massimo vado di fretta e per giunta faccio pure un O.T. e ne chiedo scusa..(forse non è neanche un O.T.), sai niente di un certo maurizio sarlo e di questa cosa chiamata COEMM. Una specie di passaparola sottovoce che va allargandosi sempre di più per risanare l'italia e formare una nuova cultura.. se puoi, quando puoi per favore, faresti mica un articoletto su questa cosa..? grazie stella
Stella,sarebbe il caso di non parlarne qui.... io ne faccio parte e si chiede RISERVATEZZA, che non è segretezza, ma questione di delicatezza verso un progetto rivoluzionario in senso buono a cui si può credere o meno, ma è bellissimo.... si fa presto a screditarlo...vedasi M5S....... non diamolo in pasto ai lupi!
Napolitano: Trovo persuasivi gli argomenti sull'inconsistenza e pretestuosità di questa iniziativa referendaria. Non si possono dare significati simbolici a un referendum. Ci si pronuncia su quesiti specifici che dovrebbero essere ben fondati. Non è questo il caso
Non sono un fan di Napolitano, anzi, ma su sto referendum gli do ragione. 300 e passa milioni buttati nel cesso. Gli unici contenti son coloro che lavorano nella macchina organizzativa e che quei soldi se li spartiscono. Easy money.
..tu occupati pure di diritti civili e d'ideozia che fa democrazia... ...e preparaci pure un altro referendum...questa volta per sapere... ..dove che i cani devono pisciare...
@igork58 a) l'articolo di legge va abolito senza meno perché è un regalo alle multinazionali petrolifere, a nostre spese. Infatti esso proroga di fatto la concessione "fino a esaurimento del giacimento", cosa mai vista giacché le concessioni si rinnovano di volta in volta imponendo condizioni di compatibilità ambientale (e/o addirittura economiche) per il rinnovo stesso, che altrimenti non si potrebbero imporre. Con l'attuale articolo di legge succede che quando i giacimenti sono quasi esauriti le multinazionali smettono di estrarre (la metà di tali pozzi sono infatti FERMI) perché se estraessero l'ultimo barile/mc la concessione decadrebbe ipso iure e loro sarebbero quindi costrette a smantellare la piattaforma e bonificare l'area. In questo modo si evita alle multinazionali di sostenere gli alti costi del deconditioning. Una marchetta clamorosa. Peraltro, votare sì non esclude la possibilità dei rinnovi di concessione di volta in volta in casi specifici, quando sia opportuno e alle condizioni opportune. b) i 300 milioni spesi per questo referendum sono tutti da addebitare al Governo che, per far fallire la consultazione con un craxiano invito ad andare al mare, non ha voluto accorparla alle elezioni amministrative. In quel caso il referendum sarebbe stato a costo zero. Quindi, oltre alla marchetta anche la dilapidazione di 300M per difenderla. c) Napolitano ha dimostrato una volta di più la sua natura di alto traditore, prono a tutt'altri interessi - ed è grave che quell'invito venga da un presidente emerito (Crozza: è come se il papa emerito Benedetto XVI invitasse a non andare a messa la domenica)
Fra l'altro, mi sembra di aver capito che questi bastardi ci pagano le royalties solo da una certa quantità di greggio estratto in su. Quindi, basta che si limitino a non superare quella soglia, e possono andare avanti per altri 50 anni ad estrarre il nostro petrolio senza darci una lira.
Decommissioning, se vuoi usare il termine inglese che indica lo smantellamento della piattaforma. Non sono d'accordo su neanche un punto di quello che dici. Poi nel caso di Napolitano la frase che ho citato non contiene nessun invito. Solo un'opinione riguardo al referendum.
In secondo luogo, finche' c'e' il quorum, e' un atto politico pure quello di non andare a votare. Quando e se toglieranno il quorum, vedrai che nessuno invitera' la gente a non andar a votare. Stesso discorso per il non accorpamento del referendum alle amministrative. Tutto il resto son chiacchiere.
e poi quelle che pagano sono le piu' basse del mondo
Per estrarre petrolio le compagnie devono versare dei “diritti”, le cosiddette royalties. Ma per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae. E i petrolieri ringraziano.
Readanzucco , ci son anche le tasse. In Italia siamo sul 63%
Paesi europei confrontati con l’Italia sono Danimarca, Francia, Irlanda, Norvegia e UK, caratterizzati, però, da ampie differenze circa gli strumenti di prelievo fiscale, i livelli di produzione di idrocarburi e la reddittività degli investimenti. Dal raffronto emerge con chiarezza che gli Stati con maggiore prelievo fiscale sono in genere quelli con più alta produzione, dove le imprese riescono ad ottenere alta redditività e a garantire un alto flusso di investimenti ed occupazione nel tempo. In Italia, al contrario, la produzione è ridotta, la redditività contenuta con investimenti rallentati, ma la pressione fiscale è relativamente alta. Tra i Paesi europei con alta produzione, alta redditività ed alta tassazione troviamo, Norvegia e UK, con prelievi fiscali in media, rispettivamente, del 78% e tra il 68 e l’82%. Tra gli Stati con bassa produzione ma alta redditività degli investimenti troviamo l’Irlanda, il cui basso prelievo, in media tra il 25 e il 45%, è volto a incentivare la produzione, attualmente sotto il mln.tep. La Francia è invece l’unico dei Paesi analizzati con bassa produzione, redditività media, e basso prelievo fiscale, in media tra il 37 ed il 50%, anche in questo caso diretto a favorire l’aumento della produzione. Infine, ridotta produzione, bassa redditività ma alta pressione fiscale sono riscontrabili in Danimarca e Italia, i cui prelievi sono in un range del 64-77,5% (Danimarca) e del 50-67,9% (Italia).
Ho fatto la mia dichiarazione di voto su FB per aiutare gli amici che hanno poca voglia di informarsi. La condivido anche qui. Non essendo un esperto potrei aver tratto conclusioni poco attendibili, ve le sottopongo per essere debunkato.
"Ecco perché voterò si al referendum di Domenica.
Si vota per mantenere o eliminare dal testo di legge questa frase: fino all' esaurimento del giacimento. La norma interessa le concessioni già esistenti per la ricerca e l' estrazione di petrolio e gas entro 12 miglia dalla costa.
E' importante sapere due cose: -Le riserve di petrolio presenti in tutto il territorio italiano sono risibili; prendendo in considerazione solo il petrolio dei fondali marini le riserve diventano risibilissime, e se consideriamo le riserve presenti entro le 12 miglia, cioé quelle interessate dal referendum, il totale è "molto risibilissimo". Tanto per dare un' idea è stato calcolato che se venissero utilizzate tutte le riserve italiane di petrolio, dette riserve garantirebbero energia a tutta la nazione per sole sei/sette settimane.
-La seconda cosa da sapere è che l' Italia guadagna pochissimo dalle concessioni petrolifere. Ogni giacimento, sotto una certa soglia di estrazione, ovvero 50mila tonnellate annue, non deve pagare le royalty e infatti accade che solo il 21% delle concessioni a fine anno paga.
Veniamo dunque al dunque con un esempio: Abbiamo un giacimento X sfruttato dalla società Y che ha la concessione, mettiamo, fino al 2020. Vediamo cosa succede in caso di vittoria del si e cosa potrebbe succedere se vincesse il no.
-Se vince il SI. La società Y può estrarre petrolio e fare nuove ricerche fino al 2020, cercando di sfruttare al massimo il giacimento che, esaurito o meno, alla scadenza del contratto di concessione, deve essere fermato. Dal momento in cui termina il contratto, la società petrolifera è tenuta a smantellare la piattaforma di estrazione e bonificare l' area. Può succedere, insomma, che sfruttando a buon ritmo il giacimento, vengano estratte più delle 50mila tonnellate annue che consentono all' Italia di avere qualche guadagno sulle royalty e inoltre c'è la garanzia che le piattaforme, esaurito il compito e ormai obsolete, vengano smantellate.
-Se vince il no. Qui naturalmente facciamo un po' di sano complottismo. Se vince il no, la società Y, vista la poca redditività del pozzo, può decidere di estrarre il minimo possibile. Ma perché una società dovrebbe lavorare meno di quanto possibile? Facile: innanzitutto estraendo petrolio sotto la soglia delle 50mila tonnellate annue tutto ciò che viene estratto è libero da royalty, cioè è tutto guadagno per il petroliere e zero per lo stato. Inoltre, avvicinandosi all' esaurimento del giacimento, la società petrolifera potrebbe cominciare ad estrarre anche solo una goccia all' anno in modo da tenere il giacimento operativo. Perché dovrebbe fare questa operazione che sembra antieconomica? Semplice: in caso di esaurimento del giacimento, la società proprietaria della concessione, come già detto, è tenuta a smantellare (con costi esorbitanti) le vecchie piattaforme, mentre se il giacimento ha ancora risorse, la società può mantenere la piattaforma operativa finché gli sta bene, fossero anche altri duecento anni. Quindi il no permetterebbe alle società titolari di concessione di estrarre petrolio (o gas) con molta calma e senza pagare royalty all' Italia e, una volta avvicinati all' esaurimento del pozzo, permetterebbe di mantenere in vita il giacimento quasi all' infinito in modo da evitare di spendere un pozzo di soldi per lo smantellamento delle piattaforme ormai inutili.
Questo è il motivo per cui voterò si: per non rischiare che le piattaforme presenti entro le 12 miglia rimangano operative per un tempo indefinito andando a fare parte stabile del paesaggio costiero italiano, con tutti i rischi che può portare tenere una piattaforma aperta e con tutto lo scempio anche estetico che tali piattaforme creano. Senza contare che niente smantellamento significa anche niente bonifica del territorio."
50000 ton a 1000 euro a ton son 50milioni di euro 300000 ton a 1000 euro a ton son 300milioni di euro meno il 7% su 250milioni cioe' 17,5 milioni. Tot: 282,5
Te Giano preferiresti incassar 300milioni in 5 anni o 282 subito????
Trovo schifoso che bisogna raggiungere il 50%+1 in un referendum...non ha senso..
Da una parte si parla di "nostro" petrolio, coll'illusione che una carta d'identità sia un collante...forse i pomodori dell'orto sono "miei"...
Saper che l'Italcementi è germanica a me non cambia la vita....sapendo poi l'identità dei Pesenti..men che meno...
A chi appartiene il petrolio? Vorrei rispondere: Ai delfini che per fortuna quando nuotano in Tunisia non son magrebini, come non son "terroni" nel mar di Sicilia...e crucchi dalle parti di Hamburg..
Se vince il no, la società Y, vista la poca redditività del pozzo, può decidere di estrarre il minimo possibile. Ma perché una società dovrebbe lavorare meno di quanto possibile? Facile: innanzitutto estraendo petrolio sotto la soglia delle 50mila tonnellate annue tutto ciò che viene estratto è libero da royalty, cioè è tutto guadagno per il petroliere e zero per lo stato.
50000 ton a 1000 euro a ton son 50milioni di euro 300000 ton a 1000 euro a ton son 300milioni di euro meno il 7% su 250milioni cioe' 17,5 milioni. Tot: 282,5
Te Giano preferiresti incassar 300milioni in 5 anni o 282 subito????
282,5 subito, ovvio. Anche le compagnie petrolifere dovrebbero pensarla così, no? Allora mi chiedo, perché spingono per prendersela calma calma?
Ma chi te l'ha detto che se la prendono con calma. Teoricamente quando il petrolio era a 120$ a barile avrebbero dovuto pompar a manetta. invece se ti guardi i grafici delle varie piattaforme cosi' non e' stato.
(...) 282,5 subito, ovvio. Anche le compagnie petrolifere dovrebbero pensarla così, no? Allora mi chiedo, perché spingono per prendersela calma calma?
Se non pagano alcuna royalty significano che lo "fanno" al di là di tutti i perché. Inoltre mi piacerebbe sapere se qualcuno ha quantificato i costi di smantellamento e bonifica?
Ma chi te l'ha detto che se la prendono con calma. Teoricamente quando il petrolio era a 120$ a barile avrebbero dovuto pompar a manetta. invece se ti guardi i grafici delle varie piattaforme cosi' non e' stato.
In Norvegia non si pagano le royalties. quindi??
Se non se la prendono con calma che bisogno c'è di prolungare le concessioni all' infinito? Se il petrolio da estrarre è tutto sommato poca cosa, perché non estrarlo tutto entro i termini della concessione? E' questa la domanda che mi pongo. Ripeto, è solo una domanda, non ho nessuna certezza in merito.
Quoting LoneWolf58:
Quoting Giano:
(...) 282,5 subito, ovvio. Anche le compagnie petrolifere dovrebbero pensarla così, no? Allora mi chiedo, perché spingono per prendersela calma calma?
Se non pagano alcuna royalty significano che lo "fanno" al di là di tutti i perché. Inoltre mi piacerebbe sapere se qualcuno ha quantificato i costi di smantellamento e bonifica?
Ciao Lone, questi dati sarebbero molto interessanti, ho cercato un po' ma non ho trovato nulla...
Se non se la prendono con calma che bisogno c'è di prolungare le concessioni all' infinito? Se il petrolio da estrarre è tutto sommato poca cosa, perché non estrarlo tutto entro i termini della concessione? E' questa la domanda che mi pongo. Ripeto, è solo una domanda, non ho nessuna certezza in merito.
Da quel che ho capito anche in caso di vittoria del si', alla fine della concessione potranno cmq prolungare il periodo d'estrazione. Non sara' automatico.
il problema per il governo delle Lobby se vince il Si è proprio quello della scadenza delle concessioni, perché estraendo il minimo dai pozzi non si pagano le royalty mentre se ai fretta ed estrai il massimo possibile dai pozzi superi la quota che ti esenta dal pagamento delle royalty e ti tocca pagare i cittadini.
in più dover ritrattare ogni 5 anni la concessione significa meno potere per i petrolieri.
D.P.R. 361/1957 - Art. 98: "Il pubblico ufficiale, chiunque investito di un pubblico potere o funzione si adopera a costringere gli elettori o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni"
Legge 25 maggio 1970, n. 352. - Art. 51: "Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino ... astensioni di voto relativamente ai referendum"
Se non se la prendono con calma che bisogno c'è di prolungare le concessioni all' infinito? Se il petrolio da estrarre è tutto sommato poca cosa, perché non estrarlo tutto entro i termini della concessione? E' questa la domanda che mi pongo. Ripeto, è solo una domanda, non ho nessuna certezza in merito.
Da quel che ho capito anche in caso di vittoria del si', alla fine della concessione potranno cmq prolungare il periodo d'estrazione. Non sara' automatico.
Se le cose stanno così non ci ho capito nulla. Ma stanno così? Quoting perspicace:
D.P.R. 361/1957 - Art. 98: "Il pubblico ufficiale, chiunque investito di un pubblico potere o funzione si adopera a costringere gli elettori o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni"
Legge 25 maggio 1970, n. 352. - Art. 51: "Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino ... astensioni di voto relativamente ai referendum"
D.P.R. 361/1957 - Art. 98: "Il pubblico ufficiale, chiunque investito di un pubblico potere o funzione si adopera a costringere gli elettori o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni"
Legge 25 maggio 1970, n. 352. - Art. 51: "Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino ... astensioni di voto relativamente ai referendum"
Vuoi vedere Napo al gabbio, dì la verità!
Se in Italia la magistratura facesse rispettare la legge anche Matteo Renzi andrebbe arrestato.
il problema per il governo delle Lobby se vince il Si è proprio quello della scadenza delle concessioni, perché estraendo il minimo dai pozzi non si pagano le royalty mentre se ai fretta ed estrai il massimo possibile dai pozzi superi la quota che ti esenta dal pagamento delle royalty e ti tocca pagare i cittadini.
in più dover ritrattare ogni 5 anni la concessione significa meno potere per i petrolieri.
50000 ton sono circa 380000 barili, che al prezzo attuale (40$) fanno 15.200.000$. Il 7% e' 1.064.000$. Pozzi di petrolio poi in Italia sono in minoranza forte.
Bisogna far un referendum da 300Milioni di euro per ste cazzatine??
Calcola che un drillship o semisub costa al giorno sui 500000$.
il problema per il governo delle Lobby se vince il Si è proprio quello della scadenza delle concessioni, perché estraendo il minimo dai pozzi non si pagano le royalty mentre se ai fretta ed estrai il massimo possibile dai pozzi superi la quota che ti esenta dal pagamento delle royalty e ti tocca pagare i cittadini.
in più dover ritrattare ogni 5 anni la concessione significa meno potere per i petrolieri.
50000 ton sono circa 380000 barili, che al prezzo attuale (40$) fanno 15.200.000$. Il 7% e' 1.064.000$. Pozzi di petrolio poi in Italia sono in minoranza forte.
Bisogna far un referendum da 300Milioni di euro per ste cazzatine??
Calcola che un drillship o semisub costa al giorno sui 500000$.
Accendi un attimo il cervello a leggi questa frase:
Il governo Renzi ha deciso di fare il referendum il 17 aprile da solo invece che accorparlo con le elezioni amministrative
Se c'è un colpevole di questa spesa di 300 milioni di € ebbene quel colpevole va trovato in chi ha deciso di non accorpare il referendum nelle giornate di voto delle amministrative, non i chi ha richiesto il referendum
il problema per il governo delle Lobby se vince il Si è proprio quello della scadenza delle concessioni, perché estraendo il minimo dai pozzi non si pagano le royalty mentre se ai fretta ed estrai il massimo possibile dai pozzi superi la quota che ti esenta dal pagamento delle royalty e ti tocca pagare i cittadini.
in più dover ritrattare ogni 5 anni la concessione significa meno potere per i petrolieri.
50000 ton sono circa 380000 barili, che al prezzo attuale (40$) fanno 15.200.000$. Il 7% e' 1.064.000$. Pozzi di petrolio poi in Italia sono in minoranza forte.
Bisogna far un referendum da 300Milioni di euro per ste cazzatine??
Calcola che un drillship o semisub costa al giorno sui 500000$.
Accendi un attimo il cervello a leggi questa frase:
Il governo Renzi ha deciso di fare il referendum il 17 aprile da solo invece che accorparlo con le elezioni amministrative
Se c'è un colpevole di questa spesa di 300 milioni di € ebbene quel colpevole va trovato in chi ha deciso di non accorpare il referendum nelle giornate di voto delle amministrative, non i chi ha richiesto il referendum
Non e' previsto dalla legge l'accorpamento tra elezioni e referendum. Sinceramente essendoci il quorum per me e' giusto. I referendum erano 6 ed avevano un senso. Questo rimasto e' solo strumentale. Basta veder che appunto di trivellazioni neanche si parla.No triv cosa??
Che caxxo centra che non è previsto dalla legge l'accorpamento dei referendum alle elezioni?
Il governo Renzi ha deciso di buttare via 300 milioni di euro che potevamo risparmiare se accorpava il referendum alle elezioni amministrative questo è il FATTO, punto non ce altro da discutere.
Puoi solo arrabbiarti con il governo Renzi per aver buttato 300 milioni di euro nel cesso.
Un governo che ha a paura di mandare il suo popolo alle urne non è un governo democratico e un regime.
Che caxxo centra che non è previsto dalla legge l'accorpamento dei referendum alle elezioni?
Il governo Renzi ha deciso di buttare via 300 milioni di euro che potevamo risparmiare se accorpava il referendum alle elezioni amministrative questo è il FATTO, punto non ce altro da discutere.
Puoi solo arrabbiarti con il governo Renzi per aver buttato 300 milioni di euro nel cesso.
Un governo che ha a paura di mandare il suo popolo alle urne non è un governo democratico e un regime.
C'entra che bisogna fare una legge ad hoc per poterli accorpare. Che non ci sia altro da discutere mi trovi d'accordo.
(...) Non e' previsto dalla legge l'accorpamento tra elezioni e referendum. Sinceramente essendoci il quorum per me e' giusto. I referendum erano 6 ed avevano un senso. Questo rimasto e' solo strumentale. Basta veder che appunto di trivellazioni neanche si parla.No triv cosa??
Bastava rifiutare la scheda referendaria per non entrare nel quorum e votare solo per le amministrative... 300 mln risparmiati.
(...) Non e' previsto dalla legge l'accorpamento tra elezioni e referendum. Sinceramente essendoci il quorum per me e' giusto. I referendum erano 6 ed avevano un senso. Questo rimasto e' solo strumentale. Basta veder che appunto di trivellazioni neanche si parla.No triv cosa??
Bastava rifiutare la scheda referendaria per non entrare nel quorum e votare solo per le amministrative... 300 mln risparmiati.
Ti chiedo se il costo delle amministrative in 1300 e rotti comuni son 300 e passa milioni di euro.
Si puo' dir allora che invece di 300 milioni si buttano nel cesso 200 o piu'??
Bastava rifiutare la scheda referendaria per non entrare nel quorum e votare solo per le amministrative... 300 mln risparmiati.
prima scrivi questo. Ti faccio notar che non e' cosi' e vieni fuori con questo
Quote:
Anche fossero stati solo 5 i milioni risparmiati è il principio che conta...
Ma che parli di principio se sai benissimo come funziona. C'e' il quorum, renzi o chi per lui non vuole si raggiunga e non accorpa referendum ed elezioni. E' semplicemente politica.
(...) Ma che parli di principio se sai benissimo come funziona. C'e' il quorum, renzi o chi per lui non vuole si raggiunga e non accorpa referendum ed elezioni. E' semplicemente politica.
Allora viva l'antipolitica.
Questa volta erano amministrative si poteva risparmiare di meno... ma la volta scorsa (2006) erano politiche altri 300 mln nel cesso...
Io credo che il valore politico superi il valore tecnico.
Renzi ha invitato a non votare. Così facendo ha dato (lui) valore politico al referendum. Se avesse detto: "attendo il risultato e mi adeguo" la consultazione avrebbe avuto una valenza solo tecnica e forse non sarebbe stata nemmeno interessante.
La domanda è: perché lo ha fatto? Perché si è esposto pubblicamente? Se l'impatto del quesito fosse così marginale per gli interessi dei petrolieri, perché prenotare una sconfitta politica sicura?
Di fatto politicamente la sconfitta è certa. Anche se non si raggiunge il quorum il risultato è scontato. E da molti sarà letto come un "renzi si (NO), renzi no (SI)".
(...) Ma che parli di principio se sai benissimo come funziona. C'e' il quorum, renzi o chi per lui non vuole si raggiunga e non accorpa referendum ed elezioni. E' semplicemente politica.
Allora viva l'antipolitica.
Questa volta erano amministrative si poteva risparmiare di meno... ma la volta scorsa (2006) erano politiche altri 300 mln nel cesso...
Lonewolf, che tolgano il quorum dal referendum. Finche' c'e' e quindi esiste l'opzione di farlo fallire con l'astensionismo, non trovo giusto portar gente al seggio per altri motivi.
Purtroppo in quei giorni io non mi troverò possibilitato a innalzare il quorum. Tengo però a precisare che: innalzerò il Pil; avendo dovuto fare più 12 km per votare almeno potenzialmente lo si potrebbe considerare un sì.
Io credo che il valore politico superi il valore tecnico.
Il significato di questo referendum è esclusivamente politico. L'impatto pratico per chi è direttamente coinvolto è risibile, quello sui cittadini è praticamente nullo. Infatti il referendum è stato promosso dalle regioni, non dai cittadini. Tra i più disinformati, nonché disinformatori sull'argomento predominano i promotori del SI. Si tratta di un voto filo-governativo o anti-governativo, stop.
Avendo tempo da perdere, sarebbe curioso andare a ripescare i post di chi si lamenta di un'Italia svenduta alle multinazionali straniere e poi promuove il SI a un voto in cui l'unica azienda ad essere danneggiata sarebbe l'ENI.
Pare che questo referendum nasca per impedire una truffa. Spostare il discorso ad altre questioni è depistaggio . No Trivelle non centra.
La situazione è che il referendum assume la funzione di sanare l’illegittimità di una norma (truffa) dal governo ( regalo ai petrolieri che consiste nel liberalizzare, rendendole eterne, le concessioni già accordate entro le dodici miglia)
Barbara Spinelli ha fatto arrivare la norma sulle concessioni a vita con una interrogazione in Commissione Europea. Se il referendum non raggiungerà il quorum, gli italiani rischiano di dover pagare una multa salata all’ Europa.
Io credo che il valore politico superi il valore tecnico.
Renzi ha invitato a non votare. Così facendo ha dato (lui) valore politico al referendum. Se avesse detto: "attendo il risultato e mi adeguo" la consultazione avrebbe avuto una valenza solo tecnica e forse non sarebbe stata nemmeno interessante.
La domanda è: perché lo ha fatto? Perché si è esposto pubblicamente? Se l'impatto del quesito fosse così marginale per gli interessi dei petrolieri, perché prenotare una sconfitta politica sicura?
Di fatto politicamente la sconfitta è certa. Anche se non si raggiunge il quorum il risultato è scontato. E da molti sarà letto come un "renzi si (NO), renzi no (SI)".
Stralcio d'un articolo del 2012 sugli incentivi energie pulite: Riporto tra virgolette, senza commentare, quanto scriveva in marzo(1012) lo stesso Ministero dello Sviluppo:
“L’approccio finora seguito per l’incentivazione dalle fonti rinnovabili non è stato ottimale”.
“Si è teso a privilegiare lo sviluppo di energia rinnovabile elettrica rispetto ai settori calore trasporti o all’efficienza energetica che, invece, sono modalità economicamente più efficienti per il raggiungimento degli obiettivi”.
“Il ritorno economico sulla filiera italiana è stato spesso non ottimale, a causa delle forti spinte su tecnologie dove l’Italia non ha una leadership mondiale”.
“Gli incentivi corrisposti negli ultimi anni sono stati molto generosi sia in rapporto a quanto corrisposto in altri paesi europei (in molti casi oltre il doppio) sia in termini di ritorni garantiti agli investitori”.
“Non si sono previsti adeguati meccanismi di contenimento dei volumi di installazione sulla base degli obiettivi PAN: ciò ha causato una vera e propria esplosione degli impianti realizzati”.
“Nel fissare gli incentivi non si è tenuto conto del fatto che i costi delle tecnologie rinnovabili sono in rapida diminuzione”.
“Tutto questo si è tradotto in un costo molto elevato per il Paese: ad oggi gli incentivi pesano circa 9 miliardi di euro l’anno (quasi un quarto della bolletta totale italiana) di cui quasi 6 miliardi per il fotovoltaico. Il costo cumulato complessivo è di oltre 150 miliardi di euro”. (Il 10% del PIL annuale italiano, tanto per chiarire…).
“Questo rappresenta un aggravio di 120 euro all’anno per la famiglia media ovvero un’incidenza di circa il 23% sulla bolletta annua media”. (In realtà è molto peggio: 200 euro pro capite. Ma lo vedremo poi).
“Le energie rinnovabili hanno comportato un costo nascosto addizionale e problematiche gestionali significative per le reti elettriche”.
“Occorre rilanciare lo sviluppo delle energie rinnovabili con un approccio alla crescita più virtuoso, basato sulla efficienza dei costi e sulla massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese, valutando in particolare che in molti Paesi d’Europa è in corso un ripensamento”.
“Il mix di energie rinnovabili (elettriche termiche e l’efficienza energetica) per il futuro dovrà favorire le tecnologie più vantaggiose in termini di
-Minor costo unitario;
-Maggiori ricadute sulla filiera economica del Paese (ad esempio, percentuale del costo totale generato in Italia);
-Minor impatto ambientale (tenendo conto di vari fattori: emissioni, impatto sul paesaggio, presidio del territorio ecc) e sulle reti elettriche.
Da questo punto di vista occorre rivedere l’attuale gerarchia d’uso delle risorse economiche, spostando il più possibile risorse verso il settore termico e l’efficienza energetica.”
È allora quanto mai opportuno fare un poco di chiarezza per evitare di demonizzare questo strumento. Gli incentivi alle fonti rinnovabili, in particolare il cosiddetto Conto energia per il solare fotovoltaico, sono stati assai generosi e ciò ha favorito un’eccezionale espansione dell’industria lungo tutta la filiera produttiva. Hanno attirato imprese serie e motivate, ma hanno anche finito per favorire comportamenti al meglio disonesti e al peggio penalmente e civilmente rilevanti. Infine, come si sente ripetere ultimamente, hanno preso in larga misura la strada dell’estero perché le imprese produttrici di importanti componenti della tecnologia (i pannelli) sono soprattutto straniere: cinesi, americane e tedesche. Gli oneri sono stati posti a carico della bolletta elettrica (la cosiddetta componente A3) e quindi gravano sulle tasche degli italiani.
Poi spiega che non e' vero della bolletta ecc ecc.
Poi c'e' l'eolico, biomasse ecc ecc
Non son contrario agli incentivi, purtroppo col sistema italia finisce sempre in un magna magna.
Bisogna ricordare che questo "statista da strapazzo", oltre a rischiare di inquinare le nostre coste, è riuscito anche a buttare oltre 300 milioni di euro per non aver accorpato il referendum ad altre elezioni.
Bisogna ricordare che questo "statista da strapazzo", oltre a rischiare di inquinare le nostre coste, è riuscito anche a buttare oltre 300 milioni di euro per non aver accorpato il referendum ad altre elezioni.
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis??
infatti non son andato a votare. Come avrebbero dovuto far tutti, visto la presa per il culo di questo referendum. Sarebbe stato un messaggio per chi comanda: ste stronzate ve le votate da soli (come potevano benissimo fare)
Curioso che l'emilia romagna, che ha la maggioranza delle piattaforme, non sia tra i firmatari del referendum ed io della valle d'aosta dovrei decider le loro sorti. Mahhh
Presa per il culo? quando si da la possibilità alle persone di decidere non è mai una presa per il culo, fosse anche per definire qual'è il colore più bello.
Qui parliamo di una scelta che ha poco valore a livello industriale/produttivo (0,98% di incidenza sul consumo nazionale di energia) ma molto valore a livello sociale. Il quorum non verrà probabilmente raggiunto, ma avvicinarsi quantomeno al 50% sarà una dimostrazione che le menti iniziano a cambiare.
Condivido un articolo che analizza la questione sotto un punto di vista leggermente diverso:
Citazione david: Bisogna ricordare che questo "statista da strapazzo", oltre a rischiare di inquinare le nostre coste, è riuscito anche a buttare oltre 300 milioni di euro per non aver accorpato il referendum ad altre elezioni.
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis?? ------------------------------------------------------------------------------------
Aspettavi alle prossime elezioni nazionali di fare il referendum.
Scusate, quando ho scritto deconditioning intendevo ovviamente scrivere in realtà decommissioning, ossia smantellamento dell'impianto, a fine vite dello stesso, e bonifica del sito. Cosa mai fatta da noi. Un lapsus (rivelatore?) della tastiera… PS: ma igork58 non argomenta minimamente sul PERCHE' è in totale disaccordo con quanto ho scritto. Mi pare di aver riportato solo fatti evidenti e deduzioni elementari
Presa per il culo? quando si da la possibilità alle persone di decidere non è mai una presa per il culo, fosse anche per definire qual'è il colore più bello.
Qui parliamo di una scelta che ha poco valore a livello industriale/produttivo (0,98% di incidenza sul consumo nazionale di energia) ma molto valore a livello sociale. Il quorum non verrà probabilmente raggiunto, ma avvicinarsi quantomeno al 50% sarà una dimostrazione che le menti iniziano a cambiare.
Condivido un articolo che analizza la questione sotto un punto di vista leggermente diverso:
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis?? ------------------------------------------------------------------------------------ Aspettavi alle prossime elezioni nazionali di fare il referendum.
Non bisogna basarsi sul numero di Comuni chiamati alle elezioni amministrative ("solo" 1300) ma sul numero di cittadini chiamati al voto amministrativo e quindi sul NUMERO DI SEGGI già attivato in quell'occasione - il cui costo d'attivazione poteva esser risparmiato accorpando il referendum alle amministrative. E si dà il caso che che a tali consultazioni comunali siano coinvolte le più popolose città italiane, come Roma, Milano, Torino e Napoli. Quindi il risparmio derivante dall'accorpamento, pur inferiore ai 300M, gli sarebbe comunque significativamente vicino.
Quote:
Non e' previsto dalla legge l'accorpamento tra elezioni e referendum
Ma cosa vuol dire che nessuna legge obbliga all'accorpamento? Ci vuole una legge specifica su ogni singolo e minuto caso ipotizzabile (ne abbiamo già poche di leggi!) per esplicitare il sacrosanto principio fondativo di ogni pubblica amministrazione secondo cui è illegittimo buttar via soldi pubblici senza alcun apparente motivo se non un tornaconto politico (e non solo) di parte? E' forse necessaria una legge specifica per impedire che una pubblica amministrazione vada a comprare l'ovatta in Papua Nuova Guinea? Certe "obiezioni" mi lasciano davvero di stucco.
Quote:
D.P.R. 361/1957 - Art. 98: "Il pubblico ufficiale, chiunque investito di un pubblico potere o funzione si adopera a costringere gli elettori o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni" Legge 25 maggio 1970, n. 352. - Art. 51: "Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino ... astensioni di voto relativamente ai referendum"
Sarebbe davvero interessante capire se gli articoli di legge citati da perspicace siano ancora vigenti o siano stati astutamente neutralizzati da successive disposizioni. Se così non fosse, basterebbe la denuncia anche di un singolo cittadino per costringere l'autorità giudiziaria (purtroppo, la stessa del caso Uva) ad agire contro il bulletto di Rignano e il traditore ex-quirinalizio
Questo è lo stesso pirla che è andato a fare il complottista a La Zanzara a dire che i morti di Bruxelles erano finti: adesso, con la consueta lucidità, ci spiega perchè non vota contro le concessioni senza scadenza ai petrolieri:
Sertes, Salvo Mandarà è indubbiamente una brava persona ma da un po di tempo è fuori come un balcone ma proprio fuori. Non ha capito che serve strategia per cambiare le cose e consenso. Mi dispiace tanto ma che si sia allontanato dal M5S è soltanto un bene,lo chiamano alla Zanzara e in altri programmi solo per prenderlo per culo e nemmeno se ne accorge che gli ridono dietro.
Questo è lo stesso pirla che è andato a fare il complottista a La Zanzara a dire che i morti di Bruxelles erano finti: adesso, con la consueta lucidità, ci spiega perchè non vota contro le concessioni senza scadenza ai petrolieri
Ah non era da votar contro le trivellazioni in mare.
Ma cosa vuol dire che nessuna legge obbliga all'accorpamento? Ci vuole una legge specifica su ogni singolo e minuto caso ipotizzabile (ne abbiamo già poche di leggi!) per esplicitare il sacrosanto principio fondativo di ogni pubblica amministrazione secondo cui è illegittimo buttar via soldi pubblici senza alcun apparente motivo se non un tornaconto politico (e non solo) di parte? E' forse necessaria una legge specifica per impedire che una pubblica amministrazione vada a comprare l'ovatta in Papua Nuova Guinea? Certe "obiezioni" mi lasciano davvero di stucco.
non so' se e' necessaria una legge per l'ovatta in Papua Nuova Guinea, pero' per accorpar il referendum elle amministrative si'. E necessaria. Una nuova ad hoc.
Poi ti rispondo riguardo alla storia del tuo post sullo smantellamento delle piattaforme. Non sono d'accordo perche' son cifre modeste in quell'ambiente. In acqua bassa e vicino alla costa va dei 3 ai 10milioni di us$. Una piattaforma operativa ha comunque dei costi da sostenere. Quelle che te chiami multinazionali, e' l'ENI
#53 igork58 Citazione david: #47 igork58 l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis?? --------------------------------------------------------
Aspettavi alle prossime elezioni nazionali di fare il referendum.
Prima hai scritto una stronzata e te l'ho fatto notare. Potevi rispontere: gia' hai ragione, non sono 300 milioni. --------------------------------------------------------------------------------------------- Datti una calmata tastierista logorroico, fossero anche la metà o meno, i soldi spesi per questo referendum, sarebbero comunque troppi.
Al momento in cui scrivo (19.20), gli aggiornamenti (parziali) danno il 23% di affluenza: da un paese del genere, cosa ti vuoi attendere? E ti credo che può passare di tutto: azzeramento della costituzione, soppressione art.18, (imminente) revisione pensioni di reversibilità, tagli a sanità e previdenza... Un "popolo" (di coglioni) senza un minimo di senso civico, di identità ed appartenenza, non può che essere destinato all'annientamento.
sulla chat del F.Q. ci sono dei tali VERMI, ma VERMI...provocatori schifosi irregimentati... giuro che se un giorno scoppiasse il casino, la mia mazza da baseball la farei lavorare alla grandissima su quelle gigantesche teste di cazzo. Al Capone - De Niro di The Untouchables, mi farebbe una pippa a due mani.
sulla chat del F.Q. ci sono dei tali VERMI, ma VERMI...provocatori schifosi irregimentati... giuro che se un giorno scoppiasse il casino, la mia mazza da baseball la farei lavorare alla grandissima su quelle gigantesche teste di cazzo. Al Capone - De Niro di The Untouchables, mi farebbe una pippa a due mani.
Con la storia della dietrologia, il vecchietto maligno finisce per tirar dentro tutti quanti si battono contro la devastazione del territorio :
"Quelli sono i magistrati anti-Tav, anti Ilva, anti-trivelle, anti-tutto ciò che produce e dà lavoro qualificato ."
"Una magistratura retriva e arretrata perché priva di ogni cultura industriale, regressiva come i wahabiti, che sta imponendo la “sue” politiche (anti)industriali ad un governicchio facile da destabilizzare con scandali veri e presunti, grazie ad intercettazioni a tappeto 24 ore su 24."
Sarà pure guarito dal cancro, ma non sicuramente dal rinco.
Poi ti rispondo riguardo alla storia del tuo post sullo smantellamento delle piattaforme. Non sono d'accordo perche' son cifre modeste in quell'ambiente. In acqua bassa e vicino alla costa va dei 3 ai 10milioni di us$.
Dove hai preso questi (esigui) numeri? Io sono (anche, tra le altre cose) ingegnere, non sono giovanissimo (come te, suppongo, del '58), conosco quel comparto industriale così come conoscevo bene quello nucleare pre-referendum (mio fratello lavorava al progetto della centrale nucleare sperimentale PEC-ENEA di Monte Brasimone, sospeso dopo il referendum) e i numeri da te citati non mi risultano affatto. Soprattutto se consideri che il decommissioning non comporta solo lo smantellamento ma anche la bonifica dei siti. PS: il decommissioning non è stato mai eseguito neanche per i siti nucleari italiani. Non parliamo poi di stoccaggio delle scorie.
Poi ti rispondo riguardo alla storia del tuo post sullo smantellamento delle piattaforme. Non sono d'accordo perche' son cifre modeste in quell'ambiente. In acqua bassa e vicino alla costa va dei 3 ai 10milioni di us$.
Dove hai preso questi (esigui) numeri? Io sono (anche, tra le altre cose) ingegnere, non sono giovanissimo (come te, suppongo, del '58), conosco quel comparto industriale così come conoscevo bene quello nucleare pre-referendum (mio fratello lavorava al progetto della centrale nucleare sperimentale PEC-ENEA di Monte Brasimone, sospeso dopo il referendum) e i numeri da te citati non mi risultano affatto. Soprattutto se consideri che il decommissioning non comporta solo lo smantellamento ma anche la bonifica dei siti. PS: il decommissioning non è stato mai eseguito neanche per i siti nucleari italiani. Non parliamo poi di stoccaggio delle scorie.
Io non sono ingegnere, m'accontento d'esser piu' giovane pero' , son del 72. L'ambiente un po' lo conosco anch'io perche' ci lavoro ed ho presente di quanta grana gira. In net ho trovato questo e le cifre son quelle riportate nel post precedente. Ho visto pure che nel mar del nord si parla di cifre assai piu' alte, pero' c'e' da metter in conto la profondita' del mare e la distanza dalla costa. Oltreche' le strutture lassu' son assai grandi. Sul nucleare non ho idea, penso che posson sparar che prezzi che vogliono.
Segnalo un filmato su sky 24 inerente il referendum, un servizio secondo me ambiguo. Si evidenziano i costi del referendum e, per non essere troppo di parte, da un contentino ai pro SI evidenziando i possibili risparmi con l'accorpamento alle prossime comunali. Mi sembra un modo sibillino per insinuare nelle menti, se mai fosse necessario, l'idea dell'inutilità dei referendum. Sono giunto a Sky 24 da un link di Libero (provider della mia mail) video.sky.it/news/economia/i_costi_del_referendum/v280196.vid?ref=libero
Presa per il culo? quando si da la possibilità alle persone di decidere non è mai una presa per il culo, fosse anche per definire qual'è il colore più bello.
Qui parliamo di una scelta che ha poco valore a livello industriale/produttivo (0,98% di incidenza sul consumo nazionale di energia) ma molto valore a livello sociale. Il quorum non verrà probabilmente raggiunto, ma avvicinarsi quantomeno al 50% sarà una dimostrazione che le menti iniziano a cambiare.
Condivido un articolo che analizza la questione sotto un punto di vista leggermente diverso:
Spiegami quel tuo "molto valore a livello sociale"
Avvicinarsi al 50%, sarebbe stato un risultato simbolico, a significare che il popolo inizia a rendersi conto del suo valore, del suo potere, anche per cose di importanza pratica limitata, tanto per far capire al potere che i giorni in cui la gente si faceva esclusivamente i fatti del proprio pezzetto di giardino stanno per finire. Non è un caso che la grande maggioranza dell'elettorato era under 50. Vabè è andata male, ma nemmeno troppo.
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se puoi, quando puoi per favore, faresti mica un articoletto su questa cosa..?
grazie
stella
Non sono un fan di Napolitano, anzi, ma su sto referendum gli do ragione.
300 e passa milioni buttati nel cesso. Gli unici contenti son coloro che lavorano nella macchina organizzativa e che quei soldi se li spartiscono. Easy money.
..tu occupati pure di diritti civili e d'ideozia che fa democrazia...
...e preparaci pure un altro referendum...questa volta per sapere...
..dove che i cani devono pisciare...
Passano gli anni....
a) l'articolo di legge va abolito senza meno perché è un regalo alle multinazionali petrolifere, a nostre spese.
Infatti esso proroga di fatto la concessione "fino a esaurimento del giacimento", cosa mai vista giacché le concessioni si rinnovano di volta in volta imponendo condizioni di compatibilità ambientale (e/o addirittura economiche) per il rinnovo stesso, che altrimenti non si potrebbero imporre.
Con l'attuale articolo di legge succede che quando i giacimenti sono quasi esauriti le multinazionali smettono di estrarre (la metà di tali pozzi sono infatti FERMI) perché se estraessero l'ultimo barile/mc la concessione decadrebbe ipso iure e loro sarebbero quindi costrette a smantellare la piattaforma e bonificare l'area. In questo modo si evita alle multinazionali di sostenere gli alti costi del deconditioning. Una marchetta clamorosa.
Peraltro, votare sì non esclude la possibilità dei rinnovi di concessione di volta in volta in casi specifici, quando sia opportuno e alle condizioni opportune.
b) i 300 milioni spesi per questo referendum sono tutti da addebitare al Governo che, per far fallire la consultazione con un craxiano invito ad andare al mare, non ha voluto accorparla alle elezioni amministrative. In quel caso il referendum sarebbe stato a costo zero.
Quindi, oltre alla marchetta anche la dilapidazione di 300M per difenderla.
c) Napolitano ha dimostrato una volta di più la sua natura di alto traditore, prono a tutt'altri interessi - ed è grave che quell'invito venga da un presidente emerito (Crozza: è come se il papa emerito Benedetto XVI invitasse a non andare a messa la domenica)
Decommissioning, se vuoi usare il termine inglese che indica lo smantellamento della piattaforma.
Non sono d'accordo su neanche un punto di quello che dici.
Poi nel caso di Napolitano la frase che ho citato non contiene nessun invito. Solo un'opinione riguardo al referendum.
In secondo luogo, finche' c'e' il quorum, e' un atto politico pure quello di non andare a votare. Quando e se toglieranno il quorum, vedrai che nessuno invitera' la gente a non andar a votare. Stesso discorso per il non accorpamento del referendum alle amministrative. Tutto il resto son chiacchiere.
e poi quelle che pagano sono le piu' basse del mondo
Per estrarre petrolio le compagnie devono versare dei “diritti”, le cosiddette royalties. Ma per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae. E i petrolieri ringraziano.
www.greenpeace.org/.../referendum-trivelle
petrolioegas.it/.../...
qua la lista delle strutture presenti entro i 12 miglia.
Risultano quasi tutte Eni.
Se qualcuno ha informazioni di piattaforme di multinazionali straniere , mi faccia sapere. Edison era italiana.
Readanzucco , ci son anche le tasse. In Italia siamo sul 63%
Paesi europei confrontati con l’Italia sono Danimarca, Francia, Irlanda, Norvegia e UK, caratterizzati, però, da ampie
differenze circa gli strumenti di prelievo fiscale, i livelli di produzione di idrocarburi e la reddittività degli investimenti.
Dal raffronto emerge con chiarezza che gli Stati con maggiore prelievo fiscale sono in genere quelli con più alta
produzione, dove le imprese riescono ad ottenere alta redditività e a garantire un alto flusso di investimenti ed
occupazione nel tempo. In Italia, al contrario, la produzione è ridotta, la redditività contenuta con investimenti
rallentati, ma la pressione fiscale è relativamente alta. Tra i Paesi europei con alta produzione, alta redditività ed alta
tassazione troviamo, Norvegia e UK, con prelievi fiscali in media, rispettivamente, del 78% e tra il 68 e l’82%. Tra gli
Stati con bassa produzione ma alta redditività degli investimenti troviamo l’Irlanda, il cui basso prelievo, in media tra il
25 e il 45%, è volto a incentivare la produzione, attualmente sotto il mln.tep. La Francia è invece l’unico dei Paesi
analizzati con bassa produzione, redditività media, e basso prelievo fiscale, in media tra il 37 ed il 50%, anche in questo
caso diretto a favorire l’aumento della produzione. Infine, ridotta produzione, bassa redditività ma alta pressione
fiscale sono riscontrabili in Danimarca e Italia, i cui prelievi sono in un range del 64-77,5% (Danimarca) e del 50-67,9%
(Italia).
Da un'occhiata a questo PDF
unmig.sviluppoeconomico.gov.it/.../...
Non essendo un esperto potrei aver tratto conclusioni poco attendibili, ve le sottopongo per essere debunkato.
"Ecco perché voterò si al referendum di Domenica.
Si vota per mantenere o eliminare dal testo di legge questa frase: fino all' esaurimento del giacimento.
La norma interessa le concessioni già esistenti per la ricerca e l' estrazione di petrolio e gas entro 12 miglia dalla costa.
E' importante sapere due cose:
-Le riserve di petrolio presenti in tutto il territorio italiano sono risibili; prendendo in considerazione solo il petrolio dei fondali marini le riserve diventano risibilissime, e se consideriamo le riserve presenti entro le 12 miglia, cioé quelle interessate dal referendum, il totale è "molto risibilissimo". Tanto per dare un' idea è stato calcolato che se venissero utilizzate tutte le riserve italiane di petrolio, dette riserve garantirebbero energia a tutta la nazione per sole sei/sette settimane.
-La seconda cosa da sapere è che l' Italia guadagna pochissimo dalle concessioni petrolifere. Ogni giacimento, sotto una certa soglia di estrazione, ovvero 50mila tonnellate annue, non deve pagare le royalty e infatti accade che solo il 21% delle concessioni a fine anno paga.
Veniamo dunque al dunque con un esempio:
Abbiamo un giacimento X sfruttato dalla società Y che ha la concessione, mettiamo, fino al 2020. Vediamo cosa succede in caso di vittoria del si e cosa potrebbe succedere se vincesse il no.
-Se vince il SI.
La società Y può estrarre petrolio e fare nuove ricerche fino al 2020, cercando di sfruttare al massimo il giacimento che, esaurito o meno, alla scadenza del contratto di concessione, deve essere fermato. Dal momento in cui termina il contratto, la società petrolifera è tenuta a smantellare la piattaforma di estrazione e bonificare l' area.
Può succedere, insomma, che sfruttando a buon ritmo il giacimento, vengano estratte più delle 50mila tonnellate annue che consentono all' Italia di avere qualche guadagno sulle royalty e inoltre c'è la garanzia che le piattaforme, esaurito il compito e ormai obsolete, vengano smantellate.
-Se vince il no.
Qui naturalmente facciamo un po' di sano complottismo.
Se vince il no, la società Y, vista la poca redditività del pozzo, può decidere di estrarre il minimo possibile. Ma perché una società dovrebbe lavorare meno di quanto possibile? Facile: innanzitutto estraendo petrolio sotto la soglia delle 50mila tonnellate annue tutto ciò che viene estratto è libero da royalty, cioè è tutto guadagno per il petroliere e zero per lo stato.
Inoltre, avvicinandosi all' esaurimento del giacimento, la società petrolifera potrebbe cominciare ad estrarre anche solo una goccia all' anno in modo da tenere il giacimento operativo. Perché dovrebbe fare questa operazione che sembra antieconomica? Semplice: in caso di esaurimento del giacimento, la società proprietaria della concessione, come già detto, è tenuta a smantellare (con costi esorbitanti) le vecchie piattaforme, mentre se il giacimento ha ancora risorse, la società può mantenere la piattaforma operativa finché gli sta bene, fossero anche altri duecento anni.
Quindi il no permetterebbe alle società titolari di concessione di estrarre petrolio (o gas) con molta calma e senza pagare royalty all' Italia e, una volta avvicinati all' esaurimento del pozzo, permetterebbe di mantenere in vita il giacimento quasi all' infinito in modo da evitare di spendere un pozzo di soldi per lo smantellamento delle piattaforme ormai inutili.
Questo è il motivo per cui voterò si: per non rischiare che le piattaforme presenti entro le 12 miglia rimangano operative per un tempo indefinito andando a fare parte stabile del paesaggio costiero italiano, con tutti i rischi che può portare tenere una piattaforma aperta e con tutto lo scempio anche estetico che tali piattaforme creano. Senza contare che niente smantellamento significa anche niente bonifica del territorio."
Andate a votare.
300000 ton a 1000 euro a ton son 300milioni di euro meno il 7% su 250milioni cioe' 17,5 milioni. Tot: 282,5
Te Giano preferiresti incassar 300milioni in 5 anni o 282 subito????
Da una parte si parla di "nostro" petrolio, coll'illusione che una carta d'identità sia un collante...forse i pomodori dell'orto sono "miei"...
Saper che l'Italcementi è germanica a me non cambia la vita....sapendo poi l'identità dei Pesenti..men che meno...
A chi appartiene il petrolio? Vorrei rispondere: Ai delfini che per fortuna quando nuotano in Tunisia non son magrebini, come non son "terroni" nel mar di Sicilia...e crucchi dalle parti di Hamburg..
Il petrolio lasciamolo dove sta...
Anteater
Anche le compagnie petrolifere dovrebbero pensarla così, no?
Allora mi chiedo, perché spingono per prendersela calma calma?
In Norvegia non si pagano le royalties. quindi??
Inoltre mi piacerebbe sapere se qualcuno ha quantificato i costi di smantellamento e bonifica?
Se non se la prendono con calma che bisogno c'è di prolungare le concessioni all' infinito? Se il petrolio da estrarre è tutto sommato poca cosa, perché non estrarlo tutto entro i termini della concessione?
E' questa la domanda che mi pongo. Ripeto, è solo una domanda, non ho nessuna certezza in merito.
Ciao Lone, questi dati sarebbero molto interessanti, ho cercato un po' ma non ho trovato nulla...
in più dover ritrattare ogni 5 anni la concessione significa meno potere per i petrolieri.
Legge 25 maggio 1970, n. 352. - Art. 51: "Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino ... astensioni di voto relativamente ai referendum"
Vuoi vedere Napo al gabbio, dì la verità!
Se in Italia la magistratura facesse rispettare la legge anche Matteo Renzi andrebbe arrestato.
50000 ton sono circa 380000 barili, che al prezzo attuale (40$) fanno 15.200.000$.
Il 7% e' 1.064.000$. Pozzi di petrolio poi in Italia sono in minoranza forte.
Bisogna far un referendum da 300Milioni di euro per ste cazzatine??
Calcola che un drillship o semisub costa al giorno sui 500000$.
Accendi un attimo il cervello a leggi questa frase:
Il governo Renzi ha deciso di fare il referendum il 17 aprile da solo invece che accorparlo con le elezioni amministrative
Se c'è un colpevole di questa spesa di 300 milioni di € ebbene quel colpevole va trovato in chi ha deciso di non accorpare il referendum nelle giornate di voto delle amministrative, non i chi ha richiesto il referendum
Non e' previsto dalla legge l'accorpamento tra elezioni e referendum.
Sinceramente essendoci il quorum per me e' giusto.
I referendum erano 6 ed avevano un senso.
Questo rimasto e' solo strumentale.
Basta veder che appunto di trivellazioni neanche si parla.No triv cosa??
Il governo Renzi ha deciso di buttare via 300 milioni di euro che potevamo risparmiare se accorpava il referendum alle elezioni amministrative questo è il FATTO, punto non ce altro da discutere.
Puoi solo arrabbiarti con il governo Renzi per aver buttato 300 milioni di euro nel cesso.
Un governo che ha a paura di mandare il suo popolo alle urne non è un governo democratico e un regime.
www.ilfattoquotidiano.it/.../2643505
C'entra che bisogna fare una legge ad hoc per poterli accorpare.
Che non ci sia altro da discutere mi trovi d'accordo.
Ti chiedo se il costo delle amministrative in 1300 e rotti comuni son 300 e passa milioni di euro.
Si puo' dir allora che invece di 300 milioni si buttano nel cesso 200 o piu'??
Questa volta erano amministrative si poteva risparmiare di meno... ma la volta scorsa (2006) erano politiche altri 300 mln nel cesso...
Renzi ha invitato a non votare. Così facendo ha dato (lui) valore politico al referendum. Se avesse detto: "attendo il risultato e mi adeguo" la consultazione avrebbe avuto una valenza solo tecnica e forse non sarebbe stata nemmeno interessante.
La domanda è: perché lo ha fatto? Perché si è esposto pubblicamente? Se l'impatto del quesito fosse così marginale per gli interessi dei petrolieri, perché prenotare una sconfitta politica sicura?
Di fatto politicamente la sconfitta è certa. Anche se non si raggiunge il quorum il risultato è scontato. E da molti sarà letto come un "renzi si (NO), renzi no (SI)".
Quindi come al solito "cui prodest"?
Lonewolf, che tolgano il quorum dal referendum.
Finche' c'e' e quindi esiste l'opzione di farlo fallire con l'astensionismo, non trovo giusto portar gente al seggio per altri motivi.
Tengo però a precisare che:
innalzerò il Pil;
avendo dovuto fare più 12 km per votare almeno potenzialmente lo si potrebbe considerare un sì.
Si tratta di un voto filo-governativo o anti-governativo, stop.
Avendo tempo da perdere, sarebbe curioso andare a ripescare i post di chi si lamenta di un'Italia svenduta alle multinazionali straniere e poi promuove il SI a un voto in cui l'unica azienda ad essere danneggiata sarebbe l'ENI.
popoffquotidiano.it/2016/04/15/referendum-il-geologo-che-votera-si-smonta-la-geologa-pro-trivelle/
La situazione è che il referendum assume la funzione di sanare l’illegittimità di una norma (truffa) dal governo ( regalo ai petrolieri che consiste nel liberalizzare, rendendole eterne, le concessioni già accordate entro le dodici miglia)
Barbara Spinelli ha fatto arrivare la norma sulle concessioni a vita con una interrogazione in Commissione Europea.
Se il referendum non raggiungerà il quorum, gli italiani rischiano di dover pagare una multa salata all’ Europa.
nogeoingegneria.com/.../...
io un'idea ce l'avrei sul "perché lo ha fatto?":
beppegrillo.it/.../...
Riporto tra virgolette, senza commentare, quanto scriveva in marzo(1012) lo stesso Ministero dello Sviluppo:
“L’approccio finora seguito per l’incentivazione dalle fonti rinnovabili non è stato ottimale”.
“Si è teso a privilegiare lo sviluppo di energia rinnovabile elettrica rispetto ai settori calore trasporti o all’efficienza energetica che, invece, sono modalità economicamente più efficienti per il raggiungimento degli obiettivi”.
“Il ritorno economico sulla filiera italiana è stato spesso non ottimale, a causa delle forti spinte su tecnologie dove l’Italia non ha una leadership mondiale”.
“Gli incentivi corrisposti negli ultimi anni sono stati molto generosi sia in rapporto a quanto corrisposto in altri paesi europei (in molti casi oltre il doppio) sia in termini di ritorni garantiti agli investitori”.
“Non si sono previsti adeguati meccanismi di contenimento dei volumi di installazione sulla base degli obiettivi PAN: ciò ha causato una vera e propria esplosione degli impianti realizzati”.
“Nel fissare gli incentivi non si è tenuto conto del fatto che i costi delle tecnologie rinnovabili sono in rapida diminuzione”.
“Tutto questo si è tradotto in un costo molto elevato per il Paese: ad oggi gli incentivi pesano circa 9 miliardi di euro l’anno (quasi un quarto della bolletta totale italiana) di cui quasi 6 miliardi per il fotovoltaico. Il costo cumulato complessivo è di oltre 150 miliardi di euro”. (Il 10% del PIL annuale italiano, tanto per chiarire…).
“Questo rappresenta un aggravio di 120 euro all’anno per la famiglia media ovvero un’incidenza di circa il 23% sulla bolletta annua media”. (In realtà è molto peggio: 200 euro pro capite. Ma lo vedremo poi).
“Le energie rinnovabili hanno comportato un costo nascosto addizionale e problematiche gestionali significative per le reti elettriche”.
“Occorre rilanciare lo sviluppo delle energie rinnovabili con un approccio alla crescita più virtuoso, basato sulla efficienza dei costi e sulla massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese, valutando in particolare che in molti Paesi d’Europa è in corso un ripensamento”.
“Il mix di energie rinnovabili (elettriche termiche e l’efficienza energetica) per il futuro dovrà favorire le tecnologie più vantaggiose in termini di
-Minor costo unitario;
-Maggiori ricadute sulla filiera economica del Paese (ad esempio, percentuale del costo totale generato in Italia);
-Minor impatto ambientale (tenendo conto di vari fattori: emissioni, impatto sul paesaggio, presidio del territorio ecc) e sulle reti elettriche.
Da questo punto di vista occorre rivedere l’attuale gerarchia d’uso delle risorse economiche, spostando il più possibile risorse verso il settore termico e l’efficienza energetica.”
reteresistenzacrinali.wordpress.com/.../...
E chi paga??
L'energia sara' anche pulita, e' l'ambiente che e' sporco.
iefe.unibocconi.it/.../...
Dal Tuo link:
È allora quanto mai opportuno fare un poco di chiarezza per evitare di demonizzare questo
strumento. Gli incentivi alle fonti rinnovabili, in particolare il cosiddetto Conto energia per il solare
fotovoltaico, sono stati assai generosi e ciò ha favorito un’eccezionale espansione dell’industria
lungo tutta la filiera produttiva. Hanno attirato imprese serie e motivate, ma hanno anche finito per
favorire comportamenti al meglio disonesti e al peggio penalmente e civilmente rilevanti. Infine,
come si sente ripetere ultimamente, hanno preso in larga misura la strada dell’estero perché le
imprese produttrici di importanti componenti della tecnologia (i pannelli) sono soprattutto straniere:
cinesi, americane e tedesche. Gli oneri sono stati posti a carico della bolletta elettrica (la cosiddetta
componente A3) e quindi gravano sulle tasche degli italiani.
Poi spiega che non e' vero della bolletta ecc ecc.
Poi c'e' l'eolico, biomasse ecc ecc
Non son contrario agli incentivi, purtroppo col sistema italia finisce sempre in un magna magna.
e allora dacci una mano per cambiarlo
le nostre coste, è riuscito anche a buttare oltre 300 milioni di euro
per non aver accorpato il referendum ad altre elezioni.
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis??
Sarebbe stato un messaggio per chi comanda: ste stronzate ve le votate da soli (come potevano benissimo fare)
Curioso che l'emilia romagna, che ha la maggioranza delle piattaforme, non sia tra i firmatari del referendum ed io della valle d'aosta dovrei decider le loro sorti. Mahhh
Qui parliamo di una scelta che ha poco valore a livello industriale/produttivo (0,98% di incidenza sul consumo nazionale di energia) ma molto valore a livello sociale. Il quorum non verrà probabilmente raggiunto, ma avvicinarsi quantomeno al 50% sarà una dimostrazione che le menti iniziano a cambiare.
Condivido un articolo che analizza la questione sotto un punto di vista leggermente diverso:
ilrazionatico.it/.../...
Bisogna ricordare che questo "statista da strapazzo", oltre a rischiare di inquinare
le nostre coste, è riuscito anche a buttare oltre 300 milioni di euro
per non aver accorpato il referendum ad altre elezioni.
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis??
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Aspettavi alle prossime elezioni nazionali di fare il referendum.
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis??
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Aspettavi alle prossime elezioni nazionali di fare il referendum.
Un lapsus (rivelatore?) della tastiera…
PS: ma igork58 non argomenta minimamente sul PERCHE' è in totale disaccordo con quanto ho scritto. Mi pare di aver riportato solo fatti evidenti e deduzioni elementari
Prima hai scritto una stronzata e te l'ho fatto notare.
Potevi rispontere: gia' hai ragione, non sono 300 milioni.
Spiegami quel tuo "molto valore a livello sociale"
E si dà il caso che che a tali consultazioni comunali siano coinvolte le più popolose città italiane, come Roma, Milano, Torino e Napoli.
Quindi il risparmio derivante dall'accorpamento, pur inferiore ai 300M, gli sarebbe comunque significativamente vicino.
Certe "obiezioni" mi lasciano davvero di stucco.
Se così non fosse, basterebbe la denuncia anche di un singolo cittadino per costringere l'autorità giudiziaria (purtroppo, la stessa del caso Uva) ad agire contro il bulletto di Rignano e il traditore ex-quirinalizio
Salvo Mandarà è indubbiamente una brava persona ma da un po di tempo è fuori come un balcone ma proprio fuori.
Non ha capito che serve strategia per cambiare le cose e consenso.
Mi dispiace tanto ma che si sia allontanato dal M5S è soltanto un bene,lo chiamano alla Zanzara e in altri programmi solo per prenderlo per culo e nemmeno se ne accorge che gli ridono dietro.
Poi ti rispondo riguardo alla storia del tuo post sullo smantellamento delle piattaforme.
Non sono d'accordo perche' son cifre modeste in quell'ambiente.
In acqua bassa e vicino alla costa va dei 3 ai 10milioni di us$.
Una piattaforma operativa ha comunque dei costi da sostenere.
Quelle che te chiami multinazionali, e' l'ENI
Citazione david:
#47 igork58
l'elezioni sono in 1300 comuni. Gli altri 6-7000?? gratis??
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Aspettavi alle prossime elezioni nazionali di fare il referendum.
Prima hai scritto una stronzata e te l'ho fatto notare.
Potevi rispontere: gia' hai ragione, non sono 300 milioni.
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Datti una calmata tastierista logorroico,
fossero anche la metà o meno, i soldi spesi
per questo referendum, sarebbero
comunque troppi.
perche' il titolo del thread c'entra qualcosa??
giuro che se un giorno scoppiasse il casino, la mia mazza da baseball la farei lavorare alla grandissima su quelle gigantesche teste di cazzo.
Al Capone - De Niro di The Untouchables, mi farebbe una pippa a due mani.
Sono cicappini del cazzo
www.maurizioblondet.it/.../
Con la storia della dietrologia, il vecchietto maligno finisce per tirar dentro tutti quanti si battono contro la devastazione del territorio :
"Quelli sono i magistrati anti-Tav, anti Ilva, anti-trivelle, anti-tutto ciò che produce e dà lavoro qualificato ."
"Una magistratura retriva e arretrata perché priva di ogni cultura industriale, regressiva come i wahabiti, che sta imponendo la “sue” politiche (anti)industriali ad un governicchio facile da destabilizzare con scandali veri e presunti, grazie ad intercettazioni a tappeto 24 ore su 24."
Sarà pure guarito dal cancro, ma non sicuramente dal rinco.
trivelle non s'e' ancora capito, petrolio ok, come il metano del mio post.
Io sono (anche, tra le altre cose) ingegnere, non sono giovanissimo (come te, suppongo, del '58), conosco quel comparto industriale così come conoscevo bene quello nucleare pre-referendum (mio fratello lavorava al progetto della centrale nucleare sperimentale PEC-ENEA di Monte Brasimone, sospeso dopo il referendum) e i numeri da te citati non mi risultano affatto. Soprattutto se consideri che il decommissioning non comporta solo lo smantellamento ma anche la bonifica dei siti.
PS: il decommissioning non è stato mai eseguito neanche per i siti nucleari italiani. Non parliamo poi di stoccaggio delle scorie.
In net ho trovato questo e le cifre son quelle riportate nel post precedente. Ho visto pure che nel mar del nord si parla di cifre assai piu' alte, pero' c'e' da metter in conto la profondita' del mare e la distanza dalla costa. Oltreche' le strutture lassu' son assai grandi.
Sul nucleare non ho idea, penso che posson sparar che prezzi che vogliono.
Qua' www.rigzone.com/training/insight.asp?i_id=354
www.tsboffshore.com/.../
Ce ne son altri cmq ..
Si evidenziano i costi del referendum e, per non essere troppo di parte, da un contentino
ai pro SI evidenziando i possibili risparmi con l'accorpamento alle prossime comunali.
Mi sembra un modo sibillino per insinuare nelle menti, se mai fosse necessario, l'idea
dell'inutilità dei referendum.
Sono giunto a Sky 24 da un link di Libero (provider della mia mail)
video.sky.it/news/economia/i_costi_del_referendum/v280196.vid?ref=libero
Avvicinarsi al 50%, sarebbe stato un risultato simbolico, a significare che il popolo inizia a rendersi conto del suo valore, del suo potere, anche per cose di importanza pratica limitata, tanto per far capire al potere che i giorni in cui la gente si faceva esclusivamente i fatti del proprio pezzetto di giardino stanno per finire. Non è un caso che la grande maggioranza dell'elettorato era under 50. Vabè è andata male, ma nemmeno troppo.