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La storia nascosta
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lui come sopratutto Buffon potevano andare all'estero in qualunque top club, in Inghilterra lo hanno sempre voluto Del Piero per dire, e avrebbe guadagnato uguale , ma di cosa stiamo parlando. Se nessuno ha fatto offerte concrete è perche lui non si rese disponibile a traferimenti. Queste furono le dichiarazioni dei diretti interessati, dei dirigenti e pure di Allenatori esteri a lui interessati. E' come dire del perchè il discorso di essere un simbolo indossolubile valse per Totti per rifiutare addirittura proposte migliori e perchè non poteva valere per Del Piero scusate.?
Altrimenti se sostieni questa cosa, o porti degli elementi che la avvalorano oppure rimane la tua mera opinione che ti sei creato . Poi se del piero messaggia con te e te lo ha detto lui mi ricredo per carità,
detto questo chiusa parentesi per me, sennò si divaga off topic
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Appresso la nuova trasfigurazione, mi giunse uno pensamento forte, lo quale poco si partìa da me, anzi continuamente mi riprendea, ed era di cotale ragionamento meco: «Poscia che tu perviene a così dischernevole vista, quando tu se' presso di questa donna, perché pur cerchi di vedere lei? Ecco che tu fossi domandato da lei, che avrestù da rispondere, ponendo che tu avessi libera ciascuna tua vertude, in quanto tu le rispondessi? » Ed a costui rispondea un altro umile pensero, e dicea: «S'io non perdessi le mie vertudi, e fossi libero tanto che io le potessi rispondere, io le direi che, sì tosto com'io imagino la sua mirabile bellezza, sì tosto mi giugne uno desiderio di vederla, lo quale è di tanta vertude, che uccide e distrugge ne la mia memoria ciò che contra lui si potesse levare; e però non mi ritraggono le passate passioni da cercare la veduta di costei». Onde io, mosso da cotali pensamenti, propuosi di dire certe parole, ne le quali, escusandomi a lei da cotale riprensione, ponesse anche di quello che mi diviene presso di lei; e dissi questo sonetto, lo quale comincia: Ciò che m'incontra .
Quindi Dante ci dice che lui da giovane arrossiva vistosamente.Ciò che m'incontra ne la mente, more,
quand'i' vegno a veder voi, bella gioia;
e quand'io vi son presso, i' sento Amore
che dice: «Fuggi, se 'l perir t'è noia».
Lo viso mostra lo color del core,
che, tramortendo, ovunque pò s'appoia;
e per la ebrietà del gran tremore
le pietre par che gridin: «Moia, moia».
Peccato face chi allora mi vide,
se l'alma sbigottita non conforta,
sol dimostrando che di me li doglia,
per la pietà, che 'l vostro gabbo ancide,
la qual si cria ne la vista morta
de li occhi, c'hanno di lor morte voglia.
Qual è il problema? Il problema è che Boccaccio descrive Dante in questo modo:
Fu adunque questo nostro poeta di mediocre statura, e, poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto, e era il suo andare grave e mansueto, d’onestissimi panni sempre vestito in quell’abito che era alla sua maturità convenevole. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso. Per la qual cosa avvenne un giorno in Verona, essendo già divulgata pertutto la fama delle sue opere, e massimamente quella parte della sua Comedia, la quale egli intitola Inferno, e esso conosciuto da molti e uomini e donne, che, passando egli davanti a una porta dove più donne sedevano, una di quelle pianamente, non però tanto che bene da lui e da chi con lui era non fosse udita, disse all’altre: «Donne, vedete colui che va nell’inferno, e torna quando gli piace, e qua su reca novelle di coloro che là giù sono?» Alla quale una dell’altre rispose semplicemente: «In verità tu dèi dir vero: non vedi tu com’egli ha la barba crespa e il color bruno per lo caldo e per lo fummo che è là giù?». Le quali parole udendo egli dir dietro a sé, e conoscendo che da pura credenza delle donne venivano, piacendogli, e quasi contento ch’esse in cotale oppinione fossero, sorridendo alquanto, passò avanti.
In pratica descrive un nordafricano. Ma è possibile che un uomo dalla pelle così scura arrossisca così vistosamente? Forse Boccaccio non aveva delle informazioni corrette su Dante. E se fosse così, è possibile che anche le informazioni anagrafiche che lo fanno nascere nel 1265 fossero errate? Perché se fosse così sparirebbe il mistero del matrimonio: sembra che Dante e Gemma Donati si siano sposati nel 1278, ma a quell'epoca Dante avrebbe avuto solo 12 anni! Forse Boccaccio non è una fonte attendibile e Dante nacque qualche anno prima.
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Dante era davvero un iniziato? nel "Purgatorio" si fa menzione ad un angelo che toccandolo gli cancella i sette "P" che dice di avere stampati in fronte, sono ad intendersi come sette peccati (per la teologia cattolica) o le sette iniziazioni? In ogni caso un passo del purgatorio, il XXVII, pone il poeta di fronte ad un muro che egli oltrepassa, trovandosi immediatamente in un'altra dimensione, oltrepassando pure il fiume dei morti, il Lete. Nella sua opera "Vita Nova" (XIV) a cui Nomit fa riferimento, è ancora più esplicito quando dice: "Io tenni li piedi in quella parte della vita di là della quale non si puote ire più per intendimento di ritornare".
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E' nel Trattatello in laude di Dante.
Invece, nel presunto primo ritratto disegnato da Giotto, Dante era così:
... carnagione chiara, soppraciglia marroni, probabilmente un nordomediterraneo. Oltretutto, è facile immaginare che la persona qui raffigurata sia di statura media e di indole emotiva ed insicura, anche senza sapere che questo è il ragazzo della Vita Nuova. Mentre l'uomo spigoloso e scuro dei ritratti successivi mi dà l'impressione di essere di alta statura e di carattere freddo.
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Mi sembra evidente dalla mappa che noi parliamo italiano perché i toscani hanno popolato l'intera penisola portando con se il loro idioma e i loro geni, e non perché gli intellettuali lo abbiano selezionato, e che quindi i dialetti italiani sono alterazioni del toscano, non lingue indipendenti derivate dal latino come dicono gli storici.
Ma quando è avvenuto questo popolamento? I libri di storia non riportano un evento del genere!
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Lo riportano Villani e Boccaccio. Ho scritto prima perché penso che Boccaccio (o il relativo falsificatore) non avesse informazioni corrette sulla persona di Dante.
Il padre di Giovanni Boccaccio lavorava a Napoli per la COMPAGNIA DEI BARDI ed era sposato con una parente dei Portinari, a loro volta legati coi Bardi tramite Beatrice.
La compagnia dei Bardi era una delle più ricche e potenti dell'Europa di allora. Finanziava i governi, possedeva diverse cappelle, dava il nome ad una strada, fondarono l'ospedale principale della città e si imparentarono coi Medici. Beatrice Portinari sposò uno di loro, tralaltro proprio quello che si imparentò coi medici tramite una figlia.
Ora, all'epoca non c'era l'anagrafe, quindi per sapere quando era nato qualcuno o lo conoscevano o dovevano chiedere in giro. E' facile che i cronisti avessero più accesso ad informazioni sulla moglie di Simone De Bardi piuttosto che su un nemico pubblico esiliato che era stato famoso per qualche canzone. E' facile anche che il padre di Boccaccio conoscesse l'età di Beatrice, che probabilmente era quasi coetanea.
E se l'anno di nascita di Beatrice fosse davvero stato il 1266, i cronisti avrebbero concluso che quello di Dante fosse il 1265.
Il problema è che Dante non scrive che la donna di cui parla si chiamava Beatrice. Scrive invece
fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapeano che si chiamare
... per capire che Dante parla proprio di un soprannome, si può leggere al capitolo 24 (Vita Nuova) :
io vidi venire verso me una gentile donna, la quale era di famosa bieltade, e fue già molto donna di questo primo mio amico. E lo nome di questa donna era Giovanna, salvo che per la sua bieltade, secondo che altri crede, imposto l'era nome Primavera; e così era chiamata
... c'è una chiara distinzione tra il nome ufficiale della donna e come veniva soprannominata.
Inoltre, Dante aveva sempre celato l'identità della donna che amava, lasciando credere che fosse un'altra, anche se la donna amata e le sue amiche alla fine avevano capito.
Quindi Dante non parlava di Bice Portinari, ma di un'altra donna soprannominata Beatrice, ma i cronisti successivi non lo avevano capito e questo significa che se si fosse conosciuto l'anno di nascita di Bice Portinari se ne sarebbe anche ricavato un anno di nascita falso per Dante!
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Riassunto: la famiglia di Boccaccio doveva conoscere Beatrice Portinari e quindi l'età di Dante dev'essere stata stabilita sullla base di quella di Beatrice, la donna di cui parla Dante però non si chiamava davvero Beatrice e inoltre Boccaccio non aveva informazioni corrette su Dante perché lo descrive come un uomo con un fototipo alto mentre dalla Vita Nuova si capisce che il fototipo di Dante era basso.
C'è un'altra cosa che non torna: Boccaccio scrive che Dante si sarebbe sposato poco tempo dopo la morte di Beatrice, grazie all'intervento dei suoi parenti. Ma la Vita Nuova arriva fino ad almeno più di un anno dopo il decesso e anzi probabilmente anche quattro, e non parla affatto di matrimonio, anzi, si capisce che Dante è ancora depresso per Beatrice. Nel Convivio Dante scrive che passano due rivoluzioni di Venere tra la morte di Beatrice e l'incontro con la donna di cui parla alla fine della Vita Nuova, e se questa rivoluzione è intesa come quella apparente che vediamo dalla Terra, si tratta di più di 3 anni, mentre se intendeva la rivoluzione vera intorno al Sole, si tratta di un anno e qualche mese. Quindi anche la storia del matrimonio veloce è sbagliata.
Dante inizia a scrivere la Vita Nuova a 25 anni, lo dice lui stesso sempre nel Convivio ( "a l'entrata della mia gioventute" e la "gioventute" secondo Dante inizia a 25 anni) e la Vita Nuova si interrompe quando la relazione con l'ultima donna non è ancora compiuta e non sappiamo come va a finire.
Il documento di cui parla Barbero data il matrimonio al '77, la morte di Beatrice avviene in un anno multiplo di 9 e quindi nel '72, quindi Dante avrà avuto 25 anni nel '73, nel '74, nel '75 o al massimo nel '76, perché nel '77 si sposa e di questo non fa alcuna menzione, quindi nasce tra il '48 ed il 51.
Ora: dopo la battaglia di Montaperti i ghibellini presero il potere a Firenze e i guelfi fiorentini lasciarono la città, rifugiandosi a Bologna e a Lucca. Fuggirono nel settembre del '60 e tornarono nell'aprile del '67. Se Dante fosse nato nel '49, avrebbe conosciuto Beatrice nel maggio del '58 e il famoso saluto di 9 anni dopo sarebbe avvenuto proprio nel '67 e proprio appena dopo il ritorno dei guelfi in città! Dante apparteneva ad una famiglia guelfa! E se avesse anche lui trascorso la sua adolescenza in esilio? Il racconto di Dante si riempirebbe di significato ed il carico emotivo degli eventi avrebbe una spiegazione che oggi, dopo la vicenda del green pass, possiamo capire bene: Dante è appena tornato a Firenze quanto rivede Beatrice dopo nove anni, ha passato la sua adolescenza in esilio come nemico politico, per questo è così insicuro e per questo il fatto che Beatrice lo riconosca e lo saluti normalmente assume quell'importanza che a prima vista sembra esagerata! Infatti Dante narra che dopo il primo incontro da bambini aveva rivisto Beatrice molte volte durante l'infanzia, ma si capisce dal racconto che da allora c'è stata una cesura!
Il '49 è perfetto, c'è perfino la coincidenza con l'arrivo dei guelfi in aprile e la data del primo maggio indicata da Boccaccio.
Quindi Dante raggiunge Leonardo Da Vinci e Cristoforo Colombo nel club dei personaggi storici che sono morti molto più vecchi di quello che si crede.
Guelfi e ghibellini - Wikipedia (archive.org)
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- alessandro.c
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Ci viene detto che il calendario gregoriano 'corregge il vecchio calendario giuliano in vigore dal 46 a.C. al 1582.'
( it.wikipedia.org/wiki/Calendario_gregoriano ).
Ciò sarebbe dovuto ad un errore creatosi nel tempo poiché 'il calendario giuliano presuppone erroneamente che l'anno solare medio sia lungo esattamente 365,25 giorni ... La riforma gregoriana ha accorciato l'anno medio (calendario) di 0,0075 giorni per fermare la deriva del calendario rispetto agli equinozi.'
( en.wikipedia.org/wiki/Gregorian_calendar )
A quel tempo si era 'scoperto', grazie ai miglioramenti in campo tecnico-astronomico, che l'anno medio solare era di 365,2425 giorni, da qui la necessità di accorciare l'anno di 0,0075 giorni.
(Oggigiorno la misurazione è ancora più precisa, ma qui dobbiamo considerare il 1582 come punto di riferimento)
La soluzione adottata con la riforma fu di aggiungere 10 giorni al calendario e di conseguenza si passò da Giovedì 4 Ottobre 1582 a Venerdì 15 Ottobre 1582.
Con queste premesse mi è venuto in mente di provare a verificare a quanti anni era necessario sottrarre 0,0075 giorni per ottenere l'esatta differenza di 10 giorni. In altre parole, se bisognava 'recuperare' 10 giorni, e considerando che si potevano recuperare un massimo di 0,0075 giorni all'anno, quanti anni erano necessari per raggiungere la quota?
Ad uno verrebbe istintivamente da dire 1628 anni, cioè la differenza tra il 46 a.C. e il 1582 d.C., come riportato nella wiki. Un'altra data da tenere in considerazione, considerata importante da molti per il calendario giuliano è il 325 d.C. (Concilio di Nicea) e in quel caso la differenza è di 1257 anni. Ora vediamo quanti giorni dovrebbero essere tolti nell'uno e nell'altro caso:
- 1627 x 0,0075 = 12,2025
- 1257 x 0,0075 = 9,4275
... però che data otterremo considerando 10 giorni pieni?
- 10 / 0,0075 = 1333,33...
- 1582 - 1333 = 249
- 1582 - 1334 = 248
Oltretutto il regnante di turno, Filippo l'Arabo era appellato fino a non molto tempo fa in un altro modo: Filippo il Cristiano! Esisteva a quanto pare una tradizione secondo cui, ben prima di Costantino, Filippo fosse stato di fatto il primo sovrano cristiano della storia
( en.wikipedia.org/wiki/Philip_the_Arab_and_Christianity ).
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ho fatto errori o se avete qualcosa da aggiungere. Ciao
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La tua ipotesi assomiglia alla teoria di Heribert Illig, che sostiene che non è vero che l'equinozio fosse in origine il 25 marzo, ma che fosse sempre stato al 21, e che quindi la riforma gregoriana riassestava il calendario all'epoca di Cesare, che però sarebbe stato meno antico di quanto si crede: questo perché intorno al 700 sarebbero stati aggiunti tre secoli al calendario.
A me quel 249 non dice niente, e neanche Filippo l'Arabo.
A meno che PAPA PIPPO che autorizza il nuovo anno in CIAO 2020 non sia un riferimento segreto a Filippo l'Arabo, visto che i russi vanno forti in questo genere di teorie.
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- alessandro.c
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I 10 giorni aggiunti al calendario nel 1582 ci portano ad una data iniziale corrispondente al 248 d.C., primo anno del secondo millennio dell'Urbe. Si tratta di capire se è una coincidenza o se la Chiesa di Roma considerasse quella data come l'inizio del calendario giuliano.
Riguardo a Filippo, la mia è soltanto un'osservazione. Da Cristiano è diventato Arabo. Al Papa avrebbe fatto certamente piacere avere un Imperatore Cristiano nell'anno 1001 AUC e primo anno giuliano...
Ma sono solo osservazioni oggettive. Si tratta di capire se è solo un caso o se c'è qualcosa sotto.
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Ovviamente tutte le nostre ipotesi devono basarsi sulla possibile falsificazione o alterazione della bolla papale INTER GRAVISSIMAS, che invece si riferisce chiaramente al Concilio di Nicea e le cui disposizioni sugli anni bisestili non possono che servire ad adeguarsi alla precessione.
Il sito della Treccani, alla voce "bolla", scrive:
"verso la fine del Cinquecento la scrittura prende una forma così bizzarra ed artificiosa, che riesce illeggibile, sì da rendere necessaria l'aggiunta della trascrizione per rendere comprensibile il testo"
... per cui possiamo ipotizzare che dei copisti intenti a rendere comprensibile una bolla di fine '500 ne abbiano anche alterato il significato e fatto delle aggiunte.
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- alessandro.c
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Ad ogni modo ti voglio far notare che se si mettono fianco a fianco le due cronologie cominciano a comparire delle stranezze fin da subito.
La wiki inglese fa partire il calendario giuliano dal 45 a.C., e nel 44, corrispondente al 249 d.C. con Filippo il Cristiano regnante, Cicerone scrive le Filippiche, teoricamente ispirate agli scritti di Demostene contro Filippo II di Macedonia.
Nel 43 i triumviri avviano le proscrizioni, nel 250 Decio lancia le persecuzioni contro i Cristiani.
Nel 42 avvengono importanti battaglie a Filippopoli, sempre nel 250 (l'anno prima, è vero) c'è una battaglia a Filippopoli.
E qui mi son fermato!
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- alessandro.c
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Boh! E' evidente che se è stata programmata ci avevano cominciato a pensare molti anni prima, altrimenti non si spiegherebbe una simile coincidenza. Però siamo abituati anche ai nostri giorni a vedere questo genere di 'programmazione' avvenire sotto i nostri nasi no? D'altronde vari paesi adottarono subito il nuovo calendario. Non credo una cosa del genere sia fattibile senza un certo grado di coordinazione.
Per quanto riguarda gli scopi finali e/o la veridicità di queste osservazioni non ne' ho la più pallida idea. Io te l'ho buttata lì. Se dovessi trovare qualcosa che ci azzecca fammi sapere.
Comunque anch'io sono un 'fomenkiano' da almeno 13 anni e più in generale un 'velikovskiano' da 16, quindi se ti và di lanciare qualche idea/discussione sono 'terreno fertile' eheh
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Comunque anch'io sono un 'fomenkiano' da almeno 13 anni e più in generale un 'velikovskiano' da 16, quindi se ti và di lanciare qualche idea/discussione sono 'terreno fertile' eheh
c'è anche un topic sulla nuova cronologia (e ora ne hanno aperto uno sulla "Grande Tartaria")
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- alessandro.c
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Ad ogni modo ti volevo chiedere se hai letto 'Jesus was Caesar' di Francesco Carotta e cosa ne pensi. Scusami in anticipo se eventualmente ne avete già parlato altrove.
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penso che se Cristo era Cesare (secondo Carotta) e Cesare era Costanzo Cloro (secondo Fomenko), viene fuori che Costantino il Grande aka Ottaviano Augusto ha divinizzato suo padre Costanzo Cloroti volevo chiedere se hai letto 'Jesus was Caesar' di Francesco Carotta e cosa ne pensi
sì, ho letto la teoria di Carotta sul suo sito web
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Una parte della traduzione (nell'articolo, più o meno, la storia del manoscritto):
"I marinai che frequentano i mari della Danimarca e della Norvegia dicono che oltre la Norvegia, verso settentrione, si trova l’Islanda. Più oltre c’è un’isola detta Grolandia, dove la Stella Polare resta alle spalle, verso meridione; la governa un vescovo. Lì non c’è né grano né vino né frutti, ma vivono di latte, di carne e di pesce. Abitano in case sotterranee; parlano a bassa voce ed evitano i rumori, per non essere sentiti dagli animali feroci che li sbranerebbero. Lì vivono enormi orsi bianchi, che nuotano nel mare e portano a riva i naufraghi; e li vivono falchi bianchi dal volo imponente, che vengono mandati all’imperatore dei Tartari nel Catai. E ancora oltre, verso occidente, c’è una terra chiamata Marckalada. Gli abitanti del posto sono dei giganti: esistono edifici di pietre così grosse che nessun uomo sarebbe in grado di metterle in posa, se non grandissimi giganti. Lì si trovano alberi verdi, animali e moltissimi uccelli. Però non c’è mai stato nessun marinaio che sia riuscito a sapere con certezza notizie su questa terra e sulle sue caratteristiche."
www.ilpost.it/2023/01/17/marckalada-galv...?homepagePosition=15
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- horselover
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