Mamma mia, quante “penne arruffate” si aggirano nel nostro cortile, dopo aver buttato là due frasi talmente banali e scontate, che in realtà nessuno è nemmeno in grado di confutarle.
Uno dice “l’acqua calda brucia”, e di colpo saltano fuori quelli che sentono un bisogno impellente di far sapere al mondo che non sono stati loro a scaldarla. Benissimo – ti viene da rispondere - se non sei stato tu, perchè ti scaldi tanto?
Le parole che sembrano scatenare queste ire profonde sono le seguenti: il cinico nichilista non si rende conto di essere lui stesso un freno al cambiamento, poichè nel dire “tanto non cambia nulla” rinuncia lui per primo a fare qualcosa per quel cambiamento.
A me sembra talmente ovvio da rischiare l’espulsione per ridondanza aggravata. Ma vediamo di controllare bene il significato delle parole, prima di procedere:
CINICO: agg. e s. m. [f. -a; pl. m. -ci]
1 che, chi mostra disprezzo o insensibilità per ogni valore e sentimento umano: comportamento, gesto cinico.
2 (filos.) seguace di una scuola di ispirazione socratica che propugnava la drastica riduzione dei bisogni, l'indifferenza verso i beni esteriori, il rifiuto di ogni convenzione sociale
§ cinicamente avv. in modo cinico, beffardo. NICHILISMO: s. m.
1 nel significato più generale, atteggiamento o dottrina che nega in modo radicale determinati sistemi di valori: il nichilismo di Nietzsche.
2 nichilismo russo, la dottrina di un movimento rivoluzionario sorto in Russia nel secondo Ottocento, che, portando a estreme conseguenze l'individualismo anarchico, si proponeva di distruggere l'ordinamento politico e sociale esistente.
Abbiamo quindi, in senso molto ampio, la descrizione di un individuo che rifiuta il sistema sociale in cui vive, e ritiene inutile cercare di modificarlo dal suo interno – ovvero, di “migliorarlo” – perchè è il sistema stesso ad essere sbagliato.
Essendo questo il “cinico nichilista”, non sembrerebbe azzardato sostenere che costui faccia da freno al miglioramento della società. Lo dice perfino la garzantina, senza bisogno di scomodare mostri sacri come il Devoto–Oli. Ma poi, al di là dei dizionari, è questo l’uso comune dei termini descritti, il che rende appunto la mia frase talmente ovvia da apparire ridondante.
E invece, apriti cielo! Dici una cosa del genere, e subito senti volteggiare in cielo aquile e aquilotti con l’occhio iniettato di sangue, che protestano e proclamano pubblicamente la propria innocenza.
Ma scusa, caro amico: se ti riconosci in quella categoria, non puoi protestare, perchè tu stesso ammetti di “negare in modo radicale determinati sistemi di valori”. Se invece non ti riconosci, perchè ti agiti tanto?
Il problema, secondo costoro, è che “non è vero che io non faccio niente, nel mio piccolo mi do da fare. Posso però criticare, oppure no?” Certo che puoi – dico io – se critichi, e nel frattempo ti dai da fare, non sei più un cinico nichilista, ma uno che porta avanti la cosiddetta “critica costruttiva”. Perchè agitarti quindi? (Pensa, a me piace addirittura pensare di appartenere a quella categoria).
Se invece critichi ma non ti dai da fare, “perchè tanto non cambia nulla” (riferito al sistema, che ritieni non modificabile dal suo interno), ricadi in quella categoria, e non prendertela con me se non sono in grado di far cambiare le pagine dei dizionari.
E per favore evita di portarmene altri, con definizioni o sfumature più o meno diverse, perchè sappiamo tutti che quello è il senso comune dei termini usati, al di là di qualunque acrobazia semantica ci si voglia inventare.
Tutto qui. (Smile: You’re on Candid Camera!)
Massimo Mazzucco