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Facciamo una prova, se ti va. Prova a sentire anche in altri momenti se questi "freddi" sono presenti nei punti che hai indicato, ma se è così sarà più difficile sentirli perché non c'è il "contrasto" con le parti che hai riscaldato con l'attività fisica e quindi la differenza sarà molto più sottile.
Ma se c'è significa che si è instaurato un disequilibrio energetico ed in quel casi il mio consiglio è di cercare una soluzione (ne parliamo dopo eventualmente).
Sono d'accordo. E le *cose* che ci possono appagare, quasi mai coincidono con attività o imprese
strabilianti. Tutt'altro; se non abbiamo perduto la capacità di guardare la realtà con occhi incantati,
gli stessi che avevamo da bambini, riusciamo a cogliere la meraviglia di cui sono permeate le cose
semplici, anche ordinarie, troppo spesso svilite e considerate come banalità.
Invisibile, tu ritieni sia possibile riuscire a riconciliarsi con questa abilità/dote spontanea, abbandonata
lungo il cammino, e quindi recuperare la capacità di apprezzare e dare valore alla semplicità, a ciò
che è *normale*? Si può "imparare" a vedere la bellezza?
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FrancescaR ha scritto: Facendo cose che ci rendono contenti.
A me una delle cose che mi rendono contento è fare bene le cose.
Sono d'accordo. E le *cose* che ci possono appagare, quasi mai coincidono con attività o imprese
strabilianti. Tutt'altro; se non abbiamo perduto la capacità di guardare la realtà con occhi incantati,
gli stessi che avevamo da bambini, riusciamo a cogliere la meraviglia di cui sono permeate le cose
semplici, anche ordinarie, troppo spesso svilite e considerate come banalità.
Invisibile, tu ritieni sia possibile riuscire a riconciliarsi con questa abilità/dote spontanea, abbandonata
lungo il cammino, e quindi recuperare la capacità di apprezzare e dare valore alla semplicità, a ciò
che è *normale*? Si può "imparare" a vedere la bellezza?
Per essere contenti, un buon inizio può essere l'allontanamento degli individui negativi e malevoli,
altrimenti detti psicopatici, dalla propria vita, i quali sono a piede libero anziché essere confinati nelle
colonie penali :-D. Soggetti pericolosi che hanno il potere di far ammalare le persone più vulnerabili
e sensibili; ti potrei portare a riguardo alcuni esempi addirittura drammatici.
Non sempre, è ovvio, si ha la possibilità di mantenere a distanza tali brutture "umane"; pensiamo ad
esempio ai luoghi di lavoro, dove la convivenza è forzata.
esiste, a beneficio delle persone più indifese, un modo per creare una schermatura verso la pervasività
delle emozioni negative e vampirizzanti che quei soggetti provocano, così da preservare l'integrità
psicofisica, o per lo meno limitare i danni? Grazie se vorrai rispondere. :-)
TheNecrons ha scritto:
Diciamo che a meno che non sia pressato fisicamente o psicologicamente (e quindi anche energeticamente e spiritualmente), sono sempre caldo. Non provo alcuna sostanziale e marcata differenza di calore tra le varie parti del corpo (e non perchè siano tutte fredde, ma perchè sono tutte calde). Ma basta un "turbamento" dell'equilibrio, quindi paura, agitazione, grinta, scarica di adrenalina ecc. ed ecco alcune parti del Corpo (soprattutto mani, piedi, braccia, gambe) iniziano a diventare più fredde.
Provo a rispondere sia per allenare me stesso a parlare di questi argomenti, sia per raccontare la mia esperienza a riguardo.
Allora, diciamo che imparando a non-giudicare (e non s'impara come una nozione o come la tabellina del 2, s'impara solo dopo esperienze), le cose hanno iniziato a non annoiarmi più. Non saprei benissimo identificare mentalmente i modi con cui questo funziona. Azzardo a dire che che non-giudicando (quando la Mente funziona poco e nella misura giusta), lo Spirito (e parti di te più profonde) hanno lo spazio per aiutarti naturalmente, e quindi "tutto" è più facile e naturale. Io non mi stufo più facilmente quando mi dicono di riordinare la casa. Se ho avuto la possibilità di essere in "quello" Stato, in quel momento, allora ordino la casa con pochi pensieri, e non mi annoio. Non saprei dire se provo "appagamento", se provo la "voglia" di fare una cosa. CREDO che in quello stato non c'è bisogno di avere voglia per "decidere di fare quella cosa". Non ti annoi anche se non hai "voglia". Ma non è quello che sembra, non è passività....è naturalezza.
Ammetto però che da quando ho iniziato questo percorso la "voglia" di fare, di scoprire, di leggere, di discutere ecc. è in me aumentata (quindi se devo rispondere alla tua domanda, la risposta è per me sì, è possibile ritrovare lo speciale di ogni momento), ma non so in che modo è correlato al percorso che che sto facendo. Non ne ho proprio idea....
Finchè si tratta di collegare il non-giudicare col "fare le cose (nel modo descritto rima)", allora, più o meno e non a livello razionale, riesco ad individuare un collegamento. Ma quella voglia, quell'energia di scoprire le cose, di analizzarle, di farle...quel divertirsi facendole non so da dove sia venuta, e non ho la possibilità di usufruirne sempre. Quella va e viene.
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E non devi cercare di "usufruirne", va lasciata "andare e venire" perché una delle altre falsificazioni di cui siamo quasi tutti vittime, è una visione fondante direi della nostra civiltà:
"più è meglio", "sempre è meglio".
Questo non è possibile perché tutto è in divenire ed ogni cosa ha il suo "posto" in un dato "momento" del suo divenire.
...
Cercare di rimanere aggrappati ad uno stato dell'essere porta solo grande dolore, perché tutto è in divenire compresi noi stessi ed in tutti i nostri aspetti (parti-dimensioni esistenziali).
Ma quando si ritrova la propria Armonia, tutto questo si vive in modo assolutamente normale ed equilibrato. Quindi la tristezza non diventa disperazione ma, al contrario, si trovano in essa delle importanti qualità, degli insegnamenti.
Per esempio è solo nella "casa della tristezza" che si possono comprendere certi aspetti della compassione.
Quando la casa della gioia ci dice che è ora di andare, si impara che è bene andare altrove perché in quella bellissima casa si consuma molta energia e dopo c'è altro da fare che richiede la nostra energia.
Questo introduce in modo generale l'aspetto dei "cicli" della vita, del divenire di ogni entità, ed il rifiutare di seguire la Vita cercando di rimanere giovani, o di provare sempre piacere, o di essere sempre intelligenti, o di vedere sempre la bellezza (eccetera eccetera eccetera...), significa non accettare come la Vita è, e pretendere si sapere come "dovrebbe essere".
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Ma non si tratta di "imparare" perché "vedere la bellezza" è una cosa assolutamente naturale.
Quindi si, si può tornare indietro e ritrovare quello stato di purezza, di totale assenza di giudizio, e tornare a vivere nella realtà.
Le pratiche spirituali in definitiva sono strumenti che aiutano a fare questo percorso, sono uno strumento di purificazione che aiutano a ritrovare la nostra natura.
Ma il modo naturale per difendersi c'è, anzi ce ne sono vari.
Non è un caso che il Tai Chi è la base di tutte le arti marziali orientali ;-)
La nostra qualità più straordinaria e peculiare è l'abilità. Nessun altro essere vivente ha la nostra abilità e le infinite forme che questa può assumere, a livello fisico, mentale, energetico e spirituale.
Per esempio il Tai Chi, che è una meditazione in movimento, ovvero una pratica che aiuta a ritrovare il modo naturale ed armonico di muoversi, ed in questo è compreso lo stato psichico e spirituale (ovvero è una pratica che lavora su tutti gli aspetti contemporaneamente), insegna che si hanno a disposizione infinite possibilità per difendersi da un attacco.
Qualche esempio di carattere generale.
Una persona mi attacca.
Posso contrastarlo (attaccare a mia volta usando la mia energia), posso prendere la forza e l'energia delll'attacco e manipolarla di modo che gli si ritorca contro per mandarlo in disequilibrio, posso scansarmi ma anche scappare :-) posso diventare non-esistente, trasparente, invisibile-impercettibile di modo che l'attaccante vada sempre a vuoto (qui siamo a livelli di maestranza spirituale, perché significa non-essere).
Abbiamo abilità straordinarie a nostra disposizione ma abbiamo dimenticato di averle.
...perché se devo comunque fare una cosa che non ho voglia di fare, non posso farla bene? anzi benissimo? Perché perdere l'occasione di farsi comunque contenti? ;-)
Quando inizia a risvegliarsi lo Spirito, molte cose "riprendono vita", tra le quali gli impulsi innati peculiari dell'essere umano ed uno dei più straordinari e che unico tra tutti gli esseri è la facoltà di indagare l'ignoto consapevolmente.
Cercare di rimanere aggrappati ad uno stato dell'essere porta solo grande dolore, perché tutto è in divenire compresi noi stessi ed in tutti i nostri aspetti (parti-dimensioni esistenziali).
Per esempio è solo nella "casa della tristezza" che si possono comprendere certi aspetti della compassione.
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Però io penso che la purificazione e la riconciliazione con la nostra autentica natura, si possano
ottenere anche grazie ad un percorso diverso. Un percorso che, nostro malgrado, in certi momenti
della vita siamo obbligati ad affrontare. Ad esempio una profonda crisi psicologica.
O una malattia.
Il risultato che ne deriva può essere, appunto, una rinascita. Inaspettata e stupefacente, senza
nemmeno averla cercata.
Capisco, e forse questi esempi potrebbero essere applicati anche alla comunicazione verbale,
sbaglio? Penso ai luoghi di lavoro, ai soprusi e alle situazioni di forte stress...
A parte il contrattacco (troppo dispendioso in termini di energia), le altre "tattiche" sarebbero
ottime come schermatura, ma difficili da mettere in pratica per le persone eccessivamente
emotive, o già compromesse.
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negli utlimi 3-4 giorni sono diventato uno zombie, sia durante lo studio, ma soprattutto durante la vita "normale"
...ricordo che a scuola m'impegno avendo come obbiettivo solo la concretezza: è difficile trovare lavoro senza una qualunque licenza...
Voi come state?
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E allora è preferibile diluirla in piccole razioni, un piattino ogni tanto risulta
più digeribile rispetto a una dieta forzata e intensiva di sola minestra sciapa, a colazione pranzo
e cena.
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TheNecrons ha scritto:
...imparare a memoria una serie di informazioni, spesso inutili, per pigliarsi un 6 in pagella non è "normale"...
Voi come state?
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TheNecrons ha scritto: @Invisibile:
Da un punto di vista fisico, mentale, energetico e spirituale, cosa rappresenta il sonno secondo te?
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TheNecrons ha scritto: @Invisibile:
Quindi il sonno è diciamo una liberazione automatica dalla Mente superficiale e dell'ego.
E' possibile decidere di dormire in qualsiasi momento?
Ho paura di dirlo, ma credo stia andando di male in peggio riguardo al mio equilibrio. Credo di aver bisogno di un certo spazio e di tempo per riparare i danni. Ma una circostanza così c'è in casa mia una volta su 100. Sta volta (credo) di aver bisogno di più spazio e di più tempo rispetto al "solito".
E ovviamente più si va avanti coi danni, poi si integrano e diventano più difficili da riparare. Dai aspettiamo e vediamo cosa succederà.
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TheNecrons ha scritto: @Invisibile:
"Domandona": quando la voglia di essere amati è un bisogno e quando è un desiderio egoico?
Io quando ho intrapreso questo percorso ho perso interesse verso molte cose, tra cui, in parte, il giudizio altrui. Per cui sono stato portato all'idea che l'Essere Umano non abbia realmente bisogno di "essere amato". Ma mi ricordo che un giorno dicesti: "l'Umano ha bisogno di essere amato".
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TheNecrons ha scritto:
Però mi sorge un dubbio. Come fa l'umano ad essere perfetto se non può difendersi da mancanze esterne, di cui non ha il controllo?
Se io per esempio decido di non dare amore a quella persona, e insieme a me molti lo fanno, facciamo dei danni a noi stessi ma quella persona può venir danneggiata senza che possa farci nulla. Che devo fare io se non ricevo Amore? Devo osservarmi mentre indebolisco? (non attendo una risposta personalizzata ovviamente ma una generalizzata).
E poi, penso, questa non è una cosa da accettare tanto, non è un cambiamente della Natura, non è una catastrofe naturale in cui devi accettare di morire. Qui è il volere egoico di altre persone.
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Ed ecco che si riceve e si da Amore nelle situazioni più inaspettate e magari con delle persone che la nostra mente-ego giudica, in modo crudele, "immeritevoli" della nostra attenzione.
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Hai ringraziato l'albero per l'aiuto che ti ha dato?
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....è impossibile per la Mente concentrarsi sulla precisione millimetrica, sulla forza esatta richiesta ecc. per fare un passaggio preciso...
Spesso ho parlato dei miei "momenti no", in cui per cause interiori o esteriori (di solito per entrambi) mi sento consumato (poca energia, ho scoperto che molte delle cose che ho imparato a fare in questi mesi richiedono un tipo diverso di Energia)...
Una cosa molto importante che ho dovuto imparare sperimentando, è che la natura dell'interpretazione egoica/mentale dei problemi è proprio quella di farti sembrare che non esistano vie di uscita, e farti quindi finire per arrabbiarti, disperarti, piangere o distrarti (con TV, videogiochi, alcol....sappiamo tutti che molti lì usano solo come scappatoia illusoria dalla Realtà). Se quindi (mio parere), provi che stai per sfociare in queste possibilità, vuol dire che c'è un problema più profondo e radicato in te, che non andrà quindi risolto intervenendo esclusivamente sull'esterno (come molti tentano di fare). Forse semplice a dirsi, ma capire questa cosa a livello pratico è molto più difficile. Molti di noi sono spesso portati a credere che "il problema sia là fuori".
Ma l'unico modo per riaquisire tale visione, è uscire da quella mentale, come farlo non lo so, ma spesso sono riuscito appunto senza "sapere" come.
Ora guardiamo l'altra possibilità, affrontare i problemi senza l'interpretazione egoica. Questo (secondo me) è quando analizzi è risolvi i problemi con pochissimi pensieri o emozioni, quando la visione è chiarissima e soluzione facile e naturale, fluida. Quella "magia" davvero particolare, che non è tua (se tenti di possederla ti saluta), ma se sei disposto a sperimentarla in modo calmo rimane con te. Il problema principale è questo: riuscire a superare il "desiderio egoico" di ri-sperimentare la magia del vivere. È quasi un paradosso: vuoi quella magia? Bene, non devi volerla. È incredibile, ma è perfettamente normale.
Ora sono "vittima" di un problema che spesso mi si è ripresentato: il fumo passivo di cannabis. Da quando ho smesso e ho iniziato a praticare questo percorso, mi basta anche solo annusarlo per mezzo secondo (in tram o semplicemente in giro), e già gli effetti si ripresentano tutti, in ordine temporale. Una brutta esperienza, vedo crollare una montagna di lavoro fatto in due giorni (mi sento consumato, offuscato...ma soprattutto stupido). Effetto che dura tutto il giorno (in vari livelli), e anche per metà del giorno dopo. Sono poco intuitivo, molto incontrollato mentalmente, riesco più difficilmente ad organizzare discorsi (riesco comunque, ma non sento quella spinta interiore che mi indica dal profondo come fare... è tutto così mentale....). La cosa non è drammatica per le altre persone, ma io parlo di cambiamenti sottili, "piccoli" per la Mente, ma enormi per l'Essere. Infatti, pochissimi riescono a notare una piccola differenza in me (ma che sarò sincero, m'influenza molto), ma tutti son abituati a vedere funzionare solo la Mente.
Ho cercato in questi giorni di convivere con le imposizioni della società, per non creare casini familiari prematuri (non ritengo che ora sia il momento adatto).
Nel caso non fosse chiaro, dire ai miei che della scuola m'interessa poco e che non sono musulmano sarebbe una tragedia, i miei impazzirebbero letteralmente e la cosa sarebbe molto seria. E' per questo che fino ad ora ho aspettato, voglio aspettare l'età giusta in modo da poter far fronte alle conseguenze.
Ma non c'è modo di convivere con una tale pressione familiare e soprattutto scolastica. In questi periodi sono addirittura arrivato al punto da ritenere "normale" lo stato in cui sto vivendo ora, e solo superficialmente e razionalmente so che la cosa non va bene. Mentre tempo fa, la consapevolezza "profonda" che c'è qualcosa che non va rimaneva con me.
In questo weekend, proprio per il fatto che è un weekend, mi sono sentito leggermente meglio, proprio per questo deciso di scrivere. Prima non provavo più la voglia e la spinta profonda di scrivere qui.
Ora sono in questa trappola della società: consapevole dei danni che sto subendo ora, sono comunque bloccato a livello emotivo/profondo dal prendere misure. E uscire da questa trappola, almeno interiormente, richiede di modificare la propria attitudine interiore e mentale. Un po' come il detto: per raggiungere le felicità bisogna uscire dal libirinto (risolvere i problemi)...ma solo chi è felice può uscirne. Le soluzioni saranno chiare e semplici solo se interiorimente sei un "Essere a posto", da quanto ho capito dalla mia breve e piccola esperienza.
Ma finchè svolgo una vita alienante, non basta sapere questo a mente.
Non saprei cosa chiedere....in questo momento sono spinto a cercare risposte facili e semplici...esattamente come si comporta un'Essere vivente quando si sente in pericolo.
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Perché fino a quando non si riesce a muoversi con la mente al "posto giusto", i movimenti proprio non funzionano.
Comunque... quando diventerai un calciatore ricco e famoso, non sparire
Si deve recuperare e per recuperare si deve stare giù (senza esagerare), essere pazienti ed evitare di sprecarne ancora.
Ma il problema sta proprio "li fuori".
Intendo dire che è vero che il problema percepito è "dentro" di noi, ma la causa originaria è esterna.
Ci danneggia perché non sappiamo come difenderci, perché non lo comprendiamo, perché magari ci hanno convinto che è "normale" subire certe cose.
In realtà tutti i problemi vengono dall'esterno, perché noi nasciamo perfetti (e continuiamo ad esserlo per tutta la vita, anche se inconsapevolmente), ma "prendono dimora" per così dire, dentro di noi e diventano a tutti gli effetti parte di noi, anche se nel "disegno originale" non è prevista la loro presenza.
Mangiare una minestra è un vero miracolo.
Si può fare, te lo dico per esperienza, ma è essenziale avere quell'energia di cui parlavamo prima, quindi cura di se stessi come prima cosa.
ma il grande lavoro si deve fare da soli, per poi "scoprire" che non si è affatto soli, anzi, non si è mai soli perché lo Spirito è sempre presente.
Quando stai in quella condizione di "percezione e consapevolezza" del campo di calcio, che ti permette di essere così efficace, chiaro nella visione, consapevole di cosa sta succedendo, sono sicuro che, allo stesso tempo, ti senti solo ma in qualche modo sai di non essere affatto solo.
Questa mattina al bar una bambina mi sorrideva. L'ho guardata bene, per vedere se erano sorrisi genuini e vedendo che lo erano li ho messi nel mio Cuore, ed ho risposto ai suoi sorrisi.
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