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Possessioni e ossessioni. Solo psicopatologia?
Il desiderio sessuale è indotto nella specie umana, come in qualunque altro animale, dal desiderio della specie di preservarsi nel tempo. Tale desiderio è indotto mediante la secrezione di neurotrasmettitori in determinate situazioni (presenza dell'altro sesso per esempio), ma mentre l'animale non è granché in grado di opporsi a gli effetti del neurotrasmettitore (dopamina?) che entra in circolo l'uomo è in grado di rifletterci e trovare dei sistemi per godere del sesso senza procreare.In breve: il desiderio sessuale è connaturato sia negli animali che nell'essere umano (questo è indubbio) ma non è indotto (coercitivo) nella specie UMANA al solo scopo di procreare, prova ne sia, tra le altre, che esistono milioni di coppie che pianificano la loro unione senza figli. E questi scopano lo stesso eh...
Se il sesso fosse una libera scelta dell'individuo tanta gente non lo farebbe. In ogni caso, sei stato giovane anche tu, e lo sai che il desiderio sessuale non è una libera scelta.
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Sembra proprio che tu non voglia intendere, riduci le meningi umane a quelle animali, ma, ripeto, ci stà. Non esagerare però... IL tuo continuo dibatterti tra l'istinto animale e il desiderio della specie umana, a mio avviso fa acqua da tutte le parti. A tua discolpa, (si fa per dire eh) vanno considerate le fatiche per la stesura del tuo libro. Lo capisco, ma a mio modo di vedere sei in errore. L'uomo va inquadrato in ottica sovra-animale, con tutto ciò che questo concerne. Poi, detto tra noi, non farmi più vecchio di quanto io sia: sono nato il 15 dicembre 1971, alle ore 7,15 del mattino (mi dicono...). Il 49 sta al ritorno dalla Russia di mio nonno nato a Volano frazione di Codigoro (FE).
Perchè insisto? Proprio per le prerogative innate dell'individuo umano. Un uomo, a differenza di un animale, può arrivare a conoscere e in parte a comprendere il motivo della propria esistenza. Controllare le sue pulsioni. E' l'unico che può farlo. Per superficialità molti non si soffermano quasi mai a questa analisi. Non fermarsi a meditare su questo e solo una questione di comodità. Meditare su sè stessi significa inciampare nei nostri difetti (nessun animale può farlo), significa mettere a nudo la nostra anima e trovarci inevitabilmente delle mancanze, dei lati oscuri, significa indirizzare la nostra vita verso altri valori, significa RINUNCIARE (a volte deliberatamente anche al sesso, per molteplici ragioni), fare dei sacrifici, significa insomma prendere piena coscienza, anche della possibilità di superare i vari istinti che ci compongono e che spesso premono per avere il sopravvento, non solo in ambito sessuale ovviamente.
Ciò che vediamo e tocchiamo e ciò che viene esperibile attraverso i sensi, non è tutto (RAGIONA SU QUESTO) perchè l'essere umano, anche il più gretto, è in possesso di un quid che va al di là di questo, addirittura oltre le nostre fantasie, oltre la nostra mente. Parlo dell'altra realtà, che è quella spirituale condivisibile, trascendente e come tale può essere riconosciuta solo dall'uomo e MAI dall'animale. Caro amico, la vita non è soltanto mangiare, dormire, viaggiare, scopare, divertirsi, lavorare... In breve: la nostra vita, la nostra esistenza non si può conformare nell'istinto degli animali, dal momento che abbiamo la ragione e non l'istinto.
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praticamente siamo coetanei. Io sono del 9 luglio.
Comunque da nessuna parte io ho scritto qualcosa di diverso da quello che hai scritto tu.
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Secondo me si ha troppa (auto)ammirazione dell'essere umano e dunque si tende a sopravvalutarlo, sostanzialmente perché ingannati dall'innata e primitiva ignoranza -essenzialmente- circa le dinamiche biochimiche del nostro cervello e delle neuroscienze cognitive, e di come esse vengano interpretate fin dall'inizio dei tempi.
Ciò che noi chiamiamo "ragione" in realtà potrebbe essere parte integrante della sfera istintuale.
Noi comprendiamo l'istinto, nel senso che siamo a conoscenza di questo impulso, e di conseguenza lo consideriamo un fattore che esula dalla ragione. E se fossero invece la stessa cosa?
In tal caso saremmo ingannati dai nostri stessi sensi.
E' vero che l'uomo contrariamente a tutti gli altri animali pone (e si pone) domande anche molto importanti, sulla vita, sull'esistenza, sull'universo, ecc...,
ma è pur vero che a tali domande non si avrà MAI risposta. Talmente è grande e importante la domanda (ed impossibile la risposta) che la nostra "coscienza relativa" scende al pari di quella di un qualsiasi altro animale.
Tanto più è grande la domanda, quanto più la nostra coscienza/ragione tende ad annichilire.
Non dovremmo confrontarci con gli altri animali, ma con l'essenza stessa della vita e dell'esistenza. Solo così possiamo renderci conto della nostra reale dimensione e della potenzialità deduttiva.
La consapevolezza che abbiamo di noi stessi potrebbe essere un inganno, e/o parte del gioco.
Riguardo l'istinto sessuale ad essempio sono d'accordo con Davide71.
L'istinto sessuale potremmo definirlo come uno stratagemma della natura finalizzato all'accoppiamento sessuale e quindi alla continuazione della specie.
Noi non facciamo eccezione. Rispetto agli altri animali abbiamo solo capito come utilizzare tale espediente (piacere sessuale) a nostro vantaggio senza procreare, pur sapendo che il fine ultimo dell'atto sessuale è la procreazione, e non il godimento.
La natura non è stata magnanima nei nostri confronti, il piacere sessuale è(ra) solo una "trappola" finalizzata ad altri scopi.
Ciao a tutti
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In breve, io ammetto e giustifico vari livelli d'intervento dello spirito (indissolubile con il soma umano) nei confronti della realtà terrena, materiale. Un connubio fondamentale, ovvero un io cosciente dell'uomo + io spirituale. Connubio che si evidenzia quando meditiamo, o quando ci interessiamo di un argomento eticamente spirituale. Sono in questi momenti "magici" che riconosciamo un "qualcosa" di più elevato che coabita in noi. Roba questa esclusa a qualsiasi animale, pur intelligente e intuitivo che sia.
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vorrei soffermarmi solo su questo tuo passaggio:
"...ma lo concepisco un mezzo, uno strumento dello spirito, questi lo permea completamente, e "sente" attraverso di lui"
Malgrado io sia una persona molto razionale ed in un certo qual modo "indottrinato" (non nel senso che qualcuno potrebbe intendere) su alcune discipline,
su questo passaggio mi trovo d'accordo.
Diciamo che -molto cautamente- io sia "fra quelli" che prende molto seriamente in considerazione la possibilità che la coscienza non sia generata nel nostro cervello, ma piuttosto che il nostro cervello sia "solo" una sorta di ricevitore biologico (dello spirito?) di una qualsivolglia entità la cui natura corrisponde niente di meno che alla definizione delle onde elettromagnetiche, ovvero: "campo elettrico e magnetico che varia di intensità nel tempo e si sposta nello spazio, trasportando energia da un punto all'altro".
Sostanzialmente -e ipoteticamente- considero la coscienza di ognuno di noi come energia esterna (proveniente da una -non meglio definita- fonte sita da qualche parte nell'universo, espressa ad una determinata e precisa frequenza) captata e contestualmente connessa al nostro cervello.
Ad ognuno la sua e di pari conoscenza, dove però il limite terreno invalicabile in termini di PIENA consapevolezza, è rappresentata proprio dalle limitate prestazioni del nostro apparato biologico cerebrale.
Se così fosse noi in realtà saremmo energia cosciente presente in qualunque luogo, ma intrappolata in un corpo biologoco, fintanto che l'apparato ricevente (il cervello) non smetta di funzionare così da disconnetterci e tornare liberi.
Potrebbe sembrare una teoria astrusa (non per te immagino), ma queste idee sono prese molto in considerazione anche in alcuni ambienti del mondo accademico. Esistono studi molto importanti in tal senso, che fanno seguito a coloro che per primi hanno aperto a questa possibilità, ovvero al fisico Penrose e all'anestetista Hameroff.
E' indubbiamente un'ipotesi affascinante e per quanto mi riguarda verosimile, che in un certo senso sostiene quello che hai scritto tu.
Magari te l'ho messa in maniera meno spirituale, ma il senso è quello.
Ciao
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quindi in sostanza il cervello umano sarebbe una sorta di router wifi ho capito bene?
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In sostanza il corpo umano nient'altro sarebbe che un avatar al quale noi -dalla fonte- siamo connessi a distanza, e di cui saremmo impossibilitati dal rendercene conto fintanto che questo non smetta di funzionare (muoia).
Quindi si, diciamo che la tua interpretazione è esatta, anche se personalmente preferisco chiamarlo ricevitore biologico.
In questa direzione vanno anche gli studi e gli esperimenti sulle NDE (esperienze di premorte), anche se non se ne parla molto. Si tende a studiare le NDE seriamente e con interesse, anche se pubblicamente appare un tema controverso.
Sul destino della coscienza una volta disconnessa dal cervello (morte cerebrale), non sono a conoscenza di approfondimenti/ipotesi, o almeno non ho mai trovato nulla in questo senso.
Potrebbe tornare alla fonte per sempre?
Oppure connettersi contestualmente ad un altro apparato biologico appena concepito?
È davvero affascinante questa idea, e per nulla improbabile visto i miracoli visibili dell'universo. Perché dovremmo stupirci?
Amo sempre dire (anche a mia figlia) "studiare tanto ma restare intellettualmente liberi, altrimenti è più libero un ignorante". Fermo restando il fatto che la verità la sappiano solo i morti.
Ricordo quando morì mio padre, aveva un espressione serena. Lo guardavo negli occhi cercando di carpirne i segreti ed interpretare ciò che stava vedendo.
Fu un'esperienza brevissima ma intensa.
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Potrebbe sembrare una teoria astrusa (non per te immagino),"...
...........
Ti ringrazio caro Sam. Dico davvero. NON per una qualsivoglia rivalsa o, peggio, "ragione" di facciata, ma proprio perchè hai inteso il mio pensiero (inerente ai miei personalissimi studi), giusto o sbagliato che possa essere. Le "prove" in questi ambiti sono marcatamente soggettive, e non potrebbero essere altrimenti. A queste mie personali ovviamente mi attengo.
Ciao
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Sugli animali (e sulle piante e, forse, sui minerali) non ci andrei così sicuro...
Non possiamo sapere cosa contiene la coscienza di un essere vivente così diverso da noi e quelle che possono sembrare azioni dettate solo dall'istinto possono avere una ragione che esula dalla comprensione umana: gli animali e le piante non sono esseri umani.
E il cervello umano, nella sua comunque magnificenza, non solo tende ad antropomorfizzare qualsiasi cosa, ma fatica proprio a capire/concepire il non-umano
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Io parto dal presupposto (soggettivo) dell'esistenza di una "mente essenziale" che compenetra ogni cosa e tutte le cose, su questo ragiono alla... Mazzini: "Dio esiste, provarlo è una bestemmia, negarlo è una follia". Includendo quindi piante e cristalli, così come per l'uomo, pur con vibrazioni diverse date dalla propria struttura, hanno tutti un corpo fisico, un nucleo di sensazioni come la paura, l'irritabilità, l'ansietà e via discorrendo. Lo studio dei vegetali lo hanno confermato da decenni. Idem per i cristalli.
Il tuo è un ragionamento che sembra escludere la divinità. Se non si ritiene possibile una Essenza Superiore (si può benissimo escluderla, ad ognuno il suo...) nell'essere umano, negli animali, nelle piante e nei minerali, rifiutiamo un quid percepibile e che è in ogni cosa. La quantistica si sta avvicinando a questi concetti.
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Non vedo dove, nel mio ragionamento, si possa estrapolare una conclusione del genere..
Intanto bisognerebbe mettersi d'accordo con cosa si intende per "divinità"...
Comunque, ti dico la mia, mia "per ora" domani non so...
Esiste un campo energetico infinito ed esistono, su questo piano di realtà, innumerevoli forme energetiche che si evolvono.
Queste forme scelgono dove apprendere ciò che gli necessita per evolversi, sia essa una esperienza "umana" o a"altra".
Una volta legati ad una forma fisica sono "legati" ad essa e, pur avendo scelto "chi" o "cosa" dipendono da libero arbitrio dell'essere vivente in questione.
E possono evolversi o involversi, ma l'entropia rimane, in questo caso, positiva: prima o poi cresceranno abbastanza da... beh non lo so ancora.
il campo energetico infinito è impersonale, quindi in questo senso, non concepisco nessuna "divinità " nel senso tradizionale del termine.
in Autobiografia di uno Yogi, Paramhansa Yogananda ad un certo punto racconta che il suo maestro "lascia" questo piano per andare e portare il suo contributo su altri mondi...
Mi è rimasto impresso e mi ha fatto molto meditare...
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Su Yogananda non tutto è così filante come sembrerebbe a prima vista (di primo acchito).
Sugli "attributi" di Dio, si va ovviamente per stringate deduzioni, e non può essere altrimenti, dal momento che anche nelle più alte manifestazioni del genio risentono di condizionamenti somatici viziosi che impropriamente possono proporre un'idea... antropomorfa della Divinità, magari non fisicamente, ma dal punto di vista intellettuale, di pensiero, di moto, di azione, riducendolo, nostro malgrado (per i nostri limiti) nel recinto di un'etica umanizzata ed umanizzante. La primissima barriera da superare è proprio questa.
Non che certi termini e/o qualità umane non possono applicarsi a Dio, ma logica vuole (e mestizia) che tali elementi (paragoni) vanno sempre considerati nel loro aspetto relativo che relativizza un Ente, un Assoluto (chiamiamolo come più ci piace) che NON ammette concetti presi dall'osservazione dell'uomo e dilatati solamente sul piano quantitativo. Nonostante questo, pur limitati, abbiamo facoltà spirituali innate atte ad aiutarci a qualificare particolari e particolarità di ciò che ci circonda.
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Ricordo dei suoi racconti sui guri sull'Everest.
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Il misticismo è un campo minato, accondiscendere è facilissimo ma spesso risulta fuorviante. Portare gli anelli al naso può appesantire le narici... "Autobiografia di uno Yogi" di Yogananda con il suo insegnamento principale (il Krya Yoga) ne è una dimostrazione. Lo dico citando una persona, che seguiva alla lettera le "disposizioni" di Y. e che nel 1997 divenne un componente del nostro gruppo. Ci disse che nel 1992 incontrò ad un convegno Kriyananda, che fu seguace e discepolo prediletto di Yogananda, NON trovando il lui alcun segno di avanzamento spirituale, anzi, dimostrava un carattere prettamente mondano. Ad una domanda in privato, riuscì a fargli ammettere di NON avere esperienze meditative, in contrasto con quanto andava affermando in pubblico, qualificandosi da "illuminato". Se tanto mi da tanto...
Ma restiamo sul "maestro" Yogananda e valutiamo il suo libro "Autobiografia di uno Yogi". Per scriverlo impiegò 30 anni (è ufficialmente confermato), già da qui non sembra un libro ispirato, trattando soltanto una serie di narrazioni più o meno fantasiose, rielaborate nel corso dei decenni.
Ricollegandomi alle prime righe, è facile cadere in questo tipo di trappole, perchè esistono lettori impreparati, avidi di lggere in modo acritico scritti relativi al "misterioso" e "all'occulto". Che poi, per dirla tutta, sono sempre quelli che hanno creduto al sedicente "tibetano" Lobsang Rampa e al suo libro "Il terzo occhio" discretamente piacevole a leggersi quanto del tutto fasullo. Il mondo è letteralmente pieno di pseudo-guru, di falsi illuminati, di ciuccia calzini che si spacciano per "Maestri".
Un saluto
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Dio, secondo Papini (e tantissimi altri), diede il libero arbitrio ad angeli e a uomini, ma questa libertà decisionale fu deleteria dal momento che gli si ritorse contro, scrive: "Dio ha creato un mondo nel quale il peccato è possibile, ribellione inclusa, il male è possibile, la perdizione è possibile. Lucifero non ha creato il mondo e non ha creato sé stesso, e non è colpa sua se l'ordine del mondo, stabilito da Dio, permette e tollera il peccato, non è colpa sua se la stessa superiorità a lui accordata lo dispone e lo inclina al peccato di superbia".
Insomma per Papini (cattolico) il colpevole è Dio che, essendo l'autore di ogni cosa, lo avrebbe (lucifero e uomini) praticamente indirizzato al peccato di superbia, quindi di cattiveria con tutto ciò che questo comporta.
A mio avviso le deduzioni di Papini sono risibili, per non dire ridicole, dal momento che non affronta la basilare CAUSALE di tutto l'ambaradan della questione che sfocia immancabilmente verso un resoconto che non va visto e inquadrato nei ristretti parametri umani. Troppo comodo direbbe colui il quale...
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Temo che TUTTA la cosmologia e metacosmologia cattolica sia un pochetto ingenua.Un pochetto ingenuo a mio modo di vedere, questo pensiero di Papini.
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Ingenui sono (ancor più erano) i fedeli monocolari.
Certo non lo sono mai stati i vertici dei poteri temporali susseguitisi nei secoli, che hanno sempre imposto il proprio volere al popolino accondiscendente, fino al punto di rottura, previo giramento degli zebedei di tal M. Luther...
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In senso più vagamente scientifico, tali fatti vengono detti psicobolici, ciò che nella tradizione popolare si definiscono come fatture e malocchio. Fatti negativi vissuti sulla pelle di persone, ma allo loro INSAPUTA. Proprio per questo, in questi casi, non si può parlare di suggestione.
Io mi sono trovato ad indagare, più di una volta in prima persona davanti a "strane cose trovate nei materassi e nei cuscini". So bene che dare per certo queste "manifestazioni", ripugna alla nostra mentalità razionale e al nostro buon senso e che siamo propensi ad attribuire all'ignoranza e alla superstizione, nate dalle paure ancestrali, tutta questa fenomenologia, ma dinanzi a certi fatti accertati, constatati, è giocoforza prendere in considerazione il fenomeno e cercarne le cause.
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Attraverso le sperimentazioni sulla telepatia, è stato possibile accertare che gli inconsci possono comunicare tra di loro, (anche sotto il livello di coscienza). ce ne danno atto i fenomeni telepatici spontanei. E' stata sperimentata anche la possibilità di influire sull'inconscio di un individuo, travalicando i normali canali d'informazione (cioè sempre per via telepatica) insinuando nel suo inconscio informazioni a sua insaputa. E' così più che ipotizzabile che un soggetto particolarmente dotato possa indurre psichicamente nell'inconscio di un altro, degli stimoli autolesivi che, somatizzandosi, possono produrre quei disturbi e quei danni oggettivi, che vengono nel colpito da "fattura". In questo caso resta del tutto ininfluente credere o non credere ai malefici.
Tutto qui? No! C'è ben altro… Purtroppo
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1)- il soggetto parla lingue non sue, del tutto sconosciute prima che si manifestassero in lui strani cambiamenti radicali. 2)- scopre cose lontane ed occulte dandone le ubicazioni. (abbiamo avuto una prova tangibile anche di questo)
3)- Da prova di forza incredibile, superiore al suo stato fisico e/o all'età. Ecc.
Manifestazioni similari si riscontrano in ogni parte del mondo, al di là di culture e religioni diverse. Per restare a casa nostra la chiesa assicurandosi da par suo (secondo canoni e regole proprie) di trovarsi di fronte ad una manifestazione demoniaca, prevede l'uso di esorcismi che devono essere praticati da sacerdoti dotati di qualità umane notevoli. Proprio per impedire al "diavolo" di ritorcere il male ai danni dell'esorcista, con la rivelazione da parte del "disturbato" di particolari intimi e di certo non edificanti della sua vita. A tal proposito, per le ricerche sull'argomento, avevamo conosciuto un prete che faceva esorcismi senza soluzione alcuna, dedicandosi più alle prostitute, bevendo e sfumacchiandosi 2 pacchetti di sigarette al giorno. Sono però stato testimone di alcuni sacerdoti, pochi in verità (2), che nel tempo sono risultati, per la mia etica, dei veri santi uomini, vissuti nell'indigenza e morti poveri. C'è sempre il rovescio della medaglia...
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Io penso che alla base di molti meccanismi ci sia la paura.
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