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Shavo ha scritto: Per chi ha seguito il lavoro di Barbiero, la "scoperta dell’università di Edimburgo" porta alle sue stesse conclusioni.
www.lastampa.it/2017/04/24/societa/la-fi...aHClP69K/pagina.html
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Ah ah ah, la descrizione del libro è perfetta, ce l'ho sul comodino da un anno e non sono ancora riuscito a finirlo, mi sono arenato sulla copiosa parte di appendici che di sicuro costituiscono la sezione più noiosa del già noioso volume, anche se è una lettura obbligata per chi si interessa di storia "alternativa". Un appunto però: la loro tesi è che i racconti mitologici di catastrofi cicliche sarebbero in realtà un richiamo al "ribaltone cosmico" dovuto alla precessione degli equinozi, vale a dire che secondo loro i cataclismi sono da leggersi in chiave allegorica e non come realmente avvenuti.ahmbar ha scritto: A proposito dei miti e della precessione equinoziale ci sono due studiosi che hanno speso una vita intera sul loro studio, Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, se hai un coraggio da leone e un quintale di bicarbonato dovresti leggere "Il mulino di Amleto", un terrificante ma esplicativo mattone dove i due studiosi hanno evidenziato il ricorrente richiamo di moltissimi miti a questo fenomeno astronomico
...
Del libro non rammento particolari, ma e' vivido il ricordo del misto fascino/noia mortale che mi aveva accompagnato nella lettura, non osare chiedermi di approfondire
Beh questo non mi risulta proprio, la precessione è una certezza scientifica da prima che esistesse il termine "scienza" in senso moderno, d'altronde da Tolomeo a Copernico ci passano 1400 anni e quindi la precessione è evidente dal confronto delle ossevazioni. Infatti non è vero che siano indispensabili radiotelescopi (perchè "radio" poi?) per misurarla, serve solo molta pazienza per accorgersi della rotazione di un grado ogni 72 anni, però generazioni di astronomi che si tramandano la conoscenza possono arrivare a scoprirla senza nessuno strumento diverso dagli occhi.macco83 ha scritto: La storia della precessione degli equinozi e' veramente interessante. Ufficialmente attribuita a Ipparco di Nicea che aveva come fonti gli scritti babilonesi, e' stata considerata un errore di calcolo per centinaia di anni visto che e' solo misurabile con radiotelescopi.
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Allora, Pyter, io apprezzo l'intelligenza che mostri nei tuoi interventi e tutto quanto, però in questo ambito ho parecchio da ridire.Pyter ha scritto: La conoscenza della precessione degli equinozi non aveva in passato nessuna applicazione pratica.
Tanto è vero che Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend estrapolano l'idea che avesse funzioni di racconti mitici da tramandare ai posteri, secondo esigenze che però stridono con le analisi della logica e, come dicevo prima, dell'utilità pratica, pragmatica.
Scoprirla non è una cosa facile e se anticamente lo hanno fatto allora avrebbero dovuto saper misurare anche la parallasse, cosa che non risulta.
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