Si è concluso da poco l’atteso dibattito fra i vice- presidenti candidati, Sarah Palin e Jo Biden.
Non c’è stato il tonfo della Palin che molti si aspettavano, grazie anche alla formula - particolarmente compiacente verso di lei - che impediva ai candidati di rivolgersi direttamente la parola, come nel caso di Obama e McCain. Le domande inoltre erano tutte assolutamente prevedibili.
Ma la vera sorpresa è arrivata da Jo Biden, che ha comunque dato una dimostrazione di esperienza e di fermezza retorica tali da mettere comunque sotto la rivale, su praticamente tutti gli argomenti proposti.
I sondaggi generali, rilevati a caldo, danno una secca preferenza di 51 punti percentuali a Jo Biden, e soli 34 alla Palin (il resto sono indecisi).
Questo significa, in termini elettorali, che non è cambiato praticamente nulla, mentre Obama continua a guadagnare punti negli stati-chiave, ed anche in quelli che fino a poco tempo fa pendevano a favore di McCain. Con grande clamore (e malcontento, da parte dei repubblicani), proprio oggi McCain ha rinunciato a proseguire la campagna elettorale in Michigan – uno stato fino a ieri a suo favore – che in pochi giorni è passato decisamente dalla parte di Obama.
Se si votasse oggi, Obama vincerebbe di larga misura le elezioni, e finchè i democratici riusciranno a mantenere caldo il “problema economico“, è inevitabile che McCain continui a perdere terreno su tutto il fronte.
Tornando al dibattito: è vero che la Palin ha saputo salvare la faccia, evitando figuracce come quelle recenti sulla sua esperienza in politica estera (“dalle coste dell’Alaska vediamo la Russia”), ... ... ma è anche vero che una analisi appena un pò più attenta del dibattito rivela – per usare un eufemismo - la chiara mancanza di sostanza nelle sue risposte, rispetto a quelle di Jo Biden.
Seguono alcuni estratti del dibattito, di cui potete trovare
QUI la trascrizione completa.
ECONOMIA
DOMANDA: qual è la strategia del vostro presidente per affrontare il salvataggio degli enti finanziari in pericolo?
JO BIDEN: Barack Obama ha stabilito quattro punti fondamentali. Prima di tutto ha detto che ci deve essere supervisione governativa. Non firmeremo assegni in bianco a nessuno, a meno che il governo abbia la completa supervisione su ciò che accade. In secondo luogo Obama ha detto che l’obiettivo ultimo del salvataggio devono essere le persone comuni e i proprietari di casa. Terzo: Barack Obama dice che in questo caso i contribuenti devono essere trattati come degli investitori. Infine, bisogna assicurarsi che i dirigenti [CEO] degli enti finanziari non traggano alcun beneficio dall’intervento statale, per evitare che qualcuno finisca di arricchirsi grazie al piano di salvataggio.
SARAH PALIN: Io penso che un buon barometro per capire se questo sia un buono o un cattivo momento per l’economia americana sia di andare a vedere una partita di pallone dei nostri ragazzi al sabato, e chiedere a uno qualunque dei genitori che siedono a bordo campo: “che cosa pensi tu dell’economia?” Io sono sicura che si sentirà sicuramente della paura nella voce di questi genitori. Paura che riguarda i pochi investimenti che alcuni di noi hanno nel mercato azionario, paura di non poterci permettere di mandare i nostri figli alle scuole superiori. Paura come piccoli imprenditori, di non sapere dove trovare altri soldi da farsi prestare per aumentare i nostri investimenti o assumere altro personale. Io credo che questo barometro ci risponderebbe che la nostra economia sta male e che il governo federale non ha provveduto a fornire la giusta supervisione di cui abbiamo bisogno, e che ci meritiamo, e noi dobbiamo riformare questo problema.
Ora, fortunatamente John McCain è uno che rappresenta la riforma. Due anni fa, ricordate, è stato McCain che ha spinto fortemente per le misure di riforma di Fannie & Freddie, è stato lui a far suonare quella campanella di allarme. La gente al Senato non ha voluto dargli retta e non hanno voluto fare le riforme che allora erano necessarie. Sempre grazie a McCain è stato possibile, nelle ultime settimane, mettere insieme la gente dei due partiti, e lui ha perfino sospeso la sua campagna elettorale per essere sicuro di mettere da parte la politica, e mettere per primo il proprio paese.
JO BIDEN: Strano, perché fino a due settimane fa - era proprio due lunedì fa, alle nove del mattino - John McCain ci ha detto che i fondamenti della nostra economia erano solidi. E due settimane prima aveva detto che con la politica economica di George Bush avevamo fatto dei grandi progressi. Alle nove del mattino l’economia era robusta, ma alle 11 dello stesso giorno, due lunedì fa, John McCain ci ha detto che c’è una crisi economica. Questo non lo rende una cattiva persona, ma indica semplicemente che non abbia la minima idea di cosa stia succedendo.
SARAH PALIN: Quando John McCain ha detto che i fondamenti della nostra economia erano solidi, stava parlando della forza lavoro americana. È la forza lavoro americana che è la più grande del mondo, con la genialità e le etiche lavorative che fanno parte del nostro mondo del lavoro.
GLOBAL WARMING
DOMANDA: Quanto c’è di vero, e quanto di falso, in tutto quello che abbiamo sentito, letto, discusso e dibattuto sulle cause dei cambiamenti climatici?
SARAH PALIN: Come governatore dell’unico stato artico, le dico che l’Alaska risente del cambiamento climatico più di qualunque altro stato. Noi sappiamo bene che il cambiamento c’è, ed è un fatto reale. Ma io non lo attribuisco alle sole attività umane. Queste possono avere contribuito in parte, ma bisogna anche tenere conto dei cicli periodici di variazione della temperatura sul nostro pianeta. Di fatto però vi sono dei reali cambiamenti in corso nel clima. Ma non vorrei discuterne le cause, vorrei discutere piuttosto come potremmo arrivare a rimediare in maniera positiva a questi cambiamenti. Dobbiamo ripulire il nostro pianeta. Dobbiamo incoraggiare le altre nazioni ad allinearsi a noi rispetto all’impatto del cambiamento climatico, per vedere cosa possiamo fare insieme. Dobbiamo ridurre le emissioni nocive.
JO BIDEN: Io sono convinto che il riscaldamento globale sia causato dall’uomo. È chiaramente causato dall’uomo, e questo probabilmente spiega la profonda differenza fra me e Barack Obama da una parte, e Sarah Palin e John McCain dall’altra. Se non conosciamo la causa, è virtualmente impossibile trovare la soluzione. Noi sappiamo qual’è la causa. La causa è umana. Questo il motivo per cui la calotta polare si sta sciogliendo.
MINACCIA NUCLEARE
DOMANDA: Secondo voi che cosa rappresenta una maggiore minaccia: un Iran nucleare o un Pakistan poco stabile?
JO BIDEN: Ambedue sono molto pericolosi, ma il Pakistan ha già le armi atomiche. Il Pakistan le ha già usate. Le armi del Pakistan possono già raggiungere Israele e il Mediterraneo, mentre l’Iran non è nemmeno vicino a mettere insieme un’arma nucleare che sia in grado di essere lanciata.
SARAH PALIN: un Iran armato con bombe nucleari sarebbe estremamente pericoloso. Non gli si può permettere di acquisire bombe nucleari. Israele è in pericolo, e abbiamo a che fare con Ahmadinejad che dice che Israele è un cadavere putrefatto, un paese che dovrebbe essere cancellato dalla faccia della terra. Di fronte a un leader mentalmente instabile come Ahmadinejad, che dice cose del genere, nessuno deve permettergli di acquisire armi atomiche. Ahmadinejad, Kim Joo II, i fratelli Castro e altri dittatori pericolosi sono gente che Barack Obama sarebbe disposto ad incontrare senza porre condizioni.
POLITICA ESTERA
DOMANDA: Ex-ministri degli esteri come Baker, Kissinger, Powell, sono tutti a favore di un certo livello di dialogo con i nemici. Pensate che questi casi gli ex-ministri degli esteri stiano sbagliando?
SARAH PALIN: No. Soprattutto il dottor Kissinger. Ho avuto una buona conversazione con lui di recente, e lui ha condiviso con me la sua passione per la diplomazia, ed è la stessa diplomazia che intraprenderemmo McCain ed io. Ma, nuovamente con alcuni di questi dittatori che odiano l’America e odiano i nostri ideali, le nostre libertà, la nostra democrazia, la nostra tolleranza, il nostro rispetto per i diritti delle donne, coloro che vorrebbero cercare di distruggere tutto ciò per cui noi lottiamo, non possono essere affrontati con un incontro a livello presidenziale, come Barack Obama ha detto che sarebbe disposto a fare, e questo è peggio di un giudizio errato, è un pericolo.
JO BIDEN: Posso chiarire questo fatto? Quello che ha detto riguardo a Barack Obama semplicemente non è vero. Obama non ha mai detto che si siederebbe di fronte a Ahmadinejad. Ma la cosa più sorprendente è che il senatore McCain non si renda nemmeno conto che in Iran non è Ahmadinejad a controllare l’apparato di sicurezza. È la teocrazia che controlla l’apparato di sicurezza, prima di tutto.
In secondo luogo, 5 ex-ministri degli esteri hanno detto che dovremmo parlare con lui. Ora, McCain e Palin dicono di avere una passione per la diplomazia, ma i nostri alleati ci stanno dicendo da una vita “sedetevi e parlate”. Ce lo dicono gli amici e alleati, e ce lo dicono 5 ex-ministri degli esteri, di cui tre repubblicani. Mentre giorni fa McCain ha detto che gli andrebbe molto bene un accordo, ma che non è disposto a sedersi a parlare con loro. Ora mi volete spiegare come si riesce a fare un accordo se non ci si siede di fronte alla controparte? Persino Bush, dopo cinque anni, ha dovuto mandare un diplomatico di alto rango per incontrarsi con gli altri diplomatici iraniani.
USO ARMI NUCLEARI
DOMANDA: Quale può essere il detonatore - se mai ce ne debba essere uno - per decidere se le armi nucleari vadano usate o meno?
SARAH PALIN: Le armi nucleari, naturalmente... vi sono troppe persone in troppe parti del pianeta che le hanno, e a questi regimi pericolosi non dobbiamo permettere di acquisire armi atomiche. Le nostre armi atomiche negli Stati Uniti sono usate come deterrente, e questo è un modo sicuro e stabile di usare le armi atomiche.
JO BIDEN: Ci vuole un regime di controllo delle armi atomiche. Ma McCain ha votato contro un accordo, che proibiva i test atomici, che tutti gli altri repubblicani avevano supportato. McCain si è opposto ad emendare il trattato di abolizione dei test atomici, con un emendamento che permettesse delle ispezioni.
IRAQ E AFGHANISTAN
(Palin sostiene, come fa McCain, che il centro del problema sia l’Iraq. Barack Obama e Jo Biden dicono invece che il problema è in Afghanistan).
PALIN: La stessa tecnica che è stata usata, e che sta avendo successo, in Iraq, andrebbe usata anche in Afghanistan. Barack Obama ha detto che in Afghanistan noi stiamo bombardando villaggi e uccidendo civili, e questi folli commenti incontrollati e non veri fanno male alla nostra causa. Noi stiamo combattendo i terroristi, stiamo cercando di garantire la democrazia, stiamo costruendo le scuole per i bambini, in modo che anche in quel paese vi siano delle opportunità. Vi sarà una grande differenza anche in Afghanistan, una volta che avremo vinto anche lì.
JO BIDEN: Di fatto il nostro comandante generale in Afghanistan ha detto, proprio oggi, che le stesse tecniche usate in Iraq - lasciate che lo ripeta per essere chiaro: il nostro comandante generale in Afghanistan ha detto che le stesse tecniche usate in Iraq non funzionerebbero in Afghanistan. Non lo ha detto Jo Biden, lo ha detto il nostro comandante generale in Afghanistan.
SARAH PALIN: Prima di tutto, McClellan non ha detto che i principi usati in Iraq non funzionerebbero in Afghanistan. Certo bisogna tener presente le diverse condizioni, i differenti paesi e le condizioni sono certamente diverse, anche le differenze geografiche che sono molto importanti, ma i principi di contro-insorgenza potrebbero funzionare anche in Afghanistan. McClellan non ha detto nulla di contrario a questo.
JO BIDEN: A me risulta che il nostro comandante generale abbia detto questo.
[Notare che il comandante delle forze NATO in Afghanistan non si chiama McClellan, ma McKiernan. Forse per signorilità, o forse perchè spera che lo facciano i giornalisti, Jo Biden ha evitato di sottolineare l’errore della Palin].
Massimo Mazzucco