Fa male al cuore vedere Grillo che parla oggi alla piazza, con la stessa grinta di prima, ma con un sapore completamente diverso nelle parole che gli escono dalla bocca.
Quella che ieri era la rabbia, travolgente e propositiva, di chi crede di poter abbattere il Palazzo, oggi è la rabbia rancorosa di chi ha capito che il Palazzo lo ha fregato, che lo ha reso innocuo, e che da oggi ormai non deve più temere nulla da lui.
Oggi un greve rancore ha preso il posto della sottile ironia, un senso di spaesamento ha preso il posto della lucidità critica, una controfigura distaccata ha preso il posto del Beppe Grillo che ci guardava dritti nell’anima, tenendo il cuore in mano.
Italiani…! - grida Beppe disperato. Ma quell’urlo, che una volta gli rimbalzava addosso moltiplicato per mille, oggi si perde tristemente fra le strade della città.
E’ avvenuto tutto nell’arco di poche settimane, l’anno scorso, quando lo scontento popolare sollevato da Grillo rischiava di raggiungere la famosa “massa critica” da cui non c’è più ritorno.
A quel punto tutti i giornalisti, i politici, gli industriali, …
Ripubblichiamo un articolo di Sergio Brundu – medico, e uno dei “Padri Fondatori” del sito - che sembra cogliere in modo lucido e preciso il cuore del grande problema che, presto o tardi, la nostra società dovrà affrontare: una sostanziale revisione dell’intero paradigma medico-sociale che oggi viene chiamato “medicina moderna”.
L'UOMO MALATO - di Sergio Brundu
Nonostante la malattia sia un fenomeno che si riscontra presso tutti gli esseri viventi (anche le cellule si ammalano), è possibile constatare non solo l'esistenza di un gran numero di patologie che colpiscono esclusivamente l'uomo, ma è anche possibile identificare in esse una specifica modalità evolutiva ed espressiva. Tale constatazione, non trova una spiegazione esauriente in una diversa strutturazione anatomo - funzionale all'interno del regno animale, esistendo forti analogie tra i mammiferi superiori e l'uomo, (non esiste una biochimica specifica dell’uomo).
Il modello animale ha infatti rappresentato in un secolo di medicina positivistica elemento di riferimento nell'analisi della malattia; un concatenarsi di eventi fisici misurabili con altrettanti metodi fisici e biologici. Se le cose stessero diversamente la medicina sperimentale non avrebbe raggiunto cosi notevoli progressi.
Solo l'antropologia consente una chiave di accesso ad una comprensione globale della malattia umana …
Questa è un’altra paziente curata di recente da Tullio Simoncini da un tumore alla vescica. Anzi, bisogna dire che questa paziente si è curata da sola, perchè Lorna, che vive in Australia, Simoncini non l’ha mai nemmeno incontrato.
Questa è la sintesi dell’intervista, la cui versione completa sarà pubblicata più avanti. Nella versione completa Lorna spiega come ha imparato da sola a posizionare il catetere per i lavaggi con il bicarbonato, e racconta le diverse reazioni dei medici alla sua scelta coraggiosa e apparentemente positiva.
Su Simoncini abbiamo già detto tutto e il contrario di tutto, ...
Con una mossa di forte valenza mediatica Barack Obama ha scelto di concedere la sua prima intervista ufficiale, come presidente in carica, ad una televisione araba, El Arabya.
Nel corso dell'intervista Obama ha voluto mandare a tutti i musulmani un messaggio di distensione, dicendo che per prima cosa gli Stati Uniti dovranno tornare a trattare gli islamici con lo stesso rispetto con cui desiderano essere trattati da tutti gli altri.
Obama ha detto di aver mandato il suo inviato personale in Medio Oriente [George Mitchell] con il compito “di ascoltare”, prima di tutto, la posizione precisa di ciascuno, e poi tornare a riferirgliela. Obama ha sottolineato che prima gli Stati Uniti “dettavano” agli altri quello che dovevano fare, ma da oggi non sarà più così.
Per troppo tempo - ha detto Obama - c'è stata questa confusione fra “terroristi” e “musulmani”, che ha finito per portare troppa gente a vivere in maniera miserevole nei paesi islamici.
Riguardo al futuro della Palestina, Obama ha detto che il problema andrà inquadrato tenendo conto di tutti gli elementi in campo, ...
di Marco Cedolin
La politica durante queste prime settimane dell’anno sembra somigliare sempre più ad una rappresentazione di cabaret, dove ogni problema, anche il più serio, tende a perdere la propria consistenza finendo per manifestarsi sotto forma di celia, di boutade, di battuta di spirito spesso di cattivo gusto. Alcune volte si tratta di un’ambizione “umoristica” perseguita dagli autori, in altri casi l’effetto “comico” nasce dalla velleità di arrampicarsi sugli specchi ostentando la massima serietà, spesso semplicemente il tutto deriva dal superamento inconscio di ogni senso del ridicolo.
Silvio Berlusconi la settimana scorsa, in riferimento alla crisi economica e alla drammatica (non esiste incubo peggiore di una società fondata sulla crescita che si manifesti incapace di crescere) recessione che stando alle stime più ottimistiche determinerà la perdita di 2 punti di Pil durante l’anno in corso, ha risposto che la cosa non lo preoccupa affatto. Non si tratta assolutamente di un dramma, ha detto con il piglio del consumato economista. Significa che torneremo a vivere nella situazione di un paio di anni fa, quando il Pil era di 2 punti inferiore ad oggi, e non si stava comunque peggio. In molti continuano a domandarsi se le sue parole potessero essere prodromiche di un ripensamento riguardo all’opportunità di continuare a perseguire un modello di sviluppo basato sulla crescita, o più semplicemente risultassero indicative di lacune mai colmate concernenti le nozioni elementari di economia.
Il governo, Confindustria, Cisl e Uil hanno firmato l’accordo sui contratti di lavoro, manifestando soddisfazione per l’intesa raggiunta, ...
Webster Tarpley è il principale propugnatore della teoria che vede Barack Obama come un prodotto di laboratorio, coltivato per lunghi anni dal gruppo politico di Zbigniew Brezinsky, e ora impostoci alla Casa Bianca con una sofisticata operazione di “marketing ideologico”, in cui la facciata del “cambiamento” serve solo a coprire una realtà di aggressione imperialista ancora peggiore di quella che abbiamo vissuto negli ultimi otto anni.
Sotto Obama – secondo Tarpley – l’America riporterà in auge quella politica di destabilizzazione globale il cui scopo ultimo è demolire una volta per tutte l’impero russo. Non potendo attaccarlo militarmente, questa strategia prevede inizialmente la frantumazione del Pakistan – alleato-chiave della Cina in Asia – e poi la riduzione dell’afflusso di petrolio africano verso la Cina, per obbligare quest’ultima a rivolgersi ai territori siberiani, alla ricerca di petrolio, trovandosi così in conflitto diretto con la Russia.
In questa intervista Tarpley spiega anche che la chiave di volta di tutta l’operazione è quella di riuscire a mettere l’Iran contro la Russia stessa, attraverso un’alleanza di cui farebbe le spese Israele, …
La BBC ha fatto sapere che tutti i network britannici, di comune accordo, non manderanno in onda l'appello per aiutare Gaza preparato dal DEC (Disaster Emergency Committee), il “Comitato per l’Emergenza dei Disastri” di cui fanno parte molte organizzazioni umanitarie internazionali.
Nella sua dichiarazione, la BBC dice che "la decisione è stata presa sia per non mettere a rischio la volatile situazione della consegna dei soccorsi umanitari a Gaza, sia per evitare il rischio di compromettere la fiducia del pubblico nell'imparzialità della BBC su questo tipo di notizie”.
La giustificazione potrebbe anche apparire credibile, o perlomeno potrebbe passare per una scusa talmente astuta da risultare incontestabile.
Se però si guarda la questione più a fondo, si scopre che questo DEC è specializzato in appelli post-catastrofe di ogni tipo. Basta andare su youtube, per trovarne una lista davvero impressionante:
Appello per Burma
Appello per il terremoto in India
Appello per la crisi di Goma
Appello per la crisi della Liberia
(...)
di Marco Cedolin
Anche la costruzione dell’alta velocità spagnola, impropriamente magnificata durante una puntata di Report nell’aprile dello scorso anno, sta incontrando grande opposizione fra le comunità locali dei cittadini iberici che protestano in maniera veemente contro una grande opera faraonica di dubbia utilità, che farà scempio del territorio prosciugando le falde acquifere, inquinando i terreni e pregiudicando gli equilibri ambientali. Anche in Spagna, come già accaduto in Val di Susa, la risposta dello Stato, incapace di produrre argomentazioni concrete che dimostrino l’utilità dell’opera, continua a rivelarsi unicamente di carattere repressivo e consiste nel pestaggio selvaggio dei manifestanti al fine di indurli al silenzio.
Sabato 17 gennaio ad Urbina, a pochi km da Gasteiz nella regione basca, alcune migliaia di cittadini contrari alla costruzione del TAV, al termine di un corteo di protesta, hanno tentato pacificamente di occupare i terreni che sono oggetto dei cantieri per la costruzione dell’opera, con l’intento di recuperarli ad un uso socialmente compatibile.
La risposta delle forze dell’ordine della polizia autonoma basca, accorse in massa, è stata perentoria e di una violenza inaudita, facendo oggetto i manifestanti oltre che di cariche e pestaggi selvaggi (tutto il campionario già espresso nel 2005 dagli uomini di Pisanu in quel di Venaus) ...
Mamma mia, quante “penne arruffate” si aggirano nel nostro cortile, dopo aver buttato là due frasi talmente banali e scontate, che in realtà nessuno è nemmeno in grado di confutarle.
Uno dice “l’acqua calda brucia”, e di colpo saltano fuori quelli che sentono un bisogno impellente di far sapere al mondo che non sono stati loro a scaldarla. Benissimo – ti viene da rispondere - se non sei stato tu, perchè ti scaldi tanto?
Le parole che sembrano scatenare queste ire profonde sono le seguenti: il cinico nichilista non si rende conto di essere lui stesso un freno al cambiamento, poichè nel dire “tanto non cambia nulla” rinuncia lui per primo a fare qualcosa per quel cambiamento.
A me sembra talmente ovvio da rischiare l’espulsione per ridondanza aggravata. Ma vediamo di controllare bene il significato delle parole, prima di procedere:
CINICO: agg. e s. m. [f. -a; pl. m. -ci]
1 che, chi mostra disprezzo o insensibilità per ogni valore e sentimento umano: comportamento, gesto cinico.
2 (filos.) seguace di una scuola di ispirazione socratica che propugnava la drastica riduzione dei bisogni, l'indifferenza verso i beni esteriori, il rifiuto di ogni convenzione sociale
§ cinicamente avv. in modo cinico, beffardo.
Nello splendore della diretta mondiale, il senatore Barack Obama ha prestato giuramento sulla Bibbia che fu di Lincoln, ed è diventato il 44° presidente degli Stati Uniti.
Mentre scriviamo l’ex-presidente George W. Bush sta viaggiando in elicottero verso la Base di Andrews, dove un aereo presidenziale – ma non Air Force One – lo riporterà a casa sua, nel Texas.
L’era del cosiddetto governo neocons ha così ufficialmente fine, e Obama non ha certo trascurato di rimarcare questo concetto nel suo discorso inaugurale.
Lo ha fatto quando ha detto che "dovremo combattere una rete internazionale di odio e di violenza", e non “una rete di terrorismo internazionale”, indicando chiaramente che il nemico non sta nelle persone fisiche, ma nell'odio che alcune persone fisiche - da un fronte come dall’altro – hanno saputo instillare nella popolazione mondiale.
Lo ho fatto quando ha detto che "non saremo più disposti a barattare la nostra sicurezza con la rinuncia ai diritti civili", indicando chiaramente la fine della strategia della paura che ha permesso ai neocons di imporre agli americani la propria agenda politica.
Lo ha fatto quando ha detto che “non possiamo più anteporre la legge del profitto alla responsabilità di inquinare il mondo”, capovolgendo così uno dei principi fondamentali che hanno caratterizzato la politica del governo uscente.
Lo ha fatto quando ha detto che "da oggi i pubblici ufficiali dovranno rispondere delle proprie azioni nella gestione della cosa pubblica”,...
Dal passato una lezione di Craxi per i politici di oggi
Ricorre oggi il nono anniversario della morte di Bettino Craxi, il leader del partito socialista che passò in pochi mesi dalla posizione di primo ministro a quella di latitante e ricercato, dopo essere fuggito all'estero per evitare le conseguenze penali della famosa inchiesta di Tangentopoli.
Il tempo trascorso non è sufficiente per mettere gli eventi di quel periodo in una giusta prospettiva storica, visto che fra l'altro uno dei protagonisti della vicenda – un giudice che allora sosteneva di non essere minimamente interessato alla politica - oggi si trova addirittura a lottare per la leadership di tutta la sinistra.
Curiosamente, quindi, l’uomo che guidò la crociata contro la corruzione dei partiti, si trova oggi ad occupare i vertici di un mondo politico in cui la corruzione nel frattempo è triplicata.
Oggi per poter comparire in una qualunque lista elettorale bisogna omaggiare di almeno 50.000 euro ...
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