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Possessioni e ossessioni. Solo psicopatologia?
Aigor, ti ringrazio molto, ho appena intrapreso anche questo aspetto di studio per una serie di coincidenze, chiamiamole così.
Non ne ero al corrente di questi quaderni, ho proprio appena iniziato comprando un libro che è una specie di introduzione di un certo Picchi Giorogio, Radioestesia dalla a alla z.
Quindi cerco proprio approfondimenti di vario tipo. Il mio approccio è serio e posato. Inizio a scaricare.
Se poi avrai altro materiale di interesse volentieri ci do un occhio.
Volevo parallamente studiare anche la cristalloterapia in rapporto ai chakra.
Parallelamente ho ripreso in mano Steiner. Vediamo dove mi porta il cuore.
Grazie di nuovo.
Andrebbero vagliati a fondo anche quei casi che vengono definiti spaventosi. Vanno considerati realtà o paranoia?
Il problema principale è distinguere gli uni dagli altri. Come ho scritto anche nella discussione di invisibile.
Personalmente ho sempre avuto un impressione. Ci sono certe energie che si sentono in particolari luoghi, come gli ospedali dove ci sono persone che soffrono, che sono veramente pesanti.
Oppure, quando sei accanto a certe persone senti un qualche cosa di veramente forte che pare non uscire dalla sola persona.
In certe reazioni rabbiose, oppure in certi atteggiamenti dimessi.
Non so come spiegarlo meglio. Dico che però un qualche cosa si "sente".
Qualche giorno fa ho visto da Frabetti un tipo di cui non ricordo il nome, che spiegava la fenomenologia della possessione come una presa di controllo di tutti i chakra da parte dell'entità. Mentre il parassita si unisce solo ad un chakra o due. ma viene in qualche modo limitato.
Ora, andando a memoria mi viene in mente di persone completamente pazze in cui vedi che "un qualche cosa" ha preso il controllo e la persona non c'è più. La versione ufficiale è la malattia mentale.
Eppure non mi convince fin in fondo. Almeno non sempre, non in tutti i casi.
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Non mi sembra che tu stia divagando, dal momento che la radioestesia rientra nel novero dei fenomeni di frontiera, con basi (probabilmente) del tutto ascrivibili alla "sensibilità" umana, più spiccata in alcuni soggetti. Sono di fatto manifestazioni percettive che vanno annoverate come fenomeni di chiaroveggenza, che consistono nella percezione di sostanze varie, dall'acqua al petrolio, dai metalli ad oggetti vari, ritrovamento di cadaveri di persone scomparse, ecc.Mi sono interessato in prima persona dell'uso e delle vibrazioni di bacchette speciali e dei movimenti oscillatori (o rotatori) di un pendolo, tenuti nelle mani di particolari individui che, per questo, vengono indicati come radioestesisti. Quando l'oggetto vibrante è una bacchetta, il fenomeno prende il nome di rabdomanzia. Cominciai a prenderne nota tempo fa.
Riporto qui sotto quanto ho già scritto nella sezione: "Il paranormale esiste nonostante Polidoro"...
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Andrebbe rimarcato che il rabdomante NON è un "mago" nel termine dispregiativo che ne fa messer Polidoro, ma è, nè più nè meno, che un sensitivo (sensitivi lo siamo tutti, pur con peculiarità e "potenzialità" diverse). Sensitività che molta gente alla buona non riconosce in sè come facoltà paranormali. Non che le disconosca, ma soprassiedono a questo loro "sentire" solo perchè non le sanno spiegare, ed anche, ovviamente, per non essere additati come mattoidi. Come se fosse facile spiegarne gli "inneschi" fondamentali anche per gli addetti ai lavori...La sensitività non ha MAI avuto regole precise, unitarie, per essere condotte e programmate a piacere. Certo è che queste persone (i rabdomanti, ma anche chi fa uso del "pendolino") sono influenzate e percepiscono vibrazioni/irradiazioni che, di norma, sfuggono anche a strumenti sofisticati.
Circa 4 anni fa, visitai una cascina sulle colline dell'Oltrepò Pavese, avevo con me il mio giovane rampollo...che gioiva nel veder da vicino mucche, conigli, anatre e galline. Li conobbi il proprietario, un giovane imprenditore che possedeva anche alcuni ettari di terreno ubicato in pianura, tra Pontecurone e Tortona (Al), coltivato essenzialmente a pomodori e cipolle, ma anche a sedano e carote, insomma prodotti ortofrutticoli. Venuto a conoscenza dei miei interessi per l'insolito, mi disse che un grosso problema si evidenziò nei periodi di siccità, quando irrigare i campi, tramite canali, divenne di difficile soluzione.
Ebbene, provò con trivelle a cercare falde acquifere, inutilmente, fino a quando un vecchietto della zona si offrì al bisogno. Asserendo che aveva già risolto necessità come le sue con un... pezzo di legno. Ricordo il sorriso contento ma contenuto del proprietario mentre mi raccontava questo. In breve, ora irriga le sue coltivazioni estraendo l'acqua che gli serve, estraendola direttamente da falde acquifere sotto il proprio possedimento.
Come spiegare questo? Ovvio (si fa per dire...) pensare che subentri la sensibilità individuale dell'operatore e che agisca su di lui sotto uno stimolo, un'influenza esterna che percepisce e che diventa... interna, e che si propaga fino al "legnetto" che stringe tra le emani. Propaggini di onde Hertziane o similari? Sono più che convinto che il legno, unico o biforcuto, altro non sia che un "mezzo" utile alla sensibilità già insita nel rabdomante. Potrebbe benissimo fare la stessa funzione una scarpa o ... un bikini, basterebbe autoconvincersi e porre l'attenzione su di questi. Certo, per Polidoro & c. questi rientrano nei successi "per caso". Ma è sempre così, il mistero che, volente o nolente si annida in noi, nelle profondità della nostra psiche, viene comunemente vilipeso, adducendo che i controlli di laboratorio latitano. Bah! Come se un'"esplosione" di sensitività la si potesse imporre a comando.
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Infatti: il pendolo (o il legnetto o altro) è solo lo strumento che rende evidenti le percezioni della tua parte inconscia che è collegata a tutte quelle energie non percepibili dal conscio che ci circondano.
Io utilizzo un pendolino "figo" con un cristallo di rocca, ma ho utilizzato con altrettanto successo un pò di spago con una vite o una gomma attaccata ad un elastico (in ufficio quello avevo).
I vari strumenti rendono più facili le letture: se devo trovare i nodi di Curry o Hartmann oppure leggere l'ampiezza di un'aura riesco meglio con le bacchette che con il pendolino, per altre cose è preferibile il biotensor, ma ciò che muove gli strumenti sono "io" che faccio da vera e propria antenna nei confronti delle energie invisibili.
Il pendolino è la TV che mi rende visibile ciò che io (antenna) percepisco.
La cosa bella è che tutti, chi più chi meno (come in tutte le cose ci sono persone estremamente sensibili, altre meno) siamo in grado di fare queste cose, ciò che conta è imparare correttamente a dialogare con il proprio inconscio.
Altrimenti le letture diventano inaffidabili
Ps: Polidoro & c sono "cacca": parlano di cose che non conoscono con l'arroganza degli ignoranti
PPS: se qualcuno fosse interessato a conoscere la procedura per verificare la propria sensibilità e dialogare in modo corretto col pendolino, mi scriva in privato, condividerò volentieri ciò che ho sperimentato
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Ci sono casi che non si possono ribattere più di tanto, quando per esempio, si possono accomunare a tare ereditarie. Però però... certe domande in proposito è doveroso farsele. Per esempio: esiste il male? (su questa domanda il mio amicone, utente Invisibile avrebbe la priorità...) Come viene giudicata la malattia? Perchè certe malattie possono essere ereditarie? Ma poi, ci sarà stato un "primo" ad iniziare la catena di malati di mente? E quindi, perchè CON L'ESORCISMO tanti malati di "presunta" possessione o ossessione sono tornati alla normalità? Ecco una domandina facile facile per il mio ex amico di merende Polidoro.
Da par suo la Chiesa nella sezione teologica-cattolica spiega e divide in due categorie gli indemoniati: 1)- Ossessione diabolica o infestazione diabolica, ovvero dello stato in cui l'indemoniato è tormentato esteriormente dal diavolo (o diavoli) che però lasciano inalterati i caratteri psichici. 2)- possessione diabolica vera e propria in cui il diavolo o i diavoli, si sostituiscono al carattere del soggetto. Nel primo caso la Chiesa fa cenno al Rituale Romano e ai tre principali segni che manifestano l'ossessione: 1)- Parlare e capire lingue sconosciute al soggetto. 2)- Citare cose lontane e/o occulte. 3) Manifestare una forza eccezionale mai posseduta prima. Il quadro della possessione/ossessione, non è facile da capirsi. Nel libro 3° di Giovan Battista Codroghi, "De Morbis veneficis", l'autore annota addirittura oltre 47 sintomi per distinguere le cause naturali o morbose da quelle della possessione.
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io sono fermamente convinto che i demoni esistano e che la nostra civiltà si faccia solo autolesionismo non credendo nella loro esistenza. Nel mondo islamico li chiamano jinns e hanno convissuto con essi da millenni. Per quello che ho capito io essi sono esseri viventi ma privi di un vero e proprio corpo. Essi sono obbligati, esattamente come i parassiti, a vivere nel corpo di un essere vivente con un bel corpo solido. Io classifico i demoni come una categoria speciale di parassiti, e applico gli stessi schemi concettuali che li caratterizzano. Essi sono facilissimi da uccidere quando fuori dal corpo ospite. Un po' meno quando sono al suo interno. Tuttavia l'atteggiamento tradizionale nei loro confronti non è mai radicale. Essi vengono uccisi soltanto accidentalmente dagli esseri umani, e solo in casi eccezionali volontariamente. Il corretto atteggiamento nei loro confronti è il "dominio". I demoni vanno dominati e asserviti, e solo se sono troppo potenti (in realtà se l'essere umano è troppo debole) devono essere scacciati. Il potere che i demoni hanno sugli esseri umani deriva dal fatto che essi sono in grado di instillare piacere quando l'essere umano fa qualche cosa che a loro piace. Molto spesso si tratta di passatempi innocenti (mangiare certi cibi) ma vi sono casi in cui il demone desidera la morte del corpo che lo ospita, dando piacere quando l'ospite attua comportamenti molto azzardati e rischiosi, oppure istigando il suicidio. Essi lo fanno perché questo fa parte del loro ciclo di vita. Se l'ospite non è in grado di dominarli deve trovare il modo di scacciarli. Il problema con i demoni è che una delle armi a disposizione degli uomini per gestirli è la preghiera, ma oggi nessuno ci crede più.
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Parla Satana, il gestore dell'inferno: - Ho visto cose incredibili nella mia esistenza (che è eterna) ma non pensavo di arrivare a vedere tutto quello che l'umanità mi presenta oggi. Ho visto l'uomo delle caverne che vedeva fenomeni meteorologici e dava la colpa a me; per ignoranza, penso. Ho visto l'inizio della Storia, la confusione umana data dalla sua condizione di fragilità e caducità. Ho visto descrivere l'Eden e siccome quei due non si accingevano a mangiare il frutto proibito hanno mandato a me, per convincerli, dimenticando che io non sono qui per fare quei lavori lì, ma per raccogliere il più alto numero di anime possibili. Infatti fui anche beffato perché le anime dei 2 non vennero da me (ho avuto più fortuna con Abele) - - Vorrà dire Caino - - No, no. Voglio proprio dire Abele. - -Sicché Abele ha preso la strada bassa? - - Naturalmente, ma che vi aspettavate? Comunque... non divaghiamo. Dicevo che ho visto tanti popoli e tante tradizioni. Ho visto i Babilonesi, grande civiltà, ho visto gli Egizi, poi ho visto la venuta del Figlio del Superiore. È stata una storia un po' particolare, l'avete molto romanzata, in realtà noi due non andavamo poi così in disaccordo. Conoscevamo i nostri ruoli e nei ruoli di qualsiasi creatura ci sta sempre una parte di difficoltà; io ho compreso la sua e fu anche la prima volta che rimasi scioccato dalla pavidità umana, quando lo crocifissero. Niente in confronto a oggi però. Perché a me interessano le anime pure, più sono pure, più sono interessanti per me, mi devo occupare di questo. - - Ma le anime pure non vanno in paradiso? - - Non se orientate al male. Bisogna capire che per prendere la strada bassa, e ci vuole anche un certo merito. Non si può pretendere di scendere giù solo perché si è pusillanimi, o, spesso, sciocchi, ma soprattutto l'anima bisogna avercela. Ecco il problema dei tempi correnti: parassiti senza anima e senza Storia. - - Come dei batteri? - - Come dei virus, del resto è stato anche fatto un film dove esprimere questo concetto. Ma io non posso prendere un'anima a un virus, perché questo l'anima non c'è l'ha. Capito il problema? Dovrei chiedere un incontro con il Superiore, ogni tanto, tra un secolo e l'altro, facciamo questo tipo di riunioni per valutare l'andamento degli Universi... Oltretutto vorrei chiarire con lui per quale motivo mi tocca tenere l'angelo Lucifero giù di sotto... - - Sarà il diavolo Lucifero - - No, no, è proprio un angelo. Credo che sia sempre l'angelo più bello, ancora più bello di Gabriel. Sguardo angelico e molto profondo, bisogna sapere che, a differenza della tradizione narrata dall'umanità, Lucifero fu mandato giù direttamente dal Superiore perché sennò l'umanità faceva casino. - - In che senso? - - Nel senso che, essendo Lucifero il portatore di luce, facilitava troppo la scoperta delle cose, della verità, gli uomini si spaventavano perché a volte la verità è sconvolgente e allora il Superiore gli ha chiesto se poteva scendere per la strada bassa perché così non sarebbe stato facilmente invocato. E lui ha accettato, contrariamente alla letteratura conosciuta, mai oserebbe ribellarsi al Superiore, è molto più fedele di Gabriel. Gabriel è molto più diplomatico di Lucifero e non ti dice tutta la verità. A ogni modo, la particolarità umana odierna è sfuggente. Non ci sono anime che vanno per la strada alta e nemmeno per quella bassa e sta diventando un problema per il nostro giro d'affari; potrei ignorare i problemi di chi non va su, se però viene giù. Il fatto che si presentino sempre più individui privi dell'anima potrebbe provocare anche cataclismi, non c'è da scherzare e mi domando per quale motivo il Superiore stia tardando a prendere una posizione. Credo che questa possa diventare una situazione ancora più pericolosa di quella pre diluvio universale.
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Secondo l'ortodossia religiosa, l'esorcismo è un complesso di pratiche e riti atti a fugare l'influenza degli spiriti maligni, con cui la Chiesa in nome del potere ricevuto da Cristo sottrae al governo del demonio l'impossessato o "ossesso". Per queste pratiche esorcistiche vi sono particolari oggetti, come reliquie, pentacoli, sigilli, ecc. Alcuni dei quali sarebbero indicati anche per "preservare" l'ossessione e/o la possessione. Una, tra le tante, la "Medaglia di San Benedetto", esibendo la quale si recita: "Crux santis patris benedicti. Crux sacra sit mihi lux. Non daco sit mihi dux. Vade retro satana. Nunquam suade mihi vana. Sunt mala quae libas. Ipse venena libas".
Per quanto detto, ci si può confondere, i profani/materiailisti possono mettere sullo stesso piano certe malattie mentali con la cosidetta possessione diabolica, ma solo in considerazione dei nostri 5 sensi. Per i non profani l'origine interpretativa e il metodo per l'estirpazione del male sono ben diverse, e quindi per loro (gli esorcisti) si necessita di metodi e strumenti applicati e applicabili all'uopo. Bisogna necessariamente tenere in considerazione, come su detto, che certe malattie, dette possessioni, vengono risolte non dalla comune scienza, ma con rituali da essa ostracizzati. L'importante, come sempre, è il risultato.
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Raymon Grace ha sviluppato un protocollo di pulizia che è stato, parole sue, ampliato più volte perché nel corso della sua opera di... boh, come chiamarlo, operatore del bene? si rendeva conto che esistevano, appunto, molte forme di possessioni di persone, cose e luoghi.
Poi ogni religione ha i suoi metodi per ripulire, io son convinto che alla base ci sia una forma energetiva autonoma (in questo caso negativa), la quale assume valenze, forme e comportamenti a seconda di ciò che è la persona o il luogo infestato.
Un cristiano avrà la sua forma di possessione, un indù la sua, un musulmano la sua.
Ma ci sono eccome e non è psicopatologia, anche se ovviamente una mente debole offre più facilmente il fianco a entità "affamate".
Preciso: ci sono persone apparentemente "forti" che in realtà hanno un sacco di backdoor sfruttabili, a volte essere convinti fermissimamente di essere forti e inattaccabili può, alla prima crepa nel proprio convincimento (e il nostro subconscio sa benissimo la verità dove si posiziona, anche se lo neghiamo a noi stessi) per aprire voragini a possibili intromissioni.
L'importante, come sempre, è il risultato.
Questa è una massima che andrebbe sempre ricordata
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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E' un caso interessante nel quale probabilmente il diavolo non vi partecipò, sempre ovviamente per quel che conta il mio parere. Seguendo l'iter di tutto l'ambaradan la possessione si ridurrebbe ad una patologia collettiva di tipo sessuale abnorme, dallo sfrenato esibizionismo alla masturbazione. Questo e molto altro, veniva "addebitato" a forze soprannaturali, i demoni, appunto. Gira che ti rigira, alle suore alla fine non venne riconosciuto alcunchè, mentre il povero curato Grandier, siccome era spesso in calore, si pensò bene di accalorarlo di più, ardendolo vivo, come di costume. La legna a quei tempi abbondava...
Un meccanismo mentale insomma, che a questa stregua portò all'inopinata e ignobile "caccia alle streghe", fino alla "Chorea lasciva" del dotto Paracelso. Un altro esempio di isteria collettiva riguarderebbe la vicenda dei bambini di Salem. Il loro comportamento, pur non evidenziando implicite implicazioni a sfondo sessuale, potrebbe considerarsi una replica dei fatti di Loudun. Il discorso si amplia se oltre alle superstizioni, si vanno a considerare alcuni casi di case infestate, da Plutarco a Svetonio fino ad Azzurrina, A. Lincoln, castelli merlati e dimore fatiscenti dei giorni nostri.
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io ti consiglio di leggere un mio piccolo testo a proposito della natura delle specie (in particolar modo quelle animali, che praticano una forma di sesso). Tu penserai che non c'entra nulla con quello di cui stiamo parlando qui, ma in realtà c'entra non poco. Scoprirai che l'idea che il sesso sia un vero e proprio "demone" non è affatto campata per aria, e le spiegazioni che fornisco sono, almeno è quello che penso io, semplici e razionali.
Le specie sono esseri viventi
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Butto giù qualcosa sulla spiegazione che dai del sesso visto come una forma demoniaca. Non mi trovi consenziente. Brevemente: Sono le aberrazioni, chiamale pure demoniache (anche se la matrice è del tutto umana) che derivano da certi comportamenti che vanno condannati. Il sesso, se visto e praticato "sporco", altro non è che una deviazione negativa di carattere fisico. Non c'è cosa più bella, e qui parlo in proprio, che decidere d'amore e d'accordo con la partner di ottenere da un atto sessuale improntato dal rispetto reciproco e dal rispetto verso una creatura voluta che verrà al mondo.
In soldoni, perchè si hanno rapporti sessuali "demoniaci" come tu li definisci? Perchè si inculcano degli inutili tabù fin dalla prima infanzia. Un insegnamento sbagliato può di conseguenza portare a vedere il male anche dove non c'è, e non parlo solo di sesso, e quindi alimentandolo l'errore di valutazione prima, di nascosto, e poi crescendo, mettendo in pratica le perversioni. L'eco di un tabù, è l'indistruttibile coscienza delle conseguenze negative, che la tradizione ha fissato in profondità, e quella ancora della ineluttabile debolezza dell'uomo sul piano morale.
Un saluto
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Il mio libro è un libro scientifico, e privo di connotazioni morali, a parte i miei strali sulla ristrettezza di vedute degli scienziati.
Nel mio libro io sostengo che l'attrazione sessuale non è frutto della propria scelta individuale, ma dell'influenza della specie sull'individuo. Io sostengo che noi proviamo attrazione per l'altro sesso perché un altro essere vivente, che non siamo noi, ma è un essere vivente che vive in ogni essere umano, ci condizione psichicamente, ci "inietta" neurotrasmettitori e ormoni, e sfrutta tutte le armi che ha a disposizione per spingerci a riprodurci. Questo essere, visto secondo i canoni della morale cattolica, è un demone, ma tecnicamente non lo è perché non potrebbe mai essere scacciato con un esorcismo. In realtà siamo noi a possedere il so corpo, non il contrario, e la riproduzione è il metodo tramite il quale lui sopravvive. Poiché lui è un essere vivente esattamente come noi, e che non ne vuole sapere di morire esattamente come noi, e se noi non ci riproduciamo lui si estingue.
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Mi rincresce essere ripetitivo, ma è SEMPRE tenendo conto di questo superiore e più affinato criterio di autogiudizio in rapporto all'effettivo valore dell'intenzione, che l'autoanalisi del ragionamento deve proseguire, anche quando il rapporto interfamigliare diventa più complesso per la presenza dei figli. Sui figli l'altra faccia della medaglia tende ad evidenziare dei grossi limiti, anche tramite l'esaltazione dell'affetto figliale e/o di quello paterno/materno, la cosidetta "voce del sangue" popolarescamente intesa, l'assurda pretesa di considerare i figli come nostra proprietà. Appoggio il poeta Khalil Gibran, quando scrisse che i figli vanno considerati un atto d'amore, come frecce scagliate dal nostro arco, e non una nostra esclusiva proprietà.
Troppo spesso si trasferisce sui figli tutte le nostre vanità e aspirazioni mondane e sociali o, peggio, il ridicolo ed ingiusto e forzoso riscatto delle nostre frustrazioni di cittadini e di uomini, e l'ancora irrazionale ed assurda illusione di vedere sopravvivere in essi la nostra personalità "anagrafica", non dovrebbero avere luogo ad esistere, queste "voglie" riduttive, hanno purtroppo permeato di sè nel corso dei millenni infinite vicende umane e storiche, contribuendo in modo massiccio a creare degli "spostati".
Un saluto
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tu parli di moralità. Il discorso che faccio io, con la moralità, non c'entra niente. Il mio discorso è di carattere scientifico.
Io affermo che il desiderio sessuale non è una cosa che è connaturata all'individuo, ma è indotta dalla specie, che è un essere vivente a se stante che convive con l'essere individuale e ne condivide il corpo come se fosse una possessione demoniaca. Questo è quello che ho scritto nel libro di cui ho spedito il link.
Ti devi decidere: o credi che i demoni siano esseri viventi, e quindi li tratti come tali, oppure decidi che siano qualche cosa d'altro, che possa essere univocamente indicato come moralmente negativo.
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Ti avevo già detto CHIARAMENTE che l'uomo non potrà mai essere un demone in questa vita. Si può eliminare un uomo che si comporta, per così dire, come un demone, ma MAI un'essenza malvagia disincarnata, sfuggente perchè eterea, che lo coabita. Per completezza inseriamo poche righe sui demoni che fanno parte di una schiera di due polarità distinte che noi grettamente pensiamo d'individuare come "bene" e "male". Nella religione del Manicheismo (per accennarne una) che sorse in Iran nel III secolo dopo Cristo, per opera di Mani, due sono gli Iddi, uno del male e uno del bene (Spirito e Materia - Luce e Tenebre). Ambedue sono infiniti e in contrapposizione totale fra loro. Il demone "capo", mister satanasso, sarebbe quindi anche lui un Dio, che funziona da vero e proprio anti-Dio con il Dio del bene. Sotto questo aspetto caro Davide, vedi da te come risulta misera la posizione dell'uomo... carnale.
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Però la tavola ouija mi ha sconcertato perché molti anni fa, quando ero un ragazzino, mi predisse che avrei incontrato una persona, del tutto sconosciuta, mi disse il nome e il cognome, un cognome strano che tutti pensammo a un errore. Invece molti anni dopo, quella persona mi incontrò veramente e lo strano cognome era, cazzo, troppo vero! Nessuno poteva saperlo né immaginarlo.
Non esistono gli spiriti, ma non esiste anche il tempo. Questa è l'unica spiegazione plausibile.
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Configuriamo una persona che vede un bellissimo enorme campo, coltivato a frutta e cereali, orto compreso, e con animali satolli, tutto in ordine e pulito, al che pensa: che meraviglia di prato dove crescono alberi rigogliosi, dove gli animali, uccelli compresi cantano felici. Quest'uomo vede questa meraviglia ma NON il contadino, e per questo si convince che tutto è frutto della spontaneità, idem le messi, perchè il grano sarebbe stato portato li dal vento. Non crede quindi all'intervento del contadino (Dio). Ama e crede quindi nell'opera, e quindi nel Creato, in ciò che lo circonda, ma non crede in Dio.
E' un po' strana questa mentalità. Ma c'è ragionamento e ragionamento, persona e persona, c'è chi crede nella causa e chi nell'effetto. In realtà l'Effetto altro non è che la Causa stessa, perchè (indiscutibilmente) l'effetto presuppone ovviamente che a monte ci sia una causa, e questa implica la NON casualità ma qualcuno che l'ha prodotta. La posizione dell'ateo risulta quindi strana. Al punto da considerare che in realtà non esistono gli atei... ma esistono dei materialisti che (per quanto su detto) credono nella creazione ma non in un creatore. Un creatore, Dio, Legge Universale (o chi per Lui) si specchia, per così dire nell'intero Universo. L'errore dunque di chi si dichiara ateo, è guardare solo una faccia della stessa medaglia, l'effetto e non chi l'ha causato.
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Il desiderio sessuale è indotto nella specie umana, come in qualunque altro animale, dal desiderio della specie di preservarsi nel tempo. Tale desiderio è indotto mediante la secrezione di neurotrasmettitori in determinate situazioni (presenza dell'altro sesso per esempio), ma mentre l'animale non è granché in grado di opporsi a gli effetti del neurotrasmettitore (dopamina?) che entra in circolo l'uomo è in grado di rifletterci e trovare dei sistemi per godere del sesso senza procreare.In breve: il desiderio sessuale è connaturato sia negli animali che nell'essere umano (questo è indubbio) ma non è indotto (coercitivo) nella specie UMANA al solo scopo di procreare, prova ne sia, tra le altre, che esistono milioni di coppie che pianificano la loro unione senza figli. E questi scopano lo stesso eh...
Se il sesso fosse una libera scelta dell'individuo tanta gente non lo farebbe. In ogni caso, sei stato giovane anche tu, e lo sai che il desiderio sessuale non è una libera scelta.
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Sembra proprio che tu non voglia intendere, riduci le meningi umane a quelle animali, ma, ripeto, ci stà. Non esagerare però... IL tuo continuo dibatterti tra l'istinto animale e il desiderio della specie umana, a mio avviso fa acqua da tutte le parti. A tua discolpa, (si fa per dire eh) vanno considerate le fatiche per la stesura del tuo libro. Lo capisco, ma a mio modo di vedere sei in errore. L'uomo va inquadrato in ottica sovra-animale, con tutto ciò che questo concerne. Poi, detto tra noi, non farmi più vecchio di quanto io sia: sono nato il 15 dicembre 1971, alle ore 7,15 del mattino (mi dicono...). Il 49 sta al ritorno dalla Russia di mio nonno nato a Volano frazione di Codigoro (FE).
Perchè insisto? Proprio per le prerogative innate dell'individuo umano. Un uomo, a differenza di un animale, può arrivare a conoscere e in parte a comprendere il motivo della propria esistenza. Controllare le sue pulsioni. E' l'unico che può farlo. Per superficialità molti non si soffermano quasi mai a questa analisi. Non fermarsi a meditare su questo e solo una questione di comodità. Meditare su sè stessi significa inciampare nei nostri difetti (nessun animale può farlo), significa mettere a nudo la nostra anima e trovarci inevitabilmente delle mancanze, dei lati oscuri, significa indirizzare la nostra vita verso altri valori, significa RINUNCIARE (a volte deliberatamente anche al sesso, per molteplici ragioni), fare dei sacrifici, significa insomma prendere piena coscienza, anche della possibilità di superare i vari istinti che ci compongono e che spesso premono per avere il sopravvento, non solo in ambito sessuale ovviamente.
Ciò che vediamo e tocchiamo e ciò che viene esperibile attraverso i sensi, non è tutto (RAGIONA SU QUESTO) perchè l'essere umano, anche il più gretto, è in possesso di un quid che va al di là di questo, addirittura oltre le nostre fantasie, oltre la nostra mente. Parlo dell'altra realtà, che è quella spirituale condivisibile, trascendente e come tale può essere riconosciuta solo dall'uomo e MAI dall'animale. Caro amico, la vita non è soltanto mangiare, dormire, viaggiare, scopare, divertirsi, lavorare... In breve: la nostra vita, la nostra esistenza non si può conformare nell'istinto degli animali, dal momento che abbiamo la ragione e non l'istinto.
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praticamente siamo coetanei. Io sono del 9 luglio.
Comunque da nessuna parte io ho scritto qualcosa di diverso da quello che hai scritto tu.
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Secondo me si ha troppa (auto)ammirazione dell'essere umano e dunque si tende a sopravvalutarlo, sostanzialmente perché ingannati dall'innata e primitiva ignoranza -essenzialmente- circa le dinamiche biochimiche del nostro cervello e delle neuroscienze cognitive, e di come esse vengano interpretate fin dall'inizio dei tempi.
Ciò che noi chiamiamo "ragione" in realtà potrebbe essere parte integrante della sfera istintuale.
Noi comprendiamo l'istinto, nel senso che siamo a conoscenza di questo impulso, e di conseguenza lo consideriamo un fattore che esula dalla ragione. E se fossero invece la stessa cosa?
In tal caso saremmo ingannati dai nostri stessi sensi.
E' vero che l'uomo contrariamente a tutti gli altri animali pone (e si pone) domande anche molto importanti, sulla vita, sull'esistenza, sull'universo, ecc...,
ma è pur vero che a tali domande non si avrà MAI risposta. Talmente è grande e importante la domanda (ed impossibile la risposta) che la nostra "coscienza relativa" scende al pari di quella di un qualsiasi altro animale.
Tanto più è grande la domanda, quanto più la nostra coscienza/ragione tende ad annichilire.
Non dovremmo confrontarci con gli altri animali, ma con l'essenza stessa della vita e dell'esistenza. Solo così possiamo renderci conto della nostra reale dimensione e della potenzialità deduttiva.
La consapevolezza che abbiamo di noi stessi potrebbe essere un inganno, e/o parte del gioco.
Riguardo l'istinto sessuale ad essempio sono d'accordo con Davide71.
L'istinto sessuale potremmo definirlo come uno stratagemma della natura finalizzato all'accoppiamento sessuale e quindi alla continuazione della specie.
Noi non facciamo eccezione. Rispetto agli altri animali abbiamo solo capito come utilizzare tale espediente (piacere sessuale) a nostro vantaggio senza procreare, pur sapendo che il fine ultimo dell'atto sessuale è la procreazione, e non il godimento.
La natura non è stata magnanima nei nostri confronti, il piacere sessuale è(ra) solo una "trappola" finalizzata ad altri scopi.
Ciao a tutti
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In breve, io ammetto e giustifico vari livelli d'intervento dello spirito (indissolubile con il soma umano) nei confronti della realtà terrena, materiale. Un connubio fondamentale, ovvero un io cosciente dell'uomo + io spirituale. Connubio che si evidenzia quando meditiamo, o quando ci interessiamo di un argomento eticamente spirituale. Sono in questi momenti "magici" che riconosciamo un "qualcosa" di più elevato che coabita in noi. Roba questa esclusa a qualsiasi animale, pur intelligente e intuitivo che sia.
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vorrei soffermarmi solo su questo tuo passaggio:
"...ma lo concepisco un mezzo, uno strumento dello spirito, questi lo permea completamente, e "sente" attraverso di lui"
Malgrado io sia una persona molto razionale ed in un certo qual modo "indottrinato" (non nel senso che qualcuno potrebbe intendere) su alcune discipline,
su questo passaggio mi trovo d'accordo.
Diciamo che -molto cautamente- io sia "fra quelli" che prende molto seriamente in considerazione la possibilità che la coscienza non sia generata nel nostro cervello, ma piuttosto che il nostro cervello sia "solo" una sorta di ricevitore biologico (dello spirito?) di una qualsivolglia entità la cui natura corrisponde niente di meno che alla definizione delle onde elettromagnetiche, ovvero: "campo elettrico e magnetico che varia di intensità nel tempo e si sposta nello spazio, trasportando energia da un punto all'altro".
Sostanzialmente -e ipoteticamente- considero la coscienza di ognuno di noi come energia esterna (proveniente da una -non meglio definita- fonte sita da qualche parte nell'universo, espressa ad una determinata e precisa frequenza) captata e contestualmente connessa al nostro cervello.
Ad ognuno la sua e di pari conoscenza, dove però il limite terreno invalicabile in termini di PIENA consapevolezza, è rappresentata proprio dalle limitate prestazioni del nostro apparato biologico cerebrale.
Se così fosse noi in realtà saremmo energia cosciente presente in qualunque luogo, ma intrappolata in un corpo biologoco, fintanto che l'apparato ricevente (il cervello) non smetta di funzionare così da disconnetterci e tornare liberi.
Potrebbe sembrare una teoria astrusa (non per te immagino), ma queste idee sono prese molto in considerazione anche in alcuni ambienti del mondo accademico. Esistono studi molto importanti in tal senso, che fanno seguito a coloro che per primi hanno aperto a questa possibilità, ovvero al fisico Penrose e all'anestetista Hameroff.
E' indubbiamente un'ipotesi affascinante e per quanto mi riguarda verosimile, che in un certo senso sostiene quello che hai scritto tu.
Magari te l'ho messa in maniera meno spirituale, ma il senso è quello.
Ciao
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quindi in sostanza il cervello umano sarebbe una sorta di router wifi ho capito bene?
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