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Aldilà e casi di pre-morte
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Riporto uno stralcio del suo pensiero: "Vivendo in manicomio io credo d'aver scoperto che, oltre l'intelletto, c'è nell'uomo l'anima, e che nessuna malattia, nemmeno la più terribile, può arrivare ad incenerire l'anima. Non a caso, del resto, come si legge nei libri di psichiatria, e come io ho potuto constatare di persona, molti malati di mente, quando si avvicina per loro la morte, diventano quasi di colpo tranquilli, si liberano del carcere della propria follia, tornano sereni. Allora ritrovano anche il linguaggio perduto e chiedono per prima cosa di rivedere i parenti, di riannodar quei legami d'amore che parevano aver infranto per sempre. E tutto questo, da che cosa dipende se non dall'anima che riprende il suo dominio sul corpo ottenebrato dalla malattia?"
Fin qui M. Tobino
Confermo il cambiamento mentale citato da Tobino, ma anche fisico per quanto mi consta, avendo osservato di persona, che prima di morire molte persone con la mente devastata da patologie inguaribili o da deterioramenti senili, cambiano atteggiamento, seppur per pochi attimi, ritrovando una vigoria fisica perduta da tempo, al punto di sedersi sul letto, di parlare correttamente, allungando infine le braccia in avanti citando un parente, per gli astanti invisibile, giunto per accompagnarlo fuori da questa realtà.
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Già solamente con il tono di voce, non è monotona ma parla con differenti modulazioni. Odia l'ordine sociale, le o.gerarchie, non sottostà a niente e nessun.
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Parliamo di attitudini (animiche e non) completamente diverse. I manicomi non c'entrano nulla nel contesto. Volevo semplicemente far considerare l'errore che si configura quando si mettono davanti all'uomo una vista parziale a discapito della sua "equivalenza" spirituale. Non esiste solo una prospettiva espressiva, questo resta un punto di vista parziale, erroneo, come quello di chi, vedendo lontano un uomo, lo prenda per un tronco d'albero. E' come considerare la rappresentazione o lo spettacolo dello schermo cinematografico o televisivo, con tutte le sue sfumature, come fosse una realtà in sé sufficiente, senza considerare il PROIETTORE da cui proviene.
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Parliamo una lingua diversa. Non intendiamo la stessa cosa con la parola "anima". Quel che avevo da dire in questo contesto l'ho detto. Buona continuazione.
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Di norma queste persone che stanno vivendo un vero e proprio effetto pre-morte, si sentono come stordite, frastornate, ma NON impaurite, senza alcuna percezione del tempo, trasportati infine in piena luce fuori dal "tunnel". Una gran luce piena che però non ferisce i loro occhi, così come la mancanza di sensazioni che prima avevano nel corpo fisico. Trovano spesso difficoltà a raccontarsi, alcuni propendono quasi come fossero un pulviscolo, un atomo immersi in quella splendida luminosità irreale, mai vista così "brillante", come facessero parte di una luminosità "sonora", una fusione di luce sonora di cui fanno parte, luce e gioia infinita, immersi in colori indescrivibili ed ebrezza musicale…
Riportano che non avevano più bisogno di guardarsi attorno, perché la sonora musica iridata li penetrava in ogni parte del loro essere (che determinavano come non più fisico), in un'estasi di perfetta felicità, in un non tempo ma nell'infinito. Il loro ritorno nella materia, non è mai felice. Niente per loro sarà più come prima, tantopiù se nel loro vivido "viaggio" hanno avuto l'opportunità di dialogare con persone e conoscenti che non sapevano fossero morti. Che dire, esperienze molto simili per tanti "protagonisti" di pre-morte non possono a mio avviso essere relegate alle coincidenze o al caso, dal momento che alla base di ogni avvenimento esiste sempre un motivo, per quanto oscuro, nascosto o ignorato esso sia.
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Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Malgrado le osservazioni di critici ad oltranza (Polidoro, per dirne uno....), certe visioni dei moribondi si prestano, secondo il mio giudizio, ad essere inevitabilmente considerate indizi di ben altro, di un "quid" reale vicino a loro e da essi percepito effettivamente. Impressionanti, come dicevo, sono gli atteggiamenti di tanti morenti che tendono in avanti le braccia verso "qualcuno" pronunciando un nome, di una persona defunta che conoscevano quando questi era ancora in vita. Ancora più impressionante, anche se più raro, è quando una parte o tutti i presenti sembrano anch'essi scorgere un "qualcosa" più o meno distinto nei pressi del morente
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Non considerando affatto le innumerevoli prove documentate, addirittura di persone cieche fin dalla nascita che hanno descritto le tipologie di strumenti usati dai medici per rianimarli dopo un ECG e/o EEG piatti. "Morenti" in coma che non avrebbero mai potuto spostarsi dalla sala rianimazione, ma che erano in grado di descrivere frasi, volti e vestiari di persone presenti in altre stanze. Molti spiegano questo come "prove" di un distacco (temporaneo), di un "quid" o anima che dir si voglia che, come un terminale argentato che si dilunga in astrale dal corpo fisico. Il già citato Prof. Van Lommel ha a suo tempo dichiarato che casi del genere hanno avuto come prova le dichiarazioni di medici ed infermieri di un intero ospedale.
La LUCE INTENSA visualizzata dai testimoni di pre-morte, viene identificato per i cattolici come la presenza del proprio Dio. Ma è la stessa cosa per i buddisti, per i protestanti, gli indù, i shintoisti, i pai-marire (i Maori), ecc. Almeno così sembra dalle svariate centinaia di migliaia di NDE che si verificano nel mondo. Dagli studiosi, ma anche i semplici ricercatori, la sensazione di "cadere", sono sensazioni che vengono considerati tipici: il suono e il "sibilo" intenso, collegabili al momento che vede l'anima staccarsi dal corpo, la luce vivida emanata da un amore e da una compassione incredibili, con un susseguente (dopo il "ritorno") ragionamento che il fatto di "cadere" e non di salire verso l'alto, è tipico nella casistica di chi ha tentato il suicidio. è accertato che in questi casi è forte la sensazione di "scendere" e non di "salire".
Nelle persone che non sono riuscite a suicidarsi, acquistano la consapevolezza che non ripeteranno mai più quel gesto, con conseguente motivo di apprezzare di più la vita. E' molto importante questo, perchè coloro che esperimentano una NDE dopo un mancato suicidio, considerano il loro gesto un errore. Di più: molti dei "suicidi" hanno sperimentato le cosidette pene "infernali". Da questo si ricava che il "luogo" dove finiscono chi ha intentato un suicidio, non è affatto il conclamato "paradiso", ma qualcosa di simile a ciò che noi rapportiamo all'inferno.
Questo senza fare le pulci all'indottrinamento cattolico.
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Quando non si usano più gli occhi del corpo, ma quelli della mente, la prima cosa di cui ci avvede è che non esistono sorgenti di luce. La luce è ovunque e tutta della stessa gradazione. Non è brillante come raccontato, ma colpisce perchè non produce alcuna ombra, laddove la realtà in cui ci si muove è ancora quella del corpo da dove si esce.
Se da vivi ogni oggetto si manifesta riflettendo la luce che riceve, nel mondo "specchio" (come lo chiamo io) sono gli oggetti che emanano luce, sotto forma di energia vivente se di origine biologica, o sotto forma energia vibrante se materia non biologica.
Ad esempio un armadio ci appare nella forma che conosciamo, ma con tutte le parti lisce che si mostrano come micro-particelle fluttuanti e cangianti (forse gli stessi atomi) e con le linee di forma che invece appaiono scure come se l'energia venisse meno.
In pratica vediamo le forme delle cose come in un negativo, ma le parti libere sembrano muoversi nell'infinitamente piccolo.
Volendo sintetizzare, mentre da questa parte la luce ci consente di vedere le forme e i colori delle cose, con il nostro cervello che elabora la profondità di campo e la tridimensionalità, dall'altra parte vediamo le forme che si propongono direttamente come energia vibrante, fornendoci direttamente l'informazione che ce le fa comprendere interamente.
Difficile spiegarlo meglio. Bisogna andarci per capire.
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