di Hugo van der Zee
Democrazia significa letteralmente "governo del popolo". In realtà non è un termine corretto, perché in una democrazia il governo è formato solo da una parte del popolo, al meglio dalla maggioranza. Questa è una debolezza della democrazia ed è sempre stata criticata. A volte si parla di "tirannia della maggioranza". In sua difesa, si sostiene spesso che la democrazia non è una forma di governo perfetta, ma che funziona ed è la cosa meno peggio che possiamo avere.
Ma è vero? Funziona davvero? Non esiste davvero una forma di governo che può funzionare meglio? Queste domande possono essere discusse, ma veri cambiamenti all'attuale forma di governo e una cosa è inconcepibile in politica. Sembra quindi che abbiamo intrapreso un percorso in cui non è possibile invertire la rotta.
La maggior parte dei Paesi del mondo sono oggi democrazie, essendo diventati tali solo negli ultimi secoli. È stato un processo spesso non volontario. Molte democrazie attuali lo sono diventate "a colpi di baionetta". Quando i media e i politici parlano di democrazia sembra avere uno status religioso. Ogni volta che vengono mosse critiche di fondo ai governi, o che vengono portate alla luce questioni serie, sentiamo spesso i media e i politici affermare che c'è un "pericolo per la democrazia". Se la democrazia fosse compromessa, porterebbe irrimediabilmente al caos e forse a una dittatura.
È sorprendente che Platone, nella sua raccolta di dialoghi "Politeia", sostenga esattamente il contrario, ovvero che la democrazia porterà alla tirannia. Le critiche alla democrazia come forma di governo sono presenti in tutti e tre i principali filosofi greci (Socrate, Platone e Aristotele).
Socrate era molto pronunciato. In un'allegoria che divenne nota come la "nave degli stolti", egli paragona una nave alla società. Supponiamo di voler portare un gruppo di persone in un lungo viaggio in mare. Scegliereste una nave in cui tutti i membri dell'equipaggio iniziano a discutere sulla rotta da seguire e sulle azioni da intraprendere in caso di pericolo? Il viaggio sarebbe caotico e la nave probabilmente non raggiungerebbe mai la sua destinazione. Ora, è necessario un capitano che abbia intuito e visione, un timoniere che capisca la navigazione, che sappia leggere le stelle e che abbia familiarità con i venti e le coste. Poi, naturalmente, serve un cuoco che sappia preparare del buon cibo, un carpentiere che sappia riparare i danni alla nave e così via.
Anche Platone sosteneva il "governo da parte dei più qualificati". Il problema di una democrazia, secondo Platone, risiedeva nel fatto che gli amministratori cercheranno sempre di ingannare e manipolare le masse, soprattutto attraverso la paura. Che Platone avesse ragione su questo punto è diventato sempre più chiaro negli ultimi anni. La forma di governo della maggior parte dei Paesi occidentali oggi è quanto di più simile a una "oligarchia". La parola oligarchia deriva dal greco "oligos" (pochi) e "arkhein" (governare). Secondo Platone, l'oligarchia è la forma di governo più negativa. Una democrazia corrotta in oligarchia finge ancora di essere una democrazia, così molte persone non si rendono conto di vivere sotto una tirannia. Nella ‘Politeia’, Platone descrive alcune condizioni fondamentali per una società sana. Per esempio, afferma che ci dovrebbe essere un elettorato informato e che ci dovrebbe essere libertà di parola e di associazione. Si tratta di valori universali, ancora oggi definiti fondamentali, eppure vengono regolarmente calpestati dai governi.
Aristotele era meno esplicito, ma descriveva la democrazia come una forma di governo inferiore. Sosteneva comunque che la democrazia poteva funzionare, a patto che la società non fosse troppo grande. Questo era evidente nel periodo greco classico. Ad esempio, quando Platone scrive di "Stato", intende la "città-stato" (la polis) e non lo Stato nazionale. Aristotele sostiene inoltre che il senso di appartenenza è fondamentale e che può esistere solo quando la popolazione ha un sfondo comune. I tiranni cercano sempre di minare questo senso di comunità. Nella sua opera "Politica", Aristotele scrive: "Una tirannia preferirà sempre gli stranieri ai cittadini; i cittadini sono ai loro occhi nemici, gli stranieri non offriranno alcuna opposizione". Un'affermazione del genere potrebbe mettervi in grossi guai oggi.
Fa riflettere il fatto che i grandi filosofi della Grecia classica, considerata la "culla della democrazia", fossero molto critici nei confronti della democrazia e addirittura ne mettessero in guardia.
Ora, cosa ne pensavano i pensatori e i filosofi che sono stati alla base delle democrazie moderne? Secondo la dottrina tradizionale, la Rivoluzione francese è stata la base della democrazia moderna. Di grande influenza fu il manifesto "Du contrat social" (Il patto sociale) del filosofo Jean-Jacques Rousseau. Il manifesto descrive molte delle condizioni di base di una democrazia, ad esempio che tutte i cittadini devono essere uguali secondo la legge e avere una voce uguale. Tuttavia, le idee di Rousseau differiscono in modo fondamentale dalle democrazie odierne. Per esempio, egli sostiene che la sovranità dei cittadini non dovrebbe mai essere ceduta o rappresentata. Rousseau scrive: "Nel momento in cui un popolo si lascia rappresentare, non è più libero: non esiste più". Rousseau sostiene inoltre che "non c'è governo tanto soggetto alle guerre civili e ai disordini quanto un governo democratico". La storia dimostra che le democrazie hanno effettivamente subito molte guerre, spesso condotte sotto la bandiera della "difesa della democrazia".
Un'altra opera influente fu il "De l'Esprit des Loix" (Sullo spirito delle leggi) del filosofo francese Montesquieu. Questo vedeva la democrazia rappresentativa come una buona forma di governo, ma scriveva anche dei suoi limiti. Ad esempio, come i filosofi greci, Montesquieu sosteneva che il governo democratico può funzionare solo in comunità di dimensioni limitate. Inoltre, sosteneva che le vere riforme non possono mai derivare da decisioni politiche e nuove leggi. Deve esistere anche una morale comune, che non può essere imposta da un governo. Secondo Rousseau, quando questa moralità manca, si arriva al dispotismo, dove il despota cerca di tenere il popolo sotto il suo controllo attraverso la paura e il terrore.
Il politico e filosofo Alexis de Tocqueville, nel XIX secolo, è stato il primo a compiere uno studio moderno sugli effetti di una democrazia. Come Platone, de Tocqueville concluse che la democrazia alla fine porta alla tirannia. Questa tirannia non si installa direttamente attraverso la violenza, ma è il risultato di un "processo di erosione". De Tocqueville vedeva il problema fondamentale di una democrazia nel fatto che essa trasforma l'uomo in una "unità politica individuale". Ci sono obblighi diretti tra governo ed elettore, e questo mina gli obblighi reciproci tra le persone. Questo mina anche i legami sociali reciproci, in ultima analisi i legami familiari. Il cittadino come entità politica è spesso descritto come un vantaggio. L'idea del “self-made man” (l’uomo indipendente) in un vasto mondo di opportunità è un ideale spesso espresso nelle democrazie.
Secondo de Tocqueville, il ruolo dell'uomo come unità politica individuale aveva l'effetto di isolare le persone, rendendole più suscettibili all'inganno e alla seduzione. L'isolamento fa sì che ci sia anche una tendenza al materialismo, che può portare all'edonismo. Accumulare denaro e beni diventa un obiettivo primario, ma un effetto ancora più problematico del materialismo, secondo de Tocqueville, è la "povertà spirituale" che provoca. La descrisse come una malattia mentale, sostenendo che la religione è l'unica cura. Le democrazie, tuttavia, hanno proprio una tendenza secolare (materiale).
Altri pensatori che hanno analizzato le forme di governo e cercato forme migliori di società sono stati umanisti come Thomas Moore. Il suo libro "Utopia" divenne molto noto, ma probabilmente non raggiunse mai ciò che Moore aveva in mente. Un'utopia divenne sinonimo di "ideale irraggiungibile". Il sociologo e storico Lewis Mumford ha cercato di far guardare a queste opere in modo diverso. Non come ideali irraggiungibili, ma come fonti di ispirazione. Il suo libro "La storia delle utopie" è un'opera che descrive una serie di utopie, tra cui "Utopia" di Thomas Moore, "La città del sole" di Tommaso Campanella e "Christianopolis" di Valentin Andreae.
Ogni utopista ha le proprie idee, ma molte di quelle dei filosofi citati si ritrovano in queste utopie. Ad esempio, le utopie sono di dimensioni limitate. Un governo a guida centrale, se c'è, ha un potere limitato e i residenti hanno uno sfondo comune che li lega. Se queste condizioni non sono soddisfatte, si verifica un effetto anti sociale che porterà a una "distopia". Secondo Mumford, la forma di Stato che si è sviluppata in Occidente è una distopia di questo tipo.
L'effetto anti sociale derivante da un governo statale centralizzato è un tema ricorrente nei libri dello scrittore russo Tolstoj. Quest'ultimo fece l'affermazione: "La verità è che lo Stato è una cospirazione, non solo per sfruttare i suoi cittadini, ma soprattutto per corromperli. Non servirò mai più un governo". Tolstoj pone il problema del sistema politico. La staffetta dei politici che passano la revisione è un mero teatro. Lo Stato a guida centrale è come una macchina mal costruita. Per quanto buone siano le intenzioni di chi la manovra, la macchina non può funzionare correttamente.
Anche il filosofo Rudolf Steiner sosteneva che un apparato statale a guida centrale ha un effetto dannoso e prevedeva che se questi Stati si fossero uniti in organizzazioni "sovranazionali", come la Società delle Nazioni (il precursore dell'ONU), si sarebbe arrivati a un disastro sociale di proporzioni globali. Steiner descriveva la democrazia come un "paravento" dietro il quale si nasconde il potere reale, esteriormente democratico, ma dietro le quinte dispotico.
Come de Tocqueville, Steiner riteneva che questo dispotismo fosse un effetto a catena del materialismo. Steiner si riferiva al rifiuto del mondo spirituale. Quando si nega il mondo spirituale, è naturale che si voglia risolvere tutto con il materialismo. Come esempio, Steiner citava il positivismo del filosofo francese Auguste Comte. Secondo il positivismo, tutto ciò che riguarda l'uomo e la società può essere spiegato secondo leggi scientifiche fisiche (materiali). Ne consegue che tutta la vita sociale sarebbe calcolabile e prevedibile. Questa visione materialistica del mondo ha portato i governi statali a occuparsi principalmente di calcoli e pianificazione. L'orientamento non proviene dalla vita sociale stessa, ma ci si aspetta che le persone si conformino a programmi politici basati su statistiche e analisi.
In risposta alle questioni sociali del nostro tempo, Steiner ha proposto l'idea della ‘triarticolazione sociale'. Si tratta di una forma di cooperazione che cerca di (ri)organizzare la vita sociale in tre "sfere di vita" autonome. Brevemente: secondo l'antroposofia, nella società si possono distinguere tre sfere. La vita culturale, alla quale appartengono, tra l'altro, l'educazione e la religione e nella quale le persone devono poter essere libere. La legge (politica, giustizia), in cui ogni essere umano ha uguali diritti. E infine l'economia, che riguarda la produzione, la circolazione e il consumo di beni (merci e servizi). Nell'ambito dell'economia, l'attenzione si concentra sulla cooperazione tra le persone. Queste aree della vita sono distinguibili ma non separabili. Sono in costante interazione tra loro, poiché gli esseri umani fanno parte delle tre sfere. Le aree sono autonome, ma interconnesse. Poiché le aree sono autonome, funzionano meglio quando hanno una propria governance.
Se, ad esempio, l'economia domina la giurisdizione, questo può portare a una compromissione dei diritti degli individui. I sintomi di questo fenomeno sono evidenti nell'economia di oggi. La politica e il diritto sono impotenti, e in molti casi non sono disposti a salvaguardare i diritti umani. Rudolf Steiner non era del tutto contrario all'idea di uno Stato, a patto che si limitasse a condizioni che potessero essere considerate universali. Ad esempio, lo Stato potrebbe regolamentare le condizioni di lavoro sicure. All'interno delle condizioni preliminari, tuttavia, le comunità dovrebbero essere ampiamente autonome. Steiner vedeva l'economia in particolare come un'area che non doveva essere controllata dall'alto. Questioni come la creazione di denaro e l'impiego di capitale dovrebbero essere modellate a partire dalla pratica concreta (locale). Secondo Rudolf Steiner, ciò può essere organizzato efficacemente solo da associazioni in cui siano rappresentati investitori, produttori e consumatori.
È chiaro che oggi le idee non mancano. Resta da capire come affrontarle. Quale strada seguire? Quello che almeno è chiaro è che la strada politica non servirà. Il sistema dispone di risorse sufficienti a garantire che un vero cambiamento non avverrà mai. Cosa serve allora, la rivoluzione? Quasi tutte le rivoluzioni della storia sono state dirottate, e sono proprio le rivoluzioni che ci hanno impostate le finte democrazie. Il vero cambiamento potrà avvenire solo "dal basso, dall'interno e insieme". A partire da voi stessi, parteciperete a un'iniziativa solo quando questa sarà inclusa come convinzione personale. Ciò richiede che le persone siano ben informate, cosa che Platone ha già descritto come un prerequisito fondamentale per una società sana.
In ultima analisi, naturalmente, dobbiamo farlo insieme. La cooperazione è possibile solo se esiste un forte rapporto di fiducia reciproca. Per questo è necessario che ci sia uno sfondo comune, così come un controllo su cose come l'istruzione, la giustizia, il commercio e il sistema monetario. Questo non significa che le comunità si isoleranno; al contrario, gli scambi funzionano in modo efficiente quando si possono prendere accordi reciproci.
La critica che spesso si sente muovere a questo tipo di proposte è che sono irrealistiche. Tuttavia, non è realistico pensare che l'umanità possa andare avanti così ancora a lungo. La società è in una spirale discendente. Non tutti se ne accorgono. La società sta ancora "girando", ma come un volano la cui forza motrice è venuta meno da tempo. Arriverà un momento, probabilmente non lontano nel futuro, in cui la ruota dovrà cambiare, a prescindere da tutto. Se non vogliamo finire in una distopia estremamente violenta, dovremo agire.
Non ho ancora capito perché la Sardegna sia ancora in italia
Queste pecore partecipano e legittimano le scelte che vengono loro imposte, senza neanche rendersene conto, trascinandoci con loro verso il macello del buon pastore.
Ma adesso è tempo di vacanze, le vedo sempre più felici!!!
Quanta frenesia, che animosità, si corre tutti, non si dove, ma importante è arrivare primi.
Mangiare seduti al bar come se non ci fosse un domani. Ma fare presto perchè al ristorante è quasi pronto il menù di pesce fresco appena decongelato a 25 euro, escluse bevande. Nunc est bibendum, adesso in alto i calici, al mio tre scatenate l'inferno, mangiate a sazietà. Ma mi raccomando, entro sabato ci vuole una bella partenza intelligente, e tutti si torni alle rispettive spelonche.
Viva la Demotannia!!
Grazie.
Another meaning of gajendra is the leader of the elephants. I have already said a number of times that elephants are gregarious or social animals.
The solidarity and unity of a group depends on the strength and determination of the leadership. If the leadership is not strong the entire structure – social, economic and political – becomes weak and ultimately crumbles down. The strong and decisive leadership of Akbar in the first half of the seventeenth century established the Mughal empire on a cohesive foundation. Similarly, the firm and courageous leadership of king Samudra Gupta [[at one time]] solidly established the Gupta empire from the Himalayas in the north of India to Godabari in the south. Later, due to a dearth of strong leaders, the mighty Magdha empire fell apart. After the death of Akbar the Mughal empire was also Balkanized because of the weakness and inefficiency of subsequent rulers. Eventually, with the rise of Mara tha and Sikh powers, the very bones of the Mughal empire were broken apart in the battles of Panipatha and Sithvalti.
Comparatively democracy is the most favourable of all the systems of government that have so far been evolved. However there is less scope for strong leadership in a democracy than in a dictator ship. Consequently democratic countries, whether in war, socio-economic development or other spheres of activity, always remain somewhat weak, even though a democracy will usually last longer than a dictatorship. While there is greater scope for the rule of rationality than whimsical rule in a democratic system, the solidarity that is achieved in a dictatorship is not found in a democracy because most people do not want it.
In a dictatorship common people are harassed in many ways by the whimsical rule of the dictator, and in a democracy people are equally harassed by the whimsical decisions of political parties and the expedient behaviour of party cadre. Peace loving citizens are sometimes made to suffer terribly in their hands. I would like you to objectively ponder these observations.
If the system of individual dictatorship cannot be fully supported, how can we support the system of party dictatorship? In a party dictatorship uneducated or semi-literate cadres often cause harassment to educated and talented people. Under such circumstances people want to end dictatorial rule. Sometimes they even seek the help of foreign powers to gain relief from their unbearable situation. This is the grim reality. The only solution to individual dictatorship, party dictatorship and democrat ic pandemonium is the Proutistic concept of Sadvipras leadership.
27 March 1988, Calcutta
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Source: Leadership – Excerpt B
Published in: Prout in a Nutshell Volume 3 Part 15 [a compilation]
Release: Electronic edition version 9.0.19
Ormai è palese che il potere è nelle mani di gruppi finanziari potentissimi che decidono ogni aspetto della nostra vita.
Che ci sia draghi a fare il ducetto, la meloni o un altro burattino con cambia NULLA.
Inutile ipotizzare nuove forme di governo alternative e più eque, se due pilastri del cambiamento VERO non vengono realizzati e cioè il cambio di mentalità del gregge e il ridimensionamento del potere economico su quello politico.
Stiamo accettando l'inaccettabile, la colpa è solo nostra.
Grazie.
Non so se ciò valga per tutti i Paesi ma di certo vale per il nostro, per gli USA e per diversi altri.
E' chiaro che se il sistema mediatico e le istituzioni chiave, in genere non elette, sono organiche a una certa parte politica la democrazia effettiva, cioè la libera e consapevole scelta dell'elettore, è totalmente compromessa fin dall'inizio.
Per tenere in piedi il meccanismo si capisce perchè siano così ossessionati nel mantenere il controllo totale sia dei media che delle istituzioni chiave arrivando apertamente alla censura e a trasformare progressivamente le opinioni divergenti in reati.
Quindi dittatura o democrazia? Non so proprio come rispondere visto che le dittature sono state attuate e messe in atto e ne conosciamo i dettagli (almeno di quelle passate), della democrazia quasi perfetta non ne abbiamo notizia, abbiamo solo l'esempio delle cosiddette democrazie della seconda meta' del 20° secolo, ma quelle erano democrazie di facciata per far vedere al mondo e in special modo all'occidente che erano molto meglio della dittatura sovetica, democrazie di facciata che pero' non hanno esitato ad usare metodi violenti e subdoli (strategia della tensione, colpi di stato militari o tentativi di essi, propaganda falsa e tendenziosa) ogni volta che un popolo decideva magari di cambiare la democrazia di facciata in una democrazia un po' piu' allargata.
Il fiume karma e' sempre li' con le sue rive comode-comode.
Dante Bertello.
Allo stato brado produce l' opposizione di progetti diversi e perfino opposti l' uno all' altro, estremizzati teoricamente fino all' utopia e politicamente fino ai limiti della guerra civile (vedi l' Italia dal 46 al 49).
Un partito dice bianco, l' altro dice nero, ognuno quando va al governo distrugge ciò che ha fatto l' altro e quando è all' opposizione boicotta incurante delle conseguenze per il popolo.
In queste circostanze non è strano che l' unica continuità di governo venga prodotta da parti terze extra partitiche, che fanno leva su vincoli pratici (la finanza) e soprattutto religiosi (la massoneria e, ormai in minoranza, la Chiesa e la Sinagoga).
"Non esiste libertà per l'uomo, finché qualcun altro controlla ciò di cui ha bisogno.”
l'ha detta lui
Il suo libro verde è uno straordinario tentativo di superare comunismo e democrazie liberali,
e riportare il popolo protagonista e decisore della vita politica.
manca poi tutta la parte dei gruppi di potere occulti che agiscono pro domo loro..
ricordo sempre poi l'insofferenza di schwab sulla troppa democrazia che circola oggi :"c'é l'intelligenza artificiale, votare non servira' più"
Diventa poi un'utopia nel momento in cui viene permesso "democraticamente" (accordi sottobanco) di smembrare il patrimonio, le risorse e le strutture/infrastrutture dello stato.
Questo avviene perchè è stata permessa la privatizzazione.
E quando dai in mano al privato le risorse dello stato, il privato le sfrutta a proprio piacimento a discapito di tutto e tutti.
Se poi, addirittura, i privati sono anche in parlamento allora il gioco è fatto.
Succede anche se i parlamentari sono amici dei privati.
In un modo o nell'altro, la privatizzazione vince sempre.
Tutti i problemi principali del nostro paese sono causati dalla privatizzazione.
Siamo nel 2024 e siamo ancora qui a discutere di queste tematiche che ormai sono da molti anni palesemente dimostrate e sotto agli occhi di tutti.
La soluzione è sempre e solo questa:
- riaccentrare le risorse, la ricchezza, le strutture e infrastrutture dello stato eliminando la privatizzazione.
- ridistribuzione della ricchezza al popolo
la puoi girare e rigirare come vuoi ma la soluzione è solo questa.
Tra una pessima democrazia ed una tirannia “illuminata” (in senso buono), forse è ancora meglio la tirannia, ma al suo vertice dovrebbe esserci un “ESSERE SUPERIORE” che pensa al bene della Nazione e del popolo (mi viene in mente Putin, con tutte le sue criticità).
Diverso sarebbe, invece, se avvenisse che la tirannia fosse nelle mani di coloro i quali stanno dominando il Mondo oggigiorno (banchieri, finanzieri speculatori, ecc.), perché in quel caso ci troveremmo nel peggio del peggio.
In occidente potrebbe cambiare qualcosa solamente se in USA avvenisse una rivoluzione, e questa potrebbe capitare, ad esempio, se Trump non vincesse le elezioni per un palese imbroglio a favore della Harris.
La miccia dovrebbe però partire dagli USA, poi verrebbero contagiate anche le altre nazioni occidentali, e questo può forse essere un motivo che potrebbe portare, i nemici di Trump, ad essere cauti e magari a scendere a patti con lui.
Dante Bertello.
Cambiare interiormente e "lottare", ma il punto critico è passato già da tempo, l ultima possibilità prima della prigionia totale è uno shock.
Faccio il tifo per gli asteroidi, quelli di grandi dimensioni.
Nel mio pensiero (sto pensando di scrivere un libercolo), ogni società umana strutturata è composta da VALORI PRIMARI (validi oggettivamente e tendenzialmente immutabili) e VALORI SECONDARI (validi funzionalmente e mutabili in senso migliorativo).
Senza fare lunghi voli pindarici, dico subito che il POPOLO è un valore primario, che a sua volta contiene altri valori primari (DIRITTI), mentre la DEMOCRAZIA è un valore secondario, che a sua volta si spacchetta in altri valori funzionali (REGOLE)
Il contenitore dei valori primari è la NAZIONE, mentre il contenitore dei valori secondari è lo STATO PUBBLICO.
Ovvio che per la custodia e la gestione della Nazione, una figura come quella del presidente della repubblica attuale è semplicemente ridicola (come del resto appare con i suoi riti risorgimentali). Serve al contrario una organizzazione autonoma, completamente asettica rispetto alla politica e, tendenzialmente para militare, nel senso di avere un proprio ordinamento che punisce severamente ogni deviazione (tradimento).
Per quanto riguarda lo Stato inteso come funzioni, si tratta di ripensare ed adottare i migliori modelli e procedure che l'esperienza delinea.
In questo campo la libertà è massima, fermo restando che in un conflitto tra i valori della Nazione è quelli dello Stato Pubblico sono i secondi a soccombere/adattarsi.
Facendo un esempio, nel mio sistema, un provvedimento come la protezione umanitaria per gli stranieri non si sarebbe mai potuto adottare (lesione del popolo in termini di riduzione del benessere e della sicurezza).
Non è che ci vuole molto a capire queste cose se uno ha studiato diritto (da Nazionalista).
E non ci sarebbe nemmeno bisogno di evocare la contrapposizione tra tirannia e democrazia (altra confusione)
Da quello che hai scritto e da come lo hai descritto
si evince che dovevi nascere anni fa e vivere nell'epoca del ventennio.
Oppure, oggi, andartene a vivere negli states o, meglio ancora, in israele.
Letteralmente "democrazia" non significa "governo del popolo" ma "potere del popolo" , mentre "governo del popolo" si direbbe "demarchia".
Possiamo dire che in Italia c'è una parvenza di governo del popolo italiano, ma di fatto abbiamo un'USAcrazia.
E questa ambiguità è uno dei problemi della "democrazia".
Ostrogorski nel suo libro "La democrazia ed i partiti politici" scrisse: "Se sono bambini od adulti che si trovano ancora nell'infanzia politica, la risposta è chiara: avranno un bel essere insigniti del suffragio, verranno giocati con assoluta impunità" sottolinerando così la differenza fra gestione e potere e che il potere si conquista anche leggendo Luogocomune.
Interessante la forma di governo dei pirati: in tempo di pace democrazia gestita dal quartiermastro, in battaglia dittatoriale con a capo il capitano.
Il passaggio fra i due incarichi non era certo ambiguo
Nella pratica è molto più semplice, il potere non viene concesso, il potere bisogna prenderselo. Chi ha la forza se lo prende e non può fare a meno che tenerselo finché qualcuno più forte glielo porta via.
Vale per le nazioni ma anche per tutte le altre associazioni di persone
Mi chiedo quante persone riescano a comprenderlo fino in fondo.
E alcune cose dovrebbero essere sviscerate e fornite di esempi per una migliore comprensione e per non rimanere solo in superficie.
Da un lato, questo è vero per una ragione molto semplice: meno persone, una società più gestibile, ma il numero di persone in una comunità non è il fattore determinante.
Guardatevi gli ultimi due episodi della serie televisiva tedesca HELGOLAND 513.
Vedrete come si può gestire una piccola comunità, ma anche un intero Paese. Basta fare copia e incolla. Un'ora e mezzo ben spesa.
Assolutamente vero.
Questo è ovvio, solo che la gente ripete questa cosa a pappagallo senza capire di cosa si tratta esattamente e come ottenere questo risultato.
Che non basta convincersi che non viviamo in una democrazia, che i media e i politici ci mentono sempre o che i vaccini fanno malissimo. Questo non è un risveglio.
Bisogna avere basi solide perché tutti possano essere ben informati, e questo deve funzionare per almeno due o tre generazioni. Perché deve essere cosi?
Perché allo stato attuale, come sempre, dopo di noi non resterà più nulla e quelli che verranno dopo dovranno di nuovo ricominciare tutto da capo, proprio come avviene ormai da millenni. E non importa quante pergamene o dischi rigidi riempiamo.
Il nostro lavoro è sostanzialmente inutile.
Non c'è più bisogno di inventare nulla, perché tutto è già stato detto e scritto centinaia, se non migliaia, di volte nel corso dei millenni.
Questa è l'unica banalità di questo bel articolo.
La società è sempre andata avanti così, ed è ovvio che prima o poi qualcosa cambierà, ma cambierà in modo tale che nulla cambi. Ancora e ancora.
Il sistema non cambia mai, ma muta ed evolve, però mai in modo sano e a vantaggio di tutti.
Potrebbe bastare molto meno di un asteroide; che ne dici di un black-out totale (energia elettrica) per un mese?
Quello che ne emerge è che le finte democrazie in cui viviamo sono sostanzialmente rette da inganno e disinformazione di regime, attuata attraverso i media, per cui vale la pena ribadire, una volta ancora, l’importanza del pensiero libero e della diffusione di vera informazione.
I padroni del mondo condannano la "disinformazione" e chi la diffonde via social o con qualunque altro mezzo di comunicazione.
La pena prevista è, addirittura, il carcere, si veda quello che sta succedendo in Inghilterra per mano del "democratico" Starmer...
Il "piccolo insignificante particolare" è che "loro", per disinformazione, intendono non solo tutto ciò che non si adegua alla narrazione ufficiale ma, molto semplicemente, le verità più scomode e le libere opinioni dei cittadini non conformi alla narrativa dominante imposta dal mainstream "informativo".
I padroni del mondo, e i loro zelanti galoppini, si arrogano quindi non solo il diritto di decidere chi silenziare, censurare e oscurare, diventando de facto gli unici autorizzati a diffondere "inconfutabili verità", ma anche il potere di comminare pene severissime trasformando in reato ciò che reato non è, cancellando così le più radicate e consolidate regole democratiche che stanno già sostituendo con le misure più liberticide e dispotiche tipiche dei regimi totalitari.
"La dittatura europea" è proprio il titolo di un libro, che personalmente considero imperdibile, di Ida Magli.
Sappiamo tutti che la svolta è stata la tragica farsa pandemica; un'accelerata verso la più spregevole agenda globalista in cui le istituzioni "democratiche" si sono trasformate, in men che non si dica, in veri e propri gruppi di potere al servizio dei più ignobili e spregevoli progetti di dominio mai concepiti da mente umana.
Da allora non si sono più fermati
Perfetto!!!
Panta rei diceva Eraclito (non l'utente al post -#26#-... ), all things must pass, cantava G. Harrison. Giocoforza siamo sempre stati sottomessi alle convenzioni della vita: amore e morte, gioia e dolore. Temi fondamentali mai bypassati da nessuna democrazia, non avendo questa alcuna facoltà di cambiare l'esistenza dell'uomo. Restano in ogni caso temi di fondamentale importanza che ogni pseudo democrazia si è sempre trovata davanti, ma che non ha mai risolto per la fugacità della nostra esistenza.
Forse è meno tendenziosa la "democrazia" giapponese quando con un fonema equipara ogni crisi democratica con opportunità.
Le mie idee sono innovative rispetto al ventennio e ben si adattano ai tempi attuali.
Capisco che a un numero anche troppo elevato di persone (soliti noti, sinistroidi, parassiti, criminali) fanno comodo le democrazie disfunzionali e corrotte.
Ma il tempo sta per finire.
Per questo io dico sempre che una guerra civile è non solo improcrastinabile, ma anche utile.
Ma neanche per idea.
Il popolo smette di esistere nel momento in cui si scorda del proprio potere, della propria influenza sulla classe politica che delega. Il popolo ha la possibilità di “staccare la spina” a partiti interi semplicemente ritirando la propria preferenza, eppure si accontenta di essere preso bellamente per il culo da cravatte e tailleur che puntualmente disattendono le loro promesse senza mai dare una vera giustificazione.
Non esiste, in tutto il mondo, un potere meno sfruttato di quello che l'elettore ha nei confronti di chi elegge.
Il popolo che abbassa i propri standard fino a tollerare certi burattini considerandoli necessari.
Il popolo che accetta a bocca storta situazioni che potrebbe cambiare con uno schiocco di dita.
Il popolo che scegliere l'ignoranza in un mondo in cui l'informazione è gratuita e facilmente accessibile
E' quello, il popolo che muore.
ahahahhahahahahahhahahahahahahahhahahahahahah
ti piacerebbe, è?
Era tempo che non sentivo sparate tante cazzate in così poche parole.
Complimenti.
Mai detto, nè scritto -tranne ora-; Forse qualcuno mi ha sentito pronunciare quelle parole durante un incubo notturno chissà. Al di là di ciò che ho detto, è la mia fuga dall'umanità ciò che devi considerare.
Panta rei, panta rei…
Oggi panem er circenses, domani frusta e catene.
@Penta #19
O meglio, una usurocrazia…
È però solo una delle tante storture generate dal sistema.
Riderai di meno quando ti metterai lo scolapasta in testa.
una democrazia avanzata, come quelle occidentali, ( )
o una dittatura attuata da un leader saggio, colto, intelligente,
che si preoccupa del benessere del suo popolo.
beh...è facile scegliere per un dittatore saggio, colto, intelligente,
che si preoccupa del benessere del suo popolo.
ma il punto è:
può mai esistere un leader del genere ?.... si,.. nelle favole !
e invece no....
-
Non esagerare caro amico. Il pensiero che citavo riguardava l'Eraclito greco, NON l'Eraclito utente di L.C.
Un popò di modestia dai. Prendi l'esempio PALPABILE di Iperbole...
Allo stato attuale la democrazia si è ben divincolata dal significato di "potere al popolo" o "governo del popolo". Essa somiglia sempre di più ad una farsa ben orchestrata tesa ad eleggere il predestinato (e predeterminato) di turno chiamato a rappresentare, non più il popolo od una nazione, ma i valori e gli obbiettivi di un'organizzazione terza.
Se guardiamo all'Italia (ma non solo) il presidente del consiglio è ridotto di fatto a prefetto su mandato UE/USA, con un programma di governo chiaro e insindacabile fatto di scelte molto spesso impopolari e indiscutibili.
Il potere non indietreggia mai se non in presenza di un potere maggiore.
Sa davvero si vogliono cambiare le cose e ristabilire il vero significato di democrazia, non vedo altri modi che quello di riprendersi il potere. Il popolo deve riprendersi ciò che gli spetta, altrimenti continueremo ad essere ospiti in casa nostra dove chi dovrebbe curare i nostri interessi, trama e cospira dietro le nostre spalle su mandato di veri e propri criminali.
Fino ad allora saremo complici del sistema che condanniamo.
può mai esistere un leader del genere ?.... si,.. nelle favole !
e invece no....
Tutti i ricchi possono facilmente diventare "illuminati".
E fare a meno della democrazia.
interpreto un soggetto, come nei dialoghi di Platone, per dialogare appunto, cercando di trovare e far emergere qualche luce di verità. Senza pretese, ovviamente, è solo un altro modo per partecipare alla discussione
Sarei per la tabula rasa e liberare il pianeta, però in effetti è molto interessante l'ipotesi, niente luci artificiali,internet, telecamere, conti correnti, bollette da pagare, deputati in carrozza fino a Montecitorio, e tanti che vanno fuori di testa lanciandosi dalle finestre. Tra l'altro, la tua opzione ha una alta probabilità di verificarsi rispetto a quella di un asteroide che si schianta sulla Terra, non è poi così difficile tagliare i cavi dell alta tensione. Chiaramente non voglio assolutamente suggerire come un popolo, o anche una parte minoritaria, potrebbe mettere in crisi concretamente il sistema e farsi rispettare, sia mai.
Per caso qualcuno sa qual'è la rete elettrica principale della nostra penisola?...
Ma i migliori dovrebbero essere stabiliti secondo il principio della democrazia.
Questo è l'ossimoro (lucida pazzia) in cui ci hanno incastrato i campioni dell'astrazione (i soliti noti).
Perciò non resta che eliminare queste astrazioni (o i loro autori).
mio capitano...
In Norvegia o in Giappone puoi mettere qualsiasi tipo di stato, ma il governo vero lo fa il cittadino che mette la moneta per comprare il giornale anche se non c'è nessuno a chiedergliela.
E sempre purtroppo dalla rivoluzione industriale in poi questo tipo di attitudine viene estremamente influita dal clima. Più fa caldo e meno il cervello è incline ad agire in questi termini.
"Dovrebbe" secondo il tuo sentire?
Perchè io leggo che è l'aristocrazia che contiene in sè questo significato e non la democrazia.
aristocrazìa s. f. [dal gr. ἀριστοκρατία, comp. di ἄριστος «ottimo» e -κρατία «-crazia»]. – 1. a. Nel sign. originario e più proprio, la prevalenza, il governo dei più meritevoli, intesi questi come coloro che sono moralmente e intellettualmente i migliori o i più valorosi, identificati poi, in un secondo tempo, con i nobili, quelli cioè che, per diritto di sangue, appartengono alla classe più elevata della società, nella quale costituiscono un gruppo privilegiato.
www.treccani.it/vocabolario/aristocrazia/
democrazìa s. f. [dal gr. δημοκρατία, comp. di δῆμος «popolo» e -κρατία «-crazia»]. – 1. a. Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi;
sempre da treccani
Ma come fa, il popolo, a riprendersi "ciò che gli spetta..."? Se non con una nuova "presa della Bastiglia"? E chi sarà la (o le) persona che guiderà questo "Risorgimento"? La vedo dura! Solo una scossa "sismica" del settimo grado e cioè una guerra coinvolgente tutta l'Europa, potrebbe dare questo impulso. Ma in quel caso l'Europa cesserebbe di esistere.
Bravo, hai trovato un ossimoro dentro un altro ossimoro.
La deduzione logica è che a guidare la democrazia non sarebbero neanche i migliori.
Ed infatti vediamo come nel parlamento italiano vengono elette vere e proprie scartine umane,
indipendentemente da destra e sinistra.
Per me non esistono riforme dall'interno.
Questa democrazia (Repubblica) va annichilita e sostituita.
In ogni caso il popolo ITALICO (italiano è una cazzata risorgimentale) avrà da guadagnare.
Per far capire al mio interlocutore che le ideologie fossili lo rendono più vecchio di quello che sarebbe se accettasse un confronto privo di pregiudizi.
Corretta precisazione su governo del popolo che comunque implica anche di avere il potere…
Bella la definizione di democrazia formale, che sta ad indicare dove sta il problema: passare ad una democrazia sostanziale (ricordate il discorso su costituzione formale e sostanziale?).
Un altro sistema?
Forse la dittatura degli alieni come dice un mio amico…
La volontà dei cittadini deve essere espressa direttamente alla politica ed esigere come pretendere il proprio potere di votare le leggi. Non nella teoria formale dei referendum che vengono di fatto concessi come se il potere fosse di queste iene e sciacalli come lo scarto.
Lo stesso processo di distorsione della politica è come sta venendo fatto per la storia: la storia la si racconta e si ricerca, ma non la si studia il che implica una non discriminata affidabilità al testo scritto.
Si puo' fare il paragone con i padroni di aziende. C'è ne è stato sicuramente uno "illuminato" : Adriano Olivetti. Tutti gli altri pur essendo ricchi pensano solo a diventare ancora più ricchi, con qualche rarissima eccezzione (Cucinelli ?)
La vedo dura anch'io, ma non vedo altre soluzioni all'orizzonte.
Non perché sia miope, ma perché -altre- non ce ne sono.
Dante Bertello.
Non è la prima volta che provochi con attacchi personali. La prossima sarà l'ultima. (Non replicare, altrimenti sarai espulso definitivamente).
Il sistema politico svizzero
La Svizzera è uno Stato federale nel quale il potere è ripartito tra Confederazione, Cantoni e Comuni. La democrazia diretta permette alla popolazione di pronunciarsi su decisioni a tutti i livelli politici. Questo ampio potere decisionale è fondamentale per un Paese caratterizzato da una straordinaria diversità geografica, culturale e linguistica.
La democrazia diretta
Tre strumenti costituiscono i pilastri della democrazia diretta in Svizzera: l’iniziativa popolare, il referendum facoltativo e il referendum obbligatorio.
www.eda.admin.ch/.../politisches-system.html
Il sistema politico svizzero
La democrazia diretta, la neutralità e il federalismo sono elementi centrali del sistema politico svizzero, che ha fama di essere stabile ed equilibrato. Nessun partito domina in Parlamento e le quattro principali formazioni politiche sono tutte rappresentate in Governo.
Separazione dei poteri
La Svizzera è uno Stato federale. Il potere è ripartito tra Confederazione, Cantoni e Comuni e ben distinto tra legislativo, esecutivo e giudiziario.
www.swissinfo.ch/.../45816054
Il provvedimento è preso e sta bene così.
Ti volevo solo evidenziare che da parte mia non percepisco acredine da parte di MAXTUBE.
Anch'io spesso uso uno stile provocatorio nelle mie argomentazioni, ma al solo scopo di andare direttamente al nocciolo dell'argomento, senza sprecare spazio e tempo per avvicinarsi.
Se avessi inteso un'acredine e l'innesco di un flame, non gli avrei neanche risposto, mentre al contrario ho risposto in tono canzonatorio (scolapasta).
Credo che il primo pensiero di ciascun utente sia non crearti problemi, considerata la meravigliosa libertà che ci concedi.
Certo, poi qualche argomento è "scontroso", ma di questi tempi non mi sembra che ci sia tanto da scegliere.
Con tanta stima
Discorso agli ateniesi 461 a.c. Pericle -
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo
viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di
altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una
ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non
siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro
prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle
proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici
affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è
buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni
ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così
web.math.unifi.it/users/rosso/ALTRO/pericle.html
Bravo, questo sì che è un degno manifesto della democrazia.
Non sono d'accordo: la moneta per il giornale è un aspetto troppo marginale. La coscienza civica è altro. Ad esempio riguardo al periodo delle persecuzioni per il covid, se un popolo avesse avuto più coscienza civica di altri, sarebbe accaduto che si sarebbe fatta giustizia e puniti mandanti e collaborazionisti, risarciti i discriminati, arrestati i politici mentitori, fatte nuove riforme costituzionali in senso umano, ecc. Queste cose non le ho viste da nessuna parte, quindi tutto il mondo è paese, pur con trascurabili differenze. Il caldo e il freddo non c'entrano, il Canada è stato uno dei paesi peggiori di tutti.
Secondo me “il problema è nel manico”.
L'uomo ha propensione a sfruttare gli altri uomini, a sfruttare gli animali, a sfruttare la natura.
Pertanto qualunque forma di governo temo tenda a degenerare presto o tardi.
L' attuale falsa democrazia in cui viviamo non è neanche la forma peggiore dal punto di vista di ciò che è ancora concesso ai cittadini.
Una democrazia vera e compiuta un po' mi spaventerebbe, perchè gran parte della popolazione non capisce niente e non cerca di migliorare. Sarebbe davvero “la nave degli stolti”. Anche questo a causa della natura umana, incline a: pigrizia, egoismo, superficialità, non lungimiranza, conformismo, ecc.
Così siamo messi nel 2024 nonostante millenni di storia. E il covid ha dimostrato che basta niente per tornare a un livello di barbarie tale da calpestare il buon senso, le leggi, i diritti, le costituzioni, ecc. In un tempo brevissimo. E la cosa peggiore è che se i burattinai avessero voluto avrebbero portato il popolo ancora più in basso, financo ai roghi dei non sierati come si fece coi catari.
L'articolo è molto interessante e fa riflettere.
Non puoi pretendere che un imprenditore faccia gli interessi dei dipendenti prima di quelli della società che gestisce, altrimenti è sicuro che fallirà.
A proposito di Ferrero, trovami un imprenditore che dia ai suoi 6000 dipendenti 2400 euro in più all’anno (che sono quasi come due mensilità).
Se può farlo la Ferrero, potrebbero farlo anche altri, invece alcune ditte neppure ti permettono di andare in bagno!
Dante Bertello.
articolo interessante e per molti versi condivisibile.
Anche i commenti sono interessanti, e in genere condivisibili.
La democrazia risolve il problema della legittimità del potere.
Chi ha il diritto di dirmi quello che devo e non devo fare? Certamente se uno mi punta la pistola alla testa mi costringe a obbedirgli, ma se io penso che quello che fa è sbagliato, appena ne ho l'occasione gliela faccio pagare, oppure punterò io la pistola sulla testa di qualcuno per ottenere ciò che voglio.
L'articolo 1 della Costituzione afferma che "La sovranità appartiene al popolo" ma non è mica vero. Chi ha detto che "il popolo" ha diritto a decidere della vita dei singoli individui? Per me che sono un credente, la sovranità appartiene a Dio, ma poiché non è facile rivolgersi direttamente a Lui occorre che qualcuno qui sulla Terra la eserciti per Suo conto, ma gli uomini non riconoscono neanche Sua di autorità, quindi che senso avrebbe delegare qualcuno?
Per quanto riguarda "cambiare le cose", io dico che gli sforzi vanno fatti per migliorarle. Se per farlo occorre fare un massacro generalizzato io ci penserei su.
Le società tendono naturalmente a cristallizzare il potere. Chi ce l'ha vuole mantenerlo e lasciarlo in eredità ai figli, e magari aumentarlo. Peraltro è questa la causa dell'inflazione. Chi può, appena può, aumenta i prezzi, e allo stesso tempo cerca di evitare che gli aumentino i costi. Allo stesso modo il commercialista farà una legge che obbliga ad iscriversi ad un albo, in cui sarà lui a decidere chi si iscrive, e così il notaio, l'avvocato, e così via. Di esempi ce n'è a milioni.
Il mercato libero non è mai esistito, è solo un espediente per tenere bassi i salari dei lavoratori, mentre i prezzi sono decisi in segreto nelle logge massoniche.
Una società può anche essere democratica, ma la cristallizzazione renderà sempre più difficile alle persone meritevoli ma non "raccomandate" di elevarsi socialmente, mentre i figli di papà saranno nei posti chiave a far danni. Questa è la tirannia, ma presto diventerà anarchia. L'anarchia non è affatto "assenza di governo", perchè la gente comunque si organizza, ma un governo così corrotto e inefficiente da rendere impossibile fare qualunque cosa.
Prima o poila catena si spezza, la società si appiattisce di nuovo e si creerà una nuova organizzazione sociale.
Certo sarebbe molto meglio promuovere tutte le iniziative e le istituzioni che permettono alle persone meritevoli ma non raccomandate di svolgere il lavoro che sanno fare bene, e di impedire ai raccomandati non meritevoli di "usurpare" posizioni che qualcuno saprebbe svolgere meglio. Questo è quello che dobbiamo fare.
Beato te che trovi tutto interessante... Se è così, non dubito che darai "il cinque" anche alla mia versione, certamente più "interna" che esterna... Vado a spiegarmi in modalità più... spirituale: un insieme di tanti individui non comporta una "società", pur se fondata su determinate "norme" che dovrebbero agevolarne l'esistenza, perché manca il comportamento all'unisono verso tali norme che dovrebbero tendere ad instaurare un rapporto di sicurezza per fini eminentemente pratici, cioè contingenti ed immediati. Perché queste "Iperboliche" norme non dovrebbero avere bisogno di condizionamenti scritti, indirizzati, proprio per non produrre ritorsioni ad ogni istante di chi intimamente si sente libero da ogni direttiva, non tanto per propria ideologia, ma per ciò che rappresenta il suo pensiero inderogabilmente diverso da ogni suo simile.
En resumidas cuentas, non si avrà mai una società democratica uniforme, degna di tanta nomea, in considerazione, così come già dissi, che le istanze democratiche, degne di un divenire qualitativamente unificato (società democratica vera, un tutt'uno con i contribuenti) dovrebbero provenire dalla profondità dell'essere, dalla struttura interiore come intima sostanza, come nucleo RADIANTE non solo dalla propria personalità somatica (sto includendo la zavorra materiale che ognuno si porta appresso), ma dalla parte spirituale che ci compone.
Se ci si avvedesse di questo, constateremmo una scala di cosa siano gli autentici valori da rispettare perchè confacenti, profondamente sentiti come parte di ognuno, e quindi senza alcun bisogno di chi dal palco (meglio dire palcoscenico...) s'impasta la bocca di valori democratici che non ha nelle sue corde. Un'esca continuamente lanciata, da governi uscenti a governi subentranti, verso il popolino che indefessamente da sempre continua ad abboccare.
.....
Swaraj mira a una società senza stato. Secondo il Mahatma Gandhi, l’impatto complessivo dello Stato sulle persone è dannoso. Ha definito lo Stato una "macchina senz'anima" che, in definitiva, arreca il danno maggiore all'umanità. Lo scopo dello Stato è quello di essere uno strumento al servizio del popolo.
Tuttavia, Gandhi temeva che uno stato modellato con tale obiettivo alla fine avrebbe revocato i diritti dei cittadini e avrebbe assunto il ruolo di grande protettore, e avrebbe richiesto loro il totale rispetto.
Ciò creerebbe una situazione paradossale in cui i cittadini sarebbero alienati dallo Stato e allo stesso tempo schiavi di esso, il che, secondo Gandhi, era demoralizzante e pericoloso.
Se la profonda conoscenza di Gandhi con il funzionamento dell’apparato statale in Sud Africa e in India rafforzò il suo sospetto di uno stato centralizzato e monolitico, la sua stretta associazione con il Congresso e i suoi leader confermò i suoi timori sull’influenza corruttrice del potere politico e il suo scetticismo riguardo al funzionamento dell’apparato statale in Sud Africa e in India.
L'efficacia dei sistemi partitici della politica di potere (a causa dei quali si dimise dal Congresso in più di un'occasione per poi essere ogni volta convinto a tornare) e il suo studio dei sistemi parlamentari britannici lo convinsero che la democrazia rappresentativa era incapace di garantire giustizia alle persone
.....
Adottare Swaraj significa implementare un sistema in cui la macchina statale è praticamente nulla e il potere reale risiede direttamente nelle mani delle persone.
Gandhi diceva: "Il potere risiede nelle persone, possono usarlo in qualsiasi momento".
Questa filosofia riposa dentro l'individuo che deve imparare ad essere padrone di se stesso e si diffonde fino al livello della sua comunità che deve dipendere solo da se stessa. Gandhi disse: "In tale stato (dove si ottiene Swaraj) ognuno è il sovrano di se stesso. Si governa in modo tale da non essere mai un ostacolo per il suo vicino".
Ha riassunto il principio fondamentale in questo modo: "È Swaraj quando impariamo a governare noi stessi".
Gandhi spiegò la sua visione nel 1946:
"L'indipendenza inizia dal basso... Deve essere costruita una società in cui ogni villaggio deve essere autosufficiente e capace di gestire i propri affari... Sarà addestrato e preparato a morire nel tentativo di difendersi da qualsiasi assalto dall'esterno... Ciò non esclude la dipendenza e l'aiuto volontario da parte dei vicini o del mondo.
Sarà un gioco libero e volontario di forze reciproche... In questa struttura composta da innumerevoli villaggi, ci saranno cerchi sempre più ampi e mai ascendenti. La crescita non sarà una piramide con l’apice sostenuto dalla base.
Ma sarà un circolo oceanico il cui centro sarà l’individuo.
Pertanto, la circonferenza più esterna non eserciterà il potere di schiacciare il cerchio interno, ma darà forza a tutto ciò che è all’interno e ne trarrà la propria forza."
Gandhi non si lasciò intimidire dal compito di attuare una visione così utopica in India.
Credeva che trasformando un numero sufficiente di individui e comunità, la società nel suo insieme sarebbe cambiata.
Ha detto: "Si potrebbe schernire con la replica che tutto questo è utopico e, quindi, non vale un solo pensiero... Lasciamo che l'India viva per la vera immagine, anche se mai realizzata nella sua completezza.
Dobbiamo avere un'immagine corretta di ciò che vogliamo prima di poter avere qualcosa che si avvicini ad esso."
......
en.wikipedia.org/wiki/Swaraj#cite_ref-8
Direi che è uno splendido esempio della retorica che circonda il concetto di democrazia.
Pericle, sia pur con capacità diverse, era il Berlusconi dell'epoca, incluse leggi ad personam. ben diverso da quello che mi hanno fatto studiare a scuola.
Qualche cosa di similare (dimensione cinese....) sta facendo l'azienda Huawei in Cina:
consumer.huawei.com/.../topicId-126598
Perchè l'alternativa alla democrazia deve essere la tirannia?
La democrazia già include la tirannia, almeno agli occhi della minoranza per quanto decide la maggioranza.
Non sarebbe meglio parlare direttamente di "tirannia illuminata" come unica vera forma di autorità e di governo?
Democrazia è un termina ambiguo può essere tradotto come "dominio (il potere che soggioga) del popolo" ma anche "dominio sul popolo" ed fu coniato dai detrattori.
La democrazia intesa come dominio del popolo è il voto delle leggi da parte di tutti i cittadini senza alcuna possibilità di delega.
Libertà nella sfera spirituale, cioè libertà di pensiero e di parola.
Uguaglianza nella sfera politica, siamo tutti uguali di fronte alla legge, abbiamo uguali diritti, ecc
Fraternità nella sfera economica, siamo tutti sulla stessa barca, non serve fregarci a vicenda, meglio essere solidali.
Come giustamente dici un conto è la democrazia, un conto la demoarchia.
Ma proprio per questo la democrazia non è il voto delkle leggi da parte di tutti i cittadini, può esserci anche una monarchia democratica se i cittadini sono in grado di far sì che il sovrano persegua i loro interessi.
Sempre nel suo libro "La democrazia ed i partiti politici" Ostrogorski racconta che negli USA c'era una corruzione dilagante (ci sono libri gialli che la descrivono molto efficacemente). Ad un certo punto la classe borghese si è organizzata ed ha fatto una strage dei boss politici corrotti, mettendo fine per un po' di tempo a questa prassi.
Questo è un esempio di democrazia reale.
Dovrebbero essere i presupposti per convivere in uno stato. Purtroppo vengono sempre calpestati e distorti.
Sei fuori strada.
Questa è la definizione di aristocrazia.
... e mentre noi ci trastulliamo con discorsi futili, l'OMS (Organizzazione Mafiosa su base Sanitaria) riapre le danze...
luogocomune.net/.../...
Fine OT
Sì, quella dottrinale.
Ma io ripeto spesso di non fidarsi delle astrazioni e delle categorizzazioni della conoscenza ortodossa, in quanto servono a soffocare il pensiero libero.
Premesso questo, ti chiedo: se la democrazia è lo strumento che il popolo ha per governarsi, che senso avrebbe se non propone/sceglie i migliori (cioè i più onesti e capaci) e invece manda al governo individui normali se non addirittura scadenti, che però si fregiano dell'etichetta "figlio del popolo".
Come puoi ben constatare è questo lo sfascio delle democrazie moderne che, quando l'incapacità è del tutto evidente, si serve di "tecnici" per passare la burrasca.
Ormai l'inganno è dovunque.
#Iperbole
Avete ragione entrambi.
La democrazia DEVE essere il governo dei migliori, come in qualsiasi azienda o contesto c'è chi è più adatto a comandare e chi a eseguire (detto così è un po' brutto ma ci capiamo), ma questa è una questione di evoluzione individuale.
Il problema è cosa intendiamo con migliori, da quale metro usiamo. Se usassimo un metro morale andrebbe tutto bene. Purtroppo il metro che usiamo è il denaro, o comunque un metro materiale, e allora sì, il governo dei migliori diventa aristocrazia.
E' l'ossimoro che avevo indicato al mio post 44:
Occorre a mettersi a tavolino è concepire qualcosa di completamente nuovo, che contenga e attui tutti i principi ritenuti essenziali e possibilmente integri le possibilità di partecipazione diretta del popolo grazie alle moderne tecnologie di comunicazione.
Possibile che non abbiamo menti oneste e raffinate che siano capaci di fare questo?
O le eliminano preliminarmente come i ricercatori della free energy?
Migliori (in che?) oppure prendendo in prestito il discorso sulle beatitudini si potrebbe pensare agli afflitti, ai miti, a quelli che hanno fame e sete della giustizia, ai misericordiosi, ai puri di cuore, agli operatori di pace, ai perseguitati, agli insultati?
Insomma i "piccoli":
"in quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, Padre, perché così ti è piaciuto".
I "migliori" dovrebbero essere solo puri esecutori, mettendo a frutto le loro capacità e forse sperando un giorno di divenire "piccoli".
Certo, se crediamo che i "piccoli" siano intrinsecamente degli idioti allora qualche remora non può che esserci ma dato che sono in vena di citazioni aggiungerei quest'ultima:
"«Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe".
Ormai si fa intendere senza troppa vergogna che il mondo sia troppo complicato perchè possa essere lasciato nelle mani dei popoli anche se solo per una votazione ogni tanto, bene, si dovrebbe ribattere, ormai avete mostrato cari governanti dove le vostre eccelse capacità ci hanno condotto, è giunta l'ora di una mutazione radicale, riposatevi.
La categoria migliori mi fa rabbrividire ancor più di quella degli ipocriti.
p.s difficoltà di caricamento pagine da alcuni giorni (le icone formattazione ci mettono una vita a essere visualizzate)
Prova a progettare e costruire un jumbo jet con i "migliori" che dici tu: ciao core!
Ecco, una Nazione è migliaia di volte più complessa (e non deve solo volare).
Per migliori si intendono i MIGLIORI. Punto.
Il tuo jumbo jet è costruito da chi sa come progettarlo e assemblarlo e non da chi ha ordinato di farlo.
E torniamo sempre al punto di partenza: chi "ordina" di fare è il capo.
Tutto il discorso alla fine si riconduce all' inizio ad un elemento essenziale, necessario, senza il quale nulla ha inizio: il CAPO, quello che da gli ordini e fa costruire quello che vuole.
Il capo disprezzato (tiranno) o amato (illuminato).
Io ho sempre detto che la regola aurea è quella coniata da Adolf Hitler, ovvero "Ein Reich, Ein Volk, Ein Fuhrer" (una Nazione, un Popolo, un Capo). E' l' unica che può funzionare per fissare il punto di partenza. La Nazione e il Popolo sono facili a individuarsi. I problemi nascono su chi determina chi è il Capo, che si servirà della democrazia o di un'altra forma di governo per gestire la Nazione. Io so come nominare il Capo, ma è il popolo che deve esprimersi, e non certo con questa democrazia e con questi governanti.
Sul primo punto per me non ci sono dubbi e non mi faccio illusioni, è necessaria una presa di coscienza degli individui che comporta molto tempo, e tra l'altro per giungere solamente a tappe intermedie prima di una metamorfosi degna del nome.
Le rivoluzioni per quel che mi riguarda sono solo forzature che precorrono i tempi, spesso e volentieri propugnate e cavalcate da chi intende cambiare tutto perchè non cambi niente all'infuori della posizione del proprio sedere.
Sul dove si vuole giungere, se la visione vuole essere realmente innovativa non potrà contemplare, se non scemando gradualmente di pari passo con l'ipotetico percorso a tappe di cui sopra, il "capo", questa figura dovrà appartenere ai ricordi del mondo che fu e mai più dovrà essere.
Ripeto, è chiaro che un ipotizzato processo del genere non si compie in 10 anni e forse nemmeno in 100, ciò non toglie che all'interno del lasso di tempo lungo quanto si vuole vi siano delle tappe.
www.youtube.com/watch?v=3iccz42Yfxs
youtu.be/JcEn6ee6Zsc?si=UiNpovfb8uTwF9Th