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Il Tempo
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Ottimo! Aggiudicato :ok:Al2012 ha scritto:
Più che di cerchio io mi riferirei alla spirale
"Lo spirito del guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere."
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Al2012 ha scritto:
Nella mia ipotesi, in un animale molte nozioni fanno parte di una conoscenza che definerei “istinto di specie” ciò non nega che sia cosciente e che possa imparare dalle proprie esperienze, che applica all’occorrenza, però senza la consapevolezza di qualcosa che ha imparato in un tempo passato, diciamo che sa e ha imparato quello che conviene fare, ma non che questo suo sapere deriva da un tempo passato.
Attenzione, quando parli di "istinto di specie" e consapevolezza, si entra in un campo molto fumoso con confini non ben delineati, esempio pratico (purtroppo io sono uomo del popolo e mi spiego meglio con l'empirico piuttosto che la nobile astrazione) anni addietro, ho pesantemente sgridato il mio amico cane che d'improvviso, con il cancello aperto uscì fuori correndo verso una bambina che passava in bicicletta, e quasi cadeva, con conseguenze che non voglio immaginare, per tanto ho dovuto evitare che ripetesse tale comportamento, da quella pesante sgridata si è sempre fermato alla soglia, anche se c'è qualcosa che la fa arrabbiare al di là del perimetro, inveisce sulla soglia. Questo episodio si può definire istinto di specie? Quale sarebbe l'istinto ? O ha memoria della mia reazione ? E qual'è la differenza tra il mio cane che non supera la soglia per un ipotetico timore della mia reazione e io che non metto la mano sui fornelli accesi? Non è forse memoria di un qualcosa che è accaduta in passato e che ci ha fatto male?
Ma in ogni caso non è comunque un evento di causa-effetto? e come potrebbe aversi una conseguenza se non c'è un inizio, non è forse il TEMPO che indica il moto?
E se immaginassimo o definissimo il Tempo come il moto dell'universo? Se immaginassimo l'universo come infinito e quantico, ove esiste contemporaneamente tutto, ove c'è un P.K. che ha gli occhi castani e allo stesso momento verdi, che stà d'avanti ad un pc e che è immerso in una vasca e il Tempo o i Tempi sono delle specie di onde, o L'Energia che accende le varie caselle in una data sequeza proprio come la corrente elettrica accende in serie le luci di natale?
In riferimento alla definizione del tempo che lo spostamento sia Casuale o Causale non vedo alcuna differenza (se ho compreso bene cosa intendi dire).
Io penso che sia tutto causale, e l’origine, anche se inconoscibile, sia il quello che definisco “Non-Duale”
Non lo chiamo Dio perché questa parola, per me, indica la volontà della creazione, l’atto della creazione, la scissione in entità superiori ed inferiori, di cui non nego l’esistenza, ma che colloco entrambe nella dimensione “Duale”.
Forse c'è stato un fraintendimento, con casuale non volevo esprimere una volontà o meno, ma ad esempio se è casuale la tua reazione ad un mio insulto o se è frutto di una conseguenza. ( già il termine reazione stà ad indicare un rapporto di causa-effetto) Sebbene qualcuno teorizzi che nell'universo quantico si parli di probabilità di avvenire un certo evento, io invece credo che il nostro universo sia ordinato, ovvero non è più o meno probabile il fatto che se ti dicessi ora sei un coglione tu avresti una reazione piuttosto che un altra, tu avrai necessariamente una reazione dovuta a tanti fattori, ad esempio il contesto, nella mia testa faccio delle ipotesi di probabilità sulle tue reazioni perchè non conosco tutte le variabili, ad esempio il tuo stato d'animo al momento, ma è già scritto come tu reagisca perchè tu nel presente sei già arrabbiato o calmo o già associ quella parola ad un offesa di poco o tanto peso a seconda di una serie di eventi passati, pertanto per te non è casuale, a seconda di quello che i tuoi occhi leggeranno o le tue orecchie udiranno trasmetteranno un impulso elettrico ai tuoi neuroni che attiveranno i processi inevitabili. Così come non è casuale che gli atomi che compongono i materiali di questa tastiera non si scompongano e vadano per fatti loro. Il nostro universo è per me legato ad un rapporto di causa effetto.
Per quanto riguarda Dio, io do soltanto una definizione diversa al termine rispetto alla tua. Io definisco Dio l'universo (Non associo a dio una volontà o una coscienza o la creazione, è piuttosto usato come sinonimo di tutto e infinito) , quell'universo che come dicevo poco più su contiene contemporaneamente tutti i pixel, e che contiene anche l'energia che illumina i vari "pixel". (quindi il tempo in questa ipotesi torna ad essere una dimensione, una dimensione che misura lo spostamento dell'energia sui vari pixel). Ma potrebbero esistere più energie contemporaneamente ognuna con la sua linea di eventi scrivendo ogni volta una realtà differente con un tempo differente.
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Se la "realta' che ci circonda, il Tutto cosmico, il Tutto esistenziale, fossero infiniti, vi sarebbero, di cosneguenza, infiniti modi per descriverlo e infinite configurazioni temporali e atemporali:
credo che fondamentalmente sia questo lo scopo di "dichiarare l'infinito", e cioe' quello di non dover (poter soprattutto) dare spiegazioni puntuali... specifiche...
Potrei sembrare polemico dicendo cio', ma non lo sono affatto:
E' un risultato, molto molto approssimativo, ma e' pur sempre un risultato ... non porta a nessuna conclusione, ma si apre ad una infinita' di esse.. mica poco, esserne consci!!!
Boh non credo... poi dipende ... :question:
Anche perché, al netto di equivoci, qui si è utilizzato ''infinito'' in relazione al tempo e all'universo, con accezione matematica/fisica, cioè di limite infinito ; ma il concetto d'infinito ha un accezione lievemente(eufemismo) più stretta. Esempio: l'insieme dei numeri naturali è ben limitato quindi finito, proprio per il fatto di essere limitatamente ed esclusivamente 'l'insieme dei numeri naturali' e non poter essere, che so, 'l'insieme dei numeri irrazionali' o 'l'insieme dei cetacei'.
Quindi, quando si dice che l'insieme dei numeri naturali è infinito, non si vuole intendere che lo sia anche, diciamo, filosoficamente; In questa accezione, più stretta, è finito come sono finite le mie scarpe. Anzi, probabilmente molto più di quanto lo siano le mie scarpe.:woa:
Infatti non ci sono infiniti(matematicamente) modi per descrivere l'insieme dei numeri naturali; o meglio, potrebbero anche esserci e ci saranno pure, ma non perché la serie dei numeri naturali sia infinita filosoficamente, perché non lo è - e nemmeno in relazione alla sua infinità matematica/fisica, perché comunque, è sufficiente una definizione, per soddisfare l'esigenza di descriverla.
Per capirci. Non è che la continua e infinita reiterazione del medesimo necessiti di infinite definizioni. Che ci sia un numero infinito di giorni, sempre di 'giorni' stiamo parlando...:wink:
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Al2012 ha scritto:
@ Hito
Senza tempo non esisterebbe la musica, voi lo sapete immaginare un universo senza musica?
La musica non esisterebbe se non ci fossero le vibrazioni, ma senza di esse non potrebbe esistere neanche l’universo
Ti ha già risposto mc qui:
Anche le vibrazioni sono caratterizzate da ciclicita' ... la ciclicita' non ha senso se non rapportata al tempo... cosi' come diventa inutilizzabile il concetto di energia o di forza o di mutazione, cambiamento, evoluzione senza tale entita' sequenziale.
Comunque se quando ho scritto il commento non fossi stato influenzato dalla morte del duca bianco (RIP) e non mi fossi preso una piccola licenza, avrei parlato di frequenze, termine che mi sembra ancora più appropriato per alcune delle forze in gioco.
Nella minuscola parte del tutto (sul cui reale funzionamento e sulla cui reale sostanza potremmo solo fantasticare) che chiamiamo vita, il tempo a me sembra un ingrediente fondamentale e senza frequenze e lunghezze d'onda non avremmo nemmeno percezione dei colori, oltre che dei suoni. E' così radicato in me questo pensiero da non consentirmi di scindere il concetto di infinito (spazio) da quello di eterno (tempo), per me se esiste uno esiste anche l'altro, ma non lo so provare, quindi... -.-
Se fossero nostre proiezioni mentali avremmo fatto di meglio in qualità di creatori, se non altro per semplicità, ad esempio perchè far avere al suono una velocità diversa da quella della luce, quando questo poi va a creare una sorta di incoerenza nella nostra "realtà"?
Ciao, see you
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...premesso che non è propriamente la mia...
Hume critica i concetti di spazio e di tempo con due argomentazioni.
1. Le idee dello spazio e del tempo non hanno origine dalle impressioni: infatti con la vista e col tatto si hanno solo le immagini dei punti colorati e tangibili che costituiscono qualsiasi oggetto, come, ad esempio, un’arancia o una sedia che sta davanti al soggetto senziente, e non si ha la percezione dello spazio, che sarebbe una nuova e diversa impressione in aggiunta all’immagine visiva e tattile; ugualmente con l’udito si ascolta il suono delle parole pronunciate una dopo l’altra da qualcuno e non si percepisce in nessun modo il tempo, la cui immagini è diversa da quella prodotta dal suono.
2. Inoltre nei concetti di spazio e di tempo è implicita l’idea di un insieme composto da parti, spaziali e temporali, ciascuna delle quali possa essere divisa all’infinto; in effetti, in questa divisione, non è possibile procedere oltre quanto si vuole e si trovano punti spaziali e istanti temporali che non sono ulteriormente divisibili: punti privi di estensione e instanti privi di durata, li chiama Hume.
Perciò le idee di spazio e di tempo sono contraddittorie perché l’estensione spaziale e la continuità temporale non possono essere formate da punti e da istanti che non sono divisibili in quanto inestesi e privi di durata.
La conclusione di Hume relativamente allo spazio ed al tempo è diversa da quella di Newton, secondo cui invece spazio e tempo esistono realmente e sono come vasti recipienti, entro i quali sono sistemate le cose e si svolgono gli eventi.
Anteater
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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mc ha scritto: "Per quanto riguarda Dio......"
Abbiamo terminato gli argomenti interessanti...?
mc
Cortesemente evitiamo provocazioni, se l'argomento non risulta interessante per qualcuno può non leggere e non commentare, ma evitiamo, anche battute che possano poi deviare la discussione.
Sebbene mi pare sia stato chiaro, si parlava di Dio come concetto, e non come fede, ed evidentemente già in uno scambio si è potuto riflettere su due accezioni differenti al termine.
Inoltre è argomento della discussione anche le nostre l'idee di Tempo in correlazione, ove ce ne fosse, idea di Dio, ed è altrettanto auspicabile per chi vuole introdurre quest'altra definizione spiegarne il proprio significato. Non è invece in tema discutere nel merito, almeno non lo è in questa discussione, del significato che ognuno di noi ne attribuisce alla parola o idea di Dio. Che sia un Dio creatore, che sia un Dio senziente, che sia un Dio cosciente, che sia la parola che racchiude l'universo in ogni sua forma (spaziale, temporale, dimensionale ecc... ecc... che sia), non è di questa discussione sindacare sul perchè viene data un accezione piuttosto che un altra, sottolineo, è motivo di discussione soltanto come il Tempo si interfacci con il proprio concetto di Dio, quale esso sia.
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Anteater ha scritto: Per filosofeggiare sul se David Hume è interessante per certi aspetti ..ecco la sua visione sul tempo...
...premesso che non è propriamente la mia...
Hume critica i concetti di spazio e di tempo con due argomentazioni.
1. Le idee dello spazio e del tempo non hanno origine dalle impressioni: infatti con la vista e col tatto si hanno solo le immagini dei punti colorati e tangibili che costituiscono qualsiasi oggetto, come, ad esempio, un’arancia o una sedia che sta davanti al soggetto senziente, e non si ha la percezione dello spazio, che sarebbe una nuova e diversa impressione in aggiunta all’immagine visiva e tattile; ugualmente con l’udito si ascolta il suono delle parole pronunciate una dopo l’altra da qualcuno e non si percepisce in nessun modo il tempo, la cui immagini è diversa da quella prodotta dal suono.
2. Inoltre nei concetti di spazio e di tempo è implicita l’idea di un insieme composto da parti, spaziali e temporali, ciascuna delle quali possa essere divisa all’infinto; in effetti, in questa divisione, non è possibile procedere oltre quanto si vuole e si trovano punti spaziali e istanti temporali che non sono ulteriormente divisibili: punti privi di estensione e instanti privi di durata, li chiama Hume.
Perciò le idee di spazio e di tempo sono contraddittorie perché l’estensione spaziale e la continuità temporale non possono essere formate da punti e da istanti che non sono divisibili in quanto inestesi e privi di durata.
La conclusione di Hume relativamente allo spazio ed al tempo è diversa da quella di Newton, secondo cui invece spazio e tempo esistono realmente e sono come vasti recipienti, entro i quali sono sistemate le cose e si svolgono gli eventi.
Anteater
Il concetto di quanti o dei "pixel" spezza proprio l'inghippo che trova Hume, ovvero ci si immagina un pezzo indivisibile.
Ritorno un attimo sull'apertura di discussione di Calvero, che citando De Andrè: Non è il tempo, siamo noi che passiamo
La mia ipotesi è: Se invece è esattamente l'opposto. Il tutto è immobile ed è l'energia che si muove saltando da un fotogramma all'altro? Sarebbe a dire tutto è fermo è solo il tempo che passa. Il tempo come misura e direzione del moto dell'energia.
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Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede non lo so più.
Agostino, Le confessioni
Il tempo va interpretato secondo una prospettiva naturalistica, come divenire della realtà naturale, o secondo una prospettiva spiritualistica? In breve: il tempo ha una realtà oggettiva o soggettiva? E come bisogna immaginare la direzione del suo scorrere? Si tratta di un andamento circolare, in base al quale tutto ciò che accade è destinato a ritornare eternamente seguendo il divenire ciclico con cui la natura stessa sembra manifestarsi? Oppure il tempo è assimilabile a un processo lineare, per cui il passato è qualcosa di irrimediabilmente trascorso e irrecuperabile e il futuro scorre inevitabilmente verso un fine provvidenziale?
In quattro lezioni si analizzano questi nodi problematici in collegamento con i diversi contesti culturali propri della classicità pagana e della spiritualità cristiana.
1. Il tempo ciclico dei greci e la misura del tempo in Aristotele
Il tempo nell'antichità classica, dai filosofi della physis ad Aristotele.
2. Il tempo come distensione dell’anima individuale in Agostino
Dall’analisi della temporalità vista come rettilinea e storica, di cui è intessuto il messaggio biblico, fino alla concezione agostiniana del tempo come distensio animi.
3. Friedrich Nietzsche: l’eterno ritorno dell’uguale
4. Martin Heidegger: l’esistenza autentica
Si prende in esame il XX secolo, un periodo nel quale gran parte delle certezze positivistiche di fine Ottocento sono crollate per lasciare spazio a nuove visioni della scienza, della politica e della morale. All’aprirsi di questo bivio del pensiero si situa la riflessione di Martin Heidegger e, in particolare, il binomio esistenza autentica-inautentica.
NIETZSCHE: IL TEMPO COME ETERNO RITORNO
Zarathustra, protagonista dell’opera più famosa di Friedrich Nietzsche Così parlò Zarathustra è il più solitario tra gli uomini e il più vicino alla vastità del cosmo, di cui intuisce la legge fondamentale, l’eterno ritorno dell’uguale.
Maurizio Ferraris in sua intervista sul tema dell’eterno ritorno (v. l'Introduzione) introduce in questo modo l’argomento: “Nell’estate del 1881 Nietzsche, che all’epoca ha 37 anni, si trova a Silvaplana in Engadina, un luogo di montagna vicino a un bellissimo lago dove passeggia nel pomeriggio, mentre le sere scrive. Durante una passeggiata, Nietzsche ha questa immagine del tempo che lo spaventa e lo attrae, l’immagine dell’eterno ritorno: visto che il mondo è composto da un numero infinito di elementi e questi elementi non si creano e non si distruggono (poiché si parte dall’ipotesi che Dio non esista) e allora per forza di cose questi elementi dovranno riaggregarsi nella stessa maniera per un numero infinito di volte”.
Anteater
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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Chiarito.
*******
Un consiglio: non vedere polemiche dove non ci sono perche' potresti innescarne una. Nulla di grave: capita a tutti.
La smetto qui. Ti prego di non aggiungere altro.
m
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A cosa e' che non credi?Se la "realta' che ci circonda, il Tutto cosmico, il Tutto esistenziale, fossero infiniti, vi sarebbero, di cosneguenza, infiniti modi per descriverlo e infinite configurazioni temporali e atemporali:
credo che fondamentalmente sia questo lo scopo di "dichiarare l'infinito", e cioe' quello di non dover (poter soprattutto) dare spiegazioni puntuali... specifiche...
Potrei sembrare polemico dicendo cio', ma non lo sono affatto:
E' un risultato, molto molto approssimativo, ma e' pur sempre un risultato ... non porta a nessuna conclusione, ma si apre ad una infinita' di esse.. mica poco, esserne consci!!!
Il concetto filosofico che e' accennato nel pensiero (il "Tutto cosmico" etc.) non e' manco lontanamente assimilabile all'"insieme dei numeri naturali". E non confondiamo l'inifinita quantita' di semplici cifre (che sono concetti immutabili nella loro natura, azzarderei "monodimensionali") con una infinita quantita' di eventi-esistenze che interagiscono a creare quel Tutto (teoricamente, anche multidimensionali...).
L'approssimazione matematica negli insiemi e' la parte piu' irrilevante delle implicazioni del concetto di infinito, perche' e' del tutto relativo alle cifre (convenzionali).
Nell'accezione filosofica, almeno per come lo intendo io, il Tutto e' relativo al Tutto stesso: in questo contesto le implicazioni diventano un infinito all'ennesima potenza, il tutto filosoficamente parlando, perche' non si stanno trattando semplici e convenzionali cifre lineari, ma entita' piu' complesse, che complicano il tutto.
Capisco cosa intendi.Per capirci. Non è che la continua e infinita reiterazione del medesimo necessiti di infinite definizioni. Che ci sia un numero infinito di giorni, sempre di 'giorni' stiamo parlando...:wink:
Se si parlasse di un unico infinito relativo avresti ragione, ma l'infinito filosofico e' l'nfinito dell'infinito, perche' e' una "artificiosita'" che non prevede ne' la ciclicita' a cui fai riferimento per inidicare una ripetizione (e con "non la prevede" intendo che nella definizione non esiste nessun vincolo che tenda a tale implicazione) e ne' la relativita' vincolante a cui fai riferimento descrivendo gli "insiemi", ma solo una infinita concatenazione di complessi infiniti.
Prego di notare quanto questo ammasso "Tuttosmico" sia nella maniera piu' assoluta indefinito e per, definizione, indefinibile: implicazione che lo pone agli antipodi rispetto al concetto nel quale notavi, nei numeri naturali, una sorta di auto-dimensionamento del tutto finito (in termini filosofici).
Spero di aver chiarito il discorso sulle relativita' del concetto di infinito, e di come ci si proponga di superare questo vincolo, operando nel filosofico.
mc
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mc ha scritto: pk89
E' piu' polemica la tua richiesta di evitare provocazioni, della mia battuta su un commento DECISAMENTE FUORI TOPIC.
Se e' in topic o meno non spetta a te stabilirlo, in quanto mi pare IO abbia voluto avviare una discussione, si chiedeva ANCHE di analizzare il concetto di tempo in correlazione alla propria concezione di Dio ove ve ne fosse una. Pertanto è perfettamente in topic.
Poi, per quanto mi riguarda, "parlare di dio, o di divinita'" in termini seriosi o, appena, semplicemente, con cognizione di causa insulta la mia intelligenza e ha una azione provocatoria nei miei confronti.
Siam pari.
Dio e' un discorso assolutamente noiosamente ridicolo: non e' colpa mia... Sarebbe colpa mia se non lo sottolineassi quando necessario... ad esempio quando viene fuori in una discussione sul Tempo.
Che sia per te noioso non ha alcuna importanza, ti rinvito a non leggere o non partecipare alla discussione ove la ritieni per te insultante. Altrimenti, fa piacere il tuo contributo rispettando la discussione e il pensiero altrui.
Aahah... scusa ma questo proprio non posso non discuterlo:
si parlava di dio in termini concettuali solo perche' c'e' la fede di mezzo, altrimenti nessuno si sognerebbe di teorizzare siffatte improponibili soluzioni filosofiche da asilo nido.
Please.
Si stava andando benissimo con il piu' indicato "concetto di infinito" o "concetto di Tutto" senza scadere nelle fideistiche credenze tribali.
Come sopra, non spetta a te decidere come chichessia preferisce indicare un concetto, se crede di poter chiamare Dio il tutto, può farlo liberamente, e ad ogni modo nessuno ha ancora parlato della sua eventuale fede e come si allaccia al concetto di Tempo, e in ogni caso sarebbe il benvenuto.
Un consiglio: non vedere polemiche dove non ci sono perche' potresti innescarne una. Nulla di grave: capita a tutti.
La smetto qui. Ti prego di non aggiungere altro.
Invece il tuo arrogante e presuntuoso commento era proprio con il significato che poi hai esplicitato meglio con queste risposte. E' ho dovuto e ora ridovuto intervenire per precisare che invece ove qualcuno avesse una fede è libero di parlarne se in relazione al tempo. Apprezzati infatti sono state le citazioni ad esempio di S. Agostino, evidentemente uomo di fede, sebbene io ne abbia una visione diametralmente opposta, e magari ne ha un'ancora differente chi ha postato la citazione.
Ora invece di sprecare preghiere, (tipiche dei cosidetti "tribali") evita in un eventuale proseguo di usare lo scherno, per inibire il prossimo nell'esprimere un proprio pensiero se a tema, così che io possa evitare di aggiungere altro per risottolineare come sia ben accetta nella discussione qualunque visione basta che sia correlata al tempo.
Con questo spero possiamo tornare a discutere SOLO dell'argomento proposto. Ogni altra provocazione o atto volto a limitare la libertà di esprimersi in qualsiasi forma sul Tempo sarà motivo di richiesta a Massimo di intervenire per impedire il disturbo.
CHIARITO CON L'UTENTE MC, LASCIO LA MIA RISPOSTA SOLO A TITOLO DI ESEMPIO PER TUTTI GLI ALTRI CHE VOGLIANO PARTECIPARE ALLA DISCUSSIONE, ATTENIAMOCI AL TEMPO.
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Il concetto filosofico che e' accennato nel pensiero (il "Tutto cosmico" etc.) non e' manco lontanamente assimilabile all'"insieme dei numeri naturali". E non confondiamo l'inifinita quantita' di semplici cifre (che sono concetti immutabili nella loro natura, azzarderei "monodimensionali") con una infinita quantita' di eventi-esistenze che interagiscono a creare quel Tutto (teoricamente, anche multidimensionali...).
L'approssimazione matematica negli insiemi e' la parte piu' irrilevante delle implicazioni del concetto di infinito, perche' e' del tutto relativo alle cifre (convenzionali).
Nell'accezione filosofica, almeno per come lo intendo io, il Tutto e' relativo al Tutto stesso: in questo contesto le implicazioni diventano un infinito all'ennesima potenza, il tutto filosoficamente parlando, perche' non si stanno trattando semplici e convenzionali cifre lineari, ma entita' piu' complesse, che complicano il tutto.
Qui dovresti chiarire che differenza intercorre tra le accezioni d'infinito che utilizzi in ''tra l'infinita quantità di semplici cifre'' e in ''l'infinita quantità di eventi-esistenze''.
Esempio:
-La cifra 5 indica una quantità di 5 unità-
-La cifra 5 indica una quantità di 5 anatre.
In che modo nelle due frasi, la cifra cinque dovrebbe cambiare significato o accezione? Semmai cambia il significato dell'oggetto, che nel primo caso è astratto/matematico (unità), nel secondo è concreto/fisico (anatre).
Capisco cosa intendi.
Se si parlasse di un unico infinito relativo avresti ragione, ma l'infinito filosofico e' l'nfinito dell'infinito, perche' e' una "artificiosita'" che non prevede ne' la ciclicita' a cui fai riferimento per inidicare una ripetizione (e con "non la prevede" intendo che nella definizione non esiste nessun vincolo che tenda a tale implicazione) e ne' la relativita' vincolante a cui fai riferimento descrivendo gli "insiemi", ma solo una infinita concatenazione di complessi infiniti.
Prego di notare quanto questo ammasso "Tuttosmico" sia nella maniera piu' assoluta indefinito e per, definizione, indefinibile: implicazione che lo pone agli antipodi rispetto al concetto nel quale notavi, nei numeri naturali, una sorta di auto-dimensionamento del tutto finito (in termini filosofici).
Spero di aver chiarito il discorso sulle relativita' del concetto di infinito, e di come ci si proponga di superare questo vincolo, operando nel filosofico.
Solo nell'accezione astratta del linguaggio matematico esistono vari infiniti e vari ordini di infiniti, gli uni relativi agli altri.
In senso filosofico (cioè nel senso stretto di cui si discuteva), il termine ''Infinito'' non si può usare al plurale, per definizione.
Poi su ''tuttocosmico indefinito'', possiamo anche andare d'accordo. Infatti noi parlavamo dell'ipotesi che possa invece essere ''infinito all'ennesima potenza''.
Non ti sarai spaventato dal fatto che una cosa possa essere filosoficamente finita/limitata pur essendo fisicamente infinita ?:laugh:
Al fatto che un universo infinito all'ennesima potenza necessiti di infinite definizioni.A cosa e' che non credi?
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MI sembra di non aver fatto altro, sino adesso, ad esser sinceri... ahahah... :goof:Mc... allora dovresti chiarire in che modo dovrebbero esserci differenza tra le accezioni che vuoi attribuire, perché a me pare che tu continui ad usarli in termini fisico matematici.
No... spaventato... no... ma va...!Non ti sarai spaventato dal fatto che una cosa possa essere filosoficamente finita/limitata pur essendo fisicamente infinita ?
Non posso peremttermi di preferire una visione piuttosto che le altre... accetto tutte in quanto teorie (e ritengo che nemmeno gli altri possano permetterselo ... actually ... ma questa e' un altra storia, perche' io non posso permettermi di vincolare alla pluralita' delle teorie... :wink: )
... Comunque:
Se concordi sul "Tuttosmico" allora siamo a cavallo il resto e' in funzione di quel concetto.
°°°°°°°°
Posso concordare sui limiti dell'uso del termine "infinito" (tipo declinarlo al plurale...), ma siamo nel campo delle ipotesi e non siamo nemmeno in grado di poter giustificare uno solo di infinito... per cui mi sembra irrilevante... altamente irrilevante.
E poi, in fondo, se accetti la descrizione di Tuttosmico, che si definiva nella infinita varieta' di compenetrazioni interattive di "infiniti" relativi, allora... perche' no...? Ma, ripeto, e' irrilevante... mi basta che si raggiunga questo "ammasso totale" filosofico per comprendere quanto sia indefinibilmente utile insistere nello spingere una singola teoria sulle altre...
ciao
mc
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- invisibile
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mc ha scritto: Poi, per quanto mi riguarda, "parlare di dio, o di divinita'" in termini seriosi o, appena, semplicemente, con cognizione di causa insulta la mia intelligenza e ha una azione provocatoria nei miei confronti.
Esticazzi.
Così la capisci? :cool:
Poi...
Un consiglio: non vedere polemiche dove non ci sono perche' potresti innescarne una.
E vediamo come "non ci sono le polemiche":
...Dio e' un discorso assolutamente noiosamente ridicolo...
...si parlava di dio in termini concettuali solo perche' c'e' la fede di mezzo, altrimenti nessuno si sognerebbe di teorizzare siffatte improponibili soluzioni filosofiche da asilo nido.
...Si stava andando benissimo con il piu' indicato "concetto di infinito" o "concetto di Tutto" senza scadere nelle fideistiche credenze tribali.
Queste sono, oggettivamente, provocazioni.
Se tu sei ignorante non è che puoi darne la colpa agli altri. Studia.
Perché vedi, il concetto di Dio è stato esaminato per millenni in moltissimi modi e partendo da moltissime ipotesi, e questo non è stato fatto solo da persone credenti ma al contrario si trova in molte speculazioni filosofiche (ovvero in molte le filosofie) di credenti, non credenti e "neutri" per così dire e spesso queste speculazioni comprendono il concetto di tempo, il che è ovvio per chi di filosofia ne capisce anche solo l'abc.
Ma poi, davvero credi che a qualcuno freghicazzi se tu ti senti offeso perché qualcuno parla del concetto di Dio riferito alla questione del tempo?
Dai, non ci posso credere che lo credi, a proposito di credenze :wink:
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MI sembra di non aver fatto altro, sino adesso, ad esser sinceri... ahahah... :goof:Mc... allora dovresti chiarire in che modo dovrebbero esserci differenza tra le accezioni che vuoi attribuire, perché a me pare che tu continui ad usarli in termini fisico matematici.
Beh... lo so :wave:
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Sempre le stesse persone, sempre allo stesso modo. Complimenti a voi.
Fatevi una vita.
Edit: Ho deciso di essere sincero a prescindere da cosa mi dice il regolamento.
Quindi:
Il topic sembra stia per andare in vacca, si riescono ad individuare le stesse tappe iniziali che hanno percorso tutti gli altri topic rovinati.
Sempre la stessa persona, sempre allo stesso modo. Complimenti a te.
Fatti una vita.
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In questo sito si fa una riflessione sul pensiero di Albert Einstein riguardo al tempo...interessante...
Se poi andando alla velocità della luce il tempo rallenta/si ferma beh rimane teorico almeno per il corpo umano...
Sull'idea ..pixel..mi sembra relativa alla composizione del pixel stesso e al suo perchè...
Mi sembra che il tempo sia quella "pazienza" per costruire armonia/"amore" poi diventa superfluo..vecchiaia permettendo...
Anteater
NB. non capisco gli interventi su mc...se non piace, s'ignora...
PS..che Dio sia un'appendice per comprendere il tempo è un dettaglio per i credenti, se poi ci sono ragionamenti che bypassano la fede anche questo è possibile...l'eternità di Dio..a mio avviso meno!
La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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Ottima risposta multidimensionale. :ok:Beh... Lo so
:clap:
Per rimanere nel discorso, ti rispondo che accetto ogni implicazione io riesca ad ipotizzare in relazione a ció che avresti voluto intendere (facciamo finta che siano infinite) senza sentire il bisogno di forzare una di esse in particolare.
La motivazione é da ricercare nelle pochissime informazioni che posso derivare da quelle poche parole, anche se comprendo alcune di esse, tanto da poterle ipotizzare ed articolare. Semplicemente sono consapevole di non poterne scegliere una e questo é piú che sufficiente. Sempre pretendendo che fossero infinite, sarei consapevole di non poter giungere ad una conclusione perché raggiungendola saprei che tale conclusione ne implicherebbe una conseguente e cosí via.
Non so se questo possa essere d'aiuto.
Ciao
mc
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Hai infatti scritto diverse frasi chiaramente provocatorie.
Se non concordi con la base del discorso, puoi semplicemernte astenerti dal postare (visto che il thread non lo hai aperto tu).
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Se qualcuno non vuole che partecipi, gli dai ascolto e intervieni senza fartene un ragione per conto tuo?
Dato che ho espresso solo opinioni e lo argomentate a dovere, senza offendere per primo e senza imporre limiti al discorso, mi sento con la coscienza a posto.
"Finiti gli argomenti interessanti", poi, non è nemmeno una critica, dal mio punto di vista: voleva intendere che, a mio avviso, sino ad allora, le cose erano interessanti. Peraltro, giudizio espresso esplicitamente, anche in precedenza e con i complimenti gli astanti. E lo si poteva comprendere leggendo per intero i miei post.
Se non vedi una opposizione pregiudiziale ai miei contributi da parte di gruppi ben riconoscibili di utenze, mi sembra un problema solo tuo, e degli altri che non se ne accorgono.
Semmai siamo davanti ad un problema di discriminazione ...E continua nel "tempo" pure... (Ahaha... Mi sento strano a fare la vittima della situazione, e per di piú sarei l'imputato alla sbarra in questo contesto!).
Chissenefotte, comumque. Se mi vuoi bannare per aver semplicemente espresso opinioni personali, <spalluccie>, fai pure.
Saluti.
Marco.
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Quando uno accusa gli altri di fare discorsi "noiosamente ridicoli", e parla di "improponibili soluzioni filosofiche da asilo nido" non sta "argomentando a dovere", sta chiaramente provocando, con l'intento di far deragliare la discussione.Dato che ho espresso solo opinioni e lo argomentate a dovere,
Visto che non ti rendi nemmeno conto di quello che fai, sei escluso da questo thread.
(Se poi vorrai andartene da LC sono affari tuoi. Io non ti banno certo dal sito per una cosa del genere).
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Dico "tutti" con le virgolette; voglio dire, a meno non si stia considerando chi ha nel calcio, nella figa o nella politica i suoi entusiasmi. Sembra una battuta, ma è un appunto dovuto. Non per niente il mondo va' di merda, visto che la maggioranza - che è quella che lo indirizza, vivifica neanche di striscio concetti così importanti e fondanti; questioni che riguardano capire “Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo”.
Anni addietro e poi mesi addietro, a intervalli quasi regolari, mi ero messo a studiare dei testi scientifici insieme ai libri dei cosiddetti "Intelligentoni": - roba che anche un'unghia di Eraclito si mangia a colazione; roba da non riuscire a rimanere seri; e oltre ad appurare che quella che noi chiamiamo scienza (Soprattutto "i rami" che discendono e si poggiano sui modelli matematici come la Fisica Teorica) altri non è che una pseudo-filosofia arrabattata di serie "B“, ci si rende successivamente conto di come: - nessuna verità degna di questo nome, può essere avvicinata con metodi sistematici (sarebbe ed è una contraddizione in termini, per una serie di motivi che ora non serve discutere).
... quindi, il primo presupposto:
Dio esiste, in quanto nulla può crearsi/manifestarsi per caso. Non è che ci vuole tanto a capirlo. Il problema è accettarlo, altro discorso; non per niente l'illuminismo acceca e parcellizza la realtà. Vanità intellettuale. Vecchia storia. Perciò ecco che DIO (qualsiasi cosa sia) inevitabilmente deve entrare nell'equazione.
Il problema non è se Dio esista o meno, visto che esiste o è esistito; ma ---> COME <--- elaborare la sua “Presenza”; come considerarlo o non considerarlo. Ed è qui che sono arrivato a un'ulteriore conclusione.
Da quando si comprende che Dio esiste, entrano in campo nuovi fattori, e anche il Tempo viene elaborato in modi sorprendenti.
Personalmente, a scanso di possibili e stupidi processi alle intenzioni degli impavidi di turno, non è una cosa che mi tranquillizza, il fatto che Dio esiste - voglio dire. Non sono uomo di fede. Anche perché, questa consapevolezza prescinde dal fatto se DIO sia mai buono, cattivo, stronzo, onnipotente, onnisciente e tutto il resto del circo che l’uomo gli costruisce dietro; se sia il Diavolo stesso, perché no? ... o se ci ama o ci detesta, se si è nascosto o si è "confuso" nella materia … se esiste o non esiste il libero arbitrio, eccetera .... e altre milioni di variabili che non interessano questo discorso e di cui non ho dato la mia opinione. Ah sì! giusto, dicevamo del circo: compresi quindi anche quegli errori psicologici (ben sostenuti dalla propaganda) che chiamano religione o scienza. Due facce della stessa medaglia.
La premessa era necessaria, altrimenti non potrei esprimere debitamente la mia conclusione:
- La luce stessa può essere deviata da altre forze e il tempo deve sottostare all'interazione di ogni energia. Deve sottostare, nel senso che esso discende da quelle forze: —> non è cosa a Sé ... in questo senso: "non esiste".
La materia è un'energia che può, anzi interagisce col tutto, o meglio: lo ha già fatto a livello subatomico, e, soprattutto, con la consapevolezza e la consapevolezza con essa, che noi percepiamo in quanto - noi siamo energia.
Non poteva non manifestarsi nella realtà una condizione che tenesse le energie in equilibrio nell’armonia universale. In sostanza il tempo è la condizione che scaturisce da ciò; e non può essere una misura in sé; ma è una condizione che si adegua tra le forze in gioco. Un'armonia che non può essere generata dal caso, in una realtà le cui energie, che generano la materia, non possono non avere una fonte.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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