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Nuova Cronologia
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1a parte dell'articolo: "Yom HaShoah, o il Giorno del Ricordo dell’Olocausto, secondo la Cronologia X-185"
Basato sulla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy
chronologia.org/en/articles/marfull/2010...remembrance_day.html
Andreu Marfull Pujadas
20 Gennaio 2020
Dal 1959, lo Yom HaShoah, o il Giorno del Ricordo dell’Olocausto, viene commemorato in Israele. Viene celebrato ogni 27 del mese di Nissan (il primo mese del calendario Ebreo corrente). Dal 2005, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di celebrare il Giorno di Commemorazione Internazionale in ricordo delle vittime dell’Olocausto, ma il 27 Gennaio, il primo mese del calendario Gregoriano Cristiano. Come si può vedere, da conflitti multipli irrisolti o scarsamente risolti, persino dopo la dichiarazione di indipendenza dello Stato di Israele nel 1948, le ferite sono in via di guarigione, ma c’è ancora una lunga strada per arrivare a capire la magnitudine della tragedia. La tragedia è molto più grande di quanto rifletta il senso comune, a causa della manipolazione della storia del popolo Ebraico, cioè, o sacri testi e la storia ufficiale che li pone in un mitico, irreale passato. E tutta questa grande distorsione impatta direttamente sulle radici dei poteri Europei e Vaticani. Niente è come sembra, fino a limiti insospettabili, quando la vera storia viene ricostruita. E in questa storia non c’è buono o cattivo, c’è semplicemente una grande umanità, più tragica, crudele e sconvolgente, come anche razionale, a cui bisogna riferirsi, piaccia o meno.
È necessario rifare la storia , e conoscere cosa accadde realmente. Qui viene portata avanti una ricostruzione, risultato di una investigazione sincera. Chi volesse conoscerla dovrebbe prima leggerla, e poi valutarla. Se questo non venisse fatto, l’incompresa coscienza storica ufficiale non permetterebbe di tollerarla, quindi, incomincia.
Nel diciannovesimo secolo appare il Sionismo politico, e nel ventesimo lo Stato di Israele. È vero. Ma ne’ il Regno di Israele fu smantellato duemila anni fa, ne’ dovrebbero essere considerate le sue origini duemila anni prima di Cristo. Questo non è successo così. L’Israele Ebraica fu un progetto che ebbe origine nel quindicesimo secolo, con il più grande sviluppo a Occidente, ma che so spegne nel diciassettesimo secolo, e lo fa scomparire dalla coscienza collettiva nel diciottesimo secolo. Per questa ragione, il Sionismo vien fatto rinascere nel diciannovesimo secolo e lo stato di Israele appare nel ventesimo.
Non c’è stato Regno di Israele, ma di un singolo Dio, che fu stabilito nel quindicesimo secolo nella forma di un impero nel quale la Casa di Salomone, o Giovanni il Presbitero d’India regnarono. Precedentemente, il popolo Ebreo non era consapevole di essere Ebreo, come è oggi, nello stesso modo in cui tutte le nazioni Cristiane stanno appena iniziando ad esistere in quanto tali. L’espulsione degli Ebrei Sefarditi dalla Spagna non ha luogo nel quindicesimo secolo, ne’ le famose dispute teologiche tra gli Ebrei, i Maomettani e i Cristiani avvengono nel tredicesimo secolo. Le dispute incominciano nel diciassettesimo secolo, e non c’è nessuna espulsione degli Ebrei. Una crisi geopolitica su larga scala ha luogo tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, che ricompone i poteri e la visione mondiale stabilita fino a quel momento, nella quale gli Ebrei sono una parte fondamentale, specialmente nell’orbita Cristiana, Turca ed Egiziana. Ma ogni cosa cambia,e con il cambiamento ogni cosa acquista un altro significato. Viene concepito Il progetto di evangelizzazione Cristiana, in un processo a cui partecipa il potere Ebraico, ma non tutto, e si crea un conflitto senza precedenti che per avere effetto, nel diciottesimo secolo, porta alla necessità di trasformare la storia, i suoi calendari e e tutta la documentazione ufficiale. Anche i sacri testi, che sono già stati trasformati in un’epopea dilatata nel tempo e spediti nel passato, mutano. L’ultimo episodio è un rinnovato Nuovo Testamento, e la profezia della Rivelazione, che mette il punto finale. Nell’Apocalisse, viene lasciato il testimone di questa grande manipolazione, e le sue ragioni vengono impostate, come descritto qui.
Questa è la vera storia a cui bisogna ritornare.
Attraverso l’analisi astronomica, statistica e storica, e metodi alternativi di datazione rispetto a quelli comunemente utilizzati, la Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy ha sviluppato le fondamenta di una ricostruzione integrale della mappa cronologica ufficiale, che permette di dare un nuovo significato alla costruzione storica e, in più, esplora la logica delle sue origini e delle successive manipolazioni fino ad apparire come la vediamo oggi. Il suo lavoro identifica testi molteplici e prove che indicano che ci sono ragioni di dubitare su rigore e la veridicità della mappa cronologica ufficiale sino al diciassettesimo secolo (e in alcuni casi fino al diciottesimo e diciannovesimo secolo), portando dubbi su tutta la storia scritta fino ad allora. Come risultato di questo lavoro, si conclude che la storia veramente documentata è molto più corta, quindi che è stata dilatata artificialmente. La storia della civilizzazione umana ha solo mille anni, e i sacri testi delle grandi religioni si riferiscono a eventi che hanno avuto luogo in questo spazio temporale.
A un semplice sguardo si possono vedere parte delle prove che Fomenko e Nosovskiy hanno decifrato, sebbene la riflessione critica su certi anacronismi storici, ai quali la linea X-185 viene aggiunta incorporando nuovi elementi, tutti relativi al testo Biblico e al popolo Ebreo, che fioriscono nell’immaginario del Medio Evo. Di fatto, la logica delle riflessioni che emergono dalle loro stesse contraddizioni dovrebbe essere sufficiente, ma esse non riescono a entrare nella coscienza scientifica a causa della logica della storicità consensuale, che la ragione umana accetta senza metterne in questione la fragilità, e, conseguentemente, non viene introdotta nella coscienza collettiva.
La Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy, col contributo della linea X-185, aiuta a comprenderla. L’esodo, la diaspora, il genocidio e la ricostruzione di Israele sono il filo di Arianna della Cronologia X-185.
Questa è la contro-storia dell’Olocausto dell’Apocalisse e della lotta del popolo di Dio, la grande Israele:
La ricostruzione del vero Regno di Israele
Come viene decifrato dalla Cronologia X-185, il responso sul potere Ebreo risiede sul significato dell’Arca dell’Alleanza stabilita tra Dio e l’Umanità, dopo una guerra faticosa (o grande diluvio) nel Tempio eretto in nome della saggezza che dava il benvenuto alla “sacra pace” di un nuovo ordine, corrispondente al volere di Dio, profetizzato “su molte genti, nazioni, lingue e re" (Rivelazione, cap. 10).
Sommariamente:
• Israele non era uno stato vicino al Sinai, e nemmeno il popolo Ebreo venne schiavizzato dal Faraone. Per questa ragione, non ci sono tracce archeologiche ragionevoli della sua esistenza nella Terra Santa o in Egitto. Israele, in origine si riferiva al mondo intero, e si trattava del progetto di stabilire la legge di un potere comune al servizio di un unico Dio. Era la conseguenza di un patto, dopo una lotta nella quale un nuovo ordine venne imposto, e col quale venne stabilito il controllo dell’Egitto da parte di forze straniere, che da parte loro ne riconobbero l’autorità. Il patto fu l’Arca dell’Alleanza di cui narra l’Apocalisse, e il Tempio di Salomone, della saggezza, fu il suo risultato. In questo modo, il Tempio divenne il progetto di un ideale messianico che formò la personalità della comunità Ebraica, che venne chiamata dall’Egitto per avvalorare la Legge di Dio oltre il Nilo. Il popolo Ebreo era il popolo schiavo di Dio, che custodiva e valorizzava l’Arca, la cui immagine principale è il popolo Ebraico. Per questa ragione, gli Ebrei sono considerati discendenti di uno dei dodici figli di Israele, chiamato Giacobbe, che, a sua volta, è nipote di Abramo. Cioè, essi erano i protagonisti, e quelli principali, secondo la Bibbia scritta da loro, ma non gli unici. Ed erano protagonisti perché collegarono la loro stirpe a quella dei re dell’Egitto, dopo averla unita a quella dei grandi khan Caucasici e Persiani.
• Il popolo Ebraico è originario dell’Egitto e dell’Anatolia, e delle terre dalle quali si insediò in Europa, e sono genti del Caucaso, dalle terre della Georgia e dell’Armenia. Cioè, il Mar Nero, da dove arriva l’espansione Ashkenazi , e l’Ovest, da dove arriva l’espansione Sefardita (la Penisola Iberica), sebbene questa dominazione (a cui ci si riferisce usualmente come Giudaismo Castigliano e Portoghese) debba essere intesa fino alla Provenza, essendo questa la sua area di influenza, e incorporando la tradizione Ebraica provenzale, Catalana e di Grenada.
• L’Egitto interviene, dopo aver creato un espanso imperialismo culturale e monumentale per terra e per mare, ma mantiene la sua tradizione fino al diciannovesimo secolo, per via della sua autorità, che non viene messa in questione. Sul Nilo viene costruita la città di Dio, o il suo cancello, chiamato Babilonia, e da lì il popolo Ebreo deve predicare la nuova legge dei Dio. Alessandria, la legge dell’Uomo, è la sua altra grande città. Il popolo Ebraico vive realmente là, come esercito, con l’identità storica ufficiale di Mamelucchi, dal Mar Nero. Ma, in realtà, viene da lì e anche dal'India Persiana, da dove arrivano gli zingari. Essi sono una casta militare Mamelucca, lasciata senza comando che è costretta a cercare rifugio in Europa quando i Turchi intervengono in Egitto alla fine del reale diciassettesimo secolo, non all’inizio del sedicesimo o tardo quindicesimo secolo ufficiale. Per questa ragione, la stigmatizzazione degli zingari incomincia nel diciottesimo secolo, non prima, e da allora essi diventano un popolo incompreso, senza una nazione.
• Al momento, la vera storia è cancellata e i calendari sono invece dilatati, per esaltare l’autorità di Dio, da parte delle diverse scuole spirituali. La storia che racconta quest’era, dello sviluppo Ebraico in Europa, è quella che corrisponde ufficialmente ai secoli che vanno dal tredicesimo al quindicesimo secolo ufficiali, nel cuore del medio Evo, sebbene corrispondano in realtà ai secoli dal quindicesimo al diciassettesimo, perché vi erano stati aggiunti 185 anni finti tra il quindicesimo e il diciassettesimo secolo. Per questa ragione, tra le altre cose, ci sono lacune documentali tra le discendenze Ebraiche Ispanico-Provenzali del quattordicesimo e quindicesimo secolo e quelle del diciassettesimo. D’altra parte, l’intera presenza Ebraica documentata prima del tredicesimo secolo è il risultato di una manipolazione di documenti su larga scala e riguarda tutta la documentazione esistente.
• Attraverso il quindicesimo e diciassettesimo secolo (cioè, gli ufficiali tredicesimo e quattordicesimo secolo) è l’era in cui regna il Tempio di Salomone, risultato di questa Alleanza globale, i cui principali eserciti costituiscono due grandi blocchi, l’Est e l’Ovest, che sono governati dai due principali imperatori (di Grecia e Damasco), che continuano a essere vassalli di un grande khan sacerdote, il Presbitero Giovanni dell’India stabilitosi nell’Egitto del sud, e custode dell’Arca. La Casa Imperiale d’Etiopia, della Casa di Salomone che si era stabilita lì dall'anno ufficiale 1270, è il reale lignaggio del Presbitero. Per questa ragione, si dice che nel Medio Evo ufficale essi sono confusi, secondo gli storici correnti, che non accettano che sia lo stesso lignaggio, poiché la storia è stata manipolata. A un certo punto, il potere del Presbitero viene eliminato, e consegnato al Papa di Roma.
• Il patto di questa alleanza include accordi matrimoniali. Uno di questi viene consumato in Provenza e diventa il mito Provenzale di Maria Maddalena In questo modo nasce in Europa l’impero con un grande lignaggio, e la sua legge viene imposta, nel nome dell’ordine e della pace di Dio, creando d’altra parte il suo esercito: L’Ordine del Tempio di Salomone. E tutto questo va mano nella mano con le origini delle suole spirituali nel mondo, e l’inizio dei templi popolari. Prima, i templi erano riservati ai grandi poteri imperiali.
• Ma il Tempio di Salomone implode nel reale diciassettesimo secolo, poiché non è capace di stabilire la volontà di Dio, poiché i re hanno creato diversi profeti e tutti loro hanno cercato di appoggiarsi alla forza degli eserciti. In questo scenario, avviene un cambio nella visione globale del mondo. Israele, lo sforzo di Dio, si spezza, e con esso cade il tempio che lo ha visto nascere Invece, emergono il Vaticano e il Cristo Messianico, dall’Europa, e scelgono di costruire un altro passato. Per questa ragione, in seguito il culto simbolico dell’Ordine del Tempio di Salomone appare a fianco della Massoneria, che a sua volta afferma di discendere dalla tradizione Egiziana. Per la stesa ragione, accanto alla stigmatizzazione degli zingari avviene l’equivalente stigmatizzazione degli Ebrei, a cui tocca di essere considerati una comunità che deve scomparire. È allora che il primo grande esodo Ebraico involontario e la sua vera diaspora ha luogo, insieme alla sua prima e grande adozione di altre tradizioni spirituali, per sopravvivere.
• Il diciottesimo secolo è il secolo della ricostruzione della storia, come è arrivata fino a noi, in un lavoro condotto dalla Società di Gesù, e il diciannovesimo secolo è quello della revisione e consolidamento. Il Sionismo Politico appare allora, quando i Giudaismo si rende conto della necessità di essere una nazione, in un mondo concepito come un ordine diseguale tra stati che persistono nella loro vocazione imperiale, in culi la lotta per la Legge di Dio prende altre forme, autoritarie, straordinarie e coloniali.
• Dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il punto di vista coloniale imperiale viene decostruito, dopo l’olocausto di Ebrei e Zingari, e quello di altri popoli, quali gli Armeni e le numerose nazioni relegate a un ruolo scomodo da da quelli che aspirano a dominare il mondo a loro immagine e somiglianza. Nel 1945 nascono le Nazioni Unite e nel 1948 viene fondato lo stato di Israele. La grande comunità Ebraica viene trasformata in un popolo unito in uno stato, il nuovo Israele. Prende il diritto storico che hanno scritto e stabilito, e ricostruisce, in questo modo, il valore sacro della nuova terra di Israele, mentre ritornano nel posto in cui era stato eretto il tempio di Salomone, secondo la Bibbia: Gerusalemme, con la visione di restaurar l’ordine e la pace che era stata fondata intorno a lui.
E più ampiamente , a riguardo dell’Occitania:
Ufficialmente, l’Occitania era il punto di incontro tra l’espansione Araba e quella Cristiana all’Ovest, nella quale il popolo o comunità Ebraica compare in modo confuso, senza un alleato militare e un esercito sacerdotale associati con un impero o nazione. Questo inizio si intende tra l’ottavo e il nono secolo dopo Cristo. In modo non ufficiale, si erano stabiliti poteri provenienti dall’Est, e con loro la comunità del popolo Ebraico, dall’Egitto, che era stato beneficiato da un patto di alleanza che includeva tolleranza religiosa e il permesso di uno sviluppo economico e la nascita di una scienza (l’Arca con le Tavole della Legge). Essi erano gli Esilarchi di Babilonia. Gli Ebrei erano stati mandati lì, guidati da Musa Ibn Nusair (Musa significa Mosé,ed era il comandante generale degli eserciti dell’Egitto) per stabilire l’ordine del Sigillo di Salomone e la Legge di Dio, che essi dovevano adorare e proteggere da altri culti o devozioni. Ispirati da questa missione, gli Ebrei adottarono la propria identità da questa. Perfino gli storici Arabi e Cristiani riconoscono che Musa portò con sé le Tavole di Salomone, essendo questo un episodio che l’accademia di storia ha fatto diventare un anacronismo, trasformandolo in tavolo (tavolo con gambe),di Salomone, che si dice egli nascose a Toledo. Le equivalenze sono molteplici, ed è anche in questo periodo che la Maria Maddalena Provenzale viene messa in queste terre, assimilandola a un altro patto: un matrimonio che rappresenta un alleanza per la gloria della vera Cristianità. L’alleanza fu fatta, condotta da Mosé e rappresentò la nascita del popolo di Israele, in Occitania.
Certamente, i sacri testi (che sono la nuova creazione di una realtà spedita nel passato) ci dice qualcos’altro, e ci porta in un passato molto più remoto, essendo realmente più vicino a quell’occupazione Saracena dell’Iberia che viene raccontata. Ma questi fatti, secondo la X-185, devono esser compresi nell’immaginario ufficiale del tredicesimo secolo, quando metà del mondo viene riorganizzata, specialmente all’Est. Questo patto di alleanza avrebbe dovuto essere portato avanti dalla potenza Ebraica, che avrebbe dovuto stabilirsi all’Ovest dalle vicinanze della Natolia (o Anatolia), il Mar Nero e l’Egitto, essendo parte della creazione del Tempio di Salomone, della saggezza, che avrebbe lanciato un ponte tra l’Est e l’Ovest, dopo l’occupazione dell’Asia da parte dei Tartari e dei Mongoli e la sua intrusione nel centro d’Europa. L’Arca avrebbe simbolizzato questo nuovo Tempio, e da allora sarebbe stata conservata in Etiopia, nell’Alto Egitto, creato per la sua protezione la figura del Presbitero Giovanni d’India, che sarebbe i realtà stata la nuova Casa Imperiale d’Etiopia, discendente del re Salomone e della regina di Saba, nell’anno ufficiale 1270.
Secondo questa ricostruzione, l’Arca della saggezza della pace sarebbe stato un processo che sarebbe stato imposto nel quindicesimo secolo, essendo uno scenario storico che avrebbe dovuto essere capito nel contesto del tredicesimo secolo ufficiale. Questo scenario ha coinciso con:
• l’occupazione dell’Egitto e delle Terra Santa da parte dei Mamelucchi (anno ufficiale 1250),
• Occupazione Mongola di Baghdad (anno ufficiale 1258),
• l’alleanza tra l'impero di Nicea e la Repubblica di Genova e Costantinopoli (anno ufficiale 1260),
• la nascita del lignaggio della Casa di Salomone in Etiopia (anno ufficiale 1270) e
• il progetto papale di Avignone (anno ufficiale 1271).
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Questa affermazione capita proprio fagiolo. Jean Hardouin scriveva proprio nel diciottesimo secolo che la storia sarebbe stata falsificata da un individuo chiamato Severo Arcontius.Il diciottesimo secolo è il secolo della ricostruzione della storia, come è arrivata fino a noi, in un lavoro condotto dalla Società di Gesù, e il diciannovesimo secolo è quello della revisione e consolidamento
“Severo” era il cognome di una dinastia di imperatori romani: Settimio, Geta, Caracalla, Eliogabalo e Alessandro, più le loro influenti madri, mogli e sorelle, Giulia Domna, Giulia Mesa, Giulia Soemia e Giulia Mamea.
La morte dell’imperatore Commodo pose fine alla dinastia degli Antonini ed il successivo imperatore fu il primo della nuova dinastia dei Severi. A Settimio Severo, acclamato dalle sue truppe, vennero opposti 3 rivali: Clodio Albino, Pescennio Nigro e Didio Giuliano. L’imperatore dovette affrontare delle battaglie coi loro eserciti nei primi anni di regno. Didio Giuliano, nominato imperatore dal senato, dichiarò Settimio Severo nemico pubblico.
La morte del re di Francia Enrico III pose fine alla dinastia Valois ed il successivo imperatore Enrico il Grande cominciò la nuova dinastia dei Borboni. Per poter ascendere al trono, Enrico il Grande dovette affrontare due rivali in un conflitto noto come “la guerra dei tre Enrichi” e un’invasione contemporanea di tre eserciti nella sua provincia; la Lega Cattolica gli oppose un anti-re, suo zio Carlo di Borbone-Vendôme, e venne scomunicato da papa Sisto V.
Settimio Severo accentrò il potere e inaugurò il periodo del dominato, condannò a morte 29 senatori e li sostituì con suoi favoriti, epurò la guardia pretoriana riorganizzandola “con quadri e organici a lui fedeli”, riorganizzò anche l’esercito.
Enrico il Grande era “avverso agli Stati generali, ai parlamenti, a tutto ciò che potesse limitare la volontà del sovrano” e “affiancò ai governatori delle province dei commissari regi”, favorì l’ascesa di una nuova nobiltà proveniente dal corpo dei funzionari, detta “nobiltà di toga”, contrapposta all’antica “nobiltà di spada”, e creò un corpo di guardie personali chiamate carabinieri (che in seguito divennero i moschettieri).
Dopo Settimio Severo, l’impero passò a suo figlio Caracalla.
Durante il suo regno, sua madre Giulia Domna detenne “un potere mai raggiunto prima da una donna all'interno dell'impero”. Caracalla inizialmente regnò insieme al fratello Geta, col quale si trovò in costante conflitto. Ottenne l’autonomia di governo in seguito all’assassinio di Geta. Per poter onorare le crescenti spese militari, coniò una nuova moneta, l’Antoniniano.
Dopo Enrico il Grande, divenne re Luigi il Giusto.
Sua madre Maria De’ Medici resse l’impero fino al quattordicesimo anno di età del re e mantenne una forte influenza anche in seguito. Il fratello, Gastone D’Orleans, rappresentò un ostacolo costante per la sua politica, prese parte a congiure, distribuì libelli antigovernativi e partecipò ad insurrezioni. Luigi ottenne l’autonomia di governo in seguito all’assassinio di Concino, consigliere della madre. Coniò una nuova moneta, il Luigi D’Oro.
Caracalla si sposò all’età di 14 anni con riluttanza. Si rifiutava di dormire e di mangiare con la moglie, dalla quale non ebbe figli. Dopo aver condannato a morte il suocero Plauziano, con l’accusa dell’omicidio di suo padre Settimio, la esiliò a Lipari.
Luigi si era sposato controvoglia, non era riuscito a consumare il matrimonio la prima notte ed evitò contatti con la moglie Anna per molto tempo, sospettandola di aver partecipato ad una congiura. Luigi considerava suo suocero Filippo, re di Spagna, come uno dei peggiori nemici del suo paese e allo scoppio della guerra tra i due stati Anna venne sottoposta ad una stretta sorveglianza. Ebbero figli solo dopo vent’anni di matrimonio.
Dopo la morte di Caracalla, l’Impero venne usurpato da Macrino, non appartenente alla dinastia.
Dopo la morte di Luigi il Giusto, il regno venne amministrato dal cardinale Mazzarino.
Dopo Macrino, salì al potere Eliogabalo. Prese il potere facendo uccidere Macrino. Tentò di introdurre il culto del Dio Sole, di cui portava il nome, e fece costruire un tempio chiamato Elagabalum in cui trasferì le reliquie più sacre della religione romana.
Dopo Luigi il Giusto, salì al potere Luigi XIV, incoronato all’età di 14 anni. Quasi subito fece eliminare Nicolas Fouquet, protetto di Mazzarino. E’ noto come “Il Re Sole”. Fece ampliare la reggia di Versailles è vi fece trasferire la nobiltà, per tenerla lontana dalle questioni politiche.
Nei parallelismi dinastici individuati da Fomenko, Caracalla risulta essere un doppione del re gotico Teodorico, di conseguenza il successivo imperatore Macrino corrisponderebbe ad Atalarico ed Eliogabalo sarebbe Teodato.
Teodato fu rovesciato dagli stessi Goti, che elessero Vitige come suo successore. Raggiunto dai sicari del nuovo re e prima che potesse rifugiarsi a Ravenna, fu scannato sul posto. Procopio di Cesarea lo descrive come un principe avido e codardo e impopolare.
Il nome completo del Re Sole era Luigi Deodato.
Ad Eliogabalo successe Alessandro Severo. Di carattere mite, passò alla storia come esempio di buon imperatore, ma perse il consenso negli ultimi anni di regno. Le redini del suo governo rimasero a lungo in mano alla madre e alla nonna. Alessandro affidò l’amministrazione ad “avvocati ed oratori competenti” e non prendeva mai decisioni senza l’approvazione unanime dei suoi consiglieri. Ritenuto un buon imperatore, non fu però all’altezza dei problemi militari e perse la Cappadocia e la Mesopotamia. Fece costruire l’Acquedotto Alessandrino.
Al Re Sole successe Luigi il Beneamato. Inizialmente amato dal popolo, la sua indecisione ne fece crollare la popolarità. Non si occupò direttamente della politica, affidandosi ai suoi ministri, a cui concesse larga autonomia. Durante il suo regno, la Francia perse il controllo su gran parte del suo impero coloniale. Fece costruire i canali che collegano i fiumi Oise e Somme.
C’è però una seconda sequenza di informazioni riguardo Alessandro Severo che non corrispondono a Luigi il Beneamato, ma di nuovo al capostipite Enrico il Grande: forse dei fogli sono finiti per sbaglio in una cronaca più antica, anche perché la cronologia degli imperatori è molto più breve di quella dei sovrani di Francia.
Alessandro fece migliorare le vie di comunicazione, fece abbattere degli edifici per piantare un bosco intorno alle terme di Nerone e adibì alcuni boschi a fornire legname per il loro funzionamento. Enrico il Grande fece rinforzare e pavimentare le strade principali, protesse i boschi e fece piantare olmi per rifornire di legname le navi. Alessandro Severo fermò le persecuzioni contro i cristiani. Enrico il grande emanò l’Editto di Nantes, col quale riconosceva la libertà di culto. Alessandro Severo fu assassinato da una congiura di soldati. Enrico il Grande fu assassinato da un fanatico cattolico.
Infine, divenne imperatore Massimino il Trace, generale di umili origini. Trascorse il suo regno in guerre continue che finanziò spremendo il popolo con le tasse, si attirò l’ostilità del senato e delle elite, creò un clima di terrore, venne ucciso dai soldati e dopo la morte gli venne tagliata la testa.
Luigi XVI si trovò in una terribile crisi finanziaria causata dalle continue guerre, tentò di imporre nuove tasse al clero e alla nobiltà, si attirò l’odio della borghesia e venne decapitato.
Dopo Luigi XVI, il potere passò a Maximilian de Robespierre, che governò in un clima di terrore e finì nello stesso modo.
Fomenko non si è mai spinto così avanti nella storia coi suoi parallelismi, perché a partire dal diciassettesimo secolo le corrispondenze matematiche spariscono. Anche questa è una somiglianza “letteraria”, non matematica, le durate dei regni infatti non corrispondono per niente.
Se però assumiamo che la reale durata dei regni sia stata quella della cronologia romana e sottraiamo dalla fine del diciottesimo secolo 238 (anno della morte di Massimino il Trace) + 97 (perché Silla salì al potere nel 97 a.C.) arriviamo all’epoca immediatamente successiva alla caduta di Costantinopoli. In particolare, se consideriamo il 1789 come ultimo anno, arriviamo al 1454.
Quindi la cronologia potrebbe essere questa:
1200 – goti
1300 – longobardi
1400 – Carlo Magno, sconfitta dei longobardi, caduta di Costantinopoli, Silla, Pompeo
1500 – dinastia Giulio-claudia
1600 – imperatori adottivi
1700 – dinastia dei Severi e crollo dell’impero in seguito alla rivoluzione francese
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L’occupazione dei Mamelucchi rappresenta il ritorno dell’espansione Tartaro/Mongola sulla Terra Santa, da cui proviene il potere originale, dopo aver preso possesso dell’Eurasia, incluso la Cina e l’India Persiana, arrivando con le sue spedizioni fino al Giappone e al continente Americano. Là, in Egitto, viene preso il controllo dell’impero e viene costituito un esercito sacro che è esistito fino al tempo di Napoleone. Due città guidano l’Egitto rinato, Babilonia e Alessandria, e varie città sacre vengono installate nel resto dell’impero. La storia antica ne parla come dell’occupazione Babilonese dell’Egitto, mentre la storia medievale la descrive come l’occupazione dei Mamelucchi (riguardo all’Egitto) e l’incursione Mongola. Dall’altra parte, la storia descrive l'espansione della Cristianità attraverso l’Asia con l’evangelizzazione Nestoriana sotto la guida del Presbitero Giovanni dell'India, creando grandi anacronismi, poiché il Presbitero viene assimilato sia ai Nestoriani che ai Mongoli.
L’occupazione Mongola di Baghdad getta le fondamenta del potere Persiano che si stabilisce da allora, e dura fino a oggi nella forma del potere Sciita Iraniano.
L’alleanza tra i Turchi di Nicea e i Genovesi del 1260 ufficiale (equivalente al reale 1445, secondo la linea X-185) rappresenta il risultato di un trattato di pace che vene simbolizzato nell’Arca dell’Alleanza, come scritto nel Capitolo 11 dell’Apocalisse. In questo libro appare ben cinque volte il numero 1260, e questo capitolo termina con l’apparizione dell’Arca, con un significato speciale. Il 1260 rappresenta l’anno della cancellazione di un libro precedente, che avrebbe dovuto essere la vera storia, nella testimonianza dei due rappresentanti, che secondo l’Apocalisse sono stati convocati. Ci viene detto cioè che l’Arca è un patto tra due corti, che sarebbero state quella Maomettana e quella Cristiana. La prima onorerebbe il nuovo imperatore Mongolo, Maometto, e la seconda un imperatore originale rinato Greco-Egiziano, Cristo. Ed entrambi avrebbero avuto lo stesso lignaggio, (Abramo). Per questa ragione, nel capitolo 11 si parla di resurrezione, essendo il ritorno dell'autorità di Cristo, nato letteralmente nel Capitolo 12, immediatamente dopo l’arrivo dell’Arca “del tempio di Dio”. E questa risurrezione, nella tradizione medievale, appare con l’icona di Maria Maddalena, che è associata con la donna dell’Apocalisse che fa nascere il bimbo che governerà il mondo e risveglierà la furia della “bestia”.
Ma, in realtà, questa icona sarebbe collegata a una principessa Indiana, figlia del Presbitero Giovanni, che avrebbe sposato un gentiluomo Occidentale e sarebbe il simbolo di quest’alleanza e del nuovo Regno di Dio. In questo modo, l’Arca e l’unto, Cristo, associati con Salomone e Maria, si radicano fortemente in Provenza a rappresentare i poteri di Dio e della sua saggezza, e nasce con loro il papato di Avignone, che è il guardiano delle due chiavi di questa testimonianza (l’Arca), e da cui discende il governo dell’Ordine del Tempio di Salomone.
Capito ciò, si comprende perché il lignaggio di Salomone e Saba in Etiopia nasce nel 1270. Lì viene portata l’Arca. Essi sono il potere del Presbitero Giovanni, e i loro seguaci sono i seguaci di Cristo e Maometto, il cui elemento neutrale è (secondo questa logica) il popolo Ebraico, garante del segreto di quest’Arca, responsabile della sua protezione per volere di Dio. Quest’ordine viene mantenuto fino al diciassettesimo secolo, momento in cui diventa il progetto messianico di Cristo. A causa di questo, il popolo Ebraico è soggetto alla stigmatizzazione e viene forzato a Cristianizzarsi, in una persecuzione che include la distruzione dell’autorità Catara (Cristiani Gnostici) e la definitiva mutilazione dei templi politeistici Greco-Romani e Egiziani. Il Presbitero scompare e al suo posto nasce il Papa di Roma, che combina i simboli della doppia chiave dell’Arca (da Avignone) e quelli del Presbitero (la Tripla corona e la Tripla croce). Dall’altra parte, il lignaggio degli imperatori d’Etiopia viene mantenuto e la Chiesa Copta custodisce l’Arca dell’Alleanza in Axum, preservandolo come un anacronismo storico fuori dal senso comune, e ignorata dalle corti sacerdotali Giudeo-Cristiane. Ma il segreto rimane nella distribuzione dei poteri. Per questa ragione, nel 2004, l’imperatore Etiopico detronizzato, Zara Jacob, fondò l’ordine di Santa Maria di Sion in Etiopia, dopo la pubblicazione del famoso romanzo Da Vinci Code do Dan Brown nel 2003, reso pubblico tre anni dopo la morte di Pierre Plantard, che definiva sé stesso come l’ultimo discendente Merovingio di Maria Maddalena, secondo le tesi del Priorato Francese di Sion che sorge dai famosi documenti scoperti a Rennes-le-Château, all’inizio del ventesimo secolo. E, per la stessa ragione, questi imperatori non hanno mai smesso di rappresentare i guardiani dell’Arca. Sua Altezza Imperiale Zara Jacob istituisce l’Ordine Imperiale dell’Arca dell’Alleanza, e in esso dà il significato del suo “sigillo”, prova del suo senso apocalittico (i sigilli del libro della profezia, dove ogni sigillo è un’alleanza con Dio). Dice:
“La leggenda del magnifico sigillo lunare che Salomone ricevette dal cielo è comune nella Cristianità, nel Giudaismo, nell’Islam. Il Sigillo di Salomone, con la sua base sul suolo e i l cui apice raggiunge il cielo, simbolizza l’armonia degli opposti elementi; il suo significato è sia multiplo che multiculturale. Riflette l’ordine cosmico, i cieli, il movimento delle stelle nelle loro sfere e il perpetuo fluire che è stabilito tra cielo e terra, tra l’aria e gli elementi di fuoco. Il Sigillo, perciò, rappresenta la saggezza e il governo sovrumano della grazia divina. Non è improprio chiamare l'esagramma del Sigillo Stella di Davide”. (Escudero y Díaz-Madroñero e Montells Galán, 2007)
La stella di Davide è l’emblema del Sigillo di Salomone, dell’Arca, che diviene l’emblema del Sionismo politico Giudaico, dal Primo Congresso Sionista del 1897. Prima, comunque, la Casa imperiale Etiopica nel 1874 se n’era appropriata quando aveva creato l’Ordine del Sigillo di Salomone, quattro anni dopo la capitolazione del Papa, quando perse il controllo degli Stati Pontifici prima di Re Vittorio Emanuele II di Savoia. Precedentemente, questo sigillo era diffuso nella comunità Araba e tra gli Ebrei Cabalisti, come Sigillo di Salomone, con lo stesso significato dato nel testo precedente. Cioè, un simbolo conteso dal Sionismo Ebraico e dall’Impero Etiopico, connesso a un patto comune, che col nome di “Sionismo” Francese era collegato a Maria Maddalena.
Per questa ragione, l’Avignone papale nacque ufficialmente nell’anno 1271, un anno dopo la Casa imperiale Etiopica. Quest’episodio coincide con l’arrivo del popolo Ebraico in quelle terre, che discende dalle mano dell’Arca dell’Alleanza insieme alla strategia del doppio matrimonio. Ed è qui che Israele acquista la sua prima e principale identità, sebbene discenda da genti Caucasiche. Lì c’è la Georgia. È da qui che viene la gloria di Re Davide della Georgia, che storiografia ufficiale dichiara figlio dei re Giorgio e Elena, e lo collega a Andronico Comneno “Cristo”; facendo la Georgia, d’altra parte, la grande alleata del nipoti di Andronico, Alessio e David, che fondarono l’Impero di Trebisonda, in Anatolia, per conto dell’Impero Romano. In un cero senso, sono loro gli architetti del Sigillo di Salomone, che unirà tutte le religioni di radice Ebraica con la croce rossa della Georgia, che a sua volta è quella di San Giorgio e del Tempio di Salomone.
Nel tredicesimo secolo ufficiale, dopo questo grande patto, la Pace Mongola o Tartara incomincia quella che la storia ufficiale assimila alla Via della Seta. La stella del popolo Ebraico acquista in questo episodio una posizione privilegiata, poiché il suo inizio, assumendo la responsabilità dei conservare il Sigillo di Salomone, l’Arca, come una missione concepita da Dio e nata, come popolo rinnovato, in Occitania.
Il popolo Ebreo, nato da questo legame storico, viene dall’ambiente Georgiano e si espande attraverso la Terra Santa, dall’Egitto al Mar Nero. Il risultato della sacra pace, viene installato nel modulo della comunità in posti strategici come Babilonia del Nilo, conosciuta dagli Arabi come Cairo; in Natolia (Anatolia) e nell’Europa orientale e centrale (gli Ashkenazi); nell’Europa Sud-Occidentale, fino alla Scozia, a incominciare con Narbona, durante una missione conosciuta come l’Esilio Babilonese; nel Nord dell’Africa; e a Gerusalemme, dove viene adorato il primo grande sovrano il quale avrebbe reso possibile la sacra pace dell’Arca di Salomone: Genghis Khan. É il Santo Sepolcro, e il posto dal quale, nel corso del tempo, Cristo e Maometto (echi di Genghis Khan) "ascesero" all’eterna divinità dei cieli.
Il popolo Ebraico, prigioniero (insieme ad altri popoli), cambia identità. La sua compagnia è segnata dalla legge di una missione, concordata nell’Arca dell’Alleanza globale, la cui visione implica lo stabilimento di un ordine, le leggi, di un Dio giusto e benevolente a cui bisogna obbedire, come è scritto nel libro del Deuteronomio della Torah. Per questa ragione, egli è il principale autore di questo progetto di una pace messianica che, come notato precedentemente, non è altro che l’Arca dell’Alleanza di Salomone. Hanno scritto un testo sacro sull’espansione o Esodo dall’Egitto che si estende attraverso il mondo conosciuto. Rappresentano il popolo Egiziano che ricomincia l’espansione della legge di un unico Dio, e crea (o trascende) l’immaginario di Yahweh, il dio che dirige questa epopea. La Torah narra e glorifica, da allora, le tavole di Mosé custodite nell’Arca (di Salomone) e il progetto di pace che trasforma la visione globale, essendo il ponte per lo sviluppo della civilizzazione moderna che il popolo Ebraico non ha mai smesso di condurre. Il Deuteronomio, l’ultimo libro della Torah, riassume quest’episodio, dall’arrivo in Egitto fino alla sua partenza più tardi, sulla strada per la Terra Promessa. Là le leggi di questa missione vengono riportate, il che implica che non ci sarà un ritorno, e stabiliscono in Canaan (che in realtà significa la terra del Khan) il potere dei re scelti da Dio, tra i loro fratelli, per la gloria di Israele.
La storia ufficiale ha situato Canaan (Israele) vicino all’Egitto, oltre il Sinai, migliaia di anni fa. Ma secondo la Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy si riferisce a un progetto, destinato ad occupare il mondo intero. Cioè, Israele è un progetto e ha una visione messianica allineata alla legge, che permea il carattere della comunità Ebraica. E i loro re sono parte della stessa gente, che significa che sono collegati intrinsecamente ai poteri monarchici della Terra Santa e di tutta l’Europa. In quale modo? Secondo la linea X-185, da una parte, come popolo sono parte del sacerdozio, nobiltà di servizio civile, intrinsecamente collegata ai poteri imperiali del Grande Egitto. Dall’altra, sono parte del lignaggio di Re David (di Georgia), e, in particolar modo, del lignaggio della Casa Imperiale d’Etiopia, discendente dei re Salomone e dalla regina di Saba, dai quali (in un modo non riconosciuto dalla storiografia ufficiale) trasferiscono il loro lignaggio a tutta l’Europa, a cominciare dalla Provenza (gli Angiò) e continuando attraverso Barcellona e Montpellier (gli Aragonesi). Per questa ragione, il Regno di Gerusalemme, dal tredicesimo secolo ufficiale, viene diviso tra il lignaggio degli Angiò e quello degli Aragonesi, finché viene riunito sotto l’autorità del Re di Spagna, nel diciottesimo secolo ufficiale, sotto il segno di un lignaggio condiviso: Filippo V di Borbone, Duca d’Angiò e Re d’Aragona.
Mosé, l’Arca, la sacra pace e la Torah nascono insieme, nel quindicesimo secolo reale, non prima. Poi arriva il resto dei libri sacri, la Bibbia e il Corano, questi ultimi due intorno all’autorità imperiale associata con i grandi profeti, come anche la Kabbalah e lo Zohar, dalla mano del Giudaismo rabbinico insediato ad Avignone e che si era esteso dall’Ovest, particolarmente in Catalogna e Provenza, fino al Nord Africa. Il suo esercito, in questo caso diretto da un’autorità imperiale, è quello dell’Ordine del Tempio di Salomone, prima di diventare l’Ordine di San Giovanni il Battista. È diretto da Avignone (con base in Sant Geli) e da Rodi (ne Mar Egeo), ed è associato con il garante dell’Arca di Salomone, Giovanni il Presbitero dell’India, installato in Etiopia, che è l’Alto Egitto, e che include i territori della Nubia di oggi.
Da Avignone un implicita e concordata alleanza (Europea) di poteri imperiali e sacerdotali viene creata sotto la protezione di una pace sacra, che benedice anche una Cristianità Gnostica associata alla regalità, come per Krishna e per il Buddha, prima di divenire il Cristo messianico.
Giudaismo, Islam, Cristianità, Buddismo e Induismo, con tutte le loro derivazioni, emergono decisamente dal quindicesimo secolo dopo Cristo, sotto l’idea originale della deità e sacerdozio imperiale Egiziano, che nutre anche l’iconografia politeistica Greco-Romana prima che sia rimpiazzata dalla iconografia corrente Giudaico Cristiana. Emergono in un contesto di pace simbolica, che permette loro di istituzionalizzarsi e diffondersi. Il progetto, nato nell’Egitto Persiano, crea differenti tradizioni spirituali e per un po’ di tempo coesiste sotto l’ideale di iniziazione mistica e il culto di un doppio impero, quello politico e civile e quello spirituale e simbolico, nel quale è imposta la libertà di culto. Ma nel sedicesimo e diciassettesimo secolo reali (il quattordicesimo e quindicesimo ufficiali) entra in crisi, e questo è quando quest’ordine, salomonico, custodito dal Presbitero Giovanni dell’Alto Egitto, viene rimpiazzato da un progetto coloniale sotto l’ideale messianico, ideale Ebraico, di un Cristo, che sta per simbolo universale sotto l’ispirazione dei Maimonidi e il disegno sacerdotale di una nuova Roma, Italiana e Cattolica nel Vaticano, che rimpiazza l’autorità di Avignone. Questa grande intrapresa fa nascere mutazioni multiple e l’immaginario dell’ultimo re di Israele, per attrarre la comunità Ebraica verso un nuovo tempo del popolo di Dio. Per questo inizia la ricostruzione integrale della storia, che trasforma Gesù nel Salvatore, e la Società di Gesù viene armata per questo scopo, insieme a un enorme esercito militare e inquisitoriale. Ogni cosa accadde allora, tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, ma non è stata capace di riunire la divisione che si era creata. Invece, ha creato lo scenario di un irriconciliabile frattura intorno al nuovo tempio di Gesù, che dura ancora oggi.
Perciò, nel quindicesimo secolo la pace santa del Tempio di Salomone viene creata, ma nel diciassettesimo secolo vacilla. È un episodio che la storia ufficiale riflette nel quindicesimo secolo, con la caduta della Roma dell’est e l’inizio della gloria di quella dell’Ovest, la Roma Italiana che ricostruisce il Vaticano. In questo momento storico, un cambio radicale del potere terreno e simbolico ha luogo, con conseguenze straordinarie, al punto di essere la ragione per il racconto storico ufficiale corrente, che è stato ricostruito dal diciassettesimo secolo e specialmente, attraverso il diciottesimo secolo, completandosi e venendo reinterpretato attraverso il diciannovesimo e ventesimo secolo. Il Cristo Messianico compare. Gesù Cristo diventa l’ultimo re di Israele e il fondatore della chiesa universale con base, questa volta, nella Roma Italiana. L’ultimo re di Israele rappresenta l’arrivo del definitivo Re Dio, dall’altra parte, è un messaggio diretto a terminare il Tempio di Salomone, il quale da allora scollega i re da Dio, rappresentando un nuovo ordine sacro, una nuova legge. Prima di Roma, i quartieri generali principali sono a Babilonia (Cairo), e le succursali sono Alessandria, come anche Costantinopoli e Trebisonda, nel Mar Nero della Natolia, Damasco e altre grandi città Ottomane. Avignone diventa una seconda Babilonia, e Gerusalemme, Mecca e Medina sono posti di adorazione religiosa, come Santiago de Compostela ad Ovest.
In questo modo, l’Ebraismo inizia un secondo esodo, in questo caso involontari, per proteggersi dalla stigmatizzazione di cui è oggetto, e dalla perdita della sua funzione ufficiale, da cui provengono il suo stato e i privilegi. In questo momento, alla Babilonia del Nilo arrivano gli Ottomani, col rischio di una divisione tra Cristiani e Ebrei, e inizia la frattura finale tra le comunità Cristiane e quelle Maomettane. Il Tempio di Salomone si spacca e viene diviso tra i poteri imperiali. A causa del cambiamento di potere, gli Ebrei minacciati si insediarono nel resto d’Europa e del mondo, cercando rifugio in molti dei territori Ortodossi e Ottomani, e molti altri nascondendo il loro credo e addirittura convertendosi ad altre religioni
Da allora, le genti del mondo vengono riorganizzate, alcune di loro vengono occupate e sacrificate e con loro vengono cambiati i rami sacerdotali e il significato religioso, con vari gradi di coesistenza. Ma, con l’indebolimento del Tempio di Salomone, nel diciassettesimo e diciottesimo secolo, il popolo Ebraico, la cui missione era di espandere la volontà di Dio basata sulle leggi che dovevano essere soddisfatte, senza la loro propria nazione, deve cercarsi un rifugio. Col tempo, da una comunità di fedeli che lotta creata da un Dio giusto, sovrano, diventa un popolo unito alla Terra Santa, Gerusalemme, che lo unisce alla sua origine e tradizione, insieme alle comunità Cristiane e Mussulmane o Maomettane. Per questa ragione, e non per altro, l’Europa prende controllo dell’Egitto e della Terra Santa, alleata con gli Ottomani, nel diciannovesimo secolo, e cioè quando emerge con forza il Sionismo politico. Gli eventi della Prima e Seconda Guerra Mondiale, e la seguente fondazione dello Stato di Israele, nel 1948, modellato tra le Nazioni Unite, che appare sotto l’ombrello della nazioni vincenti nella Seconda Grande Guerra, sono parte degli ultimi capitoli di questa epopea.
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Ma DC significa 600, quindi potremmo pensare che la data in realtà fosse il 664! Molto simile al 1666 del Grande Incendio di Londra.
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+1550: i profughi bizantini fuggono da Costantinopoli, conquistata dall'imperatore degli OTTOMANI (1453).
Anno -58: Cesare inizia la conquista della Gallia.
+1550: Cristoforo Colombo comincia la conquista dell’America (1492).
Anno -44: Cesare muore trafitto da 23 pugnalate
+1550: muore Cristoforo Colombo (1506).
+1551: muore Cesare Borgia, trafitto da 23 colpi di picca (1507)
Anno -32: Ottaviano Augusto dà il via alla guerra con Marco Antonio pubblicando illegalmente il suo testamento.
+1549: Lutero avvia il conflitto con la chiesa pubblicando le 95 tesi (1517).
Anno -31: Battaglia di Azio.
+1550: Cortes entra nella capitale dell’Impero Azteco (1519) e due anni dopo la rade al suolo.
Anno -27: Augusto diventa imperatore.
+1547: Carlo V e Solimano il Magnifico diventano imperatori (1520)
Anno -19: è il nono anno del regno di Augusto, Augusto è un doppione di Costantino, nell’ottavo anno del regno di Costantino l’imperatore si converte al cristianesimo.
+1550: Enrico Ottavo divenne il capo supremo della Chiesa Anglicana (1531).
Enrico venne dichiarato difensore della fede e uccise sua moglie Anna Bolena, Costantino venne dichiarato santo dalla chiesa ortodossa e fece uccidere sua moglie Fausta. Inoltre il numerale di Enrico corrisponde al nome di Augusto, OTTAVIANO.
Anno 14: Tiberio diventa imperatore e quattro anni dopo il suo vice Germanico conclude un trattato di pace col re persiano Artabano.
+1550: Massimiliano II diventa imperatore (1564) e quattro anni dopo ratifica la Pace di Adrianopoli con gli ottomani.
Anno 15: viene fondata la città di Augusta
+1550: Viene fondato l’insediamento di St. Augustine in Florida (1565)
Anno 21: rivolta degli Edui in Gallia, guidati da Giulio Sacroviro e Giulio Floro, subito repressa dal generale romano Gaio Silio.
+1551: Notte di San Bartolomeo in Francia (1572)
Anno 32: è il diciannovesimo del regno di Tiberio, il doppione di Tiberio è Costanzo II, nel diciottesimo anno del regno di Costanzo (354) papa Liberio fissa la data del Natale.
+1550: viene adottato il nuovo calendario gregoriano (1582).
Anno 37: sale al potere Caligola, che verrà ucciso dai pretoriani e sostituito da suo zio Claudio.
+1550: Sigismondo III diventa re di Polonia (1587), in seguito diverrà anche re di Svezia ma verrà deposto e sostituito da suo zio Carlo IX.
Anno 39: Caligola fa costruire un ponte di barche lungo due miglia per collegare Baia e Pozzuoli (??), l’anno successivo Caligola avvia una campagna militare fallimentare di Britannia.
+1548: viene costruita l’Invincibile Armada (1587), l’anno successivo viene annientata dagli inglesi
Anno 41: sale al potere Claudio e due anni dopo inizia la conquista della Britannia
Anno 54: sale al potere Nerone
+1549: sale al potere Giacomo Stuart, il primo re a governare su tutta la Gran Bretagna avendo unificato le corone di Inghilterra, Scozia e Galles (1603).
Qui deve esserci stata una confusione tra gli imperatori Claudio e Nerone.
Anno 55: Nerone fa uccidere il pretendente al trono Britannico.
+1550: congiura delle polveri in Britannia ai danni di re Giacomo (1605).
Anno 64: in luglio ha luogo il Grande incendio di Roma
+1550: in luglio inizia la più lunga eruzione dell'Etna della storia (1614).
Anno 70: Tito assedia Gerusalemme.
+1550: le truppe cattoliche sconfiggono i protestanti boemi durante la Battaglia della Montagna Bianca (1620).
Anno 71: in Britannia viene costruita la fortezza di Eboracum (York)
+1553: fondazione di New York (1624)
Anno 79: l’eruzione del Vesuvio travolge Pompei.
+1552: eruzione del Vesuvio, Fomenko ritiene essere proprio quella narrata da Plinio (1631).
Anno 83: è il secondo anno del regno di Domiziano, durante il quale vennero perseguitati i filosofi.
+ 1550: Galileo viene costretto all’abiura (1613).
Anno 96: Domiziano viene ucciso da una congiura di senatori.
+1550: i rivoluzionari di Cromwell prendono il potere, tre anni dopo uccidono il re (1646).
Anno 116: l’Impero raggiunge la sua massima espansione.
+1550: è il 1666, MDCLXVI è l'elenco delle cifre romane e 666 è il numero della bestia.
Anno 125: Eletto papa Telesforo; “telesforo” significa “portare lontano”.
+1550: viene inaugurato l’Osservatorio di Greenwich (1675).
Anno 160: a quest’anno viene datata l’iscrizione dell’altare taurobolico di Lione.
+1544: viene rinvenuto l’altare taurobolico di Lione (1704).
Anno 161: sale al potere Marco Aurelio, famoso per aver lasciato un testo filosofico di riflessioni sulla propria vita intitolata “A me stesso”.
+1550: sale al potere Carlo VI D’Asburgo (1711), che lascerà una sua autobiografia intitolata “Commenti sulla propria vita”, pubblicata per la prima volta a Bruxelles nel 1862.
Anno 238: dopo tre anni di regno, l'imperatore Massimino il Trace viene ucciso e successivamente gli viene tagliata la testa.
+1551: i rivoluzionari francesi prendono il potere (1789), tre anni dopo tagliano la testa al re.
#CRONOVIRUS
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“Il Sole, prima delle stelle, sembra aver perso la propria luce abituale, e appare di un colore bluastro. Ci meravigliamo di non vedere l’ombra del nostro corpo a mezzogiorno, e di sentire il possente vigore del calore solare sprecato in debolezza, e di cogliere fenomeni che accompagnano un’eclissi transitoria prolungarsi per un anno intero. Inoltre la Luna, anche quando è piena, è priva del proprio naturale splendore”
Se Teodato corrisponde ad Eliogabalo, l’ossessione per il Sole che la storia ascrive a questo imperatore troverebbe una collocazione perfetta.
www.climatemonitor.it/?p=38698
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Nomit ha scritto: Secondo Fomenko, l’imperatore Caracalla corrisponde al re Teodorico il Grande. Seguendo la successione, Macrino corrisponde a Atalarico ed Eliogabalo a Teodato. Il secondo anno del regno di Teodato (536) viene definito il peggior anno della storia a causa delle sue pessime condizioni climatiche. Scrive lo storico Cassiodoro:
“Il Sole, prima delle stelle, sembra aver perso la propria luce abituale, e appare di un colore bluastro. Ci meravigliamo di non vedere l’ombra del nostro corpo a mezzogiorno, e di sentire il possente vigore del calore solare sprecato in debolezza, e di cogliere fenomeni che accompagnano un’eclissi transitoria prolungarsi per un anno intero. Inoltre la Luna, anche quando è piena, è priva del proprio naturale splendore”
Se Teodato corrisponde ad Eliogabalo, l’ossessione per il Sole che la storia ascrive a questo imperatore troverebbe una collocazione perfetta.
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Fomenko è uno che nemmeno risponde alle domande che gli vengono poste. 492 per l'esattezza
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Basato sulla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy
chronologia.org/en/articles/marfull/2010...remembrance_day.html
Questa ricostruzione sulla carta cronologica, perciò, permette alla vitalità del popolo Ebraico medievale di collegarsi agli eventi del diciannovesimo e ventesimo secolo, essendo il diciottesimo quello della dissoluzione storica. Per questa ragione, il moderno Sionismo e la Croce Rossa con la Mezzaluna nascono nel diciannovesimo secolo, essendo progetti che riguardavano lo spirito messianico dell’Arca che si frantuma tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo. Il progetto frantumato dell’Arca viene ricostruito, in copie in competizione l’una con l’altra.
La Massoneria, nata agli inizi del diciottesimo secolo, è uno spazio modificato del Tempio di Salomone, e in esso il grado di perfezione è associato con la cerimonia dell’Arca Reale, che si riferisce al Tempio e all’arcobaleno che, secondo la narrativa dell’Arca di Noè simboleggia il patto tra Dio e l’umanità dopo il grande diluvio. Quest’Arca presenta due colonne, che si riferiscono all’accesso al Tempio di Salomone (e ai due poteri dell’Impero, dell’Est e dell’Ovest), e la leggenda della cerimonia viene situata nell’episodio biblico del ritorno dell’esodo da Babilonia. Esso indica che tre re o uomini saggi ritornano a Gerusalemme a cercare le rovine del Tempio (Domènech Gómez, 2017; Wilmshurst, 2013), essendo di fatti una metafora per i ,Tre Saggi dall’Est, che simboleggiano anche il culto di un tempio, in questo caso quello di Gesù bambino. Si tratta di un rito di iniziazione, che ricorda il progetto della ricostruzione del Tempio perduto, e dialoga con le tradizioni Cristiane e Cabalistiche.
D’altro canto, il progetto di un Papa universale basato in Vaticano appare a Roma, il quale privilegia le sue radici Egiziane e rende Roma un nuovo ideale, rimpiazzando l’autorità di Giovanni il Presbitero dell’Etiopia e appropriandosi dei suoi simboli. Lo spazio trasformato del Tempio di Salomone nel nome del Messia, e questo blocco finisce per creare, da Barcellona, Parigi e Roma la Compagnia di Gesù, col motto IHS, che significa “Iesus Humilis Societas” (Umile Compagnia di Gesù); “Iesus Hominum Salvator” Gesù, Salvatore dell’Uomo); e “In hoc signo [vinces]” (Sotto questo segno [vincerai]), tra gli anni 1719 e 1725 reali (i 1534 e 1540 ufficiali), coincidenti con i negoziati di pace attraverso l’Europa che terminarono con il Trattato di Vienna del 1725. Dopo decadi di lotte tra le alleanze imperiali Cristiane, che diedero l’impulso al controllo dell’Ordine del Tempio, e tra Maomettani e Cristiani, per il controllo della Terra Santa o il suo impero originale, un nuovo ordine mondiale viene stabilito, nel quale l’ideale di un tempio sacro per la pace messianica universale ha un altro significato.
Come viene documentato da Isaac Newton (1733) e confermato dalla Cronologia X-185, quest’ultimo episodio ha il suo resoconto sacro del libro della Rivelazione o la profezia di Giovanni. Trascrive, si letteralmente e nello stesso tempo come parabola, l’intera reale, sacra storia di un epopea di appena quattro secoli profetici, dal reale tredicesimo al diciassettesimo. È allora e non prima che la storia e i suoi simboli vengono ricostruiti, includendo genealogie, documenti e cronache che oggi vengono considerate reali e occupano spazi preferenziali nelle librerie e nelle menti degli intellettuali.
La storia rivelata: i tre templi della sacra pace
L’evoluzione della civilizzazione umana intorno alla genesi che ha avuto luogo nell’impero originale d’Egitto, la cui storia viene trasformata in una vasta cronaca dilatata, è strutturata in tre distinte fasi, che rappresentano gli eventi dei reali secoli dal dodicesimo al ventunesimo secolo. Ogni fase corrisponde a un Tempio della Sacra Pace, nel quale il primo è quello di Atlantide (o Troia), il secondo quello di Salomone, e il terzo quello della Nuova Gerusalemme profetizzato nella Rivelazione Biblica di Giovanni.
1°. Tempio: Il primo tempio è, nell’immaginario storico ufficiale, Atlantide, prima del “diluvio”, cioè, scomparendo come tempio, col “diluvio universale” di Noé. D’altro canto, la città principale è rappresentata da Troia, prima di essere distrutta. Tutte queste leggende ci parlano della medesima storia. Troia rappresenta la capitale dell’antico impero, e a quel tempo (quando è stata distrutta) si intende situata nel luogo dove sta la moderna Istanbul, o Costantinopoli. Ma in realtà è il tempio del grande Egitto, il quale ha disseminato da lì un impero con una grande visione del mondo con multiple divinità. Lì è il suo reale potere, che inizia tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo e rimane fino a quando è costretto a dividere la sua autorità con quello che è stato eretto intorno a lui, il risultato di una lotta che ha luogo tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo reali. Nella tradizione Egiziana, quest’episodio è quello del mito di Osiride, il cui figlio Horus viene resuscitato dopo essere stato sconfitto dal fratello Seth, nella forma di Dio unico. Sotto il suo giogo, attraverso questo secolo fruttifero, si diffonde l’imperialismo di una civilizzazione monumentale, dal quale grandi colonie e compagnie di esplorazione vengono costruite, che distribuiscono e condividono i simboli e il culto dei templi piramidali. Il firmamento, con le sue 12 costellazioni, è la sua massima rappresentazione simbolica. È la fase in cui la storiografia ufficiale, in un eccesso idolatrico, ha trasformato in tre o quattrocento anni, dal tempo della Mesopotamia fino all’ufficialità dell’impero Cristiano nella grande Roma Italiana. D’altro canto, nell’immaginario apocalittico, la grande battaglia di Horus viene riflessa nell’iniziativa dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, che rappresentano l’espansione dell’impero verso i quattro punti cardinali, e la croce Cristiana. Dopo questo combattimento un singolo Dio, sovrano, si impone ed inizia il viaggio dell’esodo biblico Egiziano, e quello di Troia, secondo la storia antica mitizzata.
2°. Tempio: Dopo l’inondazione di Atlantide, il grande diluvio di Noé e la distruzione di Troia comincia una nuova era. Il Regno di un Dio inizia e con lui viene imposta una nuova legge, dopo il diversificato culto politeistico precedente. È il Regno che viene annunciato dai sette angeli secondo la Rivelazione (cap. 11), subito prima dell’apparizione del Tempio di Dio, il risultato dell’Arca dell’Alleanza. È sempre la solita storia, che è anche quella della resurrezione del dio Horus, e quella di Cristo, Budda e Krishna. L’Arca, come viene segnalato dalla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy, ha luogo nel quindicesimo secolo, e indica l’anno 1486. Secondo la linea X-185, che si riferisce al libro della Rivelazione e al corrispondente libro di Isaac Newton (1733), ha luogo nel corrispondente immaginario dell’anno ufficiale 1260, ma in realtà si deve intendere come quindicesimo secolo. Lo scontro è quello tra i Mongoli (i Turchi) e il potere della Grecia, insieme a quello dei Mamelucchi, che invadono l’Egitto. In questo scenario, la città di Dio diventa Babilonia, in Egitto, ma (secondo la storia della Torre di Babele) Dio costringe l’umanità a rinunciare a creare un singolo impero con una sola lingua, e a riconoscere gli altri popoli, nazioni e re. Il popolo Ebreo originale, del lignaggio del Re Davide (Gengis Khan), occupa l’Egitto insieme ad altri popoli e gli zingari (i soldati Indiani arrivati con Khan Mongolo che conquistano la Terra Santa, per conto dei Mamelucchi). Sono nomadi, popoli Ebrei, che vivono lì come 12 tribù, che sostituiscono le 12 costellazioni. Una di loro è il popolo Ebreo, che, lasciato l’Egitto rafforzato, diviene la branca del nuovo impero, col suo progetto di ricostruire l’Europa. Come risultato di questa lotta, nella quale tre re dell’Est sottomettono l’Egitto, viene creato un regno Salomonico nell’Alto Egitto (Nubia e Abissinia, o Etiopia), risultato dell’alleanza tra l’Est e l’Ovest (Greci e Mongoli) dove adorare quest’Alleanza e impiantare un nuovo lignaggio,che simbolicamente sembra governare il nuovo Tempio di Dio. È la Casa di Salomone: Giovanni il Presbitero dell’India. In questa grande transizione, la prima grande manipolazione cronologica viene portata avanti, con l’intento di costruire una visione universale ed eterna di questa nuova realtà. Troia diviene Costantinopoli (in onore della sua lealtà) e il Santo Sepolcro appare in Gerusalemme, in Palestina, in onore di Genghis Khan (la genesi di Gesù e Maometto) insieme alla Mecca e Medina. In questi luoghi l’imperatore che ha formato l’impero e l’Arca vengono adorati. La pietra sacra di Monte Moriah (a Gerusalemme) onora la fondazione del nuovo Tempio, dove (secondo il libro della Genesi) Dio ordinò ad Abramo di sacrificare suo figlio. D’altro canto, in Avignone, viene onorata la figura della Regina Maria Maddalena, rendendola un’icona assimilabile della Madre di Dio e di Isis (la madre di Horus). Ma il tempio si evolve e resiste comunque fino a che la pace finisce nel cuore dell’impero, attraverso il diciassettesimo e diciottesimo secolo, risultato della competizione politica, economica e simbolica. Come risultato, viene suggerito dall’Europa un’unificazione dei poteri simbolici che si scoprono più potenti per il controllo delle coscienze, intorno a un profeta messianico principale da utilizzare come guida. Appaiono Gesù e Maometto. Roma prende l’iniziativa di Babilonia. L’Italia sostituisce l’Egitto, e il Papa di Roma sostituisce Giovanni il Presbitero dell’India. Gesù diventa il Messia, rimpiazza il Tempio di Salomone con un altro patto simbolico: il sacramento e il patto di Cristo con i 12 apostoli, che rimpiazza le 12 tribù di Israele. L’apocalisse biblica è esplicita: Babilonia è stata distrutta, e la lotta di Dio continuerà finché non arriverà una Nuova Gerusalemme, che significa “pace sacra” nel nome dell’angelo di Gesù. Giovanni ci testimonia questo, in questo libro, di fatto essendo l’eco nascosta di Giovanni il Presbitero, che ha perduto la sua autorità, ma d’altro canto, lascia scritta questa “rivelazione”, così che possa essere decodificata. Benedice Cristo come il Messia e il Nuovo Testamento era per lui la figura di Giovanni il Battista, che è appena stato decapitato, come l’agnello macellato dell’Apocalisse, che apre i sette sigilli del libro apocalittico.
3°. Tempio: Come risultato della crisi del Tempio Salomonico, un altro grande patto tra Dio e l’umanità viene disegnato, che questa volta viene così redenta. É un progetto, come il precedente, che non termina come inizialmente desiderato. Per prima cosa è un progetto papale chiamato Nuova Gerusalemme ma viene rappresentato in Roma (e a Mosca, nel Kremlino, la nuova Roma) e ora è il progetto delle Nazioni Unite, con lo Stato di Israele nella Terra Promessa. Nasce e si evolve grandemente nella terra Occitana (che raggiunge Ginevra, Svizzera), risultato di una simbolica epurazione che riguarda i Catari, gli Ebrei e i Templari, tutti eredi del Tempio di Salomone, e quindi mette i Cristiani contro i Maomettani in Iberia e nel Nord Africa,mentre un conflitto equivalente si sviluppa nell’Europa dell’Est. Il progetto di una Grande Israele barcolla. Per questo viene creato un nuovo Tempio, che fallisce la sua missione universale, ma getta le fondamenta della colonizzazione della mappa storica e cronologica corrente, che finisce per assorbire tutti i calendari mistici (con passati simbolici). Il suo autore principale è la Società di Gesù, impiantata in ogni impero e, sotto la suprema autorità del nuovo Gran Khan spirituale, il Papa di Roma, impone la nuova legge della parola di Dio attraverso suo figlio Gesù. Sotto il loro giogo le genti e le tradizioni mutano, per quelli che non sono distrutti e/o stigmatizzati, evidenziando l’impatto che ha sugli Ebrei e sugli Zingari, fuori posto e costretti a migrare. Ma il progetto si interrompe poco dopo il suo inizio. Il Vaticano e i Gesuiti vengono delegittimati, nel cuore dell’Europa e nel resto degli imperi, sebbene il progetto sia imperiale, e abbia il supporto di eserciti potenti, cosicché resistono in Europa, notoriamente indeboliti. Davanti a questa disfatta, comunque, la compagnia di Napoleone si focalizza sulla ricostruzione del Tempio perduto, il Salomonico, ma anch’esso fallisce e riscrive di nuovo la storia, in modo simile al progetto fascista della Seconda Guerra Mondiale, che intende ricostruire.
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Sopra ho ipotizzato che Luigi XIII e l'imperatore Caracalla fossero la stessa persona.
Il caracal-caracal è un felino caratterizzato da due ciuffi neri sopra le orecchie.
Quindi Caracalla potrebbe aver ricevuto questo soprannome in seguito ad una vicenda che riguardava i gatti.
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Mmmmh, ci devo riflettere...
:laugh:
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Nomit ha scritto: Nel 1630 il re di Francia Luigi XIII avrebbe posto fine ai roghi di gatti neri, che all'epoca, dicono, sarebbero stati considerati streghe.
Sopra ho ipotizzato che Luigi XIII e l'imperatore Caracalla fossero la stessa persona.
Il caracal-caracal è un felino caratterizzato da due ciuffi neri sopra le orecchie.
Quindi Caracalla potrebbe aver ricevuto questo soprannome in seguito ad una vicenda che riguardava i gatti.
Noto con immenso "piacere" di come la gente continua a crogiolarsi con la sola terza media
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4a e ultima parte dell'articolo: "Yom HaShoah, o il Giorno del Ricordo dell’Olocausto, secondo la Cronologia X-185"
Basato sulla Nuova Cronologia di Fomenko e Nosovskiy
chronologia.org/en/articles/marfull/2010...remembrance_day.html
Il Tempio Atlantico e Messianico. Come risultato di questa grande instabilità, l’Impero Spagnolo appena creato, il Sacro Romano Impero Tedesco e la Repubblica di Genova (il cui potere originale si appoggia a quello dell’Ordine del Tempio di Salomone) vengono velocemente smantellati, e l’Italia si disgrega insieme all’autorità del Cattolicesimo, che viene costretto a rinunciare a parte dei privilegi e delle proprietà. La Svizzera e la Massoneria cominciano a funzionare.
Attraverso il diciannovesimo secolo i poteri vengono ricomposti, lo Stato del Papa scompare e il Papa si indebolisce, mentre la Casa Imperiale d’Etiopia e il Sionismo politico Ebraico si rianimano. La Croce Rossa e la Mezzaluna appaiono a Ginevra, la Nuova Genova. A sua volta, il regime capitalistico coloniale crea una società ineguale, ed emergono il comunismo e le grandi rivoluzioni sociali. La Prima Guerra Mondiale è un avvertimento ai poteri imperiali ereditati dal secondo Tempio, che sono tutti indeboliti, specialmente quelli Russi, Cinesi, Ottomani e Tedeschi. La Turchia e la Grecia si separano con una tragica frattura, che porta al genocidio Armeno e a un’equivalente ostilità verso il popolo Curdo, mentre la Russia e la Cina abbracciano il comunismo dopo le aggressioni e il collasso del progetto coloniale. La Germania viene condannata dalla vittoriosa Lega delle Nazioni (il germe delle Nazioni Unite) a una grande condanna economica e a un’umiliazione politica, la radice della nuova Israele viene stabilita, sotto il protettorato Inglese.
IL Sacro Romano Impero e il Papa, comunque, desiderando risollevarsi, spinti da una storia gloriosa, in realtà adulterata. Il Fascismo, il Nazismo e il Cattolicesimo prendono il potere in Germania, Italia e Spagna e insieme al Giappone formano un contro-potere. La Seconda Guerra Mondiale è un tentativo di restaurare un potere sul modello imperiale, nello stile del primo Tempio e sotto l’ideale del progetto Cattolico del terzo, a spese dei popoli e delle nazioni che rappresentano il secondo Tempio e ancora sopravvivono, e a spese della libertà di coscienza. Per questa ragione, il Giappone invade la Manciuria e l’Italia invade l’Etiopia distruggendo la Casa Imperiale del re Salomone e della Regina di Saba, mentre in Grecia e in Spagna il fascismo prende il potere sui repubblicani. In Germania, il Nazismo assoggetta Ebrei e Zingari e quindi altre nazioni sorelle, finché scoppia la “grande guerra”. Ma il progetto di un nuovo ordine imperiale fallisce nuovamente, e al suo posto appare Israele come nazione strategica che non smette di ricostruire il Tempio della saggezza e della pace, nel nome del terzo Tempio alternativo con una nuova visione messianica, per mano delle Nazioni Unite. A sua volta, diventa il rifugio del popolo Ebraico, che desidera una nazione, per uscire dalla condizione di stigmatizzazione.
Ma la Guerra Fredda incomincia e l’Est non lo vede di buon occhio. Il sacrificio Russo, Cinese, Arabo e Ottomano, dopo le incursioni Inglesi e Francesi degli ultimi due secoli, e una lunga lista di oltraggi accumulati dal blocco Cristiano Europeo, specialmente quello Cattolico, fa sì che la pace post-guerra si trovi in crisi e priva di unità. Il Popolo Ebrraico (e in parte minore gli Zingari), si riprendono dalle ferite del genocidio, da differenti posizioni di potere. IL Papa riconsidera e accetta le diversità religiose, nel Concilio Vaticano II tra il 1959 e il 1965. Molte ferite si accumulano e il nuovo scenario nasce ostile e rimane instabile fino ad oggi, come risultato dell’imperfetto sistema politico, economico e simbolico che abbiamo creato attraverso molte generazioni. La costruzione della storia ufficiale, ritagliata su un progetto Cristiano che rompe il valore della comunione imperiale Egiziana (a differenza della tradizione Ebraica), non facilita questa riconciliazione. Ma, sopratutto, non viene facilitata dalla costruzione di poteri simbolici e dalla loro costante mutazione, che manipolano la realtà storica, fino al punto di diventare strumenti di un potere che ne ha abusato, mettendo in contrasto i popoli.
Le conseguenze della manipolazione della storia biblica
Come risultato della creazione artificiale di un passato remoto, molteplici anacronismi e contraddizioni appaiono, creando misteri nella coscienza storica e dando spazio all’immaginazione. Ma data la scelta tra la manipolazione (e l’esplorazione delle sue basi logiche) e la narrazione ufficiale, sia il pubblico che la comunità accademica preferiscono appoggiare la storia e i suoi calendari.
Sebbene non ci sia dibattito su questo, la prova delle disonestà tra i poteri del Papa di Roma e Giovanni il Presbitero d’India sono chiare. Entrambi sono pastori Cristiani la cui autorità è superiore a quella di monarchi e imperatori, e sembra che essi coesistano esercitando le loro funzioni sulla scena che va dall’Impero Romano a tutto il Medio Evo. Millecinquecento anni. Il primo ha le sue radici dell’Apostolo Pietro, e il secondo in Giovanni, che si suppone sia l’apostolo San Giovanni. Il primo è situato nella Roma Italiana, e il secondo in Etiopia, dove stanno la prima chiesa organizzata Cristiana, quella Copta, cioè quella Egiziana, e l’Arca dell’Alleanza di Salomone. Ma l’assenza di collegamenti documentati tra i due, o, piuttosto, accettati dalla storiografia (a dispetto di molteplici prove tra i suoi simboli e il suo ruolo Cristiano), impedisce di chiedersi se si tratti dello stesso personaggio. Invece, la storia moderna ha costruito un capitolo più piccolo per il Presbitero, nel quale viene relegato a fantasia medievale, e tutti gli accademici hanno questa idea. In questo modo, il mistero di quindici secoli di esistenza dell’autorità sull’Eurasia e sul Nord Africa di Giovanni il Presbitero viene tollerata. Nessuno si sorprende che egli scompaia esattamente quando il Papa di Roma dichiara sé stesso “Pastore Universale dell’intera Chiesa” nell’anno ufficiale 1563 (come risultato del Concilio di Trento). Cioè, nessuno è curioso della prova logica che esiste tra la coincidenza dell’esaltazione del Papa e della fine dell’autorità, esistenza e persino traccia del Presbitero. Ma questo non è tutto. Di fatto, intorno a questo personaggio viene articolata l’idea dell’espansione della Cristianità attraverso l’Asia, attraverso l’apostolo Tommaso, che i vangeli descrivono come il gemello di Gesù, e i Tre Saggi. Comunque, per quanto riguarda i fatti biblici, non c’è alcun fatto archeologico o documentale per corroborare questo, che è diventato parte di libri di antiche leggende. Ma, d’altra parte, se si sposta l’attenzione a più di mille anni fa, c’è una cronaca che la storiografia ha accettato e che ci parla di questo in modo innegabile. Sono gli atti di Genghis Khan, considerato il primo grande sovrano d’Asia, che si dice abbia lasciato i suoi discendenti nella Casa Imperiale Cinese, figlio del nipote di Giovanni il Presbitero d’India, discendente dei Magi, assimilato al re dei Ebrei di nome David. Gli eventi sono del tredicesimo secolo ufficiale, e coincidono con le compagnie dei crociati dei cosiddetti templari (dell’Ordine del Tempio di Salomone), col quale si sono alleati. Cioè, gli eserciti Mongoli e Cristiani hanno combattuto insieme, contro lo stesso nemico, nel Medio Oriente, e il nome di Salomone li collega all’Etiopia, dove il Presbitero e la sua Alleanza si incontrano. E, in più, è nell’anno 1270, nel mezzo dell’epopea Mongola, quando il lignaggio della Casa Imperiale d’Etiopia appare ufficialmente come discendente del re Salomone e della regina di Saba, dopo l’occupazione dell’Egitto da parte dei Mamelucchi (che diventeranno i sultani di Babilonia) e quando nasce l’Impero Ottomano. Per quelli che non sono informati di questo segnaliamo che Babilonia significa “La porta di Dio” e le carte medievali la situano nella città del Cairo (il cui significato è il soprannome con cui era conosciuta in Arabo, Al-Qāhira, che significa “la forte”, “la vittoriosa”) (Pujades e Bataller, 2007). Dall’altra parte, l’origine ufficiale dell’Impero Ottomano è dell’Impero Mongolo, lo stesso che si dice portò Genghis Khan a diventare re dei Ebrei. Ma questo intero episodio, a dispetto del gergo pubblico che lo accompagna (I Magi, l’Apostolo Pietro, Giovanni e Tommaso, il re David, il Tempio di Salomone, Babilonia...), è considerato poco o per niente importante. La Bibbia rimane ferma nella concezione storica e temporale attribuitagli dalla chiesa Cristiana, dall’Islam e dall’Ebraismo e corrisponde in tutti i calendari del mondo. E a nessuno viene in mente l’idea che a un certo punto avrebbero potuto essersi accordati a trasferire ogni cosa nel passato. La semplice idea che dietro a queste proprietà religiose ci sia la mano della manipolazione collettiva del passato è, secondo come, offensiva, tanto che nessuno può pensare (o osare) di collegare la fine del potere biblico della misteriosa città di Babilonia, che il libro dell'Apocalisse di Giovanni profetizza, con la fine di Giovanni il Presbitero.
Questo tema è capitale nella ricostruzione della storia secondo la Cronologia X-185. Per quelli che ancora hanno dubbi sulla solidità delle prove appena menzionate, bisogna sottolineare che Giovanni il Presbitero coesiste con un elemento essenziale della tradizione Giudeo-Cristiana, l’Arca di Salomone, e mostra, nelle carte medievali, i simboli attribuiti al Papa: Il bastone, la tiara con le tre corone e la triplice croce papale. Cioè, è indicato come tale, a dispetto della solida storia Cristiana medievale che assegna tutti i poteri al Papa di Roma. Ma nessuno ricorda il Papa di Roma sulle carte. Non appare in nessuna di esse.
Queste eccezionali coincidenze dovrebbero sollevare l’attenzione della coscienza collettiva, ma gli storici, ai quali diamo autorità, le scartano come illogiche semplicemente perché la costruzione storica consensuale non le permette. L’idea di trovare nel tredicesimo secolo ufficiale ("dopo Cristo") la chiave della storia dell’Alleanza tra Dio e l’umanità, come l’Arca dell’Alleanza, sembra inverosimile, come se quest’episodio fosse collegato all’autorità del Presbitero, prima che si spostasse a Roma in un certo momento, e con essa i suoi simboli. Nessuno investiga su questo, perché c’è una spiegazione che permette allo scetticismo accademico di non tenerla in conto: "il Presbitero è stato un frutto dell’immaginazione Cristiana del tempo". L’immaginazione è la causa dei misteri medievali, i quali “non hanno importanza” sembra, perché si ha la certezza della storia ufficiale e della Bibbia. In questo modo i dubbi vengono cancellati, la curiosità che potrebbe dargli significato viene limitata e non c’è progresso nelle sue fondamenta logiche.
Ma le singolarità bibliche medievali non finiscono qui. Da una parte, viene evidenziato il misterioso episodio dell’Ordine del Tempio di Salomone e dei suoi collegamenti con la straordinaria espansione della Repubblica di Genova fino al cuore dell’Impero Romano d’Oriente, col quale viene stabilita una fruttuosa alleanza dal tredicesimo secolo ufficiale e che dura fino al quindicesimo secolo, precisamente quando il lignaggio Salomonico appare in Etiopia. Cioè, l’apparizione di quest’ordine ha qualcosa a che vedere con Genova e con l’appena creata Casa di Salomone Etiopica? In questo senso, è logico, ancor più perché Genova e i Templari si dividono potere ed emblemi, la croce rossa, ma la storia ufficiale ci separa dai fatti. Ci dice che i Templari scompaiono proprio quando emergono i genovesi, e assolutamente nulla li collega al Presbitero. Ancora, l’opzione di una manipolazione temporale e documentale viene esclusa.
Dall’altra parte, si evidenzia la prova dell’esistenza di due Babilonie, una antica di cui non si sa bene la localizzazione ma che si trova in Mesopotamia e un altra col nome medievale del Cairo, la capitale dell’Egitto, che viene identificata in molte carte Medievali come una grande città, come fosse la Torre di Babele (Pujades e Bataller, 2007). Potrebbe essere che Babilonia indicasse la Persia ma la cui più grande città si potrebbe pensare in Egitto, e tutto questo è collegato con l’invasione dell’Egitto da parte dei Persiani, da tempi precedenti gli eventi del grande Alessandro il Grande? Ovviamente, collegando questo al tredicesimo secolo ufficiale questa non è un’opzione ragionevole; i fatti sono separati da quasi duemila anni. Per le ragioni descritte, tutte queste relazioni logiche vengono velocemente scartate davanti all’implacabile calendario, annullando ogni possibilità di iniziare qualsiasi linea di investigazione a questo proposito.
A questo punto, il popolo di Israele entra in scena. Da dove viene la tua autorità? C’è un ovvio anacronismo. Da una parte, c’è il biblico regno i cui resti archeologici coerenti non vengono preservati, secondo quasi mille anni d’esistenza. Dall’altra c’è un’innegabile autorità medievale del popolo Ebreo in alcune monarchie Cristiane, tra le quali spicca il re d’Aragona, e le radici stabilite nelle cosiddette corone di Castiglia e Aragona, sotto le quali la comunità conosciuta come Sefardita si sviluppa (il cui nome viene da Sefarad, la denominazione Ebraica della Penisola Iberica), che costituiscono la più documentata presenza degli Ebrei nella storia, insieme all’altra radice medievale, la comunità chiamata Ashkenazita, stabilitasi nell’Europa centrale e orientale. In questo senso, si può affermare che ci sono due realtà Ebraiche, una secondo la Bibbia e una secondo la documentazione storica medievale, che evidenzia un inesorabile vuoto storico di approssimativamente mille anni tra di loro. Ma su questo, come su ogni cosa dubbia, viene data l’assicurazione storica che non manca nulla, eccetto forse, per alcuni Ebrei incuriositi nella ricostruzione delle proprie radici.
Comunque, come qui viene enfatizzato e documentato, i vuoti che circondano la misteriosa autorità simbolica del popolo Ebraico (da cui viene il popolo Giudeo) sono il risultato di una storia corrotta scritta a posteriori, in cui le tracce di questa comunità, collegata con l’ordine di un impero precedente, che aveva a che fare con l’Egitto e Babilonia, ma non nel senso dato dalla narrativa ufficiale. Ha a che vedere con la storia recente, che deve essere compresa nello spazio temporale dell’immaginario medievale, che è stato spedito nel passato senza che si sia riuscito a cancellare il cammino documentale medievale Ebraico, a causa della perseveranza della sua identità. Per questa ragione, intorno ad esso ci sono molti anacronismi e notevoli domande. La storia del “popolo di Dio”, associata agli Ebrei della Canaan Biblica e ai loro discendenti Giudei, ha lasciato manifestazioni di incongruenze sorprendentemente evidenti. Dopo essere stato un popolo “benedetto”, secondo i sacri testi, sarebbero stati soggetti all’autorità politica degli Egiziani, dei Babilonesi, dei Greci e dei Romani, e a volte dei Cristiani e avvolte dei Maomettani nel nome stesso di Dio. Ci sarebbero state ulteriori purghe religiose tra Cristiani, tra Maomettani e tra Cristiani e Maomettani, senza riconoscere le autorità simboliche di Gesù e di Maometto nel grado e nel significato che le rispettive corti sacerdotali gli hanno concesso. E questo costa parecchio accettarlo. Non ha senso che nel corso del tempo così tanti imperi siano scomparsi, con i loro simboli e icone, per la difesa di opposti credi, e la gente dell’estinto Regno di Israele perseveri nell'ordine politico e sacerdotale dominante, che a lei è estraneo. E ancora meno senso ha che in risposta all’autorità acquisita nel Medio Evo, secondo la Bibbia Cristiana siano loro che hanno mandato Cristo al martirio, dopo (sembra) averlo disprezzato. D’altro canto vengono riconosciuti come leader nei campi della astronomia, cartografia, medicina, legge, filosofia, misticismo ecc., come se in questo fosse coinvolto il popolo Greco, ma nel Medio Evo. E d’altra parte si identificano assumendo funzioni strutturali per il buon governo e il funzionamento della società come la finanza, il commercio o l'amministrazione di documenti, traduzioni di opere in diverse lingue, raggiungendo posizioni elevate nella gestione patrimoniale dei re, come è successo nella cosiddetta Corona di Aragona, fino alla scoperta dell'America. E tutto questo senza - ufficialmente - avere una nazione propria e mantenendo una religione diversa da quella difesa da papi, re, conti e imperatori, califfi e sultani del mondo. E' evidente, quindi, che si tratta di una storia senza una logica sufficiente, né interna né coerente, a meno che non si prenda seriamente in considerazione la ricostruzione effettuata dalla linea X-185 della nuova Cronologia.
A questo spazio concettuale anacronistico, a sua volta, si aggiunge il caso dei Radaniti, i commercianti ebrei che, secondo la storia ufficiale, hanno mantenuto le rotte commerciali iniziate durante l'Impero Romano durante tutto il secolo 600 e 1000 dopo Cristo. The Book of Routes and Kingdoms, di Ibn Khordadbeh (Bareket, 2002), che si stima sia scritto nell'anno ufficiale 870, descrive dettagliatamente le principali rotte commerciali e il modo in cui si sono estese all'intero Mediterraneo, al centro dell'Europa e dell'Asia, giungendo alle porte del Giappone via terra e via mare, con una particolare intensità nell'area di Roine nella Provenza medievale e in Terra Santa. Il libro non si adatta alla logica degli imperi cristiani sotto la guida del Papa di Roma, che comprendono Cristo come ultimo re di Israele e il Cristianesimo come il superamento dell'Ebraismo per ordine e volontà di Dio. Ma, invece, si adatterebbe alla nota Via della Seta, che appare nel tredicesimo secolo ufficiale, dopo l'espansione della Mongolia e l'alleanza dei Genovesi con i Bizantini, sebbene per questo sia stato creato il mito di Marco Polo. In questo contesto c’è un senso, soprattutto quando si dice che Gengis Khan era il re degli ebrei, ma è impossibile seguire questo filo se i fatti, ufficialmente, non sono contemporanei. Dov'è allora la logica? La manipolazione della mappa cronologica ha la risposta.
Il libro del Radianiti ci racconta di uno scenario reale, mal riposto nel tempo ma la storia ufficiale lo tollera, perché non ha altra scelta. In questo modo, essa riempie il cassetto delle domande che accompagnano il dubbio sulle radici di un'autorità ebraica che ha persistito in molteplici mutamenti di potere e persecuzioni.
Bibliography cited
Bareket, E. (2002). "Rādhānites." In Medieval Jewish Civilization: An Encyclopedia, pp. 558-561. London: Routledge.
Brown D. (2010). Da Vinci Code. Original edition of the year 2003. Barcelona: Planeta.
Domènech Gómez, J. L. (2017). Logia de Perfección: Grados inefables del Rito Escocés Antiguo y Aceptado. Oviedo (Spain): Editorial Masonica.es.
Escudero y Díaz-Madroñero, A. et Montells Galán, J.M. (2007). Catálogo de órdenes extranjeras en España. Madrid: Academia de genealogía, nobleza y armas Alfonso XIII.
Newton, E. (1733). Observations upon the prophecies of Daniel, and the Apocalypse of St. John. London: J. Darby and T. Browns in Bartholomew-Close.
Prawdin, M. (1968). Gengis Kan. Barcelona: Juventud.
Pujades i Bataller, R. J. (2007). Les Cartes Portolanes. La representació medieval d'una mar solcada. Barcelona: Institut Cartogràfic de Catalunya, Institut d'Estudis Catalans, Institut Europeu de la Mediterrània.
Wilmshurst, W. L. (2013). El Santo Arco Real de Jerusalén. Oviedo (Spain): Editorial Masonica.es.
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1) alla difesa di Costantinopoli partecipò un comandante chiamato "il nuovo Achille",
2) Mehmet disse che non avrebbe creduto alle imprese dei romani neanche se gliele avessero previste "37 mila profeti".
Perché 37? Che numero è? Di solito quando ricorriamo ad un numero grande per esagerare usiamo un numero tondo!
37 in cifre romane è XXXVII. Letto in base otto diventa 8+8+8+4+2, cioè 30. Se qualcuno capita qui per caso, mi riferisco all'ipotesi di Andrei Stepanenko di cui ho parlato diversi post fa.
Quindi Mehmet disse che non avrebbe creduto alle imprese dei cristiani neanche se gliele avessero annunciate TRENTAmila profeti.
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Di Luigi Martorelli
books.google.it/books?id=ebNbAAAAQAAJ&pr...#v=onepage&q&f=false
Pagine 14 e 15, nota I : perché tutti quei riferimenti alla letteratura per confermare la storia di re Ezechia? non era presente nella bibbia?
Pagina 16: il valore delle carte da gioco era fino al 7 per i numeri e 10 per tutte le figure
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IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko
Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”
1.
Il misterioso Rinascimento dell’ “Età Classica” nella Roma medievale.
1.1. I tristi “Secoli Bui” dell’Europa che si presumono seguiti dallo splendore dell' ”Età Classica”
Come si può vedere dalla carta cronologica globale ordinata con la somma dei tre slittamenti, praticamente tutti i documenti considerati “antichi” che si riferiscono a eventi che si presume precedenti al 900 D.C. della cronologia Scaligeriana sono molto probabilmente duplicati fantasma di originali che si riferiscono a eventi del X-XVII secolo D.C. Si potrebbe dubitare della disponibilità di “spazio” per l’ “Età Classica” nella storia medievale – in altre parole ci potrebbero essere dubbi sul fatto che i nostri tentativi di trasferire gli eventi “antichi” nel Medio Evo possano fallire a causa del fatto che questi ultimi sono già “riempiti” di eventi storici conosciuti. Non sembra però essere così, secondo i risultati della nostra approfondita analisi. Per prima cosa, le epoche considerate differenti vanno identificate come la stessa epoca. Consideriamo, per esempio, la sovrapposizione di dinastie reali la cui similarità non era ancora stata notata. Secondariamente, molti periodi medievali nella storia Scaligeriana si pensa siano “celati nell’oscurità”. Ora si comincia a capire perché. I rispettivi documenti medievali che descrivono queste epoche sono stati deliberatamente “spostati indietro nel tempo” dai cronologisti Scaligeriani. La mancanza di questi documenti ha immerso un gran numero di periodi medievali in un buio artificiale. Gli storici del XVIII-XIX secolo hanno dato origine al concetto particolare che ha identificato il periodo medievale come “Secoli Bui”. Le grandi conquiste dell’ “Età Classica” si dice siano andate incontro a un totale declino e siano scomparse. Il pensiero scientifico è presumibilmente “tornato completamente all’Età della Pietra”. I grandi lavori letterari dell’ “antichità” si suppone siano tutti messi da parte come un peso morto fino al periodo Rinascimentale, quando miracolosamente sono riemersi ([333], pag. 161). Inoltre, questi “antichi” testi si suppone fossero conservati da monaci ignoranti il cui principale compito era, da quanto ci dicono oggi, la distruzione della “letteratura pagana”. L’assoluta maggioranza dei vertici del clero era presumibilmente analfabeta ([333], pag. 166). Le grandi conquiste dell’ “antica” astronomia – la teoria delle eclissi, il calcolo delle effemeridi planetarie, ecc – ci viene detto che erano stati completamente dimenticati. Il famoso Cosma Indicopleuste, che si suppone vissuto nel VI secolo D.C. e che studiava il movimento del Sole e delle stelle, credeva davvero che l’Universo fosse una scatola al cui centro stesse una terra piatta, bagnata dall’Oceano. Inoltre, sul coperchio della scatola venivano inchiodate le stelle. C’erano quattro angeli negli angoli della scatola che producevano il vento. Questo è il livello della cosmografia scientifica del Medio Evo (vedi Chron3, Capitolo 11:6.3). Il conio di monete si suppone dimenticato, l’arte dell’architettura resa inutile, e un “complessivo degrado culturale” si diffonde dappertutto. ([333], pag. 167). E così via. Ovviamente, la storia Scaligeriana del Medio Evo menziona alcune conquiste del periodo, ma sempre con giustificazioni del tipo: “Persino questi improvvisi lampi del lavoro intellettuale erano episodi singoli e casuali” ([333], pag. 169). Siamo stati convinti che l’ “antico” Latino dalla sua brillantezza si sia degradato in una maniera strana e si sia trasformato in un goffo e squallido gergo, che cerca di riconquistare splendore solo nel Rinascimento – in un breve periodo di tempo, per guadagnare nuovamente fama in tutto il mondo come il linguaggio della scienza ([333]). Senza dubbio, si ha ragione di dipingere un quadro così brillante se ci affidiamo alla cronologia Scaligeriana. Ma noi vogliamo dare un’altra spiegazione a questo ipotetico “alluvione di barbarie” che si presume abbia investito l’Europa, l’Asia e l’Africa nei primi anni del Medio Evo. Siamo dell’opinione che quello che vediamo non sia stato un degrado della “grande tradizione del passato” ma, piuttosto, la nascita di una civilizzazione e la graduale creazione di valori culturali e storici, spostati nel lontano passato per errori cronologici che hanno gettato una luce spettrale sull’ “Età Classica” lasciando molti periodi medievali vuoti. La versione contemporanea della storia Romana medievale contiene una moltitudine di fatti controversi e ovvi paralleli con l’ “Età Classica” che, se indagati approfonditamente, possono essere ben spiegati col concetto distorto del ruolo storico giocato dal Medio Evo. Gettiamo uno sguardo rapido alla storia di Roma. Perché Roma in particolare? La ragione è che la storia Scaligeriana considera la cronologia Romana di importanza fondamentale (vedi Chron1, Capitolo 1). Cominceremo con un dettaglio intrigante. Le famose Cronache di Orosio ci informano del fatto che “Enea partì da Troia e arrivò a Roma” (!). Inoltre, l’ “antico” Orosio ci dice che questo gli era stato insegnato a scuola. Spieghiamo. Un simile itinerario di Enea, che prese parte alla guerra di Troia, rende la storia Scaligeriana di 400-500 anni più corta (vedi anche Chron1, Capitolo 1). La storia frammentaria dell’ “antica” Grecia ha avuto un certo impatto nella formazione della cronologia Romana a quei tempi. Lo storico N. Radzig segnala che “le imprese eroiche di Enea in Italia e il destino dei suoi discendenti includevano la preistoria Romana di Roma… Inizialmente questa preistoria non era molto lunga: chiamava Romolo nipote di Enea [questa è l’origine della discrepanza di 500 anni con la storia Scaligeriana, come ricordato in Chron1, Capitolo 1 – A. F.]; comunque, più tardi, quando gli annalisti Romani presero dimestichezza con la cronologia Greca, inventarono una intera sequenza di sovrani Albanesi… Clan di patrizi orgogliosi presero l’abitudine di tracciare i loro antenati indietro fino ai compagni di Enea, e direttamente al clan di Iulo, il figlio di Enea, il cui nome venne alterato per qualche arbitraria ragione.” ([719], pag. N. Radzig è francamente perplesso da un simile “comportamento ignorante da parte dei cronisti Romani”. Comunque, più avanti dimostreremo i paralleli sorprendenti tra gli eventi come anche le statistiche che identificano l’ antica Guerra di Troia del presunto XIII secolo A.C. come la guerra Gotica del presunto VI secolo D.C. che si combatté in Italia e nella Nuova Roma e anche la guerra Italiana del presunto XIII secolo D.C. Gli annalisti Romani erano perciò nel giusto nell' ’’affermare che la Guerra di Troia segna il vero inizio della storia medievale Romana nel XIII secolo D.C. Daremo un breve resoconto della storia medievale di Roma che è basata, in particolare, sul lavoro fondamentale in sei volumi dello storico Tedesco F. Gregorovius ([196]). Il significato di questo lavoro è spiegato dal fatto che contiene realmente una grande quantità di documenti medievali compilati meticolosamente da Gregorovius, insieme ai suoi scrupolosi e accurati commenti sulla materia. Gregorovius scrive che “fin dal declino dello stato Gotico [che si presume sia avvenuto nel VI secolo DC. – A. F.], l’antico dominio Gotico si dissolse completamente. Leggi, monumenti, e perfino le memorie furono completamente dimenticate” ([196], Volume 2, pagg. 3-4). L’assoluto oblio cronologico di cronache secolari della storia medievale Romana – La Storia di Tito Livio, per esempio, che fu dichiarata “storia antica” – rese Roma una città estremamente ecclesiastica dal punto di vista della moderna cronologia Scaligeriana. F. Gregorovius scrive che “Roma si è miracolosamente trasformata in un monastero”. Questa misteriosa trasformazione dell’ “antica Roma secolare” (ricordiamo al lettore le legioni di ferro e gli inflessibili eroi dei tempi andati) nella “Roma medievale ecclesiastica” è stata dichiarata “una delle più grandi e sorprendenti metamorfosi nella storia dell’umanità.” ([196], Volume 2, pagg. 3-6). È significativo che quasi tutte le istituzioni civili e politiche che compongono “la quintessenza dell'antica Roma” secondo la storia Scaligeriana erano intatte all’ “alba della Roma medievale”. Riferimenti medievali alla città di Roma sono estremamente scarsi nella cronologia Scaligeriana. Gregorovius ci dice che “gli eventi degli anni a seguire ci rimangono sconosciuti, poiché le cronache del periodo sono monosillabiche e appannate come l’epoca stessa e riportano solo disastri e sofferenze” ([196], Volume 2, pag. 21) – tutto ciò ci arriva dall’autore di un trattato storico fondamentale ([196]). Viene affermato quanto segue della metà del presunto IX secolo A.D.: “gli storici che si specializzavano nella storia Romana dovevano fare i conti con gli annali dei cronologisti Franchi per quanto concerneva questo periodo, poco informativi, come le biografie Papali che contengono solo indicazioni di quali costruzioni erano state erette e quali donazioni erano state fatte. Non c’è speranza per uno storico di presentare un immagine della vita civile della città durante quel periodo”. ([196], Volume 3, pag. 58) Più avanti, apprendiamo che: “una gran quantità di atti ecclesiastici e i registri degli eventi erano tenuti nell’archivio Papale… La perdita di questi tesori [o il loro arbitrario trasferimento nell’’ “antichità” – A. F.], che si estinguono senza lasciare traccia nel XII o nel XIII secolo, lasciano paurosi spazi vuoti nella nostra conoscenza dell’epoca). ” ([196], Volume 3, pag. 121) Tutto questo sembra significare che la maggior parte dei documenti sopravvissuti che si riferiscono alla storia della Roma medievale in Italia dati dal XI secolo o addirittura più tardi. F. Gregorovius scrive che “se tutti questi registri di eventi fossero in nostro possesso… non vi è dubbio che la storia di Roma tra l’ VIII e il X secolo [trecento anni, nientemeno – A. F.] verrebbero istantaneamente illuminati d una differente e molto più potente luce” ([196], Volume 3, pag. 131, commento 30). Scrive più avanti: “Non si può trovare un singolo scrivano che abbia cercato di immortalare la drammatica storia della città. Germania, Francia, e perfino il Sud d’Italia… ci hanno fornito molte grandi cronache; comunque, i monaci Romani devono essere stati del tutto indifferenti al destino della loro città perché gli eventi di quell’epoca rimangono assolutamente nebulosi”. ([196], Volume 3, pagg. 125-126) Si immagina che “allo stesso tempo, il papato continuasse con impeto a compilare le sue antiche cronache” ([196], Volume 3, pagg. 125-126). Comunque, questa è solo un ipotesi della storia Scaligeriana. Questa cronaca Papale – o, piuttosto, la tarda versione che ci viene offerta oggi – non è per nulla continua. Mostra enormi spazi vuoti. “La biografia di Nicola I (che si suppone vissuto nel IX secolo D.C. – A. F) segna il punto in cui i libri Papali smettono di essere conservati, e avremo molte opportunità di dispiacerci per la mancanza di queste fonti nella rappresentazione della storia della città” ([196], Volume 3, pag. 127)
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IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko
Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”
1.2. Paralleli tra ”antichità” e Medio Evo noti agli storici ma interpretati in modo scorretto.
I frammenti sopravvissuti delle cronache Romane medievali ci dicono cose che testimoniano chiaramente la natura “Classica” di certi eventi nella loro interpretazione moderna. In simili casi gli storici uniscono le loro voci ed iniziano a decantare la riscoperta di antiche memorie, reminiscenze Classiche, imitazioni dell’antichità, etc. F. Gregorovius, per citarne uno, dice che “alcuni Romani che incontriamo nel X secolo hanno nomi che suonano molto strani. Attirano la nostra attenzione e suscitano nella nostra immaginazione antiche realtà” ([196], Volume 3, pag. 316) . Per dirla in modo diverso e in maniera più semplice, si scopre che i Romani medievali portavano nomi considerati oggi “antichi”. Questo rende l’ “Età Classica” semplicemente un altro riflesso del Medio Evo.
La storia Scaligeriana spesso ha trattato l’esistenza del Senato e del Consolato nella Roma medievale. Da una parte, queste famose istituzioni politiche si pensa siano esistite esclusivamente nell’ “antica” Roma, che si presume sia stata distrutta nel presunto V-VI secolo D.C. con il declino del Terzo Impero Romano d’Occidente; dall’altra, alcune cronache medievali che hanno raggiunto i nostri giorni fanno talvolta riferimento all’esistenza di senato, senatori, consoli, tribuni e pretori nella Roma medievale. Questi titoli, gradi e uffici sono chiaramente “antichi”. C’è persino uno “scisma” di qualche tipo nei ranghi degli Scaligeriani, poiché una parte si considera che queste “antiche” istituzioni esistessero anche nel Medio Evo. Altri – la maggioranza a cui aderiva anche F. Gregorovius, era certa che i Romani medievali utilizzassero questi “antichi” termini per semplice forza dell’abitudine, senza attribuirgli alcun “significato originale”, e solo per tenerli come un “ricordo piacevole” della grandezza dell’ “ antica Roma”. F. Gregorovius riflette su questo, dicendoci che “Loro [i Romani medievali – A. F.] si rivolgono alle antiche tombe per aiuto, a coloroi che erano divenuti leggende, e invocano gli spiriti dei consoli, tribuni e senatori che continuano a infestare la città eterna attraverso il Medio Evo come fossero veri [sic! – A. F.]” ([196], Volume 3, pag. 349. Ancora: “Il rango di console viene menzionato di frequente nei documenti del X secolo” ([196], Volume 3, pag. 409, commento 20). Nel presunto X secolo “l’Imperatore [Ottone – A. F.] cercò di far rivivere i costumi Romani dimenticati da tanto tempo” ([196], Volume 3, pag. 388). In particolare, Ottone III “portava titoli concepiti a imitazione dei titoli portati dagli antichi trionfatori Romani” ([196], Volume 3, pagg. 395-396). Gregorovius dice quanto segue sulla descrizione della Roma medievale contenuta in un ben noto trattato medievale intitolato Graphia: “In Graphia il futuro e il passato sono mescolati” ([196], Volume 3, pag. 458, commento 7).
Più sotto troviamo che “questo è esattamente quelle che vediamo in Ottone III, che appassionatamente introduceva i resti sopravvissuti dell’Impero Romano, come i ranghi, gli indumenti e le idee dell’età imperiale nel suo stato medievale dove tutto ciò deve essere sembrato [dal punto di vista degli storici moderni – A. F.] come un rattoppo... il desiderio di sterilizzare l’epoca barbarica con simili reminiscenze era un fenomeno diffuso [sic! – A. F.]... Il mantenimento del prezioso libro Papale, interrotto con la biografia di Stefano V, fu riesumato nella Roma del X secolo [secondo noi era stato molto probabilmente iniziato e non ripreso, e questo evento accadde parecchio tempo dopo il X secolo – A. F.] – come brevi tabelle a cui ci si riferiva come a “cataloghi”... I cataloghi contengono solo i nomi dei papi, informazioni sulle loro origini, tempo di regno, e occasionali elenchi di eventi individuali. Niente fornisce una prova migliore della barbarie della Roma nel X secolo del famoso Liber Pontificalis ripreso nella sua forma primaria ed estremamente imperfetta”. ([196], Volume 3, pagg. 458, 427, 431)
Le cronache medievali contengono un gran numero di fatti che contraddicono la cronologia Scaligeriana e provano l’esistenza dei tre slittamenti della carta cronologica da noi scoperta. Inoltre, Ferdinand Gregorovius, in possesso di una grande e dettagliata conoscenza sia della storia “antica” che medievale dell’Europa (dopo tutto viene considerato uno dei più grandi specialisti della storia Scaligeriana dell’Europa), continua a elencare paralleli tra gli eventi “antichi e quelli medievali, alcuni dei quali sono così ovvi da sembrargli estremamente bizzarri. Gregorovius li segnala ad ogni passaggio, probabilmente avvertendo vaghi dubbi nel tentativo di dargli una spiegazione. Comunque, tali “spiegazioni” il più delle volte prendono la forma di nebulose elucubrazioni sulla profondità della “legge dei ricorsi storici”. I lettori non dovrebbero sorprendersi e, soprattutto, gli si chiede di non prestare attenzione alla cosa.
É comunque molto significativo che praticamente tutti questi paralleli scoperti da F. Gregorovius corrispondano perfettamente al nostro schema dei tre slittamenti cronologici di 330, 1050, e 1800 anni, rispettivamente. In altre parole, lo storico Gregorovius, cresciuto nella tradizione Scaligeriana, “scopre” i paralleli tra l’ “Età Classica” e il Medio Evo, esattamente dove si suppone che siano secondo il quadro generale dei duplicati cronologici descritti in Chron1, Capitolo 6. Citeremo più avanti alcuni di questi “parallelismi Gregoroviani”.
Così impariamo che “Noé [il patriarca Biblico! – A. F.] fondò una città vicino a Roma, e la chiamò col suo nome; i figli di Noé, Janus, Japhet, e Camesus costruirono una città chiamata Janiculus sulla Palatina... Janus visse vicino alla Palatina, e più tardi costruì la città di Saturnia vicino a Capitolia insieme a Nimrod [sic! – A. F.]” ([196], Volume 3, pag. 437). “Nel Medio Evo c’era persino un monumento nel foro di Nerva [a Roma – A. F.] chiamato l’Arca di Noè” ([196], Volume 3, pag. 461, commento 26).
Tutte queste presunte “assurdità” (solo all’interno del tunnel della realtà della cronologia Scaligeriana) si adattano perfettamente alla sovrapposizione che abbiamo scoperto, laddove i regni di Israele e Giudea si identificano col Sacro Romano Impero nel X-XIII secolo così come l’impero degli Asburgo (il cui nome potrebbe derivare da “Nuova Città” o “Nov_Gorod” in Russo?) del XIV-XVI secolo. Vedi altro sulla vita del Biblico Noé e sulla sua probabile identità in Chron6.
Un altro esempio di una simile “stupidaggine” (secondo Scaligero e compagnia) e che “è ben noto che i Franchi si consideravano discendenti dei Troiani” ([196], Volume 3, pag. 361, commento 28).
In generale, Gregorovius segnala che “solo questo spirito Classico che prevalse in città in tutto il Medio Evo può spiegare un gran numero di eventi storici” ([196], Volume 3, pag. 443). Sembra che le prime liste di monumenti Romani – compilate come minimo nel XII secolo D.C. come ci dicono oggi – siano “una sorprendente accozzaglia di nomi di monumenti corretti e sbagliati” ([196], Volume 3, pag. 447). Un esempio tipico di come nei fatti l’’ “antichità” potesse essere identificata col Medio Evo è il seguente: “La Chiesa di San Sergio fu consacrata a S. Bacco e a S. Sergio; il nome di questo santo suona strano in questa antica area pagana; comunque, a Roma non era un’eccezione, perché tra i santi Romani [i santi Cristiani medievali, cioè – A. F.] troviamo anche i nomi di altri antichi dei e eroi, come S. Achille, S. Quirino, S. Dioniso, S. Ippolito e S. Ermes”. ([196], Volume 3, pag. 447) Tutti questi santi Cristiani medievali – Achille, Quirino, Ermes e altri – furono più tardi arbitrariamente esiliati in un tempo immemorabile, dove furono trasformati nei presunti “antichi” dei e semidei: Achille, Quirino, Ermes, etc.
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Dalla voce "Vasco De Gama" sulla Wikipedia inglese.Non sarai mica tra quelli che pensano che si sono inventati mille anni? :nono:
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Ma io non sono neanche sicuro che quello sia 502. A me sembra S02. Secondo Fomenko, nel corso del diciasettesimo secolo le cifre 5 e 6 vennero scambiate. Ma non sono neanche sicuro che quella S fosse un numero o che ci sia scritto "anno".
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di Anatoly Fomenko
Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”
1.3. Legislatori Romani medievali si riuniscono nel presumibilmente distrutto “antico” Campidoglio
F. Gregorovius ci racconta che la storia dei famosi monumenti dell’architettura della Roma Italiana non si può tracciare temporalmente oltre il XI-XII D.C. Citiamo un esempio: “Per un lungo periodo di tempo (dopo che l’età “Classica” si presume fosse finita), non pare si incontri il nome del Campidoglio; semplicemente scompare dagli annali della storia [evidentemente, questo è dovuto al fatto che il Campidoglio sarebbe stato costruito solo molto tempo dopo – A. F.]; a dispetto del fatto che il Graphia ci racconti che le mura del Campidoglio erano adornate con vetro e oro [questa è un’informazione successiva al X secolo – A. F.], non c’è descrizione del tempio… i fori imperiali, un tempo pieni di eleganza, sono caduti nell’oblio… [che significa che non erano ancora stati costruiti – A. F.], a parte il foro di Traiano; il foro di Augusto era completamente ingombro di rovine e vi crescevano gli alberi all’interno, tanto che la gente usava chiamarlo il giardino incantato” . ([196], Volume 3, pagg. 447-448). Evidentemente, il foro di Augusto, é anch’esso stato costruito molto più tardi e il posto era pienodi vegetazione vergine. Il caos completo regna coi nomi medievali dei monumenti della Roma Italiana – un miscuglio perfetto di nomi “antichi” e medievali. Per esempio, “il tempio di Vesta era stato un tempo considerato il tempo di Ercole il Vittorioso ed è considerato il tempio di Cibele da parte dei moderni archeologi; comunque questa divinità, ovviamente [? – A. F.] deve aver fatto posto a qualche altra divinità, che, a sua volta, verrà detronizzata dopo qualche altra rivoluzione archeologica”. ([196], Volume 3, pagg. 469-470) Tutte queste confuse re-identificazioni e il generale caos assomiglia a un inutile gioco piuttosto che a una affermazione scientifica su una base. Questo ci mostra quanto fragili siano le fondamenta delle “identificazioni archeologiche” che ci vengono offerte oggi. F. Gregorovius continua raccontando che “per oltre 500 anni quest’area era rimasta assolutamente nascosta [il Campidoglio e le sue vicinanze – A. F.]… Solo la tradizione orale ha permesso che riguadagnasse un significato storico [sic! – A. F.] e l’ha fatta ritornare il centro dell’attività politica cittadina, quando lo spirito dell’indipendenza civile si era risvegliato. Nel XI secolo il Campidoglio era già ridiventato il centro di tutte le questioni civili”. ([196], Volume 4, pag. 391) Non possiamo fare a meno di chiederci se veramente questo possa essere successo tra le rovine. Dopo tutto, la storia Scaligeriana ci assicura che il Campidoglio era stato distrutto parecchio tempo prima e che era rimasto senza alterazioni in tutti questi anni “semi-dimenticato” ([196], Volume 4). E più avanti leggiamo anche che “la sacralità dell’Impero Romano risorse nelle memorie dei Romani, in riunioni animate della nobiltà e del popolo che avvenivano sulle rovine del Campidoglio [sic! – A. F.]… Più tardi, nell’epoca di Benzo, Gregorio VII e Gelasio II, i Romani si raccoglievano nello stesso Campidoglio durante ben organizzate elezioni del prefetto, quando il consenso della popolazione era richiesto per l’elezione di Callisto II, o quando i Romani venivano chiamati alle armi. È possibile che il prefetto di città avesse anche gli alloggi nel Campidoglio [dormiva sotto le stelle? – A. F.], poiché il prefetto indicato da Enrico IV aveva vissuto lì. Inoltre, le dispute spesso avvenivano in un palazzo situato nel Campidoglio [sempre tra le rovine, o cosa? – A. F.]”. ([196], Volume 4, pag. 391). E avanti così. L’insieme di stranezze e assurdità diventa anche più grande. Comunque, l’unica ragione per la loro esistenza è la certezza degli storici moderni che tutte le cose “Classiche” siano andate in polvere diversi secoli fa. È possibile immaginare – solo ipoteticamente – che tutti questi incontri, convegni, consigli, elezioni, dibattiti discussioni creazione di documenti e loro archiviazione, pronunciamenti ufficiali di stato, la firma di carte ufficiali e così via, avvenisse tra le rovine su cui erano cresciuti canne e erbacce, e non in un edificio costruito a questo scopo e precisamente in quest’epoca – il Medio Evo? La distruzione arrivò parecchio tempo dopo – ci furono “ondate di distruzioni” a sufficienza nella Roma Italiana del XIV-XVI secolo. La tradizione Scaligera offusca la storia che viene presentata a F. Gregorovius a un tale livello che Gregorovius – uno dei più seri e “documentati” esperti della storia di Roma nel Medio Evo in generale – prosegua la sua narrazione evidentemente inconsapevole di quanto ridicolo si il quadro che lui ci offre, e a qual punto contraddica il senso comune. Scrive che “sedendo sulle colonne rovesciate di Giove o sotto la volta dell’archivio di Stato, tra statue sparse e targhe memoriali, il monaco del Campidoglio, il console predatore e il senatore ignorante nutrissero meraviglia e meditassero sulle vicende della vita” ([196], Volume 4, pagg. 391-392). Assolutamente dimenticando la comica impossibilità di simili assemblee legislative, Gregorovius prosegue raccontandoci che “i senatori con mitra nei loro mantelli di broccato arrivavano alle rovine del Campidoglio con solo una vaga idea del fatto che nei tempi andati gli statisti ratificassero le leggi qui, e gli oratori facessero i loro discorsi… nessuna beffa più atroce di quella sofferta da Roma!… tra i blocchi di marmo [e i senatori che si riunivano in mezzo a questi, possiamo aggiungere – A. F.] pascolavano greggi di capre, e così una parte del Campidoglio prese il nome di Collina delle Capre… come il foro Romano soprannominato La Corsia del Bestiame [forse senatoriale? – A. F.].” ([196], Volume 4, pagg. 393-39). Gregorovius cita una descrizione medievale del Campidoglio per provare il triste quadro Scaligeriano del declino di Roma, che è rimasto l’unica fonte originale fino al XII secolo D.C. e oltre ([196], Volume 4, pag. 394). Il fatto più sorprendente è che questo antico testo che occupa un’intera pagina di un libro moderno di grande formato non dice una singola parola di distruzioni di alcun genere, descrivendo invece il Campidoglio medievale come un centro politico funzionante della Roma medievale. La narrazione cita lussuose costruzioni, templi ecc. Non c’è un singolo riferimento ai greggi caprini che insozzassero con le loro deiezioni questo dorato splendore. Gregorovius, avendo scrupolosamente citato questo testo medievale nella sua interezza – non si può negare che fosse uno scienziato coscienzioso – non può fare a meno di fare un altro tentativo di proselitismo, nel dire al lettore che “ nella descrizione del Campidoglio dato dai Mirabilia lo vediamo come illuminato con l’ultima luce di una alba morente; non abbiamo altre informazioni su questa epoca” ([196], Volume 4, pag. 394). E anche: “persino per questi libri leggendari, ogni cosa rimane un enigma e una faccenda dei tempi andati” ([196], Volume 4, pag. 428, commento 16). È molto utile rivolgersi alle fonti originali e leggerle con mente aperta, senza pregiudizi e opinioni a priori. Troviamo parecchie cose interessanti, quelle che gli storici Scaligeriani preferiscono occultare. In riferimento alla Roma medievale del presunto X-XI secolo, Gregorovius segnala (per l’ennesima volta) che “Roma sembra essere ritornata ai tempi andati: aveva di nuovo un Senato ed era in guerra con le città Latine e Toscane, che si erano unite contro Roma ancora una volta” ([196], Volume 4, pag. 412). Nel presunto XII secolo un “revival Classico” si osserva di nuovo. Gregorovius ci racconta che “Arnoldo [da Brescia – A. F.] era stato eccessivamente veemente nell’aderire alle antiche tradizioni” ([196], Volume 4, pag. 415). Evidentemente, aveva fatto “resuscitare” lo stato dei cavalieri considerato oggi “antico” ([196], Volume 4, pag. 415). Più tardi, nel presunto XII secolo, Papa Alessandro III “resuscita il trionfo pagano degli antichi imperatori” ([196], Volume 4, pag. 503). F. Gregorovius ci informa che “il leggendario nome di Annibale riapparve come nome medievale di una famiglia di senatori, signori della guerra e cardinali per diversi secoli” ([196], Volume 5, pag. 122). Annibale è tuttavia considerato oggi un personaggio “estremamente antico”. Un altro “revival d’antichità” si presume sia accaduto nel presunto XIII Secolo: “Il popolo Romano sviluppa un nuovo spirito in questo periodo; marcia alla conquista della Toscana e del Lazio come aveva fatto nei tempi antichi, all’epoca di Camillo e Coriolano [oggi considerati “distanti antichità” – A. F.] I vessilli Romani con sopra le antiche iniziali S.P.Q.R. apparvero di nuovo sui campi di battaglia” . ([196], Volume 5, pagg. 126-127). Una lista dettagliata delle presunte “rinate” e “risorte” tradizioni, nomi e riti giudicati “antichi” può continuare per dozzine di pagine, poiché praticamente tutte le istituzioni primarie del’ ”antica” Roma sembrano “rinascere” nel Medio Evo. Noi ci limitiamo solo a un certo numero di esempi. L’interpretazione di questo sorprendente fenomeno come un “revival” e non come un inizio, ha radici esclusivamente negli errori della cronologia Scaligeriana. Oggi l’unica sorgente originale sull’archeologia e sui monumenti della Roma Medievale Italiana assomma a solo due libri compilati come minimo nel XII-XIII secolo ([196], Volume 4, pagg. 544-545). Improvvisamente scopriamo che secondo la cronologia Scaligeriana, i nomi dei monumenti Romani di questi libri medievali sono spesso considerati erronei e caotici. Cominciamo a comprendere che questo semplicemente significa che contraddicono la storia Scaligeriana. Potrebbe essere, invece, che questi libri siano corretti al contrario della versione Scaligeriana? Per esempio, questi testi si riferiscono alla Basilica di Costantino come al “Tempio di Romolo” (sic!). Questo appare assurdo a uno storico moderno; comunque, questa indicazione medievale corrisponde perfettamente con l’identificazione dell’Imperatore Costantino come Re Romolo che noi abbiamo scoperto in quanto risultato di un parallelismo dinastico (vedi figa. 6.52 in Chron1, Capitolo 6). A parte simili “bizzarre” identificazioni, le cronache medievali contraddicono la cronologia consensuale di Scaligero e Petavio ad ogni passo.
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Viene costruito un castello. Attorno al castello sorge un piccolo villaggio con le case dei vari servitori. Col progresso materiale, i villaggi antichi di legno e paglia vengono sostituiti da cittadine di pietra e il castello si ingrandisce e ne diventa il centro amministrativo. Dopo qualche secolo, il castello è caduto in rovina ed è pericolante. Le autorità decidono quindi di abbatterlo. Al suo posto resta una piazza.il foro
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