C’è una strana calma nell’aria, dopo la conclusione nei dibattiti televisivi fra Barack Obama e John McCain – che sono risultati fatali per il secondo - e non lascia presagire nulla di buono.
L’imprevedibile (?) svolta economica, che nell’arco di due settimane ha portato Barack Obama ad un vantaggio ormai praticamente incolmabile, rischia di mettere in moto un disperato colpo di coda da parte di coloro che non vogliono rassegnarsi ad una presidenza del senatore nero di Chicago.
La vera “tragedia“ infatti, per i repubblicani, non è soltanto la probabile vittoria di Obama, ma il fatto che nel contempo i senatori repubblicani che andranno alla rielezione (circa una decina) hanno probabilità minime di essere rieletti. Questo significherebbe, nella migliore delle ipotesi, un parlamento a maggioranza democratica rafforzata (la maggioranza già ce l’hanno, ma ora è risicata), che sarebbe libero di fare praticamente tutto quello che vuole. Nella peggiore delle ipotesi invece i repubblicani rischiano addirittura di vedere trasformato quel “praticamente“ in un “assolutamente“.
Se infatti i democratici riuscissero a conquistare 60 seggi al Senato, ai repubblicani non resterebbe nemmeno la possibilità di praticare il cosiddetto filibuster (ostruzionismo parlamentare), ultima spiaggia per chi vuole opporsi al passaggio di una nuova legge, per cui si troverebbero in totale balia del partito avversario.
Questa ipotesi, sommata all’immagine di un “negro“ alla Casa Bianca, ...
Thierry Meyssan: «Si j’avais plié, je n’aurais pas eu à partir»
di Marco Cedolin
Fra le tante soluzioni volte a contenere la dilagante crisi finanziaria che sta sconvolgendo i mercati, accanto all'iniezione di liquidità consistente nello stanziamento di centinaia di miliardi di euro (o dollari) di denaro pubblico destinati a sostenere il sistema bancario e alla nazionalizzazione degli istituti di credito volta a metterli al riparo dagli imprevisti, molti fra politici ed economisti sembrano indicare una terza via che a loro dire dovrebbe garantire ottimi risultati nel medio periodo.
L'idea sarebbe quella di destinare altri centinaia di miliardi di denaro pubblici ad un massiccio piano di costruzione di grandi infrastrutture, rifacendosi a quanto messo in atto da Roosevelt dopo la crisi del 29, stimolando in questo modo tanto la crescita economica del Pil quanto la ripresa dell'occupazione. Al fine di sostenere questa strategia alcuni uomini politici, tanto del PD quanto del PDL, intendono proporre in sede europea una risoluzione che consenta ai Paesi membri di superare il tetto del 3% previsto dai parametri di Maastricht, considerando gli esborsi in favore delle reti TEN non più come spese generanti indebitamento, bensì come investimenti destinati allo sviluppo infrastrutturale europeo.
Un escamotage che potrebbe permettere di reperire le risorse finanziarie per le numerose tratte TAV attualmente allo stato di progetto, ...
[All'interno il video con l’analisi delle immagini]
Volete sapere che differenza c’è fra un mondo senza Internet, e un mondo con Internet?
Nel primo mondo c’è voluta una decina di anni per mettere insieme i capi d’accusa contro il presunto “pacco” americano dei viaggi lunari, nel secondo sono bastate due ore per ottenere lo stesso identico risultato con i cinesi.
Dunque, andiamo con ordine, perchè la cosa si fa interessante: circa quaranta anni fa gli americani dissero di essere andati sulla Luna. Tutti vedemmo le immagini “arrivare” dalla Luna, e quindi nessuno ebbe il minimo dubbio: vedere è credere – lo sanno tutti - e questo proverbio non è nato per caso.
Poi saltò fuori un certo Kaysing, che nel ’74 pubblicò il libro-bomba “Non siamo mai andati sulla Luna”. Kaysing criticava soprattutto le fotografie lunari, nelle quali aveva individuato svariate incongruenze (bestemmie vere e proprie, per chi si intende di fotografia). Purtroppo Kaysing fece anche alcuni errori, sollevando un paio di obiezioni infondate, e questo gli costò moltissimo in termini di credibilità (il debunker che riesce a trovare un errore nella tesi complottista diventa peggio di una iena affamata: si accanisce su quell’errore fino all’ossessione, nel disperato tentativo di farti dimenticare tutto il resto).
Ma di fatto Kaysing aveva incrinato la sfera di cristallo, e dopo di lui vennero molti altri che consolidarono il suo lavoro, migliorandolo e rendendolo più accurato. Oggi esiste una notevole lista di obiezioni sui viaggi lunari, ...
MAGIKONOMICS - di Paxtibi
"A partire da oggi, le crisi economiche verranno create scientificamente." (Deputato Charles A. Lindbergh Sr., dopo il passaggio del Federal Reserve Act del 1913).
di Marco Pizzuti
Più di una volta l’umanità si è trovata a provare un certo timore al sopraggiungere di alcune date indicate a titolo profetico come fatidiche. E’ successo, ad esempio, per l’anno mille, e il fenomeno si è ripetuto solo 8 anni orsono (almeno per coloro che seguono il calendario gregoriano) durante il nostro primo giorno d’ingresso nel terzo millennio. In ambedue i casi però non si è verificato nulla di quanto previsto, e questo porta a suggerire che si possano dormire sonni tranquilli anche per il futuro.
Ma da qualche tempo il giorno 21 dicembre dell’anno 2012 viene indicato sempre più insistentemente come la prossima scadenza per l’arrivo di una grande catastrofe, e viene da chiedersi se siamo di nuovo alle prese con l’ennesimo parto della fantasia umana, o se per caso questa volta “bolla in pentola” qualcosa di diverso. A ben vedere infatti il 21 dicembre 2012 non è una data partorita dal solito profeta “ispirato da Dio”, ma è la data di conclusione di un computo matematicamente e astronomicamente perfetto: il calendario Maya.
I calendari Maya
Il popolo Maya disponeva di differenti calendari astronomici (come ad es. il calendario di Venere), ciascuno con una diversa funzione. Di tutti questi però, ...
di Marco Cedolin
L’amministratore delegato delle Ferrovie di Stato Mauro Moretti è certamente in possesso di uno spiccato senso dell’umorismo, commisto ad una fervida fantasia.
Entrambe le qualità traspaiono con chiarezza dall’annuncio dello stesso Moretti che ha prospettato per il prossimo14 dicembre un aumento, ancora non quantificato, delle tariffe dei treni ad alta velocità.
Senza l’ausilio di molto umorismo ed altrettanta fantasia, certo Moretti non avrebbe infatti potuto annunciare l’aumento della tariffa di un servizio che nella realtà dei fatti in Italia oggi praticamente non esiste e con tutta probabilità continuerà a non esistere ancora per alcuni anni.
Il servizio dell’alta velocità, in Italia attualmente contempla infatti esclusivamente due tratte, quella fra Settimo Torinese e Novara di appena 85 km e quella fra Roma e Gricignano di circa 190 km.
I treni accreditati nominalmente come ad alta velocità, che saranno oggetto dei rincari, coprono in realtà il tragitto Torino – Milano con tempi di percorrenza in tutto e per tutto simili a quelli dei convogli tradizionali. Questo poiché non è ancora stata ultimata la costruzione dei nodi di Torino e Milano e conseguentemente “l’alta velocità” può essere sfruttata solamente lungo una parte del già brevissimo percorso, senza che per forza di cose essa produca alcun vantaggio significativo in termini di abbreviazione del viaggio.
Il normale Eurostar delle 7,15 copre infatti la tratta fra Torino e Milano in 1h e 25 minuti al prezzo di 19 euro, ...
Leggi tutto: E’ in arrivo una “October Surprise”?