Il Tempo

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8 Anni 7 Mesi fa #950 da alroc
Risposta da alroc al topic Il Tempo
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Riferendomi al concetto dell’ologramma espresso da Alroc, se osservi la lastra fotografica di un ologramma non riesci a vedere nessuna immagine, è un intreccio informe di linee, ma se fai attraversa la lastra da una luce laser ti aprirà una immagine tridimensionale dell’oggetto fotografato, in un certo senso la lastra rappresenta la dimensione “non duale”, l’immagine tridimensionale la dimensione “duale” e la luce laser la individualità che osserva. In altre parole dalla coscienza universale emergono le coscienze individuali che sperimentano la frammentazione della dimensione “duale”.

Geniale esempio.
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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #951 da Anteater
Risposta da Anteater al topic Il Tempo
Premesso che immaginare un ologramma con un cervello che lo traduce in sensazioni diverse dall'essere quello che è...può essere alquanto depressivo...

Premesso che la dualità è uno scorcio di qualcosa destinato a mutare e non un dato di fatto solido....bianco/nero destra/sinistra vero/falso sfociano rispettivamente negli infiniti grigi, che tra D/S si può pure andare dritto, che il vero/falso sta alla sopportabilità e al grado di approfondimento...

Il tempo per noi umani è sempre in ritardo
Il tempo per i "morti" è sempre in anticipo


...il tempo è come tutti i numeri all'infinito cuciti tutti in una "coperta" e la vita è un felino che che "gioca" ad allungarsi al buio sotto ..come un tunnel tra tutti gli spazi immaginabili..

...il tempo non è certo un illusione...contare numeri all'infinito, questa è si un'illusione, è per quello che il tempo è tale...imponderabile per delle scimmie che si vestono e si grattano la testa...

Anteater

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8 Anni 7 Mesi fa #952 da etrnlchild
Risposta da etrnlchild al topic Il Tempo
Concordo con AL2012.

E mi piace anche la conclusione dell'articolo www.altrogiornale.org/il-tempo-non-esiste/ "noi, piuttosto, misuriamo la frequenza, la velocità e la sequenza numerica del cambiamento della materia."

Io credo che l'Universo (il Tutto), sia sempre esistito, non c'e' mai stata creazione, ma solo trasformazione da uno stato ad un altro. D'altra parte al tempo dobbiamo necessariamente associare il concetto di Energia, e questa, fin'ora, sappiamo non potersi né creare né distruggere.

Quello a cui assistiamo potrebbe essere dunque una trasformazione ciclica infinita che mai, in senso assoluto, è iniziata e mai finirà. "Inizio" e "fine" sono attributi che noi associamo per una questione culturale e di esperienza del mondo che ci circonda, in particolare guardando al nostro "viaggio" terreno (nascita, vita, morte), misti ad un certo grado di esclusività che ci attribuiamo per le nostre capacità speculative e di autocoscienza. Dell'autocoscienza delle altre specie sappiamo poco - il mio gatto si riconosceva allo specchio ed era del tutto indifferente a se stesso, in senso narcisistico. :-).

Saremmo dunque su un cerchio sul quale origine e fine non hanno senso assoluto ma vengono disegnati da noi come archi di "vita." Siamo noi a fissare in maniera relativa i due punti creando passato e futuro: due impostori.

Contemporaneamente non potremmo negare che l'Universo non sarebbe minimamente perturbato dall'improvvisa dipartita della nostra specie, proseguendo esso stesso sul suo ciclico cammino di trasformazioni.

E' interessante notare che una visione di questo tipo darebbe estremo valore "all'arco di vita terrena" che ci è concesso, e il cambiamento del mondo, da molti auspicato, sarebbe compiuto: il famoso paradiso terrestre sarebbe realizzato qui e ora.

Appare altresì evidente come diventi necessario per i pochi che vogliono mantenere il controllo sui molti che questa visione debba essere scongiurata con ogni mezzo, proiettando tutte le aspettative in un tempo futuro e in altro luogo, monopolizzando la gestione della questione "vita-morte" e conseguentemente allontanando la maggior parte degli individui dal vivere il "momento presente", l'unico, di fatto, di cui siamo veramente padroni.

Credo anche che per chi ama la spiritualità, intesa come ricerca sul e del "sé", ci sia poco spazio per la fede.

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
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8 Anni 7 Mesi fa #953 da alroc
Risposta da alroc al topic Il Tempo
"Io credo che l'Universo (il Tutto), sia sempre esistito, non c'e' mai stata creazione, ma solo trasformazione da uno stato ad un altro."

Concordo.
Il tempo e il concetto di creazione hanno avuto inizio a partire dalla dualità.

La dualità nella quale siamo immersi ci dà l'erronea percezione del prima e dopo. Tutto è semplicemente un continuo fluire da uno stato all'altro.

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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #954 da etrnlchild
Risposta da etrnlchild al topic Il Tempo

invisibile ha scritto: C'è una storia che non ricordo se sia Zen, taoista o buddista (ma poco importa) in cui l'allievo chiede al Maestro (vado a memoria):

"Non capisco questa cosa che il tempo non esiste, io lo vedo quel corvo volare"

Il Maestro rispose:

"Io vedo un corvo, vedo un corvo, vedo un corvo, vedo un corvo, vedo un corvo, vedo un corvo, vedo un corvo ... "

:ok:

C'e' anche una bella storiella di Tolstoj "le tre domande" sul qui e ora.

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
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8 Anni 7 Mesi fa #955 da Hito
Risposta da Hito al topic Il Tempo
Senza tempo non esisterebbe la musica, voi lo sapete immaginare un universo senza musica?

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8 Anni 7 Mesi fa #956 da P.K.89
Risposta da P.K.89 al topic Il Tempo

Al2012 ha scritto:

In realtà esiste solo l’attimo presente che viviamo in modo poco presente perché sempre concentrati sul quello che era o su quello che sarà.
Probabilmente un essere cosciente, come un animale, vive meglio il proprio presente perché inconsapevole del fattore “era” o “sarà”, mentre gli esseri autocoscienti, come noi, hanno la consapevolezza del moto e della mutazioni della materia e quindi una cognizione psicologia del trascorrere del tempo.


Che possa non esistere il passato o il futuro, in una qualche forma dimensionale è soltanto un ipotesi, ma che un animale non abbia coscienza in qualche modo del suo passato è molto forte come affermazione. Pensiamo ad esempio ad un qualsiasi animale, tutti hanno memoria del loro passato, la diversità stà nella quantità e la durata dei dati che possono immagazzinare, ma tutti ricordano ad esempio se in un determinato punto c'è un facile accesso al cibo, o se vi è un pericolo, e non di meno ha cognizione del futuro, pensiamo ad esempio ad alcuni animali o insetti che fanno provviste per le stagioni più rigide e povere di cibo. Quel tipo di comportamento implica una memoria di eventi passati e un pensare al futuro per garantirsi una sopravvivenza.
Anche lo stesso mondo vegetale ha un "memoria" a meno che non ci limitiamo ad una visione di coscienza soltanto in presenza di un sistema nervoso centrale, ma ampliando le nostre vedute, anche il comportamento di una pianta al susseguirsi delle stagioni è in qualche modo una conseguenza di un esperienza nel tempo. Negare questo e liquidare la cosa con: processi biochimici, porterebbe poi ad una successiva riflessione sul perchè dell'innescarsi di certi processi, e parimenti negli esseri dotati di sistema nervoso, anche la gioia è data da una reazione chimica nel nostro cervello, pertanto la domanda resterebbe.

Io non credo ad una “Entità superiore” creatrice dell’universo, per me non c’è distinzione tra Creatore e Creato, sono un’ unica Unità indistinguibile , che “E’”, ed è a-temporale e a-spaziale.
Il mio concetto di “Creatore-Creato” è esprimibile con il termine “non duale” .

“Non dualità” è impossibile da raffigurare, non possiamo darle una forma, non possiamo determinare un centro, un luogo, non possiamo limitarla in uno spazio e in un tempo ….

Non possiamo denominarla entità perché le entità, superiori o inferiori che siano, fanno parte della dimensione “Duale” e creazione e distruzione appartengono a questa dimensione, così come il libero arbitrio, che determina il male o il bene in base al giudizio di autocoscienza individualizzata (entità individuale).


Questa tua raffigurazione personalmente la condivido al 100%

Un concetto che si avvicina al “non dualità” è il “vuoto” , un vuoto infinito che non ha forma, la cui esistenza permette al mondo delle forme (dimensione duale) di esistere.
Gli atomi sono composti per il 99,99999% di spazio vuoto e c’è uno 0,00001 % che noi definiamo “materia”, questo dimostra che senza “vuoto” non potrebbe esistere l’atomo che da forma alla materia.

La nostra consapevolezza è tutta concentrata su quella piccolissima percentuale, il nostro essere materiale, che è pari al 0,0001 % ….

Il “vuoto” (non dualità) è onnipresente e, per me, è anche onnisciente perché in esso sono racchiuse tutte le “informazioni” e le “energie” da cui la dimensione duale delle forme può emergere.


Il vuoto dell'esempio dell'atomo è perfettamente duale, in quanto c'è il pieno o materia :ok:

Ma anche in questa "visione" , trovo qualche difficoltà a definire il tempo "solo" come spostamento nello spazio, mi è più facile immaginarlo come uno spostamento ordinato e conseguenziale nello spazio.

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8 Anni 7 Mesi fa #957 da Anteater
Risposta da Anteater al topic Il Tempo
Certo che filosofeggiare sul tempo da esseri che invecchiano e scordano, diventa piuttosto comico...non credo il tempo sia sempre esistito, ma va formandosi nel paradosso dell'infinito...

Non si possono oggettivamente prevedere tutti, ma proprio tutti i numeri esistenti e su questa base il futuro come potrebbe tornare, potrebbe anche mai farlo...visto il concetto di infinito...
A meno non si voglia chiudere l'infinito in un ologramma e dargli uno specchio per farlo sentire meno solo, nella limitatissima e sempliciotta dualità...

Anteater

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8 Anni 7 Mesi fa #958 da P.K.89
Risposta da P.K.89 al topic Il Tempo

etrnlchild ha scritto: Concordo con AL2012.

E mi piace anche la conclusione dell'articolo www.altrogiornale.org/il-tempo-non-esiste/ "noi, piuttosto, misuriamo la frequenza, la velocità e la sequenza numerica del cambiamento della materia."

Io credo che l'Universo (il Tutto), sia sempre esistito, non c'e' mai stata creazione, ma solo trasformazione da uno stato ad un altro. D'altra parte al tempo dobbiamo necessariamente associare il concetto di Energia, e questa, fin'ora, sappiamo non potersi né creare né distruggere.

Quello a cui assistiamo potrebbe essere dunque una trasformazione ciclica infinita che mai, in senso assoluto, è iniziata e mai finirà. "Inizio" e "fine" sono attributi che noi associamo per una questione culturale e di esperienza del mondo che ci circonda, in particolare guardando al nostro "viaggio" terreno (nascita, vita, morte), misti ad un certo grado di esclusività che ci attribuiamo per le nostre capacità speculative e di autocoscienza. Dell'autocoscienza delle altre specie sappiamo poco - il mio gatto si riconosceva allo specchio ed era del tutto indifferente a se stesso, in senso narcisistico. :-).

Saremmo dunque su un cerchio sul quale origine e fine non hanno senso assoluto ma vengono disegnati da noi come archi di "vita." Siamo noi a fissare in maniera relativa i due punti creando passato e futuro: due impostori.

Contemporaneamente non potremmo negare che l'Universo non sarebbe minimamente perturbato dall'improvvisa dipartita della nostra specie, proseguendo esso stesso sul suo ciclico cammino di trasformazioni.

E' interessante notare che una visione di questo tipo darebbe estremo valore "all'arco di vita terrena" che ci è concesso, e il cambiamento del mondo, da molti auspicato, sarebbe compiuto: il famoso paradiso terrestre sarebbe realizzato qui e ora.

Appare altresì evidente come diventi necessario per i pochi che vogliono mantenere il controllo sui molti che questa visione debba essere scongiurata con ogni mezzo, proiettando tutte le aspettative in un tempo futuro e in altro luogo, monopolizzando la gestione della questione "vita-morte" e conseguentemente allontanando la maggior parte degli individui dal vivere il "momento presente", l'unico, di fatto, di cui siamo veramente padroni.

Credo anche che per chi ama la spiritualità, intesa come ricerca sul e del "sé", ci sia poco spazio per la fede.


La tua visione ciclica è in contrasto con quello che asseriscono i fisici dell'articolo

Loro immaginano l'universo come dei quanti di spazio, interessantissimo è l'esempio delle luminarie. Nel caso delle luminarie la lampadina è sempre lì e il flusso di energia elettrica le accende e le spegne. Se l'universo è una serie di lampadine noi cosa siamo? il flusso di energia? E se io e etrnlchild vediamo la stessa lampadina accendersi, (ovvero se ti dico mi piace quel che hai scritto, lo leggi ed esiste sia per me che per te) questo significa che le nostre "energie" sono connesse, come se viaggiassimo sulla stessa serie? E che cosa muove la nostra serie. Insomma è stato sostenuto da altri fisici su LC nel forum sulla fisica quantistica se non erro, credo che questi teoremi, sono si validi ma partono con dei presupposti, ignorando o dando per scontato a seconda della necessità per poter poi trovare un modo di misura. Questo non significa che non siano validi ma non necessariamente sono esaustivi o "veri", al più funzionano.

Se invece introduciamo il concetto di ciclo, si è proprio in opposizione con i due fisici dell'articono in quanto loro asseriscono che:
“Dobbiamo prendere atto” concludono Fiscaletti e Sorli “che lo spazio-tempo non è l’arena fondamentale dell’universo; questa invece è un background tridimensionale quantistico costituito da entità fondamentali del volume di Planck”
Mentra il ciclo stà ad indicare il ripetersi di un evento e quindi il Tempo diverrebbe proprio l'arena fondamentale dell'universo, ovvero misurerebbe dopo quanti movimenti si ritornerebbe al medesimo punto del ciclo ad esempio. Un po come un anno misura il ciclo completo della terra in torno al sole.

In ogni caso ringrazio Al2012 per lo spunto interessante fornitoci con l'articolo.

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8 Anni 7 Mesi fa #959 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Il Tempo
Etrnchild

C'e' anche una bella storiella di Tolstoj "le tre domande" sul qui e ora.


:pint:

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8 Anni 7 Mesi fa #960 da mc
Risposta da mc al topic Il Tempo
Robbetta da niente... il Tempo!?
Ahahah ... :-)
**********
Ponendo la validita' di un concetto come esistenza, ritenendolo accettabile, il Tempo e' quella "entita'" - "cosa" che porta l'esistenza alla non esistenza.
E' cio' che, qualora termini, implichi la mutazione della vita-esistenza in morte-non esistenza.

°°°°°
Ora, domanda (per chi avra' voglia di rispondere): la non-dualita' (quella evocata originariamente da AL ... credo), se esistesse, sarebbe destinata a finire o no? Si esaurisce? Muta in qualcos'altro?

L'esempio del vuoto dell'atomo e' una analisi relativa e nonostante riesca egregiamente a spiegare il concetto che si poneva all'attenzione e' allo stesso tempo uno sviluppo concettuale relativo all'impossibilita' di dare consistenza ad esistenze infinitesimalmente piu' piccole di cio' che per noi risulti esistente.

La ragione per cui il vuoto potrebbe non essere privo di materia, usufruisce della stessa spiegazione delle "non-dualita'" del concetto di sviluppato di Al.

Sempre che abbia compreso interamente il pensiero, e che non abbia frainteso miseramente qualcosa.

°°°°°
Volevo aggiungere spunti (anche se improvvisati, perdonatemi) riguardo il discorso dualita' - non dualita' delle cose:
La relativita' e' imprescindibile dall'esistenza come la luce laser che sviluppa la proiezione olografica, a mio avviso.
Da cio' si potrebbe far derivare che ogni esistenza individuale e' relativa, e se ha una "scadenza" e' anche soggetta ad un "tempo" (... in questo caso un tempo limite).


Anteater

Certo che filosofeggiare sul tempo da esseri che invecchiano e scordano, diventa piuttosto comico...

Concordo sulla ironia di questa analisi filosofica del tempo.

Per il resto, per cio' che scrivi sull'infinito mi ritrovo a riproporre le stesse perplessita' di esistenza e non esistenza, l'infinito esiste perche' solo perche' ne conosciamo l'opposto: il finito (dualita').

Il discorso e' molto interessante... (parlo degli spunti principali su cui si sta ragionando principalmente).
Ottimo argomento.



Complimenti all'autore e a chi ha colto l'opportunita' di discuterne, nonostante l'osticita' estrema.

Ciao.
:-)

mc


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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #961 da Anteater
Risposta da Anteater al topic Il Tempo
Mah.. se conto all'infinito, la sua dualità è di non farlo, piuttosto che ogni numero non ancora pronunciato ritenerlo dalla parte opposta...l'asticella finito/infinito si continuerebbe a muovere relativizzando il concetto di dualità stessa in quanto ben lontana da una potenziale simmetria...

Anteater

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Ultima Modifica 8 Anni 7 Mesi fa da Anteater.

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8 Anni 7 Mesi fa #963 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Il Tempo

mc ha scritto:
L'esempio del vuoto dell'atomo e' una analisi relativa e nonostante riesca egregiamente a spiegare il concetto che si poneva all'attenzione e' allo stesso tempo uno sviluppo concettuale relativo all'impossibilita' di dare consistenza ad esistenze infinitesimalmente piu' piccole di cio' che per noi risulti esistente.


Non ho capito. In che senso l'esempio del vuoto dell'atomo è una "analisi relativa" e uno "sviluppo concettuale" ?

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8 Anni 7 Mesi fa #964 da mc
Risposta da mc al topic Il Tempo
Anteater, è tuo il commento sull'ironia del pontificare da parte di entitá finite sull'infinito....
L'approccio ipotetico del limite umano é protendere i concetti al proprio limite. Ergo, l'unica cosa pratico del concetto di infinito e la "finitezza" di colui che ipotizza la non fine di qualcosa. L'infinito non esisterebbe se non nel dualismo con tutto ciò che conosciamo ...che per definizione é destinato a finire (nei limiti nei quali é dato concreto).
L'infinito é duale al limite finito al quale rispondiamo incondizionatamente.

...ma magari mi sfugge qualcosa...
Se conosci qualcosa che si possa definire infinita al di lá di ogni ragionevole dubbio, ti prego di elencarla cosí possiamo parlarne.
Ciao

mc


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8 Anni 7 Mesi fa #965 da Anteater
Risposta da Anteater al topic Il Tempo
Mah...all'ennesima..

Parli di entità finite perché sono vive?

Perché suddette entità invecchiando e mutando... mica sono finite..non ancora per lo meno...

Quando poi ste entintà muoino credo che il corpo vada a nutrire altro...presumo anche la parte spirituale e tutto il resto...

Ho detto che l'infinito è un paradosso troppo grosso per il genere umano e forse anche per l'infinito stesso...

Finito/Infinito vale come Fatto/Ancora da Fare....troppo molle per somigliare ad un punto di partenza...

Il big bang non espode in una dualità e potenzialmente prima era un intero non due metà....

Il nastro "infinito" di Moebius, illude di aver una dualità ma in realtà è un concetto che non si specchierà mai ...
...esso può rappresentare la novità per chi lo percorre solo se esiste una memoria che va consumandosi man mano che si procede su suddetto nastro ..potrebbe essere una base teorica...

...ma non mi convince...

L'infinito non è solo duale, tipo dispari/pari...ma ben altro, scava pure dentro se stesso ..con un micro/macro tra un 1&-1... ci sta il terzo incomodo: Lo zero ...

Anteater

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8 Anni 7 Mesi fa #966 da alroc
Risposta da alroc al topic Il Tempo
L'infinito è solo una costruzione mentale. Siamo stati abituati a ritenere che le cose terminino e l'idea dell'infinito ci sembra semplicemente l'opposto del finito.

L'infinito è solo apparente.

Pensate semplicemente al simbolo che lo rappresenta: l'otto rovesciato.
Già solo questo segno non è altro che la rappresentazione dell'illusorietà del tempo. L'otto rivesciato non è altro che un cerchio ripiegato su se stesso. Come se il tempo circolare avesse deciso di prendere una "piega" diversa attorcigliandosi su se stesso: dualità. Questa dualità ci fa credere che esista qualcosa di illimitato come l'infinito, ma in realtà non esiste nè il finito nè l'infinito. Esiste un cerchio che si è piegato.

Se eliminiamo il concetto di tempo il gioco è fatto. Una realtà che è in sè e basta. A quel punto l'eternità sarebbe esistenza pura, come una meditazione.

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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #967 da Shavo
Risposta da Shavo al topic Il Tempo

alroc ha scritto: L'infinito è solo una costruzione mentale. Siamo stati abituati a ritenere che le cose terminino e l'idea dell'infinito ci sembra semplicemente l'opposto del finito.

L'infinito è solo apparente.

Pensate semplicemente al simbolo che lo rappresenta: l'otto rovesciato.
Già solo questo segno non è altro che la rappresentazione dell'illusorietà del tempo. L'otto rivesciato non è altro che un cerchio ripiegato su se stesso. Come se il tempo circolare avesse deciso di prendere una "piega" diversa attorcigliandosi su se stesso: dualità. Questa dualità ci fa credere che esista qualcosa di illimitato come l'infinito, ma in realtà non esiste nè il finito nè l'infinito. Esiste un cerchio che si è piegato.


Beh il momento stesso che vai ad ipotizzare delle geometrie distruggi l'infinito. Che sia un cerchio, uno rovesciato, un toroide... la provocazione sarebbe chiedere cosa c'è oltre al cerchio, che è infinito nel suo moto e allo stesso tempo finito per definizione. La geometria fa parte della dimensione duale (mi ci avete costretto ad usare sto termine), non si può usare per parlare di unità. La geometria permette, anzi invita, la variabile tempo.
Ultima Modifica 8 Anni 7 Mesi fa da Shavo.

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8 Anni 7 Mesi fa #968 da mc
Risposta da mc al topic Il Tempo

La geometria fa parte della dimensione duale (mi ci avete costretto ad usare sto termine), non si può usare per parlare di unità.

A me piace il termine duale! ... Oltre a trovarlo elegante lo trovo concettualmente irrinunciabile in questo tipo di astrazioni filosofiche.
:-)


Volevo aggiungere all'analisi di Shavo, in relazione all'esempio di Alroc, che anche ipotizzare l'annullamento temporale (ottenuto nell'esempio tramite meditazione) é frutto della stessa pratica di astrazione percettiva che opera chiunque si approcci al concetto di infinito.
Se si individua questo tipo meccanismo mentale (interpretativo) nell'ipotizzare l'infinito, non ci si può permettere di non riconoscerlo anche nel, probabilmente illusorio, tentativo di fermare, congelare, la propria esistenza in un istante di meditazione... (Sempre che abbia compreso correttamente l'esempio in questione).

Non trovo margini per attribuire, con una certa confidenza, maggiore validità ad una ipotesi rispetto all'altra... Mi sembrano entrambi plausibili, naturalmente.
:-)

mc

mc


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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #977 da etrnlchild
Risposta da etrnlchild al topic Il Tempo

P.K.89 ha scritto: La tua visione ciclica è in contrasto con quello che asseriscono i fisici dell'articolo

Colpa mia che ho usato come immagine il cerchio. Ma la ciclicità che intendo io non implica ripetizione o ripassaggio da luoghi noti, che è quello che l'immagine del cerchio suggerisce. Parlerei allora di trasformazione continua ed eterna. Se si dovesse passare per "stati della materia" già noti potrebbe essere una possibilità ma non vincolante.
Prendi le teorie sull'espansione o contrazione dell'universo. Potrebbero essere vere entrambe. D'altra parte, come dice qualcuno, una discesa può apparire una salita e viceversa, dipende da dove la si guarda.

Nell'affrontare questi temi credo quindi sia importante, secondo me, essere consapevoli delle limitazioni che linguaggio, sovrastrutture scientifiche, immagini hanno nel momento che intendono descrivere o spiegare. Soprattutto se si pretende di occupare la posizione dell'osservatore che misura un'oggetto "altro da sé". Questa potrebbe essere la trappola.

Allo stesso modo in cui lo strumento per misurare non è più neutro rispetto alla misura, diventando esso stesso parte influente e determinante nella misura stessa.

E' qui forse che dovremmo superare il dualismo tra osservatore e osservato. Che poi è quello che la meccanica quantistica ha evidenziato: una incapacità di separare l'osservatore dall'oggetto che vuole osservare.

Difficile discutere sull'universo, in maniera "oggettiva" quando sono io l'universo.
Un pò forse come descrivere la propria voce a chi è abituato ad ascoltarla da fuori. Le due descrizioni saranno sempre realmente differenti, eppura stanno parlando dello stesso oggetto, ed entrambe saranno reali. La contraddizione quindi è solo apparente.
La "verità assoluta" sarebbe quindi una chimera. Magari coesistono tante verità che sono tutte reali perchè il nostro punto di vista le rende tali. L'osservatore diventa parte integrante dell'osservato e ne modifica realmente la percezione.

Sembrerebbe quello che notò il teorizzatore della teoria delle stringhe dicendo che i ricercatori stavano descrivendo lo stesso oggetto ma da diversi punti di vista.

"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
Ultima Modifica 8 Anni 7 Mesi fa da etrnlchild. Motivo: Typos
I seguenti utenti hanno detto grazie : P.K.89

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8 Anni 7 Mesi fa #979 da Anteater
Risposta da Anteater al topic Il Tempo
Shavo

Beh il momento stesso che vai ad ipotizzare delle geometrie distruggi l'infinito. Che sia un cerchio, uno rovesciato, un toroide... la provocazione sarebbe chiedere cosa c'è oltre al cerchio, che è infinito nel suo moto e allo stesso tempo finito per definizione.


Come non contemplare ciò che è stato scritto...

La geometria fa parte della dimensione duale...


...qui già mi sfugge...

Ma che vuol dire duale? Gli opposti?
Che c'entra col tempo?

Se la forza del ragionamento duale è ciò che mi è stato "suggerito" sopra e cioè un contrario: infinito/finito ...e su questa base parlar del tempo...beh..insomma..c'è un po' di confusione, direi..oppure mi sfugge la genialità della cosa...

...poi siamo sinceri...facciamo una camminata per il mondo, e guadiamolo con DUE occhi, di duale c'è veramente poco...neppure un fiore e il suo profumo...

Anteater

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8 Anni 7 Mesi fa #981 da polaris
Risposta da polaris al topic Il Tempo
Il tempo è ciò in grazia del quale ogni cosa, in ogni momento, diventa nulla nelle nostre mani; per cui perde ogni vero valore. (Schopenhauer)

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8 Anni 7 Mesi fa #984 da Shavo
Risposta da Shavo al topic Il Tempo

Anteater ha scritto: Ma che vuol dire duale? Gli opposti?
Che c'entra col tempo?

Se la forza del ragionamento duale è ciò che mi è stato "suggerito" sopra e cioè un contrario: infinito/finito ...e su questa base parlar del tempo...beh..insomma..c'è un po' di confusione, direi..oppure mi sfugge la genialità della cosa...

Spero ancora che qualcuno possa chiarirlo perché è spacciato come un termine ineludibile, ma rischia di venire abusato. La mia definizione era troppo vaga e Al2012 troppo accondiscendente :nono:

...e sta a vedere che forse dipende dalla fretta con cui vogliamo arrivare all'agognato 1. Pensiamo: magari, partendo dal 2.. duale... ci si arriva prima!

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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #987 da Shavo
Risposta da Shavo al topic Il Tempo
Permettetemi di attaccare questo dualismo, a costo di risultare pedante.
Persino il dualismo tra finito e infinito è soltanto un'astrazione. Nella vita tutto ci sembra finito, delineato, ma a ben vedere i paletti ce li mettiamo noi, arbitraria-mente. Il mare respira, sfido a indicarne la fine. Così il corpo dell'uomo... Se piscio in un lago e in quel lago cade un fulmine, io potenzialmente posso prendere la scossa; allora il mio corpo dove finisce? in cielo? E sì che l'urina ci è tanto cara, e la consideriamo cosa nostra, fino a un attimo prima di liberarcene. E ancor prima di morire, il mio corpo si sta già mescolando al resto...in che punto finisce? Allora io dico che in natura esiste solo l'infinito, siamo noi a creare il concetto di finito, per semplificarci la vita. Ma se il finito non esiste il dualismo è spezzato, era tutto un inganno della mente.. E il tempo non è forse formato da tanti paletti?Paletti che mettiamo per rendere finito quel movimento costante, continuo, che mai finisce? E quindi il tempo esiste, ma si uccide quando lo si vuole contare, ecco la risposta.

E ciò di cui avevo già sentore prima di andare a dormire: quel 2, così vicino all'1..

Shavo ha scritto: ..sta a vedere che forse dipende dalla fretta con cui vogliamo arrivare all'agognato 1. Pensiamo: magari, partendo dal 2.. duale... ci si arriva prima..


Chi può garantire che quel 2 non sia figlio di una semplificazione grossolana, che attuiamo per nient'altro che barare, ingannare la vita, e avvicinarci di più a una risposta?
Ultima Modifica 8 Anni 7 Mesi fa da Shavo.

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8 Anni 7 Mesi fa #990 da Al2012
Risposta da Al2012 al topic Il Tempo
@ Etrnlchild

Saremmo dunque su un cerchio sul quale origine e fine non hanno senso assoluto ma vengono disegnati da noi come archi di "vita." Siamo noi a fissare in maniera relativa i due punti creando passato e futuro: due impostori.


Più che di cerchio io mi riferirei alla spirale, che è la figura geometrica che si manifesta in natura, basta pensare alla forma delle galassie, ma anche al moto dei pianeti intorno al sole che muovendosi li trascina in moto elicoidale.
Questo comporta che dopo un anno il nostro pianeta non si ritrova in una identica porzione di spazio occupata l’anno precedente, così come l’intero sistema solare.

°°°

@ Hito

Senza tempo non esisterebbe la musica, voi lo sapete immaginare un universo senza musica?


La musica non esisterebbe se non ci fossero le vibrazioni, ma senza di esse non potrebbe esistere neanche l’universo
I seguenti utenti hanno detto grazie : etrnlchild, Hito

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8 Anni 7 Mesi fa - 8 Anni 7 Mesi fa #991 da Al2012
Risposta da Al2012 al topic Il Tempo

Che possa non esistere il passato o il futuro, in una qualche forma dimensionale è soltanto un ipotesi,


Giustissimo! Il massimo che io posso fare è ipotizzare.
In effetti c’è una parte di me che è restia ad accettare totalmente questa ipotesi …..

ma che un animale non abbia coscienza in qualche modo del suo passato è molto forte come affermazione. Pensiamo ad esempio ad un qualsiasi animale, tutti hanno memoria del loro passato, la diversità stà nella quantità e la durata dei dati che possono immagazzinare, ma tutti ricordano ad esempio se in un determinato punto c'è un facile accesso al cibo, o se vi è un pericolo, e non di meno ha cognizione del futuro, pensiamo ad esempio ad alcuni animali o insetti che fanno provviste per le stagioni più rigide e povere di cibo. Quel tipo di comportamento implica una memoria di eventi passati e un pensare al futuro per garantirsi una sopravvivenza.


Nella mia ipotesi, in un animale molte nozioni fanno parte di una conoscenza che definerei “istinto di specie” ciò non nega che sia cosciente e che possa imparare dalle proprie esperienze, che applica all’occorrenza, però senza la consapevolezza di qualcosa che ha imparato in un tempo passato, diciamo che sa e ha imparato quello che conviene fare, ma non che questo suo sapere deriva da un tempo passato.

Anche lo stesso mondo vegetale ha un "memoria" a meno che non ci limitiamo ad una visione di coscienza soltanto in presenza di un sistema nervoso centrale, ma ampliando le nostre vedute, anche il comportamento di una pianta al susseguirsi delle stagioni è in qualche modo una conseguenza di un esperienza nel tempo.


Il susseguirsi delle stagioni è dovuto al moto della Terra intorno al Sole e non al conteggio del tempo che passa.
Per come la penso io tutti esseri viventi hanno una forma di coscienza, le piante comunicano tra loro, sentono il pericolo e lo stesso direi dei batteri. (le particelle?)
E’ quella che i definirei “parcellizzazione” della coscienza universale, che emerge da essa in forma diversamente evoluta e consapevole.

Negare questo e liquidare la cosa con: processi biochimici, porterebbe poi ad una successiva riflessione sul perchè dell'innescarsi di certi processi, e parimenti negli esseri dotati di sistema nervoso, anche la gioia è data da una reazione chimica nel nostro cervello, pertanto la domanda resterebbe.


Come vedi io non nego la coscienza a nessuno, la distinzione che faccio è relativa al grado di consapevolezza raggiunta dalla specie, che comunque, indipendentemente dalla specie di appartenenza, sono strettamente collegata tra loro (entanglement) come parte di un insieme che chiamiamo ecosistema, che a sua volta e parte di ecosistema che chiamiamo sistema solare, che a sua volta è parte di un ecosistema che chiamiamo galassia, e così via seguendo una logica olistica dell’esistente.
I processi biochimici, che non appartengono solo agli esseri dotati di sistema nervoso, sono reazioni biologiche, che, a mio avviso, sono conseguenze legate anche a stimoli “esterni”, per esempio la gioia o la paura non sono fattori biologici, ma percezioni coscienti che stimolano la reazione biochimica.

Il vuoto dell'esempio dell'atomo è perfettamente duale, in quanto c'è il pieno o materia


Nel mio esempio il vuoto è paragonato al non-duale perché è grazie ad esso che l’atomo, quindi tutto quello che può avere forma, può esistere.
La dimensione duale (atomo) emerge dalla dimensione non-duale (vuoto).
Uso il termine “emergere” perché voglio rappresentare qualcosa, che pur essendo definito spazialmente, appartiene, è parte di un insieme indefinito.

Ma anche in questa "visione" , trovo qualche difficoltà a definire il tempo "solo" come spostamento nello spazio, mi è più facile immaginarlo come uno spostamento ordinato e conseguenziale nello spazio.


In riferimento alla definizione del tempo che lo spostamento sia Casuale o Causale non vedo alcuna differenza (se ho compreso bene cosa intendi dire).
Io penso che sia tutto causale, e l’origine, anche se inconoscibile, sia il quello che definisco “Non-Duale”
Non lo chiamo Dio perché questa parola, per me, indica la volontà della creazione, l’atto della creazione, la scissione in entità superiori ed inferiori, di cui non nego l’esistenza, ma che colloco entrambe nella dimensione “Duale”.
Ultima Modifica 8 Anni 7 Mesi fa da Al2012.

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