Nuova Cronologia

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4 Anni 4 Mesi fa - 4 Anni 4 Mesi fa #37679 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
@ horselover

pare che anche nel medioevo ci fosse un certo uso di carta:
www.raccontidistoria.com/storia-della-sc...noscritti-medievali/




IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

1.7. L’ “antico” imperatore Romano Augusto era Cristiano poiché indossava una corona medievale con croce Cristiana

La carta medievale di Hereford viene datata alla fine del presunto XIII secolo ([1177], pagg. 309-312). La sua dimensione fisica è piuttosto abbondante – 1.65 metri per 1.35 metri. Si presume che questa carta sia basata sulla Storia di Paolo Orosio, che si suppone sia vissuto nel IV secolo D.C. ([1177], pag. 311). Come possiamo capire, questa carta dev’essere stata realmente creata verso la fine del XIII secolo al più tardi. In basso a sinistra possiamo vedere il famoso “antico” imperatore Augusto. Sta dispensando il suo editto che richiede la creazione di una descrizione del mondo a tre geografi (vedi [1177], pag. 206, e fig. 7.4). Gli storici moderni fanno il seguente commento: “sulla sinistra della carta leggiamo che la misurazione del mondo è stata iniziata da Giulio Cesare. Nell’angolo in basso a sinistra vediamo un’immagine dell’imperatore Augusto che tiene l’editto nelle sue mani” ([1177], pag. 309). Il fatto è che si vede sulla testa dell’ “antico” imperatore Romano Augusto una corona medievale con una croce Cristiana (assomiglia molto anche a una tiara papale) è assolutamente sbalorditivo rispetto al tunnel della realtà della storia Scaligeriana. In generale, l’intero aspetto del famoso imperatore Romano non assomiglia nemmeno un po’ alle sembianze del famoso imperatore Romano del “materiale didattico relativo alla storia antica” della storia Scaligeriana la cui era di riproduzione di massa nell’Europa Occidentale raggiunse il massimo nel XVI-XVIII secolo. Possiamo vedere un esempio di una simile statua di “propaganda” nel caso della statua dei Musei Vaticani oggi. Ottaviano Augusto viene rappresentato in un austera ed eroica maniera, senza dubbio un esempio che deve ispirare i giovani. Questa “antica” statua deve essere stata realizzata al più tardi nel XVII secolo. Sulla carta di Hereford lo stesso imperatore Romano Augusto viene rappresentato in una maniera completamente differente, con una corona con croce Cristiana, barba, e con indosso un vestiario tipicamente medievale. Come possiamo capire, non c’è nulla di strano in questo. La carta è corretta, e questo sovrano non può essere vissuto prima del XIII secolo A.D.
Ultima Modifica 4 Anni 4 Mesi fa da Italo. Motivo: corretto il numero del titolo

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4 Anni 4 Mesi fa #37681 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
"Per sigillare i brevetti, i documenti ufficiali e le lettere in un
primo tempo usò l'immagine della sfinge, in seguito l'effigie di
Alessandro Magno, infine la sua, realizzata da Dioscuride, che restò poi
il sigillo adottato anche dagli imperatori successivi"
- Vita dei cesari - Augusto

Ma tra Augusto e Alessandro sarebbero passati 300 anni!

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4 Anni 4 Mesi fa - 4 Anni 4 Mesi fa #37684 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Questa è incredibile: dunque, io penso che la storia romana vada portata avanti di 1550 anni, di conseguenza Augusto regna tra il 1523 ed il 1564, corrisponde a Carlo V e la Pax Augusta corrisponde alla Pace di Augusta. Ora, leggendo la biografia di Augusto scritta da Svetonio scopro che il suo medico si chiamava ANTONIO MUSA:

"Al suo medico personale Antonio Musa che l'aveva guarito da una
malattia pericolosa, dedicarono una statua, per sottoscrizione, accanto a
quella di Esculapio"
- Svetonio, Vita dei cesari, Augusto, paragrafo 59

Cerco Antonio Musa su Wikipedia e indovinate in che epoca capito?

"Antonio Musa Brasavola (Ferrara, 16 gennaio 1500 – Ferrara, 1555) è stato un medico e botanico italiano.

Allievo di Niccolò Leoniceno e di Giovanni Manardi, fu poi professore universitario a Ferrara, dove ebbe tra i discepoli Gabriele Falloppio. Contribuì a rendere l'Università di Ferrara centro europeo di studi naturalistici e botanici. Compilò un'importante opera, l'Examen omnium simplicium medicamentorum (1536), dove recuperò le conoscenze botaniche degli antichi e superò le medesime in nome dell'esperienza. Si trasferì a Roma, al seguito di Paolo III, nel 1543. Si avvalsero delle sue cure Francesco I di Francia, Carlo V, Enrico VIII d'Inghilterra.
Sembra che sia stato il primo ad eseguire una tracheotomia. Per i suoi meriti in campo botanico un genere di 21 orchidee americane fu battezzato Brassavola"


-

Anche questa:

" tutte le volte che
le sue condizioni di nervi gli imponevano i bagni di mare o le cure
termali di Albula si accontentava di sedersi su uno sgabello di legno, che
egli, con termine spagnolo, chiamava «dureta», e di agitare le mani e i
piedi con movimenti alterni"


Carlo V parlava spagnolo:

"approssimandosi il momento del trapasso, Carlo, stringendo al petto un crocefisso ed esprimendosi in lingua spagnola, abbia esclamato: "Ya, voy, Señor" (Sto venendo Signore). Dopo una breve pausa, urlando, avrebbe esclamato ancora: "¡Ay Jesus!" e poco dopo avrebbe esalato l'ultimo respiro"

Oggi "sgabello" in spagnolo si dice "taburete" inukhome.com/it/sgabelli-da-bar/4119-taburete-alexis.html
Ultima Modifica 4 Anni 4 Mesi fa da Nomit. Motivo: taburete

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4 Anni 4 Mesi fa #37687 da horselover
Risposta da horselover al topic Nuova Cronologia
la storia romana raccontata da muratori è il progetto per gli usa (i due consoli,il senato, il campidoglio, l'annessione dei territori limitrofi e il sostegno a regimi amici in quelli lontani)

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4 Anni 4 Mesi fa #37689 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Nuova Cronologia
Sembra che per trascrivere l'Iliade e l'Odissea siano state scuoiate circa sei milioni di pecore.

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)

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4 Anni 4 Mesi fa #37691 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Vita dei cesari - Augusto, paragrafo 97: "«aesar,», vale a dire la parte rimanente del nome di «Caesar», in lingua etrusca significa «Dio»"
Gli aesir erano divinità germaniche. Quindi gli etruschi erano gli austriaci?

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4 Anni 4 Mesi fa #37755 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Lo avevo messo nell'altro topic, ma mi sono accorto che deve stare qui:

Il Gran Cane. Le Somme Chiavi. La Chiesa Cattolica. Cos'hanno in comune?
In ebraico "grande cane" si dice "qelev gadol". Quindi QLV GDL.
gadol diventa grande, sommo, cattolico
qelev diventa cane, clavis, chiave, ecclesia, chiesa.



… ma anche THE GOLDEN CALF.
Qelev --> calf, gadol ---> Golden.

Quindi Mosè si adira con gli israeliti in viaggio per Caanan perché hanno venerato il Gran Cane, oppure la Chiesa Cattolica.
Secondo Fomenko la storia di Mosè è ambientata in Italia, la Terra di Caanan era l'Italia del nord e la Fenicia era Venezia.


(questo l'ho fatto io)

Può essere che gli israeliti abbiano avuto a che fare con Cangrande della Scala?

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4 Anni 4 Mesi fa #37830 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
Scusate, ho postato ciò che segue, scritto stamane, su "Storia Nascosta". Lo posto anche qua perché non so dove possa essere maggiormente visto. Mi sono iscritto oggi. Alain, piacere

Francese ma no problem, parlo bene l'italiano visto che sono nato in Italia :)
Volevo intervenire in merito alla "Storia nascosta" , ma ora postato anche su "Nuova Cronologia", e spero di poter dare un contributo in base a quelle che sono le mie ricerche e per quella che è la mia passione, così da potere dialogare con chiunque ne abbia voglia.
Io mi occupo dagli anni '90 di medaglistica e prevalentemente di medaglistica papale. Passione nata quando mi trasferii a Roma. In più di 25 anni di ricerche non ho potuto fare a meno di constatare, nella medaglistica papale (e qua mi ricollegherei a Fomenko) -e vedo che qualcuno mi ha preceduto in passato- che le allegorie usate dalla Chiesa dal 1550 ad oggi (prima medaglia annuale 1417 , ma dal 1550 risale proprio la tradizione papale che vuole una medaglia , appunto "annuale" , ogni anno. Da Giulio III prende corpo una vasta produzione di medaglie bronzee ed in argento anche perché dai primi decenni del XVI secolo si amplia la coniazione e di monete e di medaglie (prima spesso in bronzo) per via dell'argento che proveniva dalle Americhe (dal rapimenti .dico io- di ciò che era delle popolazioni locali) .
Dapprima le medaglie erano fuse, poi dopo il Rinascimento si è iniziato a coniare , anche se qualche medaglia fusa la si trova pure nel XIX secolo. In generale se vogliamo anche oggi si possono trovare medaglie fuse. Troviamo, specialmente dalla seconda metà del XVIII secolo in poi, allegorie che non richiamano la Cristianità ma bensì il paganesimo. Entrando poi nel XIX secolo, quindi da papa Pio VII a Leone XIII (regnante fino dal 1878 al 1903) si ha (lo si ebbe anche prima però) un particolare risalto per gli avvenimenti annuali ma con chiarissimi riferimenti ad una allegoria pagana. Poniamo ad esempio le seguenti medaglie (metto dei link):

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE7F/1

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE912/1

Sia la figura muliebre della medaglia del 1836 (Ampliamento del porto di Civitavecchia) che l'angelo della medaglia del 1857 (Costruzione della prima ferrovia pontificia Roma-Frascati) sono raffigurate con abiti pagani. Un angelo -Cristiano- perché viene raffigurato a metà del XIX secolo in abiti pagani? Il paganesimo non era proibito? Io posseggo questa medaglia nella mia collezione privata e ho specifiche lenti da lavoro per vederne i particolari. Spesso nella stola papale si possono notare simboli massonici (non è questo il caso però). Guardiamo ora la seguente medaglia:

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D2912/1
Il restauro delle porte di Roma . L'incisore pone tutte figure aventi a che fare con il paganesimo poggiante su di una colonna con la data della medaglia.

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D217/1
Questa invece ricorda l'innalzamento della colonna di Antonino Pio. Quindi vado a chiedermi: perché fare una medaglia annuale per una colonna eretta, ma colonna pagana? Magari la colonna "ritrovata" in realtà fu un evento perché scolpita proprio in quell'anno (1707) e non 1600 anni prima.

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AD91/5
In questa vi è il triangolo della Trinità, che per molti potrebbe raffigurare un triangolo massonico, anche se la Massoneria nel 1655 ancora non c'era, ma vi erano ugualmente dei saperi antichi iniziatici.

La medaglistica papale, assieme all'aumento della coniazione monetale ma anche alla creazione (pure se del XV secolo) della stampa, risale seriamente al XVI secolo. Quindi, da ricercatore con 25 anni di esperienza vado a chiedermi: che la Roma antica in realtà risalga in un periodo a cavallo fra Medioevo e Rinascimento?
Una cosa me lo fa pensare: solitamente ogni forma di governo adula se stessa, come giusto che sia. Stampa, moneta e medaglia , specialmente però la Stampa e la Medaglia, servono come "propaganda". La stampa serviva, specialmente per i collezionisti -fiorenti anche secoli fa, come i collezionisti di medaglie (anche se questi ultimi si fanno molto attivi nella prima metà del XIX secolo -prima solo chi poteva permetterselo collezionava medaglie)- come propaganda per la forma di Stato vigente all'epoca. La medaglia annuale racconta un evento dell'anno che innalzava l'operato del Papa, della Curia, insomma della Chiesa Romana (la vera Roma antica? Per me sì, almeno dalla metà del XVI secolo -prima pian piano si stava organizzando prendendo corpo). La medaglia, in bronzo, argento ed oro, ancora oggi viene coniata una volta l'anno; salvo poi le medaglie straordinarie (anch'esse ad uso propagandistico). Così avvenne per la stampa almeno fino alla fine del XIX secolo. I primi secoli della stampa erano volti specialmente alla religione, poi man mano volti alle antichità ed ai lavori del papa (prendiamo il Falda, che immortalò le opere fatte da papa Alessandro VII - Secolo XVII).
Sulla locomotiva a vapore perché metterci una allegoria pagana anziché la figura del papa o Cristo?
Sul porto di Civitavecchia perché una allegoria muliebre pagana anziché il papa? Pur se ogni papa compare nel dritto della medaglia.
Perché per il restauro delle mura di Roma nel 1752 compaiono solo figure pagane anziché i muratori intenti ai lavori? O cardinali?
Percorso inverso ebbe la stampa. Mentre la medaglia rimaneva oggetto di sola propaganda, come adesso, la stampa ebbe piede anche in persone semplici che, cause diverse, ebbero modo di apprenderne l'arte. La medaglistica papale era ad appannaggio della Chiesa e dell'innalzamento di sé stessa.
Negli anni '20 del XIX secolo, il Mazio coniò nuovamente le medaglie papali andate perdute (le cui incisioni e descrizioni delle stesse erano negli archivi -come lo sono tutt'ora-) dal XV al XVIII secolo tutto. Per questo oggi chi colleziona medaglie papali, le colleziona prevalentemente dall'anno 1800 / 1805 ad oggi; perché prima di questa data poche sono le originali (appunto causa coniazioni del Mazio. Anche se queste sono molto riconoscibili). Il collezionismo di medaglie papali, ad esempio, prende piede specialmente agli inizi del XIX secolo, con papa Pio VII - un grande papa restauratore, ad esempio del Colosseo-. Lo notiamo dall'aumento, specialmente negli ultima anni di pontificato di questo papa, della coniazione di medaglie, che passano dalle sole 400 / 600 alle 3000 /4000 medaglie.Questo è dovuto ad un interesse specialmente dei pellegrini che potevano prendere le medaglie presso le botteghe stesse degli incisori papali (nel XVII- XVIII secolo erano gli Hamerani) e poi presso la Santa Sede, dopo che il Mazio negli anni '20 dell'800 acquistò ogni conio passato e pose la medaglia papale a solo appannaggio dello Stato Pontificio e per cui le vendite delle stesse andavano ad appannaggio della Chiesa.
Oggi la Chiesa ancora usa allegorie pagane (potete notarlo nelle medaglie che ancora oggi escono annualmente in tre metalli: bronzo, argento ed oro). Il prezzo numismatico di mercato però non concerne il metallo, ma conservazione e rarità.
Però mai come nei secoli XVIII e XIX - ma anche XX secolo fino a Pio XII (tutto il pontificato) ci sono state così tanti anni (riferimento alle medaglie annuali) con allegorie pagane e poco "cristiane"

Spero tanto che ciò che ho scritto possa suscitare un dibattito , vuoi anche per il mio lavoro :)
Oltre ad essere una mia ricerca io le colleziono, quindi le vedo con i miei occhi e non solo in foto. Purtroppo il collezionismo di medaglie papali non è ad oggi fiorente come può esserlo quello delle monete antiche (queste assai falsificate).

Ditemi la vostra; mi farebbe piacere un vostro pensiero in merito.
Un saluto,
Alain

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4 Anni 4 Mesi fa #37831 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D217/1
Questa invece ricorda l'innalzamento della colonna di Antonino Pio. Quindi vado a chiedermi: perché fare una medaglia annuale per una colonna eretta, ma colonna pagana? Magari la colonna "ritrovata" in realtà fu un evento perché scolpita proprio in quell'anno (1707) e non 1600 anni prima.


Fomenko non arriva così avanti, ma secondo la mia umile opinione di operaio stagionale è possibile che la storia romana sia retrodatata di 1550 anni e arrivi fino alla rivoluzione francese, quella colonna fu eretta nel 162, 162+1550 = 1712, quindi come epoca ci siamo.
E' un po' come l'Altare taurobolico di Lione: risalirebbe al 160 e sarebbe stato scoperto nel 1704, 160+1550 =1710.

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4 Anni 4 Mesi fa #37832 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
… in ogni caso provi a chiedere lumi al signor Pyter, deve averne parlato in un post dei Commenti Liberi dell'agosto 2014 :hammer:

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4 Anni 4 Mesi fa #37833 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
togliere il 1712. Quelli sono calcoli approssimativi. Tieni conto che io ho visionati ogni documento di ciò che ho postato, perché il mio lavoro mi permette di visionarli. Sono documenti di archivio. Nell'Archivio di Stato di Roma vi sono documenti del ex Stato Pontificio, come ve ne sono anche nell'Archivio Vaticano. Per vedere delle medaglie coniate o fuse si va alla voce "zecca" o "tesorierato". Lì puoi trovare le informazioni che cerchi. Vi sono le firme dei vari incisori e delle varie personalità che si sono occupate in passato, come ora, della gestione dei metalli e delle finanze inerenti la coniazione delle medaglie. La medaglia, come la stampa, è come fosse una foto del periodo. Commemora, fa propaganda

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4 Anni 4 Mesi fa #37834 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
lo contatto in pvt o qua?

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4 Anni 4 Mesi fa #37835 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
per le medaglie posto 1800 che ne pensi?

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4 Anni 4 Mesi fa #37837 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia

Nomit ha scritto: numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D217/1


Fomenko non arriva così avanti, ma secondo la mia umile opinione di operaio stagionale è possibile che la storia romana sia retrodatata di 1550 anni e arrivi fino alla rivoluzione francese, quella colonna fu eretta nel 162, 162+1550 = 1712, quindi come epoca ci siamo.
E' un po' come l'Altare taurobolico di Lione: risalirebbe al 160 e sarebbe stato scoperto nel 1704, 160+1550 =1710.


tu hai fatto un calcolo a 1550. La prima medaglia annuale della chiesa risale al 1417

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4 Anni 4 Mesi fa #37838 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
per le medaglie posto 1800 che ne pensi?

Non mi dicono niente.


lo contatto in pvt o qua?

Di solito basta evocarlo e nel giro di un'ora sbuca.

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4 Anni 4 Mesi fa #37839 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia

Nomit ha scritto: per le medaglie posto 1800 che ne pensi?

Non mi dicono niente.


lo contatto in pvt o qua?

Di solito basta evocarlo e nel giro di un'ora sbuca.


in che senso non ti dicono niente?

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4 Anni 4 Mesi fa #37840 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
Pyter mi sei stato consigliato da Nomit per parlare dell'argomento da me posto...
ho evocato :)

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4 Anni 4 Mesi fa #37863 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
Sig. Pyter mi sei stato consigliato da Nomit...sei presente ? :)

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4 Anni 4 Mesi fa #37938 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
Attendo numi per iniziare una conversazione in base a ciò che ho postato

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4 Anni 4 Mesi fa - 4 Anni 4 Mesi fa #37946 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
Ricapitolo il mio pensiero :

La storia vista dalle medaglie annuali dei papi, dal XVI secolo ad oggi:
La medaglia, così come la stampa, non era altro che un oggetto propagandistico e commemorativo. Essa commemorava, come commemora, l'evento annuale più famoso che poteva dar lustro alla Chiesa.
La medaglia papale è nata come strumento di celebrazione di eventi e del ruolo del papa. Era utilizzata e diffusa prevalentemente come dono ai dirigenti degli uffici dello Stato Pontificio e alle autorità ricevute dal Pontefice. C'era anche la richiesta collezionismo, che - fino all'inizio del 1800 - era costituito prevalentemente da nobili e ecclesiasti. Il collezionismo non era ristretto all'ambiente romano; la medaglia era un ottimo ricordo per i pellegrini cattolici, che si recavano a Roma dall'Italia e dal mondo.

La famiglia Hamerani, che aveva l'incarico delle coniazioni, manteneva la proprietà dei coni e aveva il diritto di usarli per soddisfare le richieste.

Dopo la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche emerge la classe borghese. E' un nuovo mondo. La classe dirigente si allarga. Il collezionismo, che è un atto di cultura, si sviluppa. Il mercato non è in grado di soddisfare la richiesta di medaglie , poiché la disponibilità è limitatissima. La famiglia Hamerani, che aveva conservato l'incarico di incisore ufficiale dello Stato Pontificio garantendo per un secolo qualità artistica, non trova degni successori. In questo contesto si sviluppa la operazione del Cardinal Mazio (anni '20 del secolo XIX), con acquisto dei vecchi coni, restauro/ rifacimento, catalogo di vendita.
Il fatto però è questo: come mai la Chiesa, da metà del XVI secolo in poi, inserisce allegorie del tutto pagane nelle sue medaglie?

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D2912/1

Il restauro delle mura di Roma del 1752. La figura che spicca è pagana, come tutte le altre.

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE912/1

1857: prima ferrovia Roma - Frascati. La figura seduta sulla di allora locomotiva a vapore è pagana.

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D217/1

1707: innalzamento,dopo il ritrovamento, della colonna di Antonino Pio (o costruzione papale?)

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AD91/5

1655: questa è straordinaria e ricorda l'elezione di Alessandro VII. Il triangolo isoscele è per la Chiesa la Trinità. Verrà preso poi dalla Massoneria

numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE1G/2

Vi è la medaglia dell'anno VII di Pio VII, straordinaria, per i restauri del Colosseo. Restauri? Sì, perché vi sono stampe del Colosseo già dai secoli precedenti.

Quindi mi chiedo: il paganesimo che è commemorato da figure allegoriche muliebri e non, cosa ha a che fare con la Chiesa? Perché di questa scelta?

Secondo voi? Che l'Impero Romano sia in realtà giunto sino al 1870, e quindi era "romano" sì, in quanto Stato Pontificio e che l'Imperatore in realtà fosse il Papa?
Ultima Modifica 4 Anni 4 Mesi fa da Francese70.

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4 Anni 4 Mesi fa #37950 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
So cosa state per scrivere: ma Nomit, dai parallelismi di Fomenko sembra che Carlo V corrisponda a Traiano, non ad Augusto! Quindi la differenza non sarebbe di 1550 anni, ma solo di 1450!
E' vero, ma allora come si spiega che Svetonio ci fa capire che proprio Augusto parlava spagnolo come Carlo V (ma anche Traiano era spagnolo) e che proprio il suo medico si chiamava Antonio Musa come quello che visse nel XVI secolo e che curò anche Carlo Quinto?

Non sarà che ci troviamo di fronte all'ennesimo fastidioso doppione?

A prima vista sembrerebbe di no, perché se Augusto corrispondesse a Traiano, Caligola corrisponderebbe ad Antonino Pio e Claudio a Marco Aurelio e questo sembra assurdo. Però… Nerone corrisponderebbe a Commodo, e ci sta. I tre imperatorini dell'anno dei quattro imperatori corrisponderebbero ai quattro imperatorini successivi a Commodo: Pertinace, Didio Giuliano, Pescennio Nigro e Clodio Albino. Vespasiano coi suoi due figli Tito e Domiziano corrisponderebbero a Settimio Severo coi suoi due figli Geta e Caracalla. Tito regna per due anni fino alla morte, Geta regna per due anni insieme al padre e al fratello e poi viene ucciso da quest'ultimo. L'imperatore che segue Domiziano è Nerva, che non appartiene a nessuna dinastia, l'imperatore che segue Caracalla è Macrino, che non appartiene a nessuna dinastia. Entrambi governano per un anno (14 e 16 mesi). Entrambi si chiamano Marco.

Allora forse Augusto e Traiano erano la stessa persona. Il motivo per cui gli imperatori successivi sono così diversi potrebbe essere che l'impero sia stato diviso fino a Nerone/Commodo.
Anche i successivi Tiberio ed Adriano, con la loro politica anti-giudaica, potrebbero essere la stessa persona. Gli altri potrebbero essere stati sovrani diversi che regnavano su pezzi diversi dell'Impero.
La domanda è: quando è vissuto l'imperatore Augusto/Traiano?

Che rottura di palle, 'sti doppioni :blank:

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4 Anni 4 Mesi fa #37954 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Secondo voi? Che l'Impero Romano sia in realtà giunto sino al 1870, e quindi era "romano" sì, in quanto Stato Pontificio e che l'Imperatore in realtà fosse il Papa?


Secondo me no, perché una eventuale identità culturale non significa che fossero lo stesso soggetto politico, al massimo si può dubitare che fossero cristiani monoteisti, ma non che siccome erano pagani allora corrispondono agli antichi.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Francese70

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4 Anni 4 Mesi fa #37955 da Francese70
Risposta da Francese70 al topic Nuova Cronologia
Attendo sempre l'aiuto dell'altro utente che mi hai consigliato. Mi piace conversare con più persone; così ci si scambiano idee ed opinioni

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4 Anni 4 Mesi fa - 4 Anni 1 Mese fa #37997 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
www.jaks.sk/dokumenty/fomenko/04-Dark%20...ence%20Book%204-.pdf

IL PROBLEMA DEI SECOLI BUI
di Anatoly Fomenko

Libro 4 della serie “History: Fiction or Science?”

2. L’ “antico” storico Tacito e il ben noto scrittore del Rinascimento Poggio Bracciolini

Oggi si considera che il famoso “antico” storico Romano Tacito sia vissuto nel I Secolo D.C. ([833], Volume 2, pagg. 203, 211). Il suo lavoro più famoso è la “Storia”. Nella cronologia Scaligeriana, i libri di Tacito scomparvero alla vista per un lungo periodo, dimenticati, e riapparvero solo nel XIV-XV secolo D.C. Questo è ciò che ci dice la storia Scaligeriana: “Gli autori Medievali del XI-XIII secolo non mostravano di conoscere Tacito, egli è solo conosciuto attraverso Orosio… Nel XIV secolo Tacito è più conosciuto. Il manoscritto di Montecassino era stato utilizzato da Paolino da Venezia (in 1331-1334)… e più tardi da Boccaccio… quindi… arrivò al ben noto umanista Fiorentino Niccolo Niccoli, ed è conservato attualmente a Firenze, nella Libreria Medicea… La nostra tradizione degli ultimi libri degli Annali e della Storia risale per la maggior parte a questo manoscritto. Solo il manoscritto Italiano del 1475 attualmente conservato a Leida deve aver avuto qualche altra fonte. Negli anni intorno al 1420, gli umanisti Italiani iniziarono a cercare i manoscritti di Tacito in Germania. La storia di questa ricerca rimane poco chiara a causa del fatto che i possessori dei testi appena ritrovati spesso nascondevano i propri acquisti, soprattutto se fatti in modo illegale. Nel 1425 l'importante umanista e segretario Papale Poggio Bracciolini ricevette un inventario di un certo numero di manoscritti che contenevano diversi lavori minori di Tacito da un monaco dell’Abbazia di Hersfeld… Che il manoscritto fosse realmente arrivato da Hesfeld o da Fulda, o se Poggio lo avesse realmente ricevuto, come anche la possibile data di questo fatto – tutto ciò rimane un mistero. Nel 1455 il manoscritto o la sua copia erano già a Roma, e costituirono la base per il manoscritto che ha raggiunto i giorni nostri”. ([833], Volume 2, pag. 241).

Ci viene perciò detto:

1. Secondo la cronologia Scaligeriana, Tacito è vissuto nel presunto I secolo D.C., presumibilmente intorno agli anni 58-117 D.C. ([797], pag. 1304).
2. Comunque, la sua Storia non era conosciuta nel Medio Evo.
3. La biografia della Storia di Tacito che abbiamo a nostra disposizione può essere tracciata indietro nel tempo solo fino al XIV-XV secolo A.D.
4. Nulla si conosce del destino della Storia prima del XIV secolo. Da cui l’ipotesi che i libri di Tacito possano essere stati medievali come origine e che si riferissero a reali eventi medievali del X-XIV secolo D.C. Comunque, potrebbero essere stati modificati nel XVI-XVII secolo.

Questo riepilogo potrebbe essere sufficiente. Comunque, segnaliamo un fatto interessante. Il racconto accademico del destino dei libri di Tacito che abbiamo citato da [833] è scritto in modo modesto e neutrale e non contiene nulla che possa sorprenderci. Eccetto il bizzarro intervallo di un millennio e mezzo tra il momento della sua scrittura e la sua apparizione nel XV secolo D.C. Questo arido testo in realtà nasconde alcune circostanze piuttosto particolari che offuscano l’intera storia della scoperta dei libri scritti dall’ “antico” Tacito. Gli storici moderni non amano ricordare questi fatti, perché portano a un certo numero di opache questioni e a seri dubbi sulla correttezza delle datazioni degli eventi descritti nei libri di Tacito. Diamo un resoconto di ciò che realmente è accaduto nel XV secolo. Studieremo la storia di come la famosa Storia di Cornelio Tacito è stata scoperta secondo i seguenti lavori: [1195], [1379], e [21]. Verso la fine del XIX secolo il perito Francese Hochart e il perito Inglese Ross dichiararono indipendentemente che la Storia di Cornelio Tacito era stata in realtà scritta nel XV secolo dal famoso umanista del Rinascimento Poggio Bracciolini. In altre parole accusarono Bracciolini di un falso premeditato. La pubblicazione dei lavori di Hochart e Ross provocò inizialmente un grande scandalo all’interno della comunità degli storici. Comunque, i loro oppositori furono costretti a lasciar perdere la discussione, poiché non avevano nulla di sostanzioso da contrapporre alle prove di Hochart e Ross; preferirono lasciar cadere la cosa. Questo è un metodo comune in questi casi. Il commento moderno a [833] ne è un esempio perfetto, perché non cita la ricerca di Hochart e Ross in nessun modo. L’analisi portata avanti da Hochart e Ross era veramente importante. Dichiariamo subito che oggi, possedendo informazioni che erano sconosciute a Hochart e Ross, dovremmo dire che non siamo d’accordo sulla conclusione che la Storia di Tacito sia un falso. I fatti che abbiamo scoperto e la nuova concezione della cronologia abbreviata suggeriscono che fosse basata su un originale andato perduto – che stava, comunque, descrivendo eventi medievali e non una distante epoca antidiluviana. Comunque, questo testo ci ha raggiunto in un edizione più recente, probabilmente redatta nel XVI-XVII secolo. Hochart e Ross scoprirono chiare tracce che provavano che la Storia di Tacito fosse Medievale all’origine. Hochart e Ross si sbagliavano solo su una cosa – cioè l’interpretazione dei loro propri risultati. Essendo assolutamente inconsapevoli della falsità della cronologia di Scaligero-Petavio, essi considerarono che i fatti scoperti dimostrassero che la Storia fosse un falso; comunque, dal nostro punto di vista gli stessi fatti possono indicare che la Storia di Tacito sia un testo storico genuino che descrive eventi reali del XIV-XV secolo D.C. Comunque, potrebbe essere passata sotto la supervisione di faziosi “interessati editori” del XVI-XVII secolo. Consideriamo l’atmosfera Rinascimentale in cui “vennero alla luce” questi “antichi” manoscritti. Poggio Bracciolini viene considerato uno degli scrittori più spettacolari del Rinascimento del XV Secolo. È l’autore di trattati storici e morali di alta fascia. “Per quanto concerne problemi teologici… può parlare con un linguaggio che sarebbe stato considerato da ognuno quello stesso dei Sacri Padri se non fosse stato per la firma di Bracciolini” ([21], pagg. 358-363). È l’autore della guida allo studio storico dei monumenti Romani e della famosa Storia di Firenze, un libro che assomiglia alla cronaca di Tacito. “Questo brillante copista è stato in assoluto un talento universale del suo secolo. I critici lo paragonano ai più grandi autori del Rinascimento… molti pensarono che fosse possibile definire la prima metà del XV secolo Italiano l’ “Età di Poggio”… Firenze costruì mentre era ancora in vita una statua in suo onore realizzata da Donatello… Un modo di vivere piuttosto dispendioso costava finanziariamente a Poggio Bracciolini parecchio… e lo metteva in una continua ricerca di soldi. La ricerca, la preparazione, la copia e correzione di antichi autori erano per lui una fonte addizionale di introiti. Nel XV secolo … questa era un’attività piuttosto lucrativa. Con l’aiuto dello scienziato ed editore Niccolo Niccoli (1363-1437)… Poggio Bracciolini fondò uno studio che lo occupò per la correzione di antichi testi, con un gran numero di collaboratori molto istruiti, ma la maggior parte già macchiati di infamia… I primi ritrovamenti furono fatti da Poggio Bracciolini e Bartolomeo da Montepulciano nell’epoca del concilio di Nicea… in una desolata e umida torre del monastero di San Gallo… “ in una desolata e umida torre dove un prigioniero no sarebbe sopravvissuto tre giorni” riuscirono a trovare una pila di manoscritti antichi – i lavori di Quintiliano, Valerio Flacco, Asconio Pediano, Nonio Marcello, Probo, e altri. La scoperta fece molta impressione – diede inizio a un’intera epoca letteraria”. ([21], pagg. 358-366). Un po’ dopo Bracciolini “scoprì” frammenti “da Petronio” e le Bucoliche di Calpurnio. Le circostanze di questo ritrovamento restano nebulose. A parte gli originali, Bracciolini commerciava con le copie, che vendeva per grosse somme di danaro. Per esempio, avendo venduto una copia di Tito Livio ad Alfonso d’Aragona, Poggio fece abbastanza soldi da comprarsi una villa a Firenze. “Fece pagare al Duca d’Este cento ducati (1200 franchi) per le lettere di San Girolamo, e con grande irritazione… I clienti di Poggio erano i Medici, gli Sforza, i D’Este, le famiglie aristocratiche Inglesi, i Duchi di Borgogna, i cardinali Orsini e Colonna, gente ricca come Bartolomeo di Bardi, università, le quali… incominciarono a tirar su biblioteche, o si impegnavano ad allargare il loro deposito di libri antichi”. ([21], pagg 363-366). Diamo adesso un’occhiata alla storia della scoperta dei libri di Tacito. Le copie principali dei libri di Tacito – le cosiddette Prima e Seconda Copia Medicea – sono conservate a Firenze, in un deposito di libri che ha Poggio tra i suoi fondatori. Secondo la Cronologia Scaligeriana, queste copie sono prototipi di tutte le altre antiche copie di Tacito. La prima edizione a stampa di Tacito si suppone sia stata fatta nel presunto anno 1470, basata sulla Seconda Copia Medicea o una copia di questa che si presume fosse conservata nella libreria di San Marco a Venezia. “Comunque è scomparsa, o forse non stava lì” ([21], pagg. 366-368). “Le due Copie Medicee… contengono i lavori storici completi di Tacito che hanno raggiunto i gironi nostri” ([21], pagg. 366-368). La Cronologia Scaligeriana è dell’opinione che Tacito sia nato tra il 55 e il 57 D.C. “L’anno della morte di Tacito è sconosciuto” ([833], Volume 2, pagg. 203, 211). Perciò, si presume che Tacito sia vissuto nel I secolo D.C. Dopo di ciò, il suo nome scompare per molti secoli, fino all’epoca del Rinascimento ([833]). Hochart e Ross hanno raccolto tutti i riferimenti a Tacito fatti prima della scoperta di Poggio nel XV secolo. Si scopre che ci sono ben pochi riferimenti, e sono tutti abbastanza vaghi e generici da poter anche riferirsi a gente che non aveva nulla in comune con l’autore della Storia. Così, persino nella Cronologia Scaligeriana non ci sono informazioni reali a riguardo di Tacito – l’autore della Storia – che precedano il XV secolo. Come avvenne realmente la “scoperta di Tacito”? “Nel novembre del 1425 Poggio fece sapere a Niccoli a Firenze da Roma che “un certo monaco” gli aveva offerto un lotto di antichi manoscritti… che includeva “diversi lavori di Tacito a noi sconosciuti” ([21], pag 382). Niccoli concorda immediatamente per l’affare. Comunque, l’acquisto reale prende diversi mesi per qualche ragione. “Poggio procrastina, con scuse diverse… Dà una risposta piuttosto contorta a Niccoli che semplicemente significa che non ha ancora ricevuto il libro di Tacito… Per quanto riguarda il monaco, Poggio mente platealmente e sembra confuso: il monaco si presume sia un suo amico, ma per qualche ragione non va a visitare Poggio quando arriva a Roma… i libri stavano a Hersfeld, ma andavano messi insieme a Norimberga, etc.”([21], pag. 382). Niccoli chiede il catalogo “scoperto” da Poggio, e appare piuttosto irritato. Si scopre che “non ci sono lavori di Tacito nel catalogo”! “Questa strana trafila di incomprensioni che appaiono chiaramente artificiali segnano gli anni 1427 e 1428” ([21]). Infine Poggio certifica a Niccoli nel 1428 che il misterioso monaco era di nuovo arrivato a Roma – ma senza alcun libro! “La quasi quinquennale procrastinazione ha portato alla situazione in cui la scoperta di Poggio viene resa pubblica prima di essere stata realmente fatta, e molti strani pettegolezzi la circondano. L’ultimo riguarda l’ansia di Niccoli, al quale Poggio rispose: “Conosco tutte le canzoni che si cantano a questo proposito.. perciò questo è quello che farò: appena arriva Cornelio Tacito, lo nasconderò alla vista degli estranei.” Si potrebbe pensare – come segnala giustamente Hochart – che la più naturale protezione del manoscritto da feroci dicerie sarebbe stata quella di renderla pubblica per gli scienziati, spiegando tutti i modi, significati, e segreti della sua apparizione. Poggio, al contrario, promette di nuovo di comportarsi in modo falso…” ([21], pagg. 374-382). Hochart e Ross hanno scoperto che “in una molto più tarda edizione della lettera a Niccoli, Poggio, avendo perso traccia delle date riguardo alla sua corrispondenza relativa a Tacito degli anni 1425-1429, per qualche ragione falsifica le date del 28 dicembre 1427 e del 5 giugno 1428 in due delle lettere rese pubbliche” ([21], pagg. 374-382). In queste lettere Poggio chiede a Niccoli di mandargli (?!) un altra copia di Tacito che si presume fosse già in possesso di Niccoli. Confrontando le date della corrispondenza e il testo delle lettere, Hochart afferma che la misteriosa “seconda copia” non era altro che la Prima Copia Medicea che sarebbe stata presumibilmente scoperta molti anni dopo! Hochart è dell’opinione che “le date delle lettere sono contraffatte, sono state composte post factum dopo che Niccoli aveva reso pubblico Tacito per validare la reputazione della prima… copia [la cosiddetta Seconda Medicea – A. F.] che era entrata nella collezione di diverse biblioteche palatine, e preparare il percorso per la seconda copia” ([21], pagg. 374-382). Gli storici contemporanei sono dell’opinione che queste due copie siano state scoperte nell’ordine inverso. Amphitheatrov, che spesso citiamo qui, scrive quanto segue: “Studiando la storia delle origini della Prima Copia Medicea [la seconda ad essere scoperta – A. F.]… non si può non notare la ripetizione della leggenda che aveva inghiottito la copia di Niccolo Niccoli 80 anni prima… un monastero settentrionale appare di nuovo, come anche misteriosi, innominati monaci. Un cenobita Tedesco porta i primi cinque capitoli degli Annali a Papa Leone X. Il Papa è deliziato, e presumibilmente designa il monaco come editore del lavoro. Il cenobita rifiuta, definendosi semi-illetterato. Si vede chiaramente risorgere la leggenda del procacciatore della Seconda Copia Medicea [la prima ad essere stata scoperta – A. F.] e il monaco di Hersfeld… la leggenda indica Arcimboldi come intermediario in questo affare… comunque, Arcimboldi non accenna a questo in nessun modo, a dispetto del fatto che si suppone abbia ricevuto 500 zecchini da Leone X per il pagamento – che ammontano a 6000 franchi, una vera fortuna considerato il costo del danaro [questo rende la cronologia irrilevante! – A. F.]. Tutti questi misteriosi monaci senza nome, origine e residenza sono gli esecutori del sistema di falsificazione iniziato da Poggio Bracciolini secondo Hochart. Nessuno li vede e nessuno sa nulla di loro, tuttavia oggi uno di loro porta una una decade perduta di Tito Livio dalla Svezia alla Danimarca, domani un altro viene da Corbea o Fulda con un lavoro di Tacito, ecc. – arrivano sempre dal Nord che è molto lontano e difficile da raggiungere, e portano sempre proprio le merci cercate e che il mercato del libro del secolo richiede a gran voce” ([21], pagg. 374-382). Lo studio della corrispondenza di Poggio porta a più forti sospetti. Gli autori delle lettere si dimenticano di parlare dei ritrovamenti, o si danno reciproche versioni esclusive. “Bayle ci racconta [già nel XVIII secolo – A. F.] che il Papa Leone X voleva trovare così tanto i capitoli mancanti di Tacito che promise un’indulgenza per i peccati come anche potere e soldi. È sorprendente che venissero trovati rapidamente? [la Cronologia ha poca rilevanza a questo proposito – A. F.]. Entrambe le parti del codice di Tacito sono di origine ugualmente misteriosa. Hochart assume che la relazione tra misteri e leggende che le circonda indica una comune origine e famiglia, cioè che sono state entrambe fabbricate nello studio Romano del Fiorentino Poggio Bracciolini”. ([21], pagg. 374-382). Hochart e Ross forniscono informazioni che parlano inequivocabilmente della tendenza di Poggio per la falsificazione. Per Poggio il Latino è una madre lingua. “Egli non scrive in altro linguaggio che il Latino, e come lo fa! La sua flessibilità imitativa lo fa il Prosper Mérimée del XV secolo … quando il lettore lo chiede, Poggio diventa Seneca, Petronio e Tito Livio; può scrivere come chiunque, un vero camaleonte della parola e dello spirito” ([21], pag. 385). L’analisi dei libri di Tacito mostra grosse discrepanze tra il loro contenuto (per quanto concerne la storia e la geografia dell’ “antica” Roma) e la versione consensuale Scaligeriana dell’ “antica” storia Romana. “Un lungo elenco di contraddizioni viene citato da Gaston Boissier… Avendo elencato un gran numero di errori [sono stati realmente errori? – A. F.] che non avrebbero potuto essere stati fatti da un Romano del I secolo [secondo gli storici Scaligeriano – A. F.], Hochart sottolinea quelli che escludono che l’autore sia un appartenente alle tradizioni e alla Weltanschauung del XV secolo”. ([21], pagg. 387-390). Questo è un momento importante. Per Hochart, Ross, Gaston Boissier e altri critici di Tacito tutto questo significa che la Storia è un falso. Essendo cresciuti nella Storia Scaligeriana e certi del fatto che “il reale Tacito” debba essere vissuto nel I secolo D.C. non possono interpretare i reperti storici del XV secolo trovati nel testo della Storia di Tacito in un modo diverso. Per noi, non c’è contraddizione. È sufficiente supporre quanto segue: la “Storia” di Tacito si riferisce a eventi reali del XIII-XV secolo D.C. Tacito, essendo un autore del XV secolo, naturalmente “aderisce alle tradizioni e alla Weltanschauung del XV secolo”; perciò, le “mancanze”riscontrate dagli storici diventano la prova del fatto che la Storia di Tacitò è genuina, ma alla condizione che trasferiamo il periodo di tempo dale i coperto nel Medio Evo. Allo stesso tempo, Hochart e Ross hanno trovato alcune circostanze estremamente particolari nel disseppellimento della Storia di Tacito. Loro li considerano prove di una falsificazione; il nostro parere è che essi indichino una modifica tendenziosa del reale testo della Storia da parte di Poggio Bracciolini. Comunque, è possibile che Tacito fosse il nom de plume utilizzato da Poggio Bracciolini. Egli avrebbe potuto realmente descrivere gli “antichi” eventi Romani che erano avvenuti nel XIII-XV secolo D.C. avendo letto di loro in qualche documento originale su cui aveva potuto mettere le mani. Date un’occhiata voi stessi:
“Il suo [di Poggio – A. F.] soggiorno a Londra fu segnato da speranze grandemente frustrate sulla generosità di Beaufort... Nel 1422... Piero Lamberteschi gli offre un progetto su qualche lavoro storico che si presume basato su fonti Greche e realizzato nel massimo segreto nel periodo di tre anni, per il quale Poggio avrebbe ricevuto una parcella di 500 ducati d’oro. “Fà che lui mi paghi seicento e ci sto” – scrive Poggio, lasciando che Niccoli si curi della faccenda. “L’incarico che mi offre mi piace molto, e spero di produrre qualcosa che valga la pena di leggere.” Un mese dopo scrive: “se vedo… che Piero conferma nei fatti le sue promesse, non studierò solo il Sarmaziano ma anche lo Scita... tieni segreti i progetti di cui ti parlo. Se davvero andrò in Ungheria, dovrà essere un segreto per pochi amici”. In giugno: “Stai certo che ho sufficiente tempo… scriverò qualcosa che ti piacerà… Quando mi confronto con gli antichi, ho fiducia in me stesso. Se ci arrivo, non perderò la faccia davanti a nessuno...” La sua successiva locazione rimane un mistero. Secondo Corniani, ha realmente vissuto in Ungheria per qualche motivo. Tonneli ci dice che sia andato direttamente a Firenze. Se il suo misterioso affare con Lamberteschi raggiunse lo scopo resta anch’esso un enigma. Il nome di Lamberteschi scompare dalla corrispondenza di Poggio, il che viene spiegato da Hochart col fatto che lo stesso Poggio era l’editore della sua raccolta di lettere. Anche se l’affare è caduto e non ha portato a nulla, quale possibile residuo ha lasciato quest’episodio? Il seguente: “Lamberteschi offriva a Poggio la creazione di qualche lavoro storico segreto. La segretezza era pianificata perché fosse sufficiente a far lavorare Poggio in Ungheria mentre ognuno pensava che fosse in Inghilterra. Per questo lavoro avrebbe studiato gli autori Greci... confrontandosi con gli antichi storici, che egli da una parte temeva e con cui dall’altra voleva misurarsi. E infine, tutte le richieste di segreto a cui era pronto ad attenersi dimostrano che l’affare, sebbene letterario e scientifico, era un affare torbido”. ([21], pagg. 393 ff).
Lamberteschi poteva affrontare Poggio con una simile proposta, poiché l’altro era già stato colto con le mani nel sacco a realizzare un falso. Parecchi anni prima, Poggio aveva pubblicato i Commentari di Q. Asconio Pediano attraverso Niccoli. “L’originale di questi Commentari non era stato visto da nessuno, e tutte le copie erano state fatte da Niccoli da un’altra copia che Poggio gli aveva spedito da Costanza. Era stato un grande successo, a dispetto del fatto che... il mondo della scienza presto comprese che qualcosa non tornava... Il successo del falso Asconio Pediano era stato seguito da un’intera serie di falsi che portavano il nome dello stesso falso autore, ma erano tutti troppo rozzi, e immediatamente vennero riconosciuti come falsi. Poggio era... semplicemente più scaltro degli altri… Prima del coinvolgimento nell’affare di Tacito, cerca di vendere qualche sorprendente copia di Tito Livio a Cosimo dei Medici e a Lionello D’Este – ancora in un’atmosfera di mistero, con un lontano monastero su qualche isola del Mare del Nord, monaci Svedesi e cose simili. É improbabile che si parli di qualche opera reale falsificata, ma la copia di un falso può invece essere stata fatta. È noto che Poggio sia stato un maestro di scrittura Lombardiana, che è quella in cui è scritto il manoscritto con cui cercava di stuzzicare i principi... comunque, qualcosa andò storto, e la preziosa copia svanì senza lasciar traccia... È significativo che in questo periodo il normalmente prolifico Poggio non abbia scritto alcunché… comunque passa parecchio tempo a studiare – sistematicamente e in modo unidirezionale, evidentemente allenandosi per qualche importante lavoro di grande responsabilità riguardante il periodo Imperiale della storia Romana. Niccoli a malapena riesce a mandargli i lavori richiesti: Ammiano Marcellino, Plutarco, la Geografia di Tolomeo, ecc”. ([21], pagg. 394 e ff). Hochart è dell’opinione che Poggio abbia incominciato il falso da solo, ma sia stato presto costretto ad ingaggiare anche Niccoli. Devono aver fabbricato prima la cosiddetta Seconda Copia Medicea, trattenendo la Prima sperando di “pelare il pollo due volte.” Comunque, il mercato era già disorientato da da un gran numero di falsi scoperti. Poggio si astenne da rischiare la seconda volta. La Prima Copia dev’essere entrata in circolazione attraverso suo figlio Giovanni Francesco dopo che aveva fatto fuori la fortuna di suo padre. A parte i lavori citati, l’associazione Poggio-Niccoli aveva messo in circolazione i seguenti testi “Classici”: Il completo Quintiliano, alcuni trattati di Cicerone, sette dei suoi discorsi, Lucrezio, Petronio, Plauto, Tertulliano, alcuni testi di Marcellino, Calpurnio Seculo, ecc. Il mercato andò in agitazione alla scoperta di Tacito. Nel 1455 “Enoch D’Ascoli trovò il Dialogo degli Oratori di Tacito, la Biografia di Agricola, e Germania (ancora un monastero del Nord), il cui linguaggio e carattere sono significativamente diversi dagli Annali e dalla Storia... Le Facezie ascritte a Tacito apparvero sul mercato, e ci volle del tempo perché l’impostura si mostrasse” ([21], pagg. 350-351). Ripetiamo – Hochart e Ross insistevano sul fatto che la Storia di Tacito fosse un falso esclusivamente perché erano convinti della correttezza della Cronologia Scaligeriana. Rigettandola e trasferendo “antichi” eventi Romani nel XIII-XV secolo D.C. cambia completamente il nostro atteggiamento anche su eventi come il misterioso coinvolgimento di Poggio nella scoperta dei libri di Tacito. Infine, citiamo un’antica miniatura da Historiarum ab Urbe condita di Tito Livio pubblicato in Italia nel presunto XV secolo ([1485], pag. 264). La miniatura è nella prima pagina del libro. L’iscrizione sottostante recita “Titi Livii...” Quello che vediamo nella miniatura è un tipico interno della casa di uno scrittore che lavora su un libro. L’artista deve aver cercato di disegnare l’autore dell’opera, cioè, Tito Livio. Comunque, gli storici istruiti preferiscono assicurarci che non è l’ “antico” Tito Livio, ma, piuttosto, un anonimo umanista che scrive un qualche libro. Gli storici moderni commentano astutamente che “In cima alla prima pagina del testo si vede uno scrittore che finisce il suo lavoro... Il disegno mostra uno scienziato umanista nel suo studio” ([1485], pag. 264). Comunque, molto probabilmente, il disegno rappresenta l’autore del libro, ovvero lo scrittore medievale Tito Livio. Potrebbe essere stato contemporaneo di Poggio, o lo stesso Poggio Bracciolini, che era dopo tutto uno scienziato umanista. Si può notare da questo che le pagine di questi libri dell’ “antico” Tito Livio e altri “autori Classici” sono attraversati dal simbolismo medievale, croci Cristiane e stemmi, per esempio. I commentatori moderni naturalmente hanno notato questo fenomeno da lungo tempo. Per esempio, la corrente edizione del libro di Tito Livio viene commentata a proposito nel modo seguente: “All’inizio del Libro 21... si vede uno stemma con croce e angeli” ([1485], pag. 265). Comunque, oggi i commentatori preferiscono assicurarci che tutti questi retaggi tardo medievali siano stati introdotti negli “antichi” libri dagli artisti solo per far piacere ai possessori di libri medievali. La vera spiegazione è molto probabilmente diversa e anche più naturale – cioè, che gli artisti medievali Cristiani utilizzavano simboli medievali per illustrare un libro medievale di un autore tardo medievale che descriveva eventi medievali contemporanei.
Ultima Modifica 4 Anni 1 Mese fa da Italo.

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4 Anni 4 Mesi fa #38000 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
2. L’ “antico” storico Tacito e il ben noto scrittore del Rinascimento Poggio Bracciolini


Poggio Bracciolini - Lettera da Costanza - Quintiliano liberto - "Poiché non c’è dubbio che quell’uomo splendido, accurato, elegante, pieno di qualità, pieno di arguzia, non avrebbe più potuto sopportare quel turpe carcere, lo squallore del luogo, la crudeltà dei custodi. Era infatti triste e sordido come solevano essere i condannati a morte, con la barba squallida e i capelli pieni di polvere, sicché con l’aspetto medesimo e con l’abito mostrava di essere destinato a un’ingiusta condanna. Sembrava tendere le mani, implorare la fede dei Quiriti, che lo proteggessero da un ingiusto giudizio; e indegnamente colui che una volta col suo soccorso, con la sua eloquenza, aveva salvato tanti, soffriva ora, senza trovare neppur un difensore che avesse pietà della sua sventura, che si adoperasse per la sua salvezza, che gli impedisse di venire trascinato a un ingiusto supplizio"

… sta parlando del libro di Quintiliano o di Quintiliano stesso? Quintiliano in vita si preoccupava della decadenza dell'arte oratoria, esattamente come Bracciolini.

Riguardo a Tacito:

De origine et situ Germanorum - Il manoscritto, che aveva ricevuto vari interessamenti, da parte di Niccolò V e di Enea Silvio Piccolomini, futuro Pio II (all'epoca dell'interessamento ancora cardinale), fu probabilmente tradotto a Roma per iniziativa di Niccolò V e di Poggio Bracciolini suo segretario, i quali incaricarono Alberto Enoch di Ascoli di ricondurvelo nel 1455 a seguito di una missione in Germania.[4] Fu questi che smembrò il codice in tre apografi per rivenderlo e ricavarvi un guadagno più cospicuo (e stante anche il rifiuto della curia romana di acquisirlo).[3] Alla morte di Enoch, l'allora governatore delle Marche (e futuro arcivescovo di Milano) Stefano Nardini tentò di ottenerlo su incarico di Carlo De Medici, ma senza riuscirci.[3] Lo stesso fece il cardinale Piccolomini, senza che la sua ricerca avesse successo.
Il codice di Hersfeld, che successivamente andò disperso e perduto, finì nelle mani di un altro umanista, Stefano Guarnieri di Osimo, il quale, dal momento che il manoscritto necessitava di interventi di restauro, operò delle integrazioni e delle ricopiature in minuscola umanistica, forse a partire da uno dei tre apografi frutto dello smembramento del Codex Hersfeldensis realizzato da Enoch.[4] Il manoscritto di Guarnieri (nel quale si trovò inserito un quaternione in scrittura carolina dell'Agricola, risalente all'antigrafo del secolo IX, ancora conservato)[5] fu ritrovato nel 1902 a Jesi

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