di Marco Pizzuti
Più di una volta l’umanità si è trovata a provare un certo timore al sopraggiungere di alcune date indicate a titolo profetico come fatidiche. E’ successo, ad esempio, per l’anno mille, e il fenomeno si è ripetuto solo 8 anni orsono (almeno per coloro che seguono il calendario gregoriano) durante il nostro primo giorno d’ingresso nel terzo millennio. In ambedue i casi però non si è verificato nulla di quanto previsto, e questo porta a suggerire che si possano dormire sonni tranquilli anche per il futuro.
Ma da qualche tempo il giorno 21 dicembre dell’anno 2012 viene indicato sempre più insistentemente come la prossima scadenza per l’arrivo di una grande catastrofe, e viene da chiedersi se siamo di nuovo alle prese con l’ennesimo parto della fantasia umana, o se per caso questa volta “bolla in pentola” qualcosa di diverso. A ben vedere infatti il 21 dicembre 2012 non è una data partorita dal solito profeta “ispirato da Dio”, ma è la data di conclusione di un computo matematicamente e astronomicamente perfetto: il calendario Maya.
I calendari Maya
Il popolo Maya disponeva di differenti calendari astronomici (come ad es. il calendario di Venere), ciascuno con una diversa funzione. Di tutti questi però, ... ... solo tre sono particolarmente noti:
1) Lo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni. Era considerato sacro, e veniva utilizzato per la scelta dei giorni in cui svolgere i cerimoniali religiosi;
2) L’Haab aveva una durata di 365 giorni, e pur espletando la stessa funzione del nostro attuale calendario, era già molto più preciso di esso [1];
3) Il calendario del “lungo computo”, che veniva utilizzato per cadenzare il tempo della nostra era, ed aveva una durata di circa 5125 anni.
A tutto questo va aggiunto che la cultura Maya non misurava lo scorrere del tempo secondo una direzione lineare, ma circolare, ovvero suddividendolo in cicli o ere. Ciò derivava dal fatto che i sacerdoti di questo antico popolo ritenevano il cammino della civiltà soggetto a periodiche - e quindi prevedibili - catastrofi planetarie, che fungerebbero da spartiacque tra la fine di un’era e l’inizio di quella seguente. Secondo quest’ultimo calcolo, la nostra era iniziò il 13 agosto del 3114 a.C, e sarebbe ormai giunta al tempo della fine, terminando esattamente il 21 dicembre 2012.
Alcuni fatti rimasti inspiegabili
Contrariamente a quanto si possa credere, i Maya erano tutt’altro che un popolo primitivo e superstizioso. Anzi, se facciamo eccezione per il calendario religioso, tutti gli altri calendari Maya esaminati sino ad ora costituiscono un mistero proprio a causa della loro notevole precisione.
Tutto ciò rende la questione sulla loro vera data d’origine un fatto molto dibattuto nell’ambito della letteratura nota come archeologia eretica (i cui esponenti più celebri sono R. Bauval e G. Hancock).
Quando ancora non conoscevano nè la ruota nè la bilancia, ad esempio, i Maya erano già in possesso di nozioni matematiche e astronomiche straordinariamente complesse, testimoniate appunto dall’esistenza dei loro antichi calendari.
Sappiamo per certo che chi realizzò il calendario solare ottenne una precisione superiore a quella da noi conseguita in epoca moderna. Altrettanto sbalorditivi sono il calendario di Venere, e il calendario del lungo computo (della durata di ben 5125 anni), che era addirittura in grado di prevedere tutte le eclissi di sole e di luna verificatesi sino ad oggi [2]!
I Maya inoltre - fatto ancora più misterioso - conoscevano già il fenomeno della precessione degli equinozi, che il loro calendario dell’anno galattico indicava compiersi in 25.625 anni [3]! Come abbiano potuto calcolarlo, nessuno è in grado di spiegarlo, ma questo fatto porta a supporre che gli antichi autori dei calendari possano avere ragione anche riguardo alla ciclicità dei grandi eventi catastrofici planetari.
Di fronte a tale perizia e precisione, diventa legittimo ipotizzare che questi astronomi ante-litteram non fossero semplicemente i sacerdoti di un popolo primitivo (che non conosceva neppure la ruota), ma gli scienziati dell’ultima civiltà evoluta che avrebbe preceduto la nostra.
Sarà infatti solo una coincidenza, ma gli archeologi fanno risalire l’origine dell’attuale civiltà proprio ad un periodo collocato pochi secoli prima del 3000 a.C., ovvero ad una data che corrisponde in modo inquietante al 3114 a.C. indicato dai Maya come inizio della nostra attuale era.
Il significato del 2012 secondo l’interpretazione Maya
Se qualcuno ha pensato che tutta l’annosa questio sulla “profezia” maya può risolversi nel confronto tra catastrofisti e negazionisti rimarrà piuttosto deluso. Il rompicapo è più complesso di ciò che si può immaginare persino per chi ritiene attendibile (a vario titolo) il calendario Maya del lungo computo.
La data del 21 dicembre 2012 lascia infatti spazio a diverse interpretazioni. La notte tra il 21 e il 22 dicembre infatti è anche il periodo dell’anno in cui si verifica il solstizio d’inverno, un evento astronomico ciclico caratterizzato dalla minore durata della luce solare in assoluto. Per tale ragione tutti i popoli più antichi lo consideravano un giorno sacro, che rappresentava la sconfitta della luce/fonte di vita sulle tenebre/simbolo di morte, ovvero la fine di un ciclo vitale.
Trascorsi i tre giorni nei quali il sole sembra sprofondare negli abissi dell’oscurità, le ore di luce tornano nuovamente ad allungarsi. Ecco quindi spiegato il motivo per cui i nostri avi celebravano la nascita di tutte le loro diverse divinità solari proprio il 25 dicembre (Horus, Attis di Frigia, Mitra etc. etc.), ed ecco anche perché il 21 dicembre 2012 potrebbe avere solo un significato metaforico, riferito al completamento di un periodo astronomico.
In tale occasione però il ciclo a cui potevano avere fatto riferimento i Maya non è ovviamente il solo ordinario solstizio d’inverno, quanto la sua coincidenza con il completamento di un altro ciclo, il c.d. anno galattico.
Anche quest’ultimo termina infatti proprio il 21 dicembre 2012, data in cui l'asse terrestre avrà percorso un giro completo di circa 26000 anni attorno al proprio centro di rotazione a causa della
precessione degli equinozi.
I Maya quindi conoscevano perfettamente anche questo ulteriore e complesso fenomeno astronomico, che ritenevano durasse 25625 anni [4] e che avevano denominato appunto “anno galattico”.
Esiste tuttavia una lieve differenza di computo tra il periodo di precessione calcolato in epoca moderna e quello stabilito nell’antico calendario, ma ciò è sicuramente dovuto al fatto che la precessione degli equinozi (o anno galattico per i Maya), pur essendo un fenomeno ciclico prevedibile, è estremamente variabile e irregolare. La sua durata esatta infatti dipende dalla combinazione di molti fattori.
La Luna e il Sole ad esempio non si trovano sempre nello stesso piano (in quanto si muovono l'una rispetto all'altro) e di conseguenza si vengono a produrre interazioni gravitazionali sulla rotazione terrestre (nutazione) di natura variabile.
Il sole sotto accusa
I Maya non solo avevano diviso la storia del mondo in 5 diverse epoche, ma usavano riferirsi a ciascuna di esse associandole al sole, in ordine cronologico. Stando quindi alla tradizione Maya, sarebbe proprio il nostro astro a svolgere il ruolo di protagonista in questi sconvolgimenti ciclici planetari.
A tal proposito basti aggiungere che le loro previsioni collocano il periodo storico in cui stiamo vivendo nel quinto e ultimo sole. Questa associazione è stata rilevata da studiosi come Adrian G. Gilbert e Maurice M. Cotterrell, che hanno svolto approfondite indagini in proposito, presentate nel dettagliato volume Le profezie dei Maya (Corbaccio). Secondo gli autori, i sacerdoti di questo antico popolo sapevano già migliaia di anni or sono che nel 2012 si sarebbe scatenata una tempesta solare di inaudita violenza, che avrebbe determinato la fine della nostra era.
Inversione dei poli magnetici e olocausti solari
In televisione se ne parla assai poco, ma gli scienziati hanno comunque scoperto che i poli magnetici terrestri si invertono ciclicamente nel corso del tempo, con conseguenze drammatiche per l’ecosistema globale.
La prova ci arriva dall’esame delle rocce ignee risalenti a diverse ere geologiche. Queste ultime infatti, una volta passate dallo stato magmatico a quello solido, possiedono la particolare proprietà di conservare “l’impronta” del campo magnetico terrestre presente nel momento del loro raffreddamento.
Tale caratteristica ha poi consentito ai geologi di scoprire che il nord e il sud magnetico si invertono ciclicamente [5], passando per fasi intermedie dove le diverse polarità non risultano perfettamente allineate, ed in cui il globo terrestre è caratterizzato dalla presenza di piccole aree già invertite dal punto di vista dell’orientamento magnetico.
Mentre vi è consenso unanime, nel mondo accademico, sul fatto che un simile evento si verifichi, esistono però diverse scuole di pensiero sul quando e come ciò possa avvenire. La maggior parte degli esperti ritiene a tal proposito che l’ultima inversione completa sia avvenuta ben 16 milioni di anni fa, mentre una minoranza di essi afferma che il fenomeno si può verificare anche con cadenze intorno ai 10.000 anni.
Al di là di chi abbia ragione o meno, se davvero l’ultima inversione dei poli fosse avvenuta solo 12.000 anni fa, avremmo scoperto anche la causa dell’ultima glaciazione (c.d. del Pleistocene).
Attività vulcanica
Un altro enigma dei geologi riguarda infatti l’inspiegabile incremento dell’attività vulcanica che si manifesta sempre in concomitanza di ogni era glaciale e che potrebbe avere la sua origine proprio nello slittamento dei poli magnetici.
Gli scienziati infatti sembrano essere d’accordo almeno su un punto: l’inversione dei poli sviluppa molta energia, che finisce per eccitare il magma che scorre sotto la crosta terrestre, generando così vulcanismo, terremoti e tsunami di ogni tipo. A quando il prossimo appuntamento? Forse tra breve visto che sono gli esperti dell’autorevole rivista scientifica nature a riportare la notizia [6].
L'analisi dei dati raccolti dai satelliti Oersted, confrontati con quelli del Magsat, sembra infatti presagire una rivoluzione magnetica imminente [7]. E si è scoperto inoltre che due regioni della Terra (poste rispettivamente nell'Africa meridionale e al Polo Nord) hanno subito enormi variazioni del proprio campo magnetico locale.
“Lo stato attuale del nostro pianeta - affermano Gauthier Hulot e gli altri autori dell'articolo di Nature - assomiglia moltissimo a quelle simulazioni al computer, altamente asimmetriche, che descrivono i periodi di tempo prossimi alla cosiddetta inversione del campo magnetico terrestre.”
Peraltro, un altro indizio inquietante che sembra avere sempre accompagnato il ribaltamento dei poli magnetici è la diminuzione del campo magnetico terrestre, cosa anche questa regolarmente avvenendo in questi anni [8].
Ma anche ammesso che simili previsioni siano corrette, cosa c’entrano i Maya e il sole in tutto questo?
Stando agli indizi offerti dai dati, e alla loro interpretazione più apocalittica, c’entrano eccome.
L’attuale situazione dei poli magnetici, infatti, dimostra che essi sono già in movimento, ovvero nella fase di instabilità che prelude al loro ribaltamento. Per di più proprio per il 2012 è prevista una tempesta solare senza precedenti (il vento solare e le sue particelle cariche perturbano il nostro campo magnetico) [9], che potrà effettivamente manifestarsi come il colpo di grazia dell’attuale equilibrio geomagnetico terrestre.
Ma come sarebbe stato possibile, in ogni caso, prevedere uno scenario del genere con calendario antico migliaia e migliaia di anni?
Forse la risposta ci arriva dalle scoperte fatte dallo scienziato russo Alexei Dmitriev (geofisico all’accademia delle scienze, con un curriculum imponente e oltre 300 pubblicazioni all’attivo sulle riviste più autorevoli), il quale ha risolutamente affermato [10] che il recente aumento dell’attività del sole è una conseguenza diretta dell’ingresso del nostro sistema solare all’interno della nube energetica presente in questa zona della galassia.
Se così fosse, esistono indizi che chi realizzò i calendari Maya conoscesse già anche il moto di rotazione del nostro sistema solare intorno al centro della galassia. Solo in tale ipotesi infatti, avrebbe potuto prevedere in anticipo gli eventi catastrofici con tale precisione matematica.
Insomma, tra tanti misteri rimane solo una certezza, chiunque realizzò quei calendari sapeva il fatto suo.
Per il resto, non ci resta che attendere qualche anno ancora...
Marco Pizzuti – www.altrainformazione.it
Riferimenti:
1) http://www.sapere.it/tca/minisite/storia/civilta_precolombiane/id12.html
2) http://www.antiqui.it/archeoastronomia/eclissi.htm
3) Maurice Cotterell e Adrian Gilbert, Le profezie dei Maya, Corbaccio, Milano, 2004
4) http://maximilianps.wordpress.com/2007/12/21/la-fine-di-unanno-galattico/
5) http://magazine.enel.it/boiler/arretrati/Focus_dett.asp?iddoc=528310&titolo=Focus%20-%207.+L%26%23146%3Binversione+dei+poli+magnetici+.
6) LINK
LINK
7) http://erewhon.ticonuno.it/2002/scienza/magnetico/magnetico.htm
8) http://www.esa.int/esaCP/SEMCMNXEM4E_Italy_0.html
9) http://medialab.sissa.it/scienzaEsperienza/notizia/2006/mar/Uesp060310n006/
10) Lawrence E. Joseph, Apocalisse 2012, Corbaccio, Milano 2007, pgg.151, 152.