Giampaolo Giuliani intervistato da David Gramiccioli per Colors Radio.
Mentre in Italia viene trattato come un ciarlatano qualunque, Giuliani racconta che è sato chiamato in California per monitorare la faglia di S.Andrea.
Giuliani sostiene che con i suoi macchinari di monitoraggio sia possibile prevedere un terremoto con una finestra di 6-24 ore di anticipo. Ed infatti - racconta Giuliani - 5 ore e mezza prima del terremoto di Amatrice, alle 22 del giorno 23, i macchinari collocati in Abruzzo hanno registrato un picco allarmante.
Nessuno però vuole vedere i suoi macchinari, nè chiede informazioni sul metodo utilizzato.
Fonte Colors Radio
L'autore del presente articolo è un utente del sito che lavora nel settore petrolifero. Per questo motivo preferisce restare anonimo.
Come è profondo il mare - Il destino del petrolio sversato durante il disastro del Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.
In sintesi
Nell'Aprile del 2010, la vita marina del Golfo del Messico è stata sconvolta da un evento le cui conseguenze sono tuttora largamente ignote. L'esplosione di un pozzo di estrazione della compagnia British Petroleum (qui di seguito BP), posto a circa 1500 metri di profondità, ha determinato lo sversamento in mare di circa 500mila tonnellate di petrolio, più un altro 24% considerando la frazione gas, come metano, propano etc. (Per un riassunto ed approfondimenti vedi qui).
Con una tale quantità di petrolio si possono riempire più di 315 piscine olimpioniche, e con la sola parte gassosa fino a 35 miliardi di Zeppelin. Provate per un solo attimo ad immaginare un cielo così. A causa delle difficoltà nelle operazioni di richiusura del pozzetto, lo sversamento è proseguito per 83 giorni, diventando il più grande sversamento di petrolio nella storia degli Stati Uniti d'America, e secondo solo - nel mondo - a quello intenzionale di Saddam Hussein durante la guerra del Golfo del 1991 (qui una lista prima del Deepwater Horizon. L'equivalente in galloni è di 200 milioni).
Che fine ha fatto il petrolio?
Stime di un gruppo di esperti del governo USA indicano che solo una minima frazione è stata recuperata (16-17%), mentre la maggior parte è stata dispersa (intenzionalmente o naturalmente) nell'ambiente: o disciolta in mare, oppure precipitata nel mare profondo, oppure evaporata. Di un'altra parte ancora si sono perse completamente le tracce (circa il 22%).
Secondo una nuova ricerca, uno degli insetticidi più diffusi ha come effetto collaterale di uccidere una percentuale significativa dello sperma delle api, offrendo così una possibile spiegazione per la drastica diminuzione nella popolazione mondiale di api.
Un gruppo di scienziati svizzeri ha indagato su come una categoria di insetticidi neuro-attivi, chiamati neonicotinoidi, possa danneggiare le api. I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sul Royal Society B’s journal Proceedings.
[...] L'esperimento ha mostrato che i maschi delle api che consumavano polline trattato con neonicotinoidi producevano il 39% in meno di sperma di quelli che non erano stati esposti alle stesse sostanze.
Secondo la ricerca, "il diffuso utilizzo profilattico dei neonicotinoidi potrebbe avere sottovalutato effetti contraccettivi sugli insetti, limitandone la capacità di conservazione". I ricercatori dell'università di Berna hanno commentato che "le funzioni riproduttive non sono state pienamente interrotte, ma è diventato chiaramente più difficile per le api regina concepire, accoppiandosi con maschi che hanno perso parte della loro forza virile".
Questo documentario è stato mandato in onda dalla TV della svizzera italiana nell'agosto del 2014. Circa un anno dopo, però, è scomparso dalle pagine del loro sito, e la versione online non è più stata disponibile. Anche la versione caricata su youtube è stata rimossa, con la giustificazione della "violazione dei diritti d'autore". Ora qualcuno lo ha ricaricato su un altro account, ma rischia di non restarci a lungo. Consigliamo a chi è interessato di vederlo (e magari anche di scaricarlo).
NOTA: nella prima parte il documentario è abbastanza pedante, e spesso il linguaggio scade a livello della trasmissione "Mistero". Nonostante questo ritengo che nella seconda parte - quando si inizia a parlare di Majorana - ci siano diverse testimonianze molto interessanti, da parte di persone coinvolte direttamente nei fatti. Di certo il documentario contribuisce a gettare nuova luce sulla misteriosa scomparsa del fisico italiano, avvenuta nel 1938.
Fonte PandoraTV
di Ginevra dell'Orso
L'orto senza tempo è una filosofia di vita, che giorno dopo giorno sta radicandosi all'interno di una società oramai al collasso, come quella attuale in cui viviamo. L'orto non rappresenta solo la coltivazione di frutta e verdura, ma evoca soprattutto la terra, il contatto con un elemento che oramai ci sembra distante, anacronistico, specialmente quando si è nati e cresciuti in contesti urbani che risucchiano pensieri e intenzioni.
Siamo in un'epoca in cui l'inorganico, il sintetico, hanno preso il posto di ciò che dovrebbe rappresentare il "naturale" e l'ovvio: un'epoca tecnologica, massificata, piegata ai voleri dei mass media e della mistificazione più sfrenata di una realtà sfuggente.
Per fortuna, c'è un tempo per ogni cosa, e lentamente si sta riscoprendo una nuova presa di consapevolezza, un bisogno atavico e rigoroso verso ciò che ci appartiene a livello molecolare, istintivo, che cerchiamo inconsciamente quasi con bramosia. Ecco che nasce la passione per tutto ciò che concerne il biologico, l'organico, l'eco-sostenibile, il riciclabile e di conseguenza con la terra, nuda e cruda. Piantare un seme, bagnarlo, curarlo e, infine, vedere il risultato finale, è una piccola, grande magia, sia che si tratti di un fiore, o di un ortaggio.
Di Elia Dallabrida
Si è parlato molto, di recente, dell’impatto della carne sulla salute umana, ma purtroppo si sono trascurati altri aspetti altrettanto importanti: il consumo delle risorse, l’inquinamento idrico, la deforestazione, la degradazione del suolo, la perdita della biodiversità, la violazione dei diritti umani per quelle popolazioni autoctone che vivono nei territori sfruttati dagli allevatori e dagli agricoltori, dello spreco delle risorse alimentari.
La sfida della sostenibilità
Per chi segue da tempo questo argomento, è ormai noto che questo mercato non è ecosostenibile né ecocompatibile, in quanto consuma più risorse di quelle che produce ed ha un impatto decisamente negativo sull’ambiente, specialmente nel caso delle carni bovine. Com’è ovvio la quantità di cibo assunto da un animale non produce un’analoga quantità di massa corporea: una parte andrà bruciata dall’organismo per il processo di conversione, cioè il mantenimento delle normali funzioni vitali e per lo svolgimento delle azioni di vita quotidiana, un’altra parte andrà bruciata per la crescita e lo sviluppo della sua struttura corporea, e un’ultima parte verrà infine espulsa come scorie.
In zootecnia il rapporto fra cibo ingerito e crescita dell’organismo è noto come indice di conversione alimentare , definito come la quantità di mangime, espressa in kg, necessaria per depositare 1 kg di peso vivo. Ad esempio, la quantità di mangime che un suino di 30 kg mangia per arrivare al peso di 31 kg. È un valore adimensionale. [1]
Questo documentario pone una domanda molto semplice: se è vero che il riscaldamento globale (causato dall'uomo) non esiste, perchè i ghiacciai si stanno sciogliendo così in fretta?
(Ricordatevi di attivare i sottotitoli in italiano)
Fonte Puro amx
Dal sito di Maurizio Blondet pubblichiamo:
Il CLIMATISMO: LA NUOVA IDEOLOGIA
Nei giorni della colossale Conferenza sul Clima che si apre a Parigi, prova generale di governo globale della finanza – sotto specie di allarmismo climatico – esce il volume IL CLIMATISMO: UNA NUOVA IDEOLOGIA di Mario Giaccio, per le edizioni 21 Secolo. Una lettura necessaria per contrastare l’alluvione di falsificazioni che ci verranno ammannite a palate sui media. Ne dò qui la prefazione di Umberto Crescenti (Professore Emerito di Geologia Applicata, Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara).
La Francia è stata ufficialmente nominata paese ospitante della ventunesima Conferenza Parigi 2015 sul Clima (COP21); questa si terrà al Bourget dal 30 novembre all'11 dicembre 2015. In quanto paese che presiede la COP, dovrà facilitare il dialogo tra tutte le parti partecipanti al negoziato, al fine di stabilire un clima di fiducia reciproca, di far convergere i diversi punti di vista e di permettere l'adozione di un accordo all'unanimità.
In primo luogo si cercherà un accordo ambizioso e vincolante per la sfida del cambiamento climatico, che si applicherebbe a tutti i paesi. Infatti è dato per scontato che è in atto un cambiamento climatico dovuto per la massima parte alle attività umane e che per evitare pericolose interferenze delle attività umane sul clima, un aumento accettabile della temperatura media superficiale del pianeta non deve superare i due gradi rispetto ai livelli preindustriali. Prima si interviene, minori saranno i costi. Il 2015 rappresenta il termine ultimo per raggiungere un nuovo accordo globale legalmente vincolante che possa subentrare alla piattaforma di Kyoto dal 2020.
Una componente fondamentale sarà anche il finanziamento della lotta al cambiamento climatico; una tappa è stata raggiunta con la prima capitalizzazione del Fondo verde con una somma di 9,3 miliardi dollari, di cui quasi un miliardo proveniente dalla Francia.
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