Riccardo Muti ha pubblicato questa sua lettera sul Corriere della Sera.
Ottant'anni a breve e mi sono stancato della vita. È un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo... come nel Falstaff, 'tutto declina'.
Ho avuto la fortuna di crescere negli anni 50, di frequentare il liceo di Molfetta dove aveva studiato Salvemini, con professori non severi, severissimi... Rimpiango la serietà.
Rimpiango lo spirito con cui Federico II fece scolpire sulla porta di Capua, sotto il busto di Pier delle Vigne e di Taddeo da Sessa, il motto: 'Intrent securi qui quaerunt vivere puri' (Entrino sicuri coloro che intendono vivere onestamente). Questa è la politica dell’immigrazione e dell’integrazione che servirebbe...
Non so se dopo la morte davvero ci rivedremo in un mondo migliore... non lo so. Certo non nei Campi Elisi. Spero ci sia tanta luce... mi basta che non ci sia la metempsicosi. Non ho voglia di rinascere, tanto meno ragno o topo, ma neanche leone. Una vita è più che sufficiente».
Ho avuto una formazione cattolica. Ho ammirato molto papa Ratzinger, anche come magnifico musicista. Non credo nei santini di Gesù biondo. Dentro di noi c’è un’energia cosmica che ci sopravvive, perché è divina. Ricordo la morte di mia madre Gilda: ebbi netta la sensazione che il suo corpo diventasse pesante come marmo, mentre si liberava un flusso, l’energia vitale...
Il lockdown l'ho passato a studiare, ma a parte lo studio, è stato orribile. La disumanizzazione si è fatta ancora più profonda. La mancanza di rapporti umani è terrificante. Entri al ristorante e vedi al tavolo cinque persone tutte chine sul loro smartphone... Io non lo posseggo e non lo voglio...
La tv avrebbe dovuto approfittare del lockdown per fare trasmissioni educative.Invece, a parte qualche bel documentario, siamo stati invasi da virologi, da sedicenti 'scienziati'. Per me scienziato era Guglielmo Marconi!... La banalità della tv e della Rete, questo divertimento superficiale, la mancanza di colloquio mi preoccupano molto per la formazione dei giovani.
Non sono né di destra né di sinistra... Sono tra quelli che tentano di dare indicazioni utili... Io sono nato uomo libero e tale rimango. Sono cresciuto con dettami salveminiani, socialista non bolscevico. Non mi sono mai affiliato a una congrega...
C’è un eccesso di politicamente corretto anche nella musica... con il Metoo, Da Ponte e Mozart finirebbero in galera.
Definiscono Bach, Beethoven, Schubert 'musica colonialista': ma come si fa? Schubert poi era una persona dolcissima...
C’è un movimento secondo cui dovrebbe esserci un equilibrio tra uomini, donne, colori di pelle diversi, transgender, in modo che tutte le questioni sociali, etniche, genetiche siano rappresentate. Lo trovo molto strano. La scelta va fatta in base al valore e al talento. Senza discriminazioni, in un senso o nell’altro.
Credo nei viaggi dell’amicizia e della pace. Non lavori per il successo, la quantità di applausi e articoli ma lo fai perché capisci che la tua professione è una missione...
Non ho paura della morte... Mi dispiace lasciare gli affetti... Da ragazzi andavamo la sera al cimitero a vedere i fuochi fatui. Ho conosciuto l’ultima prefica, Giustina: raccontava i pregi del morto, disteso sul letto nell’unica stanza della casa, la porta aperta sulla strada, alle pareti la foto del fratello bersagliere e dello zio ardito…
Un mondo semplice e fantastico, che mi manca moltissimo. Per questo le dico che appartengo a un’altra epoca. Oggi il mondo va così veloce, travolge tutto, anche queste cose semplici, che sono di una profonda umanità...
Ai miei funerali non voglio applausi. Sono cresciuto in un mondo in cui ai funerali c’era un silenzio terrificante... Quando sarà il mio turno, vorrei il silenzio assoluto. Se qualcuno applaude, giuro che torno a disturbarlo di notte, nei momenti più intimi...
Riccardo Muti
Comunque sia, auguroni e buon viaggio.
TROPPO TARDI MAESTRO
Le uniche "tare" di tipo culturale sono quelle che riguardano la sua scala di valori (Marconi grande scienziato, ammirazione per Ratzinger), ma non vedo secondi fini in questa lettera.
Vorrei sapere cosa ha fatto lui per evitare che si arrivasse a questo punto, tanto più che è la sua generazione ad essere maggiormente colpevole, per quello che sta accadendo ora.
Potendo contare sulla sua notorietà, se avesse provato a far aprire gli occhi alla gente, raccontando le storture, che immagino vedesse e capisse prima degli altri essendo un privilegiato, magari le brutture che vediamo quotidianamente sarebbero successe ugualmente, ma almeno oggi potrebbe dire di avere provato a migliorare il Mondo nel quale vive (male).
Dante Bertello
di allievi di direzione, accompagnamento e canto d'opera.
Resto sempre incantato da questi profondi conoscitori della materia musicale, intere partiture sviscerate con una semplicità incredibile, anche le sfumature più indefinite assumono un importanza fondamentale, che i nostri orecchi
quasi profani, faticano ad individuare.
Mi ha ricordato un intervista a Carla Fracci altro personaggio immenso, poco prima della sua dipartita.
Questo tipo di persone ha avuto un talento così grande e impegnativo, da far passare tutto il resto come
un noioso riempitivo. Anche la Fracci non temeva la morte, anzi, si augurava proprio che non ci fosse
null'altro dopo di essa, d'altronde cosa potrebbero augurarsi di meglio, quando la loro vita è stata così
gratificante e piena?
Il paradiso è la consolazione dei mediocri.
Tanto vale aspettarlo con ottimismo, in fin dei conti la propria morte è il momento più importante e conclusivo, direi l'unica cosa veramente seria che possa capitarci..Ah,ah,ah..
care al Pd (italiano e mondiale), tipo il politically correct.
Questo può non piacere a qualcuno.
Il corriere della sera ha riportato così nel titolo
"Riccardo Muti: «Mi sono stancato della vita. I direttori gesticolano e studiano poco»"
corriere.it/.../...
Nessun riferimento nel titolo alle accuse sul politically correct, alla invasione di virologi in tv e a una certa manifestazione di insofferenza nei confronti del lockdown.
Per me è un peccato che abbia scritto quello che ha scritto, e che gli sia stata data questa visibilità.
Ci sono persone sfortunate, che hanno handicap o problemi economici o sociali senza alcuna colpa, che hanno più volte pensato al suicidio ma che trovano la forza di tirare avanti.
Nuti è un privilegiato e un uomo di grande successo, se è consentito ad uno come lui parlare di fine vita solo per questo suo "malessere culturale", allora si aprono porte molto pericolose.
www.youtube.com/.../
siamo alla frutta, che schifo!
(Giacomo Leopardi)
@Miles
Non avrei saputo usare parole migliori.
Ha mantenuto vivi dei valori, in particolare la cultura musicale.
Cosa ce ne facciamo della libertà se immersi nell'ignoranza?
Andare in piazza è indubbiamente utile ma per salvare cosa?
Muti ha preservato quel "cosa".
Piccio.
Sono d'accordo con Massimo riguardo alle uniche "tare" della riflessione di Muti.
"Le uniche "tare" di tipo culturale sono quelle che riguardano la sua scala di valori (Marconi grande scienziato, ammirazione per Ratzinger), ma non vedo secondi fini in questa lettera".
Negli ultimi 16 anni l'hanno cancellato dalla scena musicale. E stiamo parlando di uno dei più grandi interpreti del settore nell'ultimo secolo.
Non credo che se avesse fatto parte di qualche congrega avrebbe mai subito questo trattamento.
A meno che non facesse parte dell'Opus Dei. Unico vero organismo di sovragestione perdente in questo periodo storico. Ma da quello che scrive è da escludersi anche questo
Condivido inoltre quanto scritto in merito alle "tare" e sottolineo che non possiamo fermarci a fare i "pignoli" teniamo presente chi è Muti e la visibilità che rappresenta... anzi a proposito di questo, o questa dichiarazione passa inosservata, o a breve assisteremo ad una valanga di merda stile Bocelli.
-- "Un mondo semplice e fantastico, che mi manca moltissimo. Per questo le dico che appartengo a un’altra epoca. Oggi il mondo va così veloce, travolge tutto, anche queste cose semplici, che sono di una profonda umanità... "
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Condivido questo passaggio, pur non avendo la sua età (stanno però arrivando i 50 orcocan...). Per una volta lasciamo la politica fuori dalla Scala... fai uno sforzo Sertes.
Le epoche corrono veloci, si accavallano, non ci si raccapezza più, in pochi anni si sono costruiti interi rioni, si va di fretta, non ci si riconosce più, tutto è diretto all'attimo (che da par suo sfugge...), alla ricerca sfrenata dell'avere e del non dare. Rimpiango mio padre, il suo orticello, le carezze di mia nonna, le ferie presso di lei in campagna. Ricordo una sua chioccia che covò, tra le sue, anche due uova di fagiana...
Non dimenticare i valori più semplici, dovrebbe stimolare una saggia curiosità sul nostro passato, quello che ci ha visti coinvolti assieme ai nostri cari.
Un saluto
Cosa ce ne facciamo della conoscenza se siamo schiavi? Anche perché chi ci vuole schiavi farà di tutto per lasciarci nell’ignoranza, altrimenti sarebbe più facile per noi ribellarci.
Io personalmente mi batto perché si possa essere liberi ed eruditi.
Vi sono degli ottantenni che hanno continuato e continuano a lottare, invece di augurarsi la morte perché il Mondo non è così come speravano fosse, vedi Giulietto Chiesa o Maurizio Blondet, per citarne solo due.
Anche Roger Waters è un grande della musica, ma ha il coraggio di combattere invece di piangersi addosso.
#11 peonia
Se l’avessi scritta tu la lettera neppure te l’ avrebbero pubblicata… questa è la differenza tra chi è famoso e chi no.
Avrei tessuto le sue lodi se invece di scrivere che era stanco di vivere, avesse detto che l’aver rinchiuso da un anno e mezzo il popolo Italiano è stata una follia.
Forse nel suo linguaggio pacato era questo che voleva dire, ma ha sbagliato i toni, doveva farlo con un crescendo rossiniano.
Dante Bertello
Qui si tratta semplicemente di un uomo che esprime i suoi sentimenti.
Lo conosco professionalmente per una moltitudine di esecuzioni ascoltate/viste, purtroppo non sono riuscito ad essere diretto da lui, ma conosco molti che hanno lavorato in orchestra con lui direttore.
Fa parte di un mondo che ormai non esiste più e mi sento pesce fuor d'acqua sia nella vita di persona "normale" che nella vita di ex musicista (i musicisti "normali" non esistono, ma è un altro discorso ).
Leggo tutti i giorni su FB (ha qualche utilità, se usato nel modo giusto) le esperienze di un amico docente a Firenze e di come si scontra quotidianamente con lo schifo in cui è stata trasformata l'educazione musicale avanzata in Italia: uno schifo, non ci sono altre parole.
Muti rappresenta uno degli ultimi esempi di quella cultura musicale che fu del Quartetto Italiano, di Arturo Toscanini, di Arturo Benedetti Michelangeli, tanto per fare quale nome, musicisti eccelsi che uscirono da una scuola che oggi viene considerata, mah, non so nemmeno come venga considerata visto lo scempio che ne hanno fatto.
E questi musicisti hanno vissuto l'orrore una guerra mondiale (Muti da molto piccolo, ma gli altri in pieno).
Per cui lo capisco e gli perdono anche Marconi e Ratzinger, lui sarà sempre in bilancio positivo con il resto del mondo, non solo musicale, per cui si può permettere anche questo.
@sertes
Muti è stato esempio, insegnante e faro per tante di quelle persone che mi spiace veder operare una "semplificazione" come la tua.
L'artista che trasognatamente si limita a lamentare la gioia rubata per la vita all'aria aperta, gli abbracci, i sorrisi dei bambini... a me pare giovino poco e niente alla causa.
Le scuse della Bild viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda, "è uno scempio, è una vergogna" ma di fronte alla siringa sprizzante tutti Maneskin...
Confermo la distruzione totale della cultura musicale in Italia, una vergogna, da addetta ai lavori é qualcosa di agghiacciante.
Poi Roger Waters con tutto il rispetto e l'affetto possibile immaginabile,,paragonato a Muti... fa un po' male al cuore. Sono grandezze diverse, altro campo da gioco, altro sport
Estremizzando, applicheresti la stessa frase ad una vittima di pedofilia? O a chi subisce una malattia che lo rovina per il resto della vita?
Non volevo infierire...
La stessa differenza che c’è tra un Goethe che scrive un romanzo e l’editore che glielo pubblica.
Dante Bertello
Ma è chiaro che non è un Maestro di vita ma di musica..e adesso capisce il vuoto a cui si è dedicato..che l'estetica è solo un gradino e non il fine..
Pavarotti..tra l'altro..prima di morire detestava qualsiasi riferimento alla sua vita di tenore..come volere rivangare cose ormai insignificanti per lui..
Ciao Aigor
Magari non é questo il thread ma sono curioso di avere qualche info in piú sulla questione del decadimento dell'insegnamento. É un problema prettamente musicale o anche di ideologia e del politicamente corretto come dice Muti?
Sarò sicuramente io l'analfabeta funzionale della situazione, ma non riesco a capire questo commento: nè il nesso nè il senso.
Per quale motivo bisogna colpevolizzare una persona per il talento che il fato le ha riservato solo perché questa non lo ha messo a disposizione di una causa più grande che non c'entra niente con le sue competenze?
Il fatto che uno sia un personaggio pubblico di grande rilevanza non significa che debba per forza esporsi pubblicamente per cose che sono al di fuori della sua portata.
Fin'ora non ho ancora letto una critica giustificata da qualcosa se non dall'invidia e dal risentimento per la propria condizione personale per la quale non è certo Muti il responsabile.
In un anno e mezzo di Corona-chan non hanno considerato dottori, medici, scienziati e ricercatori che avevano cose rilevanti da dire, più in generale non hanno mai considerato le opinioni che non provenivano da determinate categorie e voi state a fare le scarpe ad uno perché semplicemente ha avuto le capacità necessarie per poter vivere a modo suo e non ha partecipato alla "Causa"?
Ohi bimbi, Sveglia! I comunisti stanno dall'altra parte della barricata. Avete sbagliato lato!
Condivido.
Questo di Muti mi sembra già un grandissimo contributo, avendo dedicato egli la sua vita alla musica e non allo studio dei complotti.
Pertanto brindo insieme a lui a Bach, Mozart e al Ludovico Van, senza dimenticare il buon Antonio che fu maestro di tutti loro.
Se n'è andato a Chicago a prendersi una montagna di soldi, altro che cancellato.
Poi al ritorno ha fatto quello che fanno tutti i direttori, lavorano a contratto in base a chi li chiama.
Dirigere il concerto di Capodanno a Vienna non è tipicamente cancellare qualcuno dalla musica :)
È stato un grande a suo tempo (io non l'ho mai particolarmente apprezzato, sebbene ne riconosca l'importanza culturale)
Rivolgendomi in generale, perché pretendiamo più dagl'altri che da noi?
Apprezzo il Maestro Muti. Per quel che so, non conoscendolo personalmente, è uomo da ammirare e cui aspirare; per impegno, competenza e risultati; non vedo l'utilità di criticarlo perché non ha dichiarato per tempo che le TT+edificio 7 non siano caduti a causa degli incendi. Ha condiviso una piccola riflessione. Più o meno condivisibile, poco importa: non ha detto caxxate. Ad ascoltare i grandi, se si sa ascoltare, qualcosa di buono si impara sempre.
E per non incorrere nel suo anatema, gli tributo adesso il mio personale plauso: quando arriverà il momento ascolterò il silenzio.
Ho oltre settantenni e qualche dispiacere, ma non è di questo che voglio parlare ma di momenti intensi vissuti alla fine degli anni sessanta, quando ero ancora bambino in età scolare.
Condivido quello che il Maestro ha scritto, solo visto da un’ottica differente dalla Sua ma, sempre di vita terrena che noi tutti viviamo intensamente; la Sua delusione è anche la mia, quando si arriva ad anelare la dipartita perché il ciclo della Vita non ci lascia uno spiraglio per poter continuare serenamente di arrivare a quel traguardo che inesorabilmente spetta a tutte le forme di vita.
Spero che questo mio breve racconto possa far riflettere il vero senso della breve vita che ci è stata concessa, fino all’ultimo momento.
Grazie per questo excursus interessante che mi ha permesso di scrivere di getto, come sempre accade quando si viene sollecitati.
wladimiro
Il mio racconto: "una storia come tante" ningizhzidda.blogspot.com/.../...
Grazie per averlo condiviso.
Non mollare
Kosmo
Il Teatro con la T maiuscola è la Scala. Il suo ruolo era ed è quello più ambito nel mondo della musica classica e dell'opera. L'opera è italiana. Anche se composta da un austriaco (e qua se ne può parlare parecchio se sia effettivamente cosi')è in lingua italiana.
Non esiste un ruolo più importante e ambito di quello che era il suo.
Allontanare un personaggio di questo calibro da tale ruolo fa del suddetto personaggio un uomo senza paraventi ne protezioni di alcun genere. E la sua caratura non è certo quella di un uomo che a 70 anni ambisce a fare i milioni a Chicago.(cosa che avrà anche fatto).
Non stiamo parlando di 50 Cent o Snoop Dogg
"Guardando quei video mi si stringe il cuore perché so’ come possa sentirsi quella povera gente, resa indigente da gente incapace e inimica; sono passati ’63 anni e tutto sembra ripetersi, solo che oggi non c’è misericordia, la gente è incattivita e … manca quella rinascita meravigliosa degli anni ’60."
Ecco, quando leggo, pure qui nel forum, persone che si scagliano contro il reddito di cittadinanza (e bisogna sottolineare che il nome è fuorviante) quando ormai da decenni è una forma di aiuto che esiste quasi in ogni paese civile, pensando che sia solo una forma di spreco che va a finire nelle tasche di abitanti di bengodi ove con 500 euro è possibile fare vite da nababbi, sono costretto a trattenermi per non innescare polemiche che so poi potrebbero protrarsi all'infinito e non servirebbero a nulla.
Una certa percentuale di coloro che usufruiscono del rdc lavora in nero? vogliamo renderci conto si o no che si tratta di poveri cristi che tirano avanti per pagarsi affitto e mangiare, oppure desideriamo ardentemente accanirci contro chi annaspa in modo da portarlo alla disperazione più assoluta nel più breve tempo possibile?
A questi geni viene mai in mente di guardarsi i dati relativi a come sono ripartite le ricchezze della nazione e del mondo? e li concentrare le loro invettive?
anche dai commenti a qs. toccante articolo, si evince che molti , invece di chiedersi cosa possano loro fare di positivo nella vita, aspettano sempre che siano gli altri a prendere l'iniziativa e la relativa responsabilità.
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Sintesi perfetta.
Mi spiace leggere questa rassegnazione da parte di una persona di spessore come lui, ma si tratta di un sentimento che purtroppo condivido.
Trovo piuttosto stupidi certi commenti denigratori nei suoi confronti che sembrano più dettati dall'invidia (uno che ha avuto tutto...etc.) che da altro. Per me non fa differenza se a esprimere il proprio disagio è un operaio o un personaggio importante e di successo, sono entrambi esseri umani con i loro sentimenti e vanno rispettati a prescindere dallo status.
#24 dantebert
Cosa intendi con questa frase? Mi auguro non sia un "ok boomer".
Pensare che lo sfacelo attuale sia una questione di generazioni trovo sia una generalizzazione che definire superficiale è molto generoso...
Quando ho fatto il paragone tra Muti e Waters, non stavo cercando di dimostrare chi fosse il migliore tra i due in ambito musicale, cosa che invece altri commentatori hanno cercato di fare, mettendo Muti su di un gradino più elevato, trattando Waters come un inferiore.
Stavo cercando di far comprendere che vi sono dei musicisti che hanno avuto il coraggio di dire di no, come è avvenuto pochi giorni fa, quando Waters ha mandato a quel paese Zuckerberg quando questi ha cercato di comprarlo (perché è questo che è avvenuto).
Cito: “Rivolgendomi in generale, perché pretendiamo più dagl'altri che da noi?”
Io sono anni che scrivo (con il mio nome e cognome) prima sul Forum del M5S, poi su Comedonchisciotte e sul blog di Blondet e da poco anche su questo blog, non posso riassumere tutto quello che ho scritto in questi anni, ma non ho mai lesinato accuse e critiche a coloro i quali ritenevo giusto farle.
Come quando sul Forum 5 Stelle per le votazioni per il capo politico del M5S, che sarebbero avvenute un paio di mesi dopo, chiesi di non dare il voto ad un giovane senza esperienza (non penso che la cosa mi abbia attirato le simpatie, difatti il Forum venne chiuso appena dopo le vittoriose elezioni del 4 marzo 2018 e a me vennero negate le password per commentare sul Blog delle Stelle).
O quando chiesi che venissero pubblicati tre saggi che parlavano dell’Italia ma non erano mai stati tradotti da noi, e uno di questi un paio di mesi dopo venne finalmente editato (era Armi di Migrazione di Massa di Kelly Greenhill), ma questa volta si è trattato solo di un caso.
Io faccio quello che posso da emerito sconosciuto, non avendo la fama di Muti, ma di sicuro non sto zitto.
Dante Bertello
silvanademaricommunity.it/.../uomini-e-paternita
Forse, come la maggior parte di noi, ognuno secondo le sue capacità, ha semplicemente vissuto la sua epoca cercando di dare il meglio di sé nella sua professione e nelle occasioni che gli si sono presentate.
Il mondo. la società è oggi profondamente cambiata, quelli che erano i valori per chi è nato negli anni '40/'50 oggi non sono più tali ed è non difficile ma impossibile accettarne in alcuni casi il capovolgimento.
È questo, credo, un disagio avvertito da tanti di noi avanti con gli anni che aiuta però a considerare senza angoscia l'avvicinarsi inesorabile del trapasso, ma non implica necessariamente propositi suicidi.
Hai citato Pavarotti, ma lessi anni fa che anche S.Tommaso d'Aquino, negli ultimi istanti della sua vita, disse di considerare tutto quanto aveva scritto, paglia.
Coloro i quali hanno in mano le redini del Mondo sono nati tra gli anni ’20 e ’40 del novecento. Non è una questione “di generazioni”, ma certamente la mia generazione e quelle che vengono dopo non hanno colpe per quello che sta accadendo ora, l’avremo per quello che avverrà tra 20-40 anni.
Dipende da come intendi il "meritata".
Considerato che, spesso e volentieri, salta fuori il discorso che la condizione della tua vita attuale è la "ricompensa" del comportamento della vita precedente, allora la logica conseguenza è che tutti i "ripetenti" si meritano quello che hanno...
Da cui il mio commento riferito a chi ha avuto eventi infausti nella vita.
Dante, la mia non voleva essere una critica, ma il mio punto di vista (probabilmente espresso in modo non sufficientemente chiaro) sul paragone tra uno scrittore e il suo editore; dove il direttore d'orchestra è accomunato al secondo.
Premesso che anche l'editore dovrà avere delle capacità, al massimo questi sarebbe paragonabile al produttore teatrale. Il direttore d'orchestra può essere anche autore; come può essere l'autore a dirigere l'orchestra per la propria opera, come spesso avviene alla prima. E direttore d'orchestra e autore potrebbero anche essere produttori, proprio come uno scrittore potrebbe anche essere editore delle proprie opere.
Mi sto dilungando, spero il senso sia chiaro: un direttore d'orchestra è un artista con specifici talenti e una propria visione, che realizza la propria opera: rappresentare la propria idea di un'opera, anche ideata da qualcun altro. Come un regista teatrale. Con la competenza e autorevolezza necessaria a mettere tutti gli altrui talenti - ed ego -in condizione di cooperare per la buona riuscita della propria visione. Per dire; non per criticare.
Io credo che le responsabilità, più che di date di nascita dovrebbero essere attribuite a determinate famiglie.
I popoli contano poco o nulla...pecoroni che seguono i capibranco e basta.
Anche se si riesce a risvegliare un ottimistico 10% di ovini, nulla possono contro il rimanente 90 che continua a seguire il pastore...
Non mi era piaciuto chi aveva, in maniera snob, posto Waters su di un gradino inferiore rispetto a Muti, come se la musica classica fosse "nobile" mentre il rock fosse "plebeo".
Ma Muti non mi consta che sia anche autore, perlomeno non di opere rimaste negli annali della musica.
Waters rimarrà invece immortale per le sue canzoni. Poi si può amare di più una che l'altra, ma quelli sono gusti.
#54 zlatorog
Sicuro, però gli appartenenti alle "famiglie" che citi tu sono coetanei o quasi di Muti, i quali hanno sicuramente assistito ad alcuni suoi concerti e magari gli hanno stretto pure la mano... Per voler fare un nome su tutti: Jacob Rothschild.
Chi dirige come Muti, intanto ha studiato almeno 10 anni di corso in conservatorio di armonia, composizione, fuga e contrappunto (Quindi anche 10 anni di pianoforte), e direzione d'orchestra. L'interprete che esegue roba scritta da altri é un interprete, che fa propria la partitura che di per sé stessa é cosa morta, inanimata. É inchiostro su carta, che l'interprete fa rivivere nella propria esecuzione sottolineando aspetti diversi per ricerca timbrica (sonorità, colore del suono), agogica (più o meno veloce), sfumature a volte anche poco definibili, ma che danno carattere alla partitura scritta da altri. Perciò le esecuzioni di interpreti differenti che leggono la partitura in modo personale, sono anche molto molto diverse tra loro. La capacità di penetrare il significato più profondo di ogni composizione é ciò che fa grande un interprete.
Aggiungo che dirigere un'orchestra é cosa tutt'altro che facile...in un'opera mettere insieme palcoscenico e golfo mistico dove sta l'orchestra non é la cosa più semplice da fare. Quindi ,a parte la preparazione, dirigere richiede anche molto carattere, perché un'orchestra é molto peggio di una scolaresca indisciplinata. Tutte le dinamiche della psicologia di massa all'ennesimo grado. Esistono studi di sociologia della musica, al riguardo, nonché qualche film e parecchi aneddoti e barzellette.
Tutto sto papiro per spiegare un po' (proprio un po'!) cos'è il lavoro di Muti che ripeto, resta essere umano,ma non éneanche il mestierante rincoglionito per il quale lo si vuol far passare, né tantomeno hanno senso paragoni tra lui e altri personaggi meritevoli nel loro campo.
La musica viene insegnata malissimo, nelle scuole, perché non viene insegnata decentemente. In una nazione come la nostra, ricca di storia e di arte , come minimo alla base della formazione culturale dovrebbero esserci la storia dell'arte e la musica. Se non sappiamo valorizzare ciò che costituisce il nostro patrimonio artistico e culturale, siamo finiti. Svenderemo anche quello al miglior offerente, come già succede.
In Europa del nord una parte fondamentale della formazione di un individuo é la pratica musicale:tutti suonano anche uno strumento classico. Infatti in Germania abbiamo 8 volte i teatri e le orchestre che ci sono qui da noi, il pubblico é coltissimo, e i musicisti non sono considerati pezzenti come qui da noi, ma hanno la stessa considerazione dei grandi professionisti nella scala sociale.
Poi per quanto riguarda la formazione specifica qui in Italia, se un ragazzino vuole fare il violinista, non potrà mai riuscirci ad oggi, poiché hanno riformato i conservatori in modo talmente demenziale da rendere impossibile la formazione di un professionista qui.
Disastro massimo, sconsolante. Una riforma fatta con le natiche da chi non sa neanche dove stia di casa la musica
#57 Krys
Sono un semplice appassionato che ha preso qualche lezione di solfeggio e fatto qualche corso di fraseggio jazz per chitarra.
Sottoscrivo tutto quello che hai postato, facendo oltretutto notare che, nonostante tutto, sia in campo jazzistico che di musica classica e lirica, riusciamo a sfornare delle eccellenze riconosciute a livello planetario.
Diventano famosi e ricercati all'estero, e grazie a quello riescono a costruirsi delle discrete carriere
mentre da noi per campare sarebbero costretti al secondo lavoro come camerieri.
Ma la cosa che mi fa più incavolare, vista la totale ignoranza della maggior parte della gente, è che dobbiamo assistere a fenomeni da baraccone come Allevi, che riesce a malapena eseguire le scale del secondo anno di conservatorio, trattati alla stregua di novelli Mozart o Beethoven.
p.s. Miles Davis quando ascoltava gente come Roger Waters esclamava: ma cos'è questa roba, questi non sanno nemmeno leggerla la musica!!!
Con stima;
wladimiro
90 minuti di applausi non sono sufficienti.
@Miles #58
Ma la cosa che mi fa più incavolare, vista la totale ignoranza della maggior parte della gente, è che dobbiamo assistere a fenomeni da baraccone come Allevi, che riesce a malapena eseguire le scale del secondo anno di conservatorio, trattati alla stregua di novelli Mozart o Beethoven.
Anche per te non bastano 90 minuti di applausi.
Bravi! :)
Non avrei potuto spiegarlo meglio, grazie
Il livello medio degli strumentisti degli altri paesi (qualsiasi altro paese) dagli anni 60 in poi è sempre stato molto più alto all'estero. Ora il divario non potrà che crescere.
#58 miles
Ti quoto tutto, soprattutto su Allevi
Ben espresso.
Io, con la chitarra, son solo un dilettante. Ne sono consapevole. Ma quando sono in mood, quando becco bene una canzone, quando ci sono musicalmente - a volte accade - mentre suoni ti senti elevare l'anima. è una forma di orgasmo. Vado OT, penso a Jimmy Page, al min. 7'33"
Ecco io vorrei saper suonare così. Scusate l'OT. Sai che orgasmi musicali...
Mio padre ha 88 anni e ciò che penso lo salvi dalla frenesia del mondo è l'aver saputo rinunciarvi, forse aiutato dal non averla compresa.
A me non sembra che, quanto scritto nella seconda frase voglia significare solamente, che fanno parte di 2 categorie diverse... "fa un po' male al cuore. Sono grandezze diverse" hanno un significato ben preciso.
Io comunque, come ho già spiegato, mi riferivo alla notorietà dei due personaggi.
Da profano della materia, comunque, ritengo che un Rossini, o un Mozart valgano molto di più dei 10 maggiori direttori d'orchestra mai esistiti, ma è il parere di un profano...
Dante Bertello.
A ognuno il suo ruolo, tutto serve, che siano grandi compositori, grandi direttori o grandi musicisti di generi diversi
Mamma mia quell'Allevi, hai toccato un nervo scoperto. Andrebbe dimenticato dal panorama musicale! Per non parlare di tanti altri...
Grazie per l'intervento, perché c'è ancora chi chiede "ma il direttore che fa??" E comunque il corso di composizione (decennale nel vecchio ordinamento) Muti l'ha terminato in 5 anni!! Non dico altro...
La Scala è sicuramente un teatro storicamente e culturalmente importante ma è un teatro come ce ne sono tanti.
È un covo di serpi ed una vetrina per tante persone.
Esistono tanti teatri in Italia e nel mondo (tra cui quello in cui lavoro io in Francia) e francamente sono contento di non dover lavorare La Scala.
Ci sono stato e sono contento di non esserci più.
Il fatto che Muti abbia un tale caratura da non considerare Chicago anche per il cachet, anche questa è una tua opinione (come lo è la mia ovviamente).
Ogni tipo di musica è figlia del suo tempo. E come in tutte le cose ci sono grandi, grandissimi mediocri e scarsi. L'unica differenza è che nel XIX secolo non ti potevi permettere di essere scarso perchè non andavi da nessuna parte. Oggi lo puoi essere perchè sono cambiati i tempi, perchè la musica è diversa, perchè quasi nessuno più ha bisogno di comporre visto che ci sono programmi appositi che lo fanno e non hanno nemmeno più bisogno di saper cantare grazie all'autotune.
Quanto all'elevare lo spirito sentendo Mozart o Miles Davis o i Pink Floyd, ricordo a tutti che la musica è una questione di gusto personale.
A me fa vibrare più un disco come The dark side of the moon o Animals o il live dei Led Zeppelin The song remains the same. Qualche altro andrà in estasi con "Bird" e/o Davis. Questione di gusti e di interiorità. Io dico semplicemente che l'importante è che sia musica fatta bene. Da persone con gli attributi.
Quanto a Muti, mi sembra solo lo sfogo di un uomo che è arrivato a fine carriera, a fine vita e che ne ha viste tante. Condivisibile in gran parte (per quel che mi riguarda escludendo ovviamente Ratzinger), non ci trovo nulla di sbagliato nel suo modo di aver concepito la cosa.
Voglio fare un parallelismo che può sembrare stupido. Qualcuno ha detto che Muti ha potuto farlo perchè è un personaggio famoso. Lui però la sua fama se le è conquistata con il duro lavoro e lo studio assiduo. Pensate agli imbecilli come Bassetti che invece pontificano ogni giorno dalla TV senza aver nessun titolo particolare per poterlo fare.
Poi c'è il fenomeno tra musica commerciale e musica artistica e lì il divario è enorme e non riducibile a 'questioni di gusto personale'.
Battiato avrebbe detto:
A Beethoven e Sinatra preferisco l'insalata
a Vivaldi l'uva passa che mi dà più calorie....
Scherzi a parte. Sostanzialmente diciamo la stessa cosa. Ed alla Nona di Beethoven io aggiungo pure il 3° concerto per pianoforte ed orchestra di Rachmaninov. E' chiaro che parliamo di Geni della Musica. Ma come già detto ogni musica è figlia del suo tempo. Oggi non avrebbe nemmeno più senso comporre una sinfonia o un concerto così come hanno fatto Beethoven e Rachmaninov. Se pensi che non volevano produrre Bohemians Rhapsody dei Queen perchè durava più di 6 minuti e non lo avrebbero passato in radio! (e parliamo del 1975!!)
Musica commerciale e musica artistica?! Non capisco cosa intendi per musica artistica! A me certo la commerciale non piace e non la ascolto di sicuro. Essendo nato negli anni 60 preferisco (e ascolto) del buon rock di quegli anni (ma anche '70 e '80).
Ma come già detto per me la musica non si divide per generi. Si divide solo in musica buona o musica cattiva. Dove per buona intendo quella fatta da gente con i contro.... che comunque ti dà delle sensazioni e ti scuote dentro.
Già ma Battiato (pace all'anima sua) suona già 'vecchio' anche se di qualità, Beethoven invece è fresco malgrado siano passati secoli.
Il problema della musica buona Vs quella cattiva Vs i capolavori artistici del repertorio musicale non l'ho inventato io. Ti menziono un genio della fotografia tutto italiano: Gianni Berengo Gardin (e un po' di fotografia capisco quindi so benissimo cosa intende con le sue parole). Lui dice che esistono pessime foto, oppure belle (o bellissime foto) - poi esiste la fotografia Buona che lui mette in cima a tutte e che sinceramente mi trova assolutamente d'accordo con quanto sostiene. Vedasi ad esempio quel capolavoro che è Vaporetto. Molte fotografie sulle riviste di moda sono bellissime ma non sono buone foto. Ho un amico inglese che è un maestro della fotografia commerciale con scatti perfetti per Chanel, Mercedes, Rolex ecc. tutte fotografie incredibili dal punto di vista della manipolazione della luce, ma non trasmettono nulla (tranne che un messaggio commerciale).
Tornando alla musica no, Rachmaninov non è alla stessa stregua di Beethoven né tantomeno della sua Nona. Qui l'esempio calza a pennello. Il Nr 3 Op. 30 (Rach) è senza dubbio un concerto bellissimo ma non è quel capolavoro che è l'Op. 125 di Beethoven. Interessante sottolineare che entrambi i lavori sono in Re minore ma che differenza di trattamento dei temi musicali! Rachmaninov scrive quando il sistema tonale è praticamente in pieno disfacimento ossia stava già subendo quella crisi che poi era già stata innescata da Skrjabin (con modulazioni continue e centri tonali precari al massimo, facendo uso di modulazioni improvvise, a sorpresa e ad inganno nonché di cromatismi di derivazione tipica Wagneriana). Quindi in sostanza Rachmaninov non scrive nulla di nuovo e si sta muovendo in un territorio tardo romantico (al punto tale che andrà ad Hollywood a scrivere quella che chiamano 'musica da film'). Beethoven invece stava aprendo le porte al Romanticismo ma, la sua di musica si pone al di sopra sia del Romanticismo che del classicismo nel quale lui si formò sotto la guida del buon Andrea Luchesi a Bonn. Il suo è praticamente uno stile inclassificabile. Per non parlare dell'orchestrazione della sinfonia e della fuga incredibile e di quel tema del secondo movimento a salti di ottava. Il trattamento della parte corale va di pari passo alle parole dell'inno di Schiller con accordi di settima di dominante sulla tessitura acuta del coro. Insomma un capolavoro d'arte musicale. Rachmaninov al massimo ha scritto della bellissima musica (60 anni in ritardo però...) va ricordato pure il secondo concerto per pianoforte e orchestra con temi bellissimi, ma fuori tempo (per citare te sul 'prodotto dei suoi tempi'). Ai suoi lavori si pone più attenzione ad uno Stravinsky or Bartók (per non nominare Debussy o Ravel) e tanti altri che invece stavano creando la grande musica del '900. Ascoltati il concerto per violino e orchestra Nr 2 di Bartók oppure il suo Concerto per Orchestra nonché il terzo concerto per pianoforte e orchestra - il tema d'apertura è paradisiaco.