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Trovare le parole
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1 Mese 1 Giorno fa #54949
da robyale
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
Trovare le parole è stato creato da robyale
Non è una cosa da poco, ma proprio da sempre ha continuato a persistere questa difficoltà che rasenta quel livello esistenziale di comprensione.
Potrei sbagliarmi a dire che lo rasenti e che invece ci sta in pieno. Ed io credo con il pensiero dubitativo che ci stia essendo che la comprensione dell'utilizzo specifico delle parole appropriate e giuste.
Una difficoltà per me notevole perché ho avuto, nella totalità di visione d'insieme, un basso livello di istruzione; riscontrabile quando, se qualcuno li legge, scrivo quei messaggi poco comprensibili che trovano quel limite-problema giacente in quella complicazione di non riuscire ad unire la focalizzazione della propria concezione, la conoscenza linguistica in tutte le svariate innumerevoli sfumature e poi credo, in quella problematicità originale: l'indifferenza completa per quella comprensione a sé stante, che infine si abbandona nel corso del proprio cammino.
Partendo dalla concezione, questa per ribadire è propria ed anche unica. Di conseguenza differisce da quella altrui.
Resta secondo il mio parere inevitabile un'associazione con quella altrui per affinità, raggiunta sia per attivo che per passivo per intenderci; ma Ognuno avrà la propria ed unica visione.
Quando sento quell'istinto di sfidare le proprie limitazioni e colgo quel sentimento particolare entro vaghi limiti, vado a scheggia con un classico flusso di coscienza senza strutturazione coerente. Ciò è di per sé un problema perché unisce quel sentimento è stato espresso, ma manca di governabilità di quel messaggio da far conoscere.
Alcuni lo comprenderanno grossomodo, ma tanti superficialmente, e non di certo per una discriminazione ma perché chi lo coglie è perché ne è affine in qualche modo.
La conoscenza linguistica per me resta un tasto molto dolente.
Non avrò avuto le persone vicine giuste, tuttavia resterà che probabilmente ebbi una pochissima voglia di studiare e leggere.
Inevitabilmente questa mancanza gigantesca ha limitato notevolmente la mia preparazione sulla conoscenza strutturale della lingua. E sapremo tutti molto bene di quelli che come me per via di quelle scivolate, che ci si è resi proprio conto quanto a lungo andare si sono rivelate problematiche.
Si avvertono tutte quelle mancanze cruciali che mi fanno sentire povero nella propria espressione. E le cose si sentono quando non si trovano i modi per dirla in un'altra maniera. Esiste in mente solo quella formula che resta univoca, senza colori sfumati (bianco-nero o al massimo qualche grigio), banale, noiosa, risaputa, stancante, che contiene il messaggio e la sua espressione. Nient'altro.
Non so se posso dichiarare di essere stato completamente circonciso dal sistema d'istruzione vigente, perché è sempre importante tenersi quei dubbi che relativizzano un po' il tutto. Comunque quel grosso che gli spetta non lo nego.
Quando parlo di quella terza categoria è perché c'è quel qualcosa di ben più speciale, che non è facilmente definibile.
Io ho parlato di 'quella comprensione a sé stante', ma è importante dire che potrebbero trattarsi di plurali. Singolare come generico preso per sé.
Io credo nell'idea affascinante a mio parere che sono delle vocazioni. Sono tipo dei miscugli spirituali mobili nell'etere che accompagnano l'aria, compresi nello spazio.
Queste Vocazioni sono forse la concretizzazione dell'astrazione, ma che a dispetto di tutto, queste vengono soventemente ignorate. Sono tipo un retaggio non testuale che evocano delle immagini che a volte riesci a vederle in modo molto nitido, ed altre volte serve molto più tempo per riuscire a comprenderli in una grandezza maggiore.
Io credo che queste Vocazioni facciano raggiungere una comprensione superiore di un tipo di elemento. Non saranno esattamente come le Gemme dell'Infinito, ma si è nella strada nell'immaginarseli in quella maniera, e forse le Gemme si possono invece sottintendere come un inizio per cerare di comprendere quella Strada di comprensione. Non solo l'oggetto in sé ma quella diversità che mettono tra loro, nel quale quei luccichii variabili rappresentano la multi-dimensionalità maggiore di quel vasto. Ha quelle sue sfumature che variano nei momenti, tuttavia l'oggetto del colore proprio resta.
Io dissi che queste "comprensioni a sé stanti"/Vocazioni vengono abbandonate. Ebbene si, ma non è detto che non possano essere recuperate.
Ogni cosa viene colta a proprio tempo individuale, e purtroppo alcuni si trovano esclusi, seppur momentaneamente, quando queste brillano nei loro periodi di intensità vivida ed esplosiva. Fa venire l'acme ad esserci.
Io credo che l'elemento fondante del proprio inizio di comprensione poetica stia proprio in queste tre cose.
Questa Vocazione è come In quel nucleo nel quale trasmigrano con tramite quelle Parole, il tutto con la coordinazione unica e specifica della propria Concezione.
Mi piacerebbe poi Comprendere, Concepire e Contemplare una poesia perché è questa per me quella costruzione umana che simboleggia questa convergenza di Cose.
Potrei sbagliarmi a dire che lo rasenti e che invece ci sta in pieno. Ed io credo con il pensiero dubitativo che ci stia essendo che la comprensione dell'utilizzo specifico delle parole appropriate e giuste.
Una difficoltà per me notevole perché ho avuto, nella totalità di visione d'insieme, un basso livello di istruzione; riscontrabile quando, se qualcuno li legge, scrivo quei messaggi poco comprensibili che trovano quel limite-problema giacente in quella complicazione di non riuscire ad unire la focalizzazione della propria concezione, la conoscenza linguistica in tutte le svariate innumerevoli sfumature e poi credo, in quella problematicità originale: l'indifferenza completa per quella comprensione a sé stante, che infine si abbandona nel corso del proprio cammino.
Partendo dalla concezione, questa per ribadire è propria ed anche unica. Di conseguenza differisce da quella altrui.
Resta secondo il mio parere inevitabile un'associazione con quella altrui per affinità, raggiunta sia per attivo che per passivo per intenderci; ma Ognuno avrà la propria ed unica visione.
Quando sento quell'istinto di sfidare le proprie limitazioni e colgo quel sentimento particolare entro vaghi limiti, vado a scheggia con un classico flusso di coscienza senza strutturazione coerente. Ciò è di per sé un problema perché unisce quel sentimento è stato espresso, ma manca di governabilità di quel messaggio da far conoscere.
Alcuni lo comprenderanno grossomodo, ma tanti superficialmente, e non di certo per una discriminazione ma perché chi lo coglie è perché ne è affine in qualche modo.
La conoscenza linguistica per me resta un tasto molto dolente.
Non avrò avuto le persone vicine giuste, tuttavia resterà che probabilmente ebbi una pochissima voglia di studiare e leggere.
Inevitabilmente questa mancanza gigantesca ha limitato notevolmente la mia preparazione sulla conoscenza strutturale della lingua. E sapremo tutti molto bene di quelli che come me per via di quelle scivolate, che ci si è resi proprio conto quanto a lungo andare si sono rivelate problematiche.
Si avvertono tutte quelle mancanze cruciali che mi fanno sentire povero nella propria espressione. E le cose si sentono quando non si trovano i modi per dirla in un'altra maniera. Esiste in mente solo quella formula che resta univoca, senza colori sfumati (bianco-nero o al massimo qualche grigio), banale, noiosa, risaputa, stancante, che contiene il messaggio e la sua espressione. Nient'altro.
Non so se posso dichiarare di essere stato completamente circonciso dal sistema d'istruzione vigente, perché è sempre importante tenersi quei dubbi che relativizzano un po' il tutto. Comunque quel grosso che gli spetta non lo nego.
Quando parlo di quella terza categoria è perché c'è quel qualcosa di ben più speciale, che non è facilmente definibile.
Io ho parlato di 'quella comprensione a sé stante', ma è importante dire che potrebbero trattarsi di plurali. Singolare come generico preso per sé.
Io credo nell'idea affascinante a mio parere che sono delle vocazioni. Sono tipo dei miscugli spirituali mobili nell'etere che accompagnano l'aria, compresi nello spazio.
Queste Vocazioni sono forse la concretizzazione dell'astrazione, ma che a dispetto di tutto, queste vengono soventemente ignorate. Sono tipo un retaggio non testuale che evocano delle immagini che a volte riesci a vederle in modo molto nitido, ed altre volte serve molto più tempo per riuscire a comprenderli in una grandezza maggiore.
Io credo che queste Vocazioni facciano raggiungere una comprensione superiore di un tipo di elemento. Non saranno esattamente come le Gemme dell'Infinito, ma si è nella strada nell'immaginarseli in quella maniera, e forse le Gemme si possono invece sottintendere come un inizio per cerare di comprendere quella Strada di comprensione. Non solo l'oggetto in sé ma quella diversità che mettono tra loro, nel quale quei luccichii variabili rappresentano la multi-dimensionalità maggiore di quel vasto. Ha quelle sue sfumature che variano nei momenti, tuttavia l'oggetto del colore proprio resta.
Io dissi che queste "comprensioni a sé stanti"/Vocazioni vengono abbandonate. Ebbene si, ma non è detto che non possano essere recuperate.
Ogni cosa viene colta a proprio tempo individuale, e purtroppo alcuni si trovano esclusi, seppur momentaneamente, quando queste brillano nei loro periodi di intensità vivida ed esplosiva. Fa venire l'acme ad esserci.
Io credo che l'elemento fondante del proprio inizio di comprensione poetica stia proprio in queste tre cose.
Questa Vocazione è come In quel nucleo nel quale trasmigrano con tramite quelle Parole, il tutto con la coordinazione unica e specifica della propria Concezione.
Mi piacerebbe poi Comprendere, Concepire e Contemplare una poesia perché è questa per me quella costruzione umana che simboleggia questa convergenza di Cose.
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4 Settimane 2 Giorni fa #54958
da danielas
Risposta da danielas al topic Trovare le parole
Mi fai venire in mente Medardo Rosso, che scriveva allo stesso modo in cui creava le sue opere: era lo scultore che odiava le statue. Di Madame X, la sua “Figlia prediletta”, come disse lui, i critici non sanno dare la data esatta perchè dopo averla creata l'ha tenuta nascosta allo sguardo altrui per tanti anni. Quando l'ho vista, mi sono resa conto che “restituisce” tutta la cura ricevuta dal suo autore. Ha scritto, tra l'altro: Noi prima di tutto passiamo molta nostra esistenza per sbarazzarsi di nostra educazione da prima età dataci e niente per bene nostro. Insomma, per creare qualcosa di vivo, ha lottato per liberarsi dall'istruzione.
I seguenti utenti hanno detto grazie : robyale
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4 Settimane 1 Giorno fa - 4 Settimane 1 Giorno fa #54959
da robyale
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Risposta da robyale al topic Trovare le parole
Quel tipo di opera che ha concepito, secondo me è non quasi o circa, ma ha proprio estratto da sé stesso quella Musa femminile della sua persona, che fornisce in lui - come ritorno - quella ispirazione primigenia per operare tutte quelle sculture che ha fatto.
Sono convinto che probabilmente è stata una delle sue primissime venute proprio istintivamente. Ha resto concreto quell'astratto che vedeva e doveva renderlo un fatto visibile per sé stesso.
Comprendo perché contempli proprio in Quella, essendo che racchiuse la bellezza del modello ideale Suo. Una materia ideale.
Non posso dirlo per certo ma se sapesse che è esposto a tutti, avrà una gelosia non poco celata xD.
Non ero a conoscenza di questo autore del movimento degli Scapigliati, detto sinceramente. Proprio oggi ho fatto una ricerca su internet per capire meglio chi fosse e che cosa avesse fatto.
Concordo con l'analogo condiviso con lui sull'istruzione.
Il modello d'istruzione attuale è conformante. Non da il proprio modo di concretizzare il proprio spazio personale, ed invece al contrario si viene inghiottiti e poi voracizzati da questo modello conformistico semplicistico che non da niente, ed invece toglie ed esclude esperienze, e che oblitera il proprio tempo di esperienze della pre-adolescenza degli undici anni. Ossia il momento clou di quando le persone cominciano a maturare sotto ogni punto di vista umano.
Il modello attuale non ha nemmeno un cancro, ma è proprio lo stesso ad essere consistente di parassitari per il Cuore e la Mente. Ovviamente ne risentiremo anche nel corpo.
Sono convinto che probabilmente è stata una delle sue primissime venute proprio istintivamente. Ha resto concreto quell'astratto che vedeva e doveva renderlo un fatto visibile per sé stesso.
Comprendo perché contempli proprio in Quella, essendo che racchiuse la bellezza del modello ideale Suo. Una materia ideale.
Non posso dirlo per certo ma se sapesse che è esposto a tutti, avrà una gelosia non poco celata xD.
Non ero a conoscenza di questo autore del movimento degli Scapigliati, detto sinceramente. Proprio oggi ho fatto una ricerca su internet per capire meglio chi fosse e che cosa avesse fatto.
Concordo con l'analogo condiviso con lui sull'istruzione.
Il modello d'istruzione attuale è conformante. Non da il proprio modo di concretizzare il proprio spazio personale, ed invece al contrario si viene inghiottiti e poi voracizzati da questo modello conformistico semplicistico che non da niente, ed invece toglie ed esclude esperienze, e che oblitera il proprio tempo di esperienze della pre-adolescenza degli undici anni. Ossia il momento clou di quando le persone cominciano a maturare sotto ogni punto di vista umano.
Il modello attuale non ha nemmeno un cancro, ma è proprio lo stesso ad essere consistente di parassitari per il Cuore e la Mente. Ovviamente ne risentiremo anche nel corpo.
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Ultima Modifica 4 Settimane 1 Giorno fa da robyale.
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4 Settimane 1 Giorno fa #54962
da danielas
Risposta da danielas al topic Trovare le parole
"questo autore del movimento degli Scapigliati"Se lo scrivi, avrai i tuoi motivi. Da parte mia, ha lo stesso senso della, ai giorni nostri, definizione “complottisti”. Lui non si è dato definizioni di questo tipo, ha creato le sue opere e scritto di qual era il suo proposito, la strada, i valori in cui credeva. Ha scritto alla “Gazzetta di Venezia” per “cominciare una sottoscrizione contro l'insegnamento della storia, cioè dell'odio da popolo a popolo che si insegna ai bambini. E di insegnarla soltanto più tardi quando sono cresciuti” ( cioè, specifica in un altro scritto, quando sono in grado di rendersi conto degli imbrogli). E “ Sbaglia, sbaglia, sbaglia semper ma mai apposta. E quand te vedet un moralista, un de quei che te veur trop ben, che han la maladia del comandà, guidà i alter (ma no lur istes), scapa, scapa, scapa, laset no ciapà.”
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4 Settimane 1 Giorno fa - 4 Settimane 1 Giorno fa #54968
da robyale
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Risposta da robyale al topic Trovare le parole
Detto del tutto francamente non c'era quell'intenzione di categorizzarlo in senso dispregiativo. Ma bensì per accostamento di quel periodo fatto alla prima lettura.
Sono d'accordo comunque che rientri in un limite quello di categorizzare, ma che tuttavia sia una normalità di approcci per capire inizialmente un po' chi fosse. C'è chi rimane entro quel limite, la maggior parte di quelli che ne verranno a conoscenza, ma c'è poi chi si interessa maggiormente perché è molto più curioso ed interessato di chi era.
Non è secondo questa mia idea, il dovere vederla con concezione assoluta che sia negativo l'accostamento, ma allora come limite che può essere temporaneo. Pertanto il mio approccio ammette questa cosa che risulta erroneamente come un errore.
Sono d'accordo comunque che rientri in un limite quello di categorizzare, ma che tuttavia sia una normalità di approcci per capire inizialmente un po' chi fosse. C'è chi rimane entro quel limite, la maggior parte di quelli che ne verranno a conoscenza, ma c'è poi chi si interessa maggiormente perché è molto più curioso ed interessato di chi era.
Non è secondo questa mia idea, il dovere vederla con concezione assoluta che sia negativo l'accostamento, ma allora come limite che può essere temporaneo. Pertanto il mio approccio ammette questa cosa che risulta erroneamente come un errore.
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Ultima Modifica 4 Settimane 1 Giorno fa da robyale. Motivo: Correzioni varie
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4 Settimane 1 Giorno fa #54970
da robyale
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Risposta da robyale al topic Trovare le parole
IL MIO PROBLEMA CON L'APPRENDIMENTO
Affermare che la colpa stia in questo sistema d'istruzione è risaputo essere generico. Tuttavia veridico.
Comunque, sarebbe secondo me un po' infantile parlare di 'colpe', e più che altro io parlerei di responsabilità.
Queste non mancano mai quando qualcuno si assume direttamente queste sotto mandato (simbolico per lo meno) del Popolo, incarnato nello Stato.
Per questo contesto ben preciso che è quello dell'istruzione, i doveri di chi deve insegnare non hanno relativi, ma unicamente assoluti. Non può avere scusanti. Chi le cerca è perché si vuole sentire alleggerito con quella fatica 'accumulata' nel corso della giornata.
Non è per parlare tanto della loro 'grande fatica accumulata', ma bensì della loro reale scelta di stare ad insegnare quella specifica materia, che implica per poterla insegnare una forte passione dietro a quel lavoro istituzionale, che con tutti i problemi burocratici, colma nei confronti di chi ha bisogno di imparare.
Non ci devono essere coltelli, lingue velenose e tutto quel problema del proprio essere che ha come "virtù" pubblica, quella di rilasciare quella puzza nauseante che influenza nel luogo già fatiscente.
Perciò io, uno studente che già negli anni delle scuole medie, protratti poi pure per tutte le superiori, come faccio a respirare quell'aria pulita e sana che ho bisogno, per iniziare ad imparare con le dovute premesse presupposte del luogo?
Se queste vengono a mancare, il problema si instaura influenzando di già, quella ignoranza ch infatti ha un adolescente di undici anni.
Diventerà molto arduo per un ragazzino riuscire senza quella armonia si doveva instaurare al primo contatto, tra il proprio ego ed eco del luogo poter studiare, imparare e comprendere il concetto.
Tutto ciò è esattamente il contrario perché quello che viene a crearsi dentro l'individualità è l'idea di dover sopravvivere, e mettere quel massimo mentale in ciò che non ha nesso. Ha la conseguenza immediata di perdere un sacco di energie proprie inutilmente.
Affermare che la colpa stia in questo sistema d'istruzione è risaputo essere generico. Tuttavia veridico.
Comunque, sarebbe secondo me un po' infantile parlare di 'colpe', e più che altro io parlerei di responsabilità.
Queste non mancano mai quando qualcuno si assume direttamente queste sotto mandato (simbolico per lo meno) del Popolo, incarnato nello Stato.
Per questo contesto ben preciso che è quello dell'istruzione, i doveri di chi deve insegnare non hanno relativi, ma unicamente assoluti. Non può avere scusanti. Chi le cerca è perché si vuole sentire alleggerito con quella fatica 'accumulata' nel corso della giornata.
Non è per parlare tanto della loro 'grande fatica accumulata', ma bensì della loro reale scelta di stare ad insegnare quella specifica materia, che implica per poterla insegnare una forte passione dietro a quel lavoro istituzionale, che con tutti i problemi burocratici, colma nei confronti di chi ha bisogno di imparare.
Non ci devono essere coltelli, lingue velenose e tutto quel problema del proprio essere che ha come "virtù" pubblica, quella di rilasciare quella puzza nauseante che influenza nel luogo già fatiscente.
Perciò io, uno studente che già negli anni delle scuole medie, protratti poi pure per tutte le superiori, come faccio a respirare quell'aria pulita e sana che ho bisogno, per iniziare ad imparare con le dovute premesse presupposte del luogo?
Se queste vengono a mancare, il problema si instaura influenzando di già, quella ignoranza ch infatti ha un adolescente di undici anni.
Diventerà molto arduo per un ragazzino riuscire senza quella armonia si doveva instaurare al primo contatto, tra il proprio ego ed eco del luogo poter studiare, imparare e comprendere il concetto.
Tutto ciò è esattamente il contrario perché quello che viene a crearsi dentro l'individualità è l'idea di dover sopravvivere, e mettere quel massimo mentale in ciò che non ha nesso. Ha la conseguenza immediata di perdere un sacco di energie proprie inutilmente.
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3 Settimane 6 Giorni fa #54978
da robyale
Davvero... non è umanamente possibile varcarlo.
Avverto una mia incondizionata impossibilità che sta proprio nel cominciare.
Ho provato a leggere alcuni libri famosi come la Divina Commedia, dalla quale ho smollato verso il Canto XV perché mi stava incominciando seriamente a scocciare, non dandomi veramente nulla.
Anche libri come l'Odissea e l'Odissea ho provato a leggerli, ma senza alcun successo stufandomi subito dopo che ai primissimi non sentivo proprio niente.
Da segnare anche il Libro dei Cinque Anelli scritto da Miyamoto Musashi, che conterrà intrinsecamente quelle note poetiche in stile orientale, ma mi è sembrato come niente.
Un discorso particolare lo merita La Repubblica di Platone del quale però ho letto unicamente i primi capitoloni, ma pur apprezzando tantissimo quello enunciato, avrò superficialmente, parzialmente colto quella dimensione poetica che intrinsecamente sta in quelle parole. Tuttavia proprio per non riuscire a venire in incontro con quella qualità smollai spontaneamente anche questo librone.
Comunque riflettendo
.
.
.
mi domandavo - ancora - se invece, sarei proprio solo io il Problema, e che nutra in modo circa inconscio una psicologia del rifiuto incondizionato della via canonica generale proposta; e che pertanto tutto il mio problema in quelle fasi descritte (Comprendere, Concepire, Contemplare) non stia sussistendo nel concreto e pratico essenziale, e per tutto il tempo sono io che ho involontariamente creato e fatto continuare il complessivo Problema, successivo che sto riscontrando.
Tuttavia c'è da mettere in campo se veramente questa condizione abbia consistito veramente, perché presa per verità assoluta sta probabilmente escludendo automaticamente le altre alternative di strade di espressione.
Tra l'altro potrebbe presentare il rischio di divenire poi nel tempo una strada che vede la poesia in modo compreso sotto una via superficiale, e che ciò che viene compreso profondamente è essenzialmente nell'ottica tecnica. Il comprendere questo non fa che galleggiare alla fine sempre sopra in acque tranquille, in quanto si è essenzialmente sperimentato le funzionalità del sottomarino più con quelle brevi immersioni brevi ma poco intense, ma neanche le medie profondità. Figuriamoci le profondità stesse. Impossibili da immaginare.
Perciò credo che senza ammetterla come una verità assoluta, che probabilmente io abbia evitato quella direzione perché concepita come riduttiva per le mie sincere impressioni.
Questo non tenendo in conto di ciò che ho potuto sentire per quanto concerne il luogo stesso per lo studio.
Quindi: quale è la vera verità in tutto ciò?
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Risposta da robyale al topic Trovare le parole
QUEL LIMITE INSORMONTABILE
Esso secondo me è parte più cruciale della mia difficoltà maggiore nel confronto con una poesia qualunque, che io sto ad incontrare.Davvero... non è umanamente possibile varcarlo.
Avverto una mia incondizionata impossibilità che sta proprio nel cominciare.
Ho provato a leggere alcuni libri famosi come la Divina Commedia, dalla quale ho smollato verso il Canto XV perché mi stava incominciando seriamente a scocciare, non dandomi veramente nulla.
Anche libri come l'Odissea e l'Odissea ho provato a leggerli, ma senza alcun successo stufandomi subito dopo che ai primissimi non sentivo proprio niente.
Da segnare anche il Libro dei Cinque Anelli scritto da Miyamoto Musashi, che conterrà intrinsecamente quelle note poetiche in stile orientale, ma mi è sembrato come niente.
Un discorso particolare lo merita La Repubblica di Platone del quale però ho letto unicamente i primi capitoloni, ma pur apprezzando tantissimo quello enunciato, avrò superficialmente, parzialmente colto quella dimensione poetica che intrinsecamente sta in quelle parole. Tuttavia proprio per non riuscire a venire in incontro con quella qualità smollai spontaneamente anche questo librone.
Comunque riflettendo
.
.
.
mi domandavo - ancora - se invece, sarei proprio solo io il Problema, e che nutra in modo circa inconscio una psicologia del rifiuto incondizionato della via canonica generale proposta; e che pertanto tutto il mio problema in quelle fasi descritte (Comprendere, Concepire, Contemplare) non stia sussistendo nel concreto e pratico essenziale, e per tutto il tempo sono io che ho involontariamente creato e fatto continuare il complessivo Problema, successivo che sto riscontrando.
Tuttavia c'è da mettere in campo se veramente questa condizione abbia consistito veramente, perché presa per verità assoluta sta probabilmente escludendo automaticamente le altre alternative di strade di espressione.
Tra l'altro potrebbe presentare il rischio di divenire poi nel tempo una strada che vede la poesia in modo compreso sotto una via superficiale, e che ciò che viene compreso profondamente è essenzialmente nell'ottica tecnica. Il comprendere questo non fa che galleggiare alla fine sempre sopra in acque tranquille, in quanto si è essenzialmente sperimentato le funzionalità del sottomarino più con quelle brevi immersioni brevi ma poco intense, ma neanche le medie profondità. Figuriamoci le profondità stesse. Impossibili da immaginare.
Perciò credo che senza ammetterla come una verità assoluta, che probabilmente io abbia evitato quella direzione perché concepita come riduttiva per le mie sincere impressioni.
Questo non tenendo in conto di ciò che ho potuto sentire per quanto concerne il luogo stesso per lo studio.
Quindi: quale è la vera verità in tutto ciò?
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
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