l’epoca di 300 anni dal 30 a.c. al 270 d.c. nella cronologia Scaligeriana è un’area di completo silenzio cronologico dei documenti. In quel periodo, secondo la cronologia Scaligeriana, non c’è un singolo regno con la sua propria corrente dinastica indipendente.
L’epoca dal 30 a.c. al 270 d.c. to 270 d.c. nella cronologia Scaligeriana finisce con un buco. Ricordiamo che i due principali “antichi conteggi degli anni” di questo periodo – l’era “ab urbe condita” e l’era di Diocleziano conteggiata dal 284 d.c. - non corrispondono ( [76] ). Tra loro c’è un vuoto cronologico, un buco di circa 20 anni. Ripetiamo che nessun conto degli anni dalla Natività di Gesù Cristo è ancora in gioco.
Conclusione. Il posto della collazione di diverse cronache duplicate è palese nella cronologia Scaligeriana – l’epoca tra i presunti anni 0-260 d.c. Nel XVI -XVII secolo qualcuno sistemò diversi duplicati fantasma di cronache lungo l’asse del tempo e li impastò insieme in un “manuale” e in modo piuttosto rozzo. Non si sono nemmeno preoccupati di coprire lo spazio ricucito con un era, avendo probabilmente pensato che avrebbe funzionato bene così com’era. Come risultato il falso “inizio di una nuova era” nel presunto anno zero ha diviso la cronologia Scaligeriana in due, fig. 6.101 and fig. 6.102. Ci sono molti “antichi” regni prima dell’inizio della nuova era e molti regni Medievali dopo l’inizio della nuova era, mentre intorno all’inizio della nuova era appare uno strano buco che scopriamo oggi con il nostro nuovo metodo, analizzando l’intera struttura della cronologia Scaligeriana.
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Questa dev'essere presa da una versione vecchia della Nuova Cronologia, perché Fomenko è giunto alla conclusione che Cristo visse nel secolo dodicesimo, in quanto gli studi astronomici sulla nebulosa del granchio datano l'esplosione della supernova SN1054 a quel secolo e perché proprio in quel secolo visse l'imperatore Andronico I (l'uomo a cui venne tagliata una mano e cavato un occhio).Perciò Dionigi Petavius = Dionigi il Piccolo diventa evidentemente il primo ad avere calcolato correttamente la data della Crocifissione di Gesù Cristo approssimativamente 600 anni prima del suo tempo. Come possiamo comprendere, era assolutamente corretto poiché conteggiando seicento anni indietro dalla dal XVI-XVII secolo otteniamo esattamente l’XI secolo d.c. quando, secondo la nostra ricostruzione Gesù Cristo davvero visse e fu crocifisso
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chronologia.org/en/car_slav/index.html
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Ho provato a tradurre due parti relative al taglio della mano e accecamento dell'occhio di Andronico-Cristo. Magari a qualcuno può interessare una traccia in italiano.
Guardando l'immagine completa della Sindone è evidente che una mano è staccata. La lunghezza non corrisponde a quella del braccio speculare.
Per stomaci forti.
А.Т.Fomenko, G.V.Nosovskiy
TSAR OF THE SLAVS
Chapter 2.
IMPERATOR ANDRONICUS KOMNIN OF THE XII CENTURY - IT IS JESUS CHRIST DURING HIS PRESENCE IN TSAR-GRAD OF THE XII CENTURY.
33. THE SEVERED RIGHT HAND OF ANDRONICUS AND THE IMPLICIT LACERATION OF CHRIST’S HAND ON THE SHROUD.
Niceta Coniata scrive che alcuni giorni prima che fosse cavato l’occhio di Andronico e fosse condotto alla crocifissione LA SUA MANO DESTRA FU TAGLIATA. “alla fine tagliarono la sua mano destra con un’accetta e lo gettarono nuovamente in prigione”. [140], p.357. Nei Vangeli non si dice niente circa la mano amputata di Cristo. Comunque nel libro “Passione di Cristo” si dice che le sue mani e i suoi piedi furono ‘battute via’ (beaten-off) [127], p.63. È possibile che in questo riverberi il ricordo della mano amputata. Il significato delle parole ‘BEAT OFF’ or ‘CUT OFF’ è simile.
Torniamo al sudario. Se infatti la mano di Cristo fu tagliata, allora le tracce dovrebbero essere visibili sulla Sindone. La fotografia di una zona della Sindone dove appaiono le mani viene mostrata in fig. 2.77 chronologia.org/car_slav/im/z2-077.jpg
È necessario considerare che il disegno del corpo sulla Sindone è data in modo speculare. - L’impronta sul tessuto, come il riflesso di uno specchio, inverte destra e sinistra. L’immagine positiva delle mani nella Sindone con la posizione naturale di destra e sinistra è mostrato nella fig. fig. 2.78 chronologia.org/car_slav/im/z2-078.jpg
La mano sinistra è sopra e sul suo polso è visibile un’enorme ferita. Si pensa sia la ferita di un chiodo [47], p.15. Sulla mano di Cristo di fatto vediamo una lacerazionetra il polso e la stessa mano. Naturalmente è difficile fare affermazioni con assoluta certezza ma, secondo l’immagine sul Sudario c’è qualcosa che non va sulla mano destra. Può essere che la mano sia stata tagliata e più tardi risistemata vicino al cadavere. Per tenere attaccata la mano destra la sinistra è stata messa sopra.
Vogliamo segnalare che la fotografia presentata in [66] è un’immagine speculare. Pare che la mano destra sia messa sopra. Ma lo studio [47], p.15, afferma chiaramente che è esattamente la mano sinistra posta al di sopra. Citiamo: “Si possono anche vedere tre grandi ferite come risultato della crocifissione: di fronte al polso sinistro e dietro la pianta dei piedi. SUL POLSO DESTRO COPERTO CON IL SINISTRO è visibile solo il sangue della ferita.” [47], p.15.
E così incontriamo una sorprendentemente precisa corrispondenza tra la descrizione dell’esecuzione di Andronico e le testimonianze su Cristo.
Aggiungeremo che il tema del taglio della mano destra risuona anche nella descrizione della vita di Andrey Bogolyubskiy – un altro duplicato di Cristo che abbiamo scoperto nella storia Russa del XII secolo. Inoltre esistono antiche immagini che rappresentano il taglio delle mani di Andrey Bogolyubsky. Vedi i dettagli nel successivo capitolo 3.
Non siamo ancora riusciti a trovare alcuna antica immagine di Cristo con le mani tagliate. Comunque sopravvivono alcune immagini nelle quali la memoria delle mani tagliate di Gesù potrebbe essere palese e a volte in modo particolarmente vivido.
Fig.2.79 mostra, per esempio il dipinto di Correggio “Ecce Homo”. C’è una corona di spine sulla testa di Cristo, c’è un soldato vicino a lui, e la Vergine Maria è svenuta. Sulla mando di Cristo vediamo uno strano bendaggio, una specie di braccialetto di tre sottili anelli che gli stringe la mano
come a separarla dal braccio. Vedi fig.2.80 chronologia.org/car_slav/im/z2-080.jpg Questo dettaglio sembra piuttosto strano. È possibile che in questo modo la vaga memoria della mano tagliata di Gesù sia sopravvissuta sino a noi.. Lo strano “bendaggo” è rappresentato solo su una delle due mani di Gesù. In ogni caso, allargando l’immagine non possiamo trovare nessun segno simile sull’altra mano di Gesù.
Fig.2.81 chronologia.org/car_slav/im/z2-081.jpg presenta un’altra interessante vecchia immagine della Passione di Cristo. Circondano Cristo diverse tracce: il bacio di Giuda; la spada di S. Pietro con la quale tagliò un orecchio al soldato (con la quale Apostolo Pietro tagliò l’orecchio del servo dell'alto sacerdote); la lancia di Longino
entrata nel fianco di Gesù sulla croce; la spugna su un bastone, ecc. è interessante che ci siano nove mani tagliate dipinte in quest’opera. Ci sono per esempio le mani di Pilato mentre se le lavava. Similmente nel dipinto “La derisione di Cristo” di Fra Angelico Fra Beato Angelico vediamo le mani tagliate che circondano Cristo.
vedi fig.2.82. chronologia.org/car_slav/im/z2-082.jpg
Qui probabilmente incrociamo un qualche simbolismo. Ma è possibile che l’artista vagamente ricordasse che nella Passione di Cristo, in qualche forma fosse presente la mano di Cristo tagliata.
Il nucleo della faccenda era già dimenticato, ma la tradizione di dipingere “mani tagliate” era ancora viva. Non importa che simile simbolismo delle “mani tagliate che circondano l’eroe” fosse associato specificatamente con Cristo. Non conosciamo altre figure dipinte da artisti Medievali che abbiano ritenuto fosse necessario circondare di mani tagliate sospese nell’aria, per così dire. Ma presentando la Passione di Cristo, come vediamo, hanno alcune volte impiegato questo simbolismo.
In più c’è una prova più evidente. Per esempio in fig.2.83 chronologia.org/car_slav/im/z2-083.jpg
si può vedere un antico dipinto “La Trinità del Nuovo Testamento con Cristo morto”. A destra, sulla traversa della crocefisso vediamo la MANO DESTRA TAGLIATA appoggiata sulla croce! Sebbene le mani di Cristo non sembrino così danneggiate, comunque il fatto stesso della presenza della MANO DESTRA SEPARATA mostra più che altro che qualche artista medievale ancora si ricordava, sebbene vagamente, della mano tagliata di Cristo, vedi fig. 2.84. chronologia.org/car_slav/im/z2-084.jpg
34. WHO BETRAYED CHRIST.
Normalmente nel Vangelo la storia è raccontata in modo tale per cui Cristo viene tradito dai Giudei – la gente di Gerusalemme. Essi lo portarono dal Romano Pilato (cioè lo straniero) e ne chiesero l’esecuzione. Da questo si evince che la Giudea era, a quel tempo, sotto il dominio Romano, governata da un Romano e pagava tributo al Cesare che risiedeva nella distante Roma. Tutti si ricordano le parole di Cristo nel Vangelo : “Date perciò a Cesare quello chye è di Cesare e sa Dio quello che è di Dio” (Luca 20:25). Nella traduzione sinodale del Vangelo di Giovanni Pilato si rivolge a Cristo con le parole: “Io sono un Giudeo? “La tua stessa gente e i sommi sacerdoti ti hanno portato a me’ (Giovanni 18:35). La traduzione sinodale e i commentatori contemporanei erano ovviamente sotto l’influenza della cronologia Scaligeriana e perciò pensarono che “la tua stessa gente” dovesse essere inteso come l’intera nazione Ebrea e che Pilato fosse un governatore Romano straniero. Oggi però capiamo come l’intera immagine sia differente. Pilato non era in alcun modo uno straniero, ma un giudice di Zar-Grad, per così dire, un rappresentante dell’autorità esecutiva. Non poteva aver detto a Andronico-Cristo: “la tua gente ti ha portato da me” poiché entrambi appartenevano alla stessa gente. Erano entrambi Romei, cioè Romani, residenti di Zar-Grad.
Rivolgiamoci al più antico testo Slavonico Ecclesiastico dei Vangeli. Utilizzeremo l’edizione del 1651 [141]. C’è un testo differente lì. Le parole di Pilato sono presentate in modo differente: ‘Отвеща Пилатъ, еда азъ жидовинъ есмь; РОД ТВОЙ и архиерее предаша Тя мне’
[144], pag. 187. Qui Pilato parla non della gente ma della GENTE di Cristo intesa come FAMIGLIA. È una cosa completamente differente. Qui si intendono i suoi parenti, il suo clan familiare. E quindi cominciamo a capire chi fossero gli Ebrei evangelici. Era il nome del CLAN FAMILIARE DI CRISTO ossia il clan della famiglia reale che regnava in Zar-Grad. Cioé le famiglie dei Comneni e degli Angeli. Erano parenti. Pilato invece non apparteneva al clan familiare, era un funzionario. E in effetti nella storia di Andronico il tema del tradimento da parte dei parenti e della nobiltà è spesso significativo. Erano loro che odiavano Andronico e lo giustiziarono.
35. PASSION OF CHRIST AND ANDRONICUS’ EXECUTION.
La storia della passione di Cristo è ben nota dai Vangeli e altri lavori Cristiani, vedi per esempio il libro ‘Strasti Christovy’ (‘Passione di Cristo’) [127]. Non ne daremo qui una descrizione poiché il lettore può riferirsi ai testi tradizionali. Diremo direttamente che la descrizione canonica della Passione di Cristo e della storia dell’esecuzione di Andronico presentate per esempio da Niceta Coniata, sono molto simili. L’esecuzione di Andronico consiste nelle tre fasi della Passione di Cristo: la tortura preliminare, il cammino verso il posto dell’esecuzione, la stessa esecuzione davanti a una vasta folla di spettatori.
Ecco cosa scrive Coniate: ‘Fu chiuso nella cosiddetta prigione di Anema CON DUE PESANTI CATENE CHE PIEGAVANO IL SUO ORGOGLIOSO COLLO… ai suoi piedi furono messi pesanti ceppi. In queste condizioni du portato davanti all’imperatore Isacco (Angeli – Aut.) Fu sciaffeggiato, la sua barba fu strappata, i suoi denti tirati via, la sua testa rapata a zero, lo lasciarono in balia della folla… Dopo di ciò la sua mano destra fu tagliata via da un accetta e fu gettato di nuovo in prigione senza cibo e acqua. Diversi giorni dopo gli fu cavato l’occhio sinistro e fu messo a sedere sopra un cammello spelacchiato, fu portato in giro per l’agora… ma gli stupidi e ignoranti abitanti di Costantinopoli… si riunirono… senza pensare che alcuni giorni prima quest’uomo era l’imperatore. Che era salutato come SALVATORE , acclamato e adorato da tutti… a cui tutti avevano confermato lealtà e devozione con i più terribili giuramenti. Ora portato in giro con irragionevole rabbia e ancora più grande follia, non ci fu male che non venne inflitto con cattiveria ad Andronico. Alcuni lo colpirono con bastoni sulla testa altri gli riempirono il naso con sterco di mucca. e altri ancora USANDO SPUGNE VERSAVANO ESCREZIONI DI UOMINI E BUOI SUI SUOI OCCHI. C’erano quelli che gli bucavano le costole con spiedi. I più svergognati lo bersagliarono con pietre… e dopo di ciò, quando fu tirato giù dal cammello spelacchiato fu appeso per i piedi A UNA CORDA FATTA DI QUERCIA DA SUGHERO FISSATA ALLE DUE PICCOLE COLONNE SULLE QUALI STAVA UN BLOCCO DI PIETRA COLLOCATO VICINO ALLE RABBIOSE LUPA E IENA che tenevano i colli abbassati come se stessero per attaccarsi l’un l’altra’ [140], p.357-358.
Fermiamoci qui un attimo. Sappiamo tutti Cristo venne crocifisso su una croce che venne eretta tra tue altre croci, a cui erano legati due ladri, see fig. 2.85 chronologia.org/car_slav/im/z2-085.jpg
Tutte e tre le croci stavano sul monte Golgota ossia, per dire, su qualche “grossa roccia”. Ma da una più attenta analisi del testo di Coniate vediamo che nel complesso la stessa immagine viene descritta da lui anche se in modo leggermente distorto. Dice che Andronico fu sospeso tra due colonne connesse in alto a una qualche pietra. Presumibilmente, nel testo originale viene detto che Andronico venne sospeso tra due colonne che stavano su una montagna rocciosa, cioè “connesse a una pietra” ma non da sopra, da sotto. Secondo i Vangeli i due ladri erano appesi alle croci, vedi fig.2.86. chronologia.org/car_slav/im/z2-086.jpg Invece Coniate dice che le colonne erano erette vicino delle “rabbiose statue di bronzo” Ancora una volta il testo originale dei Vangeli ci illumina. Ma invece dei ladri “una lupa e una iena” vengono menzionate.
Inoltre, una simile descrizione da parte di Coniate non può in nessun modo essere conseguenza di un errore accidentale. Il suo testo corrisponde bene con la rappresentazione simbolica dei ladri appesi nei dipinti degli “antichi” Egizi. Fig.2.87 chronologia.org/car_slav/im/z2-087.jpg
. Qui si mostra Osiride che risorge dai morti. Sulle due parti laterali ci sono due pali. Su ognuno dei due pali è stato legato un animale con la testa tagliata. L’Osiride Egiziano è Cristo, vedi sotto. Il fatto che gli animali siano senza testa significa che sono stati giustiziati. Nel complesso il simbolismo dell’immagine Egiziana corrisponde completamente alla crocifissione Cristiana. Cristo viene crocifisso tra due ladri e resuscitò mentre i due ladri morirono. Questa antica immagine Egiziana corrisponde bene al testo di Coniate.
Riguardo alle parole di Coniate su Andronico sospeso per i piedi, non dobbiamo necessariamente concludere che fosse appeso per i piedi a qualche sbarra. Avevano l’abitudine di APPENDERE (crocifiggere) le persone alla croce mentre gli legavano o inchiodavano non solo le mani ma anche i piedi.
Coniate ci informa che nel cammino verso la crocifissione “alcuni lo colpirono con bastoni sulla testa, altri gli riempirono le narici con sterco di vacca e ancora altri, USANDO SPUGNE GLI FACEVANO COLARE ADDOSSO ESCREZIONI DI VACCA E DI UOMINI SUI SUOI OCCHI. [140], p.358.
Matteo l’Evangelista dice letteralmente la stessa cosa: “E gli sputarono, e presero una canna e lo colpirono sulla testa… e quando arrivarono a un posto chiamato Golgota, che significa il posto del teschio, GLI DIEDERO ACETO DA BERE MESCOLATO CON TANNINO: e dopo aver assaggiato questo, non bevve (Matthew 27:30-34). Luca scrive che ripetutamente offrirono a Cristo l’aceto, cioè porcherie: “e i soldati si facevano beffe di lui avvicinandosi e offrendogli aceto” (Luca 23:36). Lo stesso viene detto per Andronico.
Coniate continua: “Soffrendo tutte queste malvagità e altre senza fine che ho omesso, egli sopportò coraggiosamente gli orrori inflittigli e rimase presente a sé stesso. A coloro che gli avevano versato addosso tutto questo e lo avevano colpito, si girò e disse niente più che “Signore, abbi pietà” e “Perché continui a battere la canna rotta?’… Un altro empio AFFONDÒ LA SUA LUNGA SPADA nelle sue viscere dalla faringe … Dopo tutta questa sofferenza Andronico ruppe il filo della vita, IL SUO BRACCIO DESTRO ESTESO NELL’AGONIA E PORTATO VICINO ALLA SUA BOCCA COSÌ CHE SEMBRÒ A MOLTI CHE STESSE BEVENDO il SANGUE ANCORA CALDO CHE GOCCIOLAVA da una recente amputazione” [140], p.358.
32. ANDRONICUS’ BLINDED EYE AND CHRIST’S DAMAGED EYE ON THE SHROUD.
Secondo Coniate, Andronico prima di emettere l’ultimo respiro portò il braccio alla bocca come se avesse sete. Quasi lo stesso troviamo nei Vangeli. “Dopo di ciò Gesù compreso che tutto era finito e che la Scrittura doveva essere compiuta disse “Ho sete!” Ora un recipiente pieno di vino acido stava lì. Presero una spugna, la misero su un bastone e la portarono alla sua bocca. Così, quando Gesù ebbe ricevuto l’aceto disse “È finita!” e chinata la sua testa rimise il suo spirito (Giovanni 19:28-30).
Così in entrambe le descrizioni è testimoniato che Cristo-Andronico prima della sua morte era assetato. Sottolineiamo che questo è un dettaglio inusuale. Raramente appare nella descrizione di esecuzioni. Giovanni l’Evangelista scrive: Ma quando arrivarono a Gesù e si accorsero che era già morto, non gli ruppero le gambe. Ma uno dei soldati CON UNA LANCIA GLI FORÒ IL FIANCO e subito uscirono sangue e acqua. (Giovanni 19:33-34). Questa lancia è normalmente dipinta vicino alla croce, vedi fig.2.61, chronologia.org/car_slav/im/z2-061.jpg
Nel caso di Andronico abbiamo una descrizione simile: un soldato gli fora il fianco con la sua lunga spada, vedi sopra. “una lunga spada” può facilmente significare una lancia.
3.6. THE DAMAGED EYE OF CHRIST ON THE SHROUD.
L’impronta sulla Sindone mostra come l’occhio destro di Cristo fosse seriamente danneggiato. Citiamo: “Ci sono segni di percosse e rigonfiamenti, uno dei quali ha quasi completamente deformato l’occhio destro” [47], p.16. Guardando la foto quello che colpisce è che l’occhio destro è tagliato da una profonda ferita verticale. Vedi fig.1.17 chronologia.org/car_slav/im/z1-017.jpg Inoltre diversi ricercatori hanno sottolineato “la PALPEBRA DESTRA lacerata e un grande gonfiore sotto l'occhio DESTRO... a un esame più attento possiamo vedere un lungo ferita sanguinolenta sulla guancia DESTRA". Vedi l’articolo “L’immagine Santa sul panno” sul sito www.shroud.orthodoxy.ru , dedicato specificatamente alla Sindone di Torino.
I Vangeli non dicono nulla a questo proposito. Comunque vediamo ancora la prova diretta del fatto che uno degli occhi del Cristo fosse di fatto danneggiato (spento) immediatamente prima della crocifissione. Vedi sotto.
Secondo lo scritto di Coniate, prima dell’esecuzione SPENSERO L’OCCHIO SINISTRO di Andronico. “Alcuni giorni dopo gli cavarono l’occhio sinistro, lo misero su un cammello spelacchiato e trionfalmente lo portarono in giro per la piazza” [140], p.357. Non viene detto nulla su questo nei Vangeli, ma può essere visto sulla Sindone che uno degli occhi di Cristo era danneggiato e probabilmente cavato via. Vedi sopra. Questo fattore ha attirato l’attenzione di diversi studiosi. Nella fotografia della Sindone si può chiaramente vedere una larga ferita verticale che attraversa l’occhio destro. Vedi fig. 1.17 chronologia.org/car_slav/im/z1-017.jpg
Coniate scrive dell’occhio sinistro, non dell’occhio destro, ma non dobbiamo dimenticare che la narrazione di Coniate non è in alcun modo originale. Come abbiamo visto è una sorta di compilazione di antiche fonti fatta da un editore più recente. Inoltre i documenti appaiono il risultato di multiple riscritture. Possiamo ora capire come la storia di Cristo fosse davvero molto antica. Il XII secolo è profonda antichità per la nuova cronologia. Non possiamo aspettarci che ogni dettaglio coincida. Tuttavia gli aspetti fondamentali, come possiamo vedere, sono sopravvissuti. In questo caso l’occhio accecato. Ricordiamo inoltre che nella versione di Coniate Andronico era paragonato ai CICLOPI [140], p.279. Ricordiamo che i Ciclopi sono i “GIGANTI CON UN OCCHIO sulla fronte, noti per la grande forza.” [154]. Inoltre i Ciclopi “APPARTENGONO ALLA PIÙ ANTICA GENERAZIONE DI DEI” [95], v.1, p.649.
L’impressione è che Coniate chiami Andronico CICLOPE non per caso. Molto probabilmente il mitologico Ciclope è Cristo, a cui prima della morte fu accecato un occhio. Cristo era alto. Susseguentemente le dicerie lo fecero diventare un gigante con un occhio solo – Ciclope.
In fig.2.74
chronologia.org/car_slav/im/z2-074.jpg
un disegno di un'antica anfora Greca – con l’accecamento del Ciclope Polifemo.
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A volte, ovviamente se lo si nota, anche wikipedia può dare un aiutino.
Pittoricamente questa tavola propone una splendente gamma cromatica e un movimentato gioco di ombre: le intersezioni spaziali sono complesse, col fulcro nel magistrale porgersi in avanti delle mani "parlanti" di Gesù.
Mani parlanti? mumble...
Vediamo...
... e se la mano di Gesù avesse a che fare con lo sposalizio di Santa Caterina?
Allora, forse lo stesso Correggio potrebbe aver...
... si più di una delle opere di Correggio hanno a che fare con Caterina (la madre di Leonardo, ricordate, si? Quelli che gli esoteristi chiamano Catarina, non si sa mai che poi riusciate a capirci qualcosa, se imbroccate una pista diversa.)
altro sposalizio mistico con relativo maneggio:
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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Amore, istruito da Mercurio, ha in mano un foglio scritto e indica col dito... una partitura musicale?
Ma forse per la musica è ancora troppo piccolo.
Intanto impara a leggere.
(un ingrandimento [che un wikipedia in difficoltà economiche non ci offre] rivela che Amore indica col dito una A).
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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Inoltre, sarebbe esistito un altro Andronico Comneno, che sarebbe stato lo zio di Andronico I, fratello dell’imperatore Manuele Comneno. Manuele fu anche il nome del figlio di Andronico I, anch’egli accecato dai nemici. Sappiamo, anche da Biglino, che Gesù aveva probabilmente un gemello o comunque un fratello e la profezia di Isaia dice che la vergine ha partorito un bambino di nome Emmanuele.
A quale altro nazireo vengono cavati gli occhi, tagliati i capelli e viene messo tra due colonne? La nascita di questo personaggio viene annunciata da un angelo e la sua morte porta alla distruzione di un edificio.Fu schiaffeggiato, la sua barba fu strappata, i suoi denti tirati via, la sua testa rapata a zero, lo lasciarono in balia della folla… Dopo di ciò la sua mano destra fu tagliata via da un accetta e fu gettato di nuovo in prigione senza cibo e acqua. Diversi giorni dopo gli fu cavato l’occhio sinistro e fu messo a sedere sopra un cammello spelacchiato, fu portato in giro per l’agora…
Tuttavia, Fomenko non identifica questo personaggio con Cristo: translate.google.it/translate?hl=it&sl=r...002.html&prev=search
www.laparola.net/testo.php?riferimento=Giudici+13-16&versioni
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qui è più grande www.tgtourism.tv/wp-content/uploads/2016/03/20.jpgPyter ha scritto: Correggio, Educazione di Amore (Cupido)
Amore, istruito da Mercurio, ha in mano un foglio scritto e indica col dito... una partitura musicale?
Ma forse per la musica è ancora troppo piccolo.
Intanto impara a leggere.
(un ingrandimento [che un wikipedia in difficoltà economiche non ci offre] rivela che Amore indica col dito una A).
Non ho afferrato cosa intendi dire su quest'opera. Ma poi, che quadricipiti c'ha il bambino? Sarà stato uno dei controllori di volo dell'11 settembre!
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Nel vangelo in effetti c'è scritto "prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo" e "Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo" (insieme alla "tua mano" ed al "tuo occhio").
Sullo sfondo c'è uno che cavalca storto e tutte le figure che si accaniscono su Andronico sono femminili.
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Leonardo:
S. Anna, la vergine e il bambino.
La veste azzurra della vergine rivela la sagoma di un avvoltoio.
In un articolo del 1910 di Sigmund Freud, intitolato "Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci", lo psicanalista de voartri spiega la presenza dell'animale con un ricordo d'infanzia, un fatto accaduto nella culla all'età di due anni.
“…questo scriver si distintamente del nibbio par che sia mio destino perchè nella prima ricordazione della mia infanzia e mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venisse a me e mi aprissi la bocca con la sua cosa e molte volte mi percotessi con tal coda dentro le labbra”
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Questa è molto interessante:
Ad Andronico I si attribuisce la nascita del modo di dire "avere le corna" in quanto egli aveva l'abitudine di sedurre e frequentare donne sposate, facendo poi appendere sulla facciata delle loro case una testa di cervo.
La rivolta contro Andronico scoppiò l'11 settembre 1185.
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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Evidentemente il figlio di Dio si accorse che le figlie degli uomini erano belle se ne prese quante ne volle #Genesi-6.Pyter ha scritto: Questa è molto interessante:
Ad Andronico I si attribuisce la nascita del modo di dire "avere le corna" in quanto egli aveva l'abitudine di sedurre e frequentare donne sposate, facendo poi appendere sulla facciata delle loro case una testa di cervo.
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A proposito di corna...
Bisanzio è stata costruita lì perché in realtà il territorio che la racchiude è la silhouette di un'aquila.
Adesso mi riposo un attimo. Poi magari potremo iniziare una discussione seria sul termine corna, sul cervo, eccetera.
Dal punto di vista mitologico, ovviamente.
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Nomit ha scritto:
Evidentemente il figlio di Dio si accorse che le figlie degli uomini erano belle se ne prese quante ne volle #Genesi-6.Pyter ha scritto: Questa è molto interessante:
Ad Andronico I si attribuisce la nascita del modo di dire "avere le corna" in quanto egli aveva l'abitudine di sedurre e frequentare donne sposate, facendo poi appendere sulla facciata delle loro case una testa di cervo.
Berlusconi si attanaglia perfettamente.
A questo proposito vorrei introdurre un quiz esegetico per esperti:
Perché nei Vangeli riferendosi a Maria traducono "il frutto del tuo grembo, Gesù" mentre nelle messe i preti dicono "frutto del tuo seno, Gesù"?
Ai temi forse i pargoli nascevano dai seni?
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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E quello in fondo seduto al rovescio sul cavallo, mentre ne solleva la coda, chi è?
La corona che ha in testa è uguale a quella in terra vicino al cadavere di Andronico.
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Qui infatti Caifa viene titolato "PONTIFEX":una sorta di liturgia sacrilega che si teneva, in presenza dello stesso pontefice
colonialart.org/artworks/1748a
(Christ Sentenced by the Jews, Philippe Thomassin 1617)
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Addirittura un asino...
Molto... molto... molto interessante...
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
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Cristo é un pezzo d'uomo di oltre un metro e ottanta come l'uomo della Sindone e Andronico IChrist Sentenced by the Jews, Philippe Thomassin 1617
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