La storia nascosta

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8 Anni 3 Mesi fa #5519 da Starburst
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6 - 9 Agosto 1860 Il Massacro di Bronte

Uno dei tanti anniversari che non bisognerebbe mai dimenticare.

L'eccidio di Bronte e i monumenti in onore degli assassini
Ignazio Coppola
– Dal 6 al 9 agosto del 1860 , a bronte, nino bixio, su mandato di giuseppe garibaldi, si rendeva protagonista di un atto scellerato ed infame che la storia, quella vera e non quella paludata della storiografia ufficiale e scolastica, ci ha tramandato e condannato come “l’'eccidio di bronte”.

Ciò val bene per ricordare e non dimenticare su come i “liberatori” quali Nino Bixio intendevano trattare i siciliani e soprattutto, i contadini illusi dalla promesse dei decreti garibaldini sulla assegnazione delle terre, convinti che, finalmente, con l'’arrivo di Garibaldi e delle camicie rosse potessero legittimamente essere garantiti i principi di libertà e di giustizia sociale.
In quel maledetto e torrido agosto del 1860 ai siciliani ed ai brontesi, speranzosi che per loro le cose sarebbero cambiate in meglio, mal gliene incolse. A farli ravvedere dalle loto aspettative provvide alla bisogna il paranoico generale garibaldino che certo dei siciliani non aveva gran considerazione e stima se è vero che, alla moglie Adelaide, durante l’'impresa dei mille così ebbe tra l’'altro testualmente a scrivere a proposito della Sicilia e dei siciliani: “ Un paese che bisognerebbe distruggere e gli abitanti mandarli in Africa a farsi civili”.
E con questo stato d’animo e questa predisposizione nei confronti dei siciliani che Bixio si presentò a Bronte prendendo, per tre giorni alloggio al collegio Capizzi, la mattina del 6 agosto, con due battaglioni di bersaglieri per ristabilire l’'ordine che era stato turbato nei giorni precedenti dai popolani e dai contadini-vassalli della ducea di Nelson che, illusi, si erano ribellati rivendicando il diritto all’assegnazione delle terre ed al riscatto sociale promesso loro dai truffaldini decreti garibaldini
All’'avanzata di Garibaldi in Sicilia e con la illusoria promessa di una più equa distribuzione delle terre furono molti infatti i paesi che come Bronte insorsero al grido “abbassu li cappeddi, vulimi li terri”, quali tra gli altri :Regalbuto , Polizzi Generosa, Tusa, Biancavilla, Racalmuto, Nicosia, Cesarò, Randazzo, Maletto, Petralia, Resuttano, Montemaggiore, Castelniovo, Capaci, Castiglione, , Centuripe, Collesano, , Mirto, Caronia, Alcara Li Fusi, Nissoria, Mistretta, Cefalù, Linguaglossa, Trecastagni e Pedara.
Le aspettative del popolo e dei contadini nei confronti dei “ cappeddi”( i latifondisti ed i ricchi proprietari terrieri) furono represse in quei paesi con il piombo e nel sangue da quei garibaldini che avevano promesso loro: terre, libertà e giustizia. Quello stesso piombo che, 34 anni dopo nel 1894, l’ex garibaldino Francesco Crispi che era stato prima segretario di stato e teorico della spedizione dei Mille e successivamente dopo l’Unità divenuto presidente del Consiglio, ordinò di scaricare sui contadini siciliani che rivendicavano le terre e reprimendo così nel sangue con centinaia di vittime innocenti l’'epopea dei Fasci Siciliani.
A distanza di anni con pedissequa ferocia, di fatto, si riproponeva, ancora una volta, in un bagno di sangue, la logica della difesa del privilegio e della conservazione perché nell’ottica gattopardiana nulla cambiasse, prima con Garibaldi e poi con Crispi
Ma torniamo ai fatti e al grido di libertà dei contadini e dei cittadini di Bonte..Su pressione del console inglese di Catania John Goodwin, a sua volta sollecitato dai fratelli Thovez amministratori della ducea per conto della baronessa Bridport, Garibaldi, costi quel che costi, per reprimere la rivolta di quei brontesi che avevano avuto l’'impudenza di ribellarsi agli inglesi suoi protettori e finanziatori dell'’impresa dei Mille invia per risolvere la questione ed assolvere questo sporco lavoro ,come era nelle sue attitudini ed abitudini, il suo fedele luogotenente Nino Bixio.
Appena giunto, come primo atto, il “liberatore”( degli interessi degli inglesi e non dei contadini e dei siciliani) Bixio decretò lo stato d’assedio e la consegna delle armi imponendo una tassa di guerra dichiarando il paese di Bronte colpevole di “lesa umanità” dando inizio a feroci rappresaglie senza concedere alcuna minima garanzia e guarentigia alla cittadinanza. I nazisti ottant’anni dopo prenderanno lezioni da questi metodi dei “liberatori” garibaldini. Bisognava dimostrare ai “padroni” inglesi che nessuno poteva toccare impunemente i loro interessi.
E il paranoico “ servo” con i suoi metodi criminali li accontentò appieno. Si passò ad una farsa di processo e tutto fu liquidato in poco tempo senza riconoscere alcun diritto alla difesa discutendo e dibattendo il tutto in appena quattro ore.
Alla fine, alle 8 di sera del 9 agosto, calpestando ogni simulacro di garanzia, era già tutto deciso con la condanna a morte di cinque cittadini che niente avevano avuto a che fare con i tumulti e le rivolte delle precedenti giornate che avevano turbato la tranquillità ed il sonno degli inglesi in quel di Bronte.
I cinque, la mattina del giorno dopo il 10 agosto, nella piazzetta della chiesa di San Vito finirono vittime innocenti dinanzi al plotone d’esecuzione. L’avvocato Nicolò Lombardo notabile del paese che, da vecchio liberale, con tanta speranza aveva atteso lo sbarco garibaldino sognando un futuro migliore per la sua terra dovette ricredersi in quell’attimo che la scarica di fucileria spense quel suo sogno e per l’avvenire il sogno di tanti siciliani. Con lui morirono Nunzio Spitaleri Nunno, Nunzio Samperi Spiridione, Nunzio Longhitano Longi, Nunzio Ciraldo Fraiunco. Quest’ultimo era lo scemo del paese che sopravvisse alla scarica di fucileria e invocando vanamente la grazia fu finito cinicamente con un colpo di pistola alla testa dall’ufficiale che aveva comandato il plotone
Dopo la feroce esecuzione,a monito per la popolazione di Bronte, i corpi delle vittime rimasero esposti ed insepolti per parecchio tempo. Ma non era finita, a questo primo processo sommario ne seguì un altro altrettanto persecutorio e vessatorio nei confronti di coloro che avevano arrecato oltraggio ai grossi proprietari terrieri e agli inglesi della ducea.
Il processo che si celebrò presso la Corte di Assise di Catania si concluse nel 1863 con 37 condanne esemplari di cui 25 ergastoli. Giustizia era stata fatta. I poveracci non avrebbero più alzato la testa.
Il 12 Agosto, dopo avere fatto affiggere precedentemente il 9 agosto a suo nome un proclama indirizzato ai comuni della provincia di Catania con il quale invitava i contadini a stare buoni e a tornare al lavoro nei campi pena ritorsioni e feroci rappresaglie, Nino Bixio ribadiva che  “gli assassini e i ladri di Bronte sono stati puniti e a chi tenta altre vie crede di farsi giustizia da sé, guai agli istigatori e ai sovvertitori dell’ordine pubblico. Se non io, altri in mia vece rinnoverà le fucilazioni di Bronte se la legge lo vuole” Proclami e avvisi tendenti ad rassicurare baroni, latifondisti, proprietari terrieri e soprattutto gli inglesi che, con Garibaldi e Bixio, non c’era alcun pericolo di rivolte sociali. La rivoluzione garibaldina aveva mostrato il suo volto. Gli interessi della borghesia, dei latifondisti, degli inglesi che facevano affari in Sicilia e di quei settentrionali che in nome di Vittorio Emanuele in futuro li avrebbero fatti erano salvi e salvaguardati dalle camicie rosse.
E dire che a questi personaggi, come Nino Bixio e Giuseppe Garibaldi, i siciliani con un masochismo degno di miglior causa hanno dedicato una infinità di via strade, piazze, scuole, monumenti e quant’altro a significativa memoria che da sempre siamo affetti dalla sindrome di Stoccolma ossia quella di innamoraci dei nostri carnefici. E ora di finirla. Prendendo coscienza e consapevolezza della nostra vera storia è giunto il momento di buttare giù lapidi, e disarcionare dai monumenti questi personaggi che dipinti come falsi eroi ci hanno depredato della nostra economia, della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità. I tribunali della storia che per fortuna sicuramente non sono quelli dei processi sommari di Bronte alla fine certamente condanneranno per i loro crimini questi personaggi: Anticipiamo sin da ora le sentenze e buttiamoli giù dai loro piedistalli.
Per quanto riguarda infine Gerolamo Bixio detto Nino pochi sanno che alla fine la giustizia divina, per le sue malefatte, più di quella degli uomini gli presentò un conto salato facendolo morire tra atroci dolori, sofferenze e tormenti in preda alla febbre gialla ed al colera a bordo della sua nave( s’'era dato ai commerci con l’'Oriente))il 16 dicembre del 1873, a Banda Aceh nell'’isola di Sumatra, a quel tempo colonia olandese. Il suo corpo infetto chiuso in una cassa metallica fu sepolto nell’'isola di Pulo Tuan che nella lingua locale significa isola del Signore.
Successivamente tre indigeni, credendo di trovare qualche tesoro, disseppellirono la cassa denudarono il cadavere e poi lo riseppellirono vicino ad un torrente. Due di loro, infettati dal colera morirono nel breve giro di 48 ore. Anche da morto Bixio era riuscito a fare delle vittime. Roba da Guinnes dei primati. I pochi resti del suo corpo ed alcune ossa, grazie al terzo indigeno sopravvissuto alla maledizione, vennero ritrovati nel giugno del 1876. Il 10 maggio del 1877 quello che rimaneva dei resti del massacratore di Bronte, veniva cremato nel consolato italiano di Singapore.. Il 29 settembre di quello stesso anno le ceneri giunsero a Genova e seppellite nel cimitero di Staglieno. L’avvocato Nicolò Lombardo e le altre vittime di Bronte , per loro buona pace si può dire che per la morte atroce del loro aguzzino e per ciò che ne conseguì, erano state vendicate alla fine dalla giustizia divina.

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8 Anni 2 Mesi fa #6626 da Starburst
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8 Anni 1 Settimana fa - 8 Anni 1 Settimana fa #7747 da Starburst
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LA BANDA DELLA COCCA

Agli albori dell'unita' d' italia un altra storia stra-nascosta dai nostri storici falsi e stitici:

Dal sito Byoblu:

IL MEMORIALE DEL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI DI CAVOUR: CURLETTI.

Da un documento-chiave di questo libro, che abbiamo trovato nell’archivio storico dello Stato Maggiore della Difesa. Era un memoriale che gli storici non avevano mai letto, scritto dal capo dei Servizi Segreti di Cavour (il padre del nostro Risorgimento, personaggio piuttosto spregiudicato che non disdegnava di utilizzare la polizia segreta per raggiungere i suoi scopi politici e strategici e ne fece un largo uso proprio in quella fase).Il documento che abbiamo trovato allo Stato Maggiore della Difesa non ha la firma del capo dei Servizi Segreti di Cavour, ma nel frontespizio porta soltanto una sigla: “J.A.“. Ha un contenuto esplosivo, perché questo “J.A.” fece, per conto di Cavour, per conto del Piemonte e per la realizzazione dell’unità italiana, tutte le operazioni sporche, le operazioni di guerra non ortodossa. Partendo da quel documento abbiamo compiuto una sorta di viaggio a ritroso per capire la genesi e soprattutto per identificare il personaggio. E così abbiamo trovato il nome del capo dei poliziotti segreti di Cavour. Un certo Curletti…

Si parte con un episodio di cronaca nera. Cioè l’arresto a Torino, nella fase pre-risorgimentale (siamo verso la fine degli anni ’50 dell’ottocento) di un delinquentello. Venne arrestato dalla polizia perché indossava un cappotto che era troppo elegante per un balordo come lui. E da questo sospetto nacque un’inchiesta molto approfondita che via via portò ai livelli superiori. Il delinquentello portò a una organizzazione di ricettatori, perché era un cappotto rubato, parte di una refurtiva, poi rivenduto a questo piccolo balordo che l’aveva avuto così. E poi ancora, da questa organizzazione di ricettatori, si risalì a una vera e propria organizzazione criminale – assassini, ricettatori, grassatori – che agì a Torino fra il 1855 e il 1860. Il Magistrato che conduceva questa inchiesta – il Giudice Soardi – risalì a un livello ancora più alto. Accertò rapporti tra questa banda criminale di Torino – che si chiamava la “Banda della Cocca” – e ambienti della Questura di Torino. E via via si risalì sino al capo degli Agenti Segreti di Cavour, che era appunto questo Curletti, che utilizzava questa banda di criminali per le sue operazioni, e naturalmente in cambio aveva “lasciato fare”.
Ci fu un processo. Le cronache dei giornali dell’epoca lo seguirono a lungo. E in questo processo Curletti venne chiamato a deporre, cioè il capo degli agenti segreti di Cavour. Ma non si presentò, anche su indicazione dello stesso Cavour e del suo Ministro degli Interni. Ne nacque uno scandalo. Ci fu un lunghissimo braccio di ferro tra il Magistrato – che voleva assolutamente ascoltare in aula il Capo dei poliziotti segreti di Cavour – e il Governo piemontese che, invece, voleva proteggere l’agente segreto dai riflettori dell’opinione pubblica. Perché? Ed ecco che arriviamo al memoriale. Perché Curletti era stato impiegato da Cavour in alcune operazioni sporche, ad esempio i cosiddetti “Moti spontanei“, che in alcuni staterelli dell’Italia del nord e del centro – il Gran Ducato di Toscana… e così via – altro non erano che moti organizzati dalla polizia segreta di Cavour, finanziati dal Governo piemontese. Erano insomma degli agitatori, agenti provocatori. E poi, dopo i moti spontanei che avevano portato alla caduta dei Governi degli staterelli dell’Italia pre-unitaria, si erano poi distinti in altre operazioni sporche, come i brogli elettorali nei plebisciti per l’annessione di quegli Stati al Regno del Piemonte e così via.
C’è una sequenza davvero impressionante di operazioni sporche attuate dalla Polizia dei Servizi Segreti di Cavour e dal suo – diciamo – agente più importante che era questo Curletti. Ecco perché non volevano che andasse a deporre! Ma il Giudice Soardi, nel lungo braccio di ferro con il Governo, riuscì a ottenere che arrivasse a Torino (e tra l’altro all’epoca era impegnato proprio in operazioni in Sicilia perché si stava preparando la spedizione dei Mille). Non potendo più il Governo far finta di nulla, Curletti, credendosi ormai bruciato, scappò con questo memoriale, grazie al quale tentò un ricatto nei confronti del Governo stesso. Un ricatto che ebbe successo, perché Curletti riuscì a riparare all’estero e a rifugiarsi prima in Svizzera e poi in Belgio e in Francia, portandosi dietro i suoi segreti.
Questa storia di annessioni forzate e “spintanee” – anziché spontanee – mi ricorda la storia di altre annessioni che stiamo vivendo oggi.
Per carità! Nessuno mette in discussione il grande valore storico dell’unità d’Italia. Diciamo che i metodi con i quali sono stati ottenuti questi risultati, non sempre sono stati così… Anche perché quei metodi, poi si sono ripetuti. Quindi sapere come sono andate le cose è necessario per far sì che certi errori non si ripetano!

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7 Anni 8 Mesi fa #8873 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Conoscete il lavoro dell'architetto Giuliano Di Benedetti riguardo alla Divina Commedia?

Giuliano Di Benedetti sostiene che la "diritta via" fosse la Via Appia, l'ingresso dell'inferno fosse il Lago di Nemi, la "selva oscura" fosse il bosco situato nei pressi del lago, chiamato da Ovidio "silva opaca". Leggendo in giro mi sembra di capire che, secondo questo autore, Dante avrebbe compiuto realmente un viaggio nel sottosuolo.
Infine, per gli appassionati di alieni, Beatrice guida un astronave.

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7 Anni 7 Mesi fa #9002 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Nel De Vulgari Eloquentia le lingue vengono classificate sulla base della parola usata per affermare: "sì" (italiani), "oil" (francesi), "oc" (ispani) e "io" (slavi, ungheresi e germani).
Ma anche nella Bibbia viene usato questo metodo! La Genesi parla di 3 capostipiti di tutti i popoli del mondo i cui nomi ricalcano il modo in cui affermano tre gruppi linguistici: portoghesi (sim), ebrei (ken) e germanici (ja).

sim = Sem
ken = Cam
ja = Jafet

Quindi i semiti sono i portoghesi e forse tutti i romanzi, i camiti gli ebrei e gli jafetiti i germani.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Giano

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7 Anni 7 Mesi fa #9010 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Parlo di una storia segreta che non compare nei libri di storia, ma che è riassunta nella Bibbia.

Se io "confondo" dei foglietti con delle parole incollati a degli oggetti, significa che prendo quei foglietti e li cambio di posto, incollandoli agli oggetti sbagliati, no? Ma i nomi scritti sui foglietti restano gli stessi, li ho solo confusi. Se io confondo delle indicazioni stradali significa che sposto i cartelli in modo che non corrispondano più alle località corrette. I nomi scritti sui cartelli sono gli stessi di prima, non li ho cambiati, li ho confusi.

La Bibbia racconta che Dio confuse il linguaggio degli uomini per impedire loro di capirsi e di portare a termine la costruzione della Torre di Babele. Non c'è scritto che creò nuove lingue, c'è scritto che CONFUSE il linguaggio comune.

Nella Bibbia non c'è neanche scritto che questo avvenne per magia nel giro di una notte. Dice che il Signore disperse gli uomini su tutta la terra e confuse le loro lingue, quindi prima li separò, poi presumibilmente istituì delle scuole che insegnavano ai bambini ad attribuire un significato differente ai termini del vecchio linguaggio comune.

Questa cosa è avvenuta realmente? I nostri linguaggi sono davvero confusi? Le parole sono davvero scambiate di posto?

Sì, lo sono.

I bambini germanici imparano che kalt/cold significa freddo, mentre noi del sud impariamo il contrario.
Noi usiamo "no" per negare e "okay" per affermare, mentre i greci usano "né" per affermare e "ochi" per negare.
In italiano "empìre" significa rendere pieno, ma in inglese "empty" significa "vuoto".
In spagnolo, "aceite" significa "olio" e "largo" significa "lungo".
Puxar (pusciàr) in portoghese significa pull e non push.
In italiano "piccolo" vuol dire di dimensioni ridotte, ma in inglese "big" vuol dire grande.
In irlandese "beag" è "piccolo".
In tedesco donna si dice "frau", ma in italiano "fra'" era il diminuitivo di frate.
Woman significa donna, anziché uomo.
In inglese la parola "better" è il comparativo di maggioranza di "good", anziché di "bad".
"The best" è "il migliore", ma PESTE è il massimo della negatività.
Gift è "dono" in inglese e "veleno" in tedesco.
"Maus" significa topo, ma "mao" è il verso dei gatti, non dei topi; in italiano "micio" vuol dire gatto, in russo "mysh'" vuol dire topo.
L'albanese "verdhë " significa "giallo". In ebraico "varòd" è "rosa".
Eccetera eccetera.

Quindi è vero quello che racconta la Bibbia: il linguaggio è stato confuso, i significati delle parole sono stati scambiati. Le autorità di un lontano passato hanno disperso gli uomini per formare popolazioni separate ed hanno insegnato loro dei linguaggi nati dalla confusione artificiale del lessico di una lingua comune precedente.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Ghilgamesh, horselover, yari, marocg

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7 Anni 7 Mesi fa #9016 da Pacal
Risposta da Pacal al topic La storia nascosta
Nomit... l'idea puo anche essere molto affascinante, ma... mi dispiace... si vede proprio che di filologia ed etimologia non sai proprio niente, e questo lo dico senza nessuna offesa.
Il discorso di voler fare una comparazione del genere basandoci solo sull'assonanza delle parole senza andare a scavare sulla reale origine della parola ci può portare a risultati molto fuorvianti e ti assicuro che invece parole di lingue distanti geograficamente, semanticamente (nel significato) e graficamente possono essere avvicinati ad una origine comune.
Per esempio se consideriamo il nostratico (non attestato) che potrebbe raggruppare molte famiglie linguistiche del mondo, abbiamo la radice "Ber/Bar" da cui deriverebbero il latino "far" (farro), ant. inglese "bere" (orzo), arabo "burr" (frumento), tamil "paral" (chicco), sumero "bar" (seme).
Ora veniamo all'analisi di quello che hai scritto:

I bambini germanici imparano che kalt/cold significa freddo, mentre noi del sud impariamo il contrario.

>> KALT deriva dal protogermanico KALDAZ e dal protoindoeuropeo GEL/GOL (da cui anche il latino "gelo") mentre Caldo deriva dal latino CALIDUS, greco KAYO (bruciare)

Noi usiamo "no" per negare e "okay" per affermare, mentre i greci usano "né" per affermare e "ochi" per negare.

>> NO deriva dal latino NON, OKAY deriva dallo slang per OLL CORRECT (tutto a posto), ναι (né) dal protoindoeuropeo ENO, da cui anche il latino ENIM (sì, infatti), invece οχι non si sa ma è comune all'armeno che utilizza invece OC.

In italiano "empìre" significa rendere pieno, ma in inglese "empty" significa "vuoto".

>>dal latino IM-PLERE (dentro-mettere), invece empty deriva dall'antico inglese AE+METTIG (si è aggiunta dopo la P) che deriva da AE (non) e MOTAN (avere)

In spagnolo, "aceite" significa "olio" e "largo" significa "lungo".

>> ACEITE deriva dall'hispano-arabo "AZ-ZAIT" e arabo ZAITUN (olive) invece aceto dal latino ACETUM, greco AKE (ago, acido); dal latino LARGUS (abbondante): per gli italiani in lunghezza per gli spagnoli in larghezza, questione di punti di vista ahahah.

Puxar (pusciàr) in portoghese significa pull e non push.

>> dal latino PULSARE (spingere), derivano sia puxar che push (tramite l'antico francese poulser). Ma i portoghesi spingono fuori e gli inglesi spingono dentro...

In italiano "piccolo" vuol dire di dimensioni ridotte, ma in inglese "big" vuol dire grande.

>> dal celto-gallico PICC/PETT deriva piccolo, petit (francese), pitin (milanese), piticu (sardo). big invece deriva dall'antico norvegese BUGGE (grande uomo)

In irlandese "beag" è "piccolo".

>> deriva dal gaelico BECAN (piccolo) da cui deriva anche lo spagnolo pequeño

In tedesco donna si dice "frau", ma in italiano "fra'" era il diminuitivo di frate.

>> dal protogermanico FROWO (donna, moglie) deriva frau, fra per frate deriva dal protoindoeuropeo BHRATER da cui deriva anche l'inglese BROTHER e il sanscrito BRATHAR

Woman significa donna, anziché uomo.

>> deriva da WIF+MAN ossia WIF (donna) + MAN (umano)... na specie di "uoma" ehehe

In inglese la parola "better" è il comparativo di maggioranza di "good", anziché di "bad".

>>> better deriva dall'antico inglese BETERA, ancor prima dal protogermanico BATIZO che deriva dall'indoeuropeo BHAD (buono), invece bad non si sa con sicurezza ma forse da BADDE (diavolo)

"The best" è "il migliore", ma PESTE è il massimo della negatività.

>> e dai!! best è superlativo di BOT, etimologia come better; peste deriva dal latino PESTUS (cattivo, crudele) forse dal greco PERTHEIN (devastare) o latino PERDERE

Gift è "dono" in inglese e "veleno" in tedesco.

>>> dal protogermanico GIFTIZ e ancora dal p.indoeuropeo GHABH (dare, ricevere), ma è stato inteso dai germanici come "porzione data"/"dose" (di veleno) in maniera eufemistica

"Maus" significa topo, ma "mao" è il verso dei gatti, non dei topi; in italiano "micio" vuol dire gatto, in russo "mysh'" vuol dire topo.

>> Questa del verso dei gatti te la risparmio, comunque sappi che nei fumetti i topi fanno SQUIT e i cani BAU. Comunque in latino topo si diceva MUS che è simile al mouse inglese e il mysh russo. in italiano dall'antico italiano MUCIO e anche questo deriva dal latino MUS (cambio semantico tra preda e predatore)

L'albanese "verdhë " significa "giallo". In ebraico "varòd" è "rosa".

>> dal protoindoeuropeo GHVAR (essere verde/giallo, splendente) deriva l'albanese verdhe e l'antico germanico GRUN (green poi in inglese); in ebraico verde si dice YAH-ROK invece VERED deriva dal farsi (persiano) e significa "rosa" però il fiore.

Comunque mi son divertito dai :)

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7 Anni 7 Mesi fa #9019 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Pacal, so che esistono delle etimologie "ufficiali" per ogni termine. Ho proposto un'ipotesi alternativa. Sapevo anch'io dell'ipotesi di "okay" come "all correct", ma sia oggi sia anni fa ho sepre letto che l'origine è in realtà sconosciuta e che potrebbe derivare dal latino "hoc" o dall'occitano "oc". Potevo usare questi due esempi, ma per semplicità ho preferito "okay".
Ti faccio notare che gran parte delle etimologie che hai descritto si riferiscono a lingue immaginarie (protoindoeuropeo, protogermanico).
Inoltre alcune non mi sembrano molto convincenti, cioè "ae-metting" per empty, ghvar per grun e "bugge" per big (mi sembra più facile che sia bugge a derivare da big).

Comunque manca il terzo capitolo della trilogia.

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7 Anni 7 Mesi fa #9023 da Pacal
Risposta da Pacal al topic La storia nascosta
Non mi fraintendere Nomit, sono in parte d'accordo con te sulla teoria della "dispersione-confusione" delle lingue ad opera di cosiddette "divinità" che, per ridurre l'unione tra umani da governare compresero che fosse meglio non parlassero la stessa lingua. Però non posso concordare con la teoria dello "sbaglio di etichettatura" delle cose... Credo sia stato molto piu semplice che vi fossero un paio di centri di comando in tutto il mondo governati da diversi Elohim/Anunnaki che hanno, non solo insegnato lingue diverse a seconda magari della loro stessa cultura, ma che addirittura abbiamo plasmato le differenti "razze/etnie" che sono nate sulla terra (a loro immagine e somiglianza). Poi magari le famiglie etnico-linguistiche si espandono, si confondono o si estinguono ma rimane sempre il punto fisso, per me almeno, che fossero esistite delle lingue primigenie (o solo una magari) da cui sono derivate tutte le altre famiglie e lingue. Se solo pensi che nell'arco di un migliaio di anni dal latino siamo passati al francese, italiano, spagnolo, rumeno etc... ti renderai conto che le lingue hanno una capacità di evoluzione molto fluente.
Comunque sì, hai ragione sul fatto che proto indoeuropeo protogermanico etc... non essendo lingue attestate in forma scritta sono solo delle ricostruzioni, però sono ricostruzioni abbastanza affidabili.
Però Nomit... non si può fare filologia spicciola così solo per assonanze: considera che per le lingue vale di piu la divergenza, mentre la convergenza è spesso e volentieri casuale o dovuta a interferenza di prestiti.

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7 Anni 7 Mesi fa #9057 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Terzo capitolo della trilogia.

Supponiamo che gli autori della confusione delle lingue avessero schematizzato su un foglio il loro piano per la parola SI' : sulla sinistra mettono il termine originale (supponiamo il greco scritto "naì"), sulla destra le parole che lo sostituiranno (supponiamo "sim", "ken" e "ja"); e accanto alle nuove parole mettono i territori a cui sono assegnate.

In questo modo:



Il foglio con questo schema potrebbe essere stato rinvenuto dopo secoli ed essere interpretato così: Noè aveva tre figli, Sem, Cam e Jafet, e costoro furono i progenitori dei popoli che abitano nei territori elencati. Cioè "noè" era in realtà il termine per dire "sì".

Ecco perché la Bibbia, dopo l'episodio della Torre di Babele, parte subito ad elencare i discendenti di Sem.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Ghilgamesh

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7 Anni 7 Mesi fa #9132 da Tizio.8020
Risposta da Tizio.8020 al topic La storia nascosta
Guarda che "Okay" non è mica "italiano" !

Con questo sistema puoi dimostrare tutto quello che vuoi...

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7 Anni 7 Mesi fa #9134 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Non conta se è o non è italiano. In inglese dicono okay per affermare e no per negare. In provenzale antico ed in latino per affermare c'erano "oc" e "hoc est". I germanici per affermare usano "ja", gli albanesi usano "jo" per negare. Gli ebrei "lo".

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7 Anni 7 Mesi fa #9135 da Tizio.8020
Risposta da Tizio.8020 al topic La storia nascosta
Tu hai scrittto:
"Noi usiamo "no" per negare e "okay" per affermare, mentre i greci usano "né" per affermare e "ochi" per negare."

Quindi quel "noi" a chi sarebbe riferito????

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7 Anni 7 Mesi fa #9136 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
semplificazione eccessiva

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7 Anni 7 Mesi fa #9144 da Tizio.8020
Risposta da Tizio.8020 al topic La storia nascosta
Praticamente puoi affermare qualunque cosa, basta modificare quel che non ti va bene.
Una volta qui non funzionava così!

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7 Anni 7 Mesi fa #9146 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Modificare cosa? Quel dettaglio non ha nessuna importanza.

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7 Anni 6 Mesi fa - 7 Anni 6 Mesi fa #9238 da Shavo
Risposta da Shavo al topic La storia nascosta
Per chi ha seguito il lavoro di Barbiero, la "scoperta dell’università di Edimburgo" porta alle sue stesse conclusioni.

www.lastampa.it/2017/04/24/societa/la-fi...aHClP69K/pagina.html
Ultima Modifica 7 Anni 6 Mesi fa da Shavo.

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7 Anni 6 Mesi fa #9256 da ahmbar
Risposta da ahmbar al topic La storia nascosta

Shavo ha scritto: Per chi ha seguito il lavoro di Barbiero, la "scoperta dell’università di Edimburgo" porta alle sue stesse conclusioni.

www.lastampa.it/2017/04/24/societa/la-fi...aHClP69K/pagina.html


Ci hanno messo 40 anni ad arrivare alle sue stesse conclusioni, ma forse riusciro' a leggere "Una civilta' sotto ghiaccio" citato sui libri di storia

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7 Anni 6 Mesi fa #9257 da Shavo
Risposta da Shavo al topic La storia nascosta
ciao ahmbar! Avevo scritto, non ricordo in quale topic, di aver notato un collegamento col mito di it.wikipedia.org/wiki/Persefone , che ne pensi? So che wikipedia è poco affidabile riguardo a queste cose, sarebbe bello avere un buon conoscitore del mondo classico, ma già in questa pagina si notano corrispondenze con la storia raccontata da Barbiero.

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7 Anni 6 Mesi fa - 7 Anni 6 Mesi fa #9277 da ahmbar
Risposta da ahmbar al topic La storia nascosta
A proposito dei miti e della precessione equinoziale ci sono due studiosi che hanno speso una vita intera sul loro studio, Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, se hai un coraggio da leone e un quintale di bicarbonato dovresti leggere "Il mulino di Amleto", un terrificante ma esplicativo mattone dove i due studiosi hanno evidenziato il ricorrente richiamo di moltissimi miti a questo fenomeno astronomico

Secondo loro i nostri progenitori ci hanno lasciato un messaggio/avviso che riguarda anche una catastrofe ciclica dovuta ad impatti, legata in qualche modo alla precessione equinoziale
Avrebbero utilizzato la forma "mito" perche' queste informazioni venissero sempre ritrasmesse intatte, sino al giorno in cui qualcuno sarebbe stato in grado di capire e notare anche il ricorrente uso dei numeri precessionali (12, 36, 144 etc) in moltissimi di essi, dove cambiano le storie, i personaggi, i contesti, ma i numeri sono quasi sempre quelli

Del libro non rammento particolari, ma e' vivido il ricordo del misto fascino/noia mortale che mi aveva accompagnato nella lettura, non osare chiedermi di approfondire :omg:
Ultima Modifica 7 Anni 6 Mesi fa da ahmbar.

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7 Anni 6 Mesi fa #9474 da macco83
Risposta da macco83 al topic La storia nascosta
La storia della precessione degli equinozi e' veramente interessante. Ufficialmente attribuita a Ipparco di Nicea che aveva come fonti gli scritti babilonesi, e' stata considerata un errore di calcolo per centinaia di anni visto che e' solo misurabile con radiotelescopi. Eppure lo zodiaco e' talmente importante che i Sumeri ci hanno impostato il sistema sessagesimale e la relativa misurazione del tempo attuale (come se fosse il loro orologio atomico). Per me e' uno dei doni piu' grandi che gli Dei hanno fatto all'umanita' e una della prove piu' concrete della loro esistenza/interazione con gli uomini.

Ad un certo punto la Storia diventò Mitologia.

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7 Anni 6 Mesi fa #9475 da FranZeta
Risposta da FranZeta al topic La storia nascosta

ahmbar ha scritto: A proposito dei miti e della precessione equinoziale ci sono due studiosi che hanno speso una vita intera sul loro studio, Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, se hai un coraggio da leone e un quintale di bicarbonato dovresti leggere "Il mulino di Amleto", un terrificante ma esplicativo mattone dove i due studiosi hanno evidenziato il ricorrente richiamo di moltissimi miti a questo fenomeno astronomico
...
Del libro non rammento particolari, ma e' vivido il ricordo del misto fascino/noia mortale che mi aveva accompagnato nella lettura, non osare chiedermi di approfondire :omg:

Ah ah ah, la descrizione del libro è perfetta, ce l'ho sul comodino da un anno e non sono ancora riuscito a finirlo, mi sono arenato sulla copiosa parte di appendici che di sicuro costituiscono la sezione più noiosa del già noioso volume, anche se è una lettura obbligata per chi si interessa di storia "alternativa". Un appunto però: la loro tesi è che i racconti mitologici di catastrofi cicliche sarebbero in realtà un richiamo al "ribaltone cosmico" dovuto alla precessione degli equinozi, vale a dire che secondo loro i cataclismi sono da leggersi in chiave allegorica e non come realmente avvenuti.

macco83 ha scritto: La storia della precessione degli equinozi e' veramente interessante. Ufficialmente attribuita a Ipparco di Nicea che aveva come fonti gli scritti babilonesi, e' stata considerata un errore di calcolo per centinaia di anni visto che e' solo misurabile con radiotelescopi.

Beh questo non mi risulta proprio, la precessione è una certezza scientifica da prima che esistesse il termine "scienza" in senso moderno, d'altronde da Tolomeo a Copernico ci passano 1400 anni e quindi la precessione è evidente dal confronto delle ossevazioni. Infatti non è vero che siano indispensabili radiotelescopi (perchè "radio" poi?) per misurarla, serve solo molta pazienza per accorgersi della rotazione di un grado ogni 72 anni, però generazioni di astronomi che si tramandano la conoscenza possono arrivare a scoprirla senza nessuno strumento diverso dagli occhi.

In realtà la precessione è nota da sempre e l'origine della sua scoperta si perde nella notte dei tempi, proprio come l'origine dello zodiaco che altro non è che il quadrante delle lancette dell'orologio equinoziale.

FranZη

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7 Anni 6 Mesi fa #9477 da Pyter
Risposta da Pyter al topic La storia nascosta
La conoscenza della precessione degli equinozi non aveva in passato nessuna applicazione pratica.
Tanto è vero che Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend estrapolano l'idea che avesse funzioni di racconti mitici da tramandare ai posteri, secondo esigenze che però stridono con le analisi della logica e, come dicevo prima, dell'utilità pratica, pragmatica.
Scoprirla non è una cosa facile e se anticamente lo hanno fatto allora avrebbero dovuto saper misurare anche la parallasse, cosa che non risulta.
Se ci immedesimiamo in uno scrutatore antico babilonese (mettiamo che siano esistiti davvero) allora per prima cosa bisognava essere sicuri dell'idea che le distanze stellari fossero dell'ordine di grandezza infinita e che il cielo stellato si muovesse. Bisognava calcolare la differenza di un grado in settantadue anni (e questo è già un limite), lasciare lo scritto sperando che cento anni dopo qualcun altro lo recuperasse e lo rielaborasse (il che presuppone una versione ottimistica della storia). E tutto questo perché si venisse a sapere che la precessione duri 24.500 anni? Risulta difficile pensare che qualcuno lo abbia fatto senza questa impossibile catena di sant'antonio, considerando anche l'impossibilità di collegare i dati al lato pratico di prevenire catastrofi, vista l'impossibilità di stabilire il dato iniziale della precessione stessa nel tempo.
La precessione è un'invenzione moderna.
D'altronde le tavolette dei sumeri sono stati tradotti a iniziare dagli anni quaranta del XX secolo, in piena era radiotelescopica.

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)

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7 Anni 6 Mesi fa #9479 da Nomit
Risposta da Nomit al topic La storia nascosta
Penso che per scoprirla sarebbe bastato che gli astronomi consultassero le registrazioni e i commenti a loro precedenti, nel corso dei millenni se ne sarebbero accorti.

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7 Anni 6 Mesi fa #9481 da FranZeta
Risposta da FranZeta al topic La storia nascosta

Pyter ha scritto: La conoscenza della precessione degli equinozi non aveva in passato nessuna applicazione pratica.
Tanto è vero che Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend estrapolano l'idea che avesse funzioni di racconti mitici da tramandare ai posteri, secondo esigenze che però stridono con le analisi della logica e, come dicevo prima, dell'utilità pratica, pragmatica.
Scoprirla non è una cosa facile e se anticamente lo hanno fatto allora avrebbero dovuto saper misurare anche la parallasse, cosa che non risulta.

Allora, Pyter, io apprezzo l'intelligenza che mostri nei tuoi interventi e tutto quanto, però in questo ambito ho parecchio da ridire.
Innanzitutto se parliamo di utilità della precessione degli equinozi, per l'uomo del XXI secolo, quale sarebbe? Non certo al puntamento di precisione del telescopio Hubble o a rettificare la posizione GPS dell'autostrada A4, l'unica applicazione pratica è quella dei software che permettono di ricostruire com'era il cielo millenni orsono, alla ricerca di riferimenti nell'orientamento di strutture antiche e robe del genere. Pratica che tra l'altro ha preso il via dagli archeologi "alternativi", come sottolineato nel già citato volume "Il mulino di Amleto". Anche perchè l'archeologo classico ha una formazione prettamente umanistica, per cui prima dell'intervento dei suddetti alternativi l'archeologo tipo non era nemmeno a conoscenza del fenomeno astronomico noto come precessione degli equinozi, e se lo era si trattava più che altro di un sentito dire. D'altronde per l'uomo dell'era elettrica vedere coi propri occhi la via lattea è una cosa straordinaria che richiede come prerequisito l'andare in luoghi sperduti, mentre per il pastore dell'età del bronzo era probabilmente familiare quanto lo è per noi un lettore DVD.

Detto ciò andiamo sul tecnico: la "parallasse" (che detto così non significa niente) è quanto di più lontano si possa trovare dalla p.d.e., per il semplice fatto che il secondo è un fenomeno cumulativo e l'altro no. Innanzitutto la parallasse di per sè non serve a niente, si usa per misurare la distanza delle stelle più vicine (e questo avviene da ben prima dell'avvento della radioastronomia e con svariati millenni di ritardo sulla p.d.e.), ma è un fenomeno che dipende unicamente dalla precisione degli strumenti a disposizione. La p.d.e. al contrario dipende unicamente dal tempo a dipsosizione per osservare il fenomeno, la genealogia del pastore dell'età del bronzo di cui sopra avrebbe potuto scoprirla senz'altro ausilio di una registrazione fedele di generazione in generazione di quale sia la stella polare.


Sarebbe anche bene chiarire come funziona la cosa. L'equinozio non richiede grandi conoscenze astronomiche per essere riconosciuto, giorno più giorno meno. Altrettanto dicasi delle stelle che si vedono sorgere appena prima dell'alba dell'equinozio in questione. Ora avviene che da tempo immemorabile gruppi di queste stelle sono suddivisi in costellazioni (altro concetto che si perde all'alba dei tempi) che risultano essere in numero di dodici, e sono quelle dei segni zodiacali. Hanno la stessa identica funzione delle ore dell'orologio, solo che un giro viene compiuto in 25800 anni. Però se io allineo un monumento verso est e gli do la forma di un leone, questo per gli antichi costruttori significava: "quando abbiamo costruito sta roba il sole sorgeva nel leone". Ovviamente queste sono le ipotesi complottiste, per l'archeologia ufficiale tutto ciò non significa una sega. Per l'uomo moderno l'idea di costruire una struttura che duri millenni è follia allo stato puro, ma evidentemente per chi ci ha preceduto non era così.

Si potrebbe tra le altre cose ipotizzare che l'astrologia altro non sia che un utile imbroglio per mantenere vivo il ricordo della suddivisione zodiacale, indispensabile affinchè si tramandi la conoscenza del fenomeno della precessione.

Poi la storia delle distanze stellari infinite non c'entra una mazza con la precessione. Questo rientra nell'ordine delle problematiche già esposte sopra: i primi ignoranti sul fenomeno della p.d.e. siamo noi contemporanei. Per Tolomeo la cosa era già accertata, e parliamo di uno che metteva la terra al centro dell'universo. E che tra le altre cose sapeva calcolare con ottima precisione le eclissi, cosa assai più complicata, specie nel suo sistema di riferimento geocentrico, della scoperta della p.d.e. Poi Copernico diede una motivazione di tipo fisico al fenomeno, e Sir Isaac Newton mise giù tutti i conti fatti bene e in accordo con la sua gravitazione universale. Insomma i radiotelescopi non c'entrano una cippa.

Ora, ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma chi nega che la p.d.e. sia ben nota da almeno due millenni, dal punto di vista della logica e della razionalità si pone giusto accanto ai terrapiattisti.

FranZη

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