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La storia nascosta
Mitico! :shake:
Speriamo abbia una risposta chiarificatrice (stavo già andando in palla con le fomenkerie di Nomit -scherzo Nomit, l' ipotesi è stuzzicante anche se destabilizzante) e che magari ti dia anche una sua interpretazione.
Tienici aggiornati! :popcorn:
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Ero giunto da solo all'ipotesi che Giaele [strike](genesi 34)[/strike](giudici 4 e 5), Giuditta (libro di Giuditta), Susanna (libro di Daniele) e Danae (mito greco) fossero in origine lo stesso personaggio.
Per concludere il post, ho cercato una pagina di Chronologia.org (sulla guerra ai catari, che Fomenko colloca alla fine del cinquecento) che lessi tempo fa, in cui viene citata la storia di Giaele e Sisara.
Sono finito invece su "Com'era nella realtà – L'epoca del XVI secolo" , in cui Fomenko elenca quelli che considera duplicati della regina russa Elena Stefanova (38) e scopro che anche lui è giunto alla stessa conclusione riguardo a Susanna, Giaele e Giuditta (per Susanna, io ci sono arrivato guardando dei dipinti, non per la sua storia).
Ma la cosa più intrigante è questa: nell'elenco manca Danae, ma c'è Diana di Poitiers. Scopro che
"Diana morì a 66 anni avvelenata dall'oro liquido (od "oro potabile"), un infuso di oro disperso che ingeriva per mantenersi giovane, come pubblicato dal «British Medical Journal» nel dicembre del 2009, dopo i risultati delle analisi di un'équipe specialista nella ricerca paleopatologica sulle spoglie della bella Diana"
Secondo il mito, Zeus ingravidò Danae trasformandosi in una pioggia d'oro.
commons.wikimedia.org/wiki/File:Jacopo_Tintoretto_009.jpg
www.liberaeva.com/1interviste/dianedepoitiers/3A.jpg
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Sbaglio?
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C'era anche Dina nel post che stavo scrivendo, perché viene citata da Giuditta nella preghiera che rivolge a Dio prima di compiere la sua impresa.
Sichem pensa di riparare offrendo al padre una grande dote ("Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale e il valore del dono") e pensavo che la "pioggia d'oro" di Danae potesse rappresentare questa offerta. Ma poi ho letto di Diana di Poitiers e sono andato in crisi.
La storia di Dina somiglia invece alla storia di Susanna. Apparentemente non centrano niente con Giuditta e Giaele, per questo mi ha sorpreso vederle identificate con loro da Fomenko.
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il resto è storia (riporto per dovere di cronaca)
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A questo punto non potendo accertare l' accuratezza della traduzione sulla ipotizzata "recente" inclinazione terrestre causata da un qualche disastro naturale, possiamo limitarci ad accertare che i due studiosi da te interpellati hanno dimostrato una discreta inclinazione a snobbare le nostre domande. :stuckup:
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GEENNA
IGNIS
INCENDIO
ACCENDERE
CENERE
CENA
… e, trasformata in TN, la troviamo in
TINE (irlandese per “fuoco”)
ETNA
E' facile intuire che il significato originale del nome dell'Etna potesse essere “il monte fuoco”.
Ma allora anche il nostro amico Vesuvio* avrebbe potuto avere un nome simile. Pensiamo: quale nome che contiene la radice GN possiamo associare al Vesuvio? Naturalmente questo nome è GENNARO. Io credo che “San Gennaro”non fosse il nome di una persona, ma il precedente toponimo della città di Napoli, e che significasse “città del vulcano”.
* scherzo, solidarietà ai napoletani per il razzismo assurdo che subiscono nella vita reale ed in TV (ma solidarietà anche al Vesuvio)
Anche per altri patroni possiamo fare un ragionamento simile:
Venezia è la città marittima per eccellenza e il suo patrono è SAN MARCO, così come le MARCHE sono una regione costiera
Mantova sorge in un'ansa del fiume Mincio ed il suo patrono è Sant'ANSELMO
Marte era il dio della guerra e guerra in latino si dice Bellum, il patrono della città di Belluno è SAN MARTINO.
Ci sono poi patroni il cui nome semplicemente ricorda quello della città:
Genova – Giovanni
Catania – Agata
Iglesias – Chiara
Matera - Madonna
Siena – Ansano
Girgenti (Agrigento) – Gherlando
E città i cui patroni o secondi patroni sono San Pietro o San Petronio: forse in origine questi nomi significavano “città di pietra”.
Quindi io penso che San Marco, San Gennaro, Sant'Ambrogio eccetera, non fossero persone, ma i vecchi nomi delle città italiane e che SAN significasse “città” o “paese” o “villaggio”.
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Io penso che ianua sia all'origine del nome Genova e che quindi il nome di quella città significasse "la porta". Ma non sono ancora pronto a comporre i pezzi del ragionamento pazzesco che sta dietro a questa mia idea.Mrexani ha scritto: Genna" o "janna" oppure con elisione " 'enna" -in sardu significa porta. Che equivale sempre al dio Giano, double face come i passaggi, gli ingressi e appunto le porte, come Gennaio.
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"(...) Ora , in rispetto alla tradizione c' è di famigliare a noi che gl' Inca parlano d' un originario Diluvio, infra le varie leggende, che portò i Piruani a Caracas. La storia del diluvio è similare alla nostra, ma quello che è stupido, a mio parere, è che i capi vogliono far credere ad una loro origine divina, e mentono. Infatti, il quipucamaioc chauarurac mi mostrò uno di cotesti quipos colorato con differenti simboli colorati e mi lesse quello che vi era annodato, insomma era scritto co i nodi. E vale a dire che, in circa 10 secoli prima di quest' anno domini, un gruppo di esploratori e saggi coraggiosi della grande Tartaria si spinsero verso il meridione occidentale. Essi incontrarono nel vasto mare del sud, ossia pacifico, numerose insule che nei quipos eran denominate tucaninapac, sputo di fuoco. Ivi si acconciarono con le popolazioni indigene pacifiche delle insule e, succedendosi le generazioni giunsero al continente. Ivi, trovando le terre occupate da popoli costruttori di grandi piramidi discesero nel sec.13 ancora verso il sud, ove si scontrarono con le bellicose genti delle coste, le quali deponevano le armi solo allorché scendevano dalle alte terre huomini di statura dissimile, e vale a dire cioè circa due volte la loro, di incarnado bianco, chiome folte e il viso ricoperto di barba color dell' oro. Di qui è nata l' ingenua favola dei giganti e della origine divina del popolo inca. (...)"
J.Anello Oliva, 1637
Tratto da "Exul immeritus Blas Valera..." di Laura Miccinelli edito da CLUEB.
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Ricorda la descrizione che Biglino fa degli elohim, ma suggerisce anche che la dimora celeste di questi elohim non fosse altro che la montagna, in questo caso le Ande.solo allorché scendevano dalle alte terre huomini di statura dissimile, e vale a dire cioè circa due volte la loro, di incarnado bianco, chiome folte e il viso ricoperto di barba color dell' oro
La parola "inca" non avrebbe designato il popolo, ma solo la casta dominante e l'imperatore. Ma a proposito di inca: è facile arrivare alla parola IMPERO alla parola PERU'. Ma anche da IMPERO a INCA. Quindi QHAPAQ INCA = capo (qhapaq) dell'impero ("inca") !Di qui è nata l' ingenua favola dei giganti e della origine divina del popolo inca.
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Il 9Settembre 2016 è stata lanciata una sonda spaziale che ha come obiettivo quello di cercare ed analizzare asteroidi nell' orbita solare in modo da conoscerli meglio per evitare, nel caso fosse necessario, eventuali impatti con la Terra.
La prima missione in programma sarà quella di avvicinarsi ad un asteroide, in origine chiamato 101955, che passa spesso vicino alla Terra (In uno studio di dinamica orbitale del 2009 Andrea Milani, professore presso la Facoltà di Matematica dell'Università di Pisa, e collaboratori hanno individuato una serie di otto potenziali impatti con la Terra tra il 2169 ed il 2199. La probabilità d'impatto collettiva dipende dalle proprietà fisiche dell'oggetto, al momento poco conosciute, ma non sarebbe superiore allo 0,07 % per tutti gli otto incontri-fonte Wiki), prelevarne dei campioni e farli rientrare sul "nostro pianeta" per analizzarli. Nell' Agosto 2018 è previsto il randez vous con l' asteroide per analizzarne l' orbita e la possibile influenza su di essa dei raggi solari e in seguito, scelta la zona, verrà tentato il recupero dei campioni dall' asteroide.
Che c'entra questo con la storia nascosta? Nulla. :goof:
Ho trovato curiosi in nomi assegnati alla sonda e all' asteroide.
La sonda si chiama OSIRIS REX (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer), un acronimo che solo casualmente (!) ha lo stesso nome del noto dio egizio.
L' asteroide si chiama BENNU, altra divinità egizia forse più nota col nome greco, la Fenice.
Simpatici alla NASA!
it.m.wikipedia.org/wiki/OSIRIS-REx
it.m.wikipedia.org/wiki/101955_Bennu
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L’IMPERO CHE CI HA RUBATO LA VERITA’ - di Gabriela Dobrescu alienifranoi.wordpress.com/2012/01/29/2-...ha-rubato-la-verita/
"come posiamo credere che i contadini daci hanno imparato così bene il latino dai soldati delle legioni romane, che venivano radunati da tutte le provincie dell'impero e che non sapevano nemmeno loro parlare bene il latino? La Dacia romana rappresentava solo il 14% del suo intero territorio. Supponiamo che i romani abbiano portato la Dacia Felix ad un processo straordinario di romanizzare sull'intero territorio della Dacia, riuscendo ad imporre la lingua latina per l'intera nazione. In 168 anni??? Chi può sostenere una così grande aberrazione storica? Poi, cosa ha spinto i daci liberi ( carpi, costoboci, daci grandi) a romanizzarsi da soli esattamente nello stesso periodo? La spiegazione logica è che il lessico di base della lingua rumena provenga direttamente dalla lingua vecchia, barbara se volete, dei traci, e che i latini siano un'altra parte della grande tribù dei traci, solo che loro parlavano la versione letteraria della lingua tracica […] la lingua rumena non è l’erede della lingua dei romani, ma è la lingua dei romani che viene dalla vecchia lingua dei barbari daci"
Sono d'accordo
O meglio, sono d'accordo che la lingua rumena non derivi dal latino (e penso lo stesso di tutte le altre lingue romanze).
Nello stesso blog, l'ipotesi che i personaggi biblici fossero in realtà daci (esempio, re Davide = re Burebista, Gesù = Zalmoxis).
Curiosamente, fu proprio da quelle parti che fiorì la più importante cultura europea del tardo-neolitico, la cultura di Cucuteni-Trypillian. E proprio in quell'area si incontrano le lingue slave meridionali, le lingue slave settentrionali, una lingua che sembra un misto tra romanzo e slavo (il rumeno) e l'ungherese e nella stessa penisola troviamo l'albanese ed il greco. Per dire che forse la cultura greco-romana e la lingua latina in realtà potrebbero essere nate tra l'Ucraina Occidentale e la Romania ed essere le eredi della cultura di Cucuteni-Trypillian.
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docplayer.it/amp/29474624-La-censura-di-machiavelli.html
All’alba del 7 settembre 1557 Paolo IV comandava il rogo dei libri proibiti. Tra gli autori condannati figura Niccolò Macchiavelli, dichiarato autore primae classis, cioè degno di condanna totale, e la sua intera opera viene proibita per tre secoli.
Alle opere machiavelliane non fu concesso neanche di venire emendate dai padri conciliari, al contrario di molti degli autori che erano stati con lui condannati. La congregazione dell’Indice dava l’autorizzazione di espurgare ogni sorta di libri emendabili, ma non Machiavelli: la condanna come autore “quorum libri et scripta omnia prohibentur” si ripete in tutti gli Indici successivi senza mitigazione alcuna.
Anche per quanto concerne le licenze di lettura, nel caso di Machiavelli il Sant’Uffizio respingeva quasi sempre le domande, mentre per gli altri autori “Le "patenti di lettura" […] si ottenevano invece in pratica abbastanza facilmente” ( www.summagallicana.it/lessico/i/Indice_e_Inquisizione.htm )
Addirittura non potevano “essere rilasciate per libri di astrologia giudiziaria o contro la religione, né per opere di Machiavelli” www.storiadellastampa.unibo.it/indici.html
" In definitiva, «la terra che ha dato al mondo un così celebre pensatore, cento anni dopo la sua morte gli volta le spalle e trema solo a pronunciarne il nome»; un atteggiamento che andrà a mutarsi solo nel corso del XVIII secolo, sebbene Machiavelli rimanga «dietro le inferriate dell’Indice» fino al XIX secolo "
A questi fatti si aggiunse l'accanita campagna condotta dai gesuiti contro questo autore.
Possibile che una censura così pesante e superiore a quella subita dagli altri autori fosse dovuta solo a scrupoli morali riguardo al Principe e questioni religiose riguardo ai Discorsi?
Se dei libri vengono proibiti, bruciati e tenuti nascosti per tre secoli, come potranno i nuovi lettori di quei libri verificare se quello che leggono corrisponda davvero a quanto prodotto dall'autore centinaia di anni prima? E che non sia invece qualcosa di pesantemente emendato o falso?
Credo che il seguente passaggio della prima pagina web sia un indizio di quale fosse il vero problema:
Fra le varie proposte che vennero ventilate in questo lungo arco di tempo, e che si ritrovano nelle carte del nipote del fiorentino, il quale vi si oppose, c’è quella di stampare le Storie fiorentine senza il nome del loro autore, una possibilità che abbiamo visto poter essere avanzata sulla base della regola ottava dell’Indice tridentino, regola che infatti non mancò di essere ridiscussa successivamente presso la Congregazione
Quindi il problema era il nome?? La regola ottava riguardava la possibilità di emendare il contenuto! www.utopia.it/10_regole_libri_proibiti_vaticano.htm
Forse dietro al nome si nasconde quello che era il reale contenuto di quei libri:
MACHIA-VELLI
MACCHINE BELLICHE
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Chi si ricorda dei "Prendi" e dei "Lascia" sarà interessato a leggere un punto di vista che, almeno per me che sono un neofita, risulta nuovo e stuzzicante.
Sono arrivato al testo grazie alla presentazione fatta da Pierluigi Fagan (è stato presentato l' ultimo suo libro in homepage tempo fa) sulla sua pagina Facebook; copio e incollo sua la presentazione, segue il link al saggio (lenzuolata di medie dimensioni):
"DELLE FORME SOCIALI. Forse avevamo già segnalato questo articolo uscito su Eurozine ed oggi qui tradotto e gentilmente segnalatomi da Marco Casimirri che ringrazio. L’articolo ha per oggetto il concetto di diseguaglianza all’interno del Grande Quadro ovvero la grande storia umana che affonda nel tardo Paleolitico. L’Antichità profonda, in questo argomento, funziona come Grande Altro, lì dove l’umano può dirci per differenza con il qui ed ora, come si comportò dato altro contesto.
Questo Grande Altro ha in genere due versioni con altrettanti -differenti- problemi. Una versione è quella di reperire fatti dall’osservazione dei comportamenti delle ultime tribù esistenti. Il problema qui -problema che si ripropone continuamente nella lettura ad esempio del discutibile “Il mondo fino ad ieri” (Einaudi) di J. Diamond- è che le ultime tribù di cacciatori e raccoglitori non sono immuni dal contatto con la civiltà e quindi non possono svolgere il ruolo di fossili viventi. La seconda versione che non ha questo problema perché affonda nei tempi in cui la civiltà non era ancora sorta, è quella di ricostruire modi di vita del tempo profondo. Il problema qui è triplice. Da una parte e soprattutto più indietro si va nel tempo, le prove dirette ed indirette che abbiamo sono davvero molto ma molto poche. Dall’altra, tali prove sembrano contraddittorie nel senso che vediamo ipotetiche prove di gerarchia in tempi molto lontani e prove di sostanziale eguaglianza (ad esempio nelle forme abitative) in tempi più recenti. Infine, a fronte di tale scarso e contraddittorio registro delle cose concrete, si ha a che fare con un voluminoso registro delle cose pensate che hanno fissato paradigmi -pare infondati- che violentano l’interpretazione e chiudono continuamente alla sua revisione.
Gli Autori, quantomeno, certificano lo stato di fatto che ormai anche l’accademia ha capito che la grande narrazione sul comunismo primitivo, la presunta “rivoluzione agricola” (mai verificatasi per come ce la siamo raccontata), la perdita di innocenza del roussoviano “stato di natura” e la sequenza dal piccolo egalitario al grande gerarchico, è piena di fallacie. Manca però ancora il coraggio di costruirne un’altra forse perché più che paleoantropologi ed archeologi, mancano i filosofi. In fondo il quadro narrativo esistente è quasi sempre una variante di quello fissato da Rousseau.
Che l’immagine di mondo a priori sia fondamentale nel proiettare ipotesi che legano tra loro sparuti e contraddittori fatti concreti, lo dimostrano gli Autori stessi, David Graeber -infatti-, come in parte Marshall Sahlins (col quale ha scritto il recente, voluminoso, “On Kings” ) sono conosciuti sia come paleo che antropologi dichiaratamente e convintamente anarchici e quindi chissà se lo sono dopo aver letto fatti o leggono fatti in accordo ai propri convincimenti a priori.
Sta di fatto che lo stato dell’arte sull’argomento è questo: è ormai ampiamente eroso l’edificio narrativo costruito al centro del villaggio conoscitivo degli ultimi due secoli e mezzo, siamo ai primi passi per la discussione su i fondamenti di uno nuovo. Una cosa però sembra uscire dalla sequenza dei nuovi ritrovamenti, la faccenda pare sia molto più complessa del ritenuto. Complesso, di minima, significa che le variabili in gioco sono molte di più di quelle prese in esame. Ad uscirne definitivamente confutata è quantomeno l’idea di una sequenza stadiale lineare tipicamente progressista (nel senso di progressiva). Inoltre, le faccende materiali ed immateriali che noi dividiamo cercandone il primato gerarchico di determinazione, sono sempre compresenti come lo sono stomaco e cervello nel corpo umano. Individuo e società sono due poli concettuali sempre presenti e non armonici sia in natura che in storia (così le loro ideologie “individualismo” e “comunitarismo”). Le forme di organizzazione sociale del passato erano molto più varie (il concetto qui è l’”ad-hoc-crazia”) e potevano anche cambiare nello stesso gruppo sociale a seconda delle occasioni o delle stagioni.
Tutto ciò detto e premesso, lascio alla lettura (per chi ha interesse) del lungo articolo, aggiungendo per vanità personale intellettuale tre miei convincimenti: 1) la diseguaglianza ha un lato che s’impone ma anche un lato che la lascia imporsi e per certi versi la reclama (servitù volontaria): 2) svolge una funzione importante per l’ordine adattativo dei gruppi umani e tende a cristallizzarsi al crescere del volume demografico dei gruppi (diventando disfunzionale); 3) ha il suo primo fondamento nella disparità culturale.
Non sono ancora certo ma su questo argomento sto studiando e scrivendo per quello che potrebbe essere il primo capitolo del mio prossimo libro. Segnalazioni ed approfondimenti sono quindi graditi. Buona lettura."
www.facebook.com/pierluigi.fagan/posts/10215179411934223
Link al saggio "Come cambiare il corso della storia umana (almeno la parte della storia già accaduta) di Graeber e Wengrow:
francosenia.blogspot.it/2018/05/cambiare...storia.html?spref=fb
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Il paleolitico,il comunismo primitivo.
Probabilmente la questione della gerarchia è una questione mal posta. Anche nella testa di un anarchico rimane una gerarchia di idee strettamente gerarchica che pone l'idea di assenza di gerarchia in posizione gerarchicamente superiore all'idea di gerarchia.
Poi chi sa com'era l'uomo in principio,
sicut erat in principio
non torrat mai.
A proposito, pure su connottu è una leggenda?
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Bello lo scioglilingua sull' anarchia! :ok:
A proposito de su connottu ( it.m.wikipedia.org/wiki/Rivolta_de_Su_Connottu ) e delle chiudende qualche mese fa ho letto i tre volumi (il primo è interessantissimo, gli altri così così) dell' anarchico Ugo Dessy "Quali banditi?" del 1977, con un bel capitolo sulla rivolta comunitarista vista dagli occhi di un anarchico; se non l' hai già letto te lo consiglio.
I nostri avi rivoltosi sarebbero stati un bel caso da studiare per i due autori dell' articolo linkato al commento precedente, visto anche che lamentano una scarsa verificabilità delle vecchie usanze nei tempi moderni, fornendo un esempio (quasi) attuale dell' alternanza Prendi/Lascia (stagionalità) ipotizzata nel loro saggio.
P.S.
Ti diffido dal citare Nanneddu senza preavviso, mi angoscia e mi manda in malinconia; ma già che ci siamo ecco la mia versione preferita: su il volume! :cry:
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MACHIA-VELLI
MACCHINE BELLICHE
MACCHIA VELLO, ovviamente intendendo il vello d'oro.
Se hai letto la parte dove ciapanna parla del vello.
Io ne ho dedotto che è colui che macchia il vello, perché è fautore della politica che primeggia sull'economia.
E come discorso è troppo moderno per poter pensare che Macchiavelli sia un personaggio del 1400.
(Sempre secondo me, eh!)
Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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Vello il pelo del velo, sostituire Crazia con Chimera.
Fonte Bellero.
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Non vedo il senso di queta ipotesi... quello che ho scritto io potrebbe essere sbagliato, ma ha un senso.Pyter ha scritto: @Nomit
MACHIA-VELLI
MACCHINE BELLICHE
MACCHIA VELLO, ovviamente intendendo il vello d'oro.
Se hai letto la parte dove ciapanna parla del vello.
Io ne ho dedotto che è colui che macchia il vello, perché è fautore della politica che primeggia sull'economia.
Di Ciapanna mi convince l'ipotesi che quasi tutta la letteratura sia stata prodotta a partire dall'ottocento, ma il resto lo trovo debole e spesso anche derivato da assunzione di droghe.
Mah, bisogna vedere com'era il '400.... ma secondo me Machiavelli non è mai esistito: il nome nasce da una distorsione del titolo di un libro, o del capitolo di un libro, o di diversi libri, e a questo nome hanno attribuito una serie di opere che va dalle cronache, ai trattati di politica e arte militare, alle commedie, alle novelle.E come discorso è troppo moderno per poter pensare che Macchiavelli sia un personaggio del 1400.
(Sempre secondo me, eh!)
Io penso che tutto quello che crediamo sia stato il passato sia in realtà un'interpretazione errata di documenti e reperti antichi, per esempio, la raffigurazione dei tre giorni dell'anno in cui i bambini ricevono doni diventa "i tre re magi" , oppure una mappa che rappresenta l'Italia viene scambiata per una mappa dell'Europa (o viceversa), oppure, degli scalpi tolti da nemici o criminali uccisi potrebbero essere stati interpretati come la moda delle parrucche, o viceversa, oppure una raffigurazione del lago di Garda e del fiume Mincio con in basso a destra la città di Verona può diventare l'Austria con il fiume Danubio e la città di Brno, oppure, roghi di libri potrebbero essere distorti in roghi di persone, il racconto dell'ultima cena essere distorto nel racconto di riti cannibali, o viceversa ...
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