Nuova Cronologia

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4 Anni 3 Settimane fa #40388 da Vytis
Risposta da Vytis al topic Nuova Cronologia
Italo ti ho mandato un messaggio privato.
PS li mando privati se no si perdono lungo le ore e le settimane nelle discussioni

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4 Anni 3 Settimane fa #40389 da Vytis
Risposta da Vytis al topic Nuova Cronologia
Nomit, cosa centra il 9 marzo con l'Archeologia?

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4 Anni 3 Settimane fa - 4 Anni 3 Settimane fa #40394 da Vytis
Risposta da Vytis al topic Nuova Cronologia
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4 Anni 3 Settimane fa #40395 da Vytis
Risposta da Vytis al topic Nuova Cronologia

Pyter ha scritto:




A me quello più a destra mi sembra un uomo con due bei baffoni.


sai questa miniatura da dov'è tratta?

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4 Anni 3 Settimane fa #40398 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
"marihuana e altre storie" è scritto da c. ciapanna, "il fungo sacro e la croce" di j. allegro e "le carte dell'aids" di e. vogel li ha solo pubblicati
I seguenti utenti hanno detto grazie : demartini315

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4 Anni 3 Settimane fa #40400 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Avete presente Cangrande, Cansignorio e Mastino Della Scala, i cui nomi ricordano i khan orientali? Così come il "könig" tedesco? Mi sono accorto che non solo a Verona (patria degli scaligeri) ma anche a Venezia il re aveva lo stesso appellativo: si chiamava "doge" ed in inglese dog significa cane.

Forse il verbo latino "ducere" viene da una parola che indicava il cane che conduceva i cacciatori.

In ebraico cane si dice kelev, quindi "servo della gleba" potrebbe aver significato "suddito del khan".

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4 Anni 2 Settimane fa - 4 Anni 2 Settimane fa #40404 da demartini315
Risposta da demartini315 al topic Nuova Cronologia
@Nomit

Nomit ha scritto: <strong>@ demartini315 -</strong>


Ciao, potreste gentilmente riassumermi in due righe ( se possibile, oppure indicarmi una fonte ) in cosa consistano le teoire del russo A.Fomenko? Di Ciapanna lessi qualcosa quando ero giovane ( stiamo parlando dell'alto medioevo ) in quanto un buon amico dle sottoscritto collezionava tutti i "Fotografare" e devo dire che seppur pesantemente criptico e talvolta illeggibile le tesi del Ciapanna sono alquanto interessanti ( anche se, da materialista ateo nazicattocomunista di prove non ne ho mai viste, un po' poco per uno che sostiene la non esistenza dell'Impero Romano ); ricordo per esempio il bel libro "Marijuana ed altre storie" o l'altro di cui non ricordo il titolo sul fungo sacro ( o qualcosa del genere ) oppure i suoi scritti su AIDS/HIV ( non concordo minimamente ma lasico sempre uno spiraglio aperto ). Ivece di Fomanko non so una ceppa. Illuminatemi please

Che la storia che conosciamo è avvenuta negli ultimi mille anni, ed in particolare tra il XIV ed il XVII secolo, che Cristo è vissuto tra il 1152 ed il 1185 ed era un re bizantino, che la guerra di troia è un racconto della quarta crociata, che il Vaticano venne fondato nel XV secolo dai profughi bizantini, che l'Impero Romano aveva sede prima in Egitto, poi in Anatolia e poi in Russia, che tale impero governò l'intera Europa fino alla fine del XVI secolo e poi venne disgregato da un fenomeno passato alla storia come "riforma protestante".
Link: chronologia.org/it/


Staminchia! Hai detto poco..ovvero la Storia che conosciamo sarebbe' una minchiata, o meglio una falsificazione..monumentale/multigenerazionale teneuta in piedi dall'Accademia tutta ( cioe' se l'Impero Romano non ebbe origine a Roma..ehm..io Roma l'ho visitata diverse volte, voglio dire, SOTTO Roma c'e' la Roma Imperiale..o no? A quale epoca risalirebbero i reperti che trovano di continuo? )
Cristo vissuto tra il 1152 ed il 1185..ok e' sicuramente suggestivo ma..quali prove ha?
Quale metodo A. Fomenko ha usato per giungere a queste conclusioni? Analisi sul campo? Archeologiche? E' abbastanza sconvolgente...

@Horselover

"marihuana e altre storie" è scritto da c. ciapanna, "il fungo sacro e la croce" di j. allegro e "le carte dell'aids" di e. vogel li ha solo pubblicati


Ah, ricordavo male, grazie. [strike]Sai se si trovano in PDF?[/strike]

Ho trovato Il Fungo Sacro e La Croce su scribd
dlscrib.com/download/il-fungo-sacro-e-la...08bbc53e51687042_pdf
E Le Carte dell Aids in cpaitoli, qui numero 1
www.scribd.com/document/246679849/Cesco-...te-Dell-AIDS-Parte-1
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4 Anni 2 Settimane fa #40405 da demartini315
Risposta da demartini315 al topic Nuova Cronologia
Ok mi sono calato nel buco nero della Storia ed ho trovato l'Ipotesi del tempo fantasma:

"""L'autore ipotizza che il sistema di datazione Anno Domini sia stato falsificato con l'aggiunta di un periodo di "tempo fantasma" nell'Alto Medioevo, esattamente dal 614 al 911. Secondo questa teoria, gli eventi accaduti in Europa e nelle regioni limitrofe in realtà sono accaduti in un altro lasso temporale oppure non sono affatto accaduti."""

Ovvero, l' AD 614-911 non e' mai esistito, la Charlemagne e' una invenzione di Ottone III?

"""L'ipotesi suggerisce una cospirazione ad opera dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone III, Papa Silvestro II, e forse dell'Imperatore bizantino Costantino VII per costruire artificiosamente il sistema di datazione Anno Domini in modo che essi potessero trovarsi a cavallo dell'anno 1000. Per fare ciò avrebbero riscritto la storia aggiungendo interi secoli e inventando di sana pianta la figura di Carlo Magno.

Illig sostiene che questo scopo sia stato raggiunto mediante l'alterazione, la scorretta rappresentazione e la produzione sia di documenti che di prove fisiche.""""

:matrix:

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4 Anni 2 Settimane fa #40406 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Staminchia! Hai detto poco..ovvero la Storia che conosciamo sarebbe' una minchiata, o meglio una falsificazione..monumentale/multigenerazionale teneuta in piedi dall'Accademia tutta ( cioe' se l'Impero Romano non ebbe origine a Roma..ehm..io Roma l'ho visitata diverse volte, voglio dire, SOTTO Roma c'e' la Roma Imperiale..o no? A quale epoca risalirebbero i reperti che trovano di continuo? )
Cristo vissuto tra il 1152 ed il 1185..ok e' sicuramente suggestivo ma..quali prove ha?
Quale metodo A. Fomenko ha usato per giungere a queste conclusioni? Analisi sul campo? Archeologiche? E' abbastanza sconvolgente...


Innanzitutto Fomenko è il continuatore di Morozov.

Fomenko analizza con metodi matematici i testi storici e data gli oroscopi che contengono.

Nel caso di Cristo, ha usato il seguente metodo. Ha individuato due eventi astronomici nei vangeli: la stella della nascita e l'eclisse della crocefissione. Ha quindi cercato quale coppia di eventi astronomici separati tra loro da 32-33 anni potesse corrispondere a quanto descritto dai vangeli. Ha trovato una combinazione che sembrava corrispondere, cioè l'esplosione della supernova SN1054 e l'eclissi di sole del 1086, separate da 32 anni. Si è poi chiesto se le cronache cinesi ed arabe che datavano la supernova al 1054 fossero corrette. Si è quindi rivolto alla ricerca astronomica per una datazione indipendente, scoprendo che la supernova andava datata al secolo successivo. Infine, ha cercato un personaggio del dodicesimo secolo la cui biografia potesse corrispondere a Cristo, individuando l'imperatore Andronico I, che governò 3 anni e venne linciato nel 1185, anno in cui avvenne appunto un'eclissi totale di Sole vicino al punto in cui esplose la supernova (costellazione del Toro), visibile in Russia chronologia.org/it/zar_slavi/lo_zar_degli_slavi-capitolo1.pdf

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4 Anni 2 Settimane fa - 4 Anni 2 Settimane fa #40407 da demartini315
Risposta da demartini315 al topic Nuova Cronologia

Nomit ha scritto: Staminchia! Hai detto poco..ovvero la Storia che conosciamo sarebbe' una minchiata, o meglio una falsificazione..monumentale/multigenerazionale teneuta in piedi dall'Accademia tutta ( cioe' se l'Impero Romano non ebbe origine a Roma..ehm..io Roma l'ho visitata diverse volte, voglio dire, SOTTO Roma c'e' la Roma Imperiale..o no? A quale epoca risalirebbero i reperti che trovano di continuo? )
Cristo vissuto tra il 1152 ed il 1185..ok e' sicuramente suggestivo ma..quali prove ha?
Quale metodo A. Fomenko ha usato per giungere a queste conclusioni? Analisi sul campo? Archeologiche? E' abbastanza sconvolgente...


Innanzitutto Fomenko è il continuatore di Morozov.

Fomenko analizza con metodi matematici i testi storici e data gli oroscopi che contengono.

Nel caso di Cristo, ha usato il seguente metodo. Ha individuato due eventi astronomici nei vangeli: la stella della nascita e l'eclisse della crocefissione. Ha quindi cercato quale coppia di eventi astronomici separati tra loro da 32-33 anni potesse corrispondere a quanto descritto dai vangeli. Ha trovato una combinazione che sembrava corrispondere, cioè l'esplosione della supernova SN1054 e l'eclissi di sole del 1086, separate da 32 anni. Si è poi chiesto se le cronache cinesi ed arabe che datavano la supernova al 1054 fossero corrette. Si è quindi rivolto alla ricerca astronomica per una datazione indipendente, scoprendo che la supernova andava datata al secolo successivo. Infine, ha cercato un personaggio del dodicesimo secolo la cui biografia potesse corrispondere a Cristo, individuando l'imperatore Andronico I, che governò 3 anni e venne linciato nel 1185, anno in cui avvenne appunto un'eclissi totale di Sole vicino al punto in cui esplose la supernova (costellazione del Toro), visibile in Russia chronologia.org/it/zar_slavi/lo_zar_degli_slavi-capitolo1.pdf


Grazie mille! Ok, quindi Fomenko non e' uno svalvolato qualunque ma, vedo, e' un matematico di serie A ( tra l'altro e' anche un apprezzato artista ). Certo che il campo in cui opera e' inaccessibile ai piu' ( matematica con la M, perdipiu' avanzata e incrociata allo studio delle eclissi...perdonate il mio linguaggio rozzo ma avevo tipo -10 a scuola di fisica etc nel lontano 1843 :D )

E' veramente, come dico gli inglesi, groundbreaking, certo come tutte le teorie "sconvolgenti" secondo ma vanno assimilate un poco alla volta, mi era venuto un coccolone in prima battuta. Pero' non so chi sia Morozov, un collega matematico di Fomenko ( google e' mio amico, lo so )?

Io sono iscritto e leggo Reddit ed ho trovato, nel sub "Bad History", un tentato debunking della "New Chronology" pero' come tante volte succede su quel sito i commenti interessanti te li devi cercare perche' regna il cazzeggio sfrenato ( tipo un utente fa un commento ironico e lo seguono a decine per cui si perde alle volte il senso del thread )
www.reddit.com/r/badhistory/comments/23acjd/new_chronology/
www.reddit.com/r/badhistory/comments/g09...unk_anatoly_fomenko/
Pero' ammetto non li ho ancora letti fino in fondo.

edit: aggiungo un post di un utente ( tradotto ) che ha piu' o meno le mie perplessita'

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Vale la pena sottolineare che mentre Fomenko sembra essere un matematico molto abile, in particolare in topologia e geometria, la sua Nuova Cronologia non solo ignora, beh, praticamente tutto ciò che è scritto da qualsiasi storico, ma sembra anche ignorare campi scientifici come la dendrocronologia e la datazione al carbonio.

Oltre alle affermazioni straordinarie che richiedono prove straordinarie, dovrebbe essere una grande bandiera rossa quando qualcuno esce dalla propria corsia per entrare in un altro campo accademico e propone teorie che fondamentalmente dicono "tutti coloro che fanno ricerche in questo campo sono completamente sbagliati".

Questo non vuol dire che uno specialista che sostiene scoperte in un altro campo sia sempre sbagliato: viene in mente il fisico Luis Alvarez che propone la teoria dell'impatto degli asteroidi per l'evento di estinzione KT, e gran parte della comunità paleontologica ne fu irritata (nb: il La relazione dell'evento dell'impatto di Chicxulub con l'estinzione di massa è ancora dibattuta). Ma lo scetticismo verso affermazioni radicali che vanno contro interi campi accademici è comunque giustificato.
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Quindi, cosa dice Fomenko rispetto alla dendrocronologia o alle datazioni al radiocarbonio?

Scusate se magari sto ripetendo cose di cui avete gia' discusso ma non ho letto questo 3d per intero.

Le datazioni "ufficiali", quindi, in cosa sbaglierebbero?
Fomenko si basa sulle eclissi e va bene ( ci vorrebbero le qualificazioni adatte per smentirlo ed io non le ho di certo ) e fino a che rimane in Europa ok ma le civilta' Cinesi, Indiane etc sarebbero sballate anche loro?
Non vorrei dire una banalita' ( ma la dico lo stesso :D ) ma ai tempi non c'era internet ne' treni ne auto ne mezzi per comunicare in maniera rapida fra continenti o civilta' cosi' distanti fra loro.

Io personalmente sono convinto ( non e' che lo "credo" ) che la civilta' umana vada sicuramente retrodatata, e cioe' che la Storia e' molto piu' antica...Fomenko ribalta completamente questo assunto..sconvolgente, non ho altre parole.

Se fosse come indicato dal matematico russo la Storia altro non sarebbe che un grande intricato inganno; ora, la storia la scrivono i vincitori etc ed e' anche vero e chi controlla il passato controlla il presente ( o il futuro, le citazioni non sono il mio forte ) ma...a che pro?

Possibile che anche il C14, la dendrocronologia siano asservite a questa mega cospirazione?
E ancora, se quanto scrive AF e' vero, perche' non esistono ( o non li conosco ) antropologi, archeologi etc che ne parlano?
Possibile che una macchinazione di questa portata non abbia lasciato delle evidenti falsificazioni?
Tutto il popo' di roba che sta sotto Roma, e' stato falsificato?
Per dire, strutture riconducibili all Impero sono state ritrovate in tutta Europa, UK incluso, e se ne continuano a trovare ogni qualvolta si scavi ( a Roma perlomeno ).

Se non male interpreto quello che scrive il russo, qualcuno ha prodotto e messo li i migliaia di reperti che si trovano nei musei di tutto il mondo? Non che voglia giocare alla forca logica ma, tutto cio' sarebbe falso?

E' una teoria senz'altro affascinante ma lascia molte piu' domande che risposte.
Un ultima cosa, e' possibile falsificare questa teoria?

Ho veramente bisogno di un bianchetto col campari. A dopo. :beers:
Ultima Modifica 4 Anni 2 Settimane fa da demartini315.

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4 Anni 2 Settimane fa #40408 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
@ demartini315

Per la dendrocronologia trovi qui a pag.87

chronologia.org/it/sette1/capitolo1.pdf
I seguenti utenti hanno detto grazie : demartini315

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4 Anni 2 Settimane fa - 4 Anni 2 Settimane fa #40409 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
La nuova datazione dell’oroscopo astronomico descritto nell’Apocalisse

di Anatoly Fomenko e Gleb Nosovskiy.

www.jaks.sk/dokumenty/fomenko/03-The%20A...ence%20Book%203-.pdf

2. La profezia Biblica di Zaccaria e la data della sua creazione

La cronologia Scaligeriana prova a convincerci che la profezia di Zaccaria sia stata scritta tra il 520 e il 518 A.C. – cioè circa settant’anni dopo il libro di Ezechiele. N. A. Morozov suggerisce di tradurre la parola Zaccaria come “Il Tonante Ricorda” ([544], Volume 1, pag. 252). L’intero libro, come anche la profezia di Ezechiele, o “Il Signore Prevarrà”, riguarda lo stesso tema, cioè, che il Dio che verrà non ha dimenticato la promessa del suo avvento. Semplicemente la pospone per punire il popolo per la sua mancanza di fede. La combinazione YHVH veniva pronunciata come Jehovah dai traduttori della Bibbia; viene spesso tradotta come Il Signore Dio. “YHVH” può anche essere il futuro de verbo “essere” – “Dio che sarà,” o “Dio che verrà.” I Latini trasformarono questa parola in Jovis, o Giove – un’abbreviazione di Jovis-Pater, o Jovis-Padre. I Greci la trasformarono in Zeus. Lo storico Eunapius presumibilmente vissuto nel 347-414 D.C. scrive che “gli Italiani chiamano Zeus Iovius” ([132], pag. 86). N. A. Morozov suggerisce di tradurre il nome YHVH, o Jehovah, come “Tonante,” poiché è un sinonimo largamente usato per J-Pater (Jupiter). Bisogna ricordare che i credenti non hanno sempre avuto il diritto di pronunciare il nome di Dio a voce alta, e lo hanno chiamato Adonai, o anche Signore. Questa è la probabile ragione dell’esistenza della abbreviazione di cui sopra – la forma intera YHVH trasformata in YAH o IAH, o addirittura le singole lettere I o J, che hanno dato origine al nome Jupiter, o J-Pater – Dio il Padre. È così che questa parola viene scritta nel titolo Biblico del libro di Zaccaria. Viene scritto ZECHAR-IAH invece del più completo ZECHAR-YHVH, o “Il Tonante Ricorda.” Tutto ciò, insieme alla chiara tonalità astrologica di alcuni testi Biblici che si riferiscono a Jehovah ([544]) porta a pensare che il Tonante, che i profeti dell’Antico Testamento aspettano con tanto fervore, non sia qualche sconosciuta divinità pre-Cristiana, ma, piuttosto, lo stesso Dio che dice “Io sono l’Alfa e l’Omega, l’inizio e la fine” a Giovanni nel primo capitolo dell’Apocalisse (Rivelazione 1:8). Nient’altro che Gesù Cristo, in altre parole. L’Apocalisse proclama la Seconda Venuta e il Giorno del Giudizio. I profeti dell’Antico Testamento dei secoli XIV-XVI D.C. attendono quest’evento. Il libro di Zaccaria (ZECHAR-YHVH) è pieno di descrizioni degli stessi eventi che troviamo nei Vangeli. La stessa profezia cita “Joshua il gran sacerdote” abbastanza spesso (Zaccaria 3:1). È significativo che la cronologia Scaligeriana sia costretta ad ammettere che le profezie contenute nei libri dell’Antica Alleanza “predicono” l'avvento di Gesù Cristo, come anche alcuni eventi evangelici. Diamo un esempio. Il libro di Zaccaria ci dice quanto segue: “Poi dissi loro: «Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare». Essi allora pesarono trenta sicli d'argento come mia paga. Ma il Signore mi disse: «Getta nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro valutato!». Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nel tesoro della casa del Signore... Guai al pastore stolto che abbandona il gregge! Il suo braccio sarà seccato e il suo occhio destro accecato.” (Zaccaria 11:12-13, 11:17) Oggi si assume che tutto ciò sia stato scritto secoli prima di Gesù e della leggenda del tradimento dell’apostolo Giuda che lo ha tradito per trenta pezzi d’argento. Confrontiamo il passaggio da Zaccaria al seguente dai Vangeli: “e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.... Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.”(San Matteo 26:15; 27:5-7) Solo questo dovrebbe dirci che il libro testamentario “Il Tonante Ricorda,” o “Zaccaria” fu scritto dopo la Crocifissione – che accadde nel XI secolo D.C. secondo la nostra ricostruzione. Il fatto che la versione dei Vangeli che è sopravvissuta fino ai nostri giorni faccia frequenti ed estesi riferimenti ai libri dei profeti molto probabilmente significa che tutti sono stati scritti intorno allo stesso periodo, o, in alternativa, che la correzione dei Vangeli continuò per un tempo sufficientemente lungo, dopo la loro creazione nel XII-XIII secolo D.C., per incorporare simili riferimenti. L’analisi dei frammenti astrologici del libro “Il Tonante Ricorda” è basata sugli stessi principi dell’analisi della Rivelazione e del libro “Il Signore Prevarrà,” o Ezechiele. Taglieremo corto e faremo un breve sommario. I dettagli possono essere trovati in [543]. Nel libro di Zaccaria incontriamo gli stessi quattro carri planetari descritti in Ezechiele. Questa volta il riferimento ai “quattro carri” è rimasta anche nella traduzione sinodale (Zaccaria 6:1). Sottolineiamo l’uniformità del simbolismo trovato in Zaccaria e Ezechiele. In realtà, secondo il punto di vista Scaligeriano, le profezie Bibliche furono scritte nella stessa epoca e appartengono alla stessa tradizione letteraria. Non abbiamo ragione di discutere questo, e condividiamo l’opinione degli storici. N. A. Morozov pensava che il Capitolo 6 descrivesse un oroscopo che egli datò al massimo al 453 D.C. Comunque, a dispetto del fatto che questa descrizione sia chiaramente astronomica, è piuttosto arduo utilizzarla per ottenere un oroscopo affidabile.

3. La profezia Biblica di Geremia e la data della sua creazione


Secondo N. A. Morozov, la parola “Jerem-Iah,” o IERMNE-IAH si traduce “Il Tonante Scaglierà un Fulmine” ([544], Volume 1, pag. 267). Questo è evidentemente ancora un titolo piuttosto che il nome dell’autore. La cronologia Scaligeriana data il libro ai presunti anni 629-588 A.C. – cioè la stessa epoca di Ezechiele. La loro prossimità ideologica è puntualmente notata, e anche l’utilizzo dello stesso stile letterario e formula. Poiché queste considerazioni si riferiscono solo a una cronologia relativa, non troviamo ragione per discuterne con gli storici. Il libro contiene un altro riferimento al dio che dichiara il suo intento di mantenere la promessa fatta, che presto sarebbe sceso sulla terra nel tempo di grandi sofferenze per giudicare il popolo. Questo appare ancora come una variante dell’Apocalisse. L’imminente avvento di Dio viene simbolizzato da una mazza sospesa in cielo. La traduzione sinodale ci offre in alternativa “un bastone di mandorlo” (Geremia 1:11). Comunque, il testo Ebraico dice MKL-SHKD, che sta per “un bastone sospeso, una mazza pronta a colpire, o una clava ([543], pag. 184). È per questo che la traduzione dovrebbe essere la seguente: “Dissi, vedo una mazza sospesa [bastone di mandorlo]. Quindi il Signore mi disse, hai visto giusto” (Geremia, 1:11-12). Come gli altri libri profetici trattati, Geremia contiene un vasto numero di frammenti astronomici. Ci asterremo dall’analizzarli qui, poiché un’analisi più approfondita viene data in [543]. Secondo N. A. Morozov, questo è un riferimento a una cometa apparsa nel cielo. Immagini di comete possono essere trovate in molti libri medievali di astronomia. Le comete erano spesso rappresentate con immagini di fantasia il cui scopo era minacciare. Una clava o una mazza sospesa è un’immagine medievale che veniva utilizzata frequentemente per indicare una cometa. Il libro di Bacharach presumibilmente datato al 1545, per esempio, rappresenta una cometa come una mazza (vedi fig. 4.13). Lo stesso libro contiene un altra immagine di cometa circondata dalle stelle (vedi fig. 4.14). Il libro di Stanislaw Lubienietski datato al 1666-1668 descrive una cometa in modo simile ([1256], fig. 4.15).

Fig. 4.13. Una cometa a forma di mazza. Tratto dal medievale Astronomia di Bacharach, datato al 1545. Archivio del libro dell'Osservatorio di Pulkovo (S. Pietroburgo). Vedi anche [543], pag. 185, ill. 94.

Fig. 4.14. Una cometa a forma di mazza. Tratto dal medievale Astronomia di Bacharach, datato al 1545. Archivio del libro dell'Osservatorio di Pulkovo (S. Pietroburgo). Vedi anche [543], pag. 188, ill. 96.

Fig. 4.15. Una cometa a forma di mazza. Tratto da Theatrum Cometicum, ecc. di Lubienietski, Amstelodami, 1666-1668 ([1256]). Archivio del libro dell'Osservatorio di Pulkovo (S. Pietroburgo). Vedi anche [544], pag. 195, ill. 101.

Una descrizione particolarmente vivida di una cometa viene data nel seguente frammento del “Il fulmine del Tonante,” o “Jerem-Iah”: “Che cosa vedi?. Risposi: Vedo una caldaia sul fuoco inclinata verso settentrione. Il Signore mi disse: «Dal settentrione si rovescerà la sventura su tutti gli abitanti del paese.” (Geremia, 1:13-14). L’astronomia di Bacharach presumibilmente datata al 1545 presenta una notevole illustrazione dove si vede una cometa che sembra una gigantesca faccia rotonda fremente di rabbia con fiamme infuocate, circondata da stelle incenerite dalle fiamme (vedi fig. 4.16). L’illustrazione è fatta in modo che lo spettatore ha l’impressione di vedere la superficie di un calderone bollente.

Fig. 4.16. Una cometa a forma di calderone bollente che contiene una faccia. Tratto dal medievale Astronomia di Bacharach, datato al 1545. Archivio del libro dell'Osservatorio di Pulkovo (S. Pietroburgo). Vedi anche [543], pag. 185, ill. 93.

Perciò, il libro di Geremia senza dubbio contiene una descrizione medievale di qualche cometa. Il fatto reale che la descrizione si riferisca a una cometa fu notato diverso tempo addietro. D. O. Svyatsky scrisse di questo nel suo La Cometa di Halley nella Bibbia e nel Talmud. Cercò di datare questa cometa, ma senza alcun successo. È anche possibile che il titolo stesso del libro, “Il fulmine del Tonante,” sia in relazione con l’apparizione di una cometa nel cielo. Non c’è alcun oroscopo affidabile nella profezia di Geremia, a dispetto del fatto che abbiamo visto alcuni frammenti che erano chiaramente di natura astronomica. Datare il libro astronomicamente è tutt’altro che semplice. Anche utilizzare la descrizione di una cometa per una datazione è impossibile. Le comete sono in generali di poco aiuto in materia di datazioni astronomiche perché le loro descrizioni sono normalmente vaghe e fantasiose. Inoltre, non c’è nessuna prova storica per molte rappresentazioni di comete periodiche che potrebbero fornire una base per una “datazione delle comete”. Considereremo le comete in maggior dettaglio in Chron5.

4. La profezia Biblica di Isaia e la data della sua creazione

La profezia di Isaia è una delle più lunghe della Bibbia. É presumibilmente datata al 740 A.C. Secondo N. A. Morozov, la parola “Isaia” significa “Libertà Imminente.” Questa profezia è anche una tra le più famose. N. A. Morozov era dell’opinione che contenesse la descrizione di una cometa, che egli tentò di datare – senza successo, secondo noi, poiché, come mostreremo più avanti, le comete sono poco utili per una datazione indipendente. Il libro è pieno di ricordi di Cristo. Non è senza ragioni che questa profezia particolare viene spesso chiamata il Quinto Vangelo ([765]). Citiamo diversi “frammenti di Gesù” dal libro di Isaia come esempi: Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. (Isaia 42:1). Il riferimento è molto probabilmente a Giovanni – un seguace di Gesù e autore della Rivelazione che predice il Giorno del Giudizio. “Come molti si stupirono di lui tanto era sfigurato” (Isaia 52:14). Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca; era come agnello [sic! – A. F.] condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi [confronta con i Vangeli – “là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra” (Luca 23:33) – A. F.], con il ricco fu il suo tumulo [un altro riferimento al Vangelo – seppellito da Giuseppe – A. F.]... il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.” (Isaia 53:3-9, 53:11) E così via. La storia Scaligeriana tenta di provarci ancora che tutto questo sia stato scritto molti secoli prima della crocifissione di Gesù Cristo. Riteniamo che questo sia molto dubbio. Questo testo fu molto probabilmente scritto dopo il XII secolo D.C., parecchio tempo dopo la “Passione di Cristo.” Dovremmo anche segnalare se uno traduce le parole “salvezza” e “salvatore” che sono sparse su tutto il testo di Isaia in grande abbondanza, otterremo la parola “Gesù.” Vedi dettagli in [543].

5. La profezia Biblica di Daniele e la data della sua creazione

Gli storici hanno normalmente datato questo libro al 534-607 A.C. ([765]). Comunque, questo punto di vista è stato successivamente rivisto. Oggi il libro viene considerato scritto intorno al 195 A.C., così la data è stata spostata in avanti di secoli. Solo questo fatto dovrebbe dirci che non c’è un modo affidabile per stimare in modo indipendente questo libro nella cronologia Scaligeriana. Il libro di Daniele viene considerato l’ultima profezia ([765]). Se gli storici Scaligeriani possono continuare ad ignorare la relazione di altre profezie dell’Antico Testamento con la Rivelazione, il libro di Daniele si trova in una posizione privilegiata. Il parallelo con l’Apocalisse è qui così ovvio che gli storici sono stati costretti ad ammetterlo. Evidentemente, questo è il motivo preciso per cui la datazione del libro di Daniele ha cominciato a viaggiare in avanti nel tempo – era necessario per portarlo più vicino alla datazione Scaligeriana dell’Apocalisse che appartiene ai primi secoli della nuova era. Gli storici dicono quanto segue a riguardo: “la sua natura [del libro di Daniele – A. F.] richiede che venga chiamato apocalittico piuttosto che profetico” ([765], pagg. 93-94). Secondo N. A. Morozov, il nome Daniele si traduce come “La Verità di Dio” ([544], Volume 1, pag. 274). Ancora una volta ci troviamo di fronte con la possibilità che questo sia il titolo del libro e non il nome dell’autore. I critici Biblici hanno stabilito che questa è la profezia più recente della Bibbia – per esempio fa riferimento a precedenti profeti. Considerando i nostri nuovi risultati a riguardo della datazione dei libri Biblici, questa profezia è molto probabilmente di origine tardo medievale. A quanto pare, questo libro non contiene un oroscopo astronomico preciso. Comunque, contiene la magnifica descrizione di una cometa. Sebbene le “datazioni di comete” non possano assolutamente essere considerate affidabili, e possano semplicemente servire come prova secondaria per una ricerca astronomica indipendente, daremo un breve resoconto della descrizione della cometa contenuta nel libro di Daniele. Questo libro è ampiamente conosciuto per la sua leggenda del profeta Daniele che aveva spiegato l’iscrizione, “MENE, MENE, TEKEL, PERES,” scritta da una mano fiammeggiante sulla parete del palazzo del Baldassar. La Bibbia recita: “In quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro [lampada – A. F]. E il re vide la mano che scriveva” (Daniele 5:5). “E questo è quello che scriveva, MENE, MENE, TEKEL, UPHARSIN.” (Daniele, 5:25). Citiamo anche la traduzione di Morozov del testo Ebraico, che differisce in qualche modo dalla traduzione sinodale. “Proprio allora un dito apparve [ATSBEN in Ebraico, laddove il plurale sarebbe “ATSBEUT” – A. F.] nella mano di un uomo imponente [il testo Ebraico dice DI-ID- ANSH, o ‘la mano di una persona imponente,’ mentre ID indica il possesso, e non una parte reale della mano, così c’è una mano umana con dita – A. F.], e questa comincia a scrivere nella direzione della lampada da notte sull’intonaco della sala principesca” (vedi [543], pag. 213). A cosa potrebbe riferirsi un “dito della mano di un uomo imponente”, uno che scrive sulle pareti di una sala principesca” molto probabilmente nel cielo? Abbiamo già testimoniato che i temi astronomici sono abbondanti e ovvi nella Bibbia. È sufficiente dare un’occhiata all’illustrazione medievale del Cometografia di S. Lubienietskio al 1681 ([1257], vedi fig. 4.17).

Fig. 4.17. L’immagine di una cometa vicino ad una mano umana che scrive qualcosa nel cielo. Tratto dal libro medievale di S. Lubienetski intitolato Historia universalis omnium Cometarum, 1681 ([1257]). Archivio del libro dell'Osservatorio di Pulkovo (S. Pietroburgo). Vedi anche [543], pag. 208, ill. 106.

Si può osservare una nube di polvere sul cielo stellato, e una mano che esce dalla nuvola e impugna un ramo. Il ramo termina con un rametto che ricorda un dito, che la mano utilizza per tracciare qualche iscrizione illeggibile. Vediamo una cometa sopra la mano, disegnata come una gigantesca stella fiammeggiante con coda. È molto probabile che la profezia di Daniele contenga realmente la descrizione di una cometa, poiché dice che la mano scriveva in direzione della Lampada della Notte o molto probabilmente, la luna. N. A. Morozov era dell’opinione che l’ “uomo imponente” si riferisse alla costellazione di Ofiuco. Abbiamo trattato questa identificazione precedentemente. Il re terrorizzato si rivolge ai KSHDIA, o “astrologi” ([543]). Questo è normale, poiché la professione degli astrologi medievali implicava l’interpretazione degli eventi osservati nella sfera celeste (Daniele 5:7). Infine, Daniele spiega l’iscrizione al re:“E questo era lo scritto che era stato tracciato, MENE, MENE, TEKEL, UPHARSIN. Questa è l’interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani». (Daniele 5:25-28). Il testo Ebraico ha MNA-MNA, TKL, U PRSIN, che può essere tradotto come “il misuratore ha misurato, Bilancia e verso Perseo.” Abbiamo già segnalato che Ofiuco veniva identificato come il misuratore della sfera celeste su molte carte medievali – vedi fig. 4.9 dal libro di Corbinianus datato al 1731 ([1077]). Perciò, “Daniele” applicato al Misuratore è molto probabilmente un secondo riferimento all’Ofiuco – in altre parole, un uomo imponente come disegnato nelle carte stellari medievali. Questo dà l’idea che qualche cometa abbia potuto muoversi a metà strada fra Perseo e la Bilancia, passando attraverso Ofiuco. Avendo analizzato le informazioni sulle comete che hanno raggiunto il nostro tempo, Morozov arrivò all’assunto che questa avrebbe potuto essere la cometa del presunto anno 568 D.C. o 837 D.C. Comunque, la datazione delle comete non può in alcun modo essere attendibile. Elaboreremo questo punto in Chron5. Concluderemo con l’osservazione che l’ “antico” Ebraico non ha il futuro, e così, riferimenti a un tempo futuro devono essere interpretati a partire dal contesto. Perciò alcuni testi scritti al presente e che si riferiscono a eventi del presente e del passato possono trasformarsi in testi scritti nel futuro, secondo la percezione dei lettori più tardi ([543]). Potrebbe essere questa la ragione del perché la letteratura Ebraica contiene così tante profezie?

La nostra ricostruzione

La nostra ricostruzione delle profezie Bibliche contiene frammenti astronomici la cui analisi ci permette di formulare l’ipotesi sul fatto che questi libri siano originariamente medievali o addirittura tardo medievali. Questa conclusione corrisponde bene con i risultati dell’uso di nuovi metodi empirico-statistici in relazione alla Bibbia, trasferendo il tempo della sua creazione all’epoca del XI-XVI secolo D.C. Ulteriori dettagli più avanti. Ricordiamo al lettore che la datazione astronomica della Rivelazione porta alla data del 1486 D.C. Questo perché la prossimità delle profezie dell’Antico Testamento al Libro della Rivelazione del Nuovo Testamento può indicare che tutti loro siano stati scritti nel XV-XVI secolo D.C. Segnaleremo alcuni frammenti dal libro di Daniele che si riferiscono a eventi del XVI secolo in Chron6.

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Ultima Modifica 4 Anni 2 Settimane fa da Italo.

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4 Anni 2 Settimane fa #40410 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
La dendrocronologia non arriverebbe abbastanza indietro per confermare la storia, perché la grande maggioranza degli alberi non supera i pochi secoli di vita, perché la crescita degli anelli sarebbe condizionata da fattori locali (suolo, umidità, ombra...) e perché si baserebbe in gran parte sulla cronologia convenzionale.

La datazione al carbonio avrebbe fluttuazioni troppo ampie per le epoche storiche e sarebbe condizionata dai preconcetti degli archeologi, che suggerirebbero i risultati ai laboratori.

I reperti vanno semplicemente ridatati, non devono essere per forza tutti falsi e non è detto che confermino la versione ufficiale: per esempio, è interessante la vicenda del canale artificiale di Domenico Fontana, risalente alla fine del '500 e che sembra integrato coi pozzi di Pompei www.dionidream.com/pompei-sepolta-nel-16...e-anni-mai-esistiti/


... a proposito ... "canale" ... "fontana".... "pompei" ...
I seguenti utenti hanno detto grazie : demartini315

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4 Anni 2 Settimane fa #40411 da demartini315
Risposta da demartini315 al topic Nuova Cronologia
Grazie Italo e Nomit mi avete introdotto ad un argomento che incredibile e' dir poco.
:fedora:
Sulla non-affidabilita' degli strumenti comunemente usati per le datazioni storiche devo studiare qualcosa perche' le obiezioni di Nomit mi sembrano intelligenti ed io non ne so praticamente niente ( giusto le due cose che ho letto stamattina ).
Tra l'altro mi interesso da tempo di storia della SGM e vedo sicuramente dei paralleli sul controllo delle informazioni/falsificazioni da parte del/dei poteri imperanti che in ultima istanza plasmano gli avvenimenti ( veri o falsi, accaduti o meno ).
Pero', la SGM e' tutto sommato un evento circoscritto ( lasciamo stare le ripercussioni geopolitiche senno' facciamo notte ) mentre per quanto riguarda la NC si parla di una riscrittura della Storia cosi' radicale ed importante che avrebbe ( secondo me, certo ) in potenza la capacita' di ribaltare completamente TUTTO quello che sappiamo, tutto quello che ci viene insegnato a scuola, nelle universita' etc
:zombie:

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4 Anni 2 Settimane fa - 4 Anni 2 Settimane fa #40412 da demartini315
Risposta da demartini315 al topic Nuova Cronologia
@Nomit

La dendrocronologia non arriverebbe abbastanza indietro per confermare la storia, perché la grande maggioranza degli alberi non supera i pochi secoli di vita, perché la crescita degli anelli sarebbe condizionata da fattori locali (suolo, umidità, ombra...) e perché si baserebbe in gran parte sulla cronologia convenzionale.



Gli archeologi hanno utilizzato i modelli ad anello nelle travi da costruzione per
****stimare le date di costruzione di alcuni degli edifici più famosi al mondo, comprese le abitazioni rupestri del Parco Nazionale di Mesa Verde (quasi 1.000 anni) e la Chiesa della Natività a Betlemme (quasi 1.500 anni) ).*****

****I dati sugli anelli degli alberi sono stati utilizzati per ricostruire la siccità o la temperatura in Nord America e in Europa negli ultimi 2.000 anni.****
Ad esempio, le ricostruzioni di siccità basate sugli anelli degli alberi per il sud-ovest americano indicano un periodo di siccità prolungata alla fine del 1200

[...]

In molte parti del mondo,**** gli alberi possono fornire una storia climatica per centinaia di anni, con alcuni che risalgono a 1.000 anni o più.****
Le storie climatiche risultanti migliorano la nostra conoscenza della variabilità climatica naturale e creano anche una linea di base rispetto alla quale è possibile valutare il cambiamento climatico indotto dall'uomo. NCEI archivia queste ricostruzioni climatiche oltre alle misurazioni degli anelli degli alberi.
www.climate.gov/news-features/blogs/beyo...-and-climate-history

it.wikipedia.org/wiki/Dendrocronologia
Per l'Italia, le curve standard più antiche sono quelle del Larice, che ****arrivano a datare fino al 756 d.C., ma in Germania è stato possibile estendere la datazione a 10.000 anni, arrivando fino all'8480 a.C. con la Quercia nelle regioni dei fiumi Reno e Meno****
[...]
l'altra applicazione importante della dendrocronologia in ambito archeologico consiste nella possibilità di calibrare le datazioni ottenute col radiocarbonio, permettendo la correzione degli errori legati alla variazione di concentrazione del Carbonio 14 nell'atmosfera, che non è stata costante, in quanto dipende dall'attività solare che varia nel tempo. Gli anelli di accrescimento degli alberi, poiché lo hanno assorbito durante il processo di fotosintesi, ne conservano traccia e permettono di risalire alle variazioni nella concentrazione atmosferica del radiocarbonio nel passato. Per questo le curve ottenute con questa metodologia permettono di calibrare le datazioni ottenute col metodo del radiocarbonio.

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Quindi la dendrocronologia viene usata assieme al C14 per limitare gli "errori" di datazione.
Ultima Modifica 4 Anni 2 Settimane fa da demartini315.

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4 Anni 2 Settimane fa #40415 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Per l'Italia, le curve standard più antiche sono quelle del Larice, che arrivano a datare fino al 756 d.C., ma in Germania è stato possibile estendere la datazione a 10.000 anni, arrivando fino all'8480 a.C. con la Quercia nelle regioni dei fiumi Reno e Meno

Non capisco come questo possa confermare le storie sugli antichi romani o confutare i parallelismi tra i personaggi storici. Inoltre il 756 d.c. è molto avanti rispetto alla storia antica, mentre la Germania ne è rimasta fuori fino al medioevo. E poi non credo che abbiano davvero trovato querce vecchie di 10 mila anni, probabilmente hanno datato dei resti di quercia con altri metodi, quindi non è una datazione indipendente.

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4 Anni 2 Settimane fa - 4 Anni 2 Settimane fa #40416 da Duluoz
Risposta da Duluoz al topic Nuova Cronologia
Il Pinus Longaeva del parco nazionale della california ha circa 4500 anni e molti altri alberi millenari si trovano sparsi per il globo.

Il radiocarbonio ha una precisione quasi assoluta, anche se ovviamente si possono verificare oscillazioni degli isotopi di carbonio presenti in un determinato anno. Il range di errore é comunque pressoche minimo

Scusate non so di cosa parli questo topic ma ho visto gli ultimi commenti e mi sono intromesso. State dicendo che Giulio Cesare é un invenzione del tardo medioevo? :blank:
Ultima Modifica 4 Anni 2 Settimane fa da Duluoz.

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4 Anni 2 Settimane fa #40417 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Il Pinus Longaeva del parco nazionale della california ha circa 4500 anni e molti altri alberi millenari si trovano sparsi per il globo.

Il radiocarbonio ha una precisione quasi assoluta, anche se ovviamente si possono verificare oscillazioni degli isotopi di carbonio presenti in un determinato anno. Il range di errore é comunque pressoche minimo

Scusate non so di cosa parli questo topic ma ho visto gli ultimi commenti e mi sono intromesso. State dicendo che Giulio Cesare é un invenzione del tardo medioevo? :blank:


Io ho risposto riportandole affermazioni di Fomenko in merito, poi personalmente non sono in grado di verificare né l'efficacia dei metodi di datazione né i calcoli su cui si basa la nuova coronologia, ma questo credo che valga anche per voi. Per cui io mi limito a farmi la mia opinione in base a quello che posso capire. Se Svetonio dice che la sala da pranzo di Nerone ruotava "come il mondo" significa o che 1900 anni fa la rotazione terrestre era già una nozione acquisita, o che quel testo è stato creato durante l'età moderna e addirittura dopo Galileo.

Comunque Fomenko non è l'unico che dubita del radiocarbonio: anche i creazionisti citano dei casi in cui quel metodo avrebbe fallito clamorosamente.
I creazionisti non sono attendibili? Ok, ma anche gli storici lo mettono in dubbio, come nel caso della sindone.

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4 Anni 2 Settimane fa - 4 Anni 2 Settimane fa #40418 da Duluoz
Risposta da Duluoz al topic Nuova Cronologia
Be oddio Plinio il Vecchio e Giuseppe Flavio parlavano di carri celesti, quello si che e' un paradosso

La sindone e' una panzana colossale o comunque non e' certo di Gesu', a meno che Joshua non sia vissuto nel 1200 :hammer:
Che i fedeli continuino a negare mi sembra normale
Le conoscenze dei Sumeri non credo siano spiegabili neanche nei termini medievali o rinascimentali cosi come tante altre conoscenze degli antichi di cui si potrebbe fare una lista interminabile
Il faro di Alessandria ad esempio aveva una tecnologia (riflettori basati sulla teoria delle coniche ) che non e' stato possibile replicare prima del 1700
Cosi come le conoscenze in campo militare e medico dei romani, non pervenute nel medioevo
Che molte delle conoscenze degli antichi siano state omesse e sottovalutate apre molti scenari interessanti ma non presuppone che siano posteriori alla loro reale data, visto che molte cose non sono spiegabili nemmeno nei nostri termini
Ovviamente io sto prendendo in esame l'antichita' come blocco unico.

Comunque non ho approfondito il tema del topic quindi non mi permetto di dare giudizi su questa teoria ma mi sembra abbastanza improbabile cosi a naso
Ultima Modifica 4 Anni 2 Settimane fa da Duluoz.

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4 Anni 2 Settimane fa #40421 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Ripropongo un mio vecchio cavallo di battaglia perché mi sono accorto di una cosa clamorosa che prima non avevo notato. Come ho già scritto:

Regno Normanno dell'Italia meridionale = Regno Normanno in Normandia, in Bretagna e in Gran Bretagna
Calabria = Calais
Sicilia/Scilla = Isole Scilly
Campania = Champagne
Stato della Chiesa = Sacro Romano Impero
Tevere = Treviri
L'Aquila = Impero Austriaco
Umbria = Ungheria
Jura = Urali
Italiani =Ittiti
Venezia = Fenicia
Istria = Israele
Piramidi bosniache = Piramidi egizie
Epiro = Cartagine

Non mi ero accorto che

La Spezia = La Svezia!

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4 Anni 2 Settimane fa - 3 Anni 11 Mesi fa #40438 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
History: Fiction Or Science - di Anatoly Fomenko Vol.4

Parte I: LA CRONOLOGIA DELLA STORIA Russa

archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...yAnatolyFomenkoVol.4

Introduzione

1. Considerazioni generali

1) Dobbiamo avvisare il lettore che la storia antica e medievale conosciuta da noi oggi (inclusa quella della Russia) è tutt’altro che ovvia e semplice – è estremamente vaga e contorta. In generale, la storia delle epoche che precedono il XV-XVI secolo e l’invenzione della macchina per la stampa è tutt’altro che basata sul racconto di eventi conosciuti, o corrispondente ad antichi documenti autentici. Al contrario, gli eventi storici che precedono il XVI-XVII secolo nella loro versione consensuale apparvero grazie al contributo di storici e cronisti – e di fatto di diverse generazioni. Tutti loro tentarono di ricostruire gli eventi del passato. Comunque, l’immagine risultante è difficilmente credibile. Tuttavia la maggior parte di noi è certa che la ricostruzione degli eventi del passato sia di regola piuttosto facile, pensando sia sufficiente prendere una cronaca e tradurla nel linguaggio moderno. Le uniche complicazioni che possono sorgere riguardano pesumibilmente dettagli di minor importanza e poco più. Questo è ciò che i corsi scolastici di storia ci fanno credere. Tristemente, le cose non stanno così.

2) La storia conosciuta da noi oggi è storia scritta – è basata su documenti scritti, in altre parole. Tutti questi documenti sono stati corretti, rivisitati, ricompilati ecc. per molto tempo. Alcune cose sono scritte nella pietra – comunque, questi brandelli di informazioni cominciano ad avere un senso solo dopo che l’intero edificio della cronologia è già stato costruito – e le cronache sono il principale materiale da costruzione della storia. Quando diciamo che Bruto uccise Cesare con una spada, l’unica cosa che questo significa è che qualche fonte scritta che è riuscita a raggiungere il nostro tempo dice così, nient’altro! Il problema di quanto sia affidabile la storia documentata nel rifettere eventi reali è molto complesso e richiede uno studio speciale. È davvero un problema posto dalla filosofia della storia piuttosto che dalla storia documentata in se. I lettori tendono a credere che oggi noi abbiamo cronache scritte dai contemporanei di Genghis-Khan e testimoni oculari degli eventi che ebbero luogo nella sua epoca. Non è così. Oggi è più probabile che abbiamo una versione tarda a nostra disposizione, una creata diversi secoli dopo gli eventi reali. Va da sé che i documenti scritti riflettono un certo tipo di realtà. Comunque, uno stesso evento reale potrebbe essere riflesso in una moltitudine di documenti scritti – e anche molto differenti; a volte le differenze sono così grandi che la prima impressione che si ha porta a non credere siano due differenti versioni dello stesso evento. Perciò, frasi come “una certa figura storica è il duplicato di un altro personaggio” che il lettore troverà nel libro presente non significano in alcun modo l’esistenza di due personaggi reali, di cui uno sia il doppione dell’altro. Questo non avrebbe alcun senso, è ovvio.
Ci riferiamo a un fenomeno completamente diverso – cioè, il fatto che il nostro “manuale di storia” potrebbe contenere diversi diversi riflessi dello stesso personaggio reale - Genghis-Khan, per esempio. Questi riflessi avranno nomi diversi e verrano ascritti a diverse epoche. Comunque, l’individuo in questione appare solo sulla carta e non nella realtà; come anche il problema di dove e quando una data persona è vissuta, è tutt’altro che facile. Un altro problema estremamente controverso è quello del vero nome di un individuo. Gli antichi avevano moltitudini di nomi e soprannomi. Inoltre potevano acquistarne altri una volta entrati nelle conache – nomi che i contemporanei non avevano mai utilizzato. Molti fattori possono entrare in gioco qui. Errori, confusioni, errori nella traduzione. Nel presente lavoro non abbiamo l’obiettivo di trovare i veri nomi utilizzati dai contemporanei delle figure storiche per riferirci così a questi ultimi.

3) In uno studio della storia scritta, bisogna sempre tenere a mente che le parole in generale e i nomi di popoli o luoghi particolari possono aver acquistato diversi significati nel tempo. Il nome “Mongolia” è un esempio eccellente; riferiremo a questo proposito in maggio dettaglio più avanti. Inoltre, molti nomi geografici avrebbero potuto migrare verso nuove longitudini e latitudini col tempo. Carte geografiche con i nomi scritti sopra sono diventate più o meno uniformi con l’invenzione della macchina da stampa, che ha reso possibile produrre molte copie identiche della stessa carta per lo scopo pratico della navigazione, insegnamento ecc. Prima di quell’epoca, ogni carta era unica, e normalmente in qualche modo in contrasto con altre carte. Personaggi che siao abituati a considerare oggi “antichi” vengono rappresentati sulle carte medievali come eroi medievali. Persino gli storici riconoscono questa tendenza piuttosto notevole e scrivono che “antivchi personaggi vengono rappresentati sulle carte come abitanti o cavalieri medievali ([953], pag. 21) eroi medievali. O testi antichi spesso trascrivevano i nomi senza la vocalizzazione – nessuna vocale, solo la radice consonantica. In quei giorni la vocalizzazione sarebbe stata aggiunta dal lettore a memoria. Questo appare manifestarsi specialmente con le lingue Arabe, dove virtualmente tutti i suoni vocalici sono memorizzati, e soggetti a un certo grado di arbitrarietà. E vedendo come venivano utilizzate le lettere Arabe nel Medioevo in altre lingue oltre all’arabo, spesso le vocali venivano omesse anche in quei linguaggi, anche se erano originariamente più o meno costanti. Ovviamente, i nomi erano o primi a subire questo processo.

Naturalmente, nel corso del tempo del vocali cominciarono a confondersi le une con le altre, vennero dimenticate o sostituite con altre vocali. Le consonanti scritte mostrarono maggiore stabilità. Per esempio, possiamo ricordare che molti testi antichi frequentemente alludono dlla “Fede Greca”. Comunque, è possibile che la parola Grecia sia derivata dal nome Horus, o Christos (Cristo). In questo caso la “Fede Greca” non è altro che la fede Cristiana.
La storia Russa è naturalmente in stretta realazione con la storia globale. Ogni genere di slittamento cronologico e geografico che si può trovare nella storia Russa invarabilmente porta alla scoperta di problemi simili negli altri paesi. Il lettore deve lasciar perdere l’opinione che la storia antica poggi su fondazioni immutabili – sembra che gli stessi problemi cronologici siano presenti nella storia di Roma, Bisanzio, Italia ed Egitto.Sono persino di natura più grave di quelli della storia Russa. Vedi Chron 1, Chron2 e Chron3 per ulteriori riferimenti.

4) Gli autori sono naturalmente interessati alla storia dell’antica Russia, l’Impero Russo e al massimo i suoi più vicini paesi. La conoscenza della storia Russa nel suo insieme è estremamente importante e riguardale fondamenta stesse della civilizzazione mondiale perciò i suo momenti più cruciali devono essere studiati con la massima cura e attenzione. Oggi abbiamo molta familiarità con numerosi esempi di come alcuni fatti storici vengono distorti per adattarsi a tendenze politiche di passaggio. In ChronI, Chron2 e Chron3 abbiamo scoperto molti diversi casi importanti on cui queste distorsioni sono state rigidificate come verità indiscutibili che passavano da manuale di storia a manuale di storia. È necessario investire una gigantesca quantità di lavoro per “One must invest a gigantic amount of labour into “eliminare le sbavature successive” per permettere di illuminare la natura reale degli eventi antichi.
Le distorsioni storiche sono inaccettabili nella storia di qualunque stato – per quanto riguarda la storia nativa propria degli autori, l’investigazione deve essere condotta con la massima chiarezza, e dobbiamo scegliere un approccio completamente imparziale. Nessuna autorità può essere accettata di per sé in simili materie.
Perché abbiamo parlato di tutto questo? La ragione è che la cronologia consensualedella storia Russa è piena di gravi contraddizioni. Inizialmente erano state segnalate da Nikolai Morozov ([547]). Comunque, la nostra analisi dimostra che anche lui non era conscio del problema reale.
La storia Russa è considerata relativamente “giovane” dallo storico moderno, che la confronta con le “antiche culture” - Roma, Grecia ecc. Comunque, in ChronI, Chron2 e Chron3 dimostriamo che tutte queste “antiche cronologie” vanno significativamente accorciate. È molto più probabile che le “antiche culture” debbano essere fatte slittare in avanti, nell’intervallo tra il XI e il XVII secolo d.c. La storia consensuale del X-XIII secolo è il prodotto della collazione e e “riassunto” degli eventi reali che datano all’epoca in questione (piuttosto scarsamente descritta nei documenti sopravvissuti) e i duplicati di eventi dell’epoca molto più densa del XIII-XVII secolo. Ci riferiamo naturalmente alla quantità di resoconti sopravvissuti di eventi piuttosto che agli eventi stessi. Il periodo immutabile della storia inizia nel XVII secolo d.c. Si presume che la storia documentata della Russia inizi nel IX-X secolo d.c. Questi significa circa 300 anni della sua cronologia cadono nella “zona pericolosa dei duplicati”. L’esperienza accumulata in questo campo ci porta ad aspettarci qui uno slittamento cronologico, che muoverà alcuni degli eventi in avanti, nell’epoca del XIV-XVII secolo d.c. Questa aspettativa è confermata dalla scoperta delgi autori di uno slittameto di 400-anni, che si è prima manifestato nell’analisi statistica del volume degli antichi testi (vedi ChronI, Capitolo 5:2), e poi fu scoperta in modo indipendente nel nostro studio sui parallelismi dinastici, qv più avanti.

5) Occasionalmente segnaliamo alcuni paralleli linguistici e inaspettate similarità fonetiche tra gli antichi nomi trovati in varie croonache. Sittolineiamo che simili paralleli in nessun modo pretendono di dimostrre alcunché; alludiamo semplicemente ad essi per dimostrare che i testi antichi senza vocalizzazioni possono essere letti in una gran quantità di modi. Tuttavia, questi paralleli vengono normalmente spiegati molto bene dalla nostra ricostruzione.

Nella presente introduzione delineiamo brevemente i problemi principali inerenti alla cronologia Russa e suggeriremo la nostra ea a proposito, che è radicalmente differente sia dalla versione degli eventi Scaligeriana che Romanoviana e anche dalla ricostruzione di N. A. Morozov ([547]). Nei capitoli seguenti faremo un breve resoconto della nostra analisi sistematica della storia Russa.

2. La nostra idea in breve
Riassumeremo immediatamente la nostra ipotesi, senza preparare i lettori in modo particolare. Tale stile narrativo potrebbe sembrare poco convincente; tuttavia, suggeriamo che i lettori continuino a leggere invece di saltare alle conclusioni. I dati reali per convalidare la nostra teoria saranno presentati nei capitoli seguenti.

Facciamo attenzione ai seguenti fatti, che noi troviamo molto strani. Tuttavia, questa stranezza si basa solo sulla cronologia consensuale e sulla versione dell'antica storia Russa che abbiamo imparato a scuola. Si scopre che un cambiamento nella cronologia elimina molte bizzarrie e mette le cose in una prospettiva più logica.
Uno dei momenti chiave nella storia dell'antica Russia è il cosiddetto "giogo Mongolo-Tartaro". Si dà per scontato che l'Orda arrivò dall'Estremo Oriente, dalla Cina o dalla Mongolia, conquistò molti paesi, schiavizzò tutta la Russia, spostandosi poi verso ovest, raggiungendo l'Egitto e stabilendo la dinastia dei Mamelucchi. Tuttavia, questa versione contiene molte incongruenze che sono più o meno note nel quadro stesso della storia Scaligeriana.

Inizieremo con la seguente osservazione. Se la Russia fosse stata conquistata dall'Est o anche dall'Occidente, ci dovrebbero essere i resoconti superstiti dei conflitti tra gli invasori e i Cosacchi che vivevano vicino ai confini Occidentali della Russia, così come le regioni del basso Volga e Don. Va notato che i libri di storia della scuola dicono che le truppe Cosacche sono apparse solo nel XVII secolo - presumibilmente formate da contadini fuggiti che si erano stabiliti sulle rive del Don. Tuttavia, gli stessi storici sono ben consapevoli del fatto che lo Stato Cosacco del Don esisteva già nel XVI secolo, con una legislazione indipendente e una storia propria. Inoltre, risulta che le origini della storia dei Cosacchi risalgano al XII-XIII secolo. Vedi, ad esempio [183], così come la pubblicazione di Sukhorukov dal nome "The History of the Don Troops", rivista del Don, 1989.

Pertanto, l'Orda, da ovunque provenga, si sposterebbe inevitabilmente verso l'alto lungo il Volga e attaccherebbe gli stati Cosacchi - e tuttavia non ci sono registrazioni al riguardo da nessuna parte. Perché dovrebbe essere così? L'ipotesi naturale può essere formulata come segue: l'Orda non ha combattuto contro i Cosacchi perché i Cosacchi erano parte dell'Orda. Questa ipotesi è sostenuta da alcune argomentaziono sostanziali contenute nel libro di A. A. Gordeyev ([183]). Nel suo tentativo di inserire l'ipotesi nella versione consensuale milleriana della storia Russa, Gordeyev è stato costretto a supporre che l’Orda Tartara e Mongola abbia conquistato la Russia molto rapidamente, e che i Cosacchi, o i guerrieri dell’Orda, si siano gradualmente trasformati in etnia Russa.

La nostra ipotesi principale (o meglio una delle nostre ipotesi primarie) è la seguente: le truppe Cosacche non solo erano una parte dell'Orda, ma anche l'esercito regolare dello stato Russo. In altre parole, l'Orda era Russa fin dall'inizio. "Orda" è la vecchia parola Russa per esercito regolare. I termini più tardi "voysko" e "vena" ("esercito" e "guerriero", rispettivamente) sono di origine slava e non dell’antica Russia e sono stati introdotti solo nel XVII secolo. I vecchi nomi erano "Orda" (Orda o esercito), "kazak" (Cosacco) e khan.

La terminologia si sarebbe più tardi alterata. A proposito, nell XIX secolo, le parole "zar" e "khan" erano intercambiabili nella parlata popolare Russa; ciò risulta evidente dai numerosi esempi che si trovano nel dizionario di Dahl (come "dove va il khan (zar), l'Orda (o "il popolo") seguirà", ecc.). Cfr. [223] per ulteriori riferimenti (voce "Orda").

A proposito, la famosa città di Semikarakorsk esiste ancora nella regione di Don, e c'è anche un villaggio chiamato Khankaya nel Kuban. Ricordiamo al lettore che il luogo di nascita di Genghis-Khan dovrebbe essere stato chiamato Karakorum ([325], pag. 409). Un altro fatto noto è che non esiste una sola traccia di Karakorum vicino al luogo in cui gli storici della scuola Scaligeriano-Romanoviana stanno ancora cercando ostinatamente questa città ([1078], Volume 1, pagine 227-228).

Secondo ipotesi piuttosto improbabile che hanno espresso i nostri coraggiosi studiosi, "il monastero di Erdinidsu, fondato nel 1585 [diversi secoli dopo la vita di Genghis-Khan - Aut.] era stato eretto sulle rovine di Karakorum" ([1078], volume 1 , pagina 228). Questo monastero, sopravvissuto fino al XIX secolo, era circondato da un bastione lungo un miglio. Gli storici sono del parere che l'intera capitale "Mongola" di Karakorum, una città di grande fama, abbia occupato il piccolo pezzo di terra dove è stato costruito il monastero in seguito ([1078] , volume 1, pagina 228).

Il nome Karakorum può tuttavia essere trovato nell'area del Don. Ad esempio, nella carta intitolata "La parte meridionale della Grande Russia" del 1720, l'intera regione Cosacca del Don è chiamata "La Piccola Tartaria"; vediamo anche un fiume con il nome di Semi Karak, uno dei tributari del Don sulla sinistra. Il nome completo della carta è il seguente: "Tabula Geographica qua Russiae Magnae Pontus Euxinus. Johan Baptist Homann. Niimberg, circa 1720. Il nome Karak si trova pertanto nella zona del Don Cosacco = Tartaro. Il nome Karakorum potrebbe aver semplicemente significato "la zona di Karak".
Inoltre, nella carta della Russia del 1670 (Tabula Russia vulgo Moscovia, Frederik de Wit, Amsterdam, circa 1670) troviamo una città chiamata Semikorkor proprio in questa regione, vicino al Don. Su un'altra carta, risalente al 1736 (Theatre de la Guerre sur les Frontieres de Russie de Turquie, Reiner 8c Joshua Ottens, Amsterdam, 1736), uno degli affluenti del Don porta il nome di Semi Korokor. Gli autori hanno visto personalmente tutte queste carte, durante una esposizione di vecchie carte della Russia, avvenuta nel febbraio 1999 in un museo privato di collezione affiliato all'A. S. Museo Pushkin di Mosca.

Così vediamo diverse versioni del nome Korokor nella regione del Don - nel nome di una città e in quello di un fiume. Una versione romanizzata del nome avrebbe potuto avere il suffisso "um" alla fine, che avrebbe trasformato il nome Cosacco di Korokor in Korokorum - il famoso luogo natale del Conquistatore del Mondo. In questo caso, il grande conquistatore Genghis-Khan è nato nella città Cosacca di Korokor vicino a Semi Korokor, il tributario di Don.

Torniamo alla questione dell'Orda. Secondo la nostra ipotesi, l'Orda non aveva avuto alcuna relazione con gli eserciti stranieri conquistati, ma era piuttosto l'esercito regolare della Russia Orientale, parte integrante dell'antico Stato Russo. Inoltre, il periodo del "Gioco Mongolo e Tartaro" non è altro che il periodo del regime militare in Russia, quando il comandante, o il Khan, effettivamente aveva le funzioni di re (zar); le città erano governate da principi, che non facevano parte dell'esercito ma riscuotevano le tasse per sostenerlo. L'antico Stato Russo può quindi essere considerato un impero unito, dove i soldati professionisti erano uno strato separato della società e chiamavano sé stessi “l’Orda”; altri strati non avevano formazioni militari proprie. Siamo del parere che i cosiddetti "raid dei Tartari" non siano altro che azioni repressive contro le aree della Russia che rifiutavano di pagare le tasse per una ragione o per l'altra. I rivoltosi venivano puniti dall'esercito regolare Russo. Di solito il principe lasciava la città prima di simili incursioni.

Fig. 0.1. Mosaico della Chiesa del Santo Salvatore a Chora, Istanbul. Datata al XIV secolo. Vediamo "Melania la suora, Regina dei Mongoli", secondo la leggenda che vediamo sopra la sua testa. La parola "Mongolia" è scritta in greco come "Mugulion", o "Megalion" che si traduce come "Il Grande". Ciò conferma l'ipotesi che le parole "Mongolia" e "megalion" siano derivate dalla parola russa. “mnogo” (“molti”), or “mnogo” + “vel" (“grande”). Tratto da [1207].

Fig. 0.2. Mosaico della Chiesa del Santo Salvatore a Chora, Istanbul. Un frammento.


3. La vera identità della Mongolia e l’invasione Tartaro-Mongola. I Cosacchi e l’Orda d’Oro
Vediamo l'etimologia della parola Mongolia. Può essere derivata dalla parola Russa mnogo (molto, una massa di persone, ecc.), o dalle parole mosch, mog (possibile precursore della parola "Magog") e mogoushchestvo, che traduce rispettivamente come "potere (sostantivo)", "può, è in grado di" e "potere". N. A. Morozov sosteneva la teoria secondo cui la parola "Mongolia" derivasse dalla parola greca "Megalion", o "Grande". Tuttavia, la parola greca potrebbe anche essere un derivato dello slavo "mog" e "mnogo". Nella fig. 0.1 si vede una fotografia dell'antico intarsio della chiesa di Chora a Istanbul. Vediamo la parola "Mongolia" scritta come "Mugulion" - praticamente uguale a Megalion, vedi fig. 0.2. La Russia Orientale è ancora conosciuta come la Grande Russia, o Velikorossiya. Secondo la nostra ipotesi, l'impero "Mongolo" non è che un altro nome per il Grande Impero, o per la Russia medievale.

Ci sono prove che possano sostenere questa ipotesi? Ci sono, e in notevole quantità. Vediamo cosa ci dicono le fonti Occidentali sulla cosiddetta "invasione Mongolo-Tartara".

"Le note del re Ungherese e una lettera al Papa che cita le truppe Russe come parte dell’esercito di Batu-Khan servono come prova della struttura e della composizione di quest’ultimo" ([183], volume 1, pagina 31).

"Batu-Khan ha fondato una serie di insediamenti militari sulla riva destra del Dnepr a fini di osservazione e protezione delle frontiere; popolati da abitanti dei principati Russi... c'erano molti Russi anche tra i coloni della zona di confine della linea del Terek. . . il sistema di governo creato dal Golden Horde è stato attuato e mantenuto prevalentemente dai Russi" ([183], volume 1, pagine 40-42).

Sembra inoltre che "la Russia sia diventata una provincia dell’impero Mongolo e sia diventata nota come Tartaro-Mongolia" ([183], volume 1, pagina 35). Potrebbe essere che Tartaro-Mongolia fosse semplicemente un altro nome della Russia, o del Grande Impero (Mongolia) la cui popolazione era in parte composta da Musulmani, o Tartari - proprio come oggi.

Più fonti medievali vengono portate alla nostra attenzione, più impariamo e comprendiamo una volta liberati dai lacci di un paradigma storico consensuale che si riflette nei libri di testo, unito alla vivida immaginazione della "conquista Mongola". Ad esempio, si scopre che "all’alba dell’esistenza dell’Orda [i primi giorni, pensateci! - Aut.] nella sede del Khan era stata costruita una chiesa Ortodossa. Con la fondazione di insediamenti militari, le chiese Ortodosse venivano costruite ovunque, in tutto il territorio governato dall'Orda, con il clero inviato lì a tale scopo e con il metropolita Cirillo trasferito a Kiev da Novgorod, completando così il ripristino della gerarchia ecclesiastica pan-Russa" ([183], volume 1, pagina 36).

Fermiamoci a riflettere per un momento. Tutto ciò è molto strano dal punto di vista consensuale. In effetti, un conquistatore Mongolo (che probabilmente non parlava nemmeno il Russo, figuriamoci la fede Russa) costruisce templi Ortodossi, che gli devono essere completamente estranei, in tutto il nuovo impero conquistato, e il Metropolita Russo si sposta a Kiev non appena la città viene Tratto da Batu-Khan il "Mongolo"!

La nostra spiegazione è la seguente. L'invasione straniera non è altro che una fantasia. Quello che vediamo è il governo militare Russo (A.k.a. "L'Orda") che si occupa dei tipici affari interni, come la costruzione di istituzioni imperiali. Tutti questi eventi sono tipici di uno stato in via di sviluppo.

Per citare da L. N. Gumilev: "Togliamo il velo di confusione dai nostri occhi e consideriamo la situazione in Russia durante l'epoca del giogo. In primo luogo, ogni principato ha mantenuto i suoi confini e la sua integrità territoriale. In secondo luogo, tutti gli istituti di governo amministrativo erano composti da Russi in tutto il territorio dell'impero. In terzo luogo, ogni principato aveva un proprio esercito. Infine - e questo può essere il fatto più importante, l'Orda non ha distrutto nessuna chiesa e ha dimostrato la grande tolleranza religiosa che caratterizza questi Stati. È un dato di fatto che la religione Ortodossa è stata sostenuta in tutti i modi. La Chiesa e il clero sono stati completamente liberati da tutte le tasse e i contributi. A parte questo, uno dei decreti di Khan ha dichiarato che chiunque osasse calunniare la fede Ortodossa doveva essere giustiziato senza diritto di appello" ([214], pagg. 265-266).


Fig. 0.3. Paiza, un simbolo del potere dell’Orda in Russia. Nella parte alta vediamo una stella ottagonale, simbolo Cristiano. è probabile che le moderne spalline militari con le stelle siano legate alla paiza "Mongola". Tratto da [331], volume 1, pagina 78.

Impariamo anche che il sistema di comunicazione Russo che esisteva fino alla fine del XIX secolo - il servizio di cocchieri - è stato creato dai Mongoli. I cocchieri erano conosciuti come yamshchiki, e la stessa parola è di origine Mongola: "c'erano stalle con fino a 400 cavalli lungo tutte le linee separate da intervalli di 25 verst [1 verst = 3,500 piedi o 1,06 km]... c'erano traghetti e imbarcazioni su ogni fiume; questi erano gestiti anche dai Russi. . . I cronisti Russi smisero di tenere le cronache quando i Mongoli arrivarono, motivo per cui tutte le informazioni sulla struttura interna dell’Orda d'Oro provenivano da stranieri che viaggiavano attraverso le sue terre" ([183], Volume 1, pagina 42).

Nella fig. 0.3 vediamo una paize, o segno usata dai rappresentanti delle strutture di governo dell’Orda in Russia. La parola è apparentemente legata alla parola slava poyti ("andare"), e forse anche un precursore della parola Russa pogon (che significa "tracolla"). Anche nella Russia Romanoviana, c'era bisogno di un documento chiamato "pogonnaya gramota" per viaggiare lungo le linee di comunicazione di proprietà dello Stato su cavalli di proprietà dello Stato. Nelle Figg. 0.4 e 0.5 troviamo altre due "paize Mongole" trovate in Siberia e nella regione di Dnepr.

Fig. 0.4. Una paiza "Mongola" scoperta in Siberia. Tratto da [1078], volume 1, posta tra le pagine 352-353.

Fig. 0.5. Una paiza "Mongola" scoperta vicino al Dnepr nel 1845. Tratto da [1078], Volume 1, inserto tra òe pagg. 352-353.

Vediamo che gli stranieri descrivono l'Orda d'Oro come uno Stato Russo. I Russi invece non la descrivono affatto, per qualche ragione, in relazione alle cose più banali - chiese costruite, matrimoni ecc., come se fossero "del tutto ignare" del fatto che il loro paese è stato conquistato e le loro terre sono diventate parte di un gigantesco impero straniero, con nuovi ed esotici sistemi di comunicazione, traghetti, ecc. introdotti in tutto il paese. Si presume che gli stranieri non abbiano menzionato la Russia durante la conquista "Mongola", dal momento che il paese "ha cambiato il proprio nome in Tartaro-Mongolia" ([183], volume 1, pagina 35).

Siamo del seguente parere: "Tartaro-Mongolia" è un termine straniero utilizzato prima del XVI secolo. Dal XVI-XVII secolo in poi, gli stranieri hanno iniziato a chiamare la Russia "Moscovia", avendo contemporaneamente smesso di fare riferimenti alla "Mongolia". Tuttavia, il territorio dell'impero Russo e persino un'area un po' più vasta era rimasta conosciuta come "la Grande Tartaria" tra i cartografi Occidentali fino al XVIII secolo. Esistono moltissime mappe di questo tipo. Una di queste, che troviamo molto rappresentativa, si vede nella fig. 0.6. Si tratta di una mappa francese dell'Atlante del Principe d'Orange, datata al XVIII secolo ([1018]).

Potremmo, come controargomentazione, incontrare riferimenti all'invasione dei Tartari e dei Mongoli nelle cronache Russe. L'effettiva età di queste cronache è discussa più avanti; l'analisi dimostra che le cronache sopravvissute sono state scritte o modificate in epoca Romanoviana. In realtà, gli storici hanno ancora abbastanza problemi con le cronache così come sono. Per esempio, G. M. Prokhorov, il famoso ricercatore, scrive quanto segue: "l'analisi della cronaca di Lavrentyevskaya (risalente al 1337) ha dimostrato che gli autori della cronaca hanno sostituito le pagine 153-164 con nuove pagine, alcune delle quali ripetutamente. Questo intervallo include tutti i dati relativi alla conquista della Russia da parte dei Tartari e dei Mongoli" ([699], pag. 77).

Secondo A. A. Gordeyev: "gli storici tacciono sulle prove storiche dei Cosacchi tra le file dell'esercito dell’Orda d’Oro, così come gli eserciti Moscoviti dei principi predecessori di Ivan il Terribile" ([183], volume 1, pagina 8).

Inoltre: "il nome stesso "Cosacchi" si riferiva alla cavalleria leggera che comprendeva una parte dell’esercito dell’Orda d’Oro" ([183], volume 1, pagina 17). A parte questo, apprendiamo che "nella seconda metà del XII secolo c'erano tribù indipendenti che abitavano in parti dell'Asia centrale e orientale conosciute come "Orde Cosacche" ([183], volume 1, pagina 16.

Fig. 0.6. Una mappa dell'Asia risalente al XVIII secolo. Vediamo su questa mappa la parte asiatica della Russia chiamata "La Grande Tartarie"; il paese comprende la Corea e parti di Cina, Pakistan e India. Manca del tutto il nome "Impero russo". Secondo la nostra ricostruzione, il nome Grande Tartaria veniva usato un tempo dagli stranieri per riferirsi alla Grande Russia. Come possiamo vedere, i cartografi dell'Europa occidentale lo hanno ricordato fino al XVIII secolo. Tratto da un atlante Francese ([1018]).

La parola Russa "Cosacco" (kazak) può essere derivata dalle parole "skok" e "skakat" utilizzate in riferimento al cavalcare.

Consideriamo ora la figura del famoso Batu-Khan. Dopo la "conquista" della Russia da parte di Batu-Khan, "il clero è stato esentato dal pagamento delle tasse; questo riguardava anche i beni ecclesiastici e la popolazione sotto la responsabilità della chiesa. Yaroslav Vsevolodovich, principe di Suzdal, è stato nominato primo Principe dei Principi Russi dai Mongoli" ( [ 183], volume 1, pag. 33).

Poco dopo, "il principe Yaroslav era stato convocato nella sede di Batu-Khan e mandato a Karakorum in Mongolia, dove doveva essere eletto il Grande Khan... Batu-Khan non è andato in Mongolia di persona, ma ha mandando il principe Yaroslav come suo rappresentante [in altre parole, a Batu-Khan non importava abbastanza delle elezioni del Grande Khan per parteciparvi personalmente - Aut.] Il soggiorno del principe Russo in Mongolia è stato descritto da Plano Carpini" ( [ 183] , volume 1, pagina 33).

Plano Carpini ci dice che il principe Russo Yaroslav è andato a rappresentare Batu-Khan alle elezioni del Grande Khan per qualche strana ragione. È possibile che l’ipotesi che Batu-Khan invii Yaroslav al suo posto sia stata inventata dagli storici moderni con l’unico scopo di far sì che le prove di Carpini concordino con l’ovvia necessità della presenza di Batu-Khan alle elezioni del Grande Khan?

Quello che vediamo qui è una semplice prova documentale che testimonia il fatto che Batu-Khan non è altro che il principe Russo Yaroslav. Ciò è confermato anche dal fatto che Alexander Nevsky, figlio di Yaroslav, era stato anche il figlio "adottivo" di Batu-Khan, secondo gli storici! Ancora una volta, i due personaggi sono identici (Yaroslav = Batu-Khan). In generale, va detto che "Batu" ("Batyi" in Russo) può essere una forma della parola "batya", o "padre". Un comandante militare Cosacco è ancora chiamato "batka" ("padre", "papà", ecc.). Quindi, Batu-Khan = il Cosacco batka = principe Russo. Nomi simili si trovano nei bylini, poemi eroici Russi - due di essi si chiamano "Vassily Kazimirovich porta il denaro del tributo a Batey Bateyevich" e "Vassily Ignatievich e Batyga" ([112]).

Ci è stato anche detto che "avendo conquistato i principati Russi del nord, Batu-Khan insediò le sue truppe ovunque, insieme ai suoi rappresentanti (chiamati baskaks) il cui compito era di portare 1/10 delle proprietà e della popolazione al Khan" ([183], volume 1, pagina 29). Il commento è il seguente.

È risaputo che "il tributo Tartaro è un decimo del tutto". Tuttavia, l'invasione straniera non ha nulla a che fare con questo. La Chiesa Ortodossa ha sempre rivendicato il tributo "desyatina, letteralmente "decima parte". Come abbiamo visto, una decima parte della popolazione Russa è stata preparata per mantenere le fila dell'esercito Russo, o dell’Orda. Questo è perfettamente naturale, dato che l'Orda era il nome dell'esercito Russo regolare che non è mai stato sciolto e si è occupato di pattuglie di frontiera, guerra ecc.; ovviamente non avrebbe avuto né tempo né opportunità di piantare e raccogliere colture, né di sostenersi autonomamente in generale. Inoltre, l'agricoltura era rimasta strettamente vietata per i Cosacchi fino al XVII secolo. Si tratta di un fatto noto, ma anche molto ovvio per un esercito regolare. Questo è menzionato da Pougachyov nelle sue Note sulla storia Russa e Gordeyev in [183], volume 1, pagina 36. Per questo l’Orda ha dovuto arruolare ogni decimo della popolazione come esercito regolare Russo, e chiedere il 10% come contributo per provviste e viveri.

Inoltre, un esercito regolare è costantemente in movimento e richiede depositi per sistemare provviste, armi e munizioni. Pertanto, sul territorio della Russia doveva esistere un sistema di depositi. Una delle parole Russe più usate per "deposito" (o "deposito di stoccaggio") è saray. I leader militari, o khan, avevano bisogno di un quartier generale, che normalmente si trovava vicino a questi depositi. Cosa vediamo? La parola "saray" si ripete molto spesso nella storia dell’ "Orda d'Oro dei Tartari e dei Mongoli" - la parola si trova anche spesso nella toponimia Russa. Molte città hanno la radice SAR come parte del loro nome, soprattutto nella regione del Volga. In effetti, vediamo Saratov, Saransk, Cheboksary, Tsaritsyn (Sar + Tsyn), così come la città episcopale di Zaraisk, nella regione di Ryazan in Russia e Zaransk nell'ovest della Russia. Tutte sono grandi città, alcune delle quali sono anche capitali di regioni autonome.

Si potrebbe ricordare anche Sarayevo, la famosa città dei Balcani. Spesso incontriamo la parola Saray nella vecchia toponimia medievale Russa e Turca.

Procediamo scoprendo che "Sultan Selim ha scritto quanto segue al Khan della Crimea [presumibilmente all'inizio del XVI secolo – Aut.]: "Ho sentito della tua intenzione di combattere contro la terra dei Moscoviti - fai attenzione; non osare attaccare i Moscoviti, perché sono nostri grandi alleati... se lo farai, faremo irruzione nelle tue terre". Il sultano Seliman, salito al trono Turco nel 1521, ha confermato queste intenzioni e vietato campagne contro i Moscoviti. . . Russia e Turchia si sono scambiate ambasciate e ambasciatori [nel XVI secolo - Aut]" ([183], volume 1, pagine 161-163).

Le relazioni tra Russia e Turchia sono state interrotte già nel XVIII secolo.

Ci si potrebbe chiedere sulla dislocazione delle truppe Russe quando hanno combattuto i Tartari e i Mongoli che avevano "razziato la Russia"? Si è scoperto che proprio dove si sarebbe riunito l' "esercito di resistenza" Russo nel 1252 Andrej, principe di Vladimir e Suzdal, andò da Vladimir per combattere i Tartari e li incontrò al fiume Klyazma, proprio fuori dai cancelli della città di Vladimir! Tutte le battaglie contro i Tartari combattuti nel XVI secolo si sono svolte nei pressi di Mosca, o nei pressi del fiume Oka, al massimo. Si potrebbe trovare strano che le truppe Russe abbiano sempre un miglio o due da percorrere, mentre i Tartari devono coprirne centinaia di miglia. Tuttavia, la nostra ricostruzione spiega tutto ciò - in quanto esercito Russo regolare, l'Orda veniva utilizzata per spedizioni punitive contro soggetti disobbedienti. Quindi arrivava fino alle soglie della città ribelle che aveva cercato di opporsi al governo militare.

4. Batu-Khan conosciuto come il Gran Principe
Siamo abituati a credere che i governatori Tartari definissero sé stessi Khan, mentre i Russi erano dei Grandi Principi. Questo stereotipo è molto comune. Tuttavia, dobbiamo citare prove piuttosto significative da parte di Tatishchev, che ci dice che gli ambasciatori Tartari chiamavano il loro sovrano Gran Principe Batu-Khan: "Siamo stati mandati dal Grande Principe Batu" ([832], parte 2, pagina 231). Tatishchev è piuttosto imbarazzato da quanto sopra, e cerca di spiegare questo titolo dicendo che Batu-Khan non era ancora diventato un Khan a quei tempi. Tuttavia, per noi è di minore importanza. Quello che importa è il fatto che un governatore Tartaro si chiamasse Grande Principe.

5. I Romanov, gli Zakharyin e gli Yuryins. Il loro ruolo nella cronografia Russa
Concludiamo l'introduzione con un'importante domanda alla quale bisogna rispondere per capire perché la storia Russa che ci siamo abituati a sentire scuola si è rivelata "improvvisamente" sbagliata. Chi distorcerebbe la vera storia della Russia, e quando è successo?

Nel 1605 in Russia sono iniziati i Grandi Disordini. Il 1613 segna una svolta nella storia Russa - il trono è stato preso dalla dinastia pro-Occidentale dei Romanov, degli Zakharyin e degli Yuryin. Essi sono responsabili della "stesura della versione" della storia Russa contemporanea; è successo sotto lo Zar Mikhail e il patriarca Filarete, forse più tardi. Presenteremo la nostra ricostruzione dei Grandi Disordini nei capitoli a seguire.

L'Orda Cosacca è stata bandita dalla Moscovia sotto i Romanov, gli Zakharyin e gli Yuryin. La sua messa al bando simboleggia la fine della vecchia dinastia Russa. I resti dell'esercito resistente del vecchio impero, o Orda, sono stati cacciati via dal centro del regno Moscovita. Di conseguenza, oggi vediamo le regioni Cosacche alla periferia della Russia e non al centro. Tutte queste regioni sono retaggio dell'Orda "Mongola" Russa. Il Kazakistan, ad esempio, può essere interpretato come Kazak-Stan, che si traduce come "Campo dei Cosacchi" o "Regione dei Cosacchi"; in alternativa, il nome può essere derivato da Kazak Tana o Cosacchi del Don.

Ci si potrebbe chiedere come l'esercito regolare professionista dell’Orda avrebbe potuto perdere la guerra civile. Si tratta di una questione di grande importanza. Si può teorizzare a lungo questo aspetto; speriamo che il libro in questione aiuti i futuri ricercatori della storia Russa a trovare una risposta.

La sconfitta di Razin e più tardi di Pugachyov sono le ultime sconfitte dell'Orda. Dopo questo successo militare, i Romanov hanno redatto documenti ufficiali e hanno dichiarato l'Orda "straniera", "malvagia" e "invasore della terra Russa". Nella mente dei discendenti, l'Orda si è trasformata in una forza ostile di invasione straniera ed è stata spostata oltretutto verso l'estremo e misterioso oriente; ecco come la Mongolia (Megalion, o il Grande, o l'Impero Russo) si è trasformata in un paese dell'est. A proposito, qualcosa di simile è accaduto alla Siberia, che si era trasferita dove si trova adesso dalle rive del Volga.

Quando i Romanov sono saliti al potere, hanno cercato di cancellare tutto quello che potevano della vecchia storia Russa. Gli storici dell'epoca romanoviana ricevettero ordini espliciti o impliciti di astenersi dal scavare troppo in profondità. Una minaccia mortale – Dovevano tenere ben presente il destino di Viskovatiy, q.v. avanti.

La nostra impressione sulle opere pubblicate dagli storici del XVIII-XIX secolo conferma questa idea. Circumnavigano in tutti gli angoli ruvidi e istintivamente nascondono gli ovvi paralleli, le domande e le stranezze più ovvie. Questo atteggiamento fa sembrare i libri di Solovyov, Kluchevskiy e di altri storici di questa epoca i più evasivi di tutti - per esempio, nei loro faticosi tentativi di leggere il nome "campo di Kulichkovo" come "campo di Kuchkovo", seguiti da lunghe ipotesie sull'esistenza di mitici boiari con il nome di Kuchki da cui il campo avrebbe avuto il suo nome ([284]; cfr. anche Chron4, capitolo 6).

È noto che le cronache genealogiche sono state bruciate nel regno di Fyodor Alekseyevich, fratello maggiore di Pietro il Grande e suo precursore - questo è accaduto a Mosca nel 1682, qv nel [396] e [ 193], pagina 26. A quanto pare, questo è stato fatto per cancellare le informazioni relative alle origini delle famiglie dei boyari. Tutta la genealogia è stata così effettivamente cancellata. Oggi si presume che si tratti di un atto "progressista" volto a contrastare l'ordine di precedenza, ovvero a impedire ai boyari di discutere sull'anzianità cancellando tutte le prove documentali delle loro origini ([193], pag. 26). Il nostro punto di vista è il seguente: i Romanov stavano distruggendo la vera e propria genealogia antica per fare posto alla loro nuova dinastia. I "ranghi di Ryurik" che sono sopravvissuti fino al presente e citati nei lavori completi di M. V. Lomonosov devono essere comparsi successivamente.

Facciamo notare un fatto curioso. Durante tutta la loro storia, i Romanov ha preso spose dalla stessa regione geografica, Holstein-Gottorp, vicino alla città di Lubecca. Si sa che gli abitanti di questa parte della Germania settentrionale sono di origine Russa, qv nel libro di Herberstein ([161], pag. 58). Apprendiamo quanto segue: "Lubecca e il Ducato di Holstein una volta confinavano con la terra dei Vandali con la sua famosa città di Vagria - si presume che il Mar Baltico sia stato chiamato proprio da questa Vagria - "il Mar Varangiano"... i Vandali erano potenti e avevano la stessa lingua, costumi e religione dei Russi" ([161], pagina 60).


E’ ovvio che l’ascesa dei Romanov deve essere stata dichiarata al servizio del bene del paese durante il loro regno. Sebbene il Ducato di Holstein fosse stato un tempo popolato da Russi, essi avevano perso gran parte della loro popolazione Russa a partire dal XVII secolo. In generale, la politica Romanoviana è stata per la maggior parte puramente Teutonica, e i loro metodi di governo pro-Occidente. Per esempio, il periodo dell'Oprichina tra il 1563 e il 1572, quando gli Zakharyin e i Romanov diventarono i sovrani de facto, è il momento a cui risalgono le prime citazioni di persecuzione religiosa. I musulmani e i giudaici che si erano rifiutati di convertirsi al cristianesimo furono distrutti. Non conosciamo nessun caso del genere in un'epoca precedente della storia Russa. La Russia aveva rispettato il vecchio principio di tolleranza religiosa "Mongolo" e turco.

Il regno del primo Romanov - Mikhail, Aleksei e Fyodor Alekseyevich è caratterizzato da roghi di massa di libri, distruzione di archivi, scisma ecclesiastico e campagne contro i Cosacchi, o l'Orda. La storia Russa più o meno ben documentata inizia con il regno di Pietro I Romanov. La sua epoca fu preceduta da un periodo di conflitti, tumulti e guerre civili, in cui i Cosacchi (l'Orda) erano il nemico principale; è da allora che si sistemarono nell'area di Don. Si tratta anche dell'epoca nella quale l'attività agricola nelle regioni Cosacche ha inizio; questo prima gli era proibito. Dobbiamo anche ricordare che i Romanov hanno fatto molti sforzi per dimostrare agli Occidentali che l’idea, piuttosto popolare in Occidente, che Stepan Razin, fosse di sangue reale era "assolutamente falsa". Fonti Occidentali lo chiamano Rex. Tuttavia, è noto che un certo "principe Aleksei" faceva parte dell’entourage di Razin, qv in Chron4, capitolo 9:4. A quanto pare, l'epoca di Razin, l'intero XVII e persino il XVIII secolo sono l'epoca in cui i Romanov hanno combattuto contro la vecchia dinastia, sostenuta dall'Orda e dai suoi Cosacchi.

Dopo la caduta dei Romanov nel 1917, l'incantesimo del silenzio è finito. In effetti, cominciarono ad apparire molti eccellenti lavori sull'antica storia Russa, scritti da emigranti Russi, che esponevano numerose stranezze, rimaste nascoste per molto tempo. Per esempio, il libro di A. A. Gordeyev che abbiamo citato era stato pubblicato per la prima volta in Occidente; la sua pubblicazione in lingua Russa ha avuto luogo piuttosto di recente. Certo, oggi è considerato di cattivo gusto menzionare i Romanov in un contesto critico. Tuttavia, la ricerca scientifica non può essere limitata da considerazioni politiche. L'intonaco si sta disgregando, rivelando parti dell'antica opera d'arte originale.
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4 Anni 2 Settimane fa #40487 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Riassunto delle puntate precedenti:

Severi = Borboni
Settimio Severo = Enrico il Grande
Caracalla e suo fratello Geta = Luigi il Giusto e suo fratello Gastone di Orleans
Macrino = Mazzarino
Eliogabalo = Il Re Sole
Alessandro Severo = Luigi il Beneamato
Massimino il Trace = Luigi XVI + Maximilien de Robespierre
Luigi XVIII, che regnò dopo Napoleone, nato nel 1755 e fratello del re ghigliottinato, si chiamava Luigi Stanislao SAVERIO.

Ma vediamo cosa succede andando avanti.

... secondo voi quale di queste due è la migliore?



oppure, facendo corrispondere il 238 al 294,



In questo modo arriviamo molto vicini ad AURELIANO, il primo parallelismo della sequenza individuata da Fomenko, che corrisponde a Lucio Cornelio Silla. Quindi questa dovrebbe essere davvero la fine di 'sti cazzo di doppioni!

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4 Anni 2 Settimane fa #40506 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
iberi=ebrei

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4 Anni 2 Settimane fa #40533 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Nuova Cronologia
Filippo II, padre di Alessandro Magno, era amante dei cavalli.
Un suo generale fece dono al sovrano di Bucefalo, che lo rifiutò perché irrequieto. Fu poi domato da Alessandro quando capì che era innervosito dalla sua stessa ombra.

Filippo = Ippofilo

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)

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4 Anni 1 Settimana fa - 4 Anni 1 Settimana fa #40567 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
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La Storia: Finzione o Scienza?
Cronologia 4
di Anatoli Fomenko



Capitolo 1

Cronache Russe e la versione Milleriano-Romanoviana della storia Russa


1 . I primi tentativi di scrivere la storia della Russia antica
V. O. Klyuchevskiy ha fornito una buona panoramica dei tentativi di scrivere la storia Russa. ([396], pagg. 187-1966). I fatti che racconta non sono noti a un pubblico molto vasto, eppure sono davvero molto interessanti. Li citeremo qui secondo il resoconto di Klyuchevskiy.

1.1. Il XVI-XVII secolo e l’editto di Aleksey Mikhailovich
Si sa che le origini della storia Russa risalgono al XVIII secolo, e che sono state scritte da Tatishchev, Miller e Schlezer. Cosa si sapeva prima della Russia di Kiev? Praticamente niente. Tuttavia, si sa che i Russi hanno dimostrato interesse per la loro storia antica già nel secolo XVI.

Secondo V. O. Klyuchevskiy, "l'idea iniziale di studiare la nostra storia collettivamente precede Schlezer di molti anni. . . il secolo XVI è particolarmente importante in questo senso, perché è stato il culmine della cronografica. . . moltissime cronache individuali sono state compilate in lavori approfonditi e completi con tabelle dettagliate di contenuti e tavole genealogiche dei governanti Russi e lituani... Stiamo iniziando a vedere segni di critica storica nella narrativa cronografica, si cerca di farla corrispondere a un piano metodico e persino di introdurre alcune idee politiche ben note. . . Viene compilata una gigantesca raccolta di cronache, a partire dalla leggenda di Vladimir Monomakh incoronato imperatore Bizantino" ([396], pag. 188).

Evidentemente, la versione della storia Russa che inizia con Vladimir Monomakh è stata creata in questo periodo. Prenderemo in considerazione il processo di creazione nei capitoli a seguire; nel frattempo, dobbiamo solo notare che la Russia di Kiev, o la storia Russa prima di Vladimir Monomakh, sembra essere stata esclusa da questa versione.

A ciò è seguito un periodo di inattività che si è concluso intorno alla metà del XVII secolo, quando "il 3 novembre 1657 re Aleksey Mikhailovich ha dato l'ordine di creare un ufficio speciale noto come Ufficio Cronache e di nominare un impiegato di nome Koudryavtsev per "annotare gli ordini e i ranghi reali, a partire dal Grande Re Fyodor Ivanovich", in altre parole, l'impiegato doveva continuare il libro delle banche (Stepennaya Kniga), finito al regno di Ivan il Terribile. Il capo del nuovo ufficio avrebbe dovuto essere assistito da due scrivani e sei funzionari minori...

Questa "Commissione storica", per mancanza di una parola migliore, aveva dovuto affrontare molti problemi persino nell'istituirsi; quando finalmente questo è avvenuto, gli storici si sono spostati in una squallida baracca di legno, che hanno dovuto condividere con i detenuti e le loro guardie. Si nota un certo contrasto con l'editto reale. Non sono stati nominati i funzionari minori; l'Ufficio di Presidenza dell'Ambasciata si è inoltre fermamente rifiutato di fornire alla commissione qualsiasi documento. La ricerca delle fonti è stata un compito davvero arduo. . . [Koudryavtsev] si rivolgeva a un ufficio dopo l'altro, ricevendo sempre la risposta che non c'erano libri disponibili tranne la regolare documentazione materiale, nonostante in seguito siano stati trovati alcuni documenti e manoscritti molto utili. . .

Verso la fine del 1658 lo stesso Zar aveva segnalato all’attenzione del suo storico un importante archivio di documenti storici, la Biblioteca Patriarcale. Koudryavtsev ha preso in mano il catalogo della biblioteca e ha indicato i manoscritti di cui aveva bisogno. Comunque. . . l'ordine reale è rimasto ancora una volta insoddisfatto. . . l'ufficio Patriarcale ha risposto che non c'erano "registri disponibili" con le informazioni sui patriarchi, metropoliti e vescovi del regno di Fyodor Ivanovich e così via. Nessuno degli altri uffici si è preso la briga di dare alcuna risposta a Koudryavtsev nonostante le sue numerose relazioni.

Quando Koudryavtsev fu sollevato dal suo ufficio all'inizio del 1659, non c'erano frutti del suo lavoro storiografico di 16 mesi da nessuna parte. Il suo successore ha sottolineato che "l'Ufficio di Presidenza non ha nemmeno iniziato a rispettare l'ordine reale". Persino il vecchio libro di ranghi, che l'ufficio avrebbe dovuto continuare, era scomparso, e nessuno dei funzionari aveva idea di dove fosse finito o cosa potesse esserci scritto nei nuovi capitoli. Tuttavia, neanche il secondo impiegato è riuscito a portare a termine il lavoro" ([396], pagg. 189-190).

Tutto ciò ci porta alle seguenti ovvie conclusioni:

1) I primi documenti di ordini reali per "dare inizio alla scrittura di cronache storiche" risalgono alla metà del XVII secolo - il regno di Aleksey Mikhailovich Romanov.

2) Le persone responsabili dell'esecuzione di questo ordine non sono riuscite a trovare documenti che riguardassero neanche l'ultimo secolo della storia Russa.

3) La scomparsa del famoso Libro dei Ranghi è molto strana.

4) Le condizioni di lavoro create per questa prima commissione storica misteriosamente non corrispondevano allo status di quest'ultima. L'editto reale è stato di fatto sabotato!

Sembra che V. O. Klyuchevskiy abbia ragione osservando che "né le menti dei Moscoviti, né i documenti che avevano a disposizione in quell'epoca. . . fossero pronti per un compito come questo" ( [396], pag. 190). L'implicazione è che i documenti sono apparsi in seguito. Sono stati fabbricati più tardi, forse? In questo caso, non è sorprendente che Koudryavtsev non abbia mai trovato nulla. L'editto di Aleksey Mikhailovich deve essere servito come incentivo alla creazione di documenti, per cui questi sono "emersi" alla fine del XVII secolo. Klyuchevskiy ci dice direttamente che "in seguito sono stati trovati alcuni documenti e manoscritti molto utili" ([396], pagine 189-190).

Ovviamente, Klyuchevskiy sembra riferirsi alle fonti che risalgono esclusivamente alla fine del XVI - inizio del XVII secolo, ossia ai documenti dell'epoca che ha preceduto immediatamente il regno di Aleksey Mikhailovich. La conclusione è che questi documenti sono apparsi già dopo Aleksey Mikhailovich. In questo caso, è logico supporre che, se la Commissione non avesse trovato alcun documento del secolo XVI, la situazione delle epoche precedenti fosse ancora peggiore. Ci si potrebbe chiedere se la "grande raccolta di cronache" con le rappresentazioni di eventi storici iniziati con il regno di Vladimir Monomakh fosse realmente esistita nell'epoca di Koudryavtsev, allo stesso modo il "Libro degli Zar" che descrive l'epoca di Ivan il Terribile. Potrebbero essere state scritte, o almeno fortemente modificate, già dopo il tempo di Koudryavtsev?

evidentemente, siamo abbastanza fortunati da essere inciampati proprio nel periodo in cui sono state create le più "antiche" cronache Russe. Anche la famosa "Povest Vremennyh Let" ("Cronaca degli Anni Passati") è probabilmente stata creata qualche tempo dopo, qv più avanti. Al giorno d'oggi è estremamente difficile dire su quali reali prove storiche si basino tutte queste cronache "antiche". Tali prove devono essere esistite nell'epoca di cui ci occupiamo attualmente, ma la maggior parte di esse deve essere oggi scomparsa. Oggi l'unico mezzo per studiare la storia pre-Romanoviana è il prisma distorto delle cronache che sono state scritte o modificate già dopo l'epoca di Koudryavtsev.

Dobbiamo dire subito al lettore che alcuni documenti antichi del secolo XXVI sono comunque arrivati alla nostra epoca, contratti, libri stampati, fonti ecclesiastiche, ecc. Ma il loro studio dettagliato rivela un quadro completamente diverso della storia Russa che quella che viene insegnata nelle scuole di oggi. Quest'ultimo deve la sua esistenza all'editto di Aleksey Mikhailovich e alle opere degli storici del XVIII secolo - Tatishchev, Bayer, Miller e Schlezer. Ne discuteremo in dettaglio più avanti.

1.2. Il XVIII secolo: Miller
Dopo averci parlato dell'impiegato Koudryavtsev, Klyuchevskiy salta Tatishchev e continua raccontandoci di Miller, la cui ricerca storica è iniziata nell'epoca di Yelizaveta Petrovna. Chiediamoci perché Klyuchevskiy non parli di Tatishchev. Dopo tutto, quest'ultimo aveva vissuto nell'epoca di Pietro il Grande – cioè prima di Elizaveta Petrovna. È risaputo che Tatishchev è stato il primo storico Russo. Perché' Klyuchevskiy dovrebbe decidere di ometterlo? Sembra che abbia fatto bene a farlo.

La questione è che il libro di Tatishchev intitolato Storia Russa dai primi giorni allo Zar Mikhail è stato pubblicato per la prima volta dopo la morte di Tatishchev – proprio da Miller! Pertanto, la prima versione della storia Russa è stata resa pubblica da Miller, un tedesco, qv più avanti.

Citiamo un altro passaggio di Klyuchevskiy: "Viaggiamo verso l'epoca dell'imperatrice Elizaveta e nei primi anni del suo regno. Fu allora che Gerhard Friedrich Miller, scienziato straniero, fu coinvolto in una laboriosa ricerca sulla storia Russa, lavorando per l'Accademia delle scienze. Ha passato quasi dieci anni viaggiando in Siberia e studiando archivi locali. Ha coperto più di trentamila verst e portato un'enorme quantità di documenti copiati a San Pietroburgo nel 1743" ([396], pagina 191). Miller è conosciuto come uno dei fondatori della scuola storica Russa, insieme a Bayer e Schlezer.

Riassumiamo:

1) Miller è stato il primo ad aver pubblicato la versione completa della storia Russa nella forma che ci è nota oggi.

2) È molto strano che Miller porti dei documenti storici "dalla Siberia" - non i documenti stessi, ma delle copie scritte a mano che si era fatto. Questo significa che non ha trovato nessuna vecchia cronaca da nessuna parte a Mosca o a San Pietroburgo - o, in generale, nella Russia centrale. Non si tratta forse di una replica dello scenario con l'editto di Aleksey Mikhailovich, quando il suo impiegato non riusciva a trovare fonti storiche da nessuna parte nella capitale?

3) A partire da Miller, la versione consensuale della storia Russa è rimasta praticamente immutabile. Pertanto, i rendiconti successivi effettuate da Karamzin, Solovyov, Klyuchevskiy e da altri non ci interessano molto a questo riguardo. In realtà, stavano tutti lavorando sui materiali di Miller.

1.3. Brevi corollari


La versione consensuale dell'antica storia Russa è stata creata a metà del XVIII secolo e si basa su fonti scritte o modificate alla fine del XVII - inizio del XVIII secolo. A quanto pare, il periodo tra la fine del XVII secolo e la metà dello XVIII è proprio l'epoca in cui è stata creata la versione moderna della storia Russa. In altre parole, la storia Russa nella sua forma attuale è venuta in esistenza nell'epoca di Pietro il Grande, Anna Ioannovna e Elizaveta Petrovna. Dopo la pubblicazione della storia di Karamzin, questa versione è diventata largamente nota (solo pochi la conoscevano prima di allora). Alla fine è stato introdotta nel corso scolastico di storia.

La nostra analisi dimostra che questa versione della storia Russa è errata. Per ulteriori informazioni, vedere i capitoli seguenti.


2. La versione consensuale della storia Russa e la sua genesi

La ragione per cui tutti i fondatori della scuola storica Russa sono stranieri

Sopra abbiamo seguito il racconto di Klyuchevskiy sui primi passi della creazione della storia Russa. Ricordiamo al lettore i seguenti fatti:

1) Il secolo XVI è stato la primavera della storia. Le cronache dell'epoca a quanto pare cominciano con la leggenda di Vladimir Monomakh incoronato imperatore Bizantino.

2) Ricordate che il 3 novembre 1657 Aleksey Mikhailovich ordinò all'impiegato Koudryavtsev di continuare il Libro dei Ranghi, improvvisamente interrotto col regno di Ivan il Terribile. Koudryavtsev non è riuscito a soddisfare l'ordine reale, non riuscendo a trovare alcuna fonte adeguata né nella biblioteca reale né nella biblioteca patriarcale. Non era nemmeno riuscito a trovare lo stesso Libro dei Ranghi che in teoria avrebbe dovuto continuare.

In questo caso, come può essere vero che nel 1672 "l'Ufficio dell'Ambasciata avesse preparato il "Grande Libro dello Stato, o le Radici dei Sovrani Russi" (noto anche come il Libro Titolare, qv in [473], pag. 8)? Questo libro conteneva ritratti di Gran Principi e Zar, a partire da Ryurik e terminando con Aleksey Mikhailovich, tutti in sequenza cronologica. Consideriamo la cosa con maggiore attenzione. Non è stato possibile trovare documenti risalenti a un secolo prima, eppure il libro conteneva un ritratto di Ryurik, presumibilmente di ottocento anni fa.

Questo è lo stesso periodo in cui un gran numero di libri genealogici privati sono stati verificati ed elaborati ( [473], pagina 8). e compilati in un'unica fonte ufficiale, il "Libro Reale della Genealogia". La versione ufficiale Romanoviana della storia Russa sembra essere stata creata nello stesso periodo; questo sembra spiegare il fatto che la sua prima versione stampata, la cosiddetta "sinossi", sia uscita nel 1674.

In seguito è arrivata la pubblicazione del "Libro di Velluto", che conteneva gli alberi genealogici dei Boiardi e dell'aristocrazia Russa ([473], pag. 8). Ciò coincide con il periodo in cui i libri sono stati ampiamente confiscati per "correzioni", a seguito delle riforme del Patriarca Nikon.

La confisca dei libri è continuata sotto Pietro il Grande. Occorre prestare attenzione al seguente fatto importante: il 16 febbraio 1722 "Pietro il Grande rivolse a tutte le chiese e monasteri il seguente decreto. Essi dovevano "inviare tutte le cronache e i materiali cronografici in loro possesso al Sinodo Moscovita, sia su carta che su pergamena"; è stato proibito trattenere qualsiasi cosa. È stato anche promesso che questi materiali sarebbero stati restituiti dopo la copia. Contemporaneamente, il Sinodo ricevette l'ordine di inviare rappresentanti da tutte le parti, per studiare e raccogliere queste cronache" ([979], pag. 58). Questa deve essere stata un'altra purga delle biblioteche Russe intrapresa dai Romanov, il cui obiettivo era la distruzione di tutte le fonti storiche Russe. Ci si potrebbe chiedere se Pietro abbia davvero mantenuto la promessa di "restituire gli originali manoscritti" ai monasteri lontani accontentandosi delle copie. A nostro avviso, si tratta di un'ipotesi alquanto dubbia.

Fig. 1.1. V. T. Tatishchev. Incisione di A. Osipov, il XVIII secolo. Tratto da [331], volume 1, pagina 359.
Cfr. anche pagina 64.

È risaputo che la versione consensuale "scientifica" della storia Russa può essere ricondotta a Tatishchev, Schlezer, Miller e Bayer, che avevano vissuto tutti nella seconda metà del XVIII secolo. Daremo un breve resoconto delle loro biografie.

Tatishchev, Vassily Nikitich - 1686-1750, storico Russo e funzionario statale. Nel 1720-1722 e nel 1734-1737 aveva gestito le fabbriche di proprietà dello Stato nella regione degli Urali; a ciò era seguito il periodo del suo governatorato in Astrakhan, 1741-1745 ([797], pag. 1303). Tuttavia, la natura esatta dei suoi scritti, o il fatto stesso della sua autorevolezza, rimangono una questione della massima oscurità, qv qui sotto e anche nel [832] e nel [979], il ritratto di Tatishchev può essere visto nella fig. 1.1.

Bayer, Gottlieb Siegfried - 1694-1738, storico e filologo tedesco, membro dell'Accademia di San Pietroburgo nel 1725-1738, "autore della teoria pseudo-scientifica Normanna" ( [797], pag. 100). Nonostante il suo soggiorno di 12 anni in Russia, non ha mai imparato la lingua Russa ( [979] , pagina 4). V. O. Klyuchevskiy ha scritto quanto segue su Bayer e Miller: "Gli studiosi accademici stranieri sono stati costretti ad affrontare la questione [Varangiana - Aut]. . . la loro familiarità con la lingua Russa e. . . le sue fonti storiche erano povere o inesistenti... Bayer. . . non era a conoscenza del fatto che. . . la Sinossi non è mai stata realmente una cronaca" ([396], pag. 120).

Spieghiamo che la Sinossi è la prima versione pubblicata della storia Romanoviana della Russia. Non ha niente in comune con una cronaca, ed è stato compilata per servire da libro di testo della storia Russa. Il fatto che Bayer non riuscisse a distinguerlo da una cronaca ci dice molto sulla sua familiarità con le fonti storiche Russe.

Miller, Gerhard Friedrich - 1705-1783. Storico tedesco. Arrivato in Russia nel 1725. Miller aveva "collezionato un gran numero di documenti copiati [ci si chiede quale sia il destino degli originali - Aut. ] sulla storia Russa (i cosiddetti portafogli Miller)" - cfr. [797], pag. 803.

Schlezer, Augustus Ludwig - 1735-1800. Storico e filologo tedesco. In servizio in Russia tra il 1761 e il 1767. Nel 1769 è diventato membro onorario dell’Accademia delle scienze di San Pietroburgo, essendo tornato in Germania nel 1768 ([797], pagina 1511). è stato il primo ricercatore dell’originale della più antica cronaca Russa, la Radzivilovskaya Letopis, o la famosa Vremennyh Let ([715], volume 2, pagina 7; vedi sotto).

Va detto che è opportuno escludere Tatishchev dalla lista dei primi storici Russi perché la sua storia, presumibilmente scritta prima di Miller, è scomparsa. I progetti di Tatishchev pubblicati da Miller rimangono l’unico materiale scritto con il nome di Tatishchev che abbiamo a nostra disposizione. Cfr. più avanti e in [832],

Nonostante tutto ciò, già nel XX secolo, dopo la rivoluzione del 1917, gli storici avevano trovato una serie di manoscritti negli archivi privati, che suggerivano fossero versioni della "vera" storia di Tatishchev. Tuttavia, gli storici stessi ammettono che queste copie hanno scritture diverse. Tatishchev le ha probabilmente "editate", e forse ha scritto alcuni passaggi minori ([832], volume 1, pagine 59-70).

La creazione della storia di Tatishchev e le ragioni per cui non l’ha pubblicata sono documentate nelle memorie di Schlezer ( [979]); cfr. anche [832]. Siamo informati dei seguenti elementi: "V. N. Tatishchev. . . aveva ricevuto una copia di Nestor dall’archivio privato di Pietro stesso nel 1719 [una copia della cronaca Radzivilovskaya prodotta per Pietro il Grande a Konigsberg - Aut.], che aveva immediatamente copiato per sé. . . nel 1720. . . Tatishchev è stato mandato in Siberia. . . dove ha trovato una vecchia copia di Nestor in possesso di un vecchio credente. Era sbalordito dalla scoperta che questa copia era completamente diversa da quella precedente. Pensava che ci fosse un solo Nestor e un'unica cronaca" ([979], pagg. 52-53).

Questa opinione, in seguito “dimostratasi la verità”, dato che oggi tutto ciò che possediamo è solo un testo unico che descrive la storia dell'antica Russia – la Povest Vremennyh Let. Altre fonti, tra cui i vecchi originali, sarebbero state evidentemente distrutte o occultate.

Continuiamo con le citazioni:

"Tatishchev riuscì a raccogliere dieci copie. Le ha utilizzate, insieme ad altre versioni di cui è venuto a conoscenza, per compilare l'undicesimo... nel 1739 l'ha portata da Astrakan a San Pietroburgo. . . Ha mostrato il manoscritto ad alcune persone; tuttavia, invece di incoraggiamenti e sostegno, si è scontrato con bizzarre obiezioni e ha ricevuto consigli di tenersi lontano da questa iniziativa" ([979], pagg. 52-53).

Poco dopo, Tatishchev fu sospettato di essere un libero pensatore ed un eretico. Ci viene detto che "è stato abbastanza disattento da esprimere una serie di audaci considerazioni, che lo avrebbero portato a un sospetto ancora più pericoloso di eresia politica. Questo è senza dubbio il motivo per cui il frutto dei suoi due decenni di lavoro non è stato pubblicato nel 1740" ( [979], pagina 54). Tatishchev ha cercato di far pubblicare il suo lavoro in Inghilterra in seguito, ma senza alcun risultato ([979], pagina 54).

Così, il lavoro di Tatishchev è stato perso e successivamente pubblicato da Miller seguendo manoscritti non identificati. Si presume che Miller abbia pubblicato questa opera perduta scritta da Tatishchev utilizzando le "bozze" di quest'ultimo ([832], Volume l, pagina 54).

"Miller parla della. . . “copia scadente" a sua disposizione. . . e si lamenta di non essere in grado di correggere le numerose "sviste" che la cronaca presumibilmente conteneva. . . Nella sua prefazione al primo volume Miller dice anche delle sue correzioni al testo di Tatishchev. . . Tutte le successive critiche di Miller non sono state altro che ripetizioni di quanto scritto nella prefazione, dal momento che i suoi critici non si sono mai imbattuti nei manoscritti usati da Miller, né in altri manoscritti della Storia di Tatishchev; anche i primi [presumibilmente utilizzati da Miller - Aut.] sono scomparsi a tutt’oggi" ([832], volume 1, pagina 56).

Inoltre, in [832] troviamo il parere di G. P. Boutkov, "il famoso accademico e autore della Difesa delle Cronache Russe" sull’argomento. Secondo Boutkov, la storia di Tatishchev "non è stata affatto pubblicata in accordo all’originale, ma piuttosto da una copia di pessima qualità. . . Inoltre, "quando questa copia è stata pubblicata, tutte le opinioni dell'autore che sembravano troppo libertarie [a Miller] sono state omesse dalla pubblicazione, oltre a tante altre lacune". Boutkov è giunto alla conclusione che era "impossibile dire dove esattamente dove Tatishchev si fosse fermato cronologicamente, quali parti dei testi avesse scritto o non scritto, e di chi fossero le colpe per molte "incoerenze e discrepanze" tra il testo effettivo e il commento" ([832], volume 1, pagina 56). In altre parole, i commenti di Tatishchev alla pubblicazione di Miller contraddicono il testo.

Inoltre, la pubblicazione del lavoro di Tatishchev da parte di Miller non contiene per qualche motivo la prima parte della sua opera, quella che descrive la storia Russa prima di Ryurik. "Il testo di Tatishchev della prima parte di La Storia Russa è stato omesso dal manoscritto del 1746, dove viene sostituito. . . da un breve resoconto del contenuto di questa parte" ([832], volume 1, pagina 59).

Non si può fare a meno di sottolineare che Tatishchev ha trovato la Povest Vremennyh, tutto fuorché credibile – almeno nella sua prima parte. I manoscritti che gli sono stati attribuiti (quelli degli archivi privati del XX secolo) ci dicono esplicitamente che "il monaco Nestor non sapeva molto dei vecchi Principi Russi" ([832], volume 1, pagina 108). Le informazioni che ha trovato attendibili provengono dai manoscritti e da racconti popolari dichiarati assurdi dagli storici moderni. Evidentemente, Tatishchev era riuscito a capire molto di più della storia Russa di quanto "avrebbe dovuto" Il suo libro è stato evidentemente distrutto e l'autore dichiarato un eretico; e, tuttavia, il suo nome è stato usato cinicamente dopo la sua morte.

Il moderno commentatore scrive quanto segue nel suo tentativo di trovare qualche "giustificazione" per Tatishchev: "Possiamo davvero incolpare uno storico che ha vissuto nella prima parte del XVIII secolo per aver creduto alla Cronaca di Ioakimovskaya, quando anche ai nostri giorni ci sono autori che parlano dei racconti favolosi di Artynov di Rostov alla ricerca di un riflesso di eventi reali che risalgono fin quasi ai tempi della Russia di Kiev?" ( [832] , Volume 1, pagina 51).

Infine, vorrei sottolineare un dettaglio vivido che rende i nostri sospetti ancora più validi e che dimostra quanto rapidamente la situazione dei materiali storici Russi possa essere cambiata nel XVIII secolo. Si scopre che "Tatishchev ha usato proprio i materiali che non sono sopravvissuti fino ai giorni nostri" ( [832], Volume 1, pagina 53). Questo lo rende stranamente diverso da Karamzin. Evidentemente, "quasi tutta l'opera di Karamzin si basa su fonti che abbiamo ancora nei nostri archivi, con l'unica eccezione del Troitskaya Letopis, scritto su pergamena" ([832], volume 1, pagina 53).

Come ha fatto Tatishchev a scegliere le stesse fonti del suo lavoro che sarebbero scomparse "misteriosamente" poco dopo?

Ecco una possibile spiegazione. Evidentemente, Tatishchev ha utilizzato le fonti del XIV-XVI secolo, che riguardano la storia della Siberia e della regione Volga, nonché "gli archivi di Kazan e Astrakhan che non hanno raggiunto i nostri giorni" ([832], Volume l, pagina 53).

Siamo del parere che questi archivi siano stati semplicemente distrutti nel XVIII secolo, già dopo Tatishchev. Come sappiamo oggi, le fonti del secolo XIV-XVI provenienti dalla regione del Volga e dalla Siberia devono aver raccontato la vera storia della Russia dell’Orda. Anche dopo le prime epurazioni degli archivi da parte dei Romanov, alcune informazioni dovevano essere rimaste lì.

Gli archivi contraddicevano la storia Scaligeriana e Romanoviana e sono stati quindi completamente distrutti.

Passiamo ora alla figura del professore di storia e storico ufficiale dell'Accademia delle scienze di San Pietroburgo - G. F. Miller, che aveva ricevuto un ordine di scrivere la storia della Russia. Non è riuscito a trovare fonti storiche nelle capitali e ha dovuto intraprendere un viaggio attraverso la Russia provinciale nel 1733-1743. Il suo itinerario conduce in Siberia, il che significa che le cronache su cui si basa la storia Russa di oggi sono state presumibilmente "portate" da quelle parti. Tuttavia, è comunemente noto che esse possiedono caratteristiche intrinseche distintive del sudovest Russo.

Dopo il suo ritorno dalla Siberia, Miller ha ottenuto la posizione di storico. Tuttavia, quando è entrato in servizio, ha dovuto giurare di non rivelare quelle che oggi chiameremmo informazioni riservate. Ecco cosa ci dice Schlezer: "Miller parlava di segreti di Stato, che dovevano essere resi noti a qualcuno coinvolto nella creazione della storiografia Russa; tuttavia, tale persona avrebbe dovuto entrare nel servizio pubblico per tutta la vita. . . All'epoca non ero a conoscenza del fatto che Miller aveva fatto quest’errore. . . negandosi. . . l’opportunità di dimettersi" ([979], pag. 76).
A. L. Schlezer era stato assunto da Miller come insegnante privato per i suoi figli e invitato a partecipare alla ricerca storica e geografica di Miller. Questo è ciò che Schlezer scrive sull'archivio delle cronache Russe che Miller aveva a disposizione nelle sue memorie: La cronaca di Kiev di Padre Feodosiy e la cronaca anonima del XIII secolo. . . sarebbe di grande utilità se fossero pubblicati. . . poiché. . . [esse] descrivono la storia dei più importanti sovrani e principi, e ci informano anche delle grandi acquisizioni di terreni nei tempi antichi" ( [979], pag. 46).

Schlezer si è rifiutato di prestare il giuramento di non divulgazione e non ha quindi avuto accesso agli archivi di Miller. Le cronache pubblicate da Schlezer sono state trovate da quest'ultimo negli archivi dell'Accademia delle scienze.

Tutto ciò significa che il concepimento della storia Russa a cui siamo abituati oggigiorno è di origine molto tarda. A parte questo, si scopre che la versione moderna della storia Russa è stata creata esclusivamente da stranieri. Gli storici moderni usano demagogicamente il nome di Tatishchev, il primo storico Russo, per "difendersi" poiché - dopotutto, era il primo Russo, no? Il fatto che il lavoro di Tatishchev sia stato di fatto perso e poi ricostruito da Miller da manoscritti non identificati è menzionato molto raramente.

L'atmosfera della scuola storica Romanoviano - Milleriana è stata ben fotografata da S. M. Stroyev, che ha scritto che "questi volumi tradiscono segni di innumerevoli sforzi, tutti a perseguire lo stesso obiettivo: provare, convalidare, confermare e diffondere le stesse postulazioni e le stesse ipotesi – solo lavori collettivi e prolungati di molti scienziati che hanno lavorato in questo campo possono far sembrare queste ipotesi come un tipo di verità soddisfacente per ricercatori e lettori. . . le obiezioni non sono smontate da contro argomentazioni, ma vengono sepolte sotto una pila di nomi, presumendo che il rispetto per l’autorità di detti nomi garantirà il silenzio" ([774], pagg. 3-4).
La nostra analisi della storia Russa, che ha scoperto gli errori più gravi nella versione di Bayer/Miller/Schlezer, ci conduce a tutt’altra opinione sull'intero loro "lavoro scientifico". Quest'ultimo si spiega in parte con il fatto che la Russia sia stata influenzata in quell'epoca da un dominio proveniente dall'estero, istigato dai Romanov, il che significa che la distorsione della vera storia Russa nella versione di Schlezer/Miller/Bayer può essere facilmente spiegata come uno degli obiettivi ideologici più importanti degli stessi Romanov come dinastia. I professori tedeschi hanno semplicemente eseguito l'ordine, in modo abbastanza coscienzioso. Se gli ordini fossero stati diversi, avrebbero scritto qualcos'altro.

E' perfettamente giusto interrogarsi sugli storici Russi e su dove si trovassero a quell'epoca. Perché la storia Russa è stata scritta da stranieri? Esistono altri paesi europei in cui la storia dello Stato è stata scritta esclusivamente da stranieri?

La risposta suggerita più comunemente è ben nota - la scienza Russa si presume che si trovasse in uno stato rudimentale a quell'epoca, quindi bisognava affidarsi agli illuminati tedeschi. Noi abbiamo un'opinione diversa. E 'molto probabile che dopo la debacle di Tatishchev, i Romanov abbiano deciso che gli stranieri avrebbero gestito meglio i segreti dello Stato che interessavano la storia Russa, essendo più obbedienti, non conoscendo la lingua e non legati emotivamente alla storia Russa.

M. V. Lomonosov era uno dei principali oppositori di Miller. Egli sosteneva che gli Slavi avevano una storia, che era lunga quanto quella di qualsiasi altra nazione, e sosteneva la sua affermazione con varie fonti. Nella sua Breve Cronaca, ha scritto quanto segue basandosi sulle opere degli autori "antichi": "All'inizio del sesto secolo dopo Cristo il nome degli Slavi si era diffuso dappertutto; non solo la Tracia, la Macedonia, l'Istria e la Dalmazia temevano la potenza di questa nazione, ma essi avevano avuto un ruolo importante nel declino stesso dell'impero romano" ([493], pag. 53).

All'inizio del XIX secolo è emersa una nuova scuola "scettica" di storici Russi. Era guidata dal professor M. T. Kachenovskiy. L’essenza delle questioni controverse è stata ben riassunta nella prefazione del libro di P. Boutkov, intitolato in modo eloquente La Difesa della Cronaca di Nestor dalla Diffamazione degli Scettici ([109]).

Secondo gli scettici, le antiche cronache Russe erano "un mix eclettico di fatti e miti reali basati su lontane ripercussioni di eventi storici ritrovati nei racconti popolari, oltre a falsità, apocrifi non autorizzati, e la sovrapposizione di eventi stranieri alla Russia. In altre parole, gli scettici vogliono che noi pensiamo a Ryurik, Askold, Dir e Oleg come a dei miti, e anche che limitiamo ciò che sappiamo di Igor, Olga, Svyatoslav, Vladimir e Yaroslav a ciò che gli stranieri ci dicono di questi sovrani, rifiutando contemporaneamente di datare l'epoca della nostra migrazione Slava settentrionale e la fondazione di Novgorod a un periodo precedente la metà del XII secolo" ([109], pagine ii-iii).

Proseguendo, possiamo anche dire che la ricostruzione della storia Russa che suggeriamo fornisce una spiegazione perfetta del fatto che gli scettici Russi che avevano criticato la versione della storia Milleriano - Romanoviana insistevano sul fatto che gli Slavi fossero un'antica nazione, citando da una parte fonti "antiche" come prova, e dall’altra resistendo aspramente all'arbitraria età extra attribuita alla storia Russa. Questa contraddizione deriva da grandi slittamenti cronologici inerenti all'intero edificio della storia Scaligeriana; scompare completamente non appena spostiamo la storia "antica" nel Medioevo, come nella nostra ricostruzione.

Concludiamo l'attuale paragrafo con un'altra citazione, che dimostra che la distruzione deliberata delle vecchie fonti Russe è continuata anche nel XVIII e persino nel XIX secolo. Ci riferiamo all'archivio manoscritto del monastero Spaso-Yaroslavskiy. ronaca"Tra i manoscritti custoditi nella biblioteca del monastero c'erano. . . tre cronache di carattere laico, vale a dire opere storiche: due Paleias e il famoso Spaso-Yaroslavskiy Khronograph. Tutti... scomparsi dalla biblioteca Spasskaya a metà dello XVIII e nel XIX secolo" ([400], pag. 76).


3. La cronaca Radzivilovskaya di Konigsberg come fonte principale della Povest Vremennyh Let

3.1. L’origine delle copie delle cronache più importanti
La versione moderna dell'antica storia Russa si basava inizialmente su un'unica cronaca, la Radzivilovskaya Letopis. Questo è ciò che gli storici stessi ci dicono in modo molto semplice, chiamando questa copia la più antica cronaca Russa ([716], pagina 3).

Passiamo ora alla fondamentale edizione multilingue intitolata La raccolta completa delle cronache Russe pubblicata dall'Unione delle scienze dell'Unione Sovietica. In prefazione al suo 38esimo volume lo storico Y. S. Lourie ci informa del fatto che "la Radzivilovskaya Letopis è la cronaca più antica ad aver raggiunto il nostro tempo" ([716], pagina 3).

Dobbiamo subito notare che questa cronaca assomiglia a un normale libro scritto a mano, con pagine fatte di carta e un legante del XVIII secolo, qv in [716] e [715], oltre alla fig. 1.2. Questa non è una pergamena arcaica come quella con cui gli artisti spesso ritraggono i cronisti Russi. Sappiamo quanto segue sulla cronaca della Radzivilovskaya (secondo [716], pagine 3-4):

1) Si presume che la copia della cronaca di cui disponiamo oggi sia la più antica ad aver raggiunto i nostri giorni, qv in [7 16] , pagina 3. Risale al presunto XV secolo. Si presume che la cronaca descriva eventi storici che si sono verificati in Russia fin dai primi giorni e fino al presunto anno 1206, che è l’anno in cui si conclude improvvisamente.

2) è proprio la storia della Radzivilovskaya su cui si basa l'intero concetto moderno della storia della Russia di Kiev. Questo concetto è nato nel XVIII secolo.

3) La cronaca Radzivilovskaya viene conosciuta e introdotta nella circolazione scientifica all'inizio del XVIII secolo. Il seguente passaggio è disponibile in [716], pagina 4: "Nel 1713 Pietro ordinò una copia della cronaca Radzivilovskaya completa di miniature mentre passava per Konigsberg. Questa fu la copia usata da V. N. Tatishchev quando iniziò la sua ricerca sulle cronache Russe, così anche per M. V. Lomonosov. L’originale fu portato a San Pietroburgo dopo che l’esercito Russo aveva preso Konigsberg dopo sette anni di guerra e fu consegnato alla biblioteca dell’Accademia delle scienze nel 1761 ([716], pag. 4).

Fig. 1.2. La Cronaca Radzivilovskaya: una visione generale. Vediamo un libro tipico del XVII - inizio del XVIII secolo. Tratto da [715].

4) Solo una delle copie della cronaca è datata al XV secolo - questa è la Radzivilovskaya Letopis che ci è nota oggi.

5) Vi sono altre copie della stessa cronaca esistente, ma tutte risalgono al XVIII secolo, essendo sostanzialmente più recenti nelle loro origini. Gli storici presumono siano copie del XV secolo della Radzivilovskaya Letopis.

Dobbiamo subito notare che le copie intermedie della cronaca Radzivilovskaya non ci hanno raggiunto per qualche motivo - dove sono le copie fatte nel secolo XVI-XVII?

3.2. La numerazione delle pagine della cronaca e la filigrana "testa di toro"
Studiamo la copia della cronaca di Radzivilovskaya che risale al presunto XV secolo. A tal fine, ci rivolgeremo alla descrizione del manoscritto che figura nella raccolta completa delle Cronache Russe ( [716] ). Si scopre che questa copia ha segni distintivi che tradiscono un'origine più recente, ovvero il XVIII secolo. Pertanto, la "copia più antica" della Povest Vremennyh che abbiamo a nostra disposizione è stata realizzata nello stesso periodo delle cosiddette "copie", ovvero delle copie che sono state fatte intorno alla stessa epoca, il secolo XVIII.

Guardate attentamente come sono numerate le pagine della cronaca. Vediamo due tipi di numeri contemporaneamente: arabo e Slavo ecclesiastico. Si presume che quest'ultimo sia stato l'originale che precede la numerazione araba di parecchio. È scritto che "si trova la vecchia cifra cirillica nell'angolo inferiore destro di ogni pagina" ([716], pagina 3).

Inoltre, si presume che la numerazione in Slavonico Ecclesiastica fosse stata già presente nella cronaca dalla sua manifattura - nulla di straordinario al riguardo, in quanto una cronologia pubblicata dovrebbe contenere la numerazione delle pagine.

Tuttavia, ci troviamo subito di fronte al seguente sorprendente commento del commentatore moderno: "La numerazione in Slavonico Ecclesiastica fu fatta dopo la perdita di due pagine della cronaca.. Inoltre, alcune pagine alla fine del libro sono state messe nell’ordine sbagliato prima della numerazione ([716], pagina 3; anche [715]). Lo stesso vale per la numerazione araba ([715]). Pertanto, entrambe le cifre sono state introdotte dopo che il libro era già stato rilegato - altrimenti le pagine fuori luogo sarebbero state ripristinate nel luogo corretto prima della rilegatura. Poiché la cronaca ha questo formato, deve essere stata rilegata una sola volta, quando è stata creata.

Inoltre, apprendiamo che "le prime tre pagine della cronaca sono contrassegnate dalle lettere romane a, b e c" ([716], pag. 3) e che queste pagine sono datate al XVIII secolo dalle filigrane che contengono (ibid). Questo significa che l'intero manoscritto è stato scritto e rilegato nel XVIII secolo? È possibile che il manoscritto sia stato creato poco prima che fosse mostrato a Pietro, e proprio a questo scopo - per maggiori informazioni su questo punto si veda di seguito. Nella figura 1.3 si può vedere la pagina a. È la prima pagina del cronaca. A proposito, inizia con una prefazione in tedesco.

Le altre pagine della cronaca sono databili al XV secolo per via delle filigrane; gli storici lo giustificano con l’ipotesi che la filigrana "testa di toro" risale al XV secolo. Tuttavia, la "datazione da filigrana", così come la datazione paleografica, non può essere considerata un metodo di datazione indipendente, poiché dipende completamente dalla cronologia delle fonti utilizzate per il riferimento e dall'identificazione di vecchi stili di scrittura e filigrane. Qualsiasi modifica della cronologia originale inciderà immediatamente sull'intero sistema di datazioni paleografiche o basate su filigrane.

Fig. 1.3. La prima pagina della Cronaca Radzivilovskaya - presumibilmente la "cronaca più antica della Russia". È molto probabile che sia stato scritta a Konigsberg nel XVII-XVIII secolo. Nelle prime pagine della cronaca vediamo una prefazione, abbastanza sorprendentemente, in tedesco. Tratto da da [715],

In altre parole, al fine di datare fonti scritte dallo stile grafico e/o dalle filigrane, è necessario disporre di materiali di riferimento che presumibilmente contengono i dati corretti. I nuovi testi rinvenuti sono datati dalle filigrane che contengono, che li legano ai materiali di riferimento utilizzati per datazioni passate. Se questi si rivelano errati, è probabile che anche gli altri dati siano errati.

Inoltre, è possibile che nel XVIII secolo siano state utilizzate scorte di carta del XVI secolo per creare manoscritti che "sembrerebbero vecchi". In più, la filigrana "testa di toro" trovata sui fogli della cronaca e le relative variazioni potrebbero essere state utilizzate dalla fabbrica che ha prodotto la carta nel XVI, nel XVII e nel XVIII secolo - soprattutto considerando come gli storici datano le prime tre pagine del XVIII secolo utilizzando lo stesso principio generale - il metodo della filigrana.

N. A. Morozov aveva giustamente affermato che la copia della Radzivilovskaya Letopis, voluta da Pietro il Grande, costituiva la base per tutte le altre copie della Povest Vremennyh Let. Scrive che "dopo lo scoppio della guerra settennale, la nostra Accademia delle Scienze ha acquistato l'originale Konigsberg nel 1760 e l'ha pubblicato sei anni dopo a San Pietroburgo - nel 1767... è questa la vera origine delle cronache Russe, e se qualcuno volesse dirmi che il manoscritto di Nikon esisteva prima di Pietro, chiederò la prova di questa dichiarazione" ([547]).


4. Frammenti contraffatti della Radzivilovskaya Letopis – la copia che servì come base per la Povest Vremennyh Let

4.1. Pubblicazioni della Radzivilovskaya Letopis
Gli storici scrivono che la "Radzivilovskaya Letopis è una delle fonti cronografiche più importanti dell'epoca pre-Mongolica. . . questa cronaca è la più antica ad essere sopravvissuta fino al nostro giorno; il suo testo termina con l'inizio del XIII secolo" ([716], pag. 3).

Veniamo a conoscenza della seguente importante circostanza: La "Radzivilovskaya Letopis non è venuta alla luce come pubblicazione accademica fino al 1989 ([716], pagina 3). Vi erano solo due edizioni precedenti; solo uno di loro seguiva l'originale. La prima "edizione del 1767, preparata in base ad una copia [non la stessa Radzivilovskaya Letopis, ma piuttosto una copia della stessa - Aut .] . . . conteneva numerose omissioni, aggiunte arbitrarie, modifiche testuali, ecc. . . nel 1902, la copia principale della cronaca. . . è stata pubblicata. . . con l’uso del metodo fotomeccanico [ma senza trascrizione]" ([716], pagina 3).

Nel 1989 è stato pubblicato il 38esimo volume della collezione completa delle Cronache Russe, che conteneva la Radzivilovskaya Letopis.

4.2. Storia della copia conosciuta come Radzivilovskaya Letopis
In base alla panoramica storica delle informazioni che abbiamo sulla copia nota come Cronaca Radzivilovskaya, pubblicata nel [715] Volume 2, pagine 5-6, lo studio di questa copia iniziò nel 1711, quando "Pietro aveva fatto una breve visita alla biblioteca reale di Konigsberg e aveva ordinato di fare una copia della Radzivilovskaya per la sua biblioteca privata. Ricevette la copia nel 1711" ([715], volume 2, pag. 6).

Tuttavia, gli storici ci dicono che le origini della copia possono presumibilmente essere ricondotte alla metà del XVII secolo; però, ogni menzione della cronaca che preceda il presunto anno 1711 si basa su considerazioni di natura indiretta, come risulta evidente dalla descrizione che viene data in [715], tutte queste informazioni potrebbero riflettere solo il desiderio dei moderni ricercatori di tracciare la storia del famoso manoscritto il più indietro possibile - pur confessando la loro incapacità ad andare oltre la metà del secolo XVII ([7] 15], Volume 2, pagina 5).

In seguito, nel 1758, durante la guerra dei sette anni con la Prussia (1756-1763), Konigsberg fu nuovamente conquistata dai Russi. La Radzivilovskaya Letopis fu portato in Russia e consegnata alla biblioteca dell’Accademia delle Scienze, dove è rimasta fino al giorno d’oggi ([715], volume 2, pagina 3).

"Quando l’originale divenne proprietà della biblioteca dell’Accademia nel 1761 ... il suo studio fu condotto da A. L. Schlezer, professore di storia appena arrivato dalla Germania" ([715], volume 2, pagine 6-7). L’ha preparata per la pubblicazione, che si è svolta a Gottingen nel 1802-1809, tradotta in tedesco con le sue annotazioni ([715], volume 2, pagina 7).

L'edizione Russa era presumibilmente in preparazione, ma non è mai stata pubblicata. "Era rimasta incompleta e fu distrutta nell'incendio di 1812" ( [715] , volume 2, pagina 7). Questo sembra piuttosto strano - la distruzione è stata semplicemente attribuita ai "malvagi invasori francesi".

Poi apprendiamo che, per qualche strana ragione, "l'originale della Cronaca Radzivilovskaya è entrato in possesso privato di N. M. Mouravyov, il consigliere segreto.. nel 1814, dopo la morte di Mouravyov, la cronaca fu Tratto da A. N. Olenin, il famoso archeologo e direttore della Biblioteca Pubblica Imperiale, che si è rifiutato di restituirla all'Accademia delle Scienze nonostante le richieste di quest'ultima" ([715], Volume 2, pagina 7).

Sarebbe interessante sapere perché Olenin si è rifiutato di restituire il manoscritto. Questa storia è piuttosto astrusa; il manoscritto era già stato preparato per la pubblicazione "a opera di A. I. Yermolayev, custode della Biblioteca pubblica" ([715], volume 2, pagina 7). Invece di pubblicarla, Olenin ha chiesto all'Accademia delle Scienze 3.000 rubli, presumibilmente per rendere l'edizione più costosa. La sua richiesta è stata accolta – e gli è stato consegnato il denaro. Tuttavia, ha continuato a tenersi il manoscritto. Questa pubblicazione non ha mai avuto luogo.

Non sappiamo nulla di come il manoscritto sia stato restituito alla biblioteca dell'Accademia delle Scienze [715]. Ciò nonostante, si tratta di un momento molto importante - dopotutto, la cronaca in questione è la più antica cronaca Russa conosciuta, e mai pubblicata.

A parte questo, ci troviamo di fronte a una questione molto importante, ovvero il destino della cronaca nel periodo in cui è stata tenuta in collezioni private. Di seguito forniremo la nostra ipotetica ricostruzione.

4.3. Descrizione della cronaca
Passiamo ora alla descrizione accademica della Cronaca Radzivilovskaya. Apprendiamo quanto segue: "Il manoscritto è composto da 32 sezioni, 28 delle quali contengono 8 pagine, con altre due sezioni di 6 pagine (pagine 1-6 e 242-247), una di 10 pagine (pagine 232-241) e una di 4 pagine (pagine 248-251)" ([716], 4).

Questa descrizione accademica della cronaca dà l'impressione iniziale di essere precisa e pare darci un'idea di quali sezioni costituiscano il manoscritto. Dovrebbe raccontarci delle pagine che comprendono una sezione, ognuna delle quali è una pagina, o un singolo foglio di carta. Diversi di questi fogli formano una sezione e diverse sezioni si sommano in un libro. Di norma, in ogni sezione è presente un numero uguale di fogli - in questo caso il numero standard è di quattro fogli o otto pagine. Dopo aver studiato la struttura delle sezioni di cui è composta la Radzivilovskaya Chronicle, A. A. Shakhmatov ci dice: "è ovvio che ogni sezione deve contenere otto pagine" ([967], pagina 4).

Tuttavia, come abbiamo visto, a causa di un errore nella rilegatura della cronaca, alcune pagine sono finite in sezioni diverse; di conseguenza, alla fine del libro ci sono sezioni di 4, 6 e 10 pagine.

La prima parte del libro sta da sola; anche se si tratta di sole 6 pagine anziché di 8, cioè sottodimensionata, non si vedono sezioni sovradimensionate nei pressi; è seguita da sezioni standard di otto pagine che costituiscono la maggior parte del libro. Dove sono i due fogli mancanti della prima sezione?


4.4. Storia di una contraffazione. La misteriosa pagina “extra” nella Povest Vremennyh Let ....
Facciamo molta attenzione alla seguente strana circostanza. Secondo la descrizione accademica, il manoscritto è composto da sezioni, ognuna delle quali ha un numero pari di pagine 4, 6 o 10, qv sopra.

Pertanto, il numero totale delle pagine della cronaca deve essere pari. Tuttavia, la prima pagina è numerata 1, e l'ultima 251 - qui si parla di numeri arabi, che non contengono spazi vuoti o problemi. Il libro contiene un numero dispari di pagine; dalla fotocopia della cronaca ([715]) risulta piuttosto evidente.

L'implicazione di quanto sopra è che una delle sezioni contiene una strana pagina "extra", che potrebbe essere stata messa in ritardo - O, in alternativa, che una delle pagine si è persa, mentre l'altra parte del foglio è rimasta. In questo caso, dovremmo trovare un vuoto nella narrazione, sicuramente visibile, a meno che la pagina persa non sia stata la prima o l'ultima del libro, ad esempio la prefazione o il sommario.

E così constatiamo che la Radzivilovskaya Letopis contiene omissioni o inserti. Perché la descrizione accademica non ci dice niente di questo? Questa descrizione si mantiene stranamente silente sulla posizione esatta della pagina dispari, nonché sul fatto che si tratti di una singola pagina di questo tipo (in senso stretto, può esserci una quantità indefinita casuale e indeterminata di tali pagine che non è stata stimata).

Teniamo a sottolineare che questa incompletezza della descrizione la priva di utilità pratica, poiché è abbastanza facile capire che la posizione della pagina dispari influirà sulla distribuzione di altre pagine tra i fogli, non è chiaro quali numeri di pagina segnino la fine di una sezione e l’inizio di un’altra, ecc. Se la descrizione di una sezione di cronaca non può rispondere a tali domande, diventa piuttosto inutile.

Cercheremo di trovare la posizione della misteriosa strana pagina, e le informazioni scritte su di essa. Il fatto stesso che la descrizione accademica resti silente al riguardo suscita il nostro interesse.

Un semplice calcolo mostra che il foglio dispari deve trovarsi in un punto della prima o della seconda sezione. In effetti, la prima sezione comprende 6 pagine, seguite da 28 sezioni di 8 pagine, la trentesima sezione di 10 pagine, ecc. Sappiamo che il numero della prima pagina della decima sezione è 232. Pertanto, le prime 29 sezioni contengono 231 pagine. Il numero è dispari, il che significa che la pagina dispari deve essere compresa nelle prime 29 sezioni.

Tuttavia, nelle sezioni 3-28 non c'è nulla che possa suscitare il nostro sospetto; ognuno di essi contiene 8 pagine complete, e si trova in buone condizioni. Secondo le fotografie di [715], tutte le pagine sono intere e nessuna di esse si è staccata.

Non è così per le prime due sezioni - quasi tutti i fogli trovati sono divisi in due pagine separate, il che rende questa parte del manoscritto particolarmente sospetta.

Possiamo affermare che la pagina strana stia qui? A quanto pare, si. Fortunatamente, il manoscritto contiene anche resti della vecchia numerazione della sezione oltre ai fogli numerati; questo è comune ai libri antichi: la prima pagina di ogni sezione veniva numerata.

Fig. 1.4. Schema delle modifiche introdotte nella numerazione della prima e della seconda insieme della cronaca Radzivilovskaya. La prima riga indica la cifra araba, la seconda - l'equivalente Slavonico Ecclesiastica - e la terza fa riferimento a tracce di alterazioni che incidono sulla numerazione Slavonico Ecclesiastica. Le cifre in Slavonico Ecclesiastica e in Arabo sono rappresentate dalla parola "niente".

A. A. Shakhmatov scrive che "l'antico conteggio delle sezioni rimane; tuttavia, la maggior parte delle marcature numeriche in Slavonico Ecclesiastica fatte ai margini inferiori sono state tagliate quando il libro è stato rilegato. Il primo segno sopravvissuto è la figura del 5 [la “e” Slavonico Ecclesiastica - Aut.], che si trova a pagina 32 [33 nella numerazione Slavonico Ecclesiastica -Aut.], il secondo, numero 9 [Slavonico Ecclesiastica "phita" -Aut. ] - sulla 64esima edizione [65esima nella numerazione Slavonico Ecclesiastica -Aut.] ecc. È ovvio che ogni sezione è composta da 8 pagine" ([967], pag. 4).

Così, la 33ma pagina della numerazione Slavonico Ecclesiastica cade all'inizio della quinta sezione. La pagina 65 nella numerazione Slavonico Ecclesiastica cade sulla prima pagina della nona sezione e così via. L'implicazione è che ogni sezione, compresa la prima, una volta conteneva otto pagine, e l'ultima pagina di ogni sezione aveva un numero divisibile per otto nella numerazione Slavonico Ecclesiastica.

Passiamo alla cronaca vera e propria. La pagina col numero Slavonico Ecclesiastica 8 è semplicemente assente dalla cronaca. La pagina numero 16 è presente, ma è de facto la quindicesima pagina del manoscritto. Al tempo stesso, il suo numero deve essere l'ultima pagina della seconda sezione o la sedicesima pagina del manoscritto. Di conseguenza, manca una pagina in una delle prime due sezioni.

Tuttavia, secondo la descrizione accademica, la prima sezione contiene esattamente 6 pagine. Si è scoperto che mancano due pagine, ma abbiamo constatato che le prime due sezioni combinate mancano di una pagina; ciò potrebbe significare che due pagine sono state perse e una inserita?

Forse. Ad ogni modo, abbiamo localizzato la parte della cronaca con evidenti segni di alterazioni. Si tratta delle prime due sezioni.

Diamo un'occhiata alla cronaca. Nella fig. 1.4 vediamo un diagramma che si riferisce alla condizione della numerazione Slavonico Ecclesiastica e Araba nelle prime due sezioni della Radzivilovskaya Letopis. La cifra araba è nella prima riga, e la Slavonico Ecclesiastica nella seconda. La terza riga si riferisce a segni di usura che influenzano la numerazione Slavonico Ecclesiastica, o a tracce di cambiamenti in quest'ultima. Se un numero arabo o Slavonico Ecclesiastica non è presente in una pagina, è indicato nella relativa cella.

Dopo aver studiato attentamente la numerazione Slava delle prime due sezioni, si è scoperto che i numeri di tre pagine (10, 11 e 12 nella numerazione Slavonico Ecclesiastica) devono essere stati ritoccati da qualcuno, cioè resi più grandi di un fattore 1. I loro precedenti numeri Slavi erano rispettivamente 9, 10 e 11, qv nella fotocopia di [715].

Nella fig. 1.5 mostriamo come ciò è stato fatto; questo è più evidente dalla pagina con il numero 12 in Slavonico Ecclesiastico, qv nella fig. 1.6. Bisogna scrivere "Bi" per trascrivere il numero 12 nello Slavonico Ecclesiastico; la cronaca in questione era numerata "ai", o 11. Qualcuno aveva disegnato due linee sullo Slavonico Ecclesiastico "a", che per farlo assomigliare a "b". Questo ritocco è stato fatto in modo piuttosto scomposto ed è quindi molto difficile da ignorare ([715]).

Nelle Figg. 1.7-1.10 si vedono i numeri dello Slavonico Ecclesiastico alle pagine 7, 9, 10 (precedentemente 9) e 11 (in precedenza 10). È del tutto ovvio che qualcosa non era del tutto corretto con i numeri delle pagine. devono essere state modificate più volte; si possono vedere chiaramente tracce di ritocco.

Fig. 1.5. Numeri di pagina falsificati nella Cronaca Radzivilovskaya.

Fig. 1.6. Numero Slavonico sull'undicesima pagina della Cronaca Radzivilovskaya. Significa "dodici". Un'ovvia falsificazione. Tratto da [715],

Fig. 1.7. Numero Slavonico sulla settima pagina della Cronaca di Radzivilovskaya. Tratto da [715],

Fig. 1.8. Numero Slavonico sull'ottava pagina della Cronaca di Radzivilovskaya. Significa "nove". Un falso. Tratto da [715].

Fig. 1.9. Numero Slavo sulla nona pagina della Cronaca Radzivilovskaya. Significa "dieci". Un falso. Tratto da [715].

Fig. 1.10. Numero Slavo sulla decima pagina della Cronaca Radzivilovskaya. Significa "undici". Un falso. Tratto da [715].

Sulla prima pagina delle tre, il simbolo Slavonico Ecclesiastico di dieci anni, o "i", è stata ovviamente "fabbricato" a partire dalla figura Slavonico Ecclesiastica di nove che era prima qui - la "phita", che aveva semplicemente perso tutto il suo lato destro. Tuttavia, si possono vedere chiaramente i resti della sua linea orizzontale, qv nella fig. 1.8. Cambiare 10 per 11 nella seconda pagina dei tre non è stato un problema – è bastato semplicemente aggiungere la lettera "a". Ecco perché il numero dello Slavonico Ecclesiastico a pagina 1 sembra a posto.

Vediamo che la cifra Slavonico Ecclesiastica di tre pagine è stata spostata in avanti del valore di uno, facendo posto alla cifra Slavonico Ecclesiastica del nove, che considereremo di seguito.

Tuttavia, in caso di cambiamento numerico ci si aspetta di vedere due pagine con il numero Slavonico Ecclesiastico di 12 - l'originale e quello "convertito" da 11, mentre in realtà abbiamo solo quest'ultimo. Dov'è andata l'altra pagina?

La pagina "extra" con la cifra Slavonico Ecclesiastica originale di dodici è stata probabilmente rimossa; vediamo una lacuna nella narrazione dove era una volta. In effetti, la pagina con il numero 12 dello Slavonico Ecclesiastico inizia con una minuscola lettera (rossa, fatta col cinabro) della nuova frase. Eppure l'ultima frase della pagina precedente (numero 12 dopo le modifiche apportate, e 11 in origine) non è finita – si interrompe all'improvviso.

Naturalmente, la persona che ha strappato la pagina ha cercato di rendere il più possibile invisibile il vuoto nella narrazione; ciò nonostante, era l'impossibilità non notarlo. Ecco perché i moderni commentatori sottolineano questo strano caso. sono costretti a scrivere che la lettera è stata minata per errore: "Il manoscritto. . . contiene una lettera a guida rossa miniata per errore" ( [716], pagina 18, vedere il commento all'inizio della pagina con il numero arabo di 12, o pagina 13 nella numerazione Slavonico Ecclesiastica.

Restiamo ancora qui per un po'. Prima di tutto, ricordiamo ai lettori che sono anch’essi obbligati a studiare la fotocopia [715], che il simbolo di interruzione della scrittura nella cronaca gioca la parte di una virgola moderna. Il moderno punto di arresto completo che segna la fine di una frase assomiglia, nella maggior parte dei casi, a tre punti triangolari. A parte questo, l'inizio di ogni nuova frase è segnato da una lettera rossa (miniata).

Diamo un'occhiata alla pagina 11 in numeri arabi, dove qualcuno ha cambiato il numero dello Slavonico Ecclesiastico che sta per 12.

Il testo alla fine della pagina seguito dalla lacuna a cui facciamo riferimento termina con le parole "il regno di Leon, figlio di Vasilij, che si era anche chiamato Leo, e suo fratello Alessandro, che aveva regnato. . . "[716], pag. 18; anche [715], la pagina con il numero arabo 11, retro. Poi troviamo una virgola.

La pagina successiva (12 in cifre arabe e 13 in Slavonico ecclesiastico) inizia con una lista di date: "Nell’anno tale" ecc.

Chiunque sia stato responsabile della falsificazione deve aver pensato che questo posto fosse conveniente per colmare il vuoto. Ha presunto che le parole "aveva regnato" potevano collegarsi all'inizio della pagina 13 in Slavonico Ecclesiastico, che avrebbe dato una sentenza più o meno corretta - "aveva regnato nell'anno" ecc.

Tuttavia, questo avrebbe richiesto che la prima lettera minuscola fosse stata considerata erroneamente in rosso - e, forse, alterando alcune parti del testo, il che è l'unico modo in cui potrebbe apparire una frase corretta.

Il divario è stato così colmato, anche se in modo grossolano - tuttavia, chi era responsabile della falsificazione non si è preoccupato molto di quale pagina rimuovere; l'unico criterio è stato quello del minimo disturbo alla narrazione, e questo è il motivo per cui questa pagina è stata scelta.

L'obiettivo principale della falsificazione era quello di fare spazio alla pagina col numero 9 in Slavonico Ecclesiastico. La pagina 9 precedente è stata trasformata in pagina 10 per creare spazio, qv qui sotto.

Quindi, sembra che abbiamo trovato il posto nella cronaca dove qualcuno ha messo una pagina in più. È la pagina con il numero 9 in Slavonico Ecclesiastico e il numero arabo 8.

Va notato che questa pagina è immediatamente visibile, poiché i suoi angoli sono i più frastagliati di tutti; è ovviamente una pagina separata e non una delle due parti di un foglio, qv Nelle Figg. 1.11 e 1.12.

Fig. 1.11. L'ottava pagina della cronaca Radzivilovskaya (inserto). Fronte. Tratto da [715], pagina 8, retro.

Troviamo inoltre una nota successiva allegata a uno dei suoi angoli mancanti, che ci dice che la pagina in questione deve essere numerata 9 e non 8; questa nota fa riferimento a un libro uscito nel 1764, che è quindi la prima data in cui la nota può essere stata scritta (cfr. fig. 1.13).

Fig. 1.12. L'ottava pagina della cronaca Radzivilovskaya (inserto). Retro. Tratto da [715], pagina 8, retro.

Passiamo ora alla lettura dell'ottava pagina. Cosa troveremo qui? Perché qualcuno dovrebbe preparare un posto per questa pagina e inserirla nel libro? Era necessario trattarne così tanto?


4.5. Chi avrebbe potuto inserire una pagina con la teoria “Normanna” nella Povest Vremennyh Let?

In questa pagina troviamo niente di meno che la storia dei Varangiani chiamati a governare la Russia - la base della famosa teoria Normanna, in altre parole. In sostanza, gli Slavofili e gli occidentalisti avevano discusso proprio di questa pagina per tutta la durata del XIX secolo. Se rimuoviamo questa pagina dalla cronaca, la teoria Normanna sparirà immediatamente. Ryurik diventerà il primo Principe della Russia - e anche venuto da Rostov.

Tuttavia, la pagina inserita menziona il lago Ladoga, il che indica convenientemente che la prima capitale di Ryurik si trovava da qualche parte nella regione di Pskov, tra le paludi.

Se rimuoviamo questa pagina, vedremo che le radici geografiche di Ryurik e dei suoi fratelli possono essere tracciate nella regione del Volga - ossia Beloozero, Rostov e Novgorod; nessun segno della regione di Pskov. Come spiegheremo nei capitoli da seguire, il nome Novgorod veniva usato per riferirsi a Yaroslavl sul Volga. Il significato di questo verrà reso ancora più chiaro dai capitoli che seguono.

Corollario: inserendo la pagina con il numero 9 in Slavonico Ecclesiastico nel libro (numero arabo 8), il falsificatore ha fornito la base per due contraffazioni fondamentali contemporaneamente.

Prima contraffazione: la presunta convocazione dei Principi dal nord-ovest, che poi divenne la Scandinavia moderna. Ciò è stato fatto chiaramente a beneficio dei Romanov, poiché la loro dinastia proviene dal Nord-Ovest - Pskov e Lituania.

Seconda contraffazione: La Grande Novgorod è stata situata nella regione di Pskov, vicino a Ladoga. Ciò serviva come "convalida" a posteriori di ciò che era ormai un fatto compiuto dell’azione politica - il falso trasferimento della Grande Novgorod sul Volga nella regione di Pskov. Ciò serviva da "base cronografica" per privare Yaroslavl del suo precedente nome, appunto quello di Grande Novgorod.

Appare chiaro il motivo per cui la descrizione accademica della Radzivilovskaya Letopis ( [715]) stranamente non si esprime sulla sezione con la pagina irregolare. È molto probabile che sia la sezione con la pagina "Normanna", o qualche altra pagina strana proprio accanto ad essa - e tracce di falso e mistificazione intorno alla pagina in questione fanno sì che la pagina diventi sospetta.

Fig. 1.13. La scritta incollata all'angolo superiore mancante dell'ottava pagina della Cronaca Radzivilovskaya. Tratto da [715].

Questo fatto criminale deve essere stato reso noto al minor numero possibile di persone nell'epoca Romanoviana – provate a immaginare gli Slavofili del XIX secolo che apprendono del fatto che la famigerata teoria normanna nella sua versione Romanoviana, contro la quale avevano combattuto con grande veemenza, si basava su un'unica pagina sospetta, e probabilmente inserita successivamente. I circoli scientifici sarebbero andati fuori controllo.

Tuttavia, abbiamo già visto che a nessuno "straniero" era stato permesso di accedere all'originale del manoscritto - solo "persone fidate", o a coloro che erano disposti a tacere. E' chiaro il perché.

Sarebbe opportuno ricordare al lettore la strana storia della disputa tra l'Accademia delle Scienze e la A. N. Olenin, l'archeografo e direttore della Biblioteca Pubblica Imperiale che ostinatamente rifiutato di restituire il manoscritto all'Accademia. Sembra che “avrebbe dovuto pubblicarlo", e, secondo A. A. Shakhmatov, "richiese all'Accademia tremila rubli e la richiesta era stata accettata. L’esito dell’impresa di Olenin rimane sconosciuto, così come i motivi per cui la pubblicazione della Cronaca Radzivilovskaya si è fermata. . . Nel 1818, S. Ouvarov, il nuovo presidente della Conferenza, si interrogò su questo... la conferenza rispose che "non poteva essere ritenuta responsabile del ritardo nella pubblicazione, dovuto al fatto che Olenin era molto occupato e coinvolto in numerose questioni" ([967], pagine 15-16).

Così Olenin era troppo occupato e non aveva tempo per spiegazioni - ma prese i soldi, e una grossa somma - tremila rubli. Perché non ha pubblicato nulla? Cosa stava succedendo al manoscritto? Oggi ci rendiamo conto che molto probabilmente le pagine "sbagliate" sono state sostituite da quelle "corrette".
Ultima Modifica 4 Anni 1 Settimana fa da Italo.

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