Negli anni in cui spopolavano i libri/ipotesi di Moody, neuropsichiatra americano, indagatore della fenomenologia delle NDE, anche in Italia c'era chi si interrogava sulla questione pre-morte. Come le ricerche condotte scientificamente da A. Todaro, primario presso gli ospedali Fatebenefratelli di Roma, e A. Pacciolla, psicologo e teologo, anch'egli clinico di vasta esperienza ospedaliera, nonchè docente presso la Pontificia Università. Nel loro lavoro medico ebbero modo di osservare e studiar molti pazienti che in momenti di "morte clinica" furono portatori di strane esperienze. Ossia di una ricca casistica di fenomenologie extrasensoriali, difficilmente spiegabili.
Sodaro e Pacciolla ebbero a riassumere un documento informativo (vedi Ospedali Fatebenefratelli, rivista medico-scientifica-di "Vita Ospedaliera, Roma 1990) tutto quanto si potesse indicare per tali fenomeni. In una tabella schematizzarono quanto segue:
1- Esperienze Cenestesiche, ovvero la "solita"... visione della stanza, spesso dall'alto. Visione di locali adiacenti o lontani (questo mi porta a considerare una linea, una visione-percezione che sta al di là dei nostri attuali sensi). Percezione dei discorsi dei medici, infermieri e parenti. Vision degli apparecchi e procedure mediche. Visione del proprio corpo.
2- Esperienze Trascendenti, ovvero del "solito" tunnel, percezione di luci,visioni di paesaggi, spesso pastorali. Visione panoramica della propria vita. Diversa percezione di tempo e spazio. Incontro con esseri disincarnati. Comunicazione telepatica. (interessantissima) Non desiderio di ritornare. Percezione di Dio (o chi per Lui) in sè.
Ovviamente esistevano ed esistono ipotesi interpretative di carattere per così dire "RAZIONALI", che i due studiosi così sintetizzano come ipotesi "organiche": Variazione pressione endocranica, aumento di CO2, alterazioni del metabolismo cerebrale, scarica endorfinica, allucinazioni.
Ipotesi "psicologiche", ovvero: difesa contro la morte, regressione al servizio dell'io, riattivazione ricordi di nascita, archetipi di Jung, logoterapia e analisi esistenziali.
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L'ipotesi psicologica, vista come difesa per la paura della morte del soggetto, viene spesso presa in considerazione della variazione di pressione endocranica, ovvero l'aumento di CO2 (anidride carbonica) nel sangue. Gli assertori di questa ipotesi accomunano proprio questo al passaggio nel "tunnel". Per sostenere questa ipotesi vanno a rivangare gli anni '50 e gli studi fatti, associati ad inalazione di CO2. In questi casi veniva riferita la sensazione di scendere rapidamente in un tunnel o di essere circondati da luci vive. Ma QUESTA ipotesi prenderebbe in considerazione un SOLO aspetto dell'NDE.
Il cardiologo M.Sabom mise a suo tempo in evidenza casi dove (in corso di NDE) la CO2 era molto più alta della norma, con alterazione del metabolismo cerebrale conseguente ad arresto temporaneo della circolazione. Esistono però casi di pre- morte SENZA arresto della circolazione cerebrale. Note sono anche per le NDE, le interpretazioni come frutto di allucinazioni derivate dallo stress. Ma questa è una ipotesi che non può essere accettata, sia perchè le allucinazioni non potrebbero rispecchiare la realtà vissuta in fase d'incoscienza del paziente che INVECE, è spesso in grado di descrivere con precisione assoluta le procedure mediche e gli apparecchi usati, e sia perchè il fenomeno si è verificato ANCHE in persone con EEG piatto, senza contare che anche le allucinazioni vengono registrate nell'EEG.
Si è voluto poi spiegare le NDE come frutto di una scarica endorfinica. Anche questa ipotesi è inaccettabile, perchè nella "trance" ipnotica profonda, si hanno notevoli scariche endorfiniche, ma mai però i pazienti hanno riferito vere assonanze con le NDE, come non esiste un rapporto di causa ed effetto tra endorfine e allucinazioni. Si dice anche di tener presente le cause psicologiche che si vorrebbe comprendessero la difesa contro la morte, ovvero la sostituzione, in prossimità di un evento inevitabile come la morte, ovvero di una fantasia spiacevole, sostituendola con una serie di "fantasie piacevoli", immaginando così di sopravvivere... Ma anche questa ipotesi va a ramengo in considerazione dell'inaccettabilità delle NDE di bambini al di sotto di un anno.
Questa delle NDE o casi di pre-morte che dir si voglia, è una fenomenologia che dovrebbe interessare tutti i medici del mondo ospedaliero, senza pregiudizi, costituendo la chiave specifica del più radicale problema dell'esistenza umana. Ovvero: può la coscienza sopravvivere alla morte del cervello attraverso un'altra modalità dell"IO"? la autoconsapevolezza, la memoria e l'attività mentale possono davvero estrinsecarsi ed operare mediante un "doppione" astrale, ossia attraverso un campo energetico a sè stante (magari quantistico...) e staccabile dal cervello?
Continua (forse...)