Joseph Ratzinger è in America centrale, per una visita al Messico e a Cuba, seguito dalla lunga ombra della pedofilia che sembra non volerlo abbandonare più.
Dopo lunghi e faticosi tentativi per distanziarsi in qualche modo dall'ondata nera della pedofilia che ha travolto la Chiesa negli ultimi anni, Joseph Ratzinger ha mancato forse l'ultima grande occasione per dimostrare al mondo di non essere stato lui stesso complice di uno dei capitoli più vergognosi dell'intera storia del cattolicesimo.
L'occasione era rappresentata dalla figura del noto prelato messicano Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, che condusse per interi decenni una doppia vita con il tacito consenso del Vaticano. Rispettato e riverito come uno dei personaggi più potenti e carismatici nel mondo cattolico, Maciel manteneva una relazione fissa con donne diverse, aveva disseminato figli dappertutto, ed è accusato di aver abusato sessualmente di almeno due di loro. Tutto questo va accompagnato a dozzine di accuse di pedofilia “generica”, attività alla quale Maciel sembra essersi dedicato per buona parte della sua vita, senza venire mai né denunciato né ovviamente punito per quei crimini.
Alla testa di uno degli ordini più potenti della Chiesa cattolica, Maciel si è sempre potuto permettere di coprire d'oro giudici, politici e cardinali …
di Enrico Galoppini
Secondo copione, il divo in questione è stato prontamente rilasciato, tuttavia l’‘imbarazzante contrattempo’ occorsogli, subito reclamizzato urbi et orbi attraverso la tentacolare piovra mediatica, ha fatto subito il giro del mondo.
Il risultato è quello auspicato da chi aveva architettato questa messa in scena: finalmente i tele-sudditi sono edotti, oltre che sulla “malvagità del regime siriano”, di quello iraniano, di Putin, di Chavez, della Corea del Nord eccetera (la lista è lunghina), anche su quella del governo sudanese, da tempo nella tabella dei “cattivi” a causa dell’ipermediatizzata “catastrofe umanitaria nel Darfur”, sulla quale il “gran pubblico” certamente non avrà capito un accidente (ma basta starnazzare per una “catastrofe” per riscuotere simpatie). Tra l’altro, il presidente del Sudan è l’unico capo di Stato in carica su cui pende un “mandato di cattura” del farisaico “Tribunale dell’Aja per i crimini contro l’umanità” (purché non commessi dall’Occidente: America, Inghilterra e Israele in testa alla classifica dell’impunità totale).
Gli attori e i cantanti famosi vengono amati da molta, troppa gente, e sono tra coloro ai quali degli sprovveduti in buona fede si affidano per formarsi un’opinione in un’epoca di disorientamento e di mancanza di punti di riferimento saldi e certi.
Ve ne sono per tutti i gusti, da quelli impegnati anima e corpo “per il Tibet”, ...
Di solito, quando tutti i politici, di ogni ordine e schieramento, si trovano d’accordo su qualcosa, dietro c’è una fregatura. È una semplice regoletta ma funziona piuttosto bene. Se poi a essere d’accordo sono i politici di tutte le nazioni la fregatura deve essere anche bella grossa, oserei dire globale. Ricordate quando, dopo il fallimento di Lehman Brothers, tutti i governanti si sono affrettati ad annunciare «la fine del capitalismo laissez-faire» ed il ritorno in auge delle teorie economiche di John Maynard Keynes? Ricordate il violento j’accuse contro il mercato, contro la deregulation, contro il neoliberismo sfrenato ed il capitalismo selvaggio che avevano portato al disastro? Sono le stesse accuse che oggi sentiamo in bocca ai giovani che fanno parte del movimento degli indignados e che protestano nelle piazze di tutto il mondo.
A prima vista questa accusa sembra logica e supportata dai fatti: a partire dagli anni ’80 era stata abbracciata una dottrina economica, il neoliberismo, che invitava lo Stato a lasciare indisturbati i mercati poiché questi ultimi erano «capaci di regolarsi da soli». La famosa “mano invisibile” di Smith doveva assicurare che le risorse venissero allocate in maniera efficiente e che la ricchezza venisse distribuita tra tutta la popolazione.
L’adozione di questa teoria avrebbe portato i paesi Occidentali e gli Stati Uniti in particolare ad abbracciare politiche economiche che hanno progressivamente smantellato lo stato sociale ed hanno portato ad un processo di deregolamentazione sempre più spinto.
Siamo però sicuri che questa storia sia anche vera e non soltanto una mistificazione della realtà? Le politiche economiche degli ultimi decenni sono davvero l’incarnazione di ciò che si definisce come economia di mercato o si sono soltanto spacciate come tali?
Continua ogni tanto a saltare fuori qualche mela marcia dal cestino perfettamente sano e fragrante dei militari USA in Afghanistan. Niente di grave ovviamente, si tratta solo di un piccolo episodio nel quale alcuni soldati USA hanno ucciso a sangue freddo 16 abitanti di un villaggio qualunque, mentre dormivano tranquilli a casa loro.
E' vero che fra loro non c'era nessun talebano, ma questo non vuol dire che i soldati americani non debbano giustamente preoccuparsi per un attentato improvviso.
E' vero che erano le 3 del mattino, che tutti gli abitanti del villaggio dormivano, e che si sentivano solo le capre russare, ma è sempre meglio prevenire un possibile danno che dover pagare le conseguenze per un atteggiamento imprudente.
E' vero che fra le vittime c'erano nove bambini, ma la storia ci insegna che ormai persino i neonati possono farsi esplodere davanti a te senza un minimo di preavviso.
E' vero che i corpi delle vittime sono stati poi ammassati e bruciati, ma una volta iniziato è sempre meglio finire bene il proprio lavoro.
E' vero che la vicenda può apparire raccapricciante, ...
di Marco Cedolin
L’ipocrisia della stampa mainstream traspare impietosamente nei titoloni che oggi campeggiano grottescamente sulle prime pagine di quasi tutti i giornali.
“Crolla la spesa delle famiglie, l’Italia è tornata a 30 anni fa” titola angosciata La Repubblica, aggiungendo “Istat l’Italia in recessione tecnica”.
“Famiglie, la spesa ritorna agli anni 80, bollette e trasporti bruciano i redditi”, campeggia sul Corriere della Sera.
“Crollo dei consumi (come 30 anni fa) nuovi record per benzina e diesel", aprono angosciosamente Il Messaggero e Il Mattino di Napoli.
Tutti visibilmente turbati, sconvolti e stupiti per il calo dei consumi, anche alimentari, di un punto e mezzo percentuale, rilevato nel recente rapporto di Intesa San Paolo. Tutti a domandarsi come sia possibile una simile iattura, quasi si trattasse di una calamità naturale sfuggita al satellite e al metereologo.
Ma dov’era tutta la pletora di pennivendoli e camerieri ...
Leggi tutto: Giornalismo italiano: nel dubbio astenersi