Nuova Cronologia

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4 Anni 2 Mesi fa #38279 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Letto su un sito russo.
Franciscus Donders fu uno dei più importanti oculisti degli anni '50 e '60 del XIX secolo.
Auguste Mariette fu un importante egittologo che negli anni '60 del XIX secolo liberò dalla sabbia il tempio di Dendera. Il tempio è famoso per lo zodiaco raffigurato su un pavimento.



(ufficialmente però lo zodiaco di Dendera era noto già prima di quell'epoca)

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4 Anni 2 Mesi fa #38306 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

3. Il culto Cristiano Medievale Europeo e le “antiche” celebrazioni Bacchiche

Secondo la nostra ricostruzione, l’ “antico” culto pagano Dionisiaco (Bacchico) era prevalente in Europa nel Medio Evo, cioè nel XIII-XVI secolo, e non nella “distante antichità”. Questo può essere stato una delle forme della Cristianità Europea Occidentale. Si può trovare conferma a questa teoria nelle fonti originali che hanno raggiunto i nostri giorni? Sì, ed anche una significativa conferma. N. A. Morozov nella sua analisi della storia ecclesiastica ha prestato attenzione alla pratica ben conosciuta anche se negata, apertamente Bacchica, nelle cerimonie Cristiane medievali in Italia e Francia, dove le liturgie spesso si trasformavano in orge, i conventi diventavano case di piacere, ecc. Che ci dice la storia Scaligeriana dei monasteri medievali nell’Europa Occidentali? Prendiamo il libro di Alessandro Paradisis intitolato La Vita e Attività di Balthazar Cossa (Papa Giovanni XXIII) ([645]). “Niente rimane della reclusione e della devozione delle prime cerimonie della Cristianità, la decadenza della chiesa e della sua morale raggiunsero proporzioni grandiose... L’abbigliamento delle monache non aveva nulla di severo, anzi, serviva a mettere il evidenza la loro bellezza naturale e leggiadria... Praticamente tutti i monasteri Italiani [secondo Rodocanachi] permettevano l’accesso a visitatori maschi... come i monasteri Veneziani – Casanova non è l’unica fonte di informazioni a questo proposito; St. Didier scrive che “nulla attraeva tanto interesse a Venezia quanto i monasteri”. Anche i nobili ne erano frequenti visitatori. Poiché tutte le monache erano magnifiche e avevano le gambe lunghe, nessuna di loro rimaneva senza amanti. La cura del signore rispetto alla morale si manifestava nell’aiutare le monache a trovare modi molto elaborati per incontrare i loro amanti e a fornirgli i necessari alibi. Durante il Carnevale Veneziano (che poteva durare laggiù quasi sei mesi), i conventi diventavano sale da ballo piene di uomini mascherati... I vestiti erano limitati, stretti alla vita, con grandi scollature che mostravano i corpi bianchi e voluttuosi delle monache.” (vedi Rodocanachi (E.), La femme Italienne, avant, pendant et après la Renaissance, Parigi, 1922.) Charles Louis Pölnitz scrive che le monache Veneziane si facevano i boccoli, indossavano abiti corti che a stento coprivano le gambe formose, e che il loro petto era coperto solo quando cantavano nel coro della chiesa. Gli indumenti indossati dalle monache Romane non erano proprio casti; per quanto riguarda le monache Fiorentine, il priore di un convento di frati che aveva visitato Firenze scrive che assomigliavano alle ninfe mitiche piuttosto che a “spose di Cristo” (vedi Pizzichi, Viaggio per l’alta Italia. Firenze, 1820). C’erano anche teatri e molti monasteri dove era permesso fare spettacoli, comunque, solo le monache potevano prendervi parte. Anche le monache di Genova non erano particolarmente conosciute per la continenza. Uno degli editti papali affermava in modo preoccupato che “le sorelle del convento di S. Filippo e S. Giacomo girano per le strade di Genova, praticando ogni scurrilità gli detti l’immaginazione” ([645], pagg. 160-162). Alla fine la chiesa incominciò a reprimere queste forme Bacchiche del culto Cristiano Occidentale. “La dissolutezza delle monache nel convento Bolognese di Giovanni Battista era stato così grande che le autorità erano state costrette a disperdere le monache e chiudere il convento. Le monache del convento di S. Leonardo vennero date in custodia al convento di S. Lorenzo che era noto per i suoi regolamenti austeri e rigidi, conosciuto come “il tormento delle monache”... La quantità di monache perseguitate dalla giustizia cresceva ogni giorno. Ogni convento Bolognese aveva un soprannome: “il convento delle bambole’” “il convento delle linguacciute,” “il convento delle Maddalene addolorate,” “il convento delle ragazzotte,” “il monastero delle Messaline,” ecc. (vedi Frati (Lodov.), La vita private di Bologna nel Medio Evo, Firenze, 1898)… L’importante umanista Giovanni Pontano racconta che a Valencia gli Spagnoli avevano accesso libero ai conventi, ed era difficile distinguere tra i tabernacoli consacrati e le case di malaffare. Settenbrie, che ha studiato l’ultima raccolta dei lavori di Masuccio, scrive che il Libro Il Matrimonio tra Frati e Monache era stato tolto dalla circolazione, ed era entrato nella lista dei libri proibiti dalla Chiesa Cattolica, mentre un anatema era stato lanciato al suo autore” ([645], pagg. 162-164). Fermiamoci un momento a pensare. Una domanda sorge naturale, cioè, cosa fosse l’essenza del culto Cristiano nell’Europa Occidentale prima dell’introduzione delle rigide sanzioni del XVI-XVII secolo. Assomigliava alla moderna Cristianità? Oggi ci viene spesso detto che il clero medievale passava spesso il tempo facendo baccanali. Abbiamo tutti sentito della presunta libidine di molti monaci medievali che si dice avessero corrotto gli ideali originali, intrinsecamente puri. Uno studio senza pregiudizi di documenti medievali mostra che questo culto Cristiano medievale era praticamente identico con quello che noi consideriamo il culto Bacchico, Dionisiaco. N. A. Morozov cita una gran quantità di dati che mostrano, per esempio, la prostituzione ufficiale come parte integrante della liturgia Occidentale Cristiano-Medievale. Un altro esempio è il culto dell’amore prevalente in un certo numero di templi medievali che si trovano sul territorio dell’India moderna. Di conseguenza, esiste la possibilità per una linea che contraddice il punto di vista moderno, che interpreta le chiare tracce di rituali Bacchici in quelli Cristiani del Medio Evo come una corruzione della Cristianità archetipica. Questi “antichi resti” che persistono nel Medio Evo ci appaiono oggi strani poiché contraddicono la cronologia Scaligeriana. Una modifica di quest’ultima e il dislocamento dell’ “antichità” nel Medio Evo elimina l’apparente contraddizione. La storia Scaligeriana contiene molte tracce delle liturgie medievali Bacchico-Cristiane. Secondo gli esperti di storia delle religioni, i Cristiani Europei Occidentali del Medio Evo avevano (vedi, ad esempio, l’articolo in [544]) rituali religiosi che includevano congregazioni notturne chiamate “agape” o “notti d’amore.” A dispetto degli sforzi dei commentatori tardo medievali e moderni di convincerci che queste “cene d’amore” Cristiane e riguardavano semplicemente “cameratesche libagioni” e “cordialità platoniche,” il significato iniziale della parola “agape” rivela qualcosa di completamente differente. Come puntualmente rileva N. A. Morozov, la parola Greca corretta per amore fraterno è “philia,” laddove “agape” viene soltanto utilizzata per l’amore erotico. Perciò l’ “agape” era molto probabilmente il modo in cui i Cristiani si riferivano ai baccanali Europei Occidentali del culto Dionisiaco con tutti i loro attributi orgiastici – attributi considerati oggi “estremamente antichi”. Quello che la cronologia Scaligeriana ci presenta come un’eccezione deve essere stata la regola per la chiesa Cristiana dell’Europa Occidentale nel Medio Evo. Per esempio, i numerosi riferimenti alla “lascivia Papale ed Episcopale” semplicemente indica quanto fosse diffuso il baccanale Cristiano nel Medio Evo. Questo potrebbe essere stato il risultato di una distorsione dei riti strettamente Cristiani del XII secolo. Ricordiamo che i baccanali pagani erano descritti dall’ “antico” Tito Livio nel famoso Storia della Città. E i paralleli dinastici che abbiano scoperto collegano l’ “antica” Roma di Tito Livio all’epoca del XI-XIII secolo, e parzialmente anche agli Asburgo (Nuova Città, o Nov-Gorod?) epoca del XIV-XVI secolo. Evidentemente, si presentò la necessità di contenere il culto Bacchico. N. A. Morozov propone l’ipotesi che la pratica Cristiano-Bacchica di orge religiose Dionisiache nelle chiese Occidentali possa aver causato una vasta propagazione di malattie veneree nei paesi dell’Europa Occidentale ([544], Volume 5). Non discuteremo l’attendibilità dell’ipotesi, poiché va al di là del nostro lavoro. È comunque possibile che la chiesa Occidentale Europea del XV-XVI secolo in seguito sia tornata all’originale, ascetico e in qualche modo austero stile della Cristianità del XII secolo per mitigare gli effetti negativi delle conseguenze dei riti Bacchici. Questa può essere una delle ragioni principali per la riforma religiosa, come anche per i rigidi editti di celibato. Questa riforma fu più tardi arbitrariamente localizzata nel XI secolo D.C. e ascritta a “Papa Gregorio VII,” o “Papa Ildebrando” (“Ablaze as Gold” “Illuminato d’Oro”), il quale, secondo la nostra ricostruzione, è un riflesso del Gesù Cristo del XII secolo. Ci sono molti eventi di quella che oggi conosciamo come “biografia di Ildebrando” che si possono considerare appartenenti a periodi più recenti del XIV-XVI secolo. Naturalmente, eliminare l’ “antico” rito Bacchico o Dionisiaco fu tutt’altro che facile a causa della sua grande capacità di attrazione e nonostante le conseguenze sociali (malattie veneree, ecc.). Oggi “Papa Ildebrando” è proprio la persona che si dice abbia dato grande rilievo a questo problema durante la riforma religiosa del presunto XI secolo, che è il periodo di tempo associato con i rigidi editti sull’espulsione di quei religiosi che continuavano la loro vita matrimoniale. Questa decisione causò un putiferio, poiché quasi tutto il clero Romano era sposato. Come segnalò N. A. Morozov: “Il risvolto naturale dell’esistenza umana fu sconfitto in questo tragico conflitto matrimoniale, e un rigido ascetismo monastico trionfò per l’influenza del Vangelo secondo Matteo – il reale editto sul celibato deve essere stato causato da una larga diffusione di malattie veneree tra i religiosi e tra i laici, poiché è difficile spiegare e giustificare una simile innovazione.” ([544], Volume 5). L’opposizione venne distrutta, sebbene dopo anni di lotta. La necessità di distruggere il culto orgiastico Cristiano comportò la creazione dell’Inquisizione per l’avvio di una linea dura di riforme sia nella vita clericale che secolare nell’Europa Occidentale. Dovremmo segnalare che nella Chiesa Ortodossa Orientale e in particolare in Russia non c’è mai stata questa evidente diffusione di pratiche Bacchiche. Questo è il motivo per cui non c’era Inquisizione nella Chiesa Ortodossa. La transizione verso una forma di culto più ristretta nella chiesa Occidentale può essere stata causata dagli effetti sociali negativi delle liturgie Bacchiche. Comunque, N. A. Morozov insisteva nel considerare la Chiesa Ortodossa come erede della Chiesa Latina Occidentale. Consideriamo questo un altro suo grave errore. La ragione di questo ci è chiara oggi: N. A. Morozov erroneamente considerava la chiesa Occidentale in generale molto più antica della chiesa Ortodossa, e della chiesa Russa in particolare, poiché, secondo la visione Scaligeriana, la formazione della Chiesa Ortodossa in Russia avvenne solo nel X-XI secolo, mentre era opinione di Morozov che la chiesa Occidentale si fosse formata nel IV-V secolo D.C. Comunque, oggi cominciamo a capire che sia la Chiesa Occidentale che quella Ortodossa – quella Russa in particolare, sono comparse simultaneamente – nel XII-XIII secolo, qv nella nuova cronologia statistica riportata in Chron1, Capitolo 6. Evidentemente, la chiesa Ortodossa e quella Latina avevano la stessa origine, ed erano state sviluppate in modi completamente diversi. Lo stesso nome di Chiesa Ortodossa (cioè conservatrice, o antica) indica la possibilità che le pratiche Ortodosse fossero più vicine al proto-culto del XII secolo di quelle della liturgia Latino-Cattolica. Le descrizioni medievali dei turpi “sabba diabolici” nell’Europa Occidentale devono essersi basati sui medesimi Baccanali dell’ “agape” ricordati sopra, ma questi erano già stati dichiarati “una creazione del demonio”. Ricordiamo al lettore che dissoluti eccessi orgiastici erano stati una caratteristica notevole degli agape o Sabba (secondo la storia Scaligeriana). Ovviamente, la nuova chiesa Occidentale Europea convenientemente attribuì la responsabilità dell’agape (o sabba, o Baccanali) al “demonio” per coprire tutti i ricordi del recente passato Bacchico Cristiano nella congregazione. La storia della stessa popolazione fu così spietatamente estirpata e attribuita ad una “religione differente”, o addirittura “al diavolo”. In seguito, fu ulteriormente spostata in un’epoca antidiluviana chiamata antichità”. La storia del culto Bacchico Cristiano nell’Europa Occidentale dev’essere stata piuttosto lunga. Faremo un paio di citazioni dall’opera piuttosto rara di Champfleury intitolata Historie de la Caricature au Moyen Age ([1064]). La caricature normalmente riflette la realtà leggendo in modo iperbolico alcuni aspetti per metterli in luce. Champfleury scrive: “Le cattedrali medievali e i monasteri ospitavano strani tipi di intrattenimento [visto dal punto di osservazione della visione consensuale del Medio Evo e dell’epoca del Rinascimento – A. F.] durante grandi feste in chiesa nel Medio Evo e nell’epoca del Rinascimento. Non è solo il clero comune che prende parte alle danze e a i canti, specialmente durante il Natale e la Pasqua, ma persino i dignitari dei vertici ecclesiastici. I monaci dei conventi ballavano con le monache dei conventi vicini, e i vescovi si univano alla baldoria.” ([1064], pag. 53. Citato in [544], Volume 5) Champfleury procede citando l’esempio più sobrio, presentandolo come una caricatura [!], è l’illustrazione di una cena di monaci insieme alle “loro fidanzate” da una Bibbia del XIV secolo (che è un fatto che riteniamo opportuno sottolineare). Ma com’è possibile che questa “caricatura”, se è davvero questo, sia finita nella Bibbia, un libro sacro? Le Sacre Scritture sono difficilmente il luogo per scherzi e battute, specialmente considerando il fatto che le altre miniature di questa edizione della Bibbia non danno l’impressione che l’illustratore sia un giocherellone. La miniatura disegna uno scenario tipicamente Bacchico: un monaco e una monaca sono appassionatamente abbracciati in primo piano, e la stessa cosa viene fatta da un più vasto gruppo sullo sfondo. Simili lavori medievali sono osservabili sui capitelli della Cattedrale di Strasburgo. Un orso porta un aspersorio, un lupo lo segue con una croce, seguiti da una lepre che porta una torcia ecc. Soggetti Bacchico-Cristiani” medievali si possono ancora vedere in alcuni templi dell’Europa Occidentale. Per esempio, le oscene (nel senso moderno) immagini sulla cupola del portale di Notre Dame a Parigi, Francia, e quelle dei capitelli della Cattedrale di Magdeburgo. Una donna nuda che cavalca, una scimmia che suona la chitarra. Una “caricatura” Olandese del culto medievale Cristiano si può vedere nella History of the Papacy di S. G. Lozinsky, per esempio. Una folla di parrocchiani si precipitano in chiesa dietro a un prete mentre la folla in piazza si dà alla gioia sfrenata davanti alla chiesa. La quantità di queste “caricature” nei manoscritti medievali che hanno raggiunto i nostri giorni è piuttosto grande. Tra l'altro, Papa Pio II, per dirne una, fu l’autore di “numerosi poemi erotici e una commedia estremamente oscena intitolata Crisi” ([492], Volume 1, pag. 156). Sarebbe opportuno ricordare al lettore il “Cantico dei Cantici”, parte del canone Biblico con espliciti riferimenti e descrizioni erotiche in abbondanza. Naturalmente, i teologi dei nostri tempi li interpretano con prudenza come “allegorie”. Champfleury nel suo tentativo per far corrispondere la vita monastica dell’Europa Occidentale del XIII-XVI secolo alla morale moderna e ai concetti inculcati di vita religiosa e “ideali monastici” dell’epoca, cerca di convincerci che tutti questi fenomeni nell’arte medievale non debbano essere visti come illustrazioni di una realtà contemporanea, ma piuttosto come ammonimenti contro simili azioni ([1064]). Comunque, questo appare molto curioso, poiché l’ “ammonimento” viene rappresentato in modo molto attraente. È possibile concepire qualcuno che cercasse di frenare la dissolutezza pubblica con l’aiuto di rappresentazioni pornografiche? Questo, molto probabilmente, avrebbe l’effetto opposto. Inoltre, se questi fossero stati “ammonimenti”, sarebbe da aspettarsi di vedere rappresentazioni di spiacevoli effetti postumi di simili azioni. Ma non c’è nulla di simile! Simili illustrazioni nella letteratura religiosa hanno senso solo se sono rendiconti di fenomeni quotidiani della vita del clero medievale – eventi considerati da tutti normali, in altre parole. Se il pittore avesse voluto esprimere il suo rimprovero sulla questione, avrebbe mostrato questa giostra in una luce sgradevole, con demoni che trascinavano i peccatori all’inferno, il disgustoso risultato delle malattie, ecc. Invece di questo, molte Bibbie medievali contengono illustrazioni di danze Baccanali che sembrano proprio “antiche”. I capitelli sono inghirlandati con viti, con piccoli angeli che si arrampicano – immagini spinte di presunti cupidi “estremamente antichi” e così via. Ci riferiamo, per esempio, alla nostra personale familiarità con certe antiche Bibbie che si trovano nella Libreria del Planetario di Mosca, o quelle del Museo di Libri Rari della Libreria Nazionale di Stato di Mosca. Secondo Champfleury, fu nel VII secolo D.C., 700 anni dopo la nascita della Cristianità, che il Consiglio di Chalon-sur-Saône proibì alle donne di cantare canzoni oscene nelle chiese ([1064]). Il dato del VII secolo è della cronologia Scaligeriana; secondo i nostri calcoli, tutto questo accade nel XV-XVI secolo, il che coincide col tempo della creazione dell’Inquisizione in Occidente. Gregorio di Tours si lamenta delle mascherate monastiche a Poitiers che avvenivano durante le “feste dei folli”, “feste degli innocenti” e “feste dell’asino”. Champfleury scrive: “fu nel 1212 [data presunta – A. F.] che il Concilio di Parigi proibì alle monache di partecipare alle “convulse celebrazioni” nella seguente forma: ‘Le convulse celebrazioni in cui il fallo viene venerato debbono essere condannate ovunque, e si proibisce specificatamente la partecipazioni di frati e monache’” ([1064], pag. 57, citato in [544], Volume 5, pag. 658). Il bando non sembrò servire a molto, poiché molto tempo dopo, nel presunto anno 1245, il vescovo riformatore Odone riportava, dopo aver visitato i monasteri di Rouen, che là le monache prendevano parte in massa a piaceri proibiti ([1064], pag. 57. Citato in [544], Volume 5, pag. 658). La “festa degli innocenti” ricordava molto alla Chiesa la “festa dei folli,” o festi follorum (probabilmente rinominata da festi phallorum). Evidentemente, l’etichetta “innocenti” si riferiva al popolo incapace di distinguere tra permesso e proibito. Entrambe le feste potrebbero essere state la stessa vecchie agape Cristiana e i Baccanali chiamati diversamente. Secondo Champfleury, esistevano ancora a Besançon fino agli anni 1284-1559 (della cronologia Scaligeriana) fino a che la chiesa riformata li mise fuorilegge anche in quell’area. Re Carlo VII proibisce queste “feste dei matti” religiose di nuovo nel 1430, nella Cattedrale di Troyes ([1064], pag. 58, citato in [544], Volume 5). Si può constatare quanto lavoro sia costato alla chiesa Europea Occidentale estirpare il culto Bacchico-Cristiano così profondamente radicato nel XIII-XV secolo. Champfleury scrive: “Molte volte, studiando le antiche cattedrali e cercando di svelare la ragione segreta per le loro sconce decorazioni, tutte le mie spiegazioni mi sembravano commenti a un libro scritto in un linguaggio a me alieno... Cosa si può dedurre dalla bizzarra scultura che si vede nell’ombra di una colonna in un corridoio sotterraneo della cattedrale medievale a Bourges?” ([1064], citato in [544], Volume 5, pag. 661) La scultura in questione è l’effige di un fondoschiena che esce dalla colonna in una maniera molto erotica, realizzato meticolosamente e con grande efficacia. Come avrebbero potuto i monaci e i parrocchiani di un tempo precedente a quello in cui sarebbe diventata per i turisti un’attrazione dei tempi andati, permettere che questo apparisse nel tempio dove loro dimoravano? Un altro esempio è la scultura in pietra datata presumibilmente al 1100 che adesso è in mostra nel museo della Cattedrale di Santiago de Compostela in Spagna. Vediamo una donna nuda in una posizione molto esplicita. La targa museale ci dice che la scultura stava all’interno proprio di questa cattedrale prima di diventare un oggetto espositivo. Quindi, durante la sua ricostruzione, era stata asportata dal suo luogo originale e portata al museo. Tentativi di spiegare tutte queste sculture medievali (delle quali ben poche sono rimaste) come “caricature” del clero scolpite nella pietra su pareti di templi sacri, semplicemente non ha senso. Champfleury continua chiedendoci: “Può qualcuno pensare a un’invenzione così paradossale da determinare una correlazione tra un così improbabile scherzo e il posto sacro che ospita la scultura? Con che autorità lo scultore ha potuto scolpire simili dettagli e restare impunito?.. Sulle pareti di diversi templi Cristiani troviamo, con grande sorpresa, immagini di genitali umani mostrati in modo accondiscendente tra gli oggetti utilizzati per la liturgia sacra. I lapicidi mostrano grande innocenza nello scolpire simili sculture pornografiche, che rappresentano un’eco del simbolismo Classico... Questo… resti fallici del passato che si trovano nei più oscuri corridoi [dove avvenivano i Baccanali – A. F.] sono particolarmente numerosi nella Gironda. Léo Drouyn, un archeologo di Bordeaux, mi ha mostrato alcuni campioni molto significativi di sfacciate sculture ostentate nelle antiche chiese della sua provincia che egli nasconde nelle profondità dei suoi archivi e cartelle.” ([1064], citato in [544], Volume 5, pag. 661) N. A. Morozov era nel giusto quando indicava come l’eccessiva vergogna ci privi di importanti informazioni scientifiche. Gli storici Scaligeriani, restando silenziosi sul simbolismo genitale Cristiano presente in un certo numero di templi medievali, hanno rallentato il potenziale confronto tra gli artefatti della “Età Classica” e le loro controparti Medievali. Davvero, scrupolosi libri illustrati sul culto fallico potrebbero gettare una luce sulla faccenda e mostrare la Weltanschauung dei devoti medievali del culto Bacchico-Cristiano. Molto probabilmente, tutti i disegni e sculture sono la cosa più lontana da una parodia anti-ecclesiastica, e venivano utilizzati con lo stesso scopo d’invito degli spumeggianti boccali di birra dipinti sulle porte delle bettole Tedesche. Naturalmente, tutto questo ha senso solo nelle epoche precedenti la repressione su larga scala della nuova chiesa Evangelica e dell’Inquisizione del XV-XVI secolo contro il vecchio culto Bacchico-Cristiano Occidentale. Rappresentazioni “Classiche” pornografiche (quelle degli scavi dell’ “antica” Pompei, per esempio) sono direttamente collegate alle equivalenti controparti Cristiane. Di nuovo, l’idea erronea di malintesa “vergogna” impedisce al pubblico scientifico di apprendere di queste estremamente importanti fonti di materiale. V. Klassovsky ci dice: “Le immagini che rappresentano esplicitamente scene erotiche e itifalliche che piacevano tanto agli antichi vengono tenute nascoste sotto chiave... Nelle case delle donne dissolute... qualcuno ha raschiato via gli affreschi osceni con un coltello durante la notte... Tutte le immagini Pompeiane e le sculture che contraddicono l’idea moderna di decenza sono tenute nel reparto segreto del Museo Borbonico dove non è permesso l’accesso ai visitatori che non siano muniti di un permesso speciale degli alti funzionari da esibire all’ingresso. Ottenere un simile permesso con metodi legali è tutt’altro che facile.” ([389], pagg. 75-76) Comunque, nel 1836 un catalogo venne pubblicato contenente incisioni di alcuni reperti da questo reparto segreto ([1278]); questo catalogo è oggi una rarità antiquaria. Ricordiamo anche che, secondo Humphrey Davy, “i pittori Pompeiani e i pittori Italiani dell’epoca Rinascimentale utilizzavano le stesse identiche tinte” (citato in [389], pag. 70). A Pompei sono state trovate case – una delle quali oggi considerata un albergo – con falli di pietra davanti all’entrata. La connessione tra il fallo e il culto Cristiano non è presente solo nei templi Europei Occidentali del Medio Evo. “A Ierapoli c’erano falli giganti scolpiti nel granito, di 180 piedi e oltre; venivano di solito piazzati ai cancelli del tempio” ([389], pag. 122). V. Klassovsky era della ingenua opinione che questi enormi falli servissero “per l’edificazione della parrocchia” [?] ([389], pag. 122). Molto probabilmente, le sculture erano un segnale, o una rappresentazione di qualche tipo. Possiamo tracciare dei parallelismi con una simile effige in pietra del dio indiano Shiva Lingamurti; un simbolo fallico di Shiva-Rudra. Se l’artefatto medievale osceno non è altro che un segnale il cui scopo primario è quello di invitare il pubblico a prendere parte all’intrattenimento Cristiano come veniva praticato nei templi dell’Europa Occidentale fino al XVI secolo – e occasionalmente ancora più tardi – a cosa potevano servire le immagini di streghe, demoni, ecc. che essi incorporavano? Quelle più recenti, con demoni che trascinano i peccatori all’inferno sono fatte per intimidire, naturalmente. Ma quale sarebbe il senso di quelle in cui il diavolo suona la chitarra e donne nude che vanno a cavallo di capre e asini trascinate in un impeto di sensualità? Quale sarebbe il significato delle scimmie di pietra che danzano folli girotondi? Queste sono le immagini di pietra sui capitelli della Cattedrale di Magdeburgo. O, per esempio, il bassorilievo del portale di Notre Dame di Parigi presumibilmente datato al XII secolo, che contiene immagini oscene di donne nude che copulano con asini, capre, e tra loro – un intreccio di corpi umani e demoni che intrattengono maschi e femmine della parrocchia con le loro evoluzioni sessuali. Dovremmo anche ricordare al lettore del culto erotico estremamente ben sviluppato in India. Alcuni dei templi Indiani sono coperti con intricate sculture erotiche dal vertice alla base. Inoltre, cosa può significare la scultura del portale della chiesa di Ploërmel, l’unica chiaramente visibile al pubblico che descrive una giovane moglie che pizzica il naso di suo marito il quale indossa una cuffia da notte? In [544], Volume 5, si trovano argomentazioni a favore della teoria per cui i templi Cristiani dell’Europa Occidentale nel XII-XVI secolo mescolassero alcune peculiarità della liturgia che ci viene presentata nella tarda letteratura Cristiana, con quelle dei bordelli dai quali sarebbe stato difficile distinguerli nel Medioevo. Perciò, l’inizialmente austera Cristianità del XII secolo aveva dato origine al culto orgiastico e Bacchico Cristiano. Dopo la separazione delle chiese dai bordelli (che non accadde in alcune aree dell’India fino al XIX secolo), questi ultimi divennero istituzioni semi-illegali che ricordano i loro corrispettivi moderni. Tutto il suddetto immaginario sulle pareti e sulle entrate dei templi del XII-XV secolo avrebbe potuto sembrare appropriato solo fino a quando templi fossero stati utilizzati come luoghi di intrattenimento dal sapore erotico che onorassero i vivaci “antichi” dei, e dove il calice Eucaristico fosse servito anche come proposta orgiastica. Ben lontani dai luoghi di pia meditazione che riteniamo oggi siano stati. Verrebbe da fare la seguente osservazione a questo proposito: secondo la cronologia Scaligeriana, praticamente tutte le chiese Cristiane medievali Romane si suppone fossero state costruite “sui siti degli antichi templi pagani”. Questi “antichi predecessori” avevano per qualche ragione lo stesso scopo e persino lo stesso nome dei “più recenti” templi Cristiani ([196]). La chiesa medievale di San Dioniso, per esempio, si presume sia stata costruita su “l’antico tempio pagano di Dioniso”, ecc. Dal nostro punto di vista, il quadro è perfettamente chiaro. Quello che vediamo qui è il solito effetto della cronologia Scaligeriana. Avendo dichiarato il suo recente passato Bacchico “fallace” per una qualche ragione obiettiva, la Chiesa Cristiana Occidentale nella sua nuova fase riformata del XV-XVI secolo ha semplicemente ribattezzato tutte le divinità recenti dei Cristiano-Bacchici in nuovi santi Evangelici, occasionalmente persino mantenendo i loro nomi, poiché i parrocchiani erano già abituati a loro. Ci si potrebbe ovviamente chiedere se siamo nel giusto, e i Baccanali siano semplicemente una forma del culto Cristiano medievale del XII-XVI secolo, con i rigidi editti che mettevano fuori legge questo culto introdotti dall’Inquisizione nel XV-XVI secolo che trovano il loro riflesso nell’ “antico” bando dei Baccanali. È realmente così? Ci sono “antichi” documenti che vietano gli “antichi” Baccanali? Ci sono davvero, e corrispondono di tanto in tanto alle loro controparti medievali del XV-XVI secolo parola per parola. Questo è ciò che gli storici ci dicono dell’ “Età Classica”: “La decadenza Greco-Romana che incominciò a permeare le vite di tutte le eredità Romane... nel 186 [il presunto anno 186 D.C. – A. F.) si manifestò con un sintomo allarmante – segreti culti Bacchici... questi culti si sono diffusi in tutta Roma e l’Italia” ([304], Volume 1, pag. 362). Considerando lo slittamento cronologico Romano di circa 1053 anni, otteniamo la data Scaligeriana del 186 D.C. che realmente corrisponde alla data approssimativa del 1239 D.C., poiché 186 + 1053 = 1239. Si arriva quindi alla larga diffusione del rito Bacchico che veramente cade nel XIII secolo D.C., e che ben corrisponde con le informazioni che riguardano il culto orgiastico medievale del XII-XVI secolo. Se questo dovesse realmente rivelarsi una manifestazione dei due slittamenti cronologici di 1383 anni (la somma di 1053 e 330), gli “antichi” eventi ricordati sopra cadrebbero nella metà del XVI secolo, che corrisponde ancora meglio alla nostra ricostruzione. Cosa potrebbe essere realmente accaduto dopo nell’ “antichità”? “Le autorità hanno incominciato un’energica investigazione, e risulta che i membri di questo culto superavano le 7,000 persone. Molti sono stati catturati ed eliminati con rapide e severe esecuzioni… Un gran numero delle donne che hanno preso parte al culto criminale sono state consegnate ai loro familiari per l’esecuzione, e quando nessuno dei parenti si offriva per eseguire la sentenza di morte, sono stati fatti intervenire i pretoriani. Un reperto storico del tempo di grande valore ci viene dato da un importate editto di governo del Senato nella sua edizione originale. Il Senato Romano proibì ogni manifestazione di culto Bacchico sul territorio dello Stato Romano Unito sotto pena di morte… L'editto del Senato che proibiva esplicitamente i Baccanali era stato era stato inciso su una targa di rame e spedito in ogni distretto in modo tale che fosse visibile a tutti nei luoghi pubblici. Una di queste targhe è stata scoperta in un posto piuttosto isolato, l’antico paese di Bruzzano.” ([304], Vol. 1, pp. 362-363) Secondo la nostra ricostruzione, questo antico decreto è una delle proibizioni dell’Inquisizione imperiale dei Baccanali medievali emesso nel XV-XVI secolo, trovato nel 1640, proprio al tempo in cui veniva stabilita la cronologia Scaligeriana. Immediatamente venne dichiarato antico e attribuito al distante passato.

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4 Anni 2 Mesi fa #38308 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
“La decadenza Greco-Romana che incominciò a permeare le vite di tutte le eredità Romane... nel 186 [il presunto anno 186 D.C. – A. F.) si manifestò con un sintomo allarmante – segreti culti Bacchici... questi culti si sono diffusi in tutta Roma e l’Italia” ([304], Volume 1, pag. 362). Considerando lo slittamento cronologico Romano di circa 1053 anni, otteniamo la data Scaligeriana del 186 D.C. che realmente corrisponde alla data approssimativa del 1239 D.C., poiché 186 + 1053 = 1239.

L'anno in cui vietarono i baccanali fu il 186 AVANTI Cristo.

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4 Anni 2 Mesi fa #38330 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Già...
Purtroppo [304]. Ieger, Oscar. Global History. Vols. 1-4. St. Petersburg, A. F. Marx, 1894-1904 non è rintracciabile su Internet Archive per verificare la fonte.
Quindi potrebbe essere 1056+186+186=1428?

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4 Anni 2 Mesi fa #38343 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
il vino c'è ancora nella "messa" però lo beve solo il prete
I seguenti utenti hanno detto grazie : Nomit

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4 Anni 2 Mesi fa - 4 Anni 2 Mesi fa #38380 da giovanni
Risposta da giovanni al topic Nuova Cronologia
Scusate il disturbo, non seguiranno altri post, volevo solo dare una info al buon horselover.

non è che non credo nell'antichità, solo non credo che sia così antica come dicono. non ho mai capito come hanno fatto a stabilire l'anno 0. alla chiesa fa comodo darsi 2000 anni di anzianità, le conferisce autorevolezza


Ciao Horse,

non sono un esperto (anzi) ma per datare (se così si può dire) la nascita della Chiesa in quanto comunità, gli storici hanno utilizzato queste fonti non-cristiane di cui conosco a malapena le primi due, ossia Giuseppe Flavio ed il Talmud babilonese (sarebbe più corretto dire che questi testi sono elementi per verificare la storicità di Gesù di Nazareth e non della Chiesa).

it.wikipedia.org/wiki/Fonti_storiche_non_cristiane_su_Ges%C3%B9

Mi sono sempre ripromesso di comprare e leggere il libro di Giancarlo Rinaldi...prima o poi lo farò:



Un saluto.
Ultima Modifica 4 Anni 2 Mesi fa da giovanni.

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4 Anni 2 Mesi fa #38387 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
nessun disturbo, anzi però devo dirti che giuseppe flavio è stato ritoccato nei passi dove parla di gesù. il talmud babilonese non l'avevo mai sentito nominare, ma i babilonesi risalgono ancora a migliaia di anni prima di cristo. l'esame al carbonio fatto alla sacra sindone le da circa 600 anni di anzianità. aggiustare le date non toglie niente a gesù, ma solo un po spocchia alla chiesa

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4 Anni 2 Mesi fa #38437 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
post #34950 -

Anno -58: Cesare inizia la conquista della Gallia e poi muore nel -44 trafitto da 23 pugnalate.
+1550: Cristoforo Colombo comincia la conquista dell’America (1492).


La sifilide era considerata originaria dell'America ma venne chiamata morbo gallico.

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4 Anni 2 Mesi fa #38444 da orsoinpiedi
Risposta da orsoinpiedi al topic Nuova Cronologia
Discussione molto interessante,ma se ciò che affermate,e io sono di quelli che sono convinti che la storia che ci insegnano sia del tutto sbagliata.Ma parlo dell' inizio della storia,dai Sumeri in poi,non certo di quella "recente".Detto questo,ripeto,se ciò che affermate è vero,vi chiedo:perché?Quale motivo ci sarebbe per cambiare questa storia?

"Leggi non per contraddire e confutare, né per credere e dare per scontato, ma per soppesare e considerare."

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4 Anni 2 Mesi fa #38445 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
hanno inventato un passato che è anche un programma per il futuro per non farci rendere conto che abbiamo subito il furto della magia e possono dirci che è stato sempre così, i capi comandano e gli altri ubbidiscono

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4 Anni 2 Mesi fa #38448 da orsoinpiedi
Risposta da orsoinpiedi al topic Nuova Cronologia
Capisco,lo sciamano Credo Mutwa.Certamente interessante.Ma allora il piano va attribuito ai rettiliani.Fantascienza?Forse,ma c'è chi. afferma che al congresso degli USA ci siano un paio di extraterrestri
C'è da riflettere...

"Leggi non per contraddire e confutare, né per credere e dare per scontato, ma per soppesare e considerare."

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4 Anni 2 Mesi fa #38449 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Discussione molto interessante,ma se ciò che affermate,e io sono di quelli che sono convinti che la storia che ci insegnano sia del tutto sbagliata.Ma parlo dell' inizio della storia,dai Sumeri in poi,non certo di quella "recente".Detto questo,ripeto,se ciò che affermate è vero,vi chiedo:perché?Quale motivo ci sarebbe per cambiare questa storia?

Mah… forse è stato un misto di errori iniziali, rivendicazioni politiche o private di terre e produzione di materiali a scopo di lucro.
Fomenko dice "per aumentare l'antichità dell'Europa e sminuire la Russia".

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4 Anni 2 Mesi fa #38460 da orsoinpiedi
Risposta da orsoinpiedi al topic Nuova Cronologia
Nomit,allora c'è un sospetto di propaganda,non escludendo a priori che possa essere la verità.Ma un sospetto è lecito

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4 Anni 2 Mesi fa #38461 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
l'interesse era vendere un tipo di società basata sulla bibbia retrodata a epoche antiche per renderla venerabile. dal tronco della bibbia sono usciti vangelo e corano (dettato a maometto dall'arcangelo gabriele) fino a un secolo fa pochissime persone erano in grado di leggere e ancora meno di scrivere e un pugno di persone tra chierici e laici (l.a. muratori) hanno inventato la storia

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4 Anni 2 Mesi fa #38463 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Nomit,allora c'è un sospetto di propaganda,non escludendo a priori che possa essere la verità.Ma un sospetto è lecito


Se la Russia volesse alterare la storia per propagandare la sua grandezza lancerebbe teorie in linea con la cronologia accettata inventandosi civiltà grandiose precedenti ai sumeri. Inoltre, secondo la storia ufficiale la civiltà europea ha comunque inizio nella Russia meridionale, in cui sarebbe nata la cultura Kurgan che addomesticò i cavalli e grazie ad essi sconfisse le popolazioni dell'Europa.

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4 Anni 2 Mesi fa - 4 Anni 2 Mesi fa #38479 da orsoinpiedi
Risposta da orsoinpiedi al topic Nuova Cronologia
Nomit, mi sembra che i primi ad addomesticare i cavalli sia stata la civiltà Botai, originaria del Kazakistan. A parte questo,ritengo l'addomesticamento del cavallo,il vero grande cambiamento epocale della civiltà umana.I Botai, come i kurgan, erano pastori/raccoglitori,pertanto nomadi e sempre alla ricerca di nuovi territori,che li portava anche alla conquista armata.In definitiva erano civiltà patriarcali.A quel tempo,in Europa esistevano popolazioni dedite all'agricoltura con poca propensione alla guerra (la terra ha bisogno di cure continue),ma sopratutto erano civiltà matriarcali e profondamente pacifiche.E'stato facile per i Kurgan, distruggere le pacifiche civiltà matriarcali.Visto come va il mondo oggi,non so se sia stato un bene.

"Leggi non per contraddire e confutare, né per credere e dare per scontato, ma per soppesare e considerare."
Ultima Modifica 4 Anni 2 Mesi fa da orsoinpiedi.

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4 Anni 2 Mesi fa - 4 Anni 2 Mesi fa #38519 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
Buongiorno.
Io sono interessato alla stampa ed alle miniature medievali, specialmente del XIV e XV secolo.
Per quanto riguarda i castelli del medioevo, se questi erano solo a difesa del popolo e non del vassallo, le miniature dell'epoca allora raffiguravano delle allegorie?
Praticamente come se io oggi commissionassi ad un artista che si occupa di miniature medievali e rinascimentali, una miniatura; fra 500 anni penseranno che nel 2020 la mia miniatura si riferisca ad un fatto realmente accaduto?
Ultima Modifica 4 Anni 2 Mesi fa da mart.vassallo.

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4 Anni 2 Mesi fa #38527 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
come si inseriscono le immagini?

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4 Anni 2 Mesi fa #38554 da Aigor
Risposta da Aigor al topic Nuova Cronologia
Per inserire le immagini devi servirti di un host (io uso Postimages ) e poi utilizzare uno dei link che forniscono e inserirlo direttamente come fosse testo.
Nel caso di Postimages è il penultimo "Collegamento diretto per forum"
Puoi usarlo senza iscriverti e scegliere di mantenere l'immagine senza scadenza o iscriverti, fai tu :wink:

Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)

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4 Anni 2 Mesi fa #38555 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
grazie tante

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4 Anni 2 Mesi fa - 4 Anni 1 Settimana fa #38581 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
www.jaks.sk/dokumenty/fomenko/04-Dark%20...ence%20Book%204-.pdf

IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

4. Petrarca (= Plutarco?) e il “Rinascimento dell’Antichità”

4.1. Come Petrarca creò dal nulla la leggenda della gloriosa Roma Italiana


Secondo la nostra ricostruzione, l’ “Età Classica” è semplicemente un altro nome per descrivere nella cronologia Scaligeriana l’epoca medievale del XI-XV secolo D.C. Come abbiamo già accennato, la Roma Italiana fu evidentemente fondata come capitale solo alla fine del XIV secolo della nuova era e non nell’ VIII secolo A.C. come ci racconta la cronologia Scaligeriana. Darebbe perciò interessante rivedere la storia della Roma medievale dal punto di vista della sua ricostruzione. Oggi ci viene detto che la Roma Italiana entrò nell’ “età del declino” ([196]) nell’epoca del XIII-XIV secolo. La nostra idea è che la spiegazione è più semplice. Prima del XIV secolo D.C., Roma, se anche fosse esistita, sarebbe stata una ben piccola città; questo è il motivo per cui i documenti medievali che hanno raggiunto i nostri giorni non trovano nulla di importante da dire. Gli storici di epoche più tarde, cresciuti nella cronologia Scaligeriana, interpretano il mutismo come prova dell’ “l’improvviso declino della capitale Romana e del suo precedente splendore”. Secondo la nostra ricostruzione, all’inizio del XIV secolo la piccola città di provincia di Roma era stata ufficialmente decretata (su carta!) la capitale della “Grande Antica Roma”. A questo fine, gli eventi che erano realmente accaduti in una Roma completamente diversa – la Roma del Bosforo, la Città degli Zar, Costantinopoli, una città reale importante nel Medio Evo – furono trasferiti nella Roma Italiana (di nuovo, solo formalmente, su carta). Una grande parte della storia di Costantinopoli fu recisa e attribuita alla Roma Italiana. Cosa interessante, siamo nella posizione di poter dare una data abbastanza precisa di quando questa “operazione chirurgica di trasferimento di storia” sia realmente avvenuta. Rivolgiamoci alla storia del XIV secolo. Nel 1974 il mondo ha celebrato i 600 anni dalla morte di Francesco Petrarca (1304-1374), il primo importante scrittore del Medio Evo che, secondo Leonardo Bruni, “era stato il primo a... capire e a portare alla luce l’antica eleganza di stile che era stata dimenticata e abbandonata” ([927]). La reale personalità del Petrarca viene oggi percepita come misteriosa, vaga e molto poco chiara, e la realtà è spesso piuttosto offuscata. E stiamo parlando di eventi del XIV secolo! La vera datazione dei testi ascritti al Petrarca spesso appare totalmente oscura. Essendo già un importante poeta, Petrarca entrò nel secondo periodo della sua vita – il periodo dei viaggi. Nel presunto anno 1333 viaggiò per la Francia, le Fiandre e la Germania. “Durante i suoi viaggi Europei, Petrarca fece la conoscenza di scienziati, ricercò nelle biblioteche di vari monasteri cercando di trovare antichi manoscritti dimenticati e studiò i monumenti della passata gloria di Roma” ([644], pag. 59). Oggi si assume che Petrarca divenne uno dei primi e più energici sostenitori degli “antichi” autori che, come cominciamo a capire, erano o suoi contemporanei o lo avevano preceduto di 100-200 anni al massimo. Nel 1337 visitò la Roma Italiana per la prima volta ([644], pag. 59). Cosa trovò? Petrarca scrive (se queste sono davvero le sue lettere e non il risultato di correzioni successive), “Roma mi è sembrata persino più grande di quanto avrei potuto immaginare – specialmente per la grandiosità delle sue rovine” ([644]). Roma in particolare e l’Italia del XIV secolo in generale si erano presentate a Petrarca come un’assoluta confusione di leggende, tra le quali il poeta aveva selezionato quelle considerate congrue con la sua opinione a priori della “grandezza della Roma Italiana”. Evidentemente, Petrarca fu tra quelli che diedero inizio alla leggenda della “grandezza dell’antica Roma Italiana” senza a alcuna solida base. Una quantità significativa di prove reali medievali della storia vera dell’Italia nel Medio Evo venne rigettata come “sbagliata”. Sarebbe del massimo interesse studiare gli “anacronismi medievali” considerati oggi assurdi, anche solo di sfuggita. Secondo le leggende medievali, il “sepolcro di Antenore” si trovava a Padova ([644]). A Milano, la statua di Ercole veniva adorata. Gli abitanti di Pisa affermavano che la loro città fosse stata fondata da Pelopsus. I Veneziani sostenevano che Venezia fosse stata costruita con le pietre della distrutta Troia! Achille si presume abbia regnato in Abruzzo, Diomede in Puglia, Agamennone in Sicilia, Evandro in Piemonte, Ercole in Calabria. Apollo si dice fosse un astrologo, il diavolo, e il re dei Saraceni! Platone era considerato un dottore, Cicerone uno spadaccino e trovatore, Virgilio un mago che aveva bloccato il cratere del Vesuvio, ecc. Tutto questo si suppone sia accaduto nel XIV secolo o addirittura più tardi! Questo caos di informazioni ovviamente irritava il Petrarca, che era venuto a Roma con già un’idea a priori dell’ “antichità” della Roma Italiana. È da notare che Petrarca non ci ha lasciato prove dell’ “antichità di Roma” di cui parla. Al contrario, le sue lettere – se sono davvero le sue, e non copie corrette successivamente – disegna un quadro completamente differente. Parlando chiaro, la situazione è questa: Petrarca è convinto che avrebbero dovuto esserci molte “grandi costruzioni dei tempi antichi” a Roma. In realtà non ne trova. È confuso e scrive: “Dove sono le terme di Diocleziano e Caracalla? Dov’è il Timbrium di Mario, il Settizonio e le terme di Severo? Dov’è il foro di Augusto e il tempio di Marte il Vendicatore? Dove sono i luoghi sacri di Giove Tonante sul Campidoglio e di Apollo sul Palatino? Dov’è il portico di Apollo e la basilica di Caio e Lucio, dov’è il portico di Libia e il teatro di Marcello? Dove il tempio di Ercole e delle Muse costruito da Mario Filippo e il tempio di Diana costruito da Lucio Cornifacio? Dov'è il tempio delle Arti Liberali di Avinio Pollio, dov’è il teatro di Balbo, l’anfiteatro di Statilio Tauro? Dove sono le numerose costruzioni erette da Agrippa, delle quali rimane solo il Partenone? Dove sono gli splendidi palazzi degli imperatori? Si trova tutto nei libri, quando uno li cerca nella città si scopre che sono scomparsi [sic!] o che ne rimangono solo vaghe tracce”. ([644]). Questa continua ripetizione di domande su “dove” questo o quell’oggetto si possano trovare, specialmente l’ultima frase, sono sorprendenti. Indicano chiaramente che Petrarca era arrivato nella Roma Italiana con una certezza a priori che la grande Roma descritta negli antichi libri fosse la Roma Italiana. Come possiamo capire oggi, questi libri si riferivano molto probabilmente alla Roma sul Bosforo. Comunque, ai primi del XIV secolo o persino più tardi fu ordinato di assumere che gli antichi manoscritti si riferissero alla Roma Italiana. Petrarca doveva trovare “tracce sul campo” del “grande passato Romano” in Italia; cercò con vigore, non trovò niente, e questo lo rese nervoso. Comunque, le lettere attribuite a Petrarca contengono tracce di una storia Romana che si differenzia in modo consistente dalla storia che ci viene insegnata oggi. Per esempio Petrarca insiste sul fatto che la “piramide di Cestio” sia in realtà il sepolcro di Remo. È possibile che Petrarca sia nel giusto? In realtà, storia Scaligeriana non conosce il luogo di sepoltura dell’ “antico” Remo. Poiché questa piramide è stata costruita nel presunto XII secolo, q.v. in [138], pag. 41 sarebbe logico assumere che l’ “antico” Remo non possa essere vissuto prima del XII secolo D.C. – che è parecchio lontano dalla didattica datazione del VIII secolo A.C. La vera Roma provinciale del XIV secolo sorprese molto il poeta, poiché stranamente non corrispondeva alla sua aspettativa basata sull’interpretazione degli testi che lui considerava veritieri. Questo molto probabilmente significa che egli rifiutò le prove che contraddicevano la sua opinione “romanzata”. Il gigantesco Colosseo, per esempio, si dimostrò essere un castello e la fortezza di un clan feudale medievale, e lo stesso destino accadde per altre “antiche” costruzioni come il mausoleo di Adriano, il teatro di Marcello, l’arco di Settimio Severo, ecc. Parlando chiaramente, tutte le antiche costruzioni si scoprirono medievali. Questo per noi non è una contraddizione; comunque, per Petrarca, che aveva evidentemente interpretato Roma attraverso il prisma distorto della cronologia sbagliata, questo doveva essere estremamente strano. Abbiamo quindi riconosciuto il momento del Medio Evo in cui la creazione della versione sbagliata della storia della Roma Italiana ebbe inizio.
Questo non deve essere successo prima della prima metà del XIV secolo – sebbene si debba aggiungere che è possibile che tutti questi eventi siano accaduti anche molto tempo dopo, cioè nel XVI-XVII secolo. Secondo Jan Parandowski, “L’arrivo di Petrarca segna una nuova era nella valutazione dello stato di declino della grande città. Petrarca era stato la prima persona della nuova era i cui occhi si riempivano di lacrime alla vista delle colonne distrutte, e al solo ricordo dei nomi dimenticati” ([644]). Dopo aver asciugato le lacrime, Petrarca si mise all’opera per quanto riguardava la creazione della “vera storia” della Roma Italiana. Cercò statue, raccolse medaglie Romane, e cercò di ricreare la topografia di Roma. La maggior parte dell’energia del Petrarca era comunque diretta al ritrovamento e alla descrizione delle opere degli “antichi” autori. La lista dei libri che possedeva è sopravvissuta fino ai nostri giorni, la lista da lui stesso compilata nel presunto anno 1336 D.C., sull’ultima pagina del codice Latino che è oggi conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Se Petrarca fosse davvero in possesso dei lavori originali di quegli autori, rimane ignoto. I seguenti nomi sono menzionati nella lista: Orazio, Ovidio, Catullo, Properzio, Tibullo, Persio, Giovenale, Claudio, Ovidio; i commediografi Plauto e Terenzio; gli storici Tito Livio, Sallustio, Svetonio, Floro, Eutropio, Giustino, Orosio, Valerio Massimo; gli oratori e filosofi Quintiliano, Varro, Plinio, Apuleio, Aulo Gellio, Macrobio, Vitruvio, Marziano Capella, Pomponio Mela, Cassiodoro, Boezio. Inoltre, nella lista ci sono i nomi di una gran parte dei sacri padri. Ci chiediamo questo: possiamo fidarci del fatto che Petrarca possedesse quei volumi? Com’è stata datata la lista? Petrarca davvero ha tenuto in mano qualcuna delle opere scritte di propria mano dai succitati autori, o semplicemente raccolse i nomi? Oggi interpretiamo in modo corretto le affermazioni di Petrarca? Dopo tutto, esse ci hanno raggiunto dopo il filtro degli editori Scaligeriani del XVI-XVII secolo. Li percepiamo attraverso la lente di una cronologia distorta. Le lettere di Petrarca vanno ristudiate, se sono davvero le sue e non sono state scritte o corrette a suo nome un bel po’ di tempo dopo. Bisogna anche sottolineare come Petrarca non si è specificatamente preoccupato della datazione dei testi trovati. Cercava i “lavori degli antichi” – evidentemente senza chiedersi se lo avevano preceduto di cento, duecento e mille anni. Non dimentichiamo che cento anni, lasciamo stare trecento, è un periodo di tempo lungo. Con l’aumento delle sue entrate, Petrarca fondò uno speciale laboratorio con scrivani e segretari, che spesso cita nelle sue lettere. Si sa della sua passione per la collezione di testi antichi. Cita questa cosa in ogni lettera che manda a chiunque dei suoi amici. “Se veramente mi stimi, fai come ti dico: trova gente istruita e di fiducia, e fagli rastrellare le librerie di ogni scienziato laico o secolare che ci sia” ([644]). Paga generosamente per i ritrovamenti. E questi cominciano ad arrivare a lui da tutte le direzioni. Fa lui stesso alcune importanti scoperte – nel presunto anno 1333 trova due precedentemente sconosciuti discorsi di Cicerone a Liegi e, nel 1334, le lettere di Cicerone a Attico, Quinto e Bruto a Verona ([927] e [644]). Ricordiamo al lettore che secondo le leggende medievali, Cicerone era un cavaliere e un trovatore, qv sopra.“Petrarca aveva ragione per considerarsi responsabile per la ripresa di interesse nei lavori filosofici e saggi del grande oratore Romano” ([927], pagg. 87-88). Petrarca scriveva: “appena vedo un monastero, mi dirigo là nella speranza di trovare qualche lavoro di Cicerone.” La storia di come “scoprì” il trattato perduto di Cicerone intitolato Sulla Gloria è davvero curiosa. La sua esistenza è conosciuta per una lettera ad Attico che viene attribuita a Cicerone. Petrarca affermò di aver scoperto questo manoscritto senza prezzo, ma lo dette a un suo vecchio amico Convenevola. Che si presume l’abbia perso. Oggi le imprese del Petrarca vengono descritte con grande pathos: “È stato realmente la prima di queste gloriose spedizioni ricche di scoperte intraprese dagli umanisti delle generazioni seguenti che hanno viaggiato come Colombo... alla ricerca di pergamene smangiucchiate dai topi” ([644]). Si presume che le lettere di Cicerone siano state trovate da Petrarca nella Biblioteca Capitolare di Verona, dove nessuno era a conoscenza della loro esistenza. Per qualche ragione, l’originale venne presto perso dal Petrarca, ed egli ne mostrò invece una copia. R. I. Chlodowsky scrive che: “Petrarca si dimostrò un filologo nato. Fu il primo a studiare le opere degli antichi poeti Romani, confrontando differenti copie e utilizzando dati offerti dalle scienze storiche vicine... Fu il filologo Petrarca che distrusse la leggenda medievale di Virgilio mago e stregone, e accusò l’autore dell’Eneide di un certo numero di anacronismi; sottrasse a Seneca diversi lavori che gli erano attribuiti nel Medio Evo, e provò che le lettere di Cesare e Nerone erano false, il che ebbe un grande significato a metà del XIV secolo poiché diede autorità alle pretese dell’Impero sull’Austria”. ([927], pagg. 88-89). È qui che secondo noi appaiono le motivazioni realmente importanti, quelle da cui Petrarca si è fatto veramente guidare nelle sue “intraprese archeologiche”. I motivi erano politici, come appena spiegato. Siamo stati noi stessi testimoni di innumerevoli esempi nella storia contemporanea quando la “scienza” viene utilizzata come base per questa o quella affermazione politica. Questo rende la cronologia assolutamente irrilevante. Comunque, oggi che i personaggi di quell’epoca sono usciti da tempo di scena, dobbiamo ritornare al problema di quanto “assurde” fossero le lettere di Cesare e Nerone, e cosa ci fosse di sbagliato nella leggenda medievale di Virgilio. La tendenza del poeta verso i documenti antichi era ben lontana da un’analisi critica. Le dichiarazioni di “antichità” avrebbero potuto essere nate per sostenere i desiderata di qualche ordine politico dell’Europa Occidentale nell’epoca della Riforma (il XVI-XVII secolo). Era stato dato l’ordine di creare una dicotomia tra la “contemporaneità barbarica” e la “magnifica antichità”. Vedi Chron6 per i dettagli. Ad ogni modo, si vede chiaramente che Petrarca o qualcuno che agiva a suo nome stava creando il mondo mitico dell’antichità senza preoccuparsi dell’epoca esatta dei discorsi di Cicerone e se questi precedessero Petrarca di 200, o 1400 anni. È possibile che tutta questa attività abbia avuto luogo nel XVI-XVII secolo e non nel XIV, durante la Riforma nell’Europa Occidentale, e sia stata astutamente spostata nel XIV secolo e ascritta al Petrarca cosicché questo le desse “un’aura di antichità.” La realtà del XVI-XVII secolo, che Petrarca cita come antitesi dell’ “antica civilizzazione,” fu più tardi battezzata come “barbarismo feudale”.
Ultima Modifica 4 Anni 1 Settimana fa da Italo.

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4 Anni 2 Mesi fa #38584 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
In altri testi Fomenko cita anche le "epistole" che Petrarca inviava ai personaggi "antichi".

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4 Anni 2 Mesi fa #38585 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia
come avevo scritto su: secondo voi -ma è anche penso un discorso che fila sulla storia inventata ed anche sulla Nuova Cronologia- se io oggi commissiono una miniatura (come fece mio zio) in stile medievale (le classiche miniature da codici miniati) raffigurante un assalto ad un castello, fra 500 / 700 anni crederebbero che oggi si assalivano i castelli a causa di questo mio vezzo?

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4 Anni 2 Mesi fa #38586 da mart.vassallo
Risposta da mart.vassallo al topic Nuova Cronologia

horselover ha scritto: non è che non credo nell'antichità, solo non credo che sia così antica come dicono. non ho mai capito come hanno fatto a stabilire l'anno 0. alla chiesa fa comodo darsi 2000 anni di anzianità, le conferisce autorevolezza

In realtà, l'anno 0 esiste quando si parla di astronomia ed è quello che comunemente viene indicato come 1 a.C.
Questa notazione venne introdotta da Jacques Cassini, nel 1740.
Di conseguenza, in astronomia l'anno che per gli storici è il 2 a.C. diventa -1, il 100 a.C. è -99 e così via.
L'anno nella cronologia storica 0 però non esiste, si passa dall' 1 a.C all'1 d.C. - Quindi il problema non sussiste!
Lo 0 venne introdotto in Europa nel 1202 da Fibonacci.
In precedenza era entrata in uso, e resta in uso ancor oggi, la notazione a.C./d.C., che prevede il passaggio diretto dall'1 a.C. all'1 d.C., senza un anno zero.

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4 Anni 2 Mesi fa #38589 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Perché in realtà non sarebbe l' "anno 1", ma l' "anno primo". a.C/d.C. è stato introdotto da Dionigi Petavius, mentre il conto dall'anno primo fu introdotto da Dionigi il Piccolo.

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