di Marco Cedolin
Anche la costruzione dell’alta velocità spagnola, impropriamente magnificata durante
una puntata di Report nell’aprile dello scorso anno, sta incontrando grande opposizione fra le comunità locali dei cittadini iberici che protestano in maniera veemente contro una grande opera faraonica di dubbia utilità, che farà scempio del territorio prosciugando le falde acquifere, inquinando i terreni e pregiudicando gli equilibri ambientali. Anche in Spagna, come già accaduto in Val di Susa, la risposta dello Stato, incapace di produrre argomentazioni concrete che dimostrino l’utilità dell’opera, continua a rivelarsi unicamente di carattere repressivo e consiste nel pestaggio selvaggio dei manifestanti al fine di indurli al silenzio.
Sabato 17 gennaio ad Urbina, a pochi km da Gasteiz nella regione basca, alcune migliaia di cittadini contrari alla costruzione del TAV, al termine di un corteo di protesta, hanno tentato pacificamente di occupare i terreni che sono oggetto dei cantieri per la costruzione dell’opera, con l’intento di recuperarli ad un uso socialmente compatibile.
La risposta delle forze dell’ordine della polizia autonoma basca, accorse in massa, è stata perentoria e di una violenza inaudita, facendo oggetto i manifestanti oltre che di cariche e pestaggi selvaggi (tutto il campionario già espresso nel 2005 dagli uomini di Pisanu in quel di Venaus) ... ... anche dell’uso di proiettili di gomma e del tentativo d’investimento con l’ausilio dei mezzi blindati. Come se non bastasse, dopo la decisione dei manifestanti di abbandonare i terreni per evitare che la situazione potesse degenerare ulteriormente, le forze dell’ordine hanno scatenato una vera e propria “caccia all’uomo” protrattasi per ore, durante la quale sono penetrate perfino all’interno delle abitazioni e del municipio della cittadina. Il bilancio finale di questa giornata di follia parla di oltre 100 feriti e 8 manifestanti arrestati, ma occorre tenere conto del fatto che molti feriti non si sono recati presso le ambulanze, dal momento che queste erano presidiate dalla polizia decisa a trarle in arresto.
Come spesso accade in questi casi, i responsabili delle forze dell’ordine e l’informazione spagnola hanno tentato di giustificare l’operato degli agenti lamentando un mai avvenuto lancio di pietre da parte dei manifestanti che sono stati dipinti come violenti e facinorosi, nonostante due reporter del giornale spagnolo “El Mundo” (quotidiano di centrodestra) presenti sul posto, avessero confermato il carattere assolutamente pacifico della manifestazione.
In Italia naturalmente i
grandi media si sono guardati bene dall’inserire la notizia all’interno dei propri palinsesti, preferendo disquisire riguardo alla casa del grande fratello, alla miliardaria cessione di Kakà, al decalogo della chiesa su come usare facebook e alle mirabolanti funzioni dei nuovi cellulari. Gli italiani, tranne quell’esigua minoranza che raccoglie informazioni su internet, continueranno pertanto a pensare che il TAV in Spagna rende tutti felici (perfino le trasmissioni più “trasgressive” come Report ne hanno dato conferma) e solamente uno
sparuto gruppo di valsusini contrari al progresso continua ad opporsi al “treno del futuro” che prosciuga le montagne e le finanze, per arricchire le banche, l’industria del cemento e quella delle costruzioni.
Marco Cedolin