di Fabio Angiolini (Fabiomln)
Dovevo avere circa cinque o sei anni.
Come tutti i bambini di quell’età, gli unici pensieri che affollavano la mia mente riguardavano il divertimento, l’esplorazione e il gioco.
In effetti i bambini sono pura felicità e, ancora non condizionati dagli adulti e dalle loro ‘conoscenze’, vivono la vita con la spensieratezza della loro età. Poi diventano grandi, la magia sparisce e, secondo me, si comincia a morire.
Anch’io presto avrei dovuto fare i conti con questo passaggio.
Un giorno affacciandomi dalla finestra di casa mia verso il cortile del condominio, il ricordo invero è piuttosto labile, vidi un drappo color viola. Non ricordo nel dettaglio come si svolse la conversazione, ma rivolgendomi a mia madre le domandai cosa fosse quel telo appeso. Non ricordo quale parole usò esattamente ma capii che il drappo era in relazione alla morte di qualcuno. Non avevo mai sentito parlare di morte e mi domando ancor oggi quali parole potesse avere usato mia madre per spiegarmi che la morte aveva relazione con la cessazione della vita.
Non rammento per l’appunto le parole, ma ricordo benissimo la sensazione di smarrimento e paura che mi colse. Fu come una lama che ti si conficca nel corpo e ti apre in due. Quella sensazione è ancora presente oggi, a distanza di 50 anni, e penso non mi abbandonerà mai.
"Ma io non voglio morire", le dissi in maniera evidentemente turbata. Lei, che dovette aver percepito il mio stato di smarrimento e benché non credente, cercò di rimediare alla situazione raccontandomi che in fondo non si muore veramente, poiché si va in cielo con Dio. La cosa mi consolò solo parzialmente perché io in terra avevo tutti i miei interessi e affetti mentre il cielo mi sembrava piuttosto noioso, ma ricordo che cominciai a fare quelle domande tipiche dei bambini, come ad esempio dove si sarebbero poi comprati i vestiti quando questi si fossero rovinati.
Eventi come questi ti segnano nell’animo e spesso determinano le scelte future della tua vita. E infatti da allora un pensiero costante, via via più invadente ha rafforzato in me la determinazione nel far durare quanto più a lungo possibile il mio corpo poiché l’idea della morte proprio non mi appartiene sebbene spesso l’idea della stessa si ripresenti. Ricordo ad esempio, che alle scuole medie alcuni miei compagni cominciarono a fumare ma io non volli mai saperne perché mi rendevo conto che avrei accorciato la mia vita.
Con il tempo, anche se inizialmente in modo occasionale, cominciai ad approfondire alcune tecniche che sembrava potessero allungare la vita. Ad esempio la restrizione calorica, attraverso esperimenti con le scimmie, sembrava poter allungare la vita anche del trenta o quaranta percento.
Poi quindici anni fa, a seguito di alcune situazioni familiari, abbracciai pienamente lo studio della medicina in tutte le sue sfaccettature. Man mano che le conoscenze aumentavano aggiungevo cinque o dieci anni alla possibile durata della vita in funzione della scoperta appena effettuata, sempre ovviamente nel tentativo di esorcizzare l’evento in tutti noi fatale.
Poi scoprii che la persona che ha vissuto più a lungo fra quelle ampiamente documentate, è stata una certa J. Calment. Visse 122 anni e 164 giorni. Fra l’altro la sua vita è ricca di aneddoti curiosi, come quando a 110 anni il suo medico le consigliò di smettere di fumare perché poteva causarle problemi di salute. Quindi mi dissi che 123 anni poteva essere un obiettivo realistico. Poi saltò fuori un uomo che sembra sia vissuto 168 anni e quindi ho spostato il mio obiettivo a 169. Da allora sono emersi altri casi di persone che sembrano essere vissuti ancor più a lungo, di qualcuno si parla di 256 anni. Ma onestamente io sono pronto ad accontentarmi di 169.
Purtuttavia è evidente che per quanto si possa spostare nel tempo la data della propria morte, prima o poi sarà necessario fare i conti con l’ineluttabile destino di noi esseri umani.
E’ per questo che in parallelo cerco conferme all’esistenza dopo la morte o per meglio dire che la morte sia solo l’apertura di una porta verso una esistenza alternativa (auspicabilmente migliore di quella attuale). E’ una ricerca lenta la mia, poiché non verrei turbare, nell’eventuale acquisizione di certezze, la mia determinazione a vivere 169 anni.
Quindi se fra voi ci sono persone che hanno risposte certe in merito alla nostra esistenza, prego di segnalarmelo con cautela.
Poi al passaggio ineluttabile, il mio epitaffio potrebbe essere il seguente: Mi sono assentato (temporaneamente).
Consiglio all'Autore di leggersi l'antichissimo "Libro Tibetano dei morti" se non lo ha già fatto, ma ne dubito, altrimenti non avrebbe scritto questo pezzo, non così, almeno.
C'è anche un libro che riporta 30 casi di ipnosi regressive terapeutiche, sfociate in ricordi di vite precedenti, che scoprii proprio su Luogomune... il "Viaggio dell'Anima" di Michael Newton,qui in pdf
luogocomune.net/.../... e ti consiglio di leggere il capitolo 12 Selezione della Vita che mi è piaciuto molto, specie la parte dell'Anello del Destino.....
Poi posso citare la Elizabeth Kubler Ross, Raymond Moody e tanti altri....
Bisogna lavorare sui telomeri e i mitocondri per allungare la vita....e la medicina quantistica ci sta studiando... sono interessata anche io a campare più a lungo, ma in forma
"L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata. Quando un samurai è sempre pronto a morire padroneggia la via." dall'Hagakure
"Sia che siano di stirpe nobile o di umili origini, ricchi o poveri, vecchi o giovani, illuminati o non illuminati, siamo tutti destinati a morire. Sappiamo che ciò è ineluttabile, ma ci illudiamo raccontandoci che gli altri moriranno prima di noi, che saremo gli ultimi. La morte sembra sempre lontana. Non è modo di pensare ingannevole e futile? Non è un'illusione, un sogno? Questo ci rende negligenti e non dovremmo crederci. Dovremmo essere coraggiosi e prepararci, perché presto o tardi la morte verrà a bussare alla nostra porta." Sempre dall'Hagakure
Di fatto il libro che ti consiglio è l'Hagakure di Yamamoto Tsunetomo all'atto pratico una raccolta di massime di aforismi, il libro è breve e di facile lettura ma se lo leggerai una volta vedrei lo leggerai poi molte volte perché la sua profondità lo rende una serie di preziosi consigli utili ancora oggi a distanza di secoli.
…si dovrebbe mettere a posto i termini della questione:
il fatto che definiamo vita una continua esperienza di morte, fin dal concepimento, depista l’attenzione su ciò che è reale: ad esempio la plastica che forma i tasti per scrivere deriva da organismi morti, il legno della sedia era un albero “vivo”, mangiamo e trasformiamo esseri “viventi” in esseri diversi, etc. …
Possiamo quindi abbandonare l’espressione che questa è “vita”?
Il problema sorge a causa dell’identificazione:
se dico che sono ingegnere, non svolgendo l’attività dovrei non essere nessuno?!?
se dico di essere _IO allora alla decomposizione del corpo devo sparire?!?
L’errore viene dal contrapporre la “vita” alla morte, mentre quest’ultima è da contrapporre al concepimento: sono degli eventi.
Lo stato di “vita” ci viene assegnato da altri, come lo stato di morte… noi, in fondo in fondo, sappiamo invece che non c’è differenza nella verità interiore, ma se siamo disorientati crediamo alla non-conoscenza altrui.
Infatti il Saggio ci dice che:
(L'uomo) per nascere esce, e per morire entra.
Di servi della vita, ce ne sono tre su dieci; di servi della morte, ce ne sono tre su dieci; e di coloro che, col sostenere la vita, con ogni loro atto si affrettano verso il loro luogo di trapasso, ce ne sono anche tre su dieci.
Come mai accade questo? A causa del loro eccessivo sforzo per sostenere la vita.
Difatti io ho sentito dire che colui che ha buona presa sulla vita, quando viaggia per la terra, non incontra rinoceronti né tigri; quando va in battaglia, non porta corazza né armi. Nel suo corpo il rinoceronte non trova nessun posto dove conficcare il corno; nel suo corpo la tigre non trova nessun posto dove far penetrare gli artigli; nel suo corpo le armi non trovano nessun posto dove affondare la loro lama.
Come mai accade questo? Perché egli non ha alcun luogo di trapasso.
__________
Fabio:
Oscar Wilde diceva che l'infanzia finisce quando ti dicono che devi morire. E ovviamente, ha ragione (non solo l'infanzia, ci aggiungo personalmente).
Mah ... la morte, direi che la vecchiaia è veramente ignobile e patetica e penosa e schifosa.
Solo non ho capito, o meglio, forse non riesco a cogliere l'animo di questa riflessione (che mi piace oltretutto) tra il serio e il faceto, non capisco se c'è ironia, nel senso: «fino a che punto e in che misura», visto che comunque la sensibilità del reale e una certa tragicità è stata seriamente toccata.
Molti -me compreso- citano libri, esperienze, teorie di altri, ma per quanto mi riguarda non ho alcuna certezza della "sopravvivenza" dopo il trapasso.
Certo, a volte "indizi" lasciano ben sperare, e debbo dire che un tempo, anche confortato da una certa visone "filosofica" della questione, aderivo ad una visone "possibilistica" della cosa; ultimamente sono molto meno entusiasta e molto più dubbioso: mai nessun sogno, sensazione, visione ho avuto per corroborare le... illusioni di un tempo, purtroppo...
cosa pensi dell'ibernazione?? Funziona secondo te come modo di vivere in eterno?? Io ho poche informazioni a riguardo
e lo chiedi a Peonia se funziona? Mica è stata ibernata e tornata alla vita per poterti rispondere... anche se si mantiene molto bene ;)
Comunque ti consiglio un recente film made in spagna-francia, finora disponibile in streaming con sottotitoli italiano che tratta l'argomento e può aiutarti a fare varie riflessioni in merito:
il titolo in inglese se lo cerchi in streaming è realive (sub ita) (2016)
d'amore e di vento,come una canzone...
La vita fuggita, la vita sognata,
la vita di nulla, eppure adorata.
La Morte ,ah, la Morte non guarda nessuno,
di sangue o di linfa, le basta qualcuno...
...da portare con sé, lontano da dove,
tanto che importa, sarà sempre un Altrove.
(Dylan Dog)
"Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." [Giovanni 14,6]
"In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna." [Giovanni 6,47]
"In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita." [Giovanni 5,24]
"Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza." [Giovanni 10,10]
Fabio, io ti consiglierei di leggere "Le tavole smeraldine di Thoth" le trovi pure online, ormai lo cito sempre, ma e' una Bibbia!
Per il resto e sono seria, io ti suggerirei un viaggio spirituale shamanico con l'Ayahuasca, significa liana degli spiriti. Allora saprai la Verita'.
In una canzone i Muse dicono
If you could flick the switch and open your third eye, You'd see that we should never be afraid to die
Io, ad esempio, ne dimostro 15 anni di meno, almeno sul corpo, perché il viso ne racconta di più, di anni, con le tipiche linee espressive di chi ha vissuto.
Allora, sì, è possibile rallentare il processo di invecchiamento. In genere nel corso della nostra vita siamo indotti a danneggiare quello che gli stregoni toltechi chiamavano bozzolo di luce. Infatti, noi appariamo come bozzoli di luce ai loro occhi. Dai libri di Castaneda si sa soltanto che in certi precisi momenti dell'esistenza, come la nascita di un figlio, si apre un foro all'altezza dell'ombelico, e da li in poi ci saranno continue perdite di forza. In prossimità della morte, poi quel buco sarà il "cavallo di Troia" per mettere fine all'esistenza di un individuo. Per esperienza personale posso dirti che in alcune circostanze molto spiacevoli si possono vivere questi tentativi di apertura: si tratta infatti di attacchi che per per un riflesso condizionato siamo indotti a infliggere a quello che gli indiani chiamano terzo chakra. Ma può succedere qualcosa di analogo anche con il secondo chakra, quello legato all'erezione, quando si fa un uso sconsiderato della sessualità. Poi è ricorrente in molte tradizioni, come un luogo comune, la nozione per cui la pratica sessuale produca perdita di forza, e quindi acceleri l'invecchiamento. Ma come ho detto all'inizio, dal paleolitico a questa parte le cose sono molto cambiate per l'essere umano.
Poi per quanto riguarda l'invecchiamento precoce, come non parlare in merito di alimentazione e di stress da lavoro? che sono, assieme all'eros, le tre "sfere" della vita?
Mi fermo qui per non dilungarmi. Posso dire soltanto che io non ho paura della morte, primo perché mi sono mantenuto integro in tutte e tre le sfere sopra menzionate, e in secondo luogo ho per natura un'indole psichedelica: non sto nella pelle al pensiero di poter andare a vedere che cosa c'è dall'altra parte.
Poi, oh, è una riflessione di questi giorni: non si raggiunge l'altrove con le preghiere o con il sentito dire, ma soltanto con la conoscenza diretta. E' un po' come andare in un'altra città e pretendere di conoscerla tramite le parole dell'albergatore che ti sta ospitando in una delle sue camere.
ps: Dopo Giorgio Gaber ora è Milan Kundera ad ispirarvi nei titoli
forse non mi hai compresa, intendo dire che da vivi la certezza che morti si sopravvive non ce l'ha nessuno nemeno te! Io posso crederlo, averne fede, essermi abbastanza documentata ecc. ma la CERTEZZA pare derivi da esperienza.....e quindi anche le eperienze di pre-morte in cui io credo, potrebbero essere altro...perchè di fatto non sono morti del tutto..
________
Peonia:
E io ti ripeto, che è un'idea tua, e che non puoi sapere se altri ne abbiano o meno certezza.
Il samshara era inconsciamente la risposta più ovvia per la mia mente bambina (bambina...?).
Ricordo ancora perfettamente che quando mia madre, atea sposa di ateo figlio di partigiani atei mi rispose: "no Igor, ci si addormenta e non ci si sveglia più" accolsi la risposta con scetticismo, pensando "no mamma, mi sa che ti sbagli"...
Avevo non più di 4 anni... posso dirlo con certezza perchè il ricordo comprende l'immagine del luogo.
E avevo respirato aria "agnostica" e "positivistica" fin dalla nascita...
Just my two cents....
Mi sono assentato (temporaneamente).
Ti leggerò appena sveglio ... no ... appena possibile insieme al caffè.
Notte luogocomune.
Bellissima.
Alla luce delle vostre parole mi faccio pena. Nonostante sappia quanto la realtà fenomenica sia figlia di una volontà divina, la morte mi è inaccettabile. Vado oltre il concetto di paura. Sono turbato se si parla di prepotenze e abusi, non dalla morte; per la morte vado ben oltre, non conosco accezioni che possano identificare il sentimento che provo. È probabile, e non vuole essere una battuta, che l'accetterò per sfinimento, perché mi sono rotto il cazzo, perché a me le cretinerie non piacciono, e la morte è il fenomeno più cretino e idiota edit - - - > dell'universo. Se la vita fosse una cosa seria, potrei capire la morte, ma visto che non lo è...
Fantastico.....
vedi Massimo e amici di LC questi sono argomenti che andrebbero,a mio avviso, dibattuti,condivisi,approfonditi......
quasi nessuno parla più di una "spiritualità" (termine che va preso con le pinze, MI RACCOMANDO) .....
forse sono queste le strade che potrebbero portare individualmente e poi collettivamente a qualcosa di "buono"
bellissimo articolo
Grazie Peonia, leggerò il pdf. Conosco Moody e ho visto alcuni doc.
Sulle regressioni c'è qualcosa che non mi torna però.
Se ciascuno sottoposto a ipnosi è in grado di avere una o più regressioni, considerando che siamo circa 7 miliardi, ci vorrebbero miliardi di persone anche nel passato che abbiano ospitato la stessa anima e mi sembra che manchino corpi a sufficienza.
A me viene da pensare che la regressione sia come una sorta di ripescaggio a una memoria collettiva.
Ho un libro in cui ci sono casi di regressione a piante, cellule dell'intestino o addirittura a prima della formazione dell'universo.
Cerchi risposte certe poi...e che gusto ci sarebbe?
Per come si sono messe le cose su di questo Pianeta, le risposte te le devi andare a cercare tu e sei tu che devi dare un valore alla tua ricerca.
Di porte d'accesso ce ne sono un fottio, scegli quella che più ti aggrada e vai.
Mettici lo stesso impegno che ci hai messo quando volevi vivere in un corpo all'infinito e vedrai che le TUE risposte le troverai
Buon viaggio
Ho cercato di trattare un argomento 'pesante' con la massima leggerezza possibile, non per questo spero superficiale.
Inoltre - sempre secondo questi libri - c'è la possibilità che esistano anime "di gruppo", ovvero anime che si "frantumano" in mille pezzi e si incarnano in corpi diversi, per fare esperienze diverse durante lo stesso ciclo vitale.
Insoma, io credo che la faccenda sia molto più complicata e sottile di un semplice rapporto uno-a-uno.
PS: Ti consiglio anch'io la lettura del libro di Michael Newton, suggerito da Peonia.
.... si scrive anche per suscitare un confronto
All'incirca 85 miliardi (milione più milione meno) direi che di corpi ce ne sono
Ah io credevo volessi risposte certe
Arrivare a 169 anni di una vita scarna di idee, progetti e processi costruttivi è vano e misero e a quel punto la morte è gia entrata a far parte della tua vita nonostante si continui a respirare.
La questione ha principalmente a che fare con il nostro ego, la nostra identità e la paura di perderla. Dopo tutta la fatica fatta per costruire questo essere unico andiamo a buttare tutto nel water e/o nell'oblio? No, inaccettabile. E su questo desiderio che i furbacchioni, che dalla notte dei tempi hanno voluto esercitare controllo e potere sui loro simili, si sono sbizzarriti nell'elaborare la loro strategia di marketing per vendere l'Aldilà, nei vari brand e con le sfumature che tutti conosciamo. Con un certo successo, non c'e' che dire. Ognuno di loro ha guadagnato la sua fetta di mercato ma, diciamocelo, il "merito" di questo successo è tutto nostro.
Una goccia sà di essere tale solo quando si separa dal Tutto, dall'Oceano. Nel momento in cui vi ritorna, in un passaggio di trasformazione, non è più tale, perde la propria identità di goccia e torna Oceano. A qualcuno questo potrebbe piacere, dopottuto nel passaggio ci si guadagna in dimensioni :-), ma, probabilmente, molti non gradirebbero proprio per il terrore di "perdere" e "perdersi".
Quella goccia così unica e perfetta non può scomparire, se ci pensate molte delle azioni sono volte al vano tentativo di perpetuarne il ricordo e/o a guadagnarsi l'agognato spazio, che tragedia.
Per quanto riguarda il prolungare il nostro stato di goccia, nulla da eccepire. Un desiderio legittimo soprattutto se utile a far diventare questo terrestre un paradiso, qui e ora però.
Se c'è chi nasce bello sano forte e chi invece già segnato...chi crescerà bene o male e chi verrà abortito, o ucciso sin da piccolo, o ancora peggio stuprato e poi ucciso, oppure mongoloide ecc ecc. noi pensiamo sia fortuna o sfortuna...ma forse per il progetto dell'Anima tutto ciò potrebbe avere un senso... Essendo cresciuta con una educazione cattolica, già molto giovane le cose non mi tornavano...Dio, così misericordioso, poteva permettere ciò? e una sola vita con un premio o castigo eterno? La cosa non mi quadrava ed ho abbandonato la Chiesa.... Nella teoria della reincarnazione ho trovato un senso ed un scopo.. Tra l'altro, non a caso, l'hanno tolta dopo secoli ( Concilio di Nicea, nell'anno 553 D.C) perchè all'inizio pare fosse concepita dallo stesso Gesù..
Credo che noi possiamo tanto ricercare e studiare ma forse dovremmo lasciarci uno spazio di sano "dubbio" perchè comunque finchè relegati in un corpo esso ci procura dei limiti di comprensione, a meno che non si usino particolari tecniche per cercare di collegare la Mente al Campo Quantico... Flor das aguas parlava dell'ayahuaska.. o magari altro, esperienze però da un certo punto di vista pericolose se fatte da soli senza supporto, come fu per LSD.
Spero di essermi spiegata
Cos'è la vita, e cos'è la morte.
Quanto della nostra vita è vita? e quanto della nostra vita è morte?
uno degli espedienti che uso per fuggire agli orrori di questo mondo sono i videogiochi. Quando capita, senza accorgermene (ma me ne accorgo subito dopo), cado in una specie di trance, durante la quale in sostanza smetto di esistere, e me ne ricordo giusto quando devo andare a pisciare. Quella è morte; morte indotta, in cui entro volontariamente per "staccare la spina" almeno per un po'. Questo è solo un esempio, si potrebbe fare lo stesso discorso sulle serie TV e mille altre cose. Rileggendo ora la citazione iniziale il senso risulterà forse più comprensibile.
Devo specificare che la mia "condanna" alle serie TV come una sorta di morte temporanea, una pseudo-vita, è vera fino a un certo punto, e resta comunque un giudizio arbitrario. Ci sono, per esempio, dei capolavori del cinema che non mi sento di condannare, poichè si potrebbe giustamente fare un parallelo con la letteratura, e così via. In un film di Bergman c'è più vita che in tutta una settimana lavorativa! la questione diventa soggettiva e dai confini labili. Siamo sempre nel dilemma cos'è la vita?.. ma se non sappiamo dire con sicurezza cosa sia la Vita...come sapere cosa sia la Morte?
www.youtube.com/watch?v=ZzyWwgq-cPU
Lo spettatore
sarà questo?
il corpo (dotato di anima individuale)
è un'antenna bi-direzionale(?),
la televisione ove sono contenute
tutte le anime trapassate (viventi?)
il database dei programmi
(canale 5, rai1, ecc.)
cui il primo attinge..
in base alla frequenza di risonanza
della nostra anima
(come il numero di cellulare, ognuno ha il suo)
c connettiamo a quel o a quell'altro programma (anima)..
chissà..
comunque ragazzi come dicevano gli antichi
primum vivere deinde philosophari,
la prima cosa è quella
e forse riusciamo a capire il resto,
il processo inverso è impossibile..
ilo problema restano comunque i contenuti,
qualità e quantità,
campare 200 anni x guardare il muro
o amadeus in tv,
che è lo stesso,
non serve a nulla..
anzi, conta ZERO.
... tutto è possibile, anche se fatico a credere che esistano persone senza anima benché certi individui potrebbero non esserci e non se ne sentirebbe la mancanza.
Mi procurero' il libro di M. Newton.
A voi consiglio The adventure of self discovery di Stanislav Grof.
Non ho mai verificato se esiste una versione italiana.
Lo penso anche io che c'è tanta gente senza anima.
Dovremmo capirlo da tante cose che vediamo e sentiamo.
Sogno spesso di volare. Sono arrivato al terzo livello di sogno innestato in quello precedente (come nel film Inception).
Mi spiego.
Spesso sognavo di volare (levitare nella stanza per l'esattezza).
Poi mi svegliavo ed ero deluso perché mi accorgevo che era stato solo un sogno.
Poi ho cominciato a pensare di svegliarmi ma in realtà mi svegliavo nel secondo livello del sogno e mi dicevo: cavoli questa volta volo davvero visto che mi sono svegliato e sto volando. Ma poi mi svegliavo veramente ed ero deluso.
L'ultima volta ho sognato di svegliarmi per 2 volte rafforzando la convinzione che stavo volando ... ma infine mi risvegliavo definitivamente.
Ma chissà forse la realtà è quella che viviamo nei sogni.
cosa è la "certezza"?
perche io vedo nel mondo continamente troppe certezze e pochi dubbi.
quindi non so se sia cosi vantaggioso avere certezze.
quanta gente è certa che i vaccini fanno bene?
certa che siamo stati sulla luna?
che il 911 bin laden ha portato a termine il suo piano criminale?
ecc ecc
uno può benissimo essere "certo" di una vita dopo la morte. o avere tutte le prove che vuoi che per un altro non lo sono.
e quindi a cosa serve? cosa te ne fai della certezza?
è molto piu divertente il dubbio.
il problema grosso è che per divertirti devi lasciare da parte la paura altrimenti cerchi certezze e vivi continuamente nella ricerca di esse.
è un po come l'autore dell'articolo che preso dal valore della vita e della sua durata si dimentica probabilmente la cosa piu importante....viverla.
Assolutamente no, non è superficiale.
Volevo capire meglio dove il tuo animo (o dovremmo dire anima?) vuole essere più giocoso e dove ha sofferto le sue esperienze, ecco, ho percepito confondersi le sensazioni quando ti leggevo, forse perché eri confuso tu quando le scrivevi, o forse perché hai ceduto più verso una certa accondiscendenza per il "pubblico" che sapevi ti avrebbe letto.
Sei tu che devi dirmelo, io posso solo supporre, in questo senso.
Comunque grazie dell'articolo dico davvero; e bravo anche Mazzucco (come dice anche HvSky) che ogni tanto non si rincoglionisce troppo con la politica
Spero di essermi spiegata"
Diciamo in comodato d'uso
Morte Bardo e Rinascita
kunpen.ngalso.net/.../...
buona domenica a tutti
Se ti può dare qualche formula che a sua volta ti induca a un sentimento che si affacci alla certezza, io posso uscire fuori dal corpo, questo magari ti può interessare.
Ci riuscivo anch'io da giovane.
Ho tentato recentemente ma ci vuole troppa concentrazione e non ce la faccio.
Qualsiasi consiglio per vivere più pienamente è benvenuto.
Ammetto di non seguire assiduamente LC, e di essermi sicuramente perso post precedenti della Redazione, ma questo commento "esoterico" mi lascia (positivamente) basito: mai avrei immaginato che Massimo Mazzucco si interessasse anche di questi argomenti!
@#36 peonia
Sono più propenso a credere che la "volontà" di incarnarsi sia piuttosto una (ennesima) "illusione" dell'anima, come la "volontà" di bere per chi sia assetato, e che tutto sia in un certo senso "automatico" e compreso in un piano perfetto dove noi possiamo concepire solo il divenire "temporale" della "realtà" "relativa", mentre alla sola intuizione sia affidata la (parvenza di) comprensione di un "Eterno Presente" (senza Tempo) e di un "Assoluto" molto differente dall'idea di un Dio barbogio "creatore del cielo e della terra"...
Perché uno dovrebbe "scegliere" di incarnarsi in un paese tristissimo devastato dalle fame, dalle guerre e dalla povertà, e "pagare" in una scomoda rata tutto il karma pregresso, mentre potrebbe invece scegliere un tasso d'interesse infinitesimo e godersi un migliaio di incarnazioni in comode rate... vitali?
Io rimango fedele agli insegnamenti "logici" del CE.FI.77, dal volume "Oltre l'Illusione" in poi: mi erano sembrati gli unici sostenibili da un punto di vista del buon senso e della non contraddittorietà; comunque, al momento non credo più a niente: l'età, invece di acuire il pavore della Morte, me l'ha fatto dimenticare (che sia l'Alzheimer?) Ciao!
interessante,
(anche dal punto di vista SOCIOLOGICO)
se vi capita, lo consiglio..
si trova in streaming (GRATIS)
"LA SCOPERTA "
[youtube] youtu.be/yyGeYaWQ_Qg [/youtube]
descrive un futuro ipotetico
in cui si è capito scientificamente
che dopo la vita non si muore,
la narrazione è molto realistica,
magari qualcuno lo ha già visto.
in una inquadratura
c'è anche una citazione (visiva)
del cristo (morto) del mantegna..
55 commenti da "passare in rassegna". Uno a caso: il primo
Redazione
#1 Redazione 2017-09-02 19:58
Pensa le risate che ti farai quando, al momento di morire, scoprirai che il tempo non esiste.
Cautelativo oltre ogni dire.
Ora gli altri sperando di incontrare la stessa simile verve.
a molte persone ha dato molto conforto e ha reso l'esistenza molto meno pesante
jw.org/.../...
jw.org/.../...
La mia convinzione dell'esistenza di un altra dimensione..un mondo spirituale di esseri invisibili non proviene solo dalla Bibbia ,ma da innumerevoli ricerche fatte in ogni campo che a mio avviso determinano l'esistenza di queste creature e impongono a rigor di logica quindi l'esistenza di un Essere Supremo o Creatore.
Uscire dal corpo
Beati voi... in un periodo della mia vita nel quale ho potuto dedicare tempo alla cosa c'ero arrivato vicino... ma ahimè nisba.
Evidentemente non era il mio momento. Ma il riprovarci è una cosa che è nel mio prossimo futuro
Per prima cosa vincere la PAURA......che può avere mille forme....
dopodichè vivere tutto ciò che capita con intensità, senza preconcetti, fiducioso ...
non è facile, ma nemmeno troppo difficile..
concentrando molto, scegliere tra PAURA o AMORE...
mi è tornato in mente un brano da un libro canalizzato da Emmanuel...che dice così:
"La paura vi dice: "Voglio metterti al sicuro";
l’amore dice: "Sei al sicuro".
La paura vi chiede di seguirla lungo uno stretto sentiero,
l’amore vi dice: "Aprite le vostre braccia e volate con me".
Sempre dal libro, riguardo alla Morte
"Morire è come togliersi una scarpa stretta.
Anche dopo morti siete ancora vivi.
Non cessate di esistere con la Morte.
E' solo un'illusione.
Attraversate vivi la soglia della morte
e senza alcuna modificazione della coscienza.
Non andate verso una terra estranea
ma verso una terra viva e reale
dove il processo di crescita continua."
si, perche l'essere certo che qualcuno non può essere certo della vita dopo la morte è essa stessa una certezza
La morte esiste perché altrimenti non esisterebbe la vita. Senza morte niente vita, almeno se ci fermiamo solo all'aspetto materiale della vita, cioè quel lasso di tempo che passa dalla nascita alla morte. Non potremmo in nessun modo essere immortali nel piano materiale. E sarebbe comunque un gran peccato perché tutto nell'universo è dinamico e in continua trasformazione. Niente è statico. E la morte è la trasformazione in atto.
In ultima analisi la morte è la vita. Una volta capito profondamente questo la morte non fa più paura.
La Vita reale al di là della vita terrena è un'altra cosa e seppur non ci siano prove o certezze vi sono innumerevoli indizi della sua esistenza.
Vi è spesso confusione fra Anima e Spirito. Una confusione che nasce anche dal fatto che etimologicamente le due parole vogliono dire la stessa cosa. Ma facendo una distinzione fra le due si potrebbe dire che l'Anima è individuale e personale, rappresenta il nostro subconscio e tutto ciò che è innato nel nostro essere. Secondo alcune tradizioni spirituali (Gurdjeff ad esempio) l'Anima non è in dotazione dalla nascita ma deve essere coltivata. Questo spiega perché Massimo nota, e lo noto anch'io, che molte persone appaiono essere senza Anima. Io non concordo pienamente con questa visione, e ne ho un'altra. In sostanza tutti nasciamo con un Anima ma pochi fanno un lavoro per rimanerci in contatto, per conoscerla e per espanderla. Faccio un esempio banale: se uno nasce con una predisposizione d'animo ad essere un artista ma poi per molti motivi non d'anima ma di mente rinnega questa predisposizione e fa l'ingegnere perché così vuole la famiglia, o perché si guadagna molto di più, ha chiaramente rinnegato la sua Anima che allora si ritirerà di buon grado e in alcune persone sparirà del tutto.
Ci sarebbe molto molto altro da dire sull'Anima ma sarebbe lungo.....
Lo Spirito invece è universale e impersonale. Qualcosa di molto misterioso a cui solo poche persone riescono ad entrarci in contatto. Sopratutto nel nostro mondo occidentale e materialistico. Nei popoli nativi di tutta la terra era molto più frequente questo contatto. Uno Sciamano è in grado di contattare lo Spirito ed è questo che lo rende uno Sciamano. Forme di sciamanesimo sono presenti in tutto il mondo.
Ma tutti ricevono messaggi dal mondo dello Spirito almeno una volta nella vita, basta saper ascoltare. Ma per ascoltare bisogna avere prima un contatto con la propria Anima.
E' lo Spirito che opera i cosiddetti miracoli. Ad esempio una guarigione operata da un Sciamano. O la camminata sul letto di lava degli indonesiani.
Secondo la tradizione degli Sciamani Hawaiiani (Kahuna) l'essere umano è composto principalmente di tre componenti: Unihipili (Subconscio o Anima), Uhane (Il cosciente, alcuni la chiamano mente ma non è secondo me la mente perché non è razionale come la mente che conosciamo. Preferisco usare il termine che i nativi hanno sempre usato e cioè il Cuore. Oppure il centro), Aumakua (Il superconscio o Spirito). Più c'è il corpo che è il veicolo dove si esprimono queste tre componenti.
E' una visione delle cose che io trovo molto interessante. Per chi vuole può approfondire con i libri di Max Freedom Long.
E a proposito di libri ti e vi suggerisco vivamente il libro "The holographic universe" Di Michael Talbot, tradotto in italiano con "Tutto e uno. L'ipotesi della scienza olografica". E' un libro meraviglioso che cita anche gli studi citati di Moody e tanti altri, spaziando dalla fisica quantica allo sciamanesimo, ai viaggi fuori dal corpo (OBE) e tanto tanto altro. Se non vi apre il Cuore questo libro vuol dire che non avete Anima
Ma.....è l'Essere che è pesante o il Non-essere?
In questa domenica dove L afa di questa estate rovente si è trasformata in una brezza autunnale dedico questo pezzo a tutti voi
In particolare:
a Massimo che vedo su YouTube confrontarsi con i cerchi magici di Carpe oro
A Calv e alla sua implacabile,meravigliosa e genuina determinazione e sincerità
A Fefo che da piccolo doveva avere come compagno di banco un certo Bastian Contrario
All' amico Sertes che invece al banco sedeva da solo
A Peonia che quando ha scoperto che Santa Claus non scendeva dal camino ha tenuto il muso per un mese
A Flor nella verde Irlanda con il suo splendido bimbo
E a tutti coloro che credono che molte volte è più importante conoscere il perché e non il come......
Con affetto sincero, veramente !
Certo però che siete dei bei cacacazzi! una volta tanto che ho fatto un discorso pragmatico o non lo capite o comunque non va bene!
edit: specifico il "siete"....in questo caso tu Federico, ma comunque molti di voi, qualsiasi cosa io dica, avete sempre da ridire...o sono troppo superifciale, o troppo new age, o troppo credulona, ecc. e così via discorrendo...
Mi sento empaticamente vicino, in effetti spesso ci piace atteggiatci a persone di mente aperta senza accorgerci che la nostra apertura finisce laddove finiscono le nostre 'conoscenze ' (non mi riferisco ad alcuno in particolare).
Sarebbe un peccato che ti limitassi ad esprimerti nel futuro.
Ogni essere ha le sue variabili che determinano il limite di questo valore.
Genesi 6:3 e en.m.wikipedia.org/.../...
Maa forse un piccolo contributo posso darlo...tempo fa chiesi in regalo una copia della bibbia. L'ebbi. Ben fatta, edizione di lusso. L'aprii e i primi personaggi che incontrai vissero centinaia di anni bevendo e trombando. La chiusi. Mi stavano prendendo per il culo. Non e' che sta cosa mi toglieva il sonno, ma quando un fervente cattolico interloquiva con me gliela sparavo diritta nel muso. Ci godevo anche perche non ho mai letto tutta la bibbia, ma sta cosa sella citazione della bibbia con un cattolico praticante mi arrapava.
Così ci ho ricamato su, ero arrapato e volevo godere di piu.
)Premesso: io sono un campione che ha letteralmente svaporato un milione di pretendenti alla vita)
Ho quindi cominciato a sostenere la tesi che la bibbia dicesse il vero e che la cosa era vera. A quiei tempi tutti campavano e trombavano per molti anni finche qualcuno non si rompeva i coglioni e tratteneva il respiro finche il corpo non lo lasciasse libero.
Quindi da allora qualcosa è cambiato. Se oggi vediamo il campar cent'anni come un mito.
Ora mi fermo. Ma la cosa è andata avanti e vedo che le tue indagini pure. (Interessante il suggerimento alla nonnina centenaria di smettere di fumare)
Ma sai....oggi le stelle non le vediamo mica tanto. Lo chiamano inquinamento luminoso. Pero in compenso viviamo di continui stati empatici che ci permettono di dare un senso alla nostra anima cercandola spesso in quella degli altri.
stai prendendo sul personale la cosa.
in ogni caso ti faccio notare che se nessuno ti si fila ti lamenti che non ti si fila nessuno,
se qualcuno " ha qualcosa da ridire" ti lamenti che non "ci" va bene niente
fai prima a dire che vuoi gli applausi non trovi?
tra l'altro capisco poco te e #65 hvsky che vedete una sorta di "bastian contrarismo" nelle mie parole che vogliono solo essere una mia opinione.
amen
ciao
Grazie, Calvero
Ed e' meraviglioso, tutto vibra, tutto e' energia, amore, qualcosa che non puo' essere descitto a parole. Certo come dice Peonia bisogna stare attenti, magari farlo con una buona guida che vi tiri fuori dalle situazioni negative, ma poi si acquisisce esperienza, si riesce anche a comunicare telepaticamente, perche' noi siamo energia, che si manifesta in questo mondo con un corpo. Ma noi siamo la luce, figli della grande luce. Questa che viviamo non e' la realta' per come ci appare, e' un'illusione, una percezione infinitesimale di cio' che realmente esiste, distorta e manipoolata, per impedirci di essere cio' che realmente siamo.
Non dobbiamo cercare all'esterno, ma dentro di noi, tirare fuori il potere che abbiamo. In quella dimensione il livello della percezione che abbiamo e' altissimo, si riesce a modificare gli eventi, questo e' il nostro potere.
Non bisogna aver paura della morte. Come diceva un grande comico, e' solo un giro di giostra
www.youtube.com/watch?v=3v6-HG5dDI8
La mia era solo un affettuosissima battuta, rivolta a te e a altri, nessuna provocazione......
Una risata può servire a sdrammatizzare
Si misero a parlare del più e del meno come due vecchi amici quando Siddharta gli chiese:
“Qual è la mancanza più grave per l’uomo?”
E il viandante pensatore così rispose:
“È grave morire senza aver capito la vita. È drammatico vivere senza aver capito la morte!”
riguardo alla lunghezza della vita, ci sono riportati casi di monaci Tibetani che sono riusciti a perpetrare la durata di un singolo corpo anche oltre i 400 anni. Dico così perché ammetto la possibilità che, un giorno, potremo ricordarci le nostre reincarnazioni e quindi il termine "vivere" possa avere un respiro più ampio, considerando la fine di un corpo come la fine di un autoveicolo, sostituendolo quando non più idoneo e continuando il viaggio da dove lo si era interrotto conservando la memoria di dove si era.
Se può aiutarti condivido che secondo me lo scopo della vita è proprio il punto centrale delle tue paure: ossia familiarizzare col concetto che tutto finisce, che non puoi portarti niente di materiale appresso per molto tempo (corpo compreso), che tutto quello che fai (nella maggior parte dei casi) lo dimenticherai ma altresì tutto quello che fai ha un peso sul tuo animo e su quello degli altri anche quando non ci sarai più.
Credo che quando avremo imparato queste lezioni passeremo, presumibilmente, a un mondo scuola più evoluto.
Personalmente SO (intuitivamente) che quando avrò interiorizzato questi concetti, allora starò vivendo "la Vita" pienamente e considererò la morte non sarà che una parte di essa.
Tutti noi esseri viventi siamo cellule di un organismo più complesso ed evoluto: le tue cellule muoiono e rinascono tutti i giorni, se così non facessero TU moriresti molto prima di 169 anni..
Per dirla in altri termini: tutti abbiamo paura di morire ed vincere questa paura credo sia la lezione in questa scuola, per questo ne siamo praticamente circondati ogni giorno. Addolcire la pillola confortandosi con credenze su cosa ci sia dopo è un barbatrucco che non funziona.
Io SO che mi reincarnerò; io SO che i concetti di Morte o Spazio o Tempo sono illusori, parte di una scenografia di un teatro messo in piedi per insegnarmi qualcosa.. nonostante ciò temo ancora la morte.
Dobbiamo accettarla.. "darcela su" come dicono a Bologna.. :)
"non prendere la vita troppo seriamente, tanto non ne uscirai mai vivo" (O. Wilde)
Ciao
Ne sei proprio sicuro? E se fosse la paura della Morte a convincerti di "sapere" che tutto non finisce qui? Per quanto mi riguarda, letture pregresse dei libri del Cerchio Firenze 77 hanno contribuito moltissimo ad impedirmi di cadere in disperazione in occasione di eventi tristissimi, ma ora quelle "certezze" non le ritrovo più, e mi chiedo se non fossero solo (auto)illusioni "utili" per evitare il dolore. Probabilmente (e nell'ipotesi migliore) tutte le religioni che prospettano una qualche forma di "sopravvivenza" non sono altro che auto-convincimenti creati dall'uomo per placare l'angoscia del finis vitae...
ma non c'è proprio colla? che scivolino!
"In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita".
Mamma, ma non prima di aver assestato lo stato delle cose.
#19 Aigor
posso dirlo con certezza perchè il ricordo comprende l'immagine del luogo.
Mamma, nel dì assennato.
Grazie per l'epitaffio figlio #20
Di nuovo scusateci per aver condiviso il 'mistero' di un giorno comune.
Non ha importanza quanti anni dimostri, sembrerai sempre piu vecchio di quello che credi tu.
La vita non é il fine ma un percorso per migliorare te stesso (la tua mente) ed il tuo corpo è il mezzo.
Quando il mezzo si scassa, no problem, significa che lo hai adoperato.
La morte è l'unica certezza che abbiamo nella vita.
La morte è la porta d'entrata per la prossima vita, forse.
„Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, Inferno o Cielo, non importa. Giù nell'Ignoto per trovarvi del nuovo. (da Il viaggio)“ Baudelaire
Il mondo è pieno di morti che camminano, molti di loro sono piuttosto longevi anche grazie all'innalzamento della aspettativa di vita causata dal progresso umano degli ultimi secoli.
Anch'io a giorni sono un morto che cammina.
Muore giovane chi è caro agli dei. Gli uomini non campano mille anni proprio perché sono cari agli dei.
Morire è una grossa fortuna, saper di dover morire è una fortuna doppia.
Mio nonno ha 90 anni e gli occhi di me bambino. L' altro mio nonno morí che io avevo due anni e io ancora ricordo con affetto il bacio che diedi alla sua fredda fronte.
Lo so. Ora lo sai anche tu: nel nuovo per scoprire il moto ignoto dell'antico principio fissato universalmente su un giudizio da togliere il fiato.
Di sicuro so soltanto che devo morire.
So, per via della mia parte intuitiva del cervello, che tutto non finisce qui, e la cosa parrebbe confermata da numerosi testi. Quelli buddisti in particolare sembrano dare ragione a questa visione di "apprendistato dell'anima" nel momento in cui scegliamo (decidiamo noi medesimi, non DIO o il caso) di incarnarci. A tal proposito:
@29 Redazione
Chi ha stabilito che ci si debba incarnare per forza in questo pianeta? I conti non tornano se come sistema di riferimento restiamo sul sistema solare, ma sono sicuro che se si estendesse un po' la portata l'equilibrio delle anime potrebbe essere rispettato senza ricorrere a corpi con funzionalità meccanica.
Senza considerare che nella sua evoluzione, l'anima potrebbe tranquillamente passare da stati senza coscienza, magari per fare esperienza della materia e della tridimensionalità.
OPINIONE: secondo me lo spirito passa attraverso i seguenti stati:
Roccia -> Vegetali -> Insetti o animali molto piccoli-> Animali più grossi -> Forme di vita intelligenti con percezione della coscienza (nel caso del pianeta terra, Razza Umana)
Categoria a parte fanno i Gatti: non ho mai capito se evolutivamente sono più in basso o più in alto di noi!
Pertanto mi piace ricordare qualche aforisma, di cui non so sempre la fonte.
Ad esempio:
“Se ci sono io, la morte non c’è; se c’è la morte, io non ci sono. Quindi non ci sono problemi.”
Oppure Luciano De Crescenzo: “La vita non dev’essere lunga, dovrebbe essere larga”.
E poi quello che sono soliti ripetere credo i trappisti: “Ricorda che devi morire” non mi è mai molto piaciuto come impostazione.
Preferisco la Tavola di Smeraldo (raccolta di antica saggezza) che recita: “Fai bene e dimentica, fai male e ricorda che devi morire”. Il che ha un maggior senso etico-morale: io credo che un buon modo per trovare un senso alla vita sia cercare ed in questo ci viene ancora in aiuto la Tavola di Smeraldo.
Quel che sono usi altri monaci dire: “Ora et labora” invece nella Tavola viene declinato, più compiutamente, in questo modo: “Ora. Lege, lege, lege et relege. Labora et invenies”. Il che. Tradotto. fa approssimativamente: “Prega. Leggi, leggi, leggi e poi rileggi. Lavora e troverai”… il sottinteso è “la Verità”.
E come dice il Cristo: “Troverete la Verità ed essa vi renderà liberi”.
Ecco sono arrivato al punto che mi interessa sottolineare: cosa si preferisce una lunga vita magari nella menzogna oppure una discreta via in verità?
Non so rispondere: qualche mese fa (poco dopo aver compiuto i 60 anni) ero in un’altra città ed ho avuto un infarto a due coronarie ma mia moglie ha prontamente chiamato il 118 che mi ha portato in un centro di eccellenza dove, con due stent e pochi giorni di convalescenza, mi hanno rimesso in sesto.
Io l’ho preso come un messaggio di incoraggiamento a fare qualche cosa di memorabile o, perlomeno, di utile alle prossime generazioni: pertanto da lunedì 11 settembre vado ad occupare piazza Montecitorio insieme al gen. Pappalardo e, probabilmente, altre migliaia di persone, per protesta verso chi ha costruito il matrix in cui viviamo.
Ecco, come consiglio ti lascio un proverbio cinese: “Se vuoi essere felice un giorno, ubriacati; se cuoi essere felice un anno, sposati; se vuoi essere felice tutta la vita, coltiva fiori” che io ho interpretato non come attività orto-botanica ma come dedizione all’educazione dei giovani.
Questo, a mio modesto parere, dovrebbe fare chi comincia ad avere i capelli bianchi, non sperare di vivere per vivere, come una pianta, più a lungo possibile anche se senza uno scopo.
ammiro chi andrà e sarò con tutto il mio cuore sperando che serva a smuovere le cose!
E che diamine! Più in alto, siamo più in alto di voi!
Ti ripropongo i miei dubbi sull'argomento (vedi #57): che "libertà" abbiamo di "scegliere" la nostra incarnazione? E perché dovremmo incarnarci e soffrire grandemente ad espiazione del karma pregresso, quando potremmo soffrire di meno e diluire il dolore in innumerevoli incarnazioni a "quasi tasso zero" di interesse sul "debito" (karmico)?
Per imparare. Senza sofferenza non impari nulla. E' come andare a scuola con una maestro severo (tu!): studieresti e ti applicheresti se non ci fosse un maestro pronto a bacchettarti? No di certo. Le anime sono come il ferro nella fornace: patisce, ma quando ne esce risulta enormemente rafforzato. Per questo la vita è così dura per molti di noi (anche solo a livello emotivo). E ti dirò di più: più alto è il livello dell'anima, più dure sono le prove in cui scegli di cimentarti e più sofferenze dovrai patire (cerca tu l'esempio storico che più ti aggrada a conferma di ciò..)
A parte i Gatti, ovviamente..
Poi ho capito che si trattava di funerali e mi son messo tranquillo.
Questo è il punto, credo, più interessante della faccenda; pensavo andasse avanti la discussione (in questo senso) invece di arenarsi; tiravo "le somme" con un mio amico tempo addietro, e stiamo giungendo a questa conclusione, e da più strade, oltretutto. Avrei anche una cosa più dura da digerire, in merito. Che, anche questa, la vedo sempre più corroborata da ciò che ci circonda. Ed è veramente pesantina.
________
AIGOR:
C'entra la paura.
(E non quella di uscire fuori dal corpo. Non sto parlando di questo)
Io c'avevo provato a dare una mia interpretazione a questo "fenomeno" ma ho visto anch'io che la discussione non ha minimamente lambito l'argomento. Mi fa piacere che venga riproposta.
La ridico in altri termini.
Non credo che vi siano individui che nascono senz'anima, perché se osserviamo i bambini piccoli almeno fino ad una certa età io vedo le caratteristiche che contraddistinguono la presenza di un'anima. La capacità empatica, la curiosità, il sentirsi nel Tutto, le caratteristiche innate e così via.
Ma credo che l'anima sia un "dono" che va coltivato. Non è un diritto divino. E' come se fosse un seme che ognuno di noi ha in dotazione, ognuno di noi ci fa quello che vuole. Certo questo seme è diverso per ognuno di noi, alcuni hanno dei talenti più spiccati ed altri meno evidenti, ma tutti ce l'hanno. Poi tanti fattori esterni ma anche e soprattutto scelte individuali portano alla scelta, per me mortifera, di abbandonare questo seme, addirittura di considerarlo peccaminoso, o contrario alle morali vigenti nelle varie epoche. E così muore l'anima, in un certo senso. Ed ecco nascere i "robottini", gente senz'anima che gira per il mondo senza più uno scopo, senza più empatia, senza più curiosità e soprattutto arrogante e inchiodate alle loro certezze inamovibili. Dei monoliti. E noiose aggiungerei.
Gli gnostici dicevano suppergiù questo. Essi dividevano l'uomo in tre categorie: gli ilici, gli psichici, e gli pneumatici (si lo so, fa un po' ridere questo termine ma deriva da pneuma che vuol dire Spirito in greco).
Gli ilici sono tutto corpo (Hyle = terra) e niente anima o spirito.
Gli Psichici (Psiche = anima) hanno l'anima ma non hanno raggiunto ancora lo Spirito.
Infine gli Pneumatici, il massimo secondo gli gnostici, coloro che avevano raggiunto lo Spirito, cioè coloro che avevano raggiunto la Gnosi, ovvero la conoscenza diretta e non razionale della verità.
Gli ilici sono la stragrande maggioranza, coloro che seguono belando come pecore il pastore, che non hanno un'identità propria ma costruita dall'esterno. Non hanno capacità empatiche e via dicendo.
Gli psichici sono un gruppo non diffusissimo ma nemmeno raro. Hanno un'anima e quindi un'identità propria ma sono comunque ancora molto egoistici e non hanno la gnosi.
Gli pneumatici sono invece una rarità. E se erano una rarità a quei tempi immaginiamoci adesso!!!! Sono le pecore nere, o le mosche bianche. Spesso emarginati dalla società ed in conflitto netto con le morali, le ideologie, le religioni del tempo in cui vivono. E' una fortuna incontrarne qualcuno! Per gli gnostici il Cristo era uno di loro ad altissimo livello.
Per gli gnostici tutti potevano applicandosi divenire dei pneumatici. Un processo molto faticoso che pochi hanno il coraggio di fare.
Calcolando che questa interpretazione ha circa 2000 anni, possiamo vedere che il problema si pone da molto molto tempo.
E a quanto pare le cose non sono cambiate, anzi peggiorate sicuramente.
E questo è oggettivo
L'interpretazione (chiamiamola così per comodità) che fai/dai - a mio avviso - è cristallina, io però ti dico che comincio a non esserne così sicuro, sai?
Ovviamente ascoltare questi discorsi come li stiamo facendo, è un po' come il termine "pneumatico" che hai usato tu prima, che dà un risultato "comico", ci sei? .... ecco, e la stessa cosa è entrare tout court in un dibattito come questo in nome di queste tematiche; il rischio è di apparire comici o insensati, così come si apparirebbe comici e insensati in un congresso di luminari e dotti oncologi andando a parlare di Simoncini, di Di Bella, o di Hamer; oppure di Inside Job tra gente che è cresciuta con i concetti scolastici di Santa Madre Repubblica, la De Filippi e crede che Quark sia una trasmissione di divulgazione scientifica...
... ma tant'è, quindi accontentiamoci.
Innanzitutto, il problema di riuscire ad avere un faro il più possibile limpido nella sua luce e libero da ombre, è anche di riuscire a permettersi una dialettica che riesca a essere centrata sui punti focali (mica facile); questo è ciò che rende le nostre riflessioni (sia teoriche che conoscitive) sempre a rischio di essere fraintese. Quindi, a mio avviso, la prima cosa sarebbe quella di creare una struttura argomentativa, una sorta di diagramma - una mappa - qualcosa che dia un comune denominatore, siano evidenti i punti di partenza. Detto cazzi, ti pare?
Ad esempio, prima rogna:
- il tema in questione per quanto sia soggettivo nelle nostre esperienze, di fatto è oggettivo ... e come lo spieghi a chi ancora crede che la razionalità esista?; che la soggettività, in realtà, non è un fenomeno personale? lo spieghi tu?
Se tra coloro che leggono, abbiamo, ad esempio, gente che è rimasta sotto alle bufale della ragione, già puoi immaginarti cervelli che fumano e crisi [isteriche] di inaccettabilità, che poi, come da protocollo, saranno trasformate in denigrazioni (se abbiamo a che fare con un cretino), oppure a contestazioni che si poggiano sui discorsi autoreferenziali della religione scientifica (... ché la scienza è una religione, neh; ancora i più non l'hanno capita, né più né meno del cattolicesimo, quindi capirai la difficoltà; ma ormai il bibbitone della propaganda è stato trangugiato e chi s'è visto s'è visto).
Questa sorta di premessa, per quanto tediosa, è necessaria. Ed è il primo scalino delle cretinaggini da superare. Passato questo scalino, si arriva a quello che ognuno di noi sente in merito; cioè a come la propria conoscenza sia in rapporto con il sistema mondo, ed ecco che abbiamo un'altra fase da dover imparare a riconoscere e, soprattutto, identificare (sul piano sensibile).
Se so che queste conoscenze (gnosi, ma anche un po' di meno) sono legate a doppia mandata con i Centri di potere (quelli reali, non quelli dei Puffi - di King Kong, Trumpino, Macroricchiòn eccetera) ecco che torno a quel discorso di prima:
- più di qualcuno crede che il Potere sia fatto di stupidi, di manigoldi, di egocentrici, peccato che gli stupidi siano solo tra la gente, e qui si dovrebbe cominciare a fare UNO+UNO. Il male che c'è nel mondo è inevitabilmente dettato dalla stupidità - questo è un fatto obiettivo - chi dice niente, perciò la domanda è: - cosa meglio di chi non ha un'anima si riflette nella stupidità? Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Il problema è che - esperienziale la questione - la conoscenza/coscienza è un'energia e il DNA: un'antenna; quindi le anime - che sono pericolose per ogni giogo che non tolleri l'equilibrio naturale delle cose - non lasceranno che entrino in comunicazione. E questo è quello che abbiamo sotto gli occhi, il naso, e ... nel culo.
Il famoso grande cetriolo d'oriente
(Non tutti sanno cos'è, bisogna essere vecchi navigatori luogocomunardi)
Potrebbe essere (come credo sia) che NON vi sia una unica realtà oggettiva (*), bensì innumerevoli realtà "soggettive" "create" ad ogni "variante" scelta: i "mondi paralleli" che alcuni fisici hanno ipotizzato.
Non sarebbero necessari altrettanti universi "fisici", sia chiaro, perché quello che noi chiamiamo "oggettivo" avviene come ci appare solo nel mondo della percezione, mentre la Realtà "Dio" è unica e "composta" da "divina sostanza indiversificata": cerchiofirenze77.org/.../...
In questa visione delle cose, tornerebbero "logicamente" i conti anche per quanto riguarda karma e libertà individuale nel loro legame indissolubile.
Comunque, non voglio indottrinare nessuno: questo è quello che mi è sembrato più sensato e senza contraddizioni, ma non mi adombro se qualcuno la pensa in maniera diversa...
(*) intendo "realtà" con la "r" minuscola, cioè quella percepita dal soggetto, comunemente creduta unica e oggettiva per tutti i soggetti percepienti.
@#89 rafterry
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Non ci puó essere reincarnazione senza la morte del corpo e dell'anima e dello spirito-se allo spirito venisse alla mente di serbare ricordi-
Il sole sarebbe una brutta ombra se l'ombra non lo annichilasse per il tempo di una notte, e il sole è nuovo ogni mattina- nuovo non ha passato da ricordare, che altrimenti sarebbe vecchio, per nulla eterno.
Ora-adesso si vive in eterno, non certo domani, men che meno nell'accumulo capitalistico delle ore d'orologio , dei giorni di calendario o degli anni platonici.
A grandi linee concordo con quello che dici.
La mia interpretazione è frutto dell'osservazione non razionale della realtà delle cose. Non so se possa essere esatta, ma mi sembra molto valida.
Ma quello che è più importante è che non cambia di una virgola la verità su cui conveniamo che molte persone l'anima non ce l'hanno. Che l'abbiano persa per strada o non l'abbiano mai avuta poco importa. La questione è che abbiamo a che fare con una stragrande maggioranza di persone con cui NON è possibile comunicare e quindi tanto meno cambiarle.
Chiaramente io ho usato l'esempio degli gnostici solo per dire che queste evidenze lo sono da sempre o quasi. Sono consapevole che termini come pneumatico farebbe solo ridere ai tempi nostri ed evito accuratamente di usarli al di fuori di certi contesti molto ben delimitati.
Ma è vero anche che mancano ormai termini giusti. Si potrebbe usare spirituale che vuol dire la stessa cosa di pneumatico ma questo termine è ormai contaminato da tante stronzate che ormai ha perso la forza che gli compete.
Non credo che i Dominanti abbiano la gnosi, non sono sicuramente nello Spirito ma sicuramente hanno conoscenze profonde che l'uomo comune se le sogna. Hanno anche conoscenze occulte, esoteriche che poi pubblicamente denigrano con i vari Piero Angela da te citati, ma segretamente io so che ce l'hanno e le usano come maghi neri per continuare il dominio sugli esseri umani. Ma sopratutto per impedire una naturale crescita spirituale, e non solo, negli esseri. Perché a mio avviso, l'Anima è quanto di più rivoluzionario che esista. Quando un'Anima vibra veramente le cose le comprendi, la menzogna la smascheri. Ed è soprattutto un passaggio fondamentale per la ricerca ed il raggiungimento dello Spirito.
Sono d'accordo!
Credo di aver sbagliato Thread la "traccia" Nasreddin di Lux-fiaba si trova altrove.
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E' in quello della Corea
Grazie.
E' in quello della Corea
E' un film che parla per e degli indigeni dell'amazzonia colombiana, raccontando la storia dell'incontro di uno di questi indigeni, uno sciamano, con due esploratori occidentali in diversi periodi di tempo (a 40 anni di distanza).
Il film è "el abrazo della serpiente" Non è stato doppiato in italiano ma vi sono i sottotitoli in italiano. Del resto spesso parlano in lingua amazzone, perderebbe con un doppiaggio.
Nel film ripetutamente lo sciamano parla del "chullachaqui" , intendendo con esso una specie di doppio della persona, con tutte le cose a posto almeno apparentemente, ma vuoto completamente vuoto e senza identità.
Andando a cercare cosa volesse dire questa parola trovo una spiegazione in Wikipedia:
en.wikipedia.org/wiki/Chullachaki
Solo in inglese purtroppo, ma in sostanza sarebbe una leggendaria figura amazzone, una sorta di folletto o goblin che ha la caratteristica di prendere perfettamente sembianze umane per attirare incauti esploratori nella foresta.
La descrizione che fa in wikipedia è molto parziale perché il termine è usato anche come nel film e cioè ad indicare una specie di doppio (il doppelganger tedesco), una specie di involucro vuoto, senza anima appunto.
Qui viene spiegato dettagliatamente il termine dal regista del film:
screenprism.com/insights/article/in-embrace-of-the-serpent-what-is-the-concept-of-the-chullachaqui
Anche questo purtroppo solo in inglese.
Insomma quello che noi abbiamo chiamato i senz'anima, gli indigeni amazzoni li chiamano "chullachaqui".
Un altra cosa molto interessante che ho notato è che il termine letteralmente vuol dire "piede storto" o qualcosa del genere. Questo ha una meravigliosa assonanza -coincidenza?- con il nostro termine "peccato". Poiché peccato etimologicamente, dal latino, vuol dire "ceppo ai piedi", "laccio che lega il piede" o anche "piede che diverge". Per questo il diavolo veniva raffigurato zoppo o con i piedi caprini.
Interessante no?
Il film è bellissimo, se lo trovate vedetevelo!
segnalo:
hairesis.blog.tiscali.it/.../?doing_wp_cron
dunque peccato sarebbe da tradurre in sbaglio, non colpa... fosse così sarebbe la più diabolica mistificazione perpetrata dalla chiesa cattolica, necessita di essere sviscerata bene la cosa.
anche perchè nei dizionari sta scritto:
ma colpa ed errore sono 2 cose completamente diverse. A questo punto è possibile che prima che ci mettesse su le mani la Chiesa peccato significasse semplicemente errore (nessuna prova ma il tutto ha senso!)
per caso hai fonti a riguardo Lux-fiaba? (salutami Slobb!)
Quindi in origine, ti confermo, che peccato vuol dire aver fatto un errore, aver sbagliato strada (un piede zoppo ti porta a deviare dal cammino), e non ha nulla a che fare con la colpa!
A proposito è il senso di colpa che poi è una forma di paura che è uno dei più grandi nemici nella crescita interiore!
L'etimologia è una grande cosa. Sapessi quante parole hanno un significato diverso da quello che gli è stato imposto. Gli antichi sapevano scegliere bene le parole che usavano.
Questa non l'ho capita! Non conosco Slobb (presumo fosse il vecchio utente slobbista). Quindi non te lo posso salutare!
confermi quanto scrive il blogger che ho linkato..
ho già avuto diverse esperienze
rimpiango di non aver fatto il classico solo per avere una base di greco e latino...
ah scusa, pirla io. chissà perchè ne ero convinto.. me lo saluto da me
Su di Luna ne proferì anche lui ma chissà se nel suo viaggio Baudelaire abbia incontrato quella Donna vestita di luce che poco prima aveva posato la sua mano sui capelli di Giordano.