Come ricorda il Prof. Paolo Desogus oggi il famoso articolo di Pier Paolo Pasolini "Cos'è questo golpe? Io so" compie 50 anni. "Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia", scriveva l'intellettuale italiano. E' importante riproporlo oggi nella sua interezza per la sua stroardinaria attualità e per comprendere quanto in basso sia caduto il Corriere della Sera passato a Rampini e Gramellini.
Corriere della Sera, 14 novembre 1974
Cos'è questo golpe? Io so
di Pier Paolo Pasolini
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.
Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1° novembre 1974.
Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.
Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana - si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.
Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.
Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.
È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.
Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro.
Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.
La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.
Inoltre, concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.
Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere.
Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.
Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto.
L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.
Lo so bene che non è il caso - in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può - l'impotente intellettuale è tenuto a servire.
Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.
Fonte L'Antidiplomatico
Pasolini assassinato : pace alla sua anima e stop
Pubblica un paio di nomi (italiani) allora, così ne discutiamo.
solo chi è colluso o chi ancora ignora tale sapere non riesce ad apprezzare la grandezza di Pier Paolo Pasolini...
e per citarne un'altro:
...fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza...
purtroppo non è per tutti, fatevene una ragione...
Non per tutti purtroppo
Certo, lo sapevano e lo sanno tutti che i comunisti le tangenti non le prendevano e non rubavano mai, tutti uomini onesti e retti loro.
Altra frase di Pasolini, fuori contesto, che personalmente aborro:
“Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.”
Io si e quel poco che me ne rimane me lo tengo stretto.
Tra l'altro mi è venuto in mente che qualche "illuminato" politico attuale, in sostanza, ha detto la stessa cosa con frasi tipo : "Ma che se ne fa il popolo della Libertà ?"
Sinceramente nel complesso, trovo che per non dire debole, dico che non è efficace in quel che vuole raggiungere.
A me non dice tanto.
Sui nomi che conosce non mi esprimo. Se è stato ammazzato fu proprio per quella conoscenza.
P2 su tutti .
Lui, Pecorelli, moro, Luciani, tutta gente che ha osato troppo .Tutti silenziati come diceva il divo .
Oggi al confronto solo attori di un film già visto
Ma lui come intelletuale si è sempre definito indipendente
E chi lo decide qual'è il modo ?
Tu ?
Io ?
Qualcuno che scrive qua dentro da anni ?
Mazzucco ?
Per quel che mi riguarda : niente da fare.
Oltretutto il fatto di pensarla tutti allo stesso modo qua dentro, senza confronto e discussione, in un appiattimento beota ed ottuso, è proprio
la miglior arma che ha contro di noi il nemico che sta fuori, genio.
Non c'è colpo di stato peggiore per i potenti, che la presa di coscienza del più malvagio di loro .
Molto più semplicemente credo veda in questo articolo un messaggio che andrebbe condiviso o discusso.
invece "io so" dovrebbe diventare "luogo comune" e forma mentis per fronteggiare la minaccia invisibile che volutamente non si palesa...
Io so, che il re è nudo, e lo so perché lo posso vedere con gli occhi della storia, con gli occhi della vita quotidiana, con gli occhi di chi non gira la testa da un'altra parte...
Che ognuno la pensi in modo diverso non è solo importante ma è addirittura fondamentale, però perde valore quando diventa divisivo.
Memento, divide et impera...
Lo dici giustamente, ed io ci concordo.
Tuttavia devo dirlo e dico che non dovrebbe essere un alibi per non discuterne, e secondo me il rischio può valerne.
In questo caso c'è da giocare, e se non lo si fa vince sempre il super-contendente: il furbo che si muove tra gli immobili.
Un po' retorica, ma quello che voglio dire è che probabilmente mancano quei pezzi di cose che mancano per formare una consapevolezza del passato.
Sono 50 anni che Il Romanzo Delle Stragi (com’è stato poi ribattezzato l’articolo sulla raccolta Scritti Corsari) ci riporta alla Verità, ogni qualvolta il potere ci racconta un mondo inesistente per distaccarci dalla Realtà: è una Buona Medicina che, pur essendo amara, guarisce l’Anima.
Pasolini è ancor oggi il più grande Sacerdote-Martire del culto di Aletheia, che permette di risalire la corrente del fiume dell’oblio per giungere alla Fonte del terribile Vero…. E “la verità vi renderà liberi” (Vangelo di Giovanni - 8, 32): è il culto che celebriamo qui su Luogocomune.
Altro che sinistroide….
Un grande pedagogo, scrisse "Émile ou De l'éducation" sull'educazione dei figli, che abbandono i suoi 5 figli figli in orfanatrofi vari;
per non parlare del fatto che si facesse mantenere dalle sue compagne; alcune erano agiate e se lo potevano permettere, ma l'ultima faceva la sartina, che all'epoca era un eufemismo per indicare una donna che si prostituiva per sopravvivere: come dire mentre lui faceva il filosofo, lei faceva le seghe ai clienti mentre cuciva loro i calzoni.
Non ho una grande stima per costoro.
Negli anni 70 rappresentava l'unica speranza di pulizia contro il potere marcissimo della DC e Berlinguer era una figura integerrima. Infatti e stato ammazzato.
Io personalmente la ritengo un'ideologia non conforme a uno standard di benessere sociale ma come partito era l'unica ancora di salvezza in un sistema orrendo. Esattamente come i 5 stelle 10 anni fa o la Lega nel periodo di Craxi.
Il fatto che poi tutti si siano rivelati peggio di quelli che combattevano non toglie l'idea che comunque avevano raggruppato milioni di persone pulite e civilmente desiderose di un cambiamento. Anche tramite ideologie discutibili.
Per dargli la considerazione che merita non c'è bisogno di concordare con le sue idee politiche, e neanche con l'articolo sopra:
la riconoscenza ed il rispetto vengono per quello che ci ha insegnato come intellettuale, sul come interpretare le vicende sociali, storiche e politiche,
nonché come preparato uomo di lettere, grande umanista,
e pure per il suo impegno civile.
Andrebbero letti e commentati nelle scuole i suoi articoli (non tanto quello sopra, troppo politico di parte).
E da tutto questo, anche ricollegandolo a certe a cose che leggo qua dentro su un Pasolini "non sinistrode", traggo le mie conclusioni.
Detto per inciso Pasolini lo stimo pure io, ma la stima non mi offusca il cervello.
Anche io se sento parlare di "uomo" mi viene in mente Stalin, Pol Pot, qualche serial killer, ecc.
A me Pasolini intriga perché
1) crocifiggeva crocifiggendosi
2) guardava ben oltre l'apparenza
3) benché comunista stimava la figura di Cristo
A lei, di grazia, perché viene di accostare Pasolini a Rousseau?
Prima di sputtanare qualcuno è carino argomentare.
Donald J. Trump via X @realDonaldTrump
Donald J. Trump
I am thrilled to announce Robert F. Kennedy Jr. as The United States Secretary of Health and Human Services (HHS). For too long, Americans have been crushed by the industrial food complex and drug companies who have engaged in deception, misinformation, and disinformation when it comes to Public Health. The Safety and Health of all Americans is the most important role of any Administration, and HHS will play a big role in helping ensure that everybody will be protected from harmful chemicals, pollutants, pesticides, pharmaceutical products, and food additives that have contributed to the overwhelming Health Crisis in this Country. Mr. Kennedy will restore these Agencies to the traditions of Gold Standard Scientific Research, and beacons of Transparency, to end the Chronic Disease epidemic, and to Make America Great and Healthy Again!
.
Sono entusiasta di annunciare Robert F. Kennedy Jr. come Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS). Per troppo tempo, gli americani sono stati schiacciati dal complesso alimentare industriale e dalle aziende farmaceutiche che hanno commesso inganni, disinformazione e informazioni errate quando si tratta di Salute Pubblica. La sicurezza e la salute di tutti gli americani sono il ruolo più importante di qualsiasi Amministrazione e l'HHS svolgerà un ruolo importante nell'aiutare a garantire che tutti siano protetti da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla travolgente Crisi Sanitaria in questo Paese. Il signor Kennedy ripristinerà queste Agenzie alle tradizioni della Ricerca Scientifica Gold Standard e ai fari della Trasparenza, per porre fine all'epidemia di Malattie Croniche e per Rendere l'America di Nuovo Grande e Sana!
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10:13 PM · 14 nov 2024 72,9 Mln visualizzazioni
x.com/realDonaldTrump/status/1857170020427595797
Lui dice: "Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, ..."
Pasolini ci sta dicendo che non servono prove tangibili per capire chi siano i veri colpevoli. Basta ragionare, basta capire le logiche del potere, e ai nomi ci arrivi da solo.
Se si fa parte di un Sistema si è oggettivamente tutti coinvolti, non varia granché in base al grado di responsabilità.
Anche un servo ha il suo peso specifico ed anzi è ancora più odioso quando, da tradizione, si giustifica "eh, ma eseguivo solo ordini"
Se vuoi rispondere a questo commento fai vedere che tu hai le “palle” e, a differenza di #3unkle 72, che ti chiede di fare un paio di nomi, io ti chiedo di farne solo uno, IL TUO, firmando quello che scrivi.
La raccolta completa degli articoli di PPP la trovate nel saggio:
Dante Bertello.
OT
Non entro nel merito dell'articolo in quanto sono un ignorante di prima categoria, ma una cosa la devo dire.
@ Ciak e tutti quelli che "avete rotto le balle con il mito di Pasolini".
Se non vi piace l'argomento non seguite il thread.
Nessuno vi punta la pistola alla schiena tanto meno ve lo ha ordinato il medico, men che meno potete dire (anche velatamente) agli altri di non parlare.
Le divergenze di opinioni si possono dibattere ma non limitare.
LuogoComune è un sito (una mosca bianca) dove ognuno può esprimere liberamente la propria opinione e discutere di qualsiasi argomento senza che si impongano censure o limitazioni qualsiasi, tipo "avete rotto le balle con il mito di Pasolini"
Detta in francese: "Andate a cagare!"
Eccheccazzo!!
Fine dello sfogo OT
Pasolini è figlio del suo tempo, e si merita la massima stima. Ma abbiamo poi visto che anche facendo i nomi e mostrando le prove, in concreto non cambia niente:
- Per il 9/11 abbiamo mostrato le prove e abbiamo fatto i nomi: Dick Cheney e Donald Rumsfeld. Sono così potenti che nessuno si è azzardato a toccarli.
- Per il coronavirus abbiamo mostrato le prove e abbiamo fatto i nomi: Antony Fauci, Bill Gates, e Neil Ferguson. Sono così potenti che nessuno si è azzardato a toccarli.
- Per il disastro iracheno abbiamo mostrato le prove, abbiamo fatto i nomi (Colin Powell, Tony Blair), qui addirittura l'intera popolazione mondiale sa che è stata una truffa criminale. Ma nessuno si è azzardato a toccarli.
Taviani confidò al direttore : “…dico che certe bombe, quelle attribuite alla sinistra, le abbiamo messe noi”.
Buscaroli chiese se per “loro” intendesse la DC (Taviani era democristiano), ma il ministro disse no, noi Ministero dell’Interno (si può trovare traccia dell’intervista anche nel saggio:”Dalla Parte dei Vinti” P.Buscaroli, ed. Mondadori pag. 463).
Un altro ex Ministro degli Interni che fece un’affermazione simile fu Francesco Cossiga che, alla pagina 127 del saggio “FOTTI IL POTERE”, Aliberti editore, scrisse: “ … l’eco dello scoppio di alcune bombette piazzate apposta per non far male a nessuno, il tutto sotto elezioni, furono, ai tempi della Prima repubblica, in molti casi opera dell’Ufficio Affari riservati del Ministero dell’Interno...”
Dante Bertello.
È il "potere" ad essere arrogante, e questo si evince con chiarezza dal pensiero di Pasolini, ma non è necessario né obbligatorio leggerlo dal suo lavoro. Per chi ne ha sensibilità si evince facilmente...
Pasolini elabora un pensiero alto e un pensiero altro e ci fornisce le chiavi per trovare "la via" che conduce verso la verità, sempre nascosta ai più...
Senza obblighi per nessuno, ma chi sente questa impellenza di chiarezza può mostrarsi con il suo nome. Il nickname, se non sei un'agente segreto, è un dito dietro cui nascondersi...
Conosco alcuni di voi da tempo (anche personalmente).. siete tutti amici stimati. Grazie... chissà cosa avrebbe pensato Pasolini di Luogocomune...
Sergio Anderloni
Perché dalla sua morte ad oggi non è cambiato nulla, anzi e tutto drammaticamente peggiorato .
Magari stava per dircelo, se non fosse morto ammazzato proprio dal quel potere..
A volte penso che essere intelligenti a questo mondo porti più sofferenze che gioie.
Pasolini non era un dio, era un'Uomo... un grande uomo, una mente lucida.
Egli ci ha mostrato che la vita, anche se effimera, ha un valore alto se vissuta nella continua ricerca delle verità (il plurale non è un'errore). La morte è un passaggio, è una compagna indissolubile...
...buoni compagni di vita a tutti voi...
Il PCI non è stato un oggetto statico, finito, definito e immutabile. È stato, un organismo sociale vivente, con una sua nascita/evoluzione/involuzione/morte. È innegabile che rappresentò un positivo movimento di massa a cui spettano i ‘principali meriti per tutta la legislazione “sociale” italiana e per i “diritti” politici e del lavoro conquistati con dure lotte. Ad esempio il divorzio fu conquista soprattutto comunista, il peso dei radicali fu ridicolo. Detto questo come ogni organizzazione sociale “pericolosa” per il sistema capitalistico fu osteggiata e infiltrata…. È evidente il suo percorso involutivo, e del resto con dentro gente come Napolitano, D’Alema, Veltroni, Occhetto il suo destino era segnato… Ma prima della “malattia e della morte” svolse un grande ruolo positivo nella storia italiana. L’unica reale opposizione.
E nonostante Pasolini si riferisca al PCI ancora di massa e di lotta (anche se già ammalato), oltre alle lodi svolge anche critiche: il PCI che è diventato potere, insofferente verso le libertà e le critiche che intellettuali “ribelli” e “spezzoni “rivoluzionari” svolgevano contro governo, stato e lo stesso partito.
Pasolini, una grande mente, libera.
La sua teoria sul “doppio complotto stragista” (il complotto della strategia della tensione è il primo grande complotto finito nei nostri libri di storia e universalmente riconosciuto, ma di cui fanno finta di dimenticarsi per sostenere l’inesistenza dei complotti): uno in funzione anticomunista (contro l’unica vera opposizione di classe) e l’altro in funzione “antifascista” (per creare la mitologia antifascista a sostegno dello stato) è a mio avviso geniale. Attualissimo: ci spiega come e perché lo stato “antifascista” appoggia nazisti e guerre imperialiste.
Ma davanti a un monitor non ti serve saperlo..
Pia illusione, perchè gli stronzi sono dappertutto:
Nel periodo covid ci sono stati alcuni atenei che hanno violato ogni legge dalla Costituzione a scendere, e che chiedevano il greenpass rinforzato come requisito indispensabile pur di consentirti di discutere la tesi...
Recentemente c'erano atenei che bandivano l'accesso agli studenti russi e/o che hanno rimosso i testi russi dalle biblioteche universitarie...
Capito? L'apice dell'insegnamento statale, mica una scuolina di paese con un rettore particolarmente retrogrado.
...che continua attualmente con il dualismo tra il blocco occidentale (i buoni) e la Russia (i cattivi)… ma non confondiamo il comunismo di allora con la sinistra di oggi...
...oggi non solo in Italia, ma certamente non in eguale misura dovunque...
...correttezza politica - politicaly correctness...
...immunità parlamentare? Come è stato anche per i medici? E del servile giornalismo invece che dire?…
Se mancasse l’immunità potrebbe essere diverso?...
Il pensiero e nemico dell'azione
...si rischia di sparare prima di aver chiesto chi é...
Grande Sergio!
Adesso anche tu fai parte del ristrettissimo club presente sul sito assieme a Guido Giors, Andrea Cavalleri, Massimo Lo Iacono, Luciana Gilardoni,
Angelo Martone, Gianluca Montuschi, Christian Pirani, Leone Crivelli, Piero Costa, Simone Portinari, Simone Zampini, Sandro Paparozzi, Roberto Piliosini, Riccardo Magnani, Nicholas Owen, Maurizio Antolini, Maurizio Agostini, Giuseppe Di Falco, Gino Sighicelli, Gianni Aulicino, Gabriele Ricci, Ernesto Valli, Antonio Silvestro, Andrea Bini, Alessandro Buzzoni, Alessio Piana. (scusate se ne ho dimenticato qualcuno)
Del resto neppure Massimo avrebbe il seguito e la credibilità che ha conquistato in tutti questi anni, se non ci avesse messo nome e faccia.
In quanti si fiderebbero delle cose che ha pubblicato se si firmasse con un che so… “Oscuro & Difficile”?
Dante Bertello.
Poi. Diceva di sapere questo e quello, i nomi e i fatti. E parla no? Sputtanali tutti! No. Zitto. Almeno lascia un documento bomba in caso di morte, visto che sai tutto. No, nulla.
Per questo Pasolini mi ha rotto il cazzo e scusate per il francesismo.
A Pasolini è stata tesa una trappola. È stato ucciso da un gruppo di fascisti e qualche elemento della criminalità organizzata guidati dai servizi. È stato ucciso su mandato della NATO (ovvero della CIA e dello "stato profondo" diremmo oggi). Semplicemente, come scrisse nell'articolo, aveva capito chi c'era dietro le stragi italiane, come funzionava il tutto e sopratutto cosa stava per arrivare. Probabilmente era anche riuscito ad ottenere informazioni riservate su alcuni personaggi implicati nelle manovre. Ma la sua vera colpa era, non solo di essere credibile, ma anche di essere un cane sciolto poco incline al guinzaglio.
Quindi la messa in scena mediatica. Una vera e propria operazione psicologica di demolizione del personaggio, dell'intellettuale e della sua credibilità tesa a delegittimare e demonizzare il "frocio" che "pagava i ragazzini" agli occhi degli italiani che ancora oggi funziona.
La cosa su cui bisognerebbe interrogarsi semmai è come mai, ancora oggi, benché la vera dinamica della sua morte sia dimostrabile, nessun giornalista o autore (se non pochissimi e spesso isolati) si azzardi a parlarne. Basti pensare a quell'imbecille di Abel Ferrara.
Questo per almeno rendere un po' di giustizia a quel povero cristo.
Pasolini era una spina nel fianco potere
Secondo Del Noce il comunismo si sarebbe suicidato nelle braccia del capitalismo, i comunisti sarebbero diventati agenti della nuova borghesia cinica e permissiva, braccio secolare della nuova rivoluzione dei diritti civili contro la tradizione, la chiesa e la civiltà cristiana.
Per Del Noce era rimasto irrealizzato e tradito tutto ciò che aveva di grande il socialismo, a cominciare dalla denuncia dell’alienazione; la nuova sinistra aveva invece traghettato la società cristiano-borghese nella società neo-borghese di massa, dominata dall’ateismo pratico.
Lo scriveva prima della caduta del Muro di Berlino, sin dai primi anni ’70.
E direi che la profezia sia stata azzeccata egregiamente.
"La differenza tra i conservatori e Pasolini fu che i primi lo erano nel nome del padre, da cui il loro paternalismo autoritario, lui lo era invece nel nome della madre.
In quella differenza c'è la sua omosessualità. All'amor patrio Pasolini preferì l'amor matrio.
Più che le radici amava le matrici: la madre terra, la madre Chiesa e la madre lingua"
Concordo.
Non sono mai stato un grande fan dei cosiddetti "intellettuali" (cosa vuol dire esattamente?)
Giudicare le capacità di una persona, metterne in dubbio l'onestà e la competenza, in base al proprio orientamento politico, non è da persona intelligente.
Poi dividere il mondo in buoni e cattivi (comunisti e fascisti), è già di per sé imbarazzante quanto banale.
Fondamentalmente è questo l'aspetto che più di tutti mi ha portato a considerare Pasolini al pari degli altri.
E comunque, la letteratura non è mai stata il mio forte, quindi non sono credibile.
petalidiloto.com/.../...
Un altro suo articolo parla di un presunto movente esoterico:
petalidiloto.com/.../...
Vero come vero e' che forse e dico forse non ha fatto in tempo a farli i nomi, visto che da li' a breve e' stato ammazzato.
Poi non e' mai stato completamente di parte visto che dopo gli scontri di valle giulia difese i proletari in divisa invece che i "fighetti" sessantottini.
#45 dentebert
Visto che siamo in vena di presentazioni mi presento anche io.....Spartaco Avolio alias Starburst3.
Il fiume chi la fa' l'aspetti e' sempre li' con le sue rive comode-comode.
Con tutta la buona cronaca, la telenovela politica, il risiko e tutti i fatti secondari con cui riempiono le pagine oggi, non ci sarebbe certo spazio per una testimonianza simile; e non solo sul Corriere, ma su tutti i quotidiani.
Il fiume chi la fa' l'aspetti e' sempre li' con le sue rive comode-comode.
assodato cio' oggi siamo in ben altro scenario dove i massoni volevano fare all-in mondiale invece gli e' rimasto solo l'occidente decadente :
basta a parlare dei miti del 20° secolo , il 21° e' molto + attuale e interessante
Respira
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Prima di esprimersi su "il potere" cosa e' e cosa non e', consiglio di leggere le opere di Paulo Freire. Fenomenale pedagogo. Almeno possiamo capire ciascuno di noi che posto occupiamo e cosa eventualmente si possa fare per cambiare.
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Cara signora danielas, (non per Pratolini), ma posso dirle anche io "c'ero". Tuttavia a me sembra purtroppo, che non e' sufficiente esserci stati, nel senso di contemporanei, per capire. Ho apprezzato molto il passaggio direi romantico che ne ha fatto Nanni Moretti in uno dei suoi film di alcuni anni fa. Per Pasolini una statua al ricordo in un campo di sterpaglie... dov'era? ad Ostia? noi italiani siamo sta gente qua.. dimentichiamo tutto.. non abbiamo alcun rispetto dei nostri morti.
Come già avevo provato a dire ad utenti come "Venusia" o ai più giovani (perché anch'io "c'ero"), Pasolini non era un dio ma era un'Uomo con con tutta la meraviglia e i limiti di un'esistenza.
Alcune persone sono speciali perché ci possono aiutare a capire, ad analizzare, e anche indicare un percorso, ma poi sta a noi continuarlo o trovarne altri ancora. Non dobbiamo aspettare un salvatore della patria perfetto e inattaccabile, perché queste figure mitiche nella realtà non esistono e la storia ci dice che quando compaiono sono spesso ambigue se non addirittura cavalli di troia (M5s docet).
"Io so i nomi dei responsabili...", come Pasolini stesso rammenta, sono quelli che in molti sappiamo, ma difficilmente sono svelabili perché mancano le prove... ma io aggiungo perché oggi mancano consapevolezza, conoscenza e volontà.
...non rattristatevi anime perse, alzate il culo e scendete in piazza, finché il nome di Pasolini e di tanti altri come lui saranno ancora pronunciabili!!!
(Tre punti esclamativi saranno troppi? Mah...)
Leggo or ora l’articolo pasoliniano.
Certo che per essere un intellettuale scriveva proprio male… ma male, male, male!
Sicuramente ingenuo e comunque sopravvalutato e pubblicato solo perché era "de sinistra" (inoltre scriveva in un italiano da cani).
Un Del Noce, un Preve, un Buscaroli che avessero scritto le stesse cose, non sarebbero mai stati pubblicati dal mainstream di allora, in quanto di destra e quindi "fascisti".
Pasolini ha avuto alcune intuizioni profetiche (ma, ripeto, non solo lui...), esempio sul potere manipolatorio/ipnotico della televisione, sull'importanza del mondo contadino/patriarcale in voluto disfacimento.
Purtroppo era pure lui obnubilato dall'incrostazione marxista e questo non gli ha permesso di "andare oltre".
A chi, inoltre, glorifica il PCI di quel tempo, ricordo che il grande latifondista sardo, il marchese Enrico Berlinguer, nel 1973 ebbe a pronunciare la famosa frase: "Mi sento più sicuro sotto l'ombrello della NATO".
E qui non c'è altro da aggiungere.
Il PCI è SEMPRE stato, fin dal 1943, come il PD oggi, il braccio operativo degli inglesi, con più a monte, come burattinaio, il vero potere giudaico sovranazionale.
Pasolini ha firmato probabilmente la propria condanna a morte col suo libro incompiuto "Petrolio" dove chiaramente faceva intuire chi fosse il referente degli inglesi per mezzo della P2, di cui fu il vero capo: Eugenio Cefis, che succedette (che caso...!) a Enrico Mattei dopo il suo assassinio.
Pasolini ebbe modo di conoscere i veri mandanti e motivazioni delle stragi di piazza Fontana, piazza della Loggia, Peteano ed altre.
E molto probabilmente, anzi, sicuramente, seppe di Stay Behind.
E questo lo condannò.
Forse, se avesse fatto i nomi, si sarebbe salvato a prezzo, però, della propria damnatio memoriæ e dall'uscita dal circuito dei cosiddetti "intellettuali" (termine ridicolo utilizzato auto-referenzialmente dai cialtroni di sinistra).
Sarebbe stato fatto uscire dal sistema.
E lui, che si sentiva una primadonna, non lo avrebbe mai e poi mai sopportato.
perlomeno chi lo vuole/puo' fare ; non gli antogonisti da salotto di cui l'Italia e' piena .
Ho quindi avuto occasione di sentir parlare di P.P.P., di ascoltare varie trasmissioni televisive in cui era intervistato o in cui partecipava a dibattiti politici, invitato dai presentatori dei programmi.
Avevo l'età per capire bene.
Ricordo una sua affermazione, a proposito di una domanda che gli era stata posta, riguardo la presenza o esistenza al presente di un certo "fascismo".
Egli rispose che non c'era, o che non vedeva un certo "fascismo", ma che era invece presente una certa cosa, che lui definì "fascism' ", senza vocale finale, ma con l'apostrofo, come ebbe a precisare.
E ribadì una seconda volta tale affermazione.
La frase mi colpì appieno, e mi fece comprendere che egli aveva perfettamente inquadrato il problema.
Se qualcuno oggi mi ponesse la stessa domanda a lui rivolta, risponderei con le sue stesse parole.
Questa mia affermazione, ovviamente, mi colloca in questo forum da una parte ben precisa, dato che chiunque può capire da sè.
Ho visto molti film di Pasolini, e letto abbastanza.
Trovo che il suo modo di scrivere sia lineare. Non mi sembra un cane che scrive con i piedi. Trovo molto livore in chi giudica la sua scrittura in tal modo.
Quanto ai film, quelli che mi hanno colpito in modo particolare, per il contenuto di denuncia di aspetti della realtà umana, sono stati: "Porcile" e "Salò o le 120 giornate di Sodoma".
Certamente gli altri suoi film potrebbero essere giudicati più validi sul piano artistico, ma questi due mi hanno colpito per il sarcasmo con il quale ha voluto giudicare costumi ed eventi.
È lo stesso sarcasmo che io nutro personalmente per gli stessi argomenti, per i fatti storici e per certe abitudini di un certo tipo di società.
Siccome ho letto le opere del Divin Marchese, dalle quali ho tratto una consapevolezza non moralistica delle umane vicende, non è alla morale spicciola che faccio riferimento.
Io leggo invece un certo grado di putrefazione dei valori di una certa società, appiattita sulle apparenze, sulle convenienze, sull'ipocrisia, piuttosto che sui valori e sui bisogni reali delle persone autentiche, quelle che più in passato aspiravano ad un riscatto sociale, a difendere la dignità della condizione di essere ultimi e di aspirare ad un futuro di giustizia sociale.
Anche per questo mi piace Pasolini.
Ed oggi, in cui questa degenerazione avanza, in cui la conoscenza e l'istruzione di massa, pilotate dalla disinformazione e dalla ricerca di un falso benessere, hanno corrotto i valori più genuini del popolo, diventa più difficile sperare che da questa stessa società possa nascere ed elevarsi una forza, una energia che riporti l'uomo alla concretezza del vivere in comune senza barriere o divisioni.
Stranamente, nonostante molti decenni che li separano, ho intravisto un certo filo conduttore fra Parini e Pasolini.
Ho adorato Parini leggendo "Il Giorno".
E tornando ai due film sopra citati, secondo me, coloro che da essi sono stati punti, perché si sono riconosciuti idealmente come oggetti del suo sarcasmo, ne hanno ben donde per disprezzarlo.
Francamente non saprei come mi abbia cambiato la vita, ma naturalmente non posso applicare lo stesso criterio di valutazione su di te ed altri a seguire.
Adesso abbiamo l'astro nascente Ciak, che ci illuminerà durante il cammino verso l'lluminazione.
tenetevi i vostri eroi storici ; ora siamo ne 2024 , svegliatevi ....................
Parlo per me: se sono sveglio lo devo proprio ad eroi “ingenui” come Ernesto Guevara e Pier Paolo Pasolini.
Entrambi Poeti e figli del proprio tempo.
Entrambi imbarazzanti per chi si limita a “parolare”: loro, infatti, agivano.
Fatti, non parole: citando Silver Nervuti, “l’avete capita, o ve la devo spiegare?”
Comprendo l’imbarazzo, ma non lo giustifico: il passato serve a non ripetere gli errori già fatti: si chiama esperienza e serve a chi, oggi, non si limita a “parolare”, ma agisce.
Grazie per il post.
PS: il tuo nick mi rimanda ad uno straordinario racconto breve di fantascienza che amo da sempre: "Fiori per Algernon"... c'è qualche collegamento o è solo un caso?
tks