Nuova Cronologia

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4 Anni 7 Mesi fa #34297 da Pius
Risposta da Pius al topic Nuova Cronologia
la stessa cosa vale per lei.
Non ha mai letto che il complottismo risiede nell'ansia e nell'insicurezza nella società umana nella quale si vive? Probabilmente nella vita non vi calcola nessuno e vi sentite in disparte, oltre ad aver fallito su più punti. Difatti molti di voi albergano in questo luogo da anni.
Sig. Mazzucco, mi dica perché nel suo forum da libera parola a chi non ha dei dottorati? Specialmente poi se si parla di cose molto serie.
Mi cacci pure se vuole. Non piangerò di certo

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4 Anni 7 Mesi fa - 4 Anni 7 Mesi fa #34298 da CharlieMike
Risposta da CharlieMike al topic Nuova Cronologia
Cancellato

Non mi sono accorto che Pius è stato espulso.

I'm sorry.


Vulgus vult decipi, ergo decipiatur.
Ultima Modifica 4 Anni 7 Mesi fa da CharlieMike.

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4 Anni 7 Mesi fa - 4 Anni 7 Mesi fa #34305 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
@ CharlieMike
don't feed the trolls! :laugh:


Dal 4° volume della Cronologia:
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n141/mode/2up

1. Abul-Feda afferma che i Russi "sono genti di origine Turca"” 118

E’ probabile che il nome dell’impero Ottomano sia una leggera variazione della parola “Ataman” (Era un titolo dei leader dei Cosacchi”). L’origine dei Russi dai Turchi può sembrare a prima vista qualcosa di fantasioso. La dinastia Russa è di origine Mongola anche secondo la versione ufficiale Scaligeriano-Milleriana. Poiché i Principi spesso sposavano le figlie dei Khan. Molte delle usanze di corte Moscovite si dice siano state prese dai Mongoli. La dinastia Turca è anch’essa di origine Mongola in quanto parte con Tamerlano il Mongolo alla fine del XIV secolo. Parleremo della reale identità dei Khan Mongoli più avanti. Erano comunque imparentati con gli imperatori Bizantini fino a una certo momento ed erano sposati con principesse Bizantine.
Nelle immagini vediamo Stepan Timofeyevich Razin con un abito regale e in testa un turbante Ottomano proprio come i sultani Ottomani-Ataman.
T. N. Granovskiy riporta come la fanteria del Sultano fosse la migliore d’Europa e tuttavia i suoi ranghi erano composti in modo piuttosto bizzarro a quanto racconta la versione ufficiale. Intorno al 1367 i Turchi cominciarono a reclutare ragazzi Cristiani come soldati. Ogni villaggio veniva visitato da ufficiali Turchi ogni cinque anni. Venivano scelti i migliori giovani e spediti al Sultano. All’età di 20 anni diventavano Giannizzeri con nessuna possibilità di metter su famiglia. I Giannizzeri furono i vincitori in tutte le battaglie importanti (Varna, Kosovo etc) e gestirono l’assedio di Costantinopoli. In sostanza il potere del Sultano Turco era sostenuto dai Cristiani. Questa forma di reclutamento è la stessa dei Cosacchi fino a Pietro il Grande. E’ sorprendente come il rapporto sopravvissuto dell’assedio di Costantinopoli del 1453 sia stato scritto da un certo Nestor Iskander, testimone oculare e partecipante all’assedio. Il rapporto è scritto in Russo e ci fa domandare come fosse possibile che un prigioniero dei Turchi, catturato in giovane età e rimasto lontano dal suo luogo di origine per tutta la sua vita seguisse regole Russe osservando meticolosamente l’etichetta letteraria. Si tratta evidentemente di un notevole scrittore Russo del XV secolo. La conclusione è semplice: L’esercito di Maometto II che travolse Costantinopoli era parzialmente composto da Russi eruditi. Alcuni dei Cristiani venivano allevati in uno speciale Serraglio e diventavano la Guardia speciale a cavallo del Sultano. Da qui uscivano i potenziali Comandanti e Gran Visir nella prima metà del XVI secolo che avrebbero costituito la gloria dell’esercito Turco.
Jerome Gorsey, un gentiluomo inglese a capo del ufficio di Mosca della “Società Russa dei commercianti Inglesi” scriveva alla fine del XVI secolo: “La lingua Slava può essere utile in Turchia, in Persia e persino in certe parti dell’India che significa che parte della popolazione Turca, Persiana e Indiana parlava il Russo alla fine del XVI secolo.

2. Russia e Turchia 119
C’è stata un epoca in chi Russia e Turchia erano parte dello stesso impero. Prima del XVII secolo erano nazioni con strettissimi legami facendo parte dello stesso Grande Impero Mongolo. I rapporti terminarono al crollo dell’impero nel XVII secolo. Alcune cronache arabe descrivono la Russia come la parte Ortodossa dell’Impero. Le riconoscevano il più grosso potenziale militare a quel tempo e auspicavano una futura unificazione confessionale. Pensiamo che questi testi siano stati scritti dopo dopo lo scisma religioso del XV-XVI secolo quando la precedentemente unita Cristianità si era divisa in tre parti, Ortodossi, Latini e Mussulmani. L’ambasciatore Turco a Mosca era nient’altri che Tommaso Cantacuzeno il Greco probabilmente un discendente del famose imperatore Bizantino Giovanni Cantacuzeno.
Evidentemente la nobiltà Bizantina guardava alla conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II come un’altra rivoluzione di palazzo e non come ad una invasione straniera (conquista Ottomana, caduta di Bisanzio e così via), tutti termini introdotti in seguito dagli sconfitti che fuggirono all’ovest. Sono loro che hanno persuaso l’aristocrazia europea a lanciare una crociata contro Bisanzio per liberarla dalla “Tirannia Turca”, insomma un’invenzione della campagna di propaganda.
Probabilmente le divisioni tra Russia e Bisanzio sono avvenute poco dopo la caduta di Costantinopoli per motivi religiosi.
Ci si può domandare chi fosse questo importante scrittore del XV secolo, Nestor Iskander. Potrebbe essere lo stesso Nestor considerato oggi l’autore della Povest Vremennyh Let?

3. Cosa si vede nella famosa carta Araba di Al-Idrisi dalla Spagna medievale 121
Gli Arabi hanno scritto sull’Orda piuttosto spesso. Nella loro descrizione la Russia consiste di tre stati popolati da Russi. Tre centri o Sarays. Gli Arabi avevano compilato mappe molto dettagliate della Russia che si possono identificare con tre differenti città. Un geografo Persiano dice “Le tre differenti città situate sullo stesso fiume si possono identificare così: Quyaba=Kiev… Slavia=Novgorod, e Arthania=Byeloozero e Rostov… questa è la struttura individuata dagli specialisti Russi nel campo degli studi Orientali negli anni ‘60, ‘70. Comunque ci sono altre opinioni.
Non bisogna dimenticare la famosa mappa medievale di Abu Abdallah Mohammed ibn-Mohammed Al-Idrisi. Compilata nel presunto 1154 d.c. a Palermo per il Re Ruggero II. Al-Idrisi aveva studiato nella Cordoba Spagnola, uno dei maggiori centri culturali nell’Europa Occidentale.

4. Grande Russia come Orda Dorata. Piccola Russia come Orda Blue, ae Bielorussia come Orda Bianca.
A) Come si può vedere gli Arabi si riferiscono a tre centri nella Russia .
B) Nella loro descrizione della Mongolia gli stesi autori menzionano i tre Sarays – Saray-Batu, Saray-Berke e il Nuovo-Saray.
C) La Bibbia ci parla dei tre centri della Russia “Principe di Rosh, Meshech e Thubal”. Pensiamo che la Bibbia si riferisca ai tre centri Russia, Moscovia e Tobol o Siberia. Confrontiamoli i tre Sarays con la divisione che troviamo in Russia nel XIV-XVI secolo:
1) La Terra Severskaya (terra di Chernigov) – approssimativamente la moderna Ucraina.
2) La Lituania o Russia Bianca (Byelorussia) – approssimativamente il nord-ovest della Russia e la moderna Bielorussia con capitale Smolensk.
3) Il Regno del Volga, conosciuto anche come Siberia, o Russia di Vladimir e Suzdal
Tutte e tre le regioni erano unite quando andò al potere la dinastia della regione del Volga. Da quel momento nel titolo degli Zar compare la formula “Signore di tutta la Russia”. Questo ci porta alle seguenti conclusioni:
1) La Grande Russia = Orda Dorata = Tobol o Biblica Thubal = il Regno del Volga = La Russia di Vladimir e Suzdal, o “Nuovo Saray” nella terminologia “Mongolica” identificate come Grande Novgorod = Yaroslav.
2)Piccola Russia = Orda Blu = Territorio della Severskaya = Malorossiya o moderna Ukraina = La Rosh biblica, o Russia (Russia di Kiev).
3) Russia Bianca = Orda Bianca = Lituania = Principato di Smolensk = il nord-ovest della Russia (Polotsk, Pskov, Smolensk e Minsk) = la biblica Meshech. La moderna Bielorussia è la precedente parte occidentale dello stato medievale dove la la più recente Lituania-Cattolica è una parte della vecchia Russia Bianca. I Lituani sono ricordati nelle cronache Russe come i cosiddetti Latini, o Cattolici Russi. Questa parte della Russia sembra corrispondere al Saray-Berke (Byeliy = Saray Bianco) nella terminiologia “Mongolica” e tenendo conto della frequente flessione di R e L.
I confini tra la Grande e la Piccola Russia corrispondono grossomodo ai confini attuali tra Russia e Lituania. (conosciuta come Malorossiya, o “Piccola Russia” Il confine tra Russia Bianca = Lituania e Grande Russia deve essere stato parecchio più a est nel Medioevo e cioè tra Mosca e Vladimir ( in altre parole Mosca faceva parte della Russia Bianca o Lituania). È possibile che i reali confini tra i due dialetti rurali primari della Russia che si trovano qui riflettano i veri confini tra l’Orda Bianca e l’Orda d’Oro che esistevano allora.

5. Bielorussia come Orda Bianca 124
L'inizio dell'invasione Tartara e Mongola descritta dai contemporanei 125
Primo corollario: Da dove arrivano i Tartari e i Mongoli? Si sa che i Goti hanno vissuto in Europa il che rende automaticamente europei. Herberstein riferisce che si sosteneva che i Polovtsy (Cumani) fossero la stessa nazione dei Goti. Molte cronache Russe usano il nome dei Polovtsy per riferirsi ai Tartari quindi nel XVI secolo secondo i Moscoviti e i Tartari avevano origine dai Goti.
Pare che ci fosse un arcivescovo Goto in Crimea almeno fino al XVIII secolo. Secondo A. V. Kartashov, famoso esperto della Chiesa Russa. L’unica nazione Cristiana qui erano i Greci e i Goti. I Goti sono vissuti in Russia fino al XVIII secolo ed erano Cristiani Ortodossi.
Secondo corollario: Il sovrano dei Goti era chiamato Gourgouta. È abbastanza facile riconoscere le antiche forme del nome George (Georgy) nel nome Gourgota – Gyurata, Gyurgiy e Gourgiy che si trovano spesso nelle cronache Russe. Ricordiamo che Georgiy era uno degli alias di Yaroslav il Saggio, il fondatore della dinastia Russa. Karamazin, ad esempio, usa la formula “Grande Principe Yaroslav, o Georgiy”. Secondo la nostra tavola dei parallelismi dinastici lo stesso personaggio si può identificare come Yaroslav Vsevolodovich e Ivan Kalita = Caliph. Con lui è iniziata la grande invasione dei “Mongoli” e dei “Tartari”.
Terzo corollario: I nomi Cumano o Kumano (da cui Cumania) è probabilmente una derivazione dalla parola “komon”, o “kon” cioè “cavallo” nella sua forma antica. Perciò le terre dei Cumani possono essere identificate come “le terre dei cavalieri”, un altro alias per l’Orda
Quarto corollario: Julian, il missionario Ungherese del XIV secolo, contemporaneo di questi eventi, non vede complicazioni cronologiche. Attribuisce la campagna di Persia a Georgiy ovvero Gengis-Khan.
Quinto corollario: Secondo quanto Karamazin riporta da Erodoto “Gli Sciti, conosciuti dai Persiani come i Saks, chiamavano sé stessi Skoloty. Il nome Scots era usato nelle cronache inglesi del XIII-XVI secolo per riferirsi agli Sciti o Russi. I nomi antichi vengono infine dimenticati e quelli che conosciamo noi vengono dai documenti del XV-XVII secolo nella localizzazione cristallizzatasi all’epoca di Gutenberg col diffondersi delle mappe a stampa.
Sesto corollario: Sappiamo che le terre ad Ovest dalla linea Suzdal/Ryazan/Voronesh non erano ancora state conquistate al tempo di Georgiy. Georgiy partì dall’Est e andò verso Ovest. Alla sua morte la conquista fu continuata dal Khan suo figlio. Secondo Karamazin “Yaroslav era entrato in Kiev con il suo valoroso esercito asciugandosi il sudore dalla fronte secondo le cronache”. La conquista non era stata una cosa da poco poiché Yaroslav (Batu-Khan) era stato costretto a schiacciare l’esercito dei Polacchi.
Ritorniamo alla lettura delle lettere del missionario Julian e rileggiamolo stavolta utilizzando i più comuni nomi Russi dei personaggi che cita. Sostituiremo anche la parola Tartaro con Mongolo. Poiché il testo è intitolato “La guerra coi Mongoli”. Il testo sarà così:
“La terra da cui arrivano i Mongoli ( = I Grandi) è chiamata Gothia. La prima guerra coi Mongoli iniziò in questa maniera: C’era un leader chiamato Georgiy nella terra dei Goti… c’era un altro leader chiamato Vitovt nella terra dei cavalieri (L’Orda)… e poi un altro che veniva dal Fiume Bug, chiamato anche lui Georgiy, che aveva attaccato Vitovt per le sue ricchezze. E lo sconfisse. Vitovt fuggi dal Sultano Ornakh che lo ricevette… e lo impiccò… i due figli di Vitovt… tornarono dal sopraddetto Georgiy che aveva derubato loro e il loro padre. Questo Georgiy uccise il figlio più grande, legandolo a cavalli che lo fecero a pezzi. Il più giovane fuggi dall’altro Georgiy, il capitano tartaro di cui si diceva all’inizio e lo implorò di portare a giudizio l’uccisore di suo padre…. Questo fu fatto e dopo la vittoria… il giovane chiese a Georgiy di iniziare una campagna contro il Sultano Ornakh… e Giorgiy distrusse completamente le truppe del Sultano… e così, con tante gloriose battaglie nel suo nome, Georgiy, Signore dei Mongoli… si mise in marcia contro i Persiani mettendoli in fuga e conquistando il loro regno. Questa vittoria lo fece diventare ancora più spavaldo… e così cominciò a intraprendere guerre contro altri regni col piano di conquistare il mondo. Arrivò alla terra dei Cavalieri e… vinse tutte le battaglie. I “Mongoli” (= i Grandi) procedettero verso l’occidente e gli ci volle un anno o poco più per conquistare cinque delle più grandi terre pagane: Sassonia, Bulgaria, Vedi, Moravia (il Regno Ceco) e Podolia (o Ukraina) e anche il regno di Mordovia… l’esercito si divise in quattro parti… una di queste si diresse su Suzdal, un’altra ai confini della regione di Ryazan… la terza verso il fiume Don davanti al Castello Veronezh (Ovcheruch)… Quando Georgiy, il leader che aveva iniziato la guerra morì il comando venne preso da suo figlio Khan (Batu-Khan-Ivan).
Questo è il resoconto dei disordini nella Russia dell’Ovest (Lituania, Bug etc) che furono utilizzati dal leader dei Mongoli, “i Grandi” (abitanti della Velikorossiya o Grande Russia), a proprio vantaggio. Alla fine della guerra la Russia era unificata sotto il comando di Novgorod = Yaroslav e della dinastia di Ivan Kalita = Batu-Khan. L’unificazione fu seguita dalla conquista di Kiev, la guerra contro i Polacchi, i Persiani e gli Ungheresi. Questi eventi vengono tradizionalmente datati al XIII secolo, noi li mettiamo nel XIV considerando lo slittamento centenario. Batu-Khan si sovrappone a Ivan Kalita = Caliph e Gengis Khan al suo fratello maggiore Georgiy.
Ultima Modifica 4 Anni 7 Mesi fa da Italo.

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4 Anni 7 Mesi fa #34306 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
non ho capito... ci sono degli utenti complottisti o no-vax su questo forum?

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4 Anni 7 Mesi fa #34309 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Non bisogna dimenticare la famosa mappa medievale di Abu Abdallah Mohammed ibn-Mohammed Al-Idrisi. Compilata nel presunto 1154 d.c. a Palermo per il Re Ruggero II. Al-Idrisi aveva studiato nella Cordoba Spagnola, uno dei maggiori centri culturali nell’Europa Occidentale

riuscite ad identificare Gerusalemme? www.raremaps.com/gallery/detail/55343/ch...hrn-1154-n-ch-miller

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4 Anni 7 Mesi fa - 4 Anni 7 Mesi fa #34328 da Caminante
Risposta da Caminante al topic Nuova Cronologia
@ Nomit
al centro leggermente a destra?

(nord e sud sono invertiti)
Ultima Modifica 4 Anni 7 Mesi fa da Caminante.

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4 Anni 7 Mesi fa #34337 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
direi che è proprio al centro della mappa, Al Quds, vicino a Falestin, Gazza, Refah.
Che mappa spettacolare!

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4 Anni 7 Mesi fa - 4 Anni 7 Mesi fa #34338 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
V verticale, III orizzontale.
Il Bosforo sembra proprio un fiume, il Canale di San Giorgio, come nelle isole Britanniche. Molto più convincente l'idea di Fomenko dei toponimi che da Bisanzio vengono trasferiti al nord dalla dinastia degli Angeli, Angli...
Ultima Modifica 4 Anni 7 Mesi fa da Italo.

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4 Anni 7 Mesi fa #34339 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
ah, è vero... mi ero dimenticato che si chiama anche Al Quds

-

Segnalo "Ma quale lingua si parlava davvero a Roma? Il mistero del latino - Leandro Sperduti"

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4 Anni 7 Mesi fa #34358 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Secondo wikipedia Il Cairo è del X secolo. Precedentemente esisteva un nucleo urbano chiamato Al-Fusṭāṭ.
La carta di Al-Idrisi è del 1154. C'è il faro di Alessandria (al-Iskanderia) ma non c'è ne' Il Cairo né Al-Fusṭāṭ.
Sempre wikipedia sostiene che: Nonostante al-Qāhira sia il nome ufficiale della città, Il Cairo viene chiamata semplicemente con il nome Egitto, Miṣr.
Sulla carta Misr sembra il nome della regione, appunto Egitto, ma non corrisponde a un punto che indichi una città.
Strano che Al-Idrisi non fosse a conoscenza di una città che si presume esistesse da duecento anni.

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4 Anni 7 Mesi fa #34362 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
La città di Misr è presente: si trova dove il fiume forma un occhiello prima del delta, vicino ad Al Faium.

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4 Anni 7 Mesi fa #34376 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
:ok:
Devo aver perso ancora qualche decimo...

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4 Anni 6 Mesi fa #34626 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Guardate le mappe del cartografo cinquecentesco Ferrando Bertelli

www.raremaps.com/gallery/detail/62150/de...rica-insula-bertelli
www.raremaps.com/gallery/detail/32597/de...rica-insula-bertelli
www.stolenhistory.org/threads/i566-and-a...do-berteli-maps.880/

... e quante volte scambia levante e ponente. Cos'è successo? Il cartografo ripeteva di continuo quel particolare errore? O forse le mappe sono state prodotte da qualcuno che non conosceva bene la lingua e la terminologia?

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4 Anni 6 Mesi fa #34682 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
L'Islanda è addirittura ruotata di 90° e ribaltata.
La scritta ISLANDA è stata probabilmente ritoccata da ICELAND.
Bertelli ci deve delle spiegazioni...:question:

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4 Anni 6 Mesi fa #34717 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H....3#page/n45/mode/2up

L’IMPORTANTE RICERCA SULL’ALMAGESTO DELL’ASTRONOMO ROBERT NEWTON E DEL SUO LIBRO INTITOLATO "IL CRIMINE DI CLAUDIO TOLOMEO"

Di tanto in tanto confronteremo i nostri risultati con quelli della fondamentale ricerca scientifica di Robert Newton sull’Almagesto di Tolomeo ([614]). Un ritratto di Robert Newton si può vedere in fig. 0.31.

Robert Newton (1919-1991) è stato un importante scienziato Americano. Citiamo alcuni fatti su di lui dal necrologio ufficiale del 5 Giugno 1991 (morì il 2 Giugno 1991 a Silver Spring, MD, USA). "Fu uno scienziato di rinomanza internazionale per la sua ricerca riguardo alla forma e al movimento della terra... Fu uno specialista di balistica, fisica elettronica, meccaniche celesti e calcolo delle traiettorie satellitari. La sua carriera iniziò nel Dipartimento dello Spazio APL nel 1957, dove fu messo a capo della ricerca sul moto satellitare... A lui si deve un fondamentale contributo ai più grandi sviluppi sulla precisione nella navigazione... Era a capo del programma di esplorazione spaziale e sviluppatore degli aspetti analitici del laboratorio di navigazione satellitare... Fu l’architetto capo del Sistema di Navigazione Satellitare di Transito della Marina, che fu sviluppato nel laboratorio nel 1960. Questi sistema di navigazione è ancora utilizzato da più di 50.000 imbarcazioni e sottomarini privati, commerciali e militari. . . La sua ricerca sul moto satellitare ha reso possibile calcolare la forma della Terra con grande precisione, e ha permesso più precise misurazioni. . . R. Newton fu membro del Comitato Direttivo Ad Hoc sullo Sviluppo Spaziale e divenne il capo del Gruppo di Esplorazione dello Spazio APL nel 1959... Alla fine degli anni 1970 si occupò di ricerca sugli antichi registri relativi alle eclissi lunari e solari... Questa ricerca gli diede motivo di dubitare delle informazioni contenute nell’opera principale del famoso astronomo Claudio Tolomeo e di accusarlo di frode nel suo libro, "Il Crimine di Claudio Tolomeo"... Tra le altre cose, R. Newton fu Professore di Fisica nell’Università Tulane e nell’Università del Tennessee, ha lavorato per il Laboratorio Telefonico Bell… e ha sviluppato la balistica dei missili al Laboratorio di Balistica di Allegany, Cumberland".

Crediamo sia assolutamente appropriato parlare del nostro atteggiamento riguardo il famoso libro di Robert Newton -"Il Crimine di Claudio Tolomeo" ([614]), poiché è stato piuttosto discusso tra gli autori di moderni lavori sulla storia dell’astronomia. I. A. Klimishin, per esempio, scrive quanto segue sul libro di Newton in [395]: "Ciò che incontriamo qui è il tentativo di provare come praticamente l’intero corpo delle osservazioni di Tolomeo, che costituisce il fondamento della teoria solare Tolemaica, del moto lunare, solare e planetario si in realtà una frode" ( [395], pag. 56). I. A. Klimishin non controbatte le conclusioni di Robert Newton con argomentazioni astronomiche o statistiche verosimili, optando per l’abbandono totale della discussione del problema e accontentandosi della seguente affermazione: "Inoltre la ragione principale della fama universale di Tolomeo è stata la sua teoria del moto planetario, che ha reso possibile calcolare le posizioni dei pianeti per dozzine di anni nel futuro, nientemeno!" ( [395], pag. 56). Comunque, il valore del modello Tolemaico non può in alcun modo gettare una luce sulla storia della compilazione del catalogo stellare dell’Almagesto o rivelare qualcosa sulle origini dell’Almagesto in generale. Simili affermazioni di disaccordo con le conclusioni di Robert Newton (che non contengono alcuna contro-argomentazione di sostanza) sono state espresse da altri specialisti della storia dell’astronomia, come Gingerich ([1153]).

In realtà, il libro di Robert Newton riassume la sua fondamentale ricerca sull'Almagesto con l’aiuto di metodi astronomici, matematici e statistici. Contiene un vasto corpo di materiale statistico e molte profonde conclusioni che riassumono il lavoro di molti anni del lavoro di Robert Newton. Questi risultati chiariscono la natura delle difficoltà associate all’interpretazione dei dati astronomici contenuti nell’Almagesto. Bisogna sottolineare come Robert Newton non avesse alcun dubbio sulla veridicità della datazione consensuale dell’Almagesto (che cade nel periodo tra il II secolo a.c. e il II secolo d.c.). Robert Newton non era uno storico, e doveva riferirsi alla versione Scaligeriana della storia, utilizzando quella cornice cronologica per la sua ricerca. I principali corollari di Robert Newton possono essere formulati come segue:

1) L’ambiente astronomico che corrisponde all’inizio dell’era d.c. (calcolata con l’aiuto della teoria moderna) è in conflitto col “materiale di osservazione” incluso nell’Almagesto di Tolomeo.

2) La versione sopravvissuta dell’Almagesto non contiene nessun dato originale di osservazione astronomica – i dati dell’Almagesto sono il prodotto finale della conversione e dei calcoli fatti da qualcuno che puntava a far sì che i dati dell’iniziale osservazione corrispondessero a un’altra epoca storica. Inoltre, anche una parte sostanziale delle “osservazioni” incluse nell’Almagesto risulta da calcoli teorici più tardi inclusi ex post nell’Almagesto come “osservazioni degli antichi”.

3) L’Almagesto non può essere stato compilato nel 137 d.c., che è l’epoca in cui la storia consensuale data la vita dell’ “antico” Tolomeo.

4) Conseguentemente, l’Almagesto fu compilato in qualche altra epoca e richiede una nuova datazione. Robert Newton stesso ha fatto l’ipotesi che l’Almagesto dovesse avere un’altra datazione, o uno slittamento indietro nel tempo che lo posizionasse cioè nell’epoca di Ipparco – circa il II secolo a.c. Comunque, questo non modifica nessuno dei problemi fondamentali scoperti da Robert Newton.

5) Robert Newton inizialmente aderiva all’ipotesi consensuale che l’Almagesto contenesse le affermazioni di Tolomeo sul fatto che lui solo avesse condotto le osservazioni – presumibilmente all’inizio del regno di Antonino Pio, un imperatore Romano. La datazione Scaligeriana del suo regno è 138-161 d.c. Robert Newton arriva quindi all’implicita conclusione che Tolomeo mentisse. In realtà, abbiamo a che fare col problema di quanto davvero le informazioni contenute nell’Almagesto implichino che Tolomeo portasse avanti le sue osservazioni stellari da sé stesso durante il regno di Antonino Pio.

In altre parole, Robert Newton è dell’opinione che lo stesso Tolomeo (o qualcuno che agiva per suo conto) sia un truffatore, vedendo come i dati dell’Almagesto siano presentati come risultato di vere osservazioni astronomiche quando in realtà devono la loro esistenza a conversioni e calcoli teorici.

Da serio e rinomato scienziato che si confronta con la necessità di esprimere un certo numero di accuse inequivocabili contro Tolomeo o i suoi editori, Robert Newton restò incerto sulla forma migliore da dare alla pubblicazione dei suoi risultati scientifici. Alla fine, questa è la motivazione che espresse in una lettera privata a A. T. Fomenko, che si occupava della storia della creazione e pubblicazione del suo libro ([614]) nel 1977 (R. Newton e A. T. Fomenko si scambiarono alcune lettere sui problemi della cronologia storica negli anni 1980). Comunque, Robert Newton considerò alla fine la sua scoperta sulla situazione dell’Almagesto abbastanza importante per obbedire al suo dovere di scienziato e persino di utilizzare le sue accuse come titoli di alcuni dei paragrafi del suo libro ([614]). Citiamone alcuni, poiché già da soli dicono parecchio.

"5:4. Le presunte osservazioni degli equinozi e dei solstizi di Tolomeo.
5:5. Il solstizio inventato del 431 a.c. (il solstizio di Metone).
5:6. Le osservazioni di Tolomeo puntavano a stimare l’angolo di declinazione dell’eclittica e la latitudine di Alessandria.
6:6. Quattro triadi di eclissi inventate.
6:7. La prova della frode.
6:8. Il colpevole.
7:4. Calcoli e errori di calcolo fraudolenti.
10:5. La falsificazione dei dati.
11:5. Dati falsificati riguardanti Venere.
11:6. Dati falsificati riguardanti i pianeti esterni" ([614], pagine 3-5).

Proprio nelle prime righe della sua introduzione a [614], Robert Newton dice quanto segue. "Questo libro racconta la storia di un certo crimine contro la scienza. Non mi sto riferendo a una qualche attività criminale attentamente pianificata, e nemmeno al tipo di crimine commesso con l’aiuto di alcuni strumenti come microfoni nascosti, messaggi cifrati su microfilm, e così via. Mi sto riferendo al crimine commesso da uno scienziato contro gli studiosi suoi pari e gli apprendisti come un tradimento della integrità professionale ed etica – un crimine che ha per sempre privato l’umanità di certe importanti informazioni che riguardavano i più cruciali campi dell’astronomia e della storia.

Ho dimostrato che il crimine in questione è stato davvero commesso in quattro miei lavori già pubblicati… Quando ho iniziato il mio lavoro su questo libro, il mio obiettivo era quello di raccogliere materiali sparsi in diverse pubblicazioni in un singolo libro… Comunque, nel momento in cui ho scritto i primi tre libri, ho scoperto la prova che dimostra come il crimine in questione abbia radici molo più profonde di quanto mi aspettassi inizialmente. Il lavoro presente è perciò una collezione di vecchie e nuove prove che testimoniano la commissione del crimine in questione" ([614], pag. 10).

Robert Newton conclude il suo libro così:

"Questa è la summa finale dei risultati. Tutte le osservazioni che Tolomeo utilizza nel 'Syntax' [l’Almagesto – Aut.] si sono rivelate fraudolente, poiché la loro veridicità è stata messa alla prova. Molte delle osservazioni ascritte ad altri astronomi sono anch’esse parte della frode di Tolomeo. C’è una quantità di dati teorici errati in questo lavoro, e si rivela anche una mancanza di comprensione da parte dell’autore... I suoi modelli della Luna e di Mercurio contraddicono le più elementari osservazioni e devono essere considerati un fallimento. La stessa esistenza della 'Syntax' causa la perdita di molti lavori autentici scritti dagli astronomi Greci – siamo finiti con l’eredità di un un singolo modello solitario, e non sappiamo nemmeno se questo contributo alla scienza astronomica possa davvero essere attribuito a Tolomeo. Mi riferisco al modello dell'equante, utilizzato per Venere e i pianeti esterni. Tolomeo sminuisce grandemente il suo valore per una impropria applicazione del modello in questione. È perfettamente chiaro che nessuna affermazione fatta da Tolomeo può essere accettata senza verifica, a meno che non sia confermata da altri autori che non siano stati condizionati dall’influenza di Tolomeo. Tutte le ricerche basate sulla 'Syntax' devono iniziare di nuovo da zero, sia quelle storiche che quelle astronomiche.

Non sono a conoscenza di altre opinioni possibili; tuttavia, posso dare un singolo giudizio finale: la 'Syntax' si è rivelata un danno per l’astronomia più di qualunque altro libro scritto precedentemente e, se questo lavoro non fosse mai esistito, la scienza astronomica ne avrebbe grandemente beneficiato.

Perciò, Tolomeo non è in alcun modo il più grande astronomo dell’antichità, ma persino una figura più ambigua: è l’imbroglione più di successo di tutta la storia della scienza" ([614], pagine 367-368).

Un certo numero di altri scienziati sono piuttosto scettici sul ruolo giocato da Tolomeo nella storia della scienza. In particolare, A. Berry riporta quanto segue: "C’è una grande quantità di controversie per quanto concerne le opinioni degli astronomi sui meriti di Tolomeo. Nel Medio Evo, la sua autorità astronomica era considerata decisiva... i critici moderni hanno scoperto che i lavori di Tolomeo erano largamente basati su quelli di Ipparco (in realtà, Tolomeo no ha mai fatto segreto di questo), e che i risultati delle sue proprie osservazioni, se non proprio fraudolento, sono perlomeno largamente al di sotto dello standard" ([65], pag. 72).

Perciò. Robert Newton ha provato la necessità di ridatare l’Almagesto – sia astronomicamente che matematicamente. Questo ci porta alla seguente domanda – a quale epoca appartiene realmente l’Almagesto? Come abbiamo detto precedentemente, lo stesso Robert Newton suggerisce di spostarlo indietro nel tempo – all’epoca di Ipparco. Altri punti di vista sono comunque accettabili; ne discuteremo in dettaglio più avanti. Ad ogni modo, Robert Newton non discute il problema della datazione né vi si riferisce. È possibile trovare un’epoca storica che potrebbe essere più adatta per l’Almagesto e risolvere realmente il problema posto da Robert Newton, come anche dai primi ricercatori, non importa quanto distanti dalla datazione Scaligeriana dell’Almagesto? Come vedremo più avanti, il suggerimento di Robert Newton per mitigare la controversia spostando l’Almagesto indietro nel tempo (cioè nell’epoca di Ipparco) non ci porta da nessuna parte. Questo è il motivo per cui dobbiamo fare l’ovvia domanda se ci possano essere da considerare ulteriori slittamenti della data dell’Almagesto, eventualmente, che arrivino a periodi più lunghi che 200 o 300 anni. Questa nostra richiesta è perfettamente giustificata dal punto di vista astronomico e matematico, e trovare una risposta corretta non è roba da poco dal punto di vista di una ricerca indipendente.

Le pubblicazioni di R. Newton furono seguite da quelle di Dennis Rowlins ( [1365] ), nelle quali egli utilizza un metodo indipendente per provare che le longitudini stellari contenute nel catalogo di Tolomeo sono state ricalcolate e alterate da qualcuno. In altre parole, D. Rowlins afferma che le longitudini stellari che troviamo nel catalogo di Tolomeo potrebbero non essere state osservate nell’epoca del 137 d.c. I risultati della ricerca condotta da Robert Newton e Dennis Rowlins si possono trovare in [1119] e [1120].

Inoltre, lavori simili come [1119], [1120] e [1182] indicano il problema della diminuzione della brillantezza delle stelle più meridionali del catalogo dell’Almagesto. Il fatto è che le stelle che non si elevano sufficientemente in alto sull’orizzonte perdono gran parte della loro luminosità, dovuto al fatto che la linea visibile a occhio nudo si avvicina alla superficie terrestre. Come risultato, i raggi viaggiano più a lungo nell’atmosfera che nel caso delle stelle più lontane dall'orizzonte. Questo è il motivo per cui le stelle meridionali appaiono più flebili all’osservatore di quanto siano in realtà. La nostra analisi sulla luminosità delle stelle meridionali dell’Almagesto ha rivelato che le osservazioni di queste stelle erano state fatte da qualche parte nel lontano sud. In particolare, queste considerazioni escludono la possibilità che Tolomeo abbia fatto queste osservazioni nelle vicinanze dell’isola di Rodi, che dovrebbe essere la localizzazione consensuale del suo punto di osservazione ([1182]). Alessandria in Egitto appare più probabile – ma tuttavia troviamo che anche Alessandria non soddisfa completamente le disposizioni dei dati dell’Almagesto. La luminosità stimata delle stelle meridionali implica una latitudine ancora più australe.

Dobbiamo anche notare che le coordinate delle stelle in questione sono misurate in modo molto scadente, con discrepanze di diversi gradi, come si può vedere più avanti. Se l’Almagesto è davvero un prodotto del tardo Medio Evo, questa circostanza è facilmente spiegabile. Evidentemente, le stelle australi sono state aggiunte al catalogo di Tolomeo come risultato di osservazioni fatte da qualche parte nel lontano Sud - probabilmente, India, e non Alessandria, o sul ponte di una nave che attraversava l’Atlantico del Sud. La luminosità delle stelle era misurata correttamente, sebbene, senza le coordinate corrispondenti. Questo può essere spiegato dalle possibili imperfezioni dei punti di osservazione meridionale, o per un accordo grossolano con i dati di altre osservazioni. Infine, se le stelle meridionali fossero state davvero osservate da un vascello, la scarsa precisione del risultato finale sarebbe ancor meno misteriosa.

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4 Anni 6 Mesi fa #34742 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Il colore arancione ha preso il suo nome dall'arancia. Il colore rosa, dall'omonimo fiore. E' ovvio che gli esseri umani abbiano denominato i vari colori coi nomi delle cose caratterizzate da quei colori.

Da dove viene il termine NERO?

Cosa c'è in natura caratterizzato dal colore nero? A parte l'ombra ed il buio, le cose concrete di colore nero con cui gli antichi avevano quotidianamente a che fare erano i prodotti della COMBUSTIONE: carbonella, erba bruciata, fumo. Quindi possiamo intuire che il termine NERO significasse in origine "BRUCIATO".

L'imperatore romano Nero (Nerone, in italiano) è appunto famoso a causa del grande incendio di Roma dell'anno 64. Questa coincidenza potrebbe significare che a quell'epoca il termine "nero" non si era ancora sganciato dal suo significato originario, che quindi gli uomini dell'epoca parlassero una lingua sconosciuta e che Nero non fosse il vero nome dell'imperatore.

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4 Anni 6 Mesi fa - 4 Anni 6 Mesi fa #34753 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia
Alcuni alfabeti Russi utilizzati fino al XVII secolo oggi risultano completamente incomprensibili.
È probabile che 1000 anni fa nessuno utilizzasse una lingua comprensibile oggi mancando la stampa e quindi la possibilità di standardizzare il linguaggio.

archive.org/stream/AnatolyFomenkoBooks/H...4#page/n413/mode/2up

Alfabeto russo prima del XVII secolo. l'iscrizione poco leggibile sulla campana della chiesa di Zvenigorod viene dichiarata un "crittogramma"

I lettori abituati alla versione Scaligeriana della storia penseranno che la scrittura Russa prima del XVII secolo fosse strettamente legata al Cirillico utilizzato oggi, con differenze arginali che non presenterebbero grossi problemi per gli specialisti. Ci vengono presentati grossi volumi che vengono presumibilmente datati al XI-XII secolo, Cronache russe risalenti a XV e così via - tutte perfettamente leggibili, con forse giusto un paio di passaggi oscuri qua e là. Ci viene detto che la scrittura Russa non ha subito drastici cambiamenti dal XI e fino al XVIII secolo.

Comunque non è così. Come vedremo più avanti, i Russi hanno usato una scrittura che ci è completamente incomprensibile oggi. Ci sono stati molti alfabeti simili in Russia, alcuni di loro sono stati usati occasionalmente nel XVII secolo. Oggi richiederebbero di essere decifrati, ma questo non sempre riesce. In più, anche nei casi in cui gli studiosi incontrano la ben nota scrittura Cirillica in fonti precedenti al XVII secolo, hanno difficoltà ad interpretarlo. Sopra abbiamo citato il caso di un’iscrizione Russa dell’inizio del XVII secolo decifrata da N. Konstantinov ([425]; vedi fig. 3.23). Citeremo un simile esempio più avanti molto indicativo.

Come diremo ai lettori più avanti, la maggior parte delle campane delle chiese Russe sono state fuse di nuovo nell’epoca dei primi Romanov. Alcune furono mutilate, con ogni incisione scalpellata via, sostituita da un’altra, e genericamente rese illeggibili in un modo o nell’altro. Oggi è difficile commentare il contenuto o lo stile delle iscrizioni che troviamo sulle campane di chiesa Russe. Comunque, alcuni di questi artefatti “eretici” o le loro copie sono sopravvissuti fino al XX secolo in assoluto sprezzo del discorso storico dominante. Conosciamo un solo caso di campana di questo tipo; è del XVII secolo, e dev’essere decorata da una copia di un iscrizione ancora più antica (oppure ci dev’essere stata un’altra ragione per l’uso di antichi alfabeti Russi). Ci riferiamo alla famosa Grande Campana di Chiesa del monastero Sawino-Storozhevskiy ([422], pagg. 176-177). La sua distruzione ebbe luogo verso la metà del XX secolo. Mostriamo una vecchia foto della campana in figg. 13.66, 13.67 e 13.68. Si presume sia stata forgiata nel 1668 da Alexander Grigoryev, il costruttore Imperiale di cannoni e campane’. La campana pesava 2125 pud e 30 grivenki (circa 35 tonnellate); la troviamo nello stemma di Zvenigorod. Distrutta nell’ottobre del 1941” ([422], pag. 176). Vediamo uno dei suoi frammenti in fig. 13.69. I resti della campana sono conservati nel Museo di Zvenigorod, situato sulle proprietà del monastero Sawino-Storozhevskiy.

Una copia disegnata dell’iscrizione trovata sulla campana di chiesa di Zvenigorod è riprodotta in fig. 13.70; presa da [808], una pubblicazione del 1929.

La seconda metà dell’iscrizione è resa in diversi alfabeti che sembrano tutti criptici oggi; le iscrizioni nei differenti alfabeti sono separate da segni di qualche tipo – aquile bicefale ecc. Sembra che questi segni appartengano all'alfabeto di cui fanno parte. Le prime righe dell’iscrizione sono state decifrate; comunque le ultime restano un mistero ad oggi, nonostante il fatto che le due righe siano scritte nel familiare Cirillico. . Citiamo la traduzione di questa iscrizione sotto (dopo [808]).

"Per grazia del Signore misericordioso e generoso, e della Beata Vergine Maria, e delle preghiere del reverendo Sava l'Operaio dei Miracoli, e delle promesse e degli ordini di Zar Aleksej, umile servo del Signore, e dell'amore divino e del desiderio sincero di forgiare questa campana per la casa di Nostra Signora, possa essere elogiata in questo suo giorno, per il resto dei giorni".

Va detto che la traduzione di cui sopra suggerita da M. N. Speranskiy in [808] contiene una sostanziale distorsione del testo originale. Molte delle parole sono in realtà tradotte correttamente; comunque, alcune di loro sono state sostituite da parole che aggiustano la traduzione per evitar sollevamenti di sopracciglia. Alcune delle parole che troviamo nel testo originale sono drasticamente differenti da quelle che vediamo nella trascrizione citata sopra. Alcune delle parole sono nomi e alcuni di questi nomi appartengono a divinità per noi misteriose oggi. M. N. Speranskiy ha deciso di sostituirle con qualcosa di più familiare (vedi dettagli seguenti). Questo appare essere un approccio alla “traduzione” degli antichi testi molto caratteristico degli storici in generale, e non è assolutamente la prima volta. La posizione degli storici potrebbe essere formulata così: gli antichi testi non dovrebbero essere tradotti interamente rimanendo fedeli all’originale; l’opzione di tradurre parola per parola è fuori discussione. I lettori devono essere protetti da eresie e “pericolosi” fatti. La traduzione deve essere pulita e standard per non provocare problemi con nessuno. Questa è chiaramente la chiave a una scienza storica che non crea problemi.

Altri storici “traducono” l’iscrizione della campana di Zvenigorod in modo differente. Consideriamo la “traduzione” fatta da Alexander Ouspenskiy nel 1904. Scrive quanto segue: “La più grande campana . . . fu donata dallo Zar Alexei Mikhailovich. Ci sono due iscrizioni su di essa; quella in fondo (tre righe) comprende 425 simboli crittografici che si traducono così: "Per grazia del Signore misericordioso e generoso, e della Beata Vergine Maria, e delle preghiere del reverendo Sava l'Operaio dei Miracoli, e delle promesse e degli ordini di Zar Aleksej, umile servo del Signore, e dell'amore divino e del desiderio sincero di realizzare questa campana per la casa di Nostra Signora, possa essere elogiata in questo giorno sacro, per il resto dei giorni, e anche in onore del reverendo Sava, l'operaio dei Miracoli, a Zvenigorod, conosciuto anche come Storozhevskiy".
L’iscrizione superiore comprende 6 righe. In Slavo, e indica la data in cui la campana è stata forgiata: “Questa campana fu forgiata nel ... nel 7176 anno dalla Genesi, è l’anno 1667 Natività del Figlio del Signore, il 25 di settembre . . . La campana è stata realizzata dal costruttore di campane Alexander Grigoriev”.
Troviamo anche la famiglia reale dei patriarchi Ortodossi (Paisius di Alessndria, Macario di Antiochia e loasaph di Mosca e dell’intera Russia), che viveva in quell’epoca” ([943], pag. 80).

V. A. Kondrashina, uno storico moderno, suggerisce anche un’altra traduzione dell’iscrizione. Questo è quanto scrive: “È molto notevole che la prima e la seconda campana fossero decorate con il seguente pittogramma scritto dallo Zar, così come la traduzione: “un profondo inchino dallo Zar Alexei, umile peccatore, servo del Signore e della Beata Vergine Maria, insieme alla Zarina e alla loro progenie. Firmato dalla mano stessa dello Zar, sovrano di Russia e maestro di molte arti e scienze, in 12 alfabeti, maggio 7161 (1652)”. Non sappiamo se questo abbia un profondo significato sacrale, o sia da considerare lo scherzo di un uomo colto” ([294], pag. 1 17).

Va notato che gli storici sono dell’opinione che la famosa campana di chiesa di Zvenigorod sia stata forgiata in due copie, la prima datata al presunto anno 1652 e considerata perduta ( [294] , pag. 116). La seconda campana forgiata nel 1668; rimasta a Zvenigorod fino al giorno della sua distruzione nel 1941. Questa è la campana riprodotta nella foto in fig. 13.66. Uno non può fare a meno di chiedersi come possa il “crittogramma” dello Zar Alexei citato da V. A. Kondrashina stare nell’iscrizione della campana di Zvenigorod, considerato che la “traduzione” di Alexander Ouspenskiy non menziona nulla del genere.

L’iscrizione della campana di Zvenigorod ha causato grandi controversie e confusione. Secondo V. A. Kondrashina, “non sappiamo nulla del destino toccato alla... prima campana di questo calibro, forgiata durante il regno dello Zar Alexei Mikhailovich. La seconda campana, del peso di 35 tonnellate e che ha reso famoso il nome del monastero Savvino-Storozhevskiy, in Russia e all’estero, apparve molto più tardi, nel 1668. Comunque noi non sappiamo il significato dell’iscrizione che adornava la prima campana; il suo autore non è altri che lo Zar Alexei Mikhailovich, e abbiamo una copia sopravvissuta che fu trovata nella sua cancelleria:

"Per grazia del Signore onnipotente e generoso, della Beata Vergine Maria, e delle preghiere del reverendo Sava, l'Operaio dei Miracoli, e delle promesse e degli ordini di Zar Aleksej, umile servo del Signore, e dell'amore divino e del desiderio sincero di forgiare questa campana per la casa di Nostra Signora, possa essere elogiata in questo suo giorno, il più benedetto, e anche in onore del reverendo Sava, l'operaio dei Miracoli, a Zvenigorod, conosciuto anche come Storozhevskiy, sotto il buon Archimandrita Hermogen e Velyamin Gorskin, del reverendo cellarium …" I nomi di tutti i monaci del convento erano elencati sotto (uno specialista della regola, sette reverendi anziani, un portatore di coppa, 23 preti, 18 diaconi e 10 semplici monaci. Lo Zar scrisse quanto segue per eliminare tutti i possibili dubbi concernenti la sua autorità: “Facsimile dell’originale a mano dello Zar”» ([294], pag. 116).

La situazione reale è molto probabilmente la seguente. Gli storici suggeriscono che un certo testo trovato nell’archivio della cancelleria reale sia la “traduzione” dell’iscrizione della campana di Zvenigorod. La datazione di questa “traduzione del crittogramma” non è chiara – potrebbe essere stata fatta dallo staff della cancelleria nell’epoca in cui gli alfabeti Russi del XVI-XVII secolo erano già stati abbondantemente dimenticati. L’interpretazione dell’iscrizione poteva già essere piuttosto problematica; perciò la “traduzione” in questione è probabilmente un’approssimazione del testo originale. Vi devono essere stati diversi tentativi di interpretazione; le traduzioni risultanti devono essere state diverse le une dalle altre. Alcune di loro hanno raggiunto la nostra epoca, e possono essere percepite come iscrizioni di due diverse campane. La leggenda delle due campane da chiesa di Zvenigorod con due iscrizioni simili, una delle quali contiene una lista dei membri della famiglia reale mentre l’altra quella dei monaci del convento devono probabilmente la loro esistenza a questo fatto.

Si ha l’impressione che gli storici di oggi siano riluttanti a decifrare l’originale dell’iscrizione della campana di Zvenigorod, e ricorrano a citazioni delle varie e approssimate “traduzioni” che sono state fatte nel XVIII-XIX secolo.

Perciò abbiamo deciso di tentare la nostra lettura dell’iscrizione della campana di Zvenigorod. Non abbiamo tentato di decifrare tutto. Comunque viene fuori che una parte dell’iscrizione citata da N. M. Speranskiy contiene un certo numero di nomi o altre parole che non possono essere tradotte oggi, che lui ha sostituito con parole più “standard”. Alcune di queste parole e nomi contengono lettere che non sono ripetute da nessuna parte del testo e perciò non possono essere lette. Siamo così giunti a questa traduzione, dove le lettere sconosciute sono sostituite da punti interrogativi. La parola”stemma” è correlata con simboli di separazione, poiché molti di loro ricordano stemmi nella forma (l’aquila bicefala incoronata nella quarta linea dalla cima e alla fine del testo, qv in fig. 13.70). Alcune delle lettere che abbiamo fuso in un unico simbolo sono rese come lettere singole tra parentesi. Il simbolo Slavo titlo viene trascritto con la tilde. L’ordine delle righe corrisponde a quello dato da N. M. Speranskiy. Bisogna ricordare che la lettera ъ stava per il suono O.

In fig. 13.71 vediamo l’originale del testo, con i moderni equivalenti Cirillici delle lettere indicati sotto. Fate attenzione a come M. N. Speranskiy e i suoi predecessori hanno tentato di trasformare questo sopra in un testo più morbido. Le ultime due righe sono piuttosto curiose poiché sono rese nel tradizionale corsivo medievale Cirillico; comunque, ogni lettera sembra venir utilizzata con un significato completamente diverso, come se l’ordine delle lettere nell’alfabeto fosse diverso da quello presente. M. N. Speranskiy non si è preoccupato di tradurre questa parte; al contrario, citiamo la nostra traduzione di questa prima metà, che fu tradotta da M. N. Polyakov, un collega matematico laureato al Dipartimento di Matematica e Meccanica MSU. La seconda parte rimane oggi illeggibile. Vediamo con molto interessante un riferimento a un certo “Dio Vavo, l’Operaio dei Miracoli”. È possibile che “Vavo” fosse usato in vece di “Sava”. La prima riga contiene una formula simile: “Il nostro Signore, il generoso Dio Gogro”. La presenza di simili nomi in un antico testo religioso Russo, che usa peraltro formule Ortodosse perfettamente standard non può non far sollevare il sopracciglio. Potrebbe essere questa la ragione per cui M. N. Speranskiy e i suoi predecessori hanno distorto la traduzione, rimpiazzando il “Dio Gogro” con la parola “Bgog”, che ovviamente si legge come “hog”, la parola Russa per “Dio” senza indicare nomi? Come risultato chi legge rimane inconsapevole del fatto che alcune formule usate dalla Chiesa Ortodossa Russa del XVI-XVII secolo fossero molto diverse dai loro moderni equivalenti, riferendosi a differenti dei con nomi diversi.

Gli storici normalmente evitano di parlare dell’antica tradizione di riferirsi ai santi Russi come a dei; comunque ci sono delle eccezioni. Per esempio, G. A. Mokeyev, l'autore del libro intitolato Mozhaysk, la Città Santa Russa ([536]), che si occupa della famosa antica figura Russa di San Nikola l'Operaio dei Miracoli, o "Nikola di Mozhaysk", intitola uno dei capitoli "Il Dio russo". Si scopre che gli stranieri si riferivano a S. Nicola in questa maniera, mentre I Russi lo chiamavano semplicemente Dio. G. A. Mokeyev ci dice quanto segue: “Il concetto di salvatore includeva anche questa figura [S. Nicola - Aut.] ... È per questa ragione che gli autori stranieri ricordavano che ‘I Cristiani Ortodossi Russi adoravano Nicola… come un dio’ (Zinoviy di Oten). Espatriati stranieri che vivevano in Russia lo chiamavano ‘Nikola il Dio Russo’. Testi Ecclesiastici Russi si riferiscono a S. Nicola come ‘S. Nikola il nostro possente dio’, chiamandolo anche ‘Il Dio del Mare’, ‘Il Dio dei Battellieri’ e persino ‘il Dio di tutti’ . . . si può anche ricordare lo slogan ‘Nicola è con Noi’, che ricorda il famoso ‘Dio è con Noi’ ” ([536], pag. 12).

La spiegazione di G. A. Mokeyev è che “I Russi si riferivano alle icone come dei” ([536], pag. 12). Comunque questa spiegazione non cambia molto. Non si può ignorare il fatto che a molti dei santi Russi ci si sia riferiti come a dei prima del XVII secolo, incluso “Il Dio del Mare” Nicola (l’”antico” Poseidone potrebbe essere un suo riflesso), “Il Dio Animale” Vlasiy (o Veles, qv in [532], pag. 120), gli dei Gogr e Vav (Sava) come menzionato nella campana di Zvenigorod, e altri “Dei Russi”.

Immediatamente ci si ricorda che la Bibbia si riferisce a molti dei Siriani e Assiri quando parla dell’Assiria (Russia, o l’ Orda). Per esempio: “A quel tempo il re Ahaz mandò a chiedere soccorso ai re dell’Assiria per aiutarlo. . . offrì sacrifici agli dei di Damasco che l’avevano sconfitto: e disse, poiché gli dei del re di Siria aiutano quelli, io offrirò loro dei sacrifici, così aiuteranno anche me . . . E stabilì degli alti luoghi in ognuna delle città di Giuda per offrire dei profumi ad altri Dei” (2 Cronache 28:16, 28:23 e 28:25).

La Bibbia si riferisce ovviamente alla Russia, o Orda, del XV-XVI secolo (vedi Chron6), citando gli dei Russi (o dei Siriani nella terminologia Biblica). Vediamo che i santi della Russia erano adorati come dei fino al XVII secolo.

L’identità dello Zar Russo (“yar”) Alexei menzionato nella campana di Zvenigorod rimane ancora incerta. Potrebbe essere lo Zar Alexei Mikhailovich, come ipotizzano gli storici ([425], [808], [294], [422] e [943]). Comunque, se l’iscrizione sulla campana forgiata nel 1668 è realmente una copia della scritta di una antica campana, è possibile che il riferimento iniziale sia a un differente Zar Alexei. Gli storici non lo accettano, poiché credono che ci sia stato un solo Zar in Russia con quel nome dopo l’ascensione dei Romanov al potere, un rappresentante della loro dinastia. Abbiamo invece testimoniato l’opposto – ricordiamo che Stepan Razin era un capo militare al servizio di un certo Zar Alexei, qv in Chron4, Capitolo 9. Questo Zar era evidentemente un contemporaneo di Alexei Mikhailovich, con capitale in Astrakhan. È possibile che la campana di Zvenigorod sia stata forgiata dallo Zar Alexei dell’Orda in Astrakhan, finendo in un secondo momento a Zvenigorod. Ad ogni modo la scritta merita un attento studio. Comunque, i sapienti storici fanno una traduzione falsa e dimenticano immediatamente l’originale. Evidentemente, trovano molto più divertente fare supposizioni meno rischiose su pezzi di betulla in maniera pensosa e metodica datando arbitrariamente quei frammenti ai “primi tempi di Novgorod” a dispetto del fatto che molto probabilmente sono stati scritti nel XVI-XVIII secolo, quando la carta era ancora un lusso.

Tiriamo le somme. L’iscrizione sulla campana di Zvenigorod non è per niente un crittogramma, ma piuttosto un’iscrizione regolare che uno può aspettarsi di trovare su una campana da chiesa, fatta per essere letta e capita da chiunque – niente che assomigli a un crittogramma insomma. Lo stesso si può dire del libro decifrato da N. Konstantinov ([425]) citato sopra. Anche questa iscrizione non contiene nessun “segreto” messaggio.. Sottolineiamo questo perché gli storici moderni hanno inventato una teoria molto utile per trattare testi Russi di questo tipo, cioè la “teoria del crittogramma”. Si dice che i Russi abbiano sempre usato il familiare Cirillico anche nei tempi andati, come oggi. Le prove dell’opposto sono spiegate dalla teoria che in nostri antenati fossero “proni ai crittogrammi”. Per quanto ne sappiamo non c’è un solo esempio di crittogramma decifrato che vada oltre i confini di un testo regolare che si sa a priori non contenere alcun segreto. Gli esempi qui citati sono tipici. È perfettamente ovvio che la scrittura sulla campana di Zvenigorod non abbia nulla a che edere coi crittogrammi – non c’è nulla di segreto o di straordinario nel messaggio.

La posizione degli storici è facile da capire – se ammettono l’esistenza di un altro alfabeto in Russia prima del XVII secolo, ci troveremmo immediatamente di fronte a una questione fondamentale: che farne dei numerosi “antichi” testi che si dice siano datati al XI-XV secolo che vengono mostrati a noi come prove a supporto della versione Scaligeriana della storia? Perché non contengono nessuno dei segni peculiari che vediamo? Gli storici hanno deciso di dichiarare tutti questi resti di antichi alfabeti Russi “crittogrammi” - enigmatici e di scarso interesse per un acuto ricercatore. I falsi del XVII-XVIII secolo furono dichiarati “autentici testi in Russo antico”, per la gioia di tutti.

Comunque diventa perfettamente ovvio che questi antichi testi Russi “illeggibili” o difficilmente leggibili richiedono uno studio più approfondito. È lì e non nelle contraffazioni del tempo dei Romanov (a volte molto audaci), che possiamo scoprire le più vivide e più pericolose informazioni veraci circa gli eventi storici del XI-XVI secolo. Filologi e ricercatori dell’antica scrittura Russa hanno un enorme campo di lavoro qui.

Concludiamo con l’osservazione che i moderni storici tengono le labbra serrate e rimangono vaghi quando sono costretti a menzionare la campana di Zvenigorod – evidentemente devono cercare di attrarre ricercatori indipendenti per timore che scoprano le stranezze sopra ricordate. È molto interessante che i materiali di due conferenze scientifiche tenute nel 600° anniversario del monastero Storozhevskiy nel 1997 e 1998 non contengano un singolo riferimento alla campana di Zvenigorod, il più famoso reperto della città ([688]). Questo è molto strano – le conferenze si sono occupate sulla storia dello stesso monastero che ha ospitato la campana di Zvenigorod per circa 300 anni – troviamo questa stessa campana sullo stemma di Zvenigorod ([422], pag. 176; vedi fig. 13.72). Gli stessi storici riportano come questa campana abbia reso famoso il monastero in tutta la Russia e anche all’estero ([294], pag. 116). Come è possibile che la conferenza dell’anniversario, con nient’altro che la storia del monastero in agenda abbia potuto evitare di dire una singola parola sulla campana e sulle scritte che la decorano. Come possono gli storici essere così riluttanti a studiare gli alfabeti usati in Russia prima del XVI-XVII secolo? Hanno degli scheletri negli armadi?

Andiamo avanti. La voluminosa pubblicazione dedicata alla storia del monastero Sawino-Storozhevskiy non ha trovato lo spazio per una copia del disegno dell’iscrizione che adorna la campana di Zvenigorod da nessuna parte nelle sue duecento pagine per qualche strano motivo. Tutto ciò che vediamo è una vecchia fotografia della campana, e anche piuttosto piccola ( [688] , pag. 176), e una più recente in cui vediamo il frammento della campana esibito nel museo del monastero. Non c’è una copia del disegno dell’iscrizione sulla campana da nessuna parte in [294], [422], [943] e [688], tutte pubblicazioni vendute all’interno delle proprietà del monastero nel 1999. Come è possibile? Ricordiamo che la campana ha reso famoso il monastero in Russia e all’estero (vedi [294], pag. 116), la troviamo persino nello stemma di Zvenigorod.

A proposito, chi ha distrutto la campana nel 1941, e in che circostanze esattamente? Non una parola su questo in [294], [422], [943] o [688]. Ci sono altri frammenti della campana a parte quello del museo? Silenzio sepolcrale. L’unico altro frammento della campana che abbiamo visto nella nostra visita al monastero nel 1999 è stato un frammento del batacchio vicino alla torre della campana (vedi fig. 13.73). Non ci sono antichi caratteri su di esso. Bisogna sottolineare come Zvenigorod non sia stata conquistata dall’esercito Tedesco nella seconda guerra mondiale, e che nessun proiettile sia caduto sul monastero in cui la campana è rimasta appesa fino al 1941 ([422], pag. 187). Perciò la distruzione di questa reliquia inestimabile non può essere attribuita ai Nazisti. “Un reggimento dell’Esercito Sovietico era alloggiato nel monastero Sawino-Storozhevskiy durante la Seconda Guerra Mondiale” ([422], pag. 190). Comunque sembra poco probabile che l’esercito Sovietico abbia distrutto l’enorme campana di 35 tonnellate. Dopo tutto il rame non ha nulla a che vedere coi cannoni moderni – fatti di acciaio.

Il libro Antica Zvenigorod ([581]) offre la seguente versione della scomparsa della campana: “Un tentativo di rimuovere la campana per metterla al sicuro fu fatto nel 1941, mentre l’esercito Nazista si avvicinava alla città – comunque la campana si ruppe (il museo di Zvenigorod ha solo dei frammenti a sua disposizione)” ([581], pag. 186). Facciamo che sia andata così e supponiamo che gli storici e gli archeologi abbiano in effetti pianificato di rimuovere la campana e portarla in un luogo sicuro ma, accidentalmente l’abbiano rotta. Si può supporre che scienziati attenti avrebbero chiesto ai distratti operai di raccogliere ogni singolo pezzo della campana, caricarli su camion procurati per il caso specifico e spedirli da qualche parte per metterli al sicuro. Perché dopo la guerra non sono stati esposti tutti i frammenti? Anche una campana mutilata può essere di valore; e forse alcuni di loro avrebbero potuto essere rimessi assieme. Tutto quello che vediamo è un singolo frammento della campana, qv in fig. 13.69. Dov’è il resto? Se non c’è traccia oggi dei singoli frammenti, chi li ha distrutti e come?

Insomma, chi ha rotto la campana? Può essere che sia stata distrutta non appena le circostanze lo abbiano permesso, guerra distruzione e quant’altro? Qualcuno l’ha fatta cadere dalla torre? Chi è stato? Magari le stesse parti che hanno a lungo desiderato che questo unico reperto Russo fosse distrutto poiché rifiutava sfacciatamente di inserirsi nella storia Scaligeriana e Romanoviana, magari approfittando dell’occasione per far sparire un testimone scomodo della vera storia Russa dell’epoca dell’Orda?

Segnaliamo un altro strano fatto riguardo alla campana di Zvenigorod che ci è stato segnalato da V. N. Smolyakov. Sopra riproduciamo l’antico stemma di Zvenigorod con una campana (vedi fig. 13.72). Il libro intitolato Gli Stemmi dell'Impero Russo [162]) contiene una riproduzione dello stemma a pag. 1781, e un altro vicino ad esso, una versione più recente approvata dalla corte reale nel 1883. I due sono radicalmente differenti – la descrizione dell’antico stemma (la versione del 1781) dice che la grande campana è fatta di rame e ha delle scritte in un “alfabeto sconosciuto” su di essa. Mentre nella versione del 1883, approvata dalla corte reale e altri, non c’è traccia dei“segreti alfabeti”. All’improvviso i commentatori cominciarono a riferirsi a “argento” invece che rame: “Una campana d’argento con decorazioni dorate su scudo azzurro” ([162], pag. 56). Nessuna parola sulle lettere misteriose. Ci si può chiedere perché i Romanov abbiano voluto sostituire la campana di rame dello stemma di Zvenigorod per una d’argento, re già che c’erano rimuovendo l’iscrizione “illeggibile”?

Un’altra domanda a cui uno si sente obbligato a questo proposito è se la campana distrutta nel 1941 sia davvero la stessa Grande Campana di Zvenigorod che conosciamo dalle cronache medievali. Dopo tutto, si presume che due simili campane siano state fatte in Zvenigorod. È possibile che la prima, la Grande Campana di Zvenigorod forgiata nel presunto anno 1652, il cui destino “rimane sconosciuto”, sia stata distrutta dai Romanov, che non l’accettavano per qualche ragione. La campana distrutta venne subito dichiarata scomparsa. Un’altra campana fu portata per sostituirla nel presunto anno 1668; questa è la campana che venne distrutta nel 1941. L’“alfabeto segreto” deve essere stato “meno pericoloso” - si può pensare che esistessero certamente altre campane simili con “misteriosi alfabeti” nel XVII-XVIII secolo, così sarebbe stato possibile sostituirne una con un’altra. Comunque, anche questa “meno pericolosa” campana venne distrutta nel 1941, appena si presentò una possibilità adeguata.

V. N. Smolyakov suggerì la seguente idea sul “crittogramma” sulla campana che è parte del vecchio stemma di Zvenigorod (che equivale a una singola parola, qv in 13.72) nella lettera che ci scrisse: “Ho deciso di tentare una traduzione dell’iscrizione usando l’“Alfabeto di Volanskiy’. Daremo una descrizione dettagliata della tabella di Volanskiy, che suggerisce di interpretare le antiche lettere Etrusche come caratteri Cirillici antichi, in Chron5: “Tutte le lettere possono essere identificate con certezza, ad eccezione della seconda che può essere letta sia come LA o AL. Nel secondo caso la parola sarebbe DALDOVKHOM, con un suono perfettamente Slavo. La parola può essere separata in due - DALDOV (cf. daldonit, che si può tradurre come ‘suonare’ or ‘battere’ - vedi il dizionario di V. Dahl, Volume 1, pag. 414) e KHOM, o KHAN - Zar. Sono dell’opinione che l’iscrizione dica “Lo Zar (Khan) delle Campane”. È ovvio che un’affidabile traduzione di una simile breve iscrizione sia un compito piuttosto difficile; comunque la versione riportata è altamente plausibile.

Segnaliamo un altro fatto interessante. Il museo del monastero Sawino-Storozhevskiy in Zvenigorod mette in mostra diversi armamenti di un antico guerriero Russo. Vediamo uno scudo Russo coperto di iscrizioni Arabe (vedi figg. 13.75 e 13.76). Spieghiamo questo fatto sopra, nella prima sezione del presente capitolo.

7. La scrittura Europea prima del XVII secolo, i cosiddetti “crittogrammi Europei”
Tracce di antichi alfabeti che devono essere stati utilizzati prima del XVII-XVIII secolo possono essere trovati anche in Europa. Simili reperti sono normalmente dichiarati illeggibili o crittogrammi, esattamente come la campana di Zvenigorod. La scrittura Etrusca è l’esempio più famoso; lo studieremo attentamente in Chron5. Comunque, a parte gli “illeggibili” testi Etruschi ci sono anche altre “misteriose iscrizioni”.

Consideriamo la scrittura sul fianco sinistro di una delle porte di ingresso della famosa cattedrale Spagnola di Santiago de Compostela visitata da A. T. Fomenko e T. N. Fomenko nel 2000 (vedi fig. 13.77).La nostra copia disegnata della scrittura è riportata in fig. 13.78. Oggi si suppone che stia per la data di fondazione della cattedrale: “Inscritta sul lato sinistro della porta [Platerias Doorway - Aut. ] ... troviamo la data della fondazione della cattedrale, che è ancora un pomo della discordia per gli scienziati moderni. Alcuni di loro sono convinti che si legga 1112 (o 1072 del calendario moderno), altri suggeriscono 1116 (1078) o anche 1141 (1103). All'inizio del XII secolo essa era interpretata come
‘ano 1078’...” ([1059], pag. 38).

È difficile stimare la correttezza dell’interpretazione suggerita dagli storici moderni. Può essere stato scritto in un alfabeto dimenticato o quasi dimenticato che era stato utilizzato nell'Europa occidentale fino al secolo XVI-XVIII (compreso); occorre condurre ulteriori ricerche in questo settore. Nella figura 13.78 (a, b, c, d, e e f) si vedono fotografie della stessa iscrizione che sono state fatte nel 2002. è ovvio che la scritta è stata "restaurata". Nella figura 13.78g vediamo la testa di una chimera, un dettaglio dell'opera d'arte della cattedrale.

Un altro esempio è il seguente. Numerosi strani segni sono stati scoperti sulle pietre nella cattedrale di San Lorenzo a Norimberga, in Germania. La scoperta di questi segni nella torre settentrionale della cattedrale, ad esempio, è avvenuta nel 1908 ([1417], pag.8). Ne riproduciamo alcuni nelle figg. 13.79 e 13.80. Gli storici scrivono quanto segue: "Questi segni sulle pietre sono stati lasciati nel corso dei restauri del XVI secolo" ([1417], pag.8). Si dice inoltre che gli scienziati siano impegnati a studiare i segni, ma il libro ([1417]) non indica nulla che assomigli a una traduzione. Alcuni di essi sono considerati segni particolari di corporazioni dei clan che lavoravano la pietra nel secolo XIV-XVI ( [ 1422] pag. 40).

Questa interpretazione è ovviamente possibile, ma non risolve la questione generale. I misteriosi segni del clan possono essere lettere di un alfabeto dimenticato che è stato usato almeno fino al XVI secolo; in questo caso possono essere le iniziali degli artigiani che hanno realizzato i lavori di restauro.

Si scopre che i testi canonici cristiani non sono stati scritti solo in slavo, greco e latino, ma anche in arabo, qv nella fig. 13.81.
Ultima Modifica 4 Anni 6 Mesi fa da Italo.

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4 Anni 6 Mesi fa #34758 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
ricordo anche le altre scritte incomprensibili chronologia.org/dc/dcboard.php?az=show_m...&mesg_id=59335&page=

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Quindi possiamo intuire che il termine NERO significasse in origine "BRUCIATO".

L'imperatore romano Nero (Nerone, in italiano) è appunto famoso a causa del grande incendio di Roma dell'anno 64. Questa coincidenza potrebbe significare che a quell'epoca il termine "nero" non si era ancora sganciato dal suo significato originario, che quindi gli uomini dell'epoca parlassero una lingua sconosciuta e che Nero non fosse il vero nome dell'imperatore.


A questo punto anche la VIA FLAMINIA e i suoi importanti snodi NARNI e FULGINIUM potrebbero avere lo stesso etimo, così come il vicino fiume Nera (in latino "NAR"), l'odierna Terni (INTERAMNA NAHARS) e San Giovanni PROFIAMMA.

Secondo me questa strada venne ottenuta bruciando la foresta, da cui il nome (secondo la storia convenzionale invece il nome viene dal console che la fece costruire).

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Se "Nerone" viene dall'incendio del 64, "Tiberio" potrebbe venire dall'esondazione del Tevere dell'anno 15 (Tiberio regna dal 14).

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4 Anni 6 Mesi fa #34781 da Italo
Risposta da Italo al topic Nuova Cronologia

ricordo anche le altre scritte incomprensibili chronologia.org/dc/dcboard.php?az=show_m...&mesg_id=59335&page=


Davvero, il cirillico... e chi lo capisce?
Per non parlare del cinese...
ma come scrivono questi?.... :laugh:

Se "Nerone" viene dall'incendio del 64, "Tiberio" potrebbe venire dall'esondazione del Tevere dell'anno 15 (Tiberio regna dal 14).


Certo la strada che hai preso è affascinante ma è più facile impallinarti che con Fomenko... :wink:

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4 Anni 6 Mesi fa #34784 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Italo ha scritto:

Davvero, il cirillico... e chi lo capisce?
Per non parlare del cinese...
ma come scrivono questi?.... :laugh:

sono link ad immagini, cliccate il testo sottolineato!


Certo la strada che hai preso è affascinante ma è più facile impallinarti che con Fomenko... :wink:

allora speriamo che non mi veda Marforio

Dovevo scriverla nel topic della storia nascosta, ma là non c'è più nessuno :blank: Ma se riesco a portare avanti in discorso, alla fine mi ricongiungerò col tema della cronologia. Sono finito a parlare di Nerone perché stavo approfondendo questo translate.google.it/translate?hl=it&sl=r...ron.html&prev=search

… secondo cui Ottaviano Augusto corrisponderebbe ai primi tre Ottoni, Tiberio ad Enrico il Santo, Caligola a Corrado il Salico e Claudio ad Enrico il Nero. Volevo vedere se Enrico il Nero potesse corrispondere a Nerone ("Nerone" era anche uno dei nomi del precedente imperatore Claudio) e se Enrico il Santo (detto anche Claudius, cioè "lo zoppo") potesse corrispondere a Claudio, ("Claudio" era anche uno dei nomi di del precedente imperatore Tiberio).

Cesare
Ottaviano
Tiberio
Caligola
Claudio
Nerone

Ottone il Grande
Ottone II
Ottone III
Enrico il Santo (o "lo zoppo")
Corrado il Salico
Enrico il Nero
Enrico IV (quello di Canossa)

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4 Anni 6 Mesi fa #34810 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia
Riassunto delle puntate precedenti: secondo Andrey Stepanenko in passato il sistema numerico sarebbe stato in base otto; uno degli indizi a supporto di questa teoria potrebbe essere la corrispondenza tra i numeri 53 e 76
453 – caduta di Costantinopoli, 476 – fine dell’Impero d’Occidente;
753 – fondazione di Roma, 776 – prima Olimpiade;
754 – fondazione dello Stato Pontificio, 776 - Carlo Magno conquista l'Italia e dona territori al Papa.

A proposito dello Stato Pontificio, la data della sua istituzione è sospettosamente simile a quella della fondazione di Roma. Convertendo 753 da ottale a decimale, otteniamo 419. La differenza tra queste due date è di 335 anni. Pressappoco è lo stesso scarto che c’è tra l’anno 0 e la fondazione di Costantinopoli nel 330! Quindi possiamo identificare la fondazione di Costantinopoli nell’anno 24 del regno di Costantino (29 se fosse il 335) con un’ipotetica fondazione di Roma nell’anno 27 di Augusto, l’anno 0.

Infatti, dai parallelismi di Fomenko risulta che l’imperatore in carica nell’anno 0, Ottaviano Augusto, corrisponde proprio a Costantino. Il doppione storico, secondo Fomenko, inizia nel 270 con Aureliano, copia di Silla, e termina nel 526 con la morte di Teodorico il Grande, copia di Caracalla; sono quindi 256 anni da togliere alla vera cronologia. In questo modo, dopo il termine nel 235 della dinastia dei Severi, il periodo di anarchia militare dura solo fino al 270 e poi si passa direttamente ai goti.

Quindi:
DINASTIA GIULIO-CLAUDIA - composta da fratelli, figli o mariti delle donne della casata di Cesare
I TRE IMPERATORI FLAVI - Vespasiano e i suoi due figli Tito e Domiziano
DINASTIA DI MARZIA – viene chiamata dinastia degli imperatori adottivi, in realtà si trattava dei fratelli, figli e mariti delle discendenti di Marzia, sorella o cugina della moglie dell’imperatore Tito, membri dell’antica gens Marzia, a cui apparteneva uno dei sette re, Anco Marzio
DINASTIA DEI SEVERI – figli o mariti delle discendenti di Giulio Bassiano, sacerdote del dio Sole
ANARCHIA MILITARE – da Massimino il Trace a Quintillo, fino al 270, che in base otto diventa 517
GOTI – dal 526 (perché Teodorico, che regnò fino al 526, è compreso nel doppione), che in base dieci diventa 277, sette anni dopo Quintillo
LONGOBARDI – durante questo periodo fu fondato lo Stato Pontifico nel 419 alias 754
CARLO MAGNO - il suo regno fu caratterizzato da continue guerre contro diversi popoli e le leggende parlano di una "disfatta di Roncisvalle"

A questo punto, l’anno 453 (806 in base otto) potrebbe essere il 1453, anno della caduta di Costantinopoli, e quindi la cattività avignonese del XIV secolo corrisponderebbe al periodo dei sovrani longobardi, che infatti sono noti per essere sempre stati ostili al papato!
I longobardi avrebbero conquistato l’Italia nel 568, che da ottale a decimale diventa 303, e nel 1303 Filippo il Bello fa arrestare papa Bonifacio. Nel 565 l'imperatore bizantino fa deporre e sequestrare il patriarca di Costantinopoli Eutichio, il cui nome significa “buona sorte” esattamente come Bonifacio!
it.wikipedia.org/wiki/Eutichio
it.wikipedia.org/wiki/Bonifacio_(nome)
Ed Eutichio venne deposto dal vescovo Giovanni III, che aveva lo stesso nome del papa in carica!

Eutichio in seguito fu "reintegrato sul suo seggio patriarcale a furor di popolo.
Bonifacio venne fatto catturare dal re Filippo il Bello, ma “Le numerose ingiurie inferte al papa |…| indussero la città di Anagni a rivoltarsi contro i congiurati e a prendere le difese del papa concittadino. Vi fu pertanto un'inversione di rotta da parte della borghesia di Anagni che mise in fuga i congiurati e liberò il papa”.
Nel sistema ottale D è uguale a CCCC, quindi Eutichio può essere un doppione anche di Martirio di Antiochia, datato al quinto secolo it.wikipedia.org/wiki/Martirio_di_Antiochia

Nel sesto secolo, a Giovanni VIII succede Benedetto I e così, nel tredicesimo secolo, a Bonifacio succede Benedetto XI. A Benedetto I successe Pelagio e a Benedetto XI, Clemente. Clemente trasferì la sede papale in Francia, Pelagio chiese aiuto ai franchi.
Clemente si chiamava Bertrand de Got, quindi portava il nome dei dominatori precedenti ai longobardi!

Riassumendo:
decimo e undicesimo secolo - nascita dell’Impero, fondazione di Costantinopoli
1100 - età dell’oro dell’Impero, eventi evangelici, crociate
1200 - dinastia dei Severi, anarchia militare e goti, architettura gotica
1300 - longobardi, cattività avignonese, peste nera, buio medioevo
1400 - fondazione dello Stato Pontificio, Carlo Magno, conquista ottomana e trasferimento dei romani e delle loro cronache ad ovest

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4 Anni 6 Mesi fa #34826 da Leda1966
Risposta da Leda1966 al topic Nuova Cronologia

Nomit ha scritto:

Italo ha scritto:

Davvero, il cirillico... e chi lo capisce?
Per non parlare del cinese...
ma come scrivono questi?.... :laugh:

sono link ad immagini, cliccate il testo sottolineato!


Certo la strada che hai preso è affascinante ma è più facile impallinarti che con Fomenko... :wink:

allora speriamo che non mi veda Marforio

Dovevo scriverla nel topic della storia nascosta, ma là non c'è più nessuno :blank: Ma se riesco a portare avanti in discorso, alla fine mi ricongiungerò col tema della cronologia. Sono finito a parlare di Nerone perché stavo approfondendo questo translate.google.it/translate?hl=it&sl=r...ron.html&prev=search

… secondo cui Ottaviano Augusto corrisponderebbe ai primi tre Ottoni, Tiberio ad Enrico il Santo, Caligola a Corrado il Salico e Claudio ad Enrico il Nero. Volevo vedere se Enrico il Nero potesse corrispondere a Nerone ("Nerone" era anche uno dei nomi del precedente imperatore Claudio) e se Enrico il Santo (detto anche Claudius, cioè "lo zoppo") potesse corrispondere a Claudio, ("Claudio" era anche uno dei nomi di del precedente imperatore Tiberio).

Cesare
Ottaviano
Tiberio
Caligola
Claudio
Nerone

Ottone il Grande
Ottone II
Ottone III
Enrico il Santo (o "lo zoppo")
Corrado il Salico
Enrico il Nero
Enrico IV (quello di Canossa)


è fantastoria irrazionale, senza le dovute prove archeologiche e stratigrafiche. Se poi Lei non ha studiato storia romana non vedo come possa parlare di ciò

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4 Anni 6 Mesi fa - 4 Anni 6 Mesi fa #34827 da Leda1966
Risposta da Leda1966 al topic Nuova Cronologia
Se notate fra la medaglistica papale, nel 1806 venne coniata la medaglia straordinaria di Pio VII sui restauri del Colosseo. Quindi per voi, essendoci stati dei restauri nel 1806 (anche nel 1806) non furono restauri ma bensì stavano costruendo l'Anfiteatro Flavio?
Ultima Modifica 4 Anni 6 Mesi fa da Leda1966.

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4 Anni 6 Mesi fa #34829 da Nomit
Risposta da Nomit al topic Nuova Cronologia

Leda1966 ha scritto:
Se notate fra la medaglistica papale, nel 1806 venne coniata la medaglia straordinaria di Pio VII sui restauri del Colosseo. Quindi per voi, essendoci stati dei restauri nel 1806 (anche nel 1806) non furono restauri ma bensì stavano costruendo l'Anfiteatro Flavio?

è un'ipotesi, lo stesso Fomenko ne ha parlato


Leda1966 ha scritto:
è fantastoria irrazionale, senza le dovute prove archeologiche e stratigrafiche. Se poi Lei non ha studiato storia romana non vedo come possa parlare di ciò

allora non le piacerà neanche quello che sto per scrivere

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4 Anni 6 Mesi fa #34830 da Leda1966
Risposta da Leda1966 al topic Nuova Cronologia
Lei ha un dottorato di ricerca? Fomenko è un matematico e non dispone di un dottorato in archeologia. Quindi le sue sono chiacchiere. E' come un pastore , un pecoraio che parla di astrofisica. Vi chiedo: dal 1417, ma de facto dal 1555, la Chiesa (intesa come Vaticano) emette ogni anno delle medaglie, dette appunto "annuali", in bronzo, argento ed oro. Spesso, direi quasi sempre, le stesse hanno raffigurazioni pagane inerenti alla romanità : putti, divinità, allegorie con abbigliamenti dell'Era Classica. Questo secondo il vostro modo di ragionare è un esempio di come l'antichità vada spostata al Rinascimento od età barocca perché nelle medaglie vi sono allegorie classiche ? E' solo una curiosità.

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