di Elia Dallabrida (Decalagon)

Recentemente ho ripreso in mano con interesse un articolo, pubblicato non molto tempo fa qui su Luogocomune, dedicato all'universo olografico. Sebbene inizialmente avessi accolto l'idea con scetticismo, paragonandola addirittura alla teoria della Terra piatta, col tempo è diventata per me uno spunto di riflessione sorprendentemente stimolante. Negli ultimi mesi ho iniziato a esplorare una varietà di antichi e filosofici, nella speranza di trovare nuove connessioni tra questi scritti e le mie letture più recenti.

Premetto che ovviamente non mi sento né pretendo di essere detentore di verità assolute né aderisco a un credo religioso o spirituale specifico. Il mio intento è semplicemente quello di condividere alcune riflessioni e materiali che mi hanno affascinato, con l'auspicio che possano stimolare la curiosità e il pensiero critico anche di altri lettori.

Detto ciò, non perderò tempo trattando nuovamente il concetto di universo olografico, ma il fatto che questa idea era già nota molto tempo fa in testi come il Corpus Hermeticum. Per chi non lo conoscesse, esso è una raccolta di testi filosofici e spirituali risalenti a un periodo compreso tra il I e il III secolo d.C. Questi scritti, redatti in lingua greca (probabilmente traduzioni di testi egizi ancora più antichi), sono attribuiti a Ermete Trismegisto, una figura leggendaria considerata un maestro di saggezza e una fusione sincretica tra il dio egizio Thoth e il dio greco Hermes. Trismegisto, il "tre volte grande", viene dipinto come un maestro spirituale che trasmette insegnamenti esoterici, cosmologici e teologici ai suoi discepoli.

Uno dei temi centrali del Corpus Hermeticum è l'idea che la realtà percepita sia una sorta di illusione, un riflesso distorto di una verità più profonda e fondamentale. In particolare, nel primo trattato del Corpus, conosciuto come "Poimandres" o "Il Pastore dell'Uomo", Ermete racconta un'esperienza visionaria in cui il Nous (la Mente divina) gli svela i segreti della creazione. Durante il dialogo con il Nous, Ermete apprende che [b]la realtà materiale non è altro che una proiezione di un principio spirituale superiore, e che gli esseri umani, accecati dai sensi e dalle passioni, faticano a percepire la vera natura dell'esistenza.

Tra i passi del Corpus Hermeticum che affrontano direttamente il tema dell'illusione del mondo materiale, nel trattato XV (L'Ogdoade e l'Enneade), Ermete afferma: "Il mondo che vediamo con gli occhi non è che un'ombra, un'apparenza priva di sostanza; la sua verità risiede altrove, in una realtà invisibile che lo sostiene e lo genera." Questa dichiarazione esplicita l'idea che la realtà sensibile sia solo una manifestazione superficiale di una realtà più profonda e nascosta. L'illusione non è nel senso di falsità assoluta, ma piuttosto nel fatto che ciò che appare tangibile è in realtà transitorio e derivato, un'emanazione, secondo Trismegisto, dell'invisibile ordine divino.

Nonostante questo insegnamento possa sembrare unicamente di natura filosofica e spirituale, presenta interessanti parallelismi con alcune interpretazioni della scienza moderna e dell'idea stessa di "universo olografico".

Questa frase del Corpus Hermeticum riflette un'idea simile a quella proposta dalla fisica quantistica: ciò che percepiamo come mondo materiale è solo una manifestazione superficiale di processi sottostanti. Infatti le particelle non esistono in senso tradizionale finché non vengono osservate, e il loro comportamento è descritto in termini probabilistici da funzioni d'onda. Allo stesso modo, il testo ermetico suggerisce che il mondo visibile è un'ombra proiettata da una realtà invisibile più profonda, che lo genera e lo sostiene. Entrambe le visioni propongono un livello di realtà fondamentale, al di là delle apparenze sensibili, che governa il mondo tangibile.

In sintesi, la frase di Ermete e alcune interpretazioni della fisica quantistica condividono un punto fondamentale: ciò che vediamo e tocchiamo è solo un aspetto superficiale di una realtà molto più complessa, invisibile e non immediatamente accessibile, ma che costituisce il fondamento del mondo fenomenico.

Ma un altro testo che merita attenzione in questo contesto, è il cosiddetto "Quinto Vangelo", anche identificato come "il Vangelo di Tommaso". Questo vangelo apocrifo, emerso in modo completo con la scoperta della biblioteca di Nag Hammadi nel 1945, contiene 114 logia, o detti, attribuiti a Gesù. Molti di questi detti non si trovano nei quattro vangeli canonici e presentano un'interpretazione più mistica e gnostica della realtà. Alcuni passaggi in particolare sottolineano l'idea che la verità non sia immediatamente visibile, e che la realtà percepita sia una parziale illusione. Per esempio, il dettto 113 recita: "Il Regno del Padre è diffuso sulla terra, eppure gli uomini non lo vedono". Questa affermazione sembra rispecchiare il tema ermetico dell'idea che la realtà ultima sia nascosta dietro l'apparente mondo materiale e che sia necessaria una profonda conoscenza interiore per riconoscerla.

Questo lo ribadisce nel loghia 77, dove Gesù afferma: "Se coloro che vi guidano vi dicono: "Ecco, il Regno è nei cieli," allora gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi dicono: "È nel mare," allora i pesci vi precederanno. Piuttosto, il Regno è dentro di voi e fuori di voi."

Anche in questo passaggio, come negli insegnamenti ermetici, troviamo l'idea che la verità ultima non sia lontana o esterna, ma piuttosto immanente e accessibile attraverso la conoscenza di sé. Gesù, nel loghion 3 del Vangelo di Tommaso, afferma che il Regno di Dio è "dentro di voi e fuori di voi" e che conoscere se stessi è il passo fondamentale per riconoscere la propria origine divina. Questo riecheggia l'insegnamento di Ermete Trismegisto, che nel Corpus Hermeticum invita i discepoli a cercare dentro di sé la scintilla del Nous, la mente divina, poiché attraverso questa consapevolezza interiore si può comprendere la vera natura dell'universo.

In entrambi i casi, l'esplorazione di sé non è un semplice esercizio intellettuale, ma un cammino spirituale che conduce alla verità e alla percezione del divino. È proprio questo riconoscimento del sé come riflesso di una realtà superiore che accomuna le visioni di Gesù e di Ermete, mostrando un parallelismo profondo tra queste due tradizioni.

Il parallelismo tra il Corpus Hermeticum e il Vangelo di Tommaso si può osservare proprio nell'accento posto sull'illusorietà del mondo visibile e sulla necessità di una trasformazione interiore per comprendere il reale. Nel Corpus, Trismegisto insiste sul fatto che l'illuminazione proviene dalla conosceza del sé, che permette di intravedere la verità celata; similmente, il Vangelo di Tommaso suggerisce che la vera conoscenza del Regno dei Cieli non si trova nei rituali esteriori, ma nell'intima ricerca della verità spirituale. Entrambi i testi puntano alla consapevolezza come mezzo per penetrare le illusioni e raggiungere una visione più autentica dell'esistenza.

Alla luce di quanto emerso, diventa evidente come i testi citati e molti altri insegnamenti spirituali antichi contengano intuizioni che risuonano sorprendentemente con alcune delle scoperte più avanzate della fisica moderna. L'idea che la realtà percepibile sia solo una manifestazione derivata, che dietro le apparenze vi sia un livello più profondo di ordine e di significato, è un tema che attraversa sia le speculazioni cosmologiche contemporanee sia i detti di maestri spirituali di migliaia di anni fa. Se, da un lato, la scienza ci mostra un universo composto di campi quantistici, intrecci di energia e informazione che creano ciò che chiamiamo realtà, dall'altro, i testi sapienziali antichi ci invitano a riconoscere il mondo sensibile come una proiezione di un principio superiore, di un'unità fondamentale che trascende il tempo e lo spazio.

Questa assonanza non implica necessariamente che gli antichi avessero un accesso diretto alle verità scientifiche odierne; piuttosto, suggerisce che le domande di fondo sulla natura della realtà, sull'unità del cosmo e sul rapporto tra visibile e invisibile siano universali e perennemente attuali. La fisica moderna e i testi spirituali sembrano convergere nel sottolineare un punto cruciale: la realtà è molto più profonda, complessa e interconnessa di quanto appaia in superficie. E forse, in questo dialogo tra sapere antico e conoscenza scientifica contemporanea, possiamo trovare non solo nuovi spunti di riflessione, ma anche una rinnovata meraviglia per il mistero dell'universo e per il nostro stesso ruolo in esso.

Comments  
Il Vangelo di Tommaso è una meraviglia. Bisognerebbe leggerlo una volta al mese. Sono solo 100 frasi semplici semplici, ma ogni volta che lo leggo scopro qualcosa di nuovo.
Massimo grazie!
Quello che descrivi entra direttamente nel cuore e nella mente illuminandoli.
Sta a noi proseguire il lavoro di ricerca con animo lieto e mente aperta.
Grazie, in questi giorni per me difficili, ciò che dici è per me un toccasana!
In effetti se ci si avvicia alla meccanica quatistica per quanto un profano come me possa avvicinarsi ci si accorge che la realtà che noi diamo per scontata con le sue leggi non si applica nell'inmensamente piccolo.

In questo campo estremamente difficile sono ottimi i documentari del fisico teorico divulgatore jim al-khalili

Nel campo spirituale/filosofico molti maestri parlano di una dimensione della realtà diversa, nel campo della meditazione sembra che tutti dicano piu o meno che per accedere a questo tipo di realtà bisogna andare oltre il corpo e soprattutto oltre la mente/pensiero, un ostacolo non da poco per un essere umano considerando che tutta la nostra vita è basata sul pensiero.

D'altronde noi siamo macchine biologiche costruite e adattate a un certo tipo di realtà fisica quasi volendoci escludere in modo intenzionale da una realtà piu profonda. In questo campo le speculazioni abbondano.

Un personaggio che mi affascina molto è jiddu krishnamurti, lui piu che altro fa un analisi logica e profonda del pensiero e della psiche umana ma parla anche di coscienza collettiva e di comprensione di una realtà diversa.
Argomento interessante..
Tuttavia,opinione personale,pieno di specchi e di mille domande che restano irrisolte,quando si entra in temi di natura spirituale,la tendenza è credere che il tutto sia difficile da comprendere e che non ci sia un unica verità,mentre invece la verità è una,appunto,altrimenti non sarebbe verità,ed è anche molto chiara,ma non la si vuole vedere perché ritenuta dalla sapienza della nostra società,di poco conto e a volte fin troppo semplice.
Quando Gesù il figlio di Dio venne sulla terra,insegno la verità in modo semplice,come essa è,una verità che tutti anche i più semplici capivano,tuttavia la tendenza comune e della classe religiosa del tempo,non la prese in considerazione e i discepoli di Gesù considerati illetterati e ignoranti,esattamente come accade oggi,si preferisce arrovellarsi dentro concetti filosofici pur di non trovarla,quando in realtà è davanti ai nostri occhi,Dio è il Creatore dell'universo,delle leggi fisiche meravigliose che lo attestano,è il creatore della terra e di ogni vita su di essa,eppure sentiamo ancora persone,la scienza in primis,domandarsi dov'è Dio e negare il fatto innegabile che tutto porta a Lui ha un progetto per tutti noi,è descritto chiaramente nella Bibba che ha fatto scrivere per noi,ed è chiaro dalla Genesi a Rivelazione Vangeli compresi,basta volerlo vedere..ma la maggioranza non lo vuole vedere,esattamente come non vollero vedere Gesù all'azione,insegnava in modo magistrale,sanava malati e resuscitava i morti,i Vangeli lo attestano,eppure non venne creduto dalla maggioranza,ma il proposito di Dio prosegue e arriverà immancabilmente al suo obiettivo e alla sua Rivelazione(Apocalisse) allora tutti capiranno..ma potrebbe essere troppo tardi.
Cercando cresce il sospetto che sia tutto terribilmente semplice e, proprio per questo, tanto difficile da accettare e comprendere.
Il paradigma che amo condividere su questo argomento è il seguente:
la realtà è coscienza.
Ma, nel momento in cui ci ragioniamo sopra, siamo costretti a separarle. Questo perché la mente funziona sul principio della separazione: per pensare a qualcosa devo separarla, se penso a me stesso, devo separare l'esistenza in "io" e "non io". La coscienza, non prevede alcuna separazione, quindi, nella sua essenza non può essere pensata. Anzi, al contrario, possiamo essere coscienti dello stare pensando.
Certo, posso dire "coscienza" e farmi un'idea di cosa sia. Ma è come se guardassi la nuvoletta di un fumetto o la parola "pensiero". La nuvoletta e la parola la vedo con gli occhi, il pensiero no. Mentre, al contrario, posso pensare alla vista.
Poiché il pensiero rappresenta la realtà, non può coincidere con essa in quanto rappresentazione. Come lo Zen quando dice che il dito che indica la luna non è la luna, o la PNL che dice che la mappa non è il territorio.
Dunque la realtà è una, ma è anche molti, così come un ologramma, il quale mantiene la figura originale in tutti i suoi frammenti. Non è proprio esatto: quanto più piccolo è il frammento, tanto peggiore sarà la risoluzione con cui viene rappresentata in esso la figura intera. Quindi la realtà che esprime un frammento di coscienza avrà una "risoluzione peggiore" della Coscienza Una, vi saranno cioè imprecisioni che nella coscienza Una non vi sono. La letteratura occultistica chiama Macrocosmo la coscienza Una e Microcosmo l'individuo. E questa sua natura di essere una-e-molti è proprio ciò che non riusciamo a pensare: nel nostro pensiero, l'uno esclude i molti e viceversa. Una e molti nello spazio, ma anche nel tempo. Vi sono tanti istanti, come tanti fotogrammi, eppure sono tutti nel presente, che è uno. Sarebbe inutile descrivere ciò che il pensiero non può cogliere se non ci fosse quel ponte, che è l'intuizione, che mette in connessione la coscienza ovvero la realtà, con il pensiero ovvero con una forma che la rappresenti. La mente, probabilmente, si pone subito questa domanda: "ma se la realtà è quella che creo-percepisco con la mia coscienza, qual è la realtà degli altri che incontro?" La risposta a questa domanda è una vera e propria iniziazione. Perché se gli altri che vedo sono creati da me, è come se fossi in un sogno, allora, non avrebbero una realtà propria. D'altro canto se gli altri hanno una realtà separata, come posso io comunicare con loro? Cosa è in grado di attraversare questa separazione? Perché, se guardo un albero rigoglioso, ho una bella sensazione e se guardo un albero risecchito no? Cosa c'entra l'albero con le sensazioni che provo? Insomma siamo portati a credere, ed è utile che sia così, che se gli altri fossero creati da me, allora non esisterebbero. E se fossi invece "io" a non esistere? Se la risoluzione del frammento di coscienza che esprime la mia realtà fosse così limitata da farmi avere un abbaglio, tale da farmi credere che io sia quel che PENSO di essere?
CORIVORIVO: Ti ringrazio, ma i complimenti devi farli a Decalagon, è lui l'autore dell'articolo. :-)
#4 Elijah

Ma tu l'hai mai letto l'antico testamento nella versione originale in ebraico?

Ti consiglio di andarti a cercare Mauro Biglino forse se hai la mente sufficentemente aperta avrai un po di chiarezza, non parlo di verità ma di chiarezza.
Beh, il concetto del "velo di Maia" ha qualche migliaio di anni... ;-) non sorprende di trovarlo altrove sotto altre forme.
Detto questo, mi ricordo la lettura di un libro, "Tutto è uno" di Michael Talbot (cfr.: it.wikipedia.org/wiki/Tutto_%C3%A8_Uno) e l'idea dell'universo olografico mi aveva molto affascinato.
Non avevo approfondito più di tanto, perché il tempo è tiranno e gli interessi moltissimi, ma negli anni ho trovato molteplici punti di contatto con le scoperte più recenti della fisica, con la mistica orientale e altro.
Leggerò il Vangelo di Tommaso perché mi manca
Ciao a tutti:
secondo me l'articolo dice cose largamente condivisibili.
Per secoli ci hanno inculcato l'idea che l'unica realtá degna di considerazione, se non proprio l'unica realtá, sia quella materiale. Questa é una pura menzogna, e dico "menzogna" e non "falsitá" perché coloro che da secoli la propugnano sanno benissimo che non é vero. Essi la propugnano per due ragioni:
1) vogliono che tu smetta di credere in Dio e, in generale, che tu smetta la ricerca spirituale, perché questo significa togliere potere all'attuale classe dirigente;
2) vogliono che tu passi tutto il tuo tempo a lavorare per guadagnare soldi e a spenderli nei beni materiali, facendo girare l'economia e aumentando il loro potere.
Con questa premessa, si puó dire che non é affatto vero che gli Antichi abbiano "scoperto" che la realtá materiale é soltanto un aspetto della realtá, ma che questa sia una veritá nota dalla notte dei tempi.
Insomma, noi di un'arancia vediamo solo la buccia, no?
Per quanto riguarda le scoperte della meccanica quantistica, io ricordo solo che essa si occupa di oggetti che vengono creati in laboratorio, e non hanno nessun riscontro con la realtá che ci circonda. Io non perderei assolutamente il mio tempo a seguirne le m*oni mentali (elucubrazioni).
La teoria di "universo olografico" si basa sul fatto che, in un ologramma, le singole parti dell'ologramma contengono l'ologramma intero [vedi anche commento #6]. Questo corrisponde all'idea cardine dell'ermetismo, che "ció che sta in basso é come ció che sta in alto", e che ogni microcosmo é una riproduzione del macrocosmo su scala ridotta.
Questo spiega perché "conoscere se stesso" sia la strada maestra per conoscere la realtá. Non solo in noi vi sono componenti che rispecchiano quelle dell'universo nella sua interezza, ma 'noi stessi' é l'unico oggetto di conoscenza che ci sia accessibile oltre un certo limite, perché la conoscenza della realtá esteriore é limitata da una serie di barriere che sono facilmente comprensibili.
Ogni tanto post come questi sono utili a tutti, perchè nel ricordarci certe cose, ci sollevano da uno stato monodimensionale in cui spesso viviamo, dove la vita appare solo come un reagire in un perenne gioco del gatto e del topo con poteri superiori che appunto ci vogliono da sempre e per sempre in questo stato.
Il collegamento tra misticismo e scienza, particolarmente la branca della fisica quantistica, è ben espresso nello storico testo di Fritjof Capra "Il tao della fisica", dove si evidenzia la necessità per il fisico di abbracciare le visioni tipiche di molta filosofia soprattutto orientale, per cercare risposte ad apparenti contraddizioni che l'indagine nell'infinitamente piccolo pone agli occhi del razionale scienziato. Una bella sintesi tutt'altro che peregrina tra intuito, filosofia, misticismo e scienza.

Mi si consenta una battuta: oggigiorno il districarsi tra "realtà" è sempre più articolato considerando che tra il nobile ologramma di cui si discute si frappongono strati di tutti quelli creati quotidianamente dal mainstream, rendendo la vita sempre più difficile per arrivare all'originale.
Ombralunga 25-02-2025 09:08
#4 Elijah

Grazie del consiglio ombralunga,
Ma non occorre conoscere il Greco o l'Ebraico per trovare la verita intorno a Dio,altrimenti la maggioranza non potrebbe trovarlo,quello che dice Biglino non mi interessa..ho superato quella roba tanto tempo fa..non ho più tempo da perdere dietro filosofi del nulla e a strade che non portano a niente..tanto meno al vero Dio.

Quote:

#4 Elijah
Grazie del consiglio ombralunga, Ma non occorre conoscere il Greco o l'Ebraico per trovare la verita intorno a Dio,altrimenti la maggioranza non potrebbe trovarlo,quello che dice Biglino non mi interessa..ho superato quella roba tanto tempo fa..non ho più tempo da perdere dietro filosofi del nulla e a strade che non portano a niente..tanto meno al vero Dio.

Stai dicendo una sciocchezza dal momente che lui traduce le parole dalla lingua originale con cui è stato scritto l'antico testamento, non c'è nessuna filosofia.

Io preferisco sempre avere una mente aperta e riflettere cercando di evitare pregiudizi che inevitabilmente allontanano dalla verità.

Tu se preferisci rinchiuderti nei tuoi dogmi è una tua scelta ma in questo modo l'unico dio che vedrai è una creazione nella tua mente.
Del resto il nostro universo è un paradosso che non dovrebbe neppure aver la possibilita di sostenersi.
Alcuni esempi:
il nostro universo è tendente all'entropia, ossia alla semplificazione dei sistemi, eppure è pieno di sitemi complessi, che sempre in teoria sono nati da una base semplice (luce) per poi divenire sempre più complessi.

Se si prende per buono il big bang, si sarebbe dovuto creare in ugual numero materia e antimateria, divenendo un ciclo infinito di creazione e annichilimento, ma un disequilibrio ha permesso che una prevalesse sull'altra (dovendo poi creare come scusa la teoria dei multiversi)

il nostro universo, poi, è governato da leggi fisiche ben delinate, che cercano l'ordine, ma a livello di submateria (quark down, up e strange) se vi fosse ordine ed equilibrio si sarebbe formata materia strangelets, ma cosi non è capitato e non capita, anche perchè "teoricamente" se nascesse anche solo una molecola strangelets, trasformerebbe tutta la materia , in un processo a cascata, in stragnelets anch'essa.

Altro paradosso che ho scoperto per una "illuminazione" casuale sulla vita

Il DNA è formato da base azotata (aminoacido) solfita e disossiribosio (ossia zucchero pentoso)....il problema che il disossiribosio si crea solo tramite un processo biologico...non può esistere in assenza di vita, quindi come è possibile che qualcosa che serve per per la creazione della vita, esser nato in un ambiente senza vita, ed essere composto da un elemento di un processo vitale?
ELIJAH, OMBRALUNGA: Evitate i battibecchi perfavore. Lo dico prima, in modo da non dovervi sospendere.
Ombralunga 25-02-2025 09:58
Bravo ombralunga..
Continua a leggere quello che vuoi e non cercare di offendere con frasette stupide da bimbo dell'asilo..con me non attacchi bottone.
Auguri per la tua personale ricerca della verità.
Chiedo scusa a tutti,ma non è nel mio stile battibeccare ne offendere le opinioni degli altri.
Passo e chiudo.

Quote:

#16 redazione 25-02-2025 10:10 ELIJAH, OMBRALUNGA: Evitate i battibecchi perfavore. Lo dico prima, in modo da non dovervi sospendere.

Ok ricevuto
Mi sono lasciato andare, ma quando leggo certe cose faccio fatica a trattenermi :-D

Quote:

il mondo materiale è solo una manifestazione superficiale di processi sottostanti

Questo può essere collegabile e giustificabile dal fatto che nel mondo astrale i sensi sono amplificati...tatto, udito ad esempio! E perciò permettono di vedere e sentire cose che con gli occhi materiali non è possibile.
Ottima discussione
Adesso non posso ma riferite all'argomento della meccanica quantistica ho postato nelle settimane scorse alcuni studi recenti che " dimostrano non solo il tempo negativo ( la luce esce dai corpi prima ancora di entrarvi) ma anche la possibilità che in teoria non dovremmo esistere in questo preciso istante "
Praticamente nulla e come lo vediamo
Appena posso vedo di recuperarli


Quote:

Premetto che ovviamente non mi sento né pretendo di essere detentore di verità assolute

Tuttavia,si può dire che la verità assoluta per ciascuno di noi è la propria esperienza personale: nel corpo di ognuno di noi, infatti, ci siamo solo noi, e nessun altro può contestarla.

Non credo che le risposte ai perché esistano necessariamente nella religione o nella filosofia. Queste sono discipline che esplorano la psiche umana e i suoi stati d'animo, affinate nel tempo attraverso millenni di pensiero e riflessione. Sebbene possano essere strumenti straordinari per comprendere meglio noi stessi e le nostre emozioni, alla fine rimangono speculazioni, per quanto raffinate e potenti.

Solo la morte potrebbe darci le risposte definitive che cerchiamo. Sono molto scettico nei confronti di chi afferma di conoscere la verità assoluta e si fa portavoce di essa. È un tema troppo complesso per essere risolto con certezze categoriche.

Se viviamo in un mondo olografico, allora forse non esistiamo davvero nel senso che intendiamo normalmente. In tal caso, il film Il tredicesimo piano potrebbe diventare la nostra "Bibbia", una riflessione sulla nostra realtà in quanto costruzione, un concetto che potrebbe ribaltare tutto ciò che sappiamo.
Grazie Deca per l'articolo.
Ti suggerisco (anche se penso che tu lo abbia già fatto) di sentirti le recenti conferenze del Prof. Corrado Malanga, in merito all'universo olografico di Bohm.

Quote:

il nostro universo è tendente all'entropia, ossia alla semplificazione dei sistemi,

Piu che semplificazione direi disordine
@Tianos


Quote:

Il DNA è formato da base azotata (aminoacido) solfita e disossiribosio (ossia zucchero pentoso)....il problema che il disossiribosio si crea solo tramite un processo biologico...non può esistere in assenza di vita, quindi come è possibile che qualcosa che serve per per la creazione della vita, esser nato in un ambiente senza vita, ed essere composto da un elemento di un processo vitale?

Grazie, spunto di riflessione davvero importante, per quanto mi riguarda ovviamente :pint:
Nient’altro che la dottrina della non-dualità, l’Advaita Vedānta, magnificamente codificato da Ādi Śaṅkarācharya. Tutto già rivelato nei Veda e soprattutto nelle Upaniṣad.
Attenzione: secondo gli studi di Malanga l'entropia, che tende ad aumentare sempre, non rappresenta il disordine, ma la coscienza, la consapevolezza.

Quote:


#22 Ombralunga 25-02-2025 10:42


Quote:

il nostro universo è tendente all'entropia, ossia alla semplificazione dei sistemi,


Piu che semplificazione direi disordine

Si l'universo tende verso il caos, 2 legge della termodinamica .
In teoria tutto tende verso il caos
Ma anche l'affermazione in cui tende a semplificarsi non è del tutto sbagliata .
Nel tempo il caos tenderà man mano a esaurirsi e con lui idrogeno , pianeti , stelle galassie etc.
Fino a quando l'universo sarà solo un
" infinito " spazio vuoto



Quote:

Attenzione: secondo gli studi di Malanga l'entropia, che tende ad aumentare sempre, non rappresenta il disordine, ma la coscienza, la consapevolezza.

Suo personalissimo punto di vista che ripeto vale quanto il tuo magari diametralmente opposto !!!!!!

Quote:

Il DNA è formato da base azotata (aminoacido) solfita e disossiribosio (ossia zucchero pentoso)....il problema che il disossiribosio si crea solo tramite un processo biologico...non può esistere in assenza di vita, quindi come è possibile che qualcosa che serve per per la creazione della vita, esser nato in un ambiente senza vita, ed essere composto da un elemento di un processo vitale?

Mi ricorda il numero dell'emoglobina.
TIANOS, AIGOR: Questa storia del DNA "mi azzizza". Come spiega l'evoluzionista la nascita "casuale" del DNA, e a che punto dell'evoluzione la colloca, esattamente? (Se lo sapete, ovviamente).
Grazie Decalagon, molto interessante! Importante parlare di questo aspetto, troppo spesso dimenticato

Quote:

TIANOS, AIGOR: Questa storia del DNA "mi azzizza". Come spiega l'evoluzionista la nascita "casuale" del DNA, e a che punto dell'evoluzione la colloca, esattamente? (Se lo sapete, ovviamente).

 

Concetto teorico di selezione naturale
Poi dopo la sua scoperta e stata rivista come meccanismo ereditario di informazioni da generazione in generazioni.
Ovviamente il DNA non può essere inserito in nessun modello evolutivo se non quello che la sua esistenza risale a molto prima ( miliardi di anni ) della nascita della vita .
La sua origine è sconosciuta
Darwin ha solo ipotizzato , ma non ha mai saputo un cazzo !!!

Quote:

VENUSIA: Ovviamente il DNA non può essere inserito in nessun modello evolutivo se non quello che la sua esistenza risale a molto prima ( miliardi di anni ) della nascita della vita

Quindi (secondo gli evoluzionisti) il DNA esisteva PRIMA dei protozoi?
Quindi (secondo gli evoluzionisti) il DNA esisteva PRIMA dei protozoi?


Secondo la teoria evolutiva, il DNA esisteva prima dei protozoi. La vita sulla Terra è iniziata con forme super semplici, tipo molecole che si replicano da sole, che erano molto più primitive rispetto ai protozoi e agli altri organismi unicellulari. La teoria sull'origine della vita (cioè l'abiogenesi) dice che le prime forme di vita erano probabilmente molecole auto-replicanti simili al DNA, ma non proprio il DNA come lo conosciamo ora. Queste molecole potrebbero essere state versioni primitive dell'RNA o altre cose genetiche che hanno preceduto il DNA moderno. Con il tempo, però, il DNA si è sviluppato come il sistema principale per conservare e trasmettere l'informazione genetica, prendendo il posto dell'RNA in tanti organismi.
Quindi, prima che arrivassero i protozoi (che sono organismi unicellulari più complessi), ci potrebbero essere state forme di vita ancora più semplici che usavano molecole simili al DNA o altre cose genetiche, ma senza essere organismi complessi. In sostanza, il DNA, o qualcosa di simile, esisteva già prima dei protozoi, anche se la sua forma complessa come la conosciamo si è sviluppata solo più tardi con l'evoluzione.
Non e di certo nato nel brodo primordiale e la sua origine ....Chissà
Almeno da quanto ne so io .
Ovviamente non leggo tutti i giorni temi sull'argomento , quindi se ci sono stati sviluppi o studi recenti non li conosco :roll:
come la vedo io:
c'è uno "strato-O" (il primo problema nel trattare questi argomenti è il linguaggio: ci vorrebbe un metalinguaggio più appropriato a quello che vogliamo dire, ma non c'è) di energia che contiene tutto, uno "strato-O, Strato-Olografico"; poi c'è uno "stato-V, strato Viventi" di esseri che viventi (piante, animali e l'animale per eccellenza, l'uomo) che vive in uno dei possibili mondi contenuti nello "strato-O", tra questi due "strati" c'è un "lettore di Ologrammi" che estrae dallo Strato-O la "realtà, la maia, l'illusione" il cui vive lo "stato-V" secondo alcuni criteri criteri: la causa precede l'effetto, l'entropia deve essere crescente (da cui il tempo), energia si deve conservare, ecc; il "lettore di ologrammi" è esterno ai viventi - troppo complicato per essere contenuto negli esseri viventi: un battere su un vetrino sotto un microscopio percepisce stessa "realtà" di chi lo sta osservando, battere e uomo vivono nella stessa realtà creata dal lettore di Ologrammi -
Con questo modello molti problemi svaniscono: Il tempo nello strato-O non esiste, è un prodotto dell'lettore di ologrammi per estrarre un mondo coerente; se non ci fosse il lettore di ologrammi potremmo avere quanti pesci vogliamo, nell'ologramma ci sono, sono tutti li a nostra disposizione; non c'è nessun problema a far inserire il dito a Tommaso nel costato: il tempo non esiste è posso scegliere la rappresentazione di me a chi voglio come voglio, posso ... posso far tutto quello che voglio: la realtà trascendente contiene tutto senza l'ingombro della "logica" della realtà immanente.
Insomma Dio (trascendete) osserva sé stesso attraverso la realtà immanente.

Come eludere il lettore di ologrammi, questo è il problema: può Dio ingannare se stesso nell'osservarsi ?
Pare di si perché ovviamente anche questo fa parte del Tutto.
Ma non era che nell’universo olografico la struttura della realtà si manifestava nella stessa identica e matematicamente cristallina maniera ad ogni suo livello?
Che in ogni più piccola parte era rappresentata l’immagine completa del tutto, proprio come avviene nei frattali tipo quello dell’immagine di copertina?

Cosa diavolo c’entra la stupidaggine dell’universo olografico con il Corpus Hermeticum o con la filosofia platonica da cui esso deriva, secondo cui invece la realtà fenomenica è solo un’illusione, un’espressione imperfetta del principio creatore trascendente?

Quello che afferma Ermete:

Quote:

"Il mondo che vediamo con gli occhi non è che un'ombra, un'apparenza priva di sostanza; la sua verità risiede altrove, in una realtà invisibile che lo sostiene e lo genera."

Non c’entra nulla con le assurdità quantistiche secondo cui:

Quote:

“le particelle non esistono in senso tradizionale finché non vengono osservate.”

il primo parla di una struttura trascendente alla realtà fenomenica, mentre i secondi sproloquiano di creazioni dell’universo attraverso l’osservazione…
Il primo parla di ricercare i principi divini alla base dell’universo per armonizzarci ad essi, mentre i secondi sproloquiano sul fatto che siamo noi le divinità creatrici dell’universo, che senza la nostra osservazione non potrebbe nemmeno esistere.

Del resto cos’altro poteva produrre una società decadente, materialista ed egocentrica come quella capitalista, se non l’idea che siamo noi a determinare la realtà e senza di noi non esisterebbe nulla?

Il povero Ermete si starà rivoltando nella tomba per questo accostamento.
appena po un attimo aggiungo molte altre riflessioni su dna.
Non posso dunque fare a meno di riportare qui lo stesso mio commento scritto per il precedente articolo, che considero valido anche per questo articolo (luogocomune.net/.../...):


La realtà è molto più ampia e complessa di quanto noi oggi riusciamo a percepire con i nostri sensi e con i nostri strumenti? Sì, è molto probabile che sia così.

Ma da qui a dire – e a dimostrare – che la realtà non esiste ce ne corre.
Anche considerando banalmente che oggi tante ricerche scientifiche, soprattutto quelle che avanzano teorie ed affermazioni straordinarie, come minimo sono poco scientifiche perché non portano le necessarie prove straordinarie a supporto, e come massimo sono del tutto false (vedi l’ormai classico “Why Most Published Research Findings Are False” di John P. A. Ioannidis).

Ci andrei quindi estremamente cauto nel supportare e diffondere acriticamente teorie come quella dell’universo olografico, col suo corollario “la realtà non esiste”. Perché una simile visione della vita e dell’universo può avere implicazioni notevoli in ambito polito-economico e nella vita di tutti i giorni.

Possono esserci implicazioni positive. Per esempio, la credenza che tutte le particelle dell’universo – anche quelle che compongono i nostri corpi – siano sempre unite o in comunicazione può aiutare tanti a sentirsi meno soli, più sollevati. (Personalmente non mi sentirei più sollevato a sapermi in unità e comunicazione perpetua coi corpi di Draghi, Mattarella, Speranza, Clinton, Biden, Rothschild, Rockefeller, eccetera, ma tant’è.)

Possono esserci implicazioni negative. Se “la realtà non esiste”, allora si entra nel relativismo totale. Se “la realtà non esiste”, allora la mia interpretazione della realtà non è solo una interpretazione: la mia interpretazione È la realtà punto e basta. Di conseguenza, ho il “diritto” di fare tutto quello che mi pare, anche le cose più ingiuste, pazzesche e atroci, del tipo:

«Dìn-Dòn!»
«Chi è?»
«Servizi sociali.»
«Che volete?»
«Nulla, una semplice formalità. Vostra figlia ieri a ricreazione ha giocato per tutto il tempo a pallone e coi soldatini, e poi ha detto che da grande vorrebbe fare la camionista. È evidentemente un maschio intrappolato in un corpo da femmina, quindi volevo informarvi che la prossima settimana verrà sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione dell’utero e l’installazione di un pene di silicone.»
«Ma che cazzo dite?! Nostra figlia è nata femmina, sarà una donna! Ha i cromosomi XX! Questa è la biologia, questa è la realtà!»
«Cazzate, la realtà non esiste, la biologia non esiste, tutto è relativo, e io dico che vostra figlia è un maschio, e se non firmate il consenso libero e informato per l’intervento vi facciamo revocare la potestà genitoriale, capito?»

Oppure:

«Tòc-Tòc!»
«Chi è?»
«Vattene dalla mia terra.»
«Ma che dici?! Io e i miei antenati viviamo qui da millenni, questa è la storia, questa è la realtà!»
«Cazzate, la realtà non esiste, la storia non esiste, tutto è relativo, e io dico che voi qui siete degli abusivi, quindi levatevi dalla palle, branco di terroristi, altrimenti vi sparo in faccia, capito?»

Penso che da certe teorie nascano più implicazioni negative, che positive.
@aironeblu


Quote:

Cosa diavolo c’entra la stupidaggine dell’universo olografico con il Corpus Hermeticum o con la filosofia platonica da cui esso deriva, secondo cui invece la realtà fenomenica è solo un’illusione, un’espressione imperfetta del principio creatore trascendente?

L'idea di un universo olografico non implica necessariamente che ogni parte sia una copia perfetta del tutto, ma suggerisce che l’informazione totale dell’universo possa essere contenuta su una superficie bidimensionale e proiettata in tre dimensioni. Questo non nega la trascendenza della realtà fenomenica, anzi: rafforza l’idea che il mondo materiale sia una proiezione di un livello più fondamentale, un principio che Ermete stesso enuncia nel Corpus Hermeticum quando afferma che il mondo visibile è un’ombra della realtà superiore.


Quote:

Del resto cos’altro poteva produrre una società decadente, materialista ed egocentrica come quella capitalista, se non l’idea che siamo noi a determinare la realtà e senza di noi non esisterebbe nulla?

La meccanica quantistica non dice che "senza di noi non esisterebbe nulla", ma che la realtà, su scala microscopica, si manifesta in modi che sembrano dipendere dall’interazione con un osservatore cosciente. Questo principio non nega necessariamente l’esistenza di una realtà oggettiva, ma suggerisce che ciò che percepiamo come “materia solida” è in realtà un insieme di probabilità e informazioni, che si concretizzano solo quando avviene un'interazione.

Questo concetto non è del tutto slegato alla visione ermetica, dove la Mente divina (Nous) è la sorgente di tutto ciò che esiste. Se la realtà materiale è solo un’ombra o una manifestazione secondaria, allora potrebbe essere coerente con l'idea che ciò che percepiamo dipende dalla nostra interazione con essa.

Ma d'altronde siamo qui apposta per discuterne proprio perché siamo ancora lontani dal comprendere appieno la natura della nostra realtà
Il Corpo Ermetico di Ermete T. è stato per me una confutazione di quello che avevo e sentivo ( ho è sento ) forte dentro di me e anche nel Timeo di Platone si trovano, nella parte Creazionistica, dei concetti molto affini a quelli di Ermete; vero è che Platone conosceva sicuramente il Corpo Ermetico o scritti ad esso aderenti. Più si scava più ogni cosa va al suo posto dentro di noi che nel farlo troviamo il Nostro Centro e la Nostra Chiamata.
Detto ciò: Massimo!! questa mattina ho intravisto un nuovo video che hai pubblicato ma adesso non c'è più, era sul Mainstream se nn ricordo male.
#34 Aironeblu 25-02-2025 11:35

L'universo olografico ( speculazione )non ha nulla a che vedere con l'idea che la realtà sia "creata" dalla nostra osservazione, come alcuni fraintendono della meccanica quantistica. La teoria olografica proposta dai fisici e un tentativo di spiegare la struttura profonda dell'universo, dove ogni parte potrebbe contenere, come un frattale, l'informazione dell'intero.sistema Questo concetto non dice che "senza di noi l'universo non esisterebbe", ma che le leggi che regolano la realta potrebbero avere una struttura che possiamo descrivere matematicamente in modo coerente con la fisica.

La filosofia ermetica ( speculazione ) e Plato parlano di un mondo che è solo un'ombra della realtà trascendente. In questo senso, la filosofia ermetica invita a cercare la verità oltre l'apparenza materiale, riconoscendo che esiste un principio divino e perfetto che sostiene tutto. La visione scientifica, sebbene diversa nella metodologia, non nega che esista qualcosa di profondo e misterioso dietro la realtà che osserviamo, ma lo descrive tramite leggi fisiche, che ancora non comprendiamo pienamente
La meccanica quantistica eil concetto che "le particelle non esistono finché non vengono osservate" non implicano che siamo noi a "creare" la realtà, ma che a livello subatomico la realtà è probabilistica fino a quando non avviene una misurazione. Questo non contraddice in alcun modo l'idea ermetica di una realtà trascendente, poiché quest'ultima riguarda la natura più profonda della realtà, che va al di là della fisica classica.

Trovo che accusare la scienza moderna di essere un prodotto del "materialismo capitalista" oltre che un offesa alla nostra comprensione dell'universo sia anche il prodotto medio della società media moderna in cui le convinzioni personali trascendono dall'onere del dubbio per assurgere a verità soggettive prive di alcun fondamento . La scienza non pretende di determinare la realtà in base alla nostra osservazione, ma cerca di comprenderla, e spesso, come nel caso della teoria olografica, può sembrare sorprendentemente simole ad alcune idee antiche.

Giudicare un'intera teoria o una visione del mondo solo perché è difficile da conciliare con altre e la patria di chi ignora ma impone dall'alto di una conoscenza che conosce solo e soltanto lui La scienza e la filosofia, pur trattando aspetti diversi della realtà, non sono rivali, ma spesso si completano a vicenda, ognuna con i propri mezzi e linguaggi.

Dove sta scrittoche una visione esclusivamente spirituale o una scientifica sia "migliore" dell'altra, ma che entrambe cercano di rispondere a domande simili, sebbene con approcci e linguaggi differenti. Non sono in contraddizione, ma offrono prospettive diverse che arricchiscono la nostra comprensione dell'universo
Perdonami Airone ma solo una persona che ignora può giudicare una speculazione corretta e le altre sproloqui.
Queste sono le discussioni in cui la superbia , l'arroganza , la presunzione vengono a galla senza equivoci .