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Il Tempo
mc ha scritto: Massimo:
Non mi frega un cazzo di discutere di siffatte cosucole divine: era solo una battuta.
Le battute sono ben accette, se sono battute ... quando altre cose sono mascherate da battuta invece, e inserite in punta di regolamento (modalità in stile Slobbysta) e che, con cognizione di causa, sono sempre state utilizzate per stizzire gli animi e gettare benzina sul fuoco, appunto: non sono battute, ma una maniera viziosa di infastidire e - indi - provocare.
"Le cosucole divine" .... :ok:
E insisti anche.
Chiarito con PK
Pk:
... chiarito
mc
Non fa una piega
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Inizierei proponendovi l'etimologia di "percezione" e l'etimologia di "dimensione".
www.etimo.it/?term=percezione
www.etimo.it/?term=dimensione
P.K.89 ha scritto: Alla base di ogni nostra percezione, del modo stesso in cui ci sentiamo vivi e definiamo la realtà, c'è la dimensione tempo.
Il tuo esordio denuncia inconsciamente una forma di colonizzazione mentale, che un pò tutti sentono. Ovvero, l'ingerenza della scienza sulla vita.
La misurazione e il controllo sono le garanzie, che la scienza vanta, per garantire l'esattezza delle proprie teorie. E quando qualcosa non può essere misurata e controllata, la scienza la rigetta nel rimosso, oppure la riduce alla sua misura e al suo controllo.
E' già evidente che queste due dinamiche, non sono riferibili esclusivamente alla scienza. Non sono eticamente neutre. Sono presenti in forme diverse in altri ambiti, come quello psichico e quello sociale.
L'etimo è molto chiaro: la percezione si apprende. Compresa la percezione del tempo.
Quando si parla del tempo come di una dimensione, siamo entrati nella dinamica di controllare per misurare.
Perché è proprio quando si smette di controllare e misurare, cominciano i primi contratti con il sapere assoluto, dio. Le dimensioni sociali con le loro separazioni, cominciano a sgretolarsi producendo un processo di disadattamento.
In soldoni, il sapere esatto, fa sempre a cazzotti con il sapere assoluto. Non viceversa. Qui, a LC, ne abbiamo un pittoresco esempio nel CICAP. Sono ormai anni che si occupa di 11/9. E sono anni che piscia continuamente fuori dal vaso.
"Now go consciously into the breath and let it go. Fully in, letting go, fully in, letting go." (Wim Hof)
χιλικάδο
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se non vuoi che continui ad andare off, cerca di ottenere anche che le altre utenze NON possano "inventarsi" giudizi (l'ultimo flamer, che mancava all'appello, mi indirizza accuse precise: "non sono battute, ma una maniera viziosa di infastidire e - indi - provocare." indirizzate alla persona) perche' altrimenti qualcosa non torna.
Lascio correre, ma non vorrei vederne piu' senza un tuo intervento, altrimenti dovro' farlo io (spiegare le mie ragioni), concordi?
Di solito non controbbatto a quelle utenze (come avrai potuto notare), ma in questo contesto, dopo il tuo monito, sarei costretto a farlo.
ciao
hai un pm
mc
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Permettimi di dissentire:In soldoni, il sapere esatto, fa sempre a cazzotti con il sapere assoluto. Non viceversa. Qui, a LC, ne abbiamo un pittoresco esempio nel CICAP. Sono ormai anni che si occupa di 11/9.
La disputa tra lc e cicap non e' distinguibile tra sapere esatto e sapere assoluto ma e' una disputa giocata tutta sul sapere esatto contro un sapere inesatto, che possiamo ricondurre ad una sorta di "fiducia" nelle istituzioni... fiducia sulle molteplici impossibilita' etiche che vincolerebbero i governi ad agire in tali maniere...
Insomma, per il cicap e' piu' una questione di Fede nelle isitituzioni, visto che con la scienza matematica che regola la gravita', per esempio, non riesce ad andare d'accordo.
E' tenero che ripongano tale fiducia in quel credo istituzionale, ma in che modo dovrebbe intaccare coloro i quali pensino ad un Inside Job?
mc
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A proposito dei fisici teorici, personalmente non sono così duro con loro, ma in questo tempo o momento storico, viene attribuita alla scienza, dalla società, una certa aurea di verità, pertanto hanno un po l'assurda convinzione di esser portatori di verità, ma come hai tu stesso accennato in questo intervento ma esplicitato anche in altri in altri posti, questa "presunzione" la si ritrova anche nei medici e in tutti coloro i quali muovono i loro processi in quel che definiscono scienza, scienza è divenuto il marchio di verità. Ma non di meno al pare di filosofi non marchiati da scienziati, ci raccontano verità partendo da loro presunti postulati. Però tra loro trovo ci siano anche uomini molto interessanti e che sempre utilizzando il metodo empirico e della ripetibilità dei risultato abbiano una mente molto più aperta, ad esempio penso ad un Tesla o per pensare ad un attuale direi Zichichi di cui cito un passo a proposito di Dio: Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell'immanente la cui più grande conquista è la scienza.
La scienza però non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l'esistenza di Dio. L'ateismo, quindi, non è un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla.
Calvero dice:
Ah sì! giusto, dicevamo del circo: compresi quindi anche quegli errori psicologici (ben sostenuti dalla propaganda) che chiamano religione o scienza. Due facce della stessa medaglia.
Ho evidenziato io l'ultima frase per evidenziare il parallelismo con quanto detto da Zichichi
Ma ancora Calvero dice:
Zichichi dice:Non poteva non manifestarsi nella realtà una condizione che tenesse le energie in equilibrio nell’armonia universale. In sostanza il tempo è la condizione che scaturisce da ciò; e non può essere una misura in sé; ma è una condizione che si adegua tra le forze in gioco. Un'armonia che non può essere generata dal caso, in una realtà le cui energie, che generano la materia, non possono non avere una fonte.
Negare l'esistenza di Dio però equivale a dire che non esiste l'autore della logica rigorosa che regge il mondo
Calvero vedo che hai un pensiero molto simile proprio ad un fisico teorico :laugh:
Ora invece vorrei fare una mia riflessione sul tuo pensiero:
Calvero dice:
In questo ho una versione completamente differente.- La luce stessa può essere deviata da altre forze e il tempo deve sottostare all'interazione di ogni energia.
La luce rientra nel campo fisico, ovvero della materia, infatti non sono altro che dei fotoni che a seconda della forza che li stimola viaggiano su una frequenza e quando colpiscono il nostro sensore occhio il cervello ne da una lettura-visione.
Mentre il tempo non è parte del mondo fisico, è un misura percettiva del moto dell'energia nel mondo fisico, pertanto non ci puoi andare ne avanti ne indietro, anzi non significa proprio nulla spostarsi nel tempo. Il tempo stesso non esite ma è un concetto astratto come lo è il peso o la distanza. La percezione del movimento invece è relativa rispetto al percettore.
Quindi la nostra esistenza esiste perchè almeno una parte dell'energia è in movimento, secondo delle leggi, e tutta l'energia che si muove su queste leggi è il nostro universo, il sistema di cui facciamo parte. Ma può esserci altra energia ferma, o altra energia in movimento magari secondo altre leggi o altra quantità.
Il movimento stesso poi dell'energia è quindi poi per me prova della volontà, in quanto anche se ciclico e ripetitivo, il moto ha sempre una direzione, non esiste una direzione casuale, e quel che a noi appare casuale è soltanto perchè non conosciamo tutte le variabili della direzione del moto che inevitabilmente daranno quella direzione. Esempio una foglia staccatasi da un albero ci appare cadere al suolo seguendo una traiettoria casuale, ma di casuale non ha proprio nulla, perchè a disegnare il suo percorso ci penserà la sua forma che implicherà l'attrito nell'aria e il fatto che ad esempio il Sole abbia riscaldato in un altro punto X del pianeta area che si stà muovendo e che darà luogo ad una folata di vento in quel punto ecc.. ecc... Quindi non è casuale la sua caduta ma ci appare tale perchè non abbiamo una visione dell'insieme di tutti i fattori che agiscono in quella caduta.
Pertanto il fatto che concepiamo il Tempo, è prova che l'energia è in movimento e di conseguenza diviene la prova della Volontà dell'Energia.
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qilicado ha scritto: Provo a ricucire gli strappi.
Inizierei proponendovi l'etimologia di "percezione" e l'etimologia di "dimensione".
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P.K.89 ha scritto: Alla base di ogni nostra percezione, del modo stesso in cui ci sentiamo vivi e definiamo la realtà, c'è la dimensione tempo.
Il tuo esordio denuncia inconsciamente una forma di colonizzazione mentale, che un pò tutti sentono. Ovvero, l'ingerenza della scienza sulla vita.
La misurazione e il controllo sono le garanzie, che la scienza vanta, per garantire l'esattezza delle proprie teorie. E quando qualcosa non può essere misurata e controllata, la scienza la rigetta nel rimosso, oppure la riduce alla sua misura e al suo controllo.
E' già evidente che queste due dinamiche, non sono riferibili esclusivamente alla scienza. Non sono eticamente neutre. Sono presenti in forme diverse in altri ambiti, come quello psichico e quello sociale.
L'etimo è molto chiaro: la percezione si apprende. Compresa la percezione del tempo.
Quando si parla del tempo come di una dimensione, siamo entrati nella dinamica di controllare per misurare.
Perché è proprio quando si smette di controllare e misurare, cominciano i primi contratti con il sapere assoluto, dio. Le dimensioni sociali con le loro separazioni, cominciano a sgretolarsi producendo un processo di disadattamento.
In soldoni, il sapere esatto, fa sempre a cazzotti con il sapere assoluto. Non viceversa. Qui, a LC, ne abbiamo un pittoresco esempio nel CICAP. Sono ormai anni che si occupa di 11/9. E sono anni che piscia continuamente fuori dal vaso.
Se leggi il mio ultimo intervento ho dato proprio questo correttivo, da dimensione a percezione. Dopotutto lo scopo della discussione è proprio quella di confrontarsi, e stimolare il nostro pensiero sul tema, attuando dei nostri correttivi sia formali che sostanziali nelle nostre idee.
Non correggerò la premesse, perchè anche il "perfezionamento" o "mutamento" nelle proprie idee è frutto di questo percorso, e quindi chi ha voglia di leggere e intervenire può vedere come lo svilupparsi della discussione ha cambiato o saldato in ognuno di noi le proprie idee.
Comunque bella osservazione.
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Buona continuazione e grazie a tutti.
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A parte la malafede, avviene proprio quel meccanismo che ho descritto. Il fatto che il CICAP pasticcia con i calcoli riguardanti la dinamica dei crolli, testimonia proprio un atto di riduzionismo e rimozione. Un invasione di campo, un tentativo di colonialismo mentale mal riuscito.
Il CICAP è appunto un che di pittoresco, ma il problema che sollevo è assai grave ed esteso. Spesso parlo di "1984" con il regime del Grande Fratello.
"Now go consciously into the breath and let it go. Fully in, letting go, fully in, letting go." (Wim Hof)
χιλικάδο
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Non interpretare il mio intervento come una critica. Faccio soltanto archeologia della psiche. Siamo un po tutti, in fondo, vittime della storia.
Per chiarire quanto ho scritto. Quando si parla di tempo in termini di percezione, bisogna ricordare che è qualcosa che abbiamo appreso. Mentre, quando si parla di tempo come una quarta dimensione, si compie un ulteriore passaggio, che implica il controllo e la misurazione.
Tutto qui, per me. Ma ci sarebbe tante altre cose da dire sul tempo.
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qilicado ha scritto: @ P.K.89
Non interpretare il mio intervento come una critica. Faccio soltanto archeologia della psiche. Siamo un po tutti, in fondo, vittime della storia.
Per chiarire quanto ho scritto. Quando si parla di tempo in termini di percezione, bisogna ricordare che è qualcosa che abbiamo appreso. Mentre, quando si parla di tempo come una quarta dimensione, si compie un ulteriore passaggio, che implica il controllo e la misurazione.
Tutto qui, per me. Ma ci sarebbe tante altre cose da dire sul tempo.
La interpreto come un osservazione, e dal sottoscritto è stata gradita pertanto avevo messo sotto il precedente intervento un ringraziamento. Anche fosse stata una critica non c'è alcun problema. Visto che era in merito a come avevo definito il tempo. :ok:
Almeno per quanto mi riguarda non ho la presunzione di dare una verità, si ragiona insieme, si scambiano le ipotesi e pertanto, arrivo ad auspicare, che ve ne sia una contaminazione tra i partecipanti.
Dopotutto avere la pretesa di poter esser esaustivi su un tale tema dibattuto da quando l'uomo si è posto per la prima volta come ha detto Calvero i famosi chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, sarebbe da folli.
Non porterà a nessuna scoperta, non aiuterà l'umanità, è solo un esercizio di piacere o meditare collettivo per i presenti. Ecco perchè vuole essere aperto a tutti e a tutte le visioni, non c'è da vincere nulla.
Personalmente aspetto un intervento di Incredulo e Invisibile. Mazzucco spero voglia dire anche la sua se avesse tempo. Ma il top della mia curiosità sarebbe su di un intervento di Pispax, son curioso di conoscere il suo pensiero. Voglio vedere se è solo un bot programmato per la retorica o è capace anche di immaginare :laugh:
P.S. Ovviamente è volutamente una provocazione nei confronti di Pispax, una provocazione per spingerlo ad intervenire in tal proposito. Non me ne voglia in caso leggesse, è in qualche modo un attestato di stima, sebbene evidentemente abbiamo avuto in passato divergenze di opinioni.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
www.progettoatlanticus.net/2015/09/il-problema-del-tempo.html
Gesuiti...Galileo...Einstein...altre interessanti riflessioni sul tempo...
...qualcuno parlò di Dio come panacea del creato...certo che se ci si interroga chi ha "creato" Dio...
..se fosse sempre esistito...non vedo come si possa escludere tutto il resto con la medesima logica...
Anteater
Essere nel tempo...è mutare insieme ad una manciata di ricordi...
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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Anteater ha scritto: www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/...iti-e-galileohttp://
www.progettoatlanticus.net/2015/09/il-problema-del-tempo.html
Gesuiti...Galileo...Einstein...altre interessanti riflessioni sul tempo...
Il primo link non funziona. Interessante il secondo.
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OT : do voce ad un po' di scoglionamento:
In realta', sono abbastanza scoglionato di questa disparita' di trattamento.Visto che c'è stato un chiarimento (sia sempre benvenuto) MC può continuare nella discussione.
Il modo in cui si e' agito e' completamente sproporzionato:
La reazione alla mia battuta, per quanto potesse essere stata fraintesa, e' stata diretta e personale, mentre il monito per le utenze che non han perso occasione per dire la propria cazzata da vigliacchi indirizzata per default al sottoscritto (in maniera del tutto gratuita e senza nessun nesso diretto relativo alle utenze e alla discussione ... come da procedura standard da circa un anno e passa...) e' consistito in un vago richiamo generico. :nono: :poop:
Inoltre, il mio commento non e' mai stato personale, al contrario di tutte le accuse miopi rivoltemi a piu' riprese.... compreso questo "puo' continuare nella discussione"...
Cioe' "posso continuare ad essere vessato" e, per di piu', ripreso, come al solito, senza che nessuno se ne preoccupi minimamente...??
Sara' un piacere... :stuckup:
chiuso OT.
mc
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Per riallacciarmi ai discorsi sull'energia e gli ologrammi che noi percepiamo avrei una domanda da farvi:
Se tutto l'universo è energia se tutta la materia tangibile o non tangibile si tifferenzia solo per cariche elettriche, quindi come spiegato dalla fisica quantistica un mio pensiero si differenzia da un bicchiere solo per cariche elettriche differenti, e tale pensiero può avere un influenza sul mondo circostante come è possibile che se ci mettiamo davanti ad un muro quello sta fermo li per qualsiasi essere umano indipendentemente dall'osservatore. Vi faccio questa domanda perchè condivido queste teoria che avvicinano la spiritualità con la fisica quantistica e ci credo che tutto quello che vediamo è estremamente soggettivo solo che quando iniziano a dire che la materia puo essere influenzata dall'osservatore come mai non ho mai visto un uomo in vita mia che attraversa un muro?
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Ma nel tuo esempio:
I cicappini sono i fedeli o sono gli scienziati? E i teorici del complotto cosa sarebbero, sempre, nell'esempio che hai postato?
Sono quelli che falsificano le realta' di alcune pratiche esatte sacrificandole al proprio credo o sono quelli che usano e applicano cio' che di esatto reputino di avere e cercano di basarsi sontanzialmente su quello per proporre teorie?
... ancora non ho compreso bene, forse.. (il TUO post successivo, confesso mi ha spiazzato... e ora ho dubbi di aver capito, colpa mia... la tua analisi).
ciao
mc
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***
No, mi autocontraddico: l'ufficialismo è filosofia, il complottismo è metodo.
Ironicamente il complottista trae ordine dal caos apparente, mentre l'ufficialista crede che il mondo sia ordinato dal caos.
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Dovrei leggerla per capirla, immagino... e non l'ho ancora fatto...MC...zzetto senza offesa ma non mi sembra che tua abbia capito la mia domanda
Rispondevo a qilicado... (si potrebbe facilmente evincere dal fatto che indirizzavo a lui la domanda se solo fossi stato attento... :question: )
Non essendo il contesto troppo rilassato ...evita i vezzeggiativi, please : sono permessi solo a quelle utenze in confidenza :fedora:
Saluti
mc
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ahahah... bello il botta e risposta tra te e te ... ...No, mi autocontraddico: l'ufficialismo è filosofia, il complottismo è metodo.
Nell'esempio del cicap e il 9/11, secondo me, e' cosi', come indichi.
Magari, in altri contesti, le cose non sono sempre riconducibili a cio'... pero', per esempio, in relazione alla divinita' e alle fazioni di pensiero opponenti a tale concetto, a mio avviso, rientriamo di nuovo nella tua definizione.
Non ci metto tanto a riconoscere un certo "ufficialismo" preteso ed autoproclamato in termini di longevita' :question: , per dirne una, piuttosto che in qualita' di argomentazioni (come si accennava in precedenza del tutto aleatorie e poco concrete se non nella fede individuale) in quelli che propagandano le verita' assolute ...
Chi propende per qualcosa di piu' oggettivo e' piu' metodico, di solito.
Ma sono opinioni, ovviamente.
ciao
mc
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Il problema del Tempo
Mettiamo nel giusto ordine le seguenti frasi: un uomo muore, più tardi si sposa e finalmente nasce.
Grazie al nostro senso della percezione del tempo, si tratta di un gioco da ragazzi: “la morte segue sempre la nascita” e non accade mai il contrario. Tuttavia, ad un livello più fondamentale, il problema sull’origine del tempo rimane ancora un mistero.
“È uno dei problemi più profondi della scienza di frontiera”, spiega Nima Arkani-Hamed, un fisico teorico dell’Institute of Advanced Studies (IAS) a Princeton. “Che cos’è il tempo? Da dove proviene? Non è nemmeno chiaro se queste parole abbiano, o meno, un senso. A stento riusciamo a pensare a un mondo, o alla stessa fisica, senza tempo”. Confusi da ciò che implicherebbe l’assenza stessa del tempo, c’è però una sempre più crescente evidenza che al livello più fondamentale della realtà il tempo sia davvero una mera illusione. Cosa ancora più strana è il fatto che alcuni test di laboratorio, realizzati con il laser, e certi progressi nell’ambito della teoria delle stringhe, quel quadro matematico secondo cui le particelle sono composte da stringhe vibranti di energia, portino indipendentemente all’idea che in definitiva il tempo non esiste.
Nella concezione di Einstein, lo spazio e il tempo sono interconnessi tra loro. Essi formano un’unica entità a 4 dimensioni. Spazio e tempo non sono più assoluti ma sono relativi al sistema di riferimento dell’osservatore.
Credit: Astrocultura/UAI/C. Ruscica
Più di un secolo fa, la nostra idea di tempo e spazio era molto meno complicata. I fisici seguivano il moto degli oggetti rispetto ad un sistema di riferimento fisso, indicato dalle tre dimensioni spaziali, e segnavano la loro velocità sulla base di un singolo orologio, una sorta di “cronometro di dio” che essi credevano misurasse il tempo allo stesso modo, non importa il luogo in cui ci si trova nel cosmo.
Ben presto, però, agli inizi del XX secolo, questa idea venne ribaltata da due rivoluzioni scientifiche. Con la prima rivoluzione, la teoria della relatività mise insieme lo spazio e il tempo in un sistema “elastico” quadridimensionale. Questo nuovo concetto, che Einstein chiamò “continuo spaziotemporale”, sosteneva che tale sistema poteva “piegarsi” attorno ad oggetti massivi creando una curvatura del “tessuto” dello spaziotempo.
Lo spaziotempo quadridimensionale della relatività generale può essere rappresentato dal cosiddetto ‘tessuto di Eddington’, una sorta di lenzuolo di gomma, dove la presenza di un corpo dotato di massa ne determina la deformazione geometrica in quella regione.
Nel caso di un buco nero, la distorsione dello spaziotempo diventa estrema e in questo caso si forma una specie di ‘pozzo gravitazionale’, circoscritto da una linea di non ritorno, detta orizzonte degli eventi, al di là della quale la gravità è talmente intensa che niente può sfuggire, nemmeno la luce.
Credit: Astrocultura/UAI/C. Ruscica
In questo modo, gli oggetti più piccoli possono rotolare lungo seguendo linee curve verso gli oggetti di massa più grande, grazie alla loro maggiore attrazione gravitazionale. In questa nuova teoria dell’Universo, il tempo non era più a lungo uno “spettatore immutabile” bensì una vera e propria dimensione interconnessa con lo spazio. Anziché essere quella dimensione non ambigua da prendersi come riferimento assoluto, ora il tempo diventava relativo. Dunque, la teoria della relatività di Einstein mostrò che gli orologi avrebbero segnato il tempo con un ritmo diverso in funzione del loro moto nello spazio e della posizione rispetto agli oggetti più massivi, che li attraggono a causa dell’azione esercitata dalla gravità.
La relatività generale descrive uno spaziotempo continuo, liscio senza alcuna irregolarità. Se consideriamo scale piccolissime, dell’ordine delle dimensioni atomiche, ci accorgiamo che esistono una serie di fluttuazioni quantistiche, dovute alla creazione spontanea di coppie particella/antiparticella, che danno allo spaziotempo una forma alquanto spigolosa e irregolare. Credit: Astrocultura/UAI/C. Ruscica
La seconda rivoluzione, invece, che introdusse una nuova visione del tempo fu la meccanica quantistica, la fisica che descrive il mondo degli atomi. La teoria dei quanti suggerì ben presto che su scale molto piccole, la realtà diventava alquanto strana e bizzarra. Ad esempio, due particelle possono diventare “correlate” (via entanglement quantistico) in modo tale che esse agiscono in tandem. In altre parole, un esperimento che viene eseguito su una particella influenzerà immediatamente l’altra, non importa quanto esse siano distanti. Dunque, le particelle distanti “comunicano istantaneamente”, un fatto che apparentemente viola non solo la regola in base alla quale nulla può viaggiare più veloce della luce ma anche lo stesso concetto di tempo.
Anteater
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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Avevo scritto:
"In soldoni, il sapere esatto, fa sempre a cazzotti con il sapere assoluto. Non viceversa. Qui, a LC, ne abbiamo un pittoresco esempio nel CICAP. Sono ormai anni che si occupa di 11/9. E sono anni che piscia continuamente fuori dal vaso."
Potrei correggermi riscrivendo "ne abbiamo una pittoresca >manifestazione< nel CICAP." Errore mio.
Così evitiamo di addentrarci in un discorso tassonomico e politico-confessionale.
"Now go consciously into the breath and let it go. Fully in, letting go, fully in, letting go." (Wim Hof)
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