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Ombre divergenti
Ma l’ombra dell’astronauta riesci a vederla?
Non dovrebbe essere parallela a quella del LM? A me non sembra proprio.
L’unica ombra che non va d’accordo con il resto è solo quella del LM.
Hai provato a immaginarla inclinata come tutte le altre ma con la parte rivolta verso il fotografo nascosta da un avvallamento del contorno rialzato di un cratere? Questo spiegherebbe anche il perché della forma strana a triangolo che proietta al suolo
Come vedi il suolo non è piatto nelle vicinanze.
Guarda bene le ombre
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- HumanClone
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La tua supposizione è corretta. Il gruppo di pietre è esattamente lo stesso, ma da due punti di vista opposti.Suppongo che sia lo stesso gruppetto di sassi della foto-quiz di cui sopra, così anche l'utente UmanClone avrà la sua soddisfazione.
Sei andato vicino alla risposta corretta del quiz che è la A: la sabbia dietro le pietre (cioè la sabbia in ombra) è in discesa.
In altre parole il gruppo di pietre in primo piano si trovano su una collinetta.
Chi ha gli occhiali da anaglifo (quelli di cartoncino con un filtro blu e uno rosso) può guardare il seguente anaglifo in alta risoluzione (9 MB): www.hq.nasa.gov/alsj/a14/KF-ApAn68-9486-87.tif
Appare evidente la collinetta in primo piano, le ondulazioni di tutta la superficie visibile fino alle colline sullo sfondo e il bordo del cratere che nasconde una parte dell'ombra del LEM, come supposto da Schnibble.
Essendo la superficie tutt'altro che piana, l'analisi del punto di fuga lascia il tempo che trova.
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Aprendo l'immagine alla massima risoluzione, riesco a vedere qualcosa che potrebbe essere l'ombra di Mitchell; è comunque evidente che in quel punto c'è una grossa buca, che nasconde anche i piedi del presunto astronauta.Schnibble ha scritto: @Rox2
Ma l’ombra dell’astronauta riesci a vederla?
Sempre usando la massima risoluzione, si vede anche l'ombra della bandiera; inoltre c'è una serie di sassi, buche ed asperità del terreno, in quella zona lontana, che producono ombre compatibili con quella del LEM: pressappoco orizzontali.Schnibble ha scritto: L’unica ombra che non va d’accordo con il resto è solo quella del LM.
Nelle immediate vicinanze, invece, qualunque cosa sul terreno produce ombre che si orientano verso il fotografo, perfino le impronte che Shepard ha lasciato per arrivare lì, prima di girarsi.
Se ti metti a cercarle con il microscopio, ci puoi trovare piccole incompatibilità, che come dici tu sono legate alle imperfezioni del terreno. Ma questo non cambia la sostanza.
I mezzi millimetri ci possono stare; come dicevo, non è un tavolo da biliardo. Ma la tendenza generale è evidentissima.
Tutte le ombre in "zona Mitchell" sono puntate a ore 3, dritte per dritte, mentre tutte quelle in "zona Shepard" si orientano verso il fotografo in modo clamoroso.
Questo era già evidente a occhio nudo, ma dimostra esattamente il contrario di quello che cerchi di ottenere.HumanClone ha scritto: In altre parole il gruppo di pietre in primo piano si trovano su una collinetta.
Anche sulla discesa più visibile, l'ombra viene distorta di pochissimo, tant'è che devi analizzare la foto accuratamente per potertene accorgere.
La divergenza dovuta alla lampadina, invece, è evidente a colpo d'occhio. La vede perfino chi legge il forum con lo smartphone.
Ragazzi, vi prego... non ditemi che le missioni Apollo sono appese alla disquisizione sul mezzo grado di un'ombra sulla sabbia.
Datemi qualcosa di un po' più macroscopico, se volete convincermi, perché le prove contrarie sono grosse come balene.
Non attribuire a malafede quel che si può ragionevolmente spiegare con la stupidità
(Rasoio di Hanlon)
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La conclusione logica del film (la sorgente di luce è vicina) deriva da premesse false (sole a ore 9, suolo pressoché piatto) che invalidano l’intero ragionamento.
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HumanClone ha scritto: La divergenza delle ombre è la somma di due fattori: 1) l’effetto della prospettiva, che si verifica perché il sole non è a ore 9 ma a ore 10 circa; 2) le pietre in primo piano stanno su un dosso che rivolge il fianco inclinato verso l’osservatore e che accentua la divergenza delle ombre. L’inclinazione può non apparire a prima vista, neanche ai fotografi professionisti, ma diventa evidente guardando la foto nel dettaglio, esaminando la scena da diverse angolazioni e guardando l’anaglifo che dà il senso della profondità.
La conclusione logica del film (la sorgente di luce è vicina) deriva da premesse false (sole a ore 9, suolo pressoché piatto) che invalidano l’intero ragionamento.
E secondo te, 4 tra i più grandi fotografi professionisti, che sfornano tutti i giorni capolavori fotografici, non riescono a capire se l'illuminazione di una foto è naturale o artificiale?
Sono così imbecilli da non riuscire a capire se l'inclinazione di un ombra è dovuta alla pendenza del terreno piuttosto che dalla posizione della sorgente luminosa?
Potresti, per cortesia, andare a dirglielo?
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Mi spiace deluderti ma l'anaglifo della NASA non è per niente una ricostruzione coerente della scena 3D, si verifica immediatamente dal fatto che il LEM e l'astronauta hanno una parallasse superiore alle pietre in primo piano, le immagini stereoscopiche invece funzionano così:HumanClone ha scritto: Chi ha gli occhiali da anaglifo (quelli di cartoncino con un filtro blu e uno rosso) può guardare il seguente anaglifo in alta risoluzione (9 MB): www.hq.nasa.gov/alsj/a14/KF-ApAn68-9486-87.tif
Appare evidente la collinetta in primo piano, le ondulazioni di tutta la superficie visibile fino alle colline sullo sfondo e il bordo del cratere che nasconde una parte dell'ombra del LEM, come supposto da Schnibble.
Essendo la superficie tutt'altro che piana, l'analisi del punto di fuga lascia il tempo che trova.
Cioè innanzitutto si parte da una coppia di immagini (e non da due copie di un'immagine), poi se ne aggiusta una proiettivamente e alla fine devi trovare una parallasse, cioè lo spostamento fra l'immagine ciano e quella magenta, che va progressivamente diminuendo fino a scomparire sullo sfondo. Tra parentesi se uno trova parallasse nello sfondo, come nell'anaglifo della NASA, significa che quell'elemento è vicino a chi fotografa.
Insomma quell'immagine ha valore pari a zero nella discussione. L'analisi del punto di fuga invece continua ad essere valida, perchè resterebbe in ogni caso da spiegare come mai il terreno presenta dislivelli tutti con il medesimo angolo.
Che il sole stia a ore 10 è un'altra tua supposizione che si scontra con la realtà: l'ombra del LEM. In ogni caso, se anche le cose stessero come vuoi tu, ci sarebbe un altro problema: l'astronauta che fotografa avrebbe dovuto portarsi dietro una scala. Infatti se sta sotto una sorta di rampa, comunque noi non vediamo un'immagine scattata all'altezza del terreno, ma una foto scattata a un'altezza coerente con le molte altre foto Apollo.La divergenza delle ombre è la somma di due fattori: 1) l’effetto della prospettiva, che si verifica perché il sole non è a ore 9 ma a ore 10 circa; 2) le pietre in primo piano stanno su un dosso che rivolge il fianco inclinato verso l’osservatore e che accentua la divergenza delle ombre. L’inclinazione può non apparire a prima vista, neanche ai fotografi professionisti, ma diventa evidente guardando la foto nel dettaglio, esaminando la scena da diverse angolazioni e guardando l’anaglifo che dà il senso della profondità.
FranZη
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L’anaglifo è infatti generato da una coppia di foto, 9486 e 9487.
Io ho gli occhialini per anaglifo e ti assicuro che l’effetto di profondità è perfettamente visibile (se stai a Milano te li porto così verifichi coi tuoi occhi). Il tuo modo di costruire un anaglifo è solo uno dei modi possibili. Potrei farti lo spiegone ma non ne ho voglia, dici di essere un matematico, puoi arrivarci benissimo da solo, basta che ragioni un attimo su come funziona la visione binoculare.
Ore 10 circa è ovviamente una mia supposizione, ma facciamo 9 e mezza se preferisci. Di sicuro la sorgente non sta a ore 9, come tu stesso hai riconosciuto notando l’ombra del bordo della lente.
L’analisi del punto di fuga è una passeggiata quando hai a che fare con un colonnato: oggetti verticali su una superficie piatta e orizzontale. Ma nella foto lunare hai oggetti di forma irregolare su una superficie a pendenza variabile. Per trovare il punto di fuga devi stimare le direzioni delle ombre giacenti su un ipotetico piano orizzontale, ma in quelle condizioni non è possibile farlo se non in modo alquanto arbitrario (leggasi “a occhio”). In più stai assumendo arbitrariamente l’altezza e l’orientamento dell’orizzonte, come se la fotocamera fosse perfettamente in bolla.
Per quanto riguarda il dosso, sarà alto mezzo metro o giù di lì, non credo che all’astronauta servisse una scala.
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103 (per vedere meglio le ombre).
Ho lasciato volutamente fuori l'ombra del lem per evitare discussioni se è o non è in una buca.
Penso possa essere vero che la fonte di illuminazione non sia a ore 9, ma piuttosto a 9,30 - 10,00, quello che però continua a non tornare è la convergenza ad un punto così vicino.
Ho preso in esame sassi ovunque e l'ombra della bandiera e dell'astronauta vicino al lem.
Potevo anche proiettare le ombre delle orme di chi ha fatto la foto, ma appesantivo il tutto. Si può comunque notare che puntano sempre nella direzione delle altre.
Se fosse il sole sarebbe praticamente a infinito e, come evidenziato in un post precedente, le ombre tenderebbero verso il parallelismo...
Quindi per me non può essere il sole.
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Sarà una coppia di foto, ma l'astronauta è nella stessa identica posizione, quindi o si è fermato in posa plastica oppure è lo stesso nelle due immagini. Magari se aggiungi un link diretto facciamo prima a capire. Per il resto gli occhialini ce li ho pure io, ma sarei invece molto curioso di sentire il tuo spiegone su come è possibile che oggetti più vicini abbiano parallasse minore, dato che esiste una formula precisa per ricavare la distanza in base alla parallasse. Poi che il cervello cerchi di dare un senso anche a una foto evidentemente elaborata ad arte è un'argomentazione che ti sconsiglio di perseguire, per esempio il cervello suggerisce che queste due immagini siano diverse:HumanClone ha scritto:
L’anaglifo è infatti generato da una coppia di foto, 9486 e 9487.
Io ho gli occhialini per anaglifo e ti assicuro che l’effetto di profondità è perfettamente visibile (se stai a Milano te li porto così verifichi coi tuoi occhi). Il tuo modo di costruire un anaglifo è solo uno dei modi possibili. Potrei farti lo spiegone ma non ne ho voglia, dici di essere un matematico, puoi arrivarci benissimo da solo, basta che ragioni un attimo su come funziona la visione binoculare.
...quando invece sono uguali pixel per pixel. Comunque c'è un solo modo per mettere assieme due immagini stereoscopiche coerentemente con la realtà 3D, o meglio ci sono più metodi ma devono portare allo stesso risultato. Lo spiegone l'avevamo già fatto qui .
No, facciamo a 9.02-9.03, rispetto al LEM. Tra l'altro ho riconosciuto l'esatto opposto di quello che mi fai dire: ho detto che l'ombra sulla lente è coerente con una sorgente situata a distanza ravvicinata e sicuramente non all'infinito, rileggiti bene il commento. Se la sorgente è all'infinito possiamo dire che se sta a ore 9 rispetto a chi fotografa sta a ore 9 anche rispetto al LEM e ogni altro oggetto, ma se è vicina può stare a ore 11 rispetto al fotografo e ore 9 rispetto al LEM.Ore 10 circa è ovviamente una mia supposizione, ma facciamo 9 e mezza se preferisci. Di sicuro la sorgente non sta a ore 9, come tu stesso hai riconosciuto notando l’ombra del bordo della lente.
Siccome la fotocamera sta sul petto dell'astronauta e sarà situata a 1,40 m dal suolo o giù di lì, anche mezzo metro fa una bella differenza. In ogni caso la "rampa" coinvolgerebbe tutti i sassi visibili nell'immagine e dovrebbe avere una pendenza evidente, quindi il dislivello sarebbe ben più di quello che ipotizzi.Per quanto riguarda il dosso, sarà alto mezzo metro o giù di lì, non credo che all’astronauta servisse una scala.
FranZη
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Conoscevo le vostre analisi con strumenti matematici, penso che tu sia in gamba e che non abbia bisogno delle mie spiegazioni.
Hai gli occhialini, guarda l'anaglifo e capirai da solo perchè funziona.
Ho postato l'anaglifo come strumento utile alla comprensione delle ombre, non per discutere di anaglifi. Per me l'argomento è OT e si chiude qui.
Riposto le immagini per comodità:
Nella foto degli stessi massi visti da un'altra angolazione, faccio notare che le ombre sembrano convergenti invece che divergenti.
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Grazie per aver postato le immagini, così possiamo avere tutto sott'occhio. Mi ero dimenticato che avevo già salvato il link alle foto Apollo, direi che è il caso di renderlo disponibile a tutti, eccolo:
www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/albums
Guardare l'anaglifo con gli occhialini è stata la prima cosa che ho fatto, ancora prima di postare il commento #16876. Anzi, è stata la seconda cosa, la prima è stata accorgermi della parallasse incoerente, quindi ero curioso di vedere l'effetto 3D che saltava fuori. Se la guardi con gli occhialini l'effetto 3D c'è sicuramente, solo che mi dà più l'impressione di guardare un plastico piuttosto che una scena reale, dato che anche gli elementi più lontani presentano parallasse, e in sostanza l'effetto è quello di avvicinare tutta la scena. Però si tratta di illusioni ottiche, questo è il punto che mi preme sia chiaro, anche perchè guardando i due scatti usati per l'anaglifo si nota che sono presi praticamente dalla stessa posizione e a pochi istanti uno dall'altro, con l'astronauta congelato nella sua posa. Usare una coppia di foto del genere per una ricostruzione fotogrammetrica della scena 3D credo che sarebbe impossibile per i motivi già detti, però visto che avevo già scritto a suo tempo un programmino per questi scopi posso postare il mio anaglifo:Hai gli occhialini, guarda l'anaglifo e capirai da solo perchè funziona.
Mi rendo conto che è molto meno pittoresco di quello della NASA, però questo rispetta le regole proiettive, infatti si noterà che già all'altezza dell'astronauta e del LEM non c'è più nessuna parallasse, che è quello che dovremmo aspettarci da due scatti fatti quasi nella stessa posizione.
EDIT: Nel mettere insieme le due immagini mi è venuto il dubbio che quelli della NASA in realtà abbiano costruito l'immagine usando solo una foto, probabilmente la 9486, che è la più nitida delle due. Secondo me hanno modificato un poco l'angolo della camera, creando due immagini leggermente convergenti, che poi hanno incollato sfalsandole quel tanto che basta a rendere un effetto 3D. Comunque è solo una mia impressione.
FranZη
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Se il suolo è pressochè piatto, perchè l'ombra del LEM, che è praticamente un rettangolo con le zampe, appare triangolare e appuntita come un albero di Natale? La risposta "il triangolo lo vedete solo tu e Schnibble" non è ammessa.
Se la sorgente di luce è a ore 10 rispetto alle pietre in primo piano e a ore 9 rispetto al LEM, dovrebbe essere a ore 8 rispetto alle colline sullo sfondo. Perchè allora le parti illuminate e ombreggiate dei crateri e degli avvallamenti sullo sfondo sono compatibili con una sorgente a ore 10 piuttosto che a ore 8? Se la risposta è che lo sfondo è finto, dov'è la linea che separa il set dallo sfondo?
@FranZeta
Non ci siamo, mi costringi a tornare sull'argomento anaglifo. Ecco lo spiegone (ma cerco di farla breve).
Lontano = occhi paralleli. Vicino = occhi convergenti.
L'anaglifo deve fare proprio questo: far convergere gli occhi sugli oggetti vicini e raddrizzarli su quelli lontani.
Di default, gli occhi convergono sullo schermo. Tutto ciò che è senza parallasse appare quindi alla distanza dello schermo.
Una parallasse "convergente" (passami il termine) fa convergere gli occhi ancora di più e l'oggetto appare più vicino, davanti allo schermo.
Una parallasse "raddrizzante" (passami anche questo) raddrizza gli occhi e l'oggetto appare più lontano, dietro lo schermo.
Col tuo metodo annulli la parallasse sullo sfondo, che apparirà alla distanza dello schermo, e introduci una parallasse convergente sugli oggetti vicini, che appariranno davanti allo schermo. Il che non è sbagliato, dipende da che effetto vuoi ottenere. Può anche essere l'unico metodo corretto per la fotogrammetria, ma stiamo parlando appunto di fotogrammetria, non di anaglifo, due cose per due scopi diversi.
Comunque, affinchè l'anaglifo funzioni, la parallasse deve essere orizzontale. Il tuo anaglifo ha una parallasse verticale che lo rende letteralmente inguardabile, ma magari può essere utile per calcolare delle misure fotogrammetriche e capire quanto è scoscesa la collinetta.
Il metodo seguito dalla NASA è l'opposto: niente parallasse sugli oggetti più vicini per avvicinarli allo schermo, parallasse raddrizzante sullo sfondo per allontanarlo dietro lo schermo. L'effetto è che sembra di guardare attraverso una finestra. Ecco un esempio da Wikipedia:
Si possono anche ottenere entrambi gli effetti contemporaneamente, vedi esempio qui sotto: una parallasse convergente per fare uscire i cactus dallo schermo e una parallasse raddrizzante per allontanare le montagne.
Ma torniamo all'anaglifo della NASA, meglio quello in HD: www.hq.nasa.gov/alsj/a14/KF-ApAn68-9486-87.tif
Io ho un portatile con schermo da 15". Se visualizzo l'immagine intera a tutto schermo, devo avvicinarmi a 20-30 cm dallo schermo per apprezzare al meglio l'effetto 3D e comunque ho la tua stessa impressione di osservare un plastico.
Espandendo l'immagine al 100% ne vedo solo un pezzo alla volta, ma sto a 50-60 cm dallo schermo e l'effetto è molto più realistico. Consiglio caldamente di guardarlo al 100%.
Si può notare la nitidezza della prima foto con l'occhio sinistro (filtro rosso) e il motion blur della seconda con l'occhio destro (filtro ciano), che dimostra che sono state usate entrambe.
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Se ammettessi definitivamente che l'immagine dell'anaglifo è una pura illusione ottica senza alcun riscontro oggettivo nella realtà della scena rappresentata, con le conseguenze che ciò comporta nelle tue precedenti argomentazioni, non dovresti per nulla tornare sull'argomento. Ma dato che questa ammissione non arriva, tocca a me spiegare ulteriormente il tuo errore. Evidentemente confondi il cinema 3D con la fotogrammetria. Il primo è intrattenimento, la seconda una disciplina matematica. Allora, brevissimamente, l'unico modo per ottenere due immagini stereoscopiche compatibili con la visione binoculare umana è usare questi aggeggi:HumanClone ha scritto: Non ci siamo, mi costringi a tornare sull'argomento anaglifo. Ecco lo spiegone (ma cerco di farla breve).
Altrimenti, date due fotografie riprese da diverse posizioni, potrai aggiustarle in modo da "far finta che" la fotocamera fosse perfettamente puntata nella stessa direzione, e da ciò creare un anaglifo coerente con la realtà 3D (perchè modi di creare anaglifi incoerenti ce n'è quanti ne vuoi: raddrizzante, convergente, con scappellamento a destra...). Purtroppo sarà in genere incompatibile con gli scopi ludici del cinema, ma sarà il modo migliore per creare una ricostruzione 3D della realtà fisica impressa nell'immagine. Non a caso nell'altra discussione usavamo animazioni gif in luogo degli anaglifi. Tra parentesi, a differenza della tua immagine NASA, la fotogrammetria permette in teoria di ricostruire l'intera scena a partire dai due scatti, dove il "teoricamente" sta a delimitare il limite del margine d'errore che il processo introduce. Sempre tra parentesi, dati due punti A,B su un'immagine stereoscopica, le loro parallassi a,b e le loro distanze dal fotografo Da,Db sono legate dalla semplice equazione:
Da*a=Db*b
dalla quale segue immediatamente che se aumenta la parallasse deve diminuire la distanza, e viceversa.
Ora, esiste un teorema matematico, noto come "teorema fondamentale della geometria proiettiva", che stabilisce che due immagini sono legate da omografia quando sono identificati quattro punti su queste. Da ciò segue che esiste un unico modo per sovrapporre due immagini stereoscopiche, se solo abbiamo quattro punti abbastanza lontani da non subire parallasse. Quindi l'anaglifo che intendi tu è forse quello che serve per stupire i bambini, e magari anche gli adulti, mentre quello che intendo io è invece l'unico compatibile con la geometria proiettiva (fatto salvo per gli errori che si commettono nel realizzare a livello pratico le immagini, ovviamente).
Questo è precisamente il motivo per cui ho ipotizzato che l'anaglifo della NASA sia realizzato a partire da due distorsioni della stessa immagine, infatti a me risulta lo sfondo completamente grigio, a loro no, quindi quelli che hanno in qualche modo barato sono per forza loro. La parallasse in senso verticale sta a significare che un'immagine è stata scattata un po' più indietro dell'altra, cosa abbastanza naturale se non si ha una fotocamera 3D. Comunque se ritieni la cosa irrinunciabile posso raddrizzare un pochino l'omografia usata fino a far finire gli oggetti sullo stesso livello orizzontale, a quel punto suppongo che l'immagine risultante dovrebbe avere lo stesso valore scientifico di quella della NASA, o no?Comunque, affinchè l'anaglifo funzioni, la parallasse deve essere orizzontale. Il tuo anaglifo ha una parallasse verticale che lo rende letteralmente inguardabile, ma magari può essere utile per calcolare delle misure fotogrammetriche e capire quanto è scoscesa la collinetta.
FranZη
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Quell'ombra non "appare" appuntita, lo è.HumanClone ha scritto: Se il suolo è pressochè piatto, perchè l'ombra del LEM, che è praticamente un rettangolo con le zampe, appare triangolare e appuntita come un albero di Natale?
La foto qui sotto si chiama AS14-66-9256:
Si tratta della stessa missione (Apollo 14), con lo stesso LEM, nello stesso punto e con la stessa ombra.
Abbiamo perfino lo stesso fotografo e la stessa fotocamera.
Ora che lo vediamo da vicino, il terreno risulta così pianeggiante da poterci giocare a tennis.
Prima di tutto, è impossibile decifrare l'orientamento dell'ombra dentro un cratere, senza vederlo dall'alto. L'interno di un cratere è sempre in pendenza.HumanClone ha scritto: Perchè allora le parti illuminate e ombreggiate dei crateri e degli avvallamenti sullo sfondo sono compatibili con una sorgente a ore 10 piuttosto che a ore 8? Se la risposta è che lo sfondo è finto, dov'è la linea che separa il set dallo sfondo?
Su quello più lontano qualcosa si vede, perché sta sul versante di una collina, ma è proprio quella salita a falsare tutto.
Non si capisce questa strana incoerenza, da parte tua...
- Sulle rocce in primo piano, per giustificare le ombre, dobbiamo inventarci un'ipotetica pendenza che nessuno vede, nonostante siano a pochi metri.
- Anche sul LEM, denunciamo un'ombra "appuntita" per suscitare gli stessi dubbi.
- In un cratere sullo sfondo, invece, pretendiamo che le ombre facciano da riferimento, nonostante la palese pendenza.
Comunque... appurato che l'ombra del LEM si sviluppa in pianura, se quei crateri avessero davvero la luce a ore 10, sarebbe una prova clamorosa che quello sfondo è falso.
Non attribuire a malafede quel che si può ragionevolmente spiegare con la stupidità
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Cosa intendi per cratere che nasconde l'ombra del LEM? Intendi che l'ombra finisce dentro un cratere, o forse che c'è un dosso tra fotografo e LEM che ne nasconde l'ombra, oppure altro? Potresti specificare meglio questo concetto?[...] e il bordo del cratere che nasconde una parte dell'ombra del LEM [...]
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l’ombra non è appuntita
l'ultima volta che ti hanno pizzicato ad usare foto che non contenevano tutto il soggetto in modo che potessi tracciare le linee rosse per fartele venire come ti tornava comodo, è stato due pagine fa e ora ci riprovi? di già?
Toh, dai un'occhiata qua che è meglio
www.lpi.usra.edu/resources/apollopanoram...007e045377&zoom=True
upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a...ng_site_panorama.jpg
Fai un po' più attenzione la prossima volta
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L’ombra è a punta solo nella parte alta.
Cazzo se convergono le ombre! Hanno spostato il riflettore?
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Intendo un dosso tra il fotografo e l'ombra. Oppure l'ombra finisce su un dosso che la deforma. In ogni caso c'è qualcosa di strano nel terreno che fa apparire l'ombra triangolare, indipendentemente che la sorgente sia il sole o una lampadina.
@Rox2
Ok secondo te l'ombra del LEM non appare, ma E' triangolare. Quindi il LEM è triangolare, ne prendo atto.
@FranZeta
La parallasse si può vedere anche senza anaglifo, confrontando la variazione delle posizioni relative delle pietre nelle due immagini. Facendo questa semplice analisi si evince che la traslazione del centro di proiezione, e quindi la parallasse che ne risulta, ha soltanto una componente orizzontale, cioè l'astronauta ha spostato la fotocamera a destra senza avanzare nè indietreggiare. La componente verticale, se c'è, è impercettibile.
Prima mi sono espresso male parlando di parallasse convergente e raddrizzante, ho abusato della terminologia. La parallasse è definita come l'angolo (o il semiangolo) C1-P-C2, dove C1 e C2 sono i centri di proiezione e P è la posizione dell'oggetto. Avrei dovuto parlare più propriamente di scostamento tra le immagini rosso e ciano.
L'anaglifo che vuoi creare, se riesci a farlo bene, avrà lo stesso valore scientifico di quello della NASA, con la differenza che, nel tuo, lo scostamento tra rosso e ciano, punto per punto, sarà proporzionale alla parallasse, cioè una sorta di mappa della parallasse. Per quanto riguarda l'effetto 3D, le pietre sembreranno uscire dallo schermo.
Se prendi le immagini così sovrapposte e le trasli una sull'altra fino a far combaciare le pietre più vicine, otterrai l'anaglifo della NASA. L'informazione sulla parallasse non si perde, ma viene solo traslata per costringere gli occhi a raddrizzarsi, allontanando così tutta la scena dietro allo schermo. E' per questo che l'effetto 3D rimane coerente.
Tu stesso hai riconosciuto implicitamente che l'effetto 3D dell'anaglifo NASA è coerente. Secondo la tua teoria, infatti, avresti dovuto vedere le pietre lontane e lo sfondo vicino, quindi una scena completamente surreale. Invece hai notato un avvicinamento complessivo della scena, cioè anche le pietre si sono avvicinate, dandoti l'impressione di un plastico, cioè di una scena 3D coerente ma in scala ridotta. Ripeto, per ridurre l'effetto plastico ingrandisci l'immagine.
Si può fare anche l'opposto, prendere l'anaglifo NASA e traslare rosso e ciano fino a ottenere una parallasse nulla sullo sfondo, come piace a te:
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Schnibble ha scritto: Quindi è piatto il terreno o no?
L’ombra è a punta solo nella parte alta.
Cazzo se convergono le ombre! Hanno spostato il riflettore?
Ma lol!
L'ombra è a punta solo nella parte alta, giusto, bravo! Un po' come i triangoli che sono a punta solo nella parte a punta, hai notato?
E poi si allarga, si allarga, si allarga ancora fino a essere descrivibile come triangolare.
Dio santo Schnibble, dimmi che hai 11 anni così ti si può trovare qualche tipo di giustificazione ... che imbarazzo ...
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Facile, veloce, comprensibile.
Una manciata di righe e dimostri il tutto, compresa la frase :
di cui peraltro sei autore.Questo spiegherebbe anche il perché della forma strana a triangolo che proietta al suolo
Ci sarebbe anche il rinforzino di humanclone su questo argomento:
Vai Pitagora, mostra il tuo teorema.perchè l'ombra del LEM, che è praticamente un rettangolo con le zampe, appare triangolare e appuntita come un albero di Natale? La risposta "il triangolo lo vedete solo tu e Schnibble" non è ammessa.
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Avrei potuto aggiungerne altre 20 utilizzando altri sassi fra chi scatta la foto e il lem e il risultato non sarebbe cambiato.
Convergono tutte verso un punto che non può essere a infinito dove dovrebbe essere il sole, ma in un punto, più o meno, dove ho messo il disegno a mano...
Mitakuye Oyasin
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Quindi quando fai l'ombra cinese, che so, del cane per esempio, allora la tua mano è un cane.secondo te l'ombra del LEM non appare, ma E' triangolare. Quindi il LEM è triangolare, ne prendo atto.
E prendiamo atto anche di questo brillante ragionamento.
Ci tengo però a informati che a mezzogiorno non sei alto 1 mm e al tramonto 3 metri e mezzo. Chissà, magari credi funzioni così vista la profondità della logica con cui ci delizi.
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